Significativa la notizia riportata da Marco Tosatti su La Stampa in ordine alla vietata distribuzione, in Arabia Saudita, del numero di agosto del National Geographic perché riporta l'immagine del Papa.
Dietro le ragioni culturali addotte, oltre al divieto di introdurre nel paese simboli di altre religioni, ci sono anche affermazioni sui contenuti della rivoluzione bergogliana riferite all'assunto - inconcepibile per l'islam ma anche per la nostra Fede - che “I pilastri religiosi sono solo strumenti diretti a preservare qualche cosa, e se non sono più in grado di funzionare, devono essere mutati”.
La percezione di questo pontificato evidentemente è suffragata dalla realtà. Riflettiamo anche sulle nefaste pretese di dialogo senza confini, peraltro impossibile, e sulla totale assenza di reciprocità mentre noi, invece, lasciamo che ci riempiano di moschee, non tenendo conto (che sia per colpevole ignoranza o per nefasta indifferenza non cambia gli effetti) che, secondo il loro principio di extraterritorialità, esse e quanto vi gravita intorno costituiscono islam a tutti gli effetti. Meditate, gente...
La percezione di questo pontificato evidentemente è suffragata dalla realtà. Riflettiamo anche sulle nefaste pretese di dialogo senza confini, peraltro impossibile, e sulla totale assenza di reciprocità mentre noi, invece, lasciamo che ci riempiano di moschee, non tenendo conto (che sia per colpevole ignoranza o per nefasta indifferenza non cambia gli effetti) che, secondo il loro principio di extraterritorialità, esse e quanto vi gravita intorno costituiscono islam a tutti gli effetti. Meditate, gente...
All’Arabia Saudita non piace papa Francesco. Le autorità del regno hanno vietato la distribuzione del numero di agosto del National Geographic, la cui copertina offriva l’immagine del Papa in piedi nella Cappella Sistina, per “ragioni culturali”.
“Cari lettori dell’Arabia Saudita, ci scusiamo perché non riceverete il numero di agosto della rivista – si legge in un annuncio in arabo sul sito Twitter del National Geographic. – Secondo la società di distribuzione alla rivista è stato negato l’accesso al Paese per ragioni culturali”.
Il National Geographic indicava come papa Francesco stesse conducendo “una rivoluzione tranquilla” per riformare la Chiesa cattolica. Questo, oltre al fatto che in tutto il Paese sono proibiti simboli e oggetti di una religione che non sia l’islam, deve aver fatto scattare i censori.
In un altro commento la rivista scriveva che le istituzioni religiose devono adattarsi a un mondo che è in rapida trasformazione. I pilastri religiosi, si scriveva, “sono solo strumenti diretti a preservare qualche cosa, e se non sono più in grado di funzionare, devono essere mutati”.
La forma di islam praticata in Arabia Saudita, il wahabismo, è particolarmente stretta e letterale, e tende a imporre una pratica e comportamenti legati al mito delle prime generazioni di seguaci di Maometto, nel settimo secolo dopo Cristo. L’Aarabia saudita cerca di esportare questa forma di islam, e non a caso è fra i maggiori finanziatori delle formazioni fondamentaliste che combattono il regime laico siriano.
mic giustamente ricorda anche le "pretese si dialogo senza confini". E che dire degli auguri per il Ramandan che, secondo Bergoglio, darebbe anche frutti spirituali? Come si può dire una cosa del genere?
RispondiEliminaLa logica razionale umana è sempre a rischio di insuperbire, ma è un generosissimo dono che Dio ha fatto a chiunque voglia distinguere il dato oggettivo dalle idee.
RispondiEliminaE' vero che, avvitandosi su se stessa, la logica può produrre sofismi;
e' altrettanto vero che la razionalità può far ideologia di un pensiero, distorcendo la realtà;
è altresì vero che la logica è la chiave di una conoscenza oggettiva della realtà.
Ora, un credente in una religione non vera può dire una cosa vera, mentre il "legale rappresentante" di una religione vera può dire una cosa non vera.
Chi rinuncia all'oggettività scade nel soggettivismo.
Così si discetta di Dio come di un'idea, senza sapersi misurare, umilmente, con la rivelazione.
E' evidente che di due che dicono cose differenti della stessa cosa, uno non può aver ragione.
O Gesù è Dio fatto carne o non lo è e al massimo è un profeta.
O Cristo è l'unico salvatore o non lo è.
