In questo periodo a ridosso del Sinodo ormai imminente si nota un fervore di iniziative (convegni, documenti, incontri) da parte di coloro che vogliono difendere la retta dottrina e pastorale della Chiesa. Speriamo che le prese di posizione di autorevoli prelati, come i cardinali Burke e Caffarra, mons. Fellay e altri, faccia coraggio e sia di sprone a molti, affinché gli interventi critici si susseguano numerosi e determinati, in modo che il Papa tolga l'ipoteca pesante dei motu proprio che definire impropri, a parte il bisticcio, è tenersi cauti.
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Aggiornamento. Si può ascoltare:
- il saluto del Rettore, Cascioli e il card. Caffarra [qui]- l'intervento del cardinale Burke [qui]
In occasione del Convegno internazionale "Permanere nella verità di Cristo" svoltosi ieri a Roma presso l'Angelicum, tra il folto pubblico (circa 200 persone) erano presenti anche i cardinali Sarah e Brandmüller e monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio.
Nell'occasione, è stato presentato un Appello ai Padri Sinodali, in cui si chiede la riproposizione integrale della tradizione cattolica sui problemi della vita, della famiglia e dell'educazione. Chi è interessato può leggere o scaricarsi qui il testo integrale che riporta anche le firme degli aderenti.
Magistrali e di grande profondità spirituale le relazioni del card. Caffarra e del card. Burke.
La prima centra e sviluppa il mistero del matrimonio e la sfida della post-modernità alla Chiesa, analizzando come, attraverso un lungo processo casuale di mirata de-costruzione, si stia ponendo mano ormai apertamente a distruggere la proposta cristiana, manipolando la realtà secondo la propria misura, provocando il definitivo distacco dal Verbo originario e originante. La conclusione riguarda la sfida della Chiesa alla post modernità.
Magistrali e di grande profondità spirituale le relazioni del card. Caffarra e del card. Burke.
La prima centra e sviluppa il mistero del matrimonio e la sfida della post-modernità alla Chiesa, analizzando come, attraverso un lungo processo casuale di mirata de-costruzione, si stia ponendo mano ormai apertamente a distruggere la proposta cristiana, manipolando la realtà secondo la propria misura, provocando il definitivo distacco dal Verbo originario e originante. La conclusione riguarda la sfida della Chiesa alla post modernità.
Poiché si tratta di «una sfida radicale, epocale, senza precedenti», la contro-sfida dovrà arrivare a rispondere alla domanda su «come curare le ferite». Ma la risposta può venire solo dalla proposta cristiana e non può essere né desunta dalla sociologia, adeguandola al costume, né trovarsi nella misericordia, peraltro male intesa. E la vera natura della proposta cristiana «non è un ideale ma è la verità fontale - che richiede il riaggancio con l'Origine - circa il matrimonio e la famiglia. Non si tratta di una legge, come di fatto sembra scaduta, ma è grazia che viene donata. Il matrimonio è nel pensiero di Dio Creatore inscritto nella natura della persona umana: verità e bontà donate alla verità e non suddite della libertà».
Il Sinodo potrebbe essere il 'luogo' per reagire e passare al contrattacco. Il card. Caffarra ha anzi lanciato la proposta che «Sarebbe buona cosa, come frutto del Sinodo, la promulgazione pontificia di un Catechismo del matrimonio e della famiglia, per tutta la Chiesa».
La relazione del card. Burke ha sviluppato osservazioni canoniche e non solo sulla nuova disciplina della nullità, tra l'altro anche grazie alla sua esperienza nella Segnatura, prima come difensore del vincolo e poi come prefetto. Egli si è soffermato sui problemi legati alla verifica della validità del matrimonio e ai relativi processi di nullità. Dichiarando ovviamente di non voler parlare del recente motu proprio pontificio Mitis Iudex, ne ha praticamente demolito vari aspetti, sottoponendo diversi principi in esso contenuti ad una serrata quanto efficace critica dal punto di vista canonistico e teologico. In particolare, ha dimostrato quanto sia sbagliata l'abolizione della doppia sentenza conforme nei processi di nullità e dimostrato quanto sia erronea l'idea della "mancanza di fede all'atto del matrimonio" quale possibile causa di nullità del matrimonio stesso. La 'mancanza di fede' può tutt'al più significare che i soggetti non rispondono alla grazia del sacramento, ma non lo rendono nullo. Ha concluso che la testimonianza della Chiesa deve essere limpida e coraggiosa e che è impossibile salvaguardare la vita matrimoniale senza salvaguardare la giustizia agganciata alla verità.
