Mentre seguiamo le vicende e gli sviluppi movimentati - e per certi versi inquietanti - del Sinodo sulla famiglia, non distogliamo l'attenzione da un aspetto più che preoccupante della nostra realtà socio-politica che investe tutta l'Europa: l'invasione di masse indiscriminate di cosiddetti profughi che rappresentano un dramma epocale e per le quali i soliti irresponsabili o collusi governanti e pastori pretenderebbero indurci ad un'accoglienza indiscriminata. Guardiamo e impariamo da una coraggiosa Nazione: l'Ungheria, alla quale altre si affiancheranno. Ce ne parla oggi, con la solita dovizia di argomenti documentati, Maurizio Blondet [qui].
La Polonia va’ al voto il 25 ottobre. Nei sondaggi, è in testa il partito della destra nazionalista, PiS (Diritto e Giustizia). Il governo di Budapest guarda al voto polacco con attenzione: una vittoria della destra permetterebbe di ricostituire l’Alleanza di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) che si è opposta alle “quote” obbligatorie dei migranti e più in generale alle imposizioni di Berlino e Bruxelles nella “accoglienza” senza limiti. È stata la Polonia ad abbandonare il fronte comune, la Polonia antirussa e eurocratica di Tusk, ed accettare le quote volute da Bruxelles.
In Austria, il partito della destra populista non ha vinto contro i socialisti, ma ha tuttavia segnato un 31% alle elezioni comunali per Vienna; e i socialisti calano (-4%), mentre il Fpo sale; e il suo leader, Strache, dichiara ad alta voce di essere un ammiratore di Orban. Domani o dopo, potrebbe cambiare i rapporti di forze storicamente vigenti nel partitismo austriaco e costringere i vecchi partiti collusivi a prendere posizioni più vicine a quelle magiare. In Germania, si vedono sindaci del CDU sollevarsi contro il proprio partito sulla questione dell’accoglienza; la bavarese CSU contro il CDU di cui è alleato, minaccia di trascinare la Merkel in giudizio davanti alla corte costituzionale (e il leader della CSU, Horts Seehofer, ha invitato ostentatamente Orban a Monaco); la crescita in popolarità di Alternative fuer Deutschland (AfD).
Insomma, presto altri partiti in altre parti d’Europa saranno portati al potere dagli elettori, che si sentono traditi dai vecchi partiti nella loro volontà espressa: no all’immigrazione di massa senza limiti. Per intanto, alla piccola Ungheria resta il compito di non cedere e continuare solitaria la sua battaglia.
Là, è diventato una celebrità Laszlo Toroczkai, sindaco di un paesino sulla frontiera con la Serbia, Asotthalom; per aver postato un video dove dice agli immigranti: “Noi diamo il benvenuto a chiunque, rispettando le nostre leggi, entri nel paese attraverso i posti di frontiera internazionali; ma quelli che passano i nostri confini illegalmente, finiscono in prigione”. Il video è rivolto, più che ai profughi, ai mercanti di carne che li fanno passare e trasportano a pagamento.
Credetemi, conclude: “L’Ungheria è una cattiva scelta. Asotthalom, la peggiore”.
Per nulla intimorito dalle reazioni immaginabili in Europa, il sindaco dice a Sputnik News, a proposito del fatto che l’83% dei profughi sono maschi giovani e solo il 17% donne e bambini: dicono di venire da paesi in guerra. “Ho chiesto a questi clandestini: dove sono le vostre donne e i vostri bambini? Ma se venisse la guerra nel mio paese, noi faremmo partire mogli e figli; loro diverrebbero dei profughi; noi resteremmo a combattere per il nostro paese”.
Tipicamente ungherese.
Ma quelli che ha visto (e ne ha visti, il sindaco Toroszkai, facendo pattuglie lungo la frontiera di notte con la polizia) “vengono anche dal Bangladesh, dal Pakistan, dall’Africa…da paesi non in guerra. Vengono senza un piano, sognano di avere soldi, cibo, non lavorare. Li ha invitati la Merkel. Ma l’immigrazione illegale è un reato, reato grave, e un affare per le mafie; la UE sostiene e approva questo reato”. Ce l’ha con gli Stati Uniti “Ci criticano per il nostro reticolato – il muro, lo chiamano – e loro hanno un muro enorme alla frontiera col Messico, il nostro fa’ ridere a confronto. Gli Usa hanno distrutto il mondo. Tantissimi clandestini vengono da Siria e Afghanistan; se gli americani non avessero portato la guerra là, non si sarebbero mossi”.