Che c'è da modificare? Uno deve cambiare, l'altro no!
Però c'è il credo massonico, per il quale nessun dogma è accettabile, pena il venir meno tutto il castello del relativismo. Che Bergoglio c'entri?
Gli unici 'frutti' spirituali che dà il Ramadan sono le ingozzate serali che si fanno dopo il tramonto, rigorosamente rispettato l'orario, nelle tante, troppe parrocchie "cattoliche" de noantri dove si mantengono a sbafo mussuli nulla facenti che campano alle spalle dei parrocchiani gonzi che si fanno in 4 per ospitarli al meglio possibile.......pure le sacrestie vengono concesse come piccole moschee, più scemi di così.......ricordo che in Saudi Arabia and Emirates non si possono indossare catenine con croci o medagliette, che è proibito ogni culto ed ogni libro religioso che non sia il Corano, anche all'interno delle ambasciate, che di norma dovrebbero essere di appartenenza ai paesi rappresentati e quindi liberi territori, altro che alberelli piantati e dio per tutti, ma va'.....
RispondiEliminaO.T. Célébrer Vatican II ?
RispondiEliminaEn tant que catholique attaché à la tradition doctrinale et disciplinaire de l’Église, je tiens à déclarer qu’il m’est absolument impossible de m’associer, de quelque manière que ce soit, au jubilé miséricordieusement décrété par Jorge Mario Bergoglio, alias François Ier, actuel évêque de Rome, pour célébrer le cinquantième anniversaire de la conclusion du concile Vatican II.
Dans la tradition de l’Église, un jubilé est un temps de réjouissance, de jubilation.
Or je tiens — et je ne suis pas seul à penser — que le concile Vatican II fut un désastre non seulement pour l’Église mais aussi pour le monde, et qu’on ne célèbre pas un désastre, sauf à avoir perdu la tête ou à travailler ouvertement pour les profiteurs de ce désastre.
Je n’imagine pas que mes amis Italiens célèbrent, par exemple, Caporetto. Au mot « Caporetto » est associé pour toujours, dans la mémoire italienne, un deuil immense, et il ne viendrait à personne de sensé l’idée d’en faire un symbole de fierté ou de fête.
Il en est de même de Vatican II, qui fut une espèce de Caporetto de l’Église, un Caporetto plus grave encore, car il entraîna, et ne cesse d’entraîner, la perte et la mort spirituelle de millions et de millions d’âmes — notamment la défection de dizaines sinon de centaines de milliers de prêtres et de religieux, une tragédie dont nous avons tous les jours sous les yeux les terribles conséquences, mais dont les dimensions cachées ne nous seront révélées qu’au Dernier Jour.
Cela étant, je considère comme une grave faute, de la part de Mgr Fellay et de tous les supérieurs de la FSSPX qui se sont aveuglément associés à sa démarche (comme l’abbé Petrucci, en Italie), d’avoir remercié Bergoglio de son initiative.
D’abord, on ne remercie pas un personnage comme Bergoglio. Jamais. C’est une question de décence. On s’en tient à distance. Le comparse de Scalfari, le profanateur de Santa Maria Maggiore, l’auteur de tant d’autres méfaits (comme la destruction des Franciscains de l’Immaculée) ne saurait avoir droit à nos embrassades et à nos applaudissements.
Ensuite, c’est une autre grave erreur, de la part de Mgr Fellay et de ses assistants, de croire que, dans la situation actuelle, toujours plus grave, de l’Église, qui est celle d’une urgente nécessité, la FSSPX ait besoin de l’aval du Vatican et du personnage qui y règne, pour continuer son bon travail apostolique et aider à sauver les âmes.
Mgr Lefebvre n’a jamais succombé à cette erreur, même s’il rêvait, comme nous tous, de relations normales avec le Saint-Siège. Il savait que le Saint-Siège est aujourd’hui occupé par l’Ennemi et il ne voulait pas de relations à n’importe quel prix, en tout cas pas au prix d’un reniement ou d’une trahison de son propre combat.
En reconnaissant (pour un an !) la validité des sacrements conférés par la FSSPX, Bergoglio n’a d’autre objectif que de compromettre celle-ci dans la célébration dudit concile. Ce n’est pas le geste d’un père — contrairement à ce qu’affirme l’abbé Petrucci —, mais celui d’un habile calculateur, qui sait que célébrer le concile c’est l’accepter.