Mons. Ciril Vasil’ (Congregazione Chiese orientali) ha messo in evidenza la superficialità di chi pensa di prendere ad esempio le Chiese ortodosse nella possibilità di concedere un secondo matrimonio, mentre il prof. Kampowski ha negato la possibilità di riconoscere un qualsiasi bene in unioni non matrimoniali, come si ostina a suggerire l'Instrumentum Laboris .
Si capiva che l'uditorio era molto partecipe anche dagli applausi scroscianti che hanno seguito le relazioni. Anzi, si è ripetuto col card. Burke, come a St. Louis nel Missouri [qui], il caso di un sentito applauso spontaneo a scena aperta esploso quando, parlando della presunta potestà del Pontefice di sciogliere qualsiasi matrimonio, egli ha detto che il papa «non può prendere provvedimenti contro la volontà di Cristo. Sarebbe un assurdo asserire un potere assoluto del Papa contro la legge divina».
Ma, detto tutto questo, impoverisco la bellezza e la profondità degli insegnamenti ascoltati e cercherò di fare una sintesi dettagliata per quanto posso delle relazioni, in attesa di poter disporre dei testi integrali.
Ricordiamoci che il card. Caffarra sarà presente al Sinodo e non mancherà di esporre energicamente i suoi contenuti sapienziali che si spera possano raccogliere molte adesioni. Altrettanto potrà e dovrà accadere per le osservazioni ed obiezioni del card. Burke, che si aggiungono a molte altre che non potranno non essere riprese nelle discussioni. Anche di queste c'è da aspettarsi ci siano padri Sinodali che se ne facciano portavoce. Tra l'altro il card. Burke ha ricordato, con dovizia di citazioni e considerazioni, le prerogative e le finalità di un Sinodo, che non può deliberare nulla e comunque non è fatto per il prevalere delle maggioranze...
La relazione del card. Burke ha sviluppato osservazioni canoniche e non solo sulla nuova disciplina della nullità, tra l'altro anche grazie alla sua esperienza nella Segnatura, prima come difensore del vincolo e poi come prefetto. Egli si è soffermato sui problemi legati alla verifica della validità del matrimonio e ai relativi processi di nullità. Dichiarando ovviamente di non voler parlare del recente motu proprio pontificio Mitis Iudex, ne ha praticamente demolito vari aspetti, sottoponendo diversi principi in esso contenuti ad una serrata quanto efficace critica dal punto di vista canonistico e teologico. In particolare, ha dimostrato quanto sia sbagliata l'abolizione della doppia sentenza conforme nei processi di nullità e dimostrato quanto sia erronea l'idea della "mancanza di fede all'atto del matrimonio" quale possibile causa di nullità del matrimonio stesso. La 'mancanza di fede' può tutt'al più significare che i soggetti non rispondono alla grazia del sacramento, ma non lo rendono nullo. Ha concluso che la testimonianza della Chiesa deve essere limpida e coraggiosa e che è impossibile salvaguardare la vita matrimoniale senza salvaguardare la giustizia agganciata alla verità.
Mons. Ciril Vasil’ (Congregazione Chiese orientali) ha messo in evidenza la superficialità di chi pensa di prendere ad esempio le Chiese ortodosse nella possibilità di concedere un secondo matrimonio, mentre il prof. Kampowski ha negato la possibilità di riconoscere un qualsiasi bene in unioni non matrimoniali, come si ostina a suggerire l'Instrumentum Laboris .