Anche lui aspetta un cambio di clima in Europa. “Ho ricevuto incoraggiamenti da tutt’Europa, dall’Irlanda alla Russia; la English Defence League mi ha chiesto di restare in contatto. Non ho ancora risposto perché sto riflettendo a fare una proposta di azione comune per tutta Europa”.
Un’azione comune. Interessante l’analisi che Gergeli Guyàs, vice-presidente di Fidesz (il partito di Orban) ha esposto all’inviato di Die Welt: i partiti dominanti in Europa mantengono da trent’anni posizioni che la maggioranza dei loro concittadini non approvano – dalle cessioni di sovranità ad enti burocratici alle immigrazioni. Sono una casta che non risponde più ai suoi elettori e agli interessi dei cittadini. Però la reazione di rigetto di questa casta, fino ad oggi, non ha provocato altro che ad un calo della partecipazione al voto; una reazione di passività. Passività insoddisfatta, ma che ha retto perché il potere politico ha continuato ad assicurare bene o male le prestazioni sociali e una certa sicurezza economica; finchè “la gente non ha dovuto provare sulla propria pelle le conseguenze delle loro politiche sbagliate”. Oggi, l’inondazione dei clandestini colpisce così direttamente la vita quotidiana delle persone, che la gente capisce di non poter più tollerare una politica con cui non sono d’accordo. La crisi, conclude, “potrebbe portare alla fine del politicamente corretto in Europa”.
Simile la diagnosi del presidente del parlamento magiaro, László Kövér, amico di Orban dall’università. I politici conservatori europei sono, per lui, semplicemente dei vili, che non hanno il coraggio di rappresentare gli interessi e le posizioni dei loro elettori, per paura di essere bollati come politicamente scorretti. In Europa vige “il Terrore del politicamente corretto”, dice.
Per quanto sommaria possa sembrare l’analisi, essa riflette una battaglia culturale che avviene alcune frontiere più ad ovest: in Francia, come abbiamo già raccontato giorni fa, tutto uno schieramento di intellettuali da differenti posizioni ex-progressiste ha preso deliberatamente e rigettare ed irridere alla dittatura del politicamente corretto, e viene invitato nei talk show proprio per questo: perché la gente resta senza fiato, e applaude, a vedere con quanto ardire sfatano i tabù più intoccabili nel discorso pubblico, che sono: quanta immigrazione islamica ancora? L’Islam è un problema o no per l’identità francese? Eccetera.
Naturalmente fioccano le accuse di intolleranza, razzismo islamo-fobia ..E la schiera dei malpensanti (quelli che Libération ha chiamato “réacs”, reazionari) è disparata. Fra loro ci sono ebrei (come Alain Finkelkraut) che portano l’acqua al mulino del sionismo, si dichiarano terrificati dall’“antisemitismo dei musulmani nel Paese” (l'antisemitismo dei semiti) e mirano, coscientemente o no, a instillare nella società francese l'odio e la paura che in Israele gli israeliani sentono per i musulmani.
Si veda [qui].
Ma altri, consapevoli che l’Islam è la seconda religione di Francia, si volge ai “compatrioti di fede musulmana” per “vincere insieme la sfida repubblicana contro integrismi e fanatismi”: è la posizione per esempio di Alain Soral (quello della “sinistra del lavoro, destra dei valori”).
La critica al politicamente corretto si precisa e si approfondisce. “Il concetto di integrazione, che presuppone di integrarsi ad una società esistente, e implicava una normatività, è stata giudicata assimilazionista, intollerante, razzista”, scrive la filosofa Jacqueline Costa-Lascoux; il risultato, “prevedibile, è questa società che si spezzetta in gruppi d’appartenenza religiosa, etnica, sessuale…si disintegra essa stessa”.
Ma Pierre Manent (“il più profondo dei filosofi euroscettici” secondo il Weekly Standard) oppone: davanti al “pieno dell’Islam” non si può proporre agli immigrati il cavo, il vuoto della “laicità. La laicità è un dispositivo, utile del resto, ma non è un luogo. Il luogo, è la nazione francese, nazione d’Europa in mezzo ad altre nazioni d’Europa”. E “spiritualmente, l’Europa non è un vuoto. Non è un recipiente. I musulmani devono avvertire che arrivano nella “ terra di un’altra religione, il cristianesimo, esso stesso incassato sul supporto greco-romano”. È dal cristianesimo che noi abbiamo appreso la divisione tra l’autorità spirituale e il potere temporale, tra Dio e Cesare, e quindi la laicità (e la sovranità, e gli stati nazionali), e in generale il diritto, la politica, la cultura e la civiltà a cui vogliamo integrarli – anzi, cui abbiamo il diritto di integrarli.