RispondiEliminaÀ quoi bon, après cela, se soucier encore d’un “accord doctrinal” entre le Saint-Siège et la FSSPX ?
En vérité, pour la FSSPX, s’associer à la célébration du concile, c’est plus que célébrer un “accord doctrinal”, c’est se renier, c’est se parjurer, c’est se suicider.
Au bout d’un an, à la fin du jubilé, entre deux verres à la cafétéria de Santa Marta, Bergoglio, prenant Mgr Fellay par la manche, lui susurrera : — Alors, cher ami, vous ne voulez pas continuer comme ça avec nous ? Vous voulez à nouveau vous séparer, déterrer la hache de guerre, perdre la validité de vos sacrements, risquer à nouveau, même, l’excommunication si vous sacrez un évêque sans ma permission ?… Hein ? (De quoi ébranler un homme aussi bourgeoisement éperdu de considération et de légalité que Mgr Fellay !) Avez-vous oublié ce que vous disiez du concile ?… Moi, je ne l’ai pas oublié…
C’est vrai : Mgr Fellay ne craignait pas, naguère, d’affirmer que ce calamiteux concile, il en acceptait “95 %”… Formulation étrange, qui donnerait à penser que l’on peut soupeser et détailler la valeur des textes d’un concile de la même façon qu’un marchand de fromage soupèse et détaille une meule de Gruyère ou quelque bonne vieille tomme de Savoie…
Point de vue, on en conviendra, plus gastronomique que théologique !
Et les 5 % restant ? Oh ! si peu que rien : les objections « irréductibles » relatives à l’œcuménisme, à la liberté religieuse, à la réforme liturgique, au nouvel Ordo, aux fausses religions, à la collégialité, à l’abandon de la Royauté Sociale de Notre-Seigneur Jésus-Christ, à la mission de l’État, et à tant d’innovations mortifères qui ont jeté par terre deux mille ans de catholicisme — tout cela pour plaire aux athées et aux maçons comme Scalfari, qui se pavanent désormais librement jusque dans les colonnes de l’“Osservatore Romano” ? Seulement 5 % ?
Mais comment Mgr Fellay compte-t-il ?
Puisque nous en sommes à la métaphore culinaire et qu’une véritable “fondue” se prépare, il est permis de penser qu’à la fin des agapes jubilatoires sera servie, avec l’inévitable fendant des côteaux du Léman, quelque douceur, quelque chatterie… Les ecclésiastiques en sont souvent friands.
RispondiEliminaEh bien, supposons que pour ce gâteau de la Fin, qui n’a pas besoin d’être une pièce montée — même si son aspect ultime donne à penser que c’en est une, et même montée de toutes pièces —, supposons, donc, qu’on utilise les meilleurs ingrédients, je ne dis pas seulement d’Écône mais de tout le Valais : la meilleure farine, le meilleur sucre, les meilleurs œufs, la meilleure crème, l’eau la plus pure…, et que, à l’insu du maître-pâtissier, au moment où celui-ci, déjà un peu las, s’apprête à enfourner la préparation, un diablotin déguisé en mitron y laisse tomber en souriant, mais sans que personne s’en avise, quelques gouttes de strychnine…
Comment va finir la fête ?
Que va-t-il ensuite se passer ?
Comment Mgr Fellay va-t-il s’y prendre pour isoler, loupe en main, dans l’“hopital de campagne” ou plutôt dans la morgue qu’est en passe de devenir l’Église, les 95 %, selon lui, de vérité catholique perdue dans les 100 % de pâte avariée des textes conciliaires ?
Je n’aurai pas la cruauté de lui demander de nous l’expliquer ou de nous en faire la démonstration.
Je laisse d’ailleurs de côté ma métaphore, qui n’est qu’une métaphore et n’a bien entendu rien à voir avec une quelconque situation existante, et me contente de conclure sur ce mot de bon sens que je tiens de ma grand-mère : « Quand un gâteau est moisi, on le jette… »
A plus forte raison — ajouterai-je seulement — quand il est empoisonné et qu’on connaît les fabriquants…
Ecco i poveri 'profughi' in azione in Ungheria al grido di Allah akbar.
RispondiEliminaChi ha inserito il video ha specificato che siamo in Europa e non in Iraq...
https://www.youtube.com/watch?t=22&v=lKVMlmC1HSM
Per Raoul,
RispondiEliminaCredo che in questo momento sia necessaria molta prudenza nel commentare la situazione della FSSPX. Pur conoscendo molti retroscena, mi sto astenendo di proposito dall'entrare in dettagli e/o supposizioni nonché dall'esprimere timori.
Rispettiamo la loro linea, che nella sostanza non recede dall'affermazione della verità. Come ho già detto, attendiamo fiduciosi (nel Signore) e vedremo... Non possiamo escludere che le vie della provvidenza passino attraverso le ultime vicende.
... Dunque, piuttosto che rivolgersi al senso di umanità della gente comune, chi ha responsabilità di governo come le ha Matteo Renzi dovrebbe rivolgersi a se stesso e ai propri partner con domande tipo: perché continuiamo a ingrossare l’esercito dei profughi e degli sfollati imponendo l’embargo alla Siria? Perché continuiamo ad appoggiare i cosiddetti “ribelli” di Damasco e, attraverso i ricchi paesi islamici che fanno shopping in Europa e gonfiano i listini della Borsa newyorkese, continuiamo a sostenere l’avanzata del Califfato che è la principale causa dell’esodo biblico?
RispondiElimina
RispondiElimina@ Raoul. Caporetto come simbolo, sconfitta e riscossa. FSSPX
A proposito del paragone simbolico tra il Vaticano II e Caporetto, bisogna precisare che Caporetto fu una grave sconfitta alla quale segui' pero' la riscossa italiana. Non perdemmo la guerra a Caporetto, per quanto oggi, data l'ignoranza dilagante dei fatti storici, molti lo credano. Un mese dopo Caporetto, sul Piave e sul Grappa, il Regio Esercito fermo' da solo l'ultimo potente attacco austro-tedesco (furono piu' di venti giorni di lotta feroce) prima che arrivassero i rinforzi alleati, a cose fatte. Poi ci fu la tenuta e la controffensiva finale nel '18. Perche' ricordo questi fatti? Perche' l'esempio sia di buon augurio: dopo Caporetto il Piave, dopo il Concilio la riscossa, per restare nell'immagine. Speriamo che il prossimo Sinodo sia il Piave della situazione.
Circa la FSSPX penso abbia ragione Mic. Non darei giudizi dettati dall'indignazione. Sono sembrati eccessivi i riconoscimenti di Don Petrucci? Ha parlato spontaneamente, i sacerdoti della Fraternita' sono (giustamente) fedelissimi al Papato. Bisogna poi considerare che il vescovo di Albano aveva creato loro diversi problemi, tentando di chiuderli in un angolo, come si suol dire. Non farei un dramma di questi ringraziamenti. Il comunicato di mons. Fellay era del resto molto asciutto quasi scarno. Si ringrazia, anche per educazione, e poi si continua a criticare la "pastorale liquida" di Bergoglio e dei suoi. Del resto, la FSSPX nulla aveva chiesto. Le intenzioni del Papa erano doppie o subdole? Quali che fossero, e' un problema del Papa non della FSSPX. PP
Intanto la giunta di Como ha autorizzato la festa islamica del "Sacrificio", la festa dello sgozzamento, in piazza d’Armi il 23 settembre.
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/politica/como-giunta-autorizza-festa-islamica-sacrificio-insorge-lega-1169188.html
@ Mic, Paolo P.
RispondiEliminaEh bien, voyons comment évolue la situation, dans quel sens, et comment vont se comporter les uns et les autres au cours des prochains mois… J'ai lu avec intérêt le sermon-commentaire de l'abbé Patrick de La Rocque paru sur le site TradiNews : « …dans ce jubilé, ce que le pape met dans la balance, face à ce qu'il nous demande – nous réjouir d'un concile délétère – vous voyez, ça n'a aucun poids. » L'expression est un peu confuse, mais elle est tout de même porteuse d'espoir… « Ce que le pape met dans la balance… ça n'a aucun poids » Souhaitons que ce jugement prévale et se maintienne.
....
RispondiElimina“L’Europa non è Lampedusa, ma è la nostra civiltà cristiana.
L’Europa non è l’organizzazione con sede a Bruxelles, né tanto meno essa è una moneta unica, o peggio una Banca Centrale.
L’Europa non è uno spazio mondializzato e senza frontiere.
L’Europa non ha niente a che fare con il mondo africano, non è nemmeno lontanamente una terra islamica.
L’Europa non è assolutamente la bruttezza, né tanto meno la negazione dell’arte.
L’Europa è il continente degli europei.
L’Europa sono millenni di storia e 700 milioni di abitanti.
L’Europa ha una identità precisa: è la civiltà europea e cristiana.
L’Europa sono i templi greci, gli acquedotti ed i teatri romani, le cattedrali gotiche, i palazzi rinascimentali, le grandi piazze, le grandi chiese barocche, i castelli classici gli edifici dell’Art Noveau.
L’Europa sono lidi selvaggi, le montagne maestose, sono fiumi tranquilli. L’Europa è il sentimento della natura. L’Europa sono paesaggi che sembrano giardini creati dall’uomo; sono i boschetti, i polders; i prati delle colture fatte in terrazzamenti. L’Europa è la terra dei meli e degli olivi, della vigna e del luppolo.
L’Europa non è l’universo del cibo industriale è, invece, la gastronomia dell’olio e del burro; del vino e della birra; del pane e del formaggio; del salame e del prosciutto.
L’Europa non è il mondo dell’astrazione, ma al contrario è l’arte della rappresentazione figurativa da Prassitele a Rodin; degli affreschi di Pompei e della Secessione di Vienna. L’Europa è l’immaginario celtico ed il mistero cristiano. L’Europa è quella civiltà che trasforma le pietre in merletti.
L’Europa è il rifiuto dello sbigottimento è, invece, la cultura che ha inventato il canto polifonico e l’orchestra sinfonica.
L’Europa non è la terra di Belfagor è la civiltà che onora la donna: dea, madre o guerriera che sia.
L’Europa è il mondo culturale che ha prodotto la cavalleria e l’amore cortese.
L’Europa non è il mondo della sorveglianza continua ed asfissiante, è invece la patria della libertà; della cittadinanza greca e del Forum romano, della Magna Charta inglese del 1215, delle città libere e delle libere Università medioevali, del risveglio dei suoi popoli del XIX secolo
L’Europa è un patrimonio letterario e mitologico: Omero, Virgilio, Esiodo, gli Edda, il canto dei Nibelunghi, il ciclo di Re Artù: E’anche Shakespeare, Perrault ed i Fratelli Grimm.
L’Europa è lo spirito d’invenzione e di conquista: è Leonardo da Vinci, Gutenberg; sono le Caravelle, le mongolfiere, il debutto dell’aviazione, è Arianne, sono i ponti audacemente gettati sui mari.
L’Europa sono gli Eroi che nel corso dei secoli l’hanno difesa: è Leonida ed i 300 spartani che salvarono la Grecia dall’Asia; è Scipione l’Africano che preservò Roma da Cartagine; è Carlo Martello che respinse l’invasione araba; è Goffredo di Buglione che liberò i luoghi santi e creò il regno franco di Gerusalemme; è Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia “la Cattolica” che liberarono Granada dai Mori; è Ivan il Terribile che allontanò il pericolo Mongolo dalla Santa Russia; è Don Giovanni d’Austria che sconfisse i turchi a Lepanto.
L’Europa sono i grandi luoghi storici: è il Partenone, piazza San Marco (a Venezia), San Pietro a Roma, la torre di Belém, Santiago di Compostela, Mont Saint-Michel, la Torre di Londra, la Porta di Brandeburgo, le torri del Cremlino.
Questo è il nostro percorso di civiltà!
Oggi l’Europa è l’uomo malato del mondo, è colpevolizzata, colonizzata indebolita. Tutto ciò non è assolutamente ineluttabile né tanto meno duraturo.
Arrestiamo il pentimento! Ritroviamo il filo lungo e duraturo della memoria storica. Ed ascoltiamo il messaggio di speranza di Dominique Venner:[1]
“Credo nelle qualità specifiche degli europei che sono provvisoriamente addormentate. Credo alla loro capacità individuale di agire. Il risveglio ci sarà! Quando? Lo ignoro, ma non dubito affatto che questo risveglio ci sarà”
ILIADE
Institut pour la longue mémoire européenne
Juin 2015 by Blondet & Friends
https://www.youtube.com/watch?v=02nLxNzIA9g
Le giunte di sinistra dei comuni italiani, tutte, nessuna esclusa, invece di occuparsi dei problemi veri (nel caso di Como, per es. oltre alla viabilità, le esondazioni del lago) si occupano o di caz..te o di veri e propri attentati all'identità culturale, innanzitutto, e spirituale delle proprie cittadinanze.
RispondiEliminaRR