Si capiva che l'uditorio era molto partecipe anche dagli applausi scroscianti che hanno seguito le relazioni. Anzi, si è ripetuto col card. Burke, come a St. Louis nel Missouri [qui], il caso di un sentito applauso spontaneo a scena aperta esploso quando, parlando della presunta potestà del Pontefice di sciogliere qualsiasi matrimonio, egli ha detto che il papa «non può prendere provvedimenti contro la volontà di Cristo. Sarebbe un assurdo asserire un potere assoluto del Papa contro la legge divina».
Ma, detto tutto questo, impoverisco la bellezza e la profondità degli insegnamenti ascoltati e cercherò di fare una sintesi dettagliata per quanto posso delle relazioni, in attesa di poter disporre dei testi integrali.
Ricordiamoci che il card. Caffarra sarà presente al Sinodo e non mancherà di esporre energicamente i suoi contenuti sapienziali che si spera possano raccogliere molte adesioni. Altrettanto potrà e dovrà accadere per le osservazioni ed obiezioni del card. Burke, che si aggiungono a molte altre che non potranno non essere riprese nelle discussioni. Anche di queste c'è da aspettarsi ci siano padri Sinodali che se ne facciano portavoce. Tra l'altro il card. Burke ha ricordato, con dovizia di citazioni e considerazioni, le prerogative e le finalità di un Sinodo, che non può deliberare nulla e comunque non è fatto per il prevalere delle maggioranze...
Maria Guarini
Parte dell'obbligo di rimanere nella verità consiste in rimanere nella verità delle leggi della Chiesa
RispondiEliminahttps://fromrome.wordpress.com/2015/09/30/the-myths-used-to-defend-team-bergoglio-from-udg-81/
Quindi, è ormai il tempo giusto per i Cardinali ed il clero e i fedeli di Roma onesti di muoversi ed chiedere che il caso sia giudicato!
Osservatore
Si capiva che l'uditorio era molto partecipe anche dagli applausi scroscianti che hanno seguito le relazioni. anzi, si è ripetuto col card. Burke, come a St. Louis nel Missouri, il caso di un sentito applauso spontaneo a scena aperta esploso quando, parlando della presunta potestà del Pontefice di sciogliere qualsiasi matrimonio, ha detto che il papa “non può prendere provvedimenti contro la volontà di Cristo. Sarebbe un assurdo asserire un potere assoluto del Papa contro la legge divina”.
RispondiEliminaPer quanto ho capito il nostro uomo di punta nel sinodo è il card Caffarra,avendo avuto anche una confidenza di suor Lucia sull'attacco al matrimonio.Per questo dovrebbe anche essere avvantaggiato, ma le truppe di terra sembrano oltremodo determinate. Sarà una battaglia da vedere con le lenti del soprannaturale.
RispondiEliminaSinodo. Lavori, discreti, in corso.
RispondiEliminaDomani saranno rivelate le nuove procedure per il Sinodo sulla Famiglia, previsto per ottobre; e secondo quanto scrive Edward Pentin non c’è da aspettarsi molta trasparenza: gli interventi dei Padri sinodali non dovrebbero essere resi pubblici, come è avvenuto l’anno scorso, in totale rottura con la prassi di sempre, i lavori dei Circuli Minores anch’essi segreti, o riassunti e filtrati dagli addetti stampa.
Scrive Pentin inoltre che non ci saranno né un documento intermedio, né un messaggio finale. “Il Papa non vuole niente di scritto dai Padri sinodali”. Forse per essere il più libero possibile di decidere senza nessun tipo di legame o suggerimento. Un po’ come è avvenuto per il Motu Proprio sui processi di nullità, dove gli uffici competenti della Santa Sede non sono stati neanche consultati.
In questo contesto, ci giunge la notizia che da una dozzina di giorni una trentina di persone, quasi tutti gesuiti, con qualche argentino, stanno lavorando intorno ai temi del Sinodo, in maniera molto riservata, sotto il coordinamento di padre Antonio Spadaro, il direttore della Civiltà Cattolica, che passa molto tempo a Santa Marta, in consultazione con il Papa.
La discrezione sui lavori si estende anche ai gesuiti della stessa Casa, la villa della Civiltà Cattolica, Villa Malta, sul Pincio, dove viene svolto una parte del lavoro. Un’ipotesi è che la “task force” lavori per fornire al Papa gli strumenti per un eventuale documento post-sinodale in tema di eucarestia ai divorziati risposati, conviventi e coppie dello stesso sesso.
http://www.lastampa.it/2015/10/01/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-lavori-discreti-in-corso-qOzhNOJ6AkwCrMJiWfGHNO/pagina.html
Notevole!
RispondiElimina...
In questo contesto, ci giunge la notizia che da una dozzina di giorni una trentina di persone, quasi tutti gesuiti, con qualche argentino, stanno lavorando intorno ai temi del Sinodo, in maniera molto riservata, sotto il coordinamento di padre Antonio Spadaro, il direttore della Civiltà Cattolica, che passa molto tempo a Santa Marta, in consultazione con il Papa.
La discrezione sui lavori si estende anche ai gesuiti della stessa Casa, la villa della Civiltà Cattolica, Villa Malta, sul Pincio, dove viene svolto una parte del lavoro. Un’ipotesi è che la “task force” lavori per fornire al Papa gli strumenti per un eventuale documento post-sinodale in tema di eucarestia ai divorziati risposati, conviventi e coppie dello stesso sesso.
Ohi, ohi, ohi ! Timeo Jesuitos et conciliabula tenentes
RispondiElimina(se Gramaticus non s'adira)
RR
Timeo semper jesuitos et dona ferentes.
RispondiEliminaNon siete per caso un network anticonciliarista ?
RispondiEliminaBeh, dire "anticonciliarista", non significa accusarci di essere contro il concilio: semmai, visto che il conciliarismo è l'eresia che sottomette il Papa al Concilio ecumenico, siamo contro il Concilio Vat.II come mito e come idolo o nuovo dogma indiscutibile, in questo senso ci si potrebbe riconoscere come anti-conciliaristi.
RispondiEliminaMa abbiamo detto miriadi di volte che il concilio fa parte della storia della Chiesa e non può essere ignorato. Allo stesso modo, tuttavia, che non possono essere ignorati i punti controversi contenuti da alcuni suoi documenti, che hanno innescato la rottura mascherata da 'continuità' con gli esiti nefasti dell'attuale rivoluzione mascherata da 'aggiornamento' ma in realtà è adeguamento al 'mondo'.
Ricordavo che pastorale significa “tradurre” la dottrina in prassi non apportare modifiche alla dottrina e neppure servirsi della prassi per scavalcarla.
Aver smascherato e provato queste cose non significa essere anti-conciliari, ma realisticamente e genuinamente cattolici. Punto
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351145
RispondiEliminaLe due facce del viaggio americano
A Cuba l'ossequio ai fratelli Castro, il silenzio sulle vittime del regime, il rifiuto di incontrare gli oppositori. Negli Stati Uniti l'esaltazione della libertà contro le "forme di tirannia moderne". Il grido di dolore di un esule cubano
Ipse dixit, l'oracolo ufficiale ha messo l'imprimatur :http://www.andreatornielli.it/?p=8177
RispondiEliminaTitolo: Mafia di San Gallo e senso della realtà
Caustico l'esordio:Ha provocato brividi di eccitazione in alcuni ambienti mediatici ed ecclesiastici la «rivelazione» contenuta in una biografia del cardinale belga Godfried Dannels,
Quasi canzonatoria la chiusa:
L’operazione denota un totale disprezzo dell’intelligenza dei lettori, trattati come una massa pronta a bersi tutto, dato che in questo caso basta un minimo riscontro con i dati della realtà per accorgersi della totale inconsistenza della tesi. Che viene presa in considerazione soltanto da chi è talmente accecato dai pregiudizi ideologici da voler sentire raccontate soltanto frottole che li confermino.
E poi, chissà come mai inquietano così tanto queste ombre del progressismo, e non le conventicole, i tanti gruppi «San Gallo» e le loro propaggini mediatiche, al lavoro a pieno regime contro il Papa. Oggi e non decenni fa.
http://www.la-croix.com/Urbi-et-Orbi/Actualite/France/Le-cardinal-Vingt-Trois-demande-de-prier-pour-le-synode-sur-la-famille-2015-09-30-1362966
RispondiEliminaLe sujet du synode « touche une des préoccupations principales de beaucoup de nos contemporains, qu’ils soient chrétiens ou non » et « engage beaucoup plus la mission de l’Église que ne le montrent les comptes rendus de presse avec leurs focalisations particulières », estime l’archevêque de Paris qui précise : « Nous ne sommes pas un parlement duquel sortirait une majorité. Nous sommes un corps uni autour du pape pour éclairer ses décisions ».
Le cardinal Vingt-Trois demande, pour cela, de « prier avec confiance et persévérance » et que « pendant les trois dimanches du synode, la prière universelle de la messe dominicale comporte une intention spéciale pour le synode ».
« De même, conclut-il, j’appelle chacune et chacun à une prière personnelle ou familiale régulière à la même intention. »
Ormai, essi in spirito non sono più la Società di Gesù, ma la Società dell'Anticristo
RispondiEliminaRomano
"Io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di pornéia, e ne sposa un’altra,commette adulterio".(Matteo 19,9)
RispondiEliminaKasper afferma: "Personalmente ritengo che prendere una parola del Vangelo per difendere una propria tesi è una sorta di fondamentalismo, un nuovo fondamentalismo che si fa con una parola. Che non si può sciogliere il matrimonio è cosa chiara e assodata, eppure ci sono passi biblici che menzionano una qualche "eccezione" alla parola del Signore sull'indissolubilità del matrimonio, e cioè nel caso di pornèia (il capitolo 19 di Matteo) e nel caso di separazione a motivo della fede (la prima lettera ai Corinzi, capitolo sette). Tali testi indicano che i cristiani in situazioni difficili hanno conosciuto già nel tempo apostolico un'applicazione flessibile della parola di Gesù".
http://www.famigliacristiana.it/blogpost/il-caso-di-porneia.aspx
In data 21 giugno 2012 Ravasi così gli aveva già risposto, respingendo sia l'eccezione che la presunta flessibilità: "Eccoci di fronte a un passo che ha suscitato una valanga di interpretazioni e commenti e che ha creato una divaricazione persino all’interno delle stesse Chiese cristiane. Facciamo subito due premesse. La prima è estrinseca. Il testo ricorre anche in una delle sei “antitesi” che Matteo colloca nel Discorso della Montagna. In esse si illustra non tanto il superamento, ma la pienezza che Cristo vuole far emergere dal dettato biblico. Sul ripudio matrimoniale egli affermava, citando il versetto del Deuteronomio (24,1) sul divorzio: «Fu detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie – eccetto il caso di pornéia – la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio» (5,32).
La seconda premessa riguarda il contesto del nostro passo (19,1-9). In esso Gesù, provocato dai suoi interlocutori che lo volevano mettere in contraddizione con la norma sulla liceità
del divorzio «per una qualsiasi mancanza», come si affermava nel Deuteronomio, risale alla Genesi che dichiara l’uomo e la donna destinati a diventare «una sola carne» (2,24). Questo è il progetto divino sulla coppia al quale Cristo si allinea, per cui «l’uomo non deve dividere ciò che Dio ha congiunto» (Matteo 19,6). Quella del Deuteronomio è, dunque, un’eccezione concessa «per la durezza del vostro cuore» (19,8). Gesù, quindi, propone nella sua visione del matrimonio il modello dell’indissolubilità."
segue
Ma a questo punto come spiegare l’inciso – da noi lasciato con il termine greco pornéia – che presenta un’eccezione? È probabile che qui si sia di fronte a un elemento redazionale introdotto da Matteo per giustificare una prassi in vigore nella comunità giudeo-cristiana delle origini. Sarebbe, quindi, una sorta di norma ecclesiale locale che veniva incontro alla domanda rabbinica sull’interpretazione della clausola del Deuteronomio concernente il caso del divorzio «per una qualsiasi mancanza». Nell’ebraismo si confrontavano due scuole teologiche, l’una più “liberale”, incline a concedere un largo raggio di casi di divorzio (rabbí Hillel), un’altra più restrittiva e orientata ad ammettere solo l’adulterio come giustificazione per il divorzio.
RispondiEliminaQuale sarebbe, allora, l’eccezione riconosciuta dalla Chiesa giudeo-cristiana ed espressa con il vocabolo greco pornéia? Non può essere, come si traduceva in passato, il “concubinato” non essendo esso un matrimonio in senso autentico, né una generica “fornicazione”, cioè l’adulterio, perché in questo caso si sarebbe usato il termine proprio moichéia. Tra l’altro, è interessante notare che alcune opere dei primi tempi
cristiani – come Il pastore di Erma (IV,1,4-8) – e autori come Clemente di Alessandria (Stromata 2,23) dichiarano che il marito che lascia la sposa adultera non può risposarsi perché permane il precedente legame matrimoniale.
Nel giudaismo del tempo esisteva un termine, zenût, equivalente alla pornéia matteana (“prostituzione”) che indicava tecnicamente le unioni illegittime come quella tra un uomo e la sua matrigna, condannata già dal libro biblico del Levitico (18,8;20,11) e dallo stesso san Paolo (1Corinzi 5,1). In pratica, anche se non era in uso allora questa fattispecie giuridica, si tratterebbe di una dichiarazione di nullità del matrimonio contratto, linea seguita dalla Chiesa cattolica sui casi di nullità del vincolo matrimoniale precedente. Sappiamo, però, che le Chiese ortodosse e protestanti hanno interpretato l’eccezione della pornéia come adulterio e, perciò, hanno ammesso il divorzio, sia pure limitandolo a questo caso. In realtà, la visione di Cristo sul matrimonio era netta e radicale, nello spirito di una cosciente, piena e indissolubile donazione reciproca.
Quanto mai attiva l'attività di “disinformatia”. Dopo Kasper, dopo Tornielli sulla "mafia", ora un altro solerte paladino, più papista del papa stesso, Professore di Storia del Cristianesimo, University of St Thomas:
RispondiEliminahttp://www.huffingtonpost.it/massimo-faggioli/kim-davis-e-la-trappola-per-francesco_b_8225682.html
L'incidente mediatico causato dall'incontro tra Papa Francesco e Kim Davis rischia di oscurare il successo della visita del Papa negli Stati Uniti.
La visita di Francesco ha deluso gli ideologi delle "guerre culturali" politico-religiose in America, cioè ha deluso specialmente quelli (anche cattolici) che hanno tentato di fare Kim Davis una martire della contro-testimonianza della Chiesa contro il matrimonio omosessuale.
omissis
In conclusione, cosa dice l'incidente (che ha avuto una risonanza molto maggiore in America che altrove)? Due cose. In primo luogo, ci dice nulla di quello che il Papa pensa degli omosessuali né di quello che pensa del matrimonio omosessuale.
La cosa allarmante - per chi vive la Chiesa e ne conosce il tessuto istituzionale - è il tentativo cinico e spregiudicato di usare la persona del papa per segnare un punto ideologico a favore degli oppositori del Papa.Non stupisce che lo facciano Kim Davis e i suoi avvocati, ma stupisce che lo facciano membri della Chiesa - in alcuni casi, anche ordinati al sacerdozio e nelle stanze del potere ecclesiastico. La sfida di Francesco è di riorientare la Chiesa, alla luce delle questioni attuali, senza il metodo delle purghe e senza occupare il potere della chiesa coi bergogliani. La misericordia di Papa Francesco si estende anche agli oppositori. L'incidente di Kim Davis è parte di uno scenario più ampio di lotta tra il pontificato della riforma con la misericordia e un morente leninismo clericale.
Stanno seguendo lo stesso collaudato copione dei loro potenti referenti laici infatti la tattica pare la medesima: il lavoro vero viene fatto rigorosamente dietro alle quinte, si dice una cosa e se ne fa un'altra, infine fulmineamente si sfodera il fatto compiuto con le vittime, le nefandezze e le proteste fatte mediaticamente sparire o sepolte dal disprezzo generale mentre il Mondo acclama. Dopo quel grandissimo omaggio ai dogmi del Pensiero Unico e ai suoi Signori che è stato il recente viaggio del Papa qualche sospetto e brivido viene.