Da cui s’intuisce a quale punto centrale si avvicinino i “réacs” che sfidano il politicamente corretto in Francia, e perché le sinistre cerchino di censurarli e demonizzarli. La loro domanda è: la risorsa a cui agganciare la nostra identità di fronte alla marea islamica è la radice cristiana.
Il punto è che gli intellettuali malpensanti sono, in proprio, per lo più atei. Riconoscono la necessità di un ordine che nacque da una fede, che hanno perduto. È la tragica questione posta da Michel Houellebecq, il più grande scrittore francese d’oggi. Il suo primo romanzo, Le Particelle Elementari, suscitò odio e scandalo per sospetto cristianesimo: descriveva il vuoto, l’impotenza ad amare, l’ossessione del sesso, la devastazione della generazione del ’68 che aveva creduto di concedersi tutte le “libertà”. In realtà, Houellebecq denuncia con disperata analisi la dannazione di una vita senza Dio che distrugge la civiltà europea, e le vite di tutti noi, ma non ha lieto fine. Il Dio che riconosce necessario è, nello stesso tempo, morto per lui.
Così il suo ultimo romanzo, Soumission, dove immagina una Francia del 2022 sotto un presidente islamico. Uscito nei giorni della strage di Charlie Hebdo, è stato preso per una polemica anti-islamica. Invece è qualcosa di più tremendamente profetico: è la descrizione di una nazione occidentale che si sottomette all’Islam (e insieme, ai divieti del politicamente corretto) perché, avendo perso il “suo” Dio, non ha più nulla di difendere, nulla per cui combattere e resistere.
È esattamente ciò che sta avvenendo in Germania, almeno secondo l’ultimo saggio di Udo Ufkotte, Mekka Deutschland. Ufkotte è il giornalista di Frankfurter Allgemeine Zeitung che ha rivelato di essere stato sul libro-paga della Cia per decenni, insieme a molti altri giornalisti europei. Adesso mostra come, in nome dell’accoglienza, la polizia non reagisce quando gruppi di musulmani urinano in chiese cattoliche, i media hanno ridicolizzato un pastore protestante per aver osato dichiarare che “l’Islam non è proprio della Germania”, e tacciono i crimini e gli stupri e le violenze di cui si macchiano gli immigrati. Il fenomeno più agghiacciante è che i tribunali tedeschi, quando hanno da giudicare dei musulmani magari per delitti di sangue, delitti d’onore, poligamia, non applicano le leggi tedesche; no, applicano la sharia, la legge coranica. Si è arrivati al punto che mentre un austriaco viene arrestato se grida che Hitler fece bene a sterminare gli ebrei, un turco che ha gridato questa frase è stato assolto: comica e miserabile violazione del “politicamente corretto” in nome di un super—politicamente corretto?
Peggio: Ufkotte mostra nel suo libro che sono meno le “masse islamiche” a forzare questi mutamenti, che il governo germanico ad abbandonare deliberatamente le proprie leggi per compiacere questi stranieri. È, in qualche modo, il primo esempio di un governo che abbandona la civiltà europea, il suo diritto di famiglia, i suoi principii giuridici, la sua cultura, le sue festività (e non parliamo delle sue radici cristiane); una civiltà che si suicida stanca di esistere. Come aveva previsto Houellebecq, si “sottomette” perché non ha più nulla che ritenga degno di esser difeso.
La piccola Ungheria resiste sull’antemurale, rifiuta il politicamente corretto, e guarda con attenzione ai movimenti che in Europa, qua e là, hanno qualcosa da difendere in questa civiltà di tre millenni. In attesa di un risveglio.
“Gli Usa hanno distrutto il mondo. Tantissimi clandestini vengono da Siria e Afghanistan; se gli americani non avessero portato la guerra là, non si sarebbero mossi” (Laszlo Toroczkai).
RispondiEliminaEn fait, la soi-disant “Liberté” défendue par les États-Unis d’Amérique — et imposée partout, en effet, à coups de bombes et d’assassinats — n’est qu’un masque : celui de la dictature de la Maçonnerie, secte démoniaque ayant pour finalité l’anarchie universelle, pour le plus grand profit d’un petit nombre de despotes prétendument illuminés.
Les discours des politiciens américains ruissellent de lieux-communs tels que Justice, Humanité, Démocratie… Sous ces mots se cachent aujourd’hui — comme autrefois sous ceux de Liberté, Égalité, Fraternité — une volonté obstinée d’asservissement de l’humanité toute entière. A commencer par notre Europe.
