A breve pubblicheremo un capitolo particolarmente interessante del testo proposto, in corso di redazione : OTTAVO PASSO – LA SUSSIDIARIETÀ COME GRAMMATICA DELLA LIBERTÀ
Il libro
Sussidiarietà e bene comune approfondisce il nesso tra le due nozioni come chiave di interpretazione alternativa che consente di leggere le dinamiche e le istituzioni giuridico-politiche in continuità con l’azione personale e come luoghi in cui si esprime la cooperazione tra gli esseri umani. Il testo muove sei passi: nel primo viene rapidamente ricostruito un profilo storico e concettuale del principio di sussidiarietà, facendo attenzione all’articolazione dell’intervento sussidiario ed alla sua giustificazione teorica; nel secondo la sussidiarietà viene assunta per leggere la realtà istituzionale e nel terzo la si esamina come condizione che consente alle istituzioni di dare accoglienza alla dignità umana; il quarto approfondisce la struttura e la dinamica del bene comune, chiarendo in particolare la nozione di bene d’ordine, che racchiude le condizioni personali, processuali e istituzionali della cooperazione tra gli esseri umani; il quinto può, quindi, raccordare sussidiarietà e bene comune, quali aspetti di quella cooperazione, la prima come grammatica del suo innesto nei processi istituzionali ed il secondo quale profilo strutturale ed espansivo di quella medesima cooperazione. Il sesto passo, spostando la riflessione sugli strumenti propri dei processi e delle realtà istituzionali, ritrova il nesso sussidiario nella relazione tra la forma che si compone in sistema e i contenuti, i reticoli intelligibili, che in e mediante quello trovano espressione operativa. In Appendice, infine, qualche pennellata intorno alla difficile relazione tra la sussidiarietà e lo Stato. Nel complesso Sussidiarietà e bene comune intende mostrare che la questione, nella sua inattualità, e attualissima e il suo ripensamento può dare un contributo tutt’altro che trascurabile alla chiarificazione, se non alla comprensione della crisi del diritto e della politica, ma più in generale dell’intera realtà istituzionale, che sembra soffocare i nostri giorni.
L'autore
Paolo Savarese (1956) è professore ordinario di Filosofia del diritto presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Teramo e Coordinatore del dottorato di ricerca in Multilevel governance: analisi critica dell’azione pubblica e delle sue trasformazioni (XXIX Ciclo). È stato a lungo professore invitato presso la P.U. Gregoriana per la filosofia del diritto e l’etica sociale (1992/2012) ed e professore invitato per la filosofia del diritto presso la Universidad Mundial di La Paz, BCS (Messico). Le sue pubblicazioni più importanti sono: Relazione, regola e diritto. L’intersoggettività giuridica nella prospettiva di Joseph de Finance (Milano, 1990); Schelling filosofo del diritto. Introduzione alla lettura e commento di testi fondamentali. Con una antologia e bibliografia schellinghiana 1969-1994 (Torino, 1996); La pretesa e la regola. Il diritto come modo della parola (Milano 1999); Il diritto nella relazione (Torino, 2000); La possibilità nella regola (Torino, 2004); Appunti per una logica dei diritti umani (Roma, 2006); Sussidiarietà e bene comune (Roma, 2013).
Molto interessante. Grazie.
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