RispondiEliminaMiles
hr, Tornielli è diventato incommentabile, l`ultimo post del suo blog è sintomatico, inutile che io stia qui ad affondarlo, l`ironia sprezzante è un suo strumento, lo ha spesso utilizzato contro i cattolici tradizionali, ora se ne serve contro chiunque osi criticare Bergoglio da vicino o anche di striscio. Ma l`ironia anche la più caustica non può coprire la realtà che parla attraverso l`oceano di parole e gesti plateali.
RispondiEliminaFagioli è un allievo della scuola di Bologna, detto questo sarebbe già detto tutto.
Vi rendete conto che, secondo costui, nella chiesa odierna un papa che riceve una donna arrestata per avere seguito la sua coscienza cattolica si sarebbe fatto forzare la mano perchè lui su certi temi come quello dell`omossesualità non si sa che cosa pensa e non ne ha voluto parlare.
Sarà anche vero, ma sarebbe molto rivelatore che un cattolico debba forzare la mano di un papa per fargli incontrare chi ha il coraggio della coerenza con la sua coscienza cattolica, mentre questo papa riceve chi della fede cattolica se ne fa un baffo, come il "vescovo" eretico francese Gallot che la stampa francese oggi dice essere stato rimesso in sela da Bergoglio.
E poi ciliegina sulla torta cucinata da Faggioli:
"La sfida di Francesco è di riorientare la Chiesa, alla luce delle questioni attuali, senza il metodo delle purghe e senza occupare il potere della chiesa coi bergogliani
!?
Ma se Bergglio si è costruito una struttura parallela con cui governa la Chiesa!
Basterebbe il recente Motu Proprio per provarlo.
RispondiEliminaCon quale ironia caustica taluni potrebbero reagire all`ultimo articolo di Magister sulle due facce del viaggio americano che non fa che riflettere la realtà della dicotomia fra certe parole e gli atti di questo papa?
Rimetto il link:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351145
Mi correggo, Kim Davies non è cattolica ma evangelica pentecostale, come precisa Tosatti nel suo post, il suo coraggio è comunque ammirevole e esemplare.
RispondiElimina@anonimo 1 ottobre 2015 15:29
RispondiElimina"ci giunge la notizia che da una dozzina di giorni una trentina di persone, quasi tutti gesuiti, con qualche argentino, stanno lavorando intorno ai temi del Sinodo, in maniera molto riservata, sotto il coordinamento di padre Antonio Spadaro, il direttore della Civiltà Cattolica, che passa molto tempo a Santa Marta, in consultazione con il Papa."
dev'essere lì che Spadaro approfondisce i suoi interessi: da Kerouac a Carver. Speriamo che Flannery O'Connor l'illumini.
L'ultima fatica di Spadaro, è il nuovo libro di Francesco, edito ieri da Rizzoli:
RispondiEliminaLa misericordia è una carezza VIVERE IL GIUBILEO NELLA REALTÀ DI OGNI GIORNO
Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo. Una nuova tappa dell’evangelizzazione di sempre”. “E questo, in fondo,” scrive padre Antonio Spadaro nell’introduzione “è anche il significato ultimo del giubileo della misericordia: una nuova tappa dell’evangelizzazione di sempre, che però impone un cambio di paradigma nel senso che non parte dalla deduzione da un livello astratto e ideale di insegnamenti, ma dal basso, dalla storia, dell’esperienza del popolo di Dio che è in cammino nella storia.» Una tappa in cui la Chiesa deve essere “strumento di misericordia” e aprire porte e braccia a tutti coloro che si rivolgono a Dio, senza escludere nessuno. Una sfida per il popolo cristiano a farsi testimone dell’amore del Padre che accarezza, consola e perdona per le strade di un mondo che rischia di smarrirne il volto.
kim davis era cattolica, battezzata e cresciuta nel cattolicesimo, ha poi apostato diventando evangelista. Mi spiace che non creda nell'indossulibilità del matrimonio.
RispondiEliminalaura
Hr, non metto in dubbio gli studi di Spadaro, e alcune interessanti notazioni in alcune discipline (peraltro non strettamente ecclesiastiche, anzi tutt'altro). In parte i suoi studi sono simili ai miei, quando non ero credente.
RispondiEliminaMa l'approccio, in senso cristiano, è quantomeno insolito.
"l'evangelizzazione...non parte dalla deduzione da un livello astratto e ideale di insegnamenti, ma dal basso, dalla storia, dell’esperienza del popolo di Dio che è in cammino nella storia"
mah. L'evangelizzazione: non deve invece forse partire proprio dall'alto, dalla Rivelazione, dal Vangelo, dal Dio Trinitario? Il Vangelo è un'opera di Dio. Gesù significa Dio salva.
Quindi si deve partire da Cristo, nei Suoi misteri di Incarnazione, Sacrificio, Redenzione, Espiazione, Propiziazione, Resurrezione....
Il livello degli insegnamenti cattolici è (era) alto perchè è dall'alto che viene, e in alto vuole portarci. Verso cioè una vera dimensione spirituale. Non disincarnata, ma che a partire da questa metanoia riverbera in tutta la nostra vita trasformata.
Se guardiamo al basso, se partiamo dal basso, cosa c'è lì? c'è il nostro uomo vecchio, quello che avremmo dovuto abbandonare. C'è la storia scritta storta dall'uomo sordo, molto spesso.
Se guardiamo al basso, alla storia, all'uomo e basta, c'è un'umanità dolente e peccatrice, che ha sempre bisogno di conversione, e ha bisogno di esser...redenta, proprio dall'alto.
L'unica e sincera "esperienza del popolo di Dio in cammino nella storia" se è davvero tale, sarebbe una sola: è uscito dal peccato di netto, per andare verso la santificazione, ed ottenere la salvezza, la vita eterna in Cristo.
Non ci sono altre vie, nè altri cammini, nè altre esperienze.
E poi: la Chiesa "cittadella privilegiata"?
Ma non hanno fatto il proprio tempo queste frasette 68ine da PD mondiale?
In 45 anni mai ricevuto alcun privilegio (nel senso terreno qui inteso) dalla Chiesa. Vogliono dire che alcuni di loro hanno avuto privilegi: ci rinuncino se è quello che gli rode. Mi sembrano sofismi. Ma ciò a cui hanno rinunciato è insegnare e testimoniare la Verità tutta intera.
Per tacere della visione del "popolo in cammino" verso le magnifiche sorti e progressive. Tra il punto omega di Teilhard e l'hegelismo storicista, solite cose, con punto di arrivo rigorosamente terreno: il bene comune, la pace e il volemose bene, privati di ogni soprannaturale.
Come le canzonette della Messa NO "il tuo popolo in cammino (frasi fatte ormai) cerca in Te la guida"
Ma se questo "popolo in cammino" è davvero lo stesso del Corpo Mistico di Cristo, ed "è cambiato solo il linguaggio", come mai che il "popolo in cammino" cerca ancora la guida in Cristo e guarda in basso e non in alto: se è cristiano, non l'ha già trovata la Guida?
Qui si può ascoltare l'intervento del cardinale Burke
RispondiEliminahttps://soundcloud.com/apologetica-cattolica/intervento-del-card-burke-convegno-organizzato-dalla-bussola-quotidiana
qui il saluto del Rettore, Cascioli e il card. Caffarra
RispondiEliminahttps://soundcloud.com/apologetica-cattolica/cascioli-breve-e-card-caffarra-intervento-su-questioni-del-sinodo
Josh,
RispondiEliminanon sprecare tempo ed intelletto con certa gente. Dalle mie parti dicono. "ragliu d'asinu no' alza 'a celu". Credo non sia necessario tradurre. E discutere con certe persone è "ozhu peldidu, cioè: "olio sprecato". Ovviamente, come in tutte le culture agricole, l'olio da noi è molto prezioso. costa fatica coltivare gli alberi e fatica produrlo.
Padre Spadaro è gesuita, ma non è più cattolico. E' protestante, carismatico, NWO, scegli tu, ma non ha più niente a che fare con il Cattolicesimo, almeno quello di S.Ignazio da Loyola.
Rr