Ne nous laissons pas faire ! Dénonçons ces imposteurs ! Libérons-nous des commissaires bruxellois, qui sont à leur service ! Réaffirmons notre souveraineté de peuples libres !
Yankee, go home !
Dans son livre “La croisade européenne pour l’indépendance des États-Unis” (Paris, Albin Michel, 1988, p. 224), l’historien Jacques de Launay rappelle les circonstances, toutes maçonniques, entourant la fabrication de la fameuse statue de la Liberté par le sculpteur français Frédéric Bartholdi :
RispondiElimina« La statue de la Liberté, œuvre de Bartholdi qui domine le port de New York, fut inaugurée le 28 octobre 1886. Elle mesure 46 mètres : plus que le Colosse de Rhodes (41,60 m), que la colonne Vendôme (44 mètres) ou la Vierge du Puy (16 mètres).
« Sa fabrication fut financée par souscriptions publiques en France (180 municipalités et 40 conseils généraux notamment : 3,5 millions de francs), et aux États-Unis (330 000 dollars). Ces collectes furent lancées et soutenues par la franc-maçonnerie.
« Bartholdi (loge “Alsace-Lorraine” du Grand-Orient de France) avait déjà réalisé une statue de Lafayette pour la ville de New York. Dans sa loge, il avait, le 13 novembre 1884 expliqué l’idée de la statue : “Un anniversaire aussi cher à la France qu’à l’Amérique elle-même, puisque les deux pays ont combattu ensemble pour la liberté ; lutte commune qui n’est que l’introduction aux événements mémorables d’où sortit la France nouvelle. Cette grande idée de la “Liberté éclairant le monde” symbolise le mouvement des temps modernes : il fallait le réaliser par une statue de dimensions colossales qui dépasserait tout ce qui a jamais existé depuis les temps les plus anciens” (Bulletin de la loge “Alsace-Lorraine, Paris, janvier 1891, p. 83). »
La Révolution maçonnique américaine a précédé de 10 ans la Révolution maçonnique française. Les États-Unis d’Amérique sont le prototype de l’État maçonnique moderne. C’est cette antériorité et cette “précellence” qui autorise les Américains — croient-ils — à imposer par tous les moyens leurs vues “illuminées” au monde entier.
L'Ungheria sembra essere uno scherzo del destino per gli islamici.Guardatevi cosa successe a Szigetvar e cosa combinò Nikola Subic Zrinsky.Bobo
RispondiEliminaLa “pecoreccia” fedeltà al pensiero dominante, della attuale “classe politica” italiana ed europea, non dipende tanto dal politicamente corretto: chi agita le ombre nella caverna, utilizza ogni forma di “reclutamento”, ogni malizia, circoli riservati, gruppi filantropici, logge massoniche, che garantiscono una “prestigiosa” cinghia di trasmissione per la soddisfazione di idee ed interessi materiali… E nel grande inganno del pensiero progressista, le “élite” che s-governano, pur di non perdere i propri privilegi, obbediscono senza riserva a queste immagini, questi incantesimi di maghi neri…La perdita di una coscienza spirituale, religiosa e un’ateismo dilagante, concorrono a realizzare, la più stretta collaborazione con il progetto del Divisore e dei suoi adoratori. E’ la religione dell’Io. Tutto ciò che accade, è il riflesso di questa divisione. Chi tenta di mostrare il vero volto delle cose, nuota controcorrente, con una mano sola…
RispondiElimina"La somma perfezione non sta nelle dolcezze interiori, nei grandi rapimenti, nelle visioni e nello spirito di profezia, bensì nella perfetta conformità del nostro volere a quello di Dio, in modo da volere anche noi, e fermamente, quanto conosciamo che Egli vuole, accettando con allegrezza tanto il dolce che l’amaro, quando in questo è il Suo volere"
RispondiEliminaS.Teresa d'Avila
Chiediamo la sua intercessione, per noi, per la Chiesa, per l'Europa, per il mondo intero. Oggi ricorre la sua Festa.
Un po' dell'Europa che piace al PD mondiale e alla neochiesa, che tanto dice le stesse cose del pd:
RispondiElimina_Danimarca, tv:
https://www.youtube.com/watch?v=wlW5gJ4bn34
con esattezza il neogiunto dice "I dream of having a normal life but I don't know if it's possibly if no country will give me a free house and free car"
Mi permetto di scrivere e di segnalare queste informazioni, che ritenevo non attuabili, ma alla luce degli intrighi nel rompicapoSinodo, si delinea un mondo ecclesiale e sociale alla rovescia, quindi ciò che prima non poteva attuarsi, perché c'era un'Autorità Spirituale che ci avrebbe messo in guardia dal pericolo, ora cosa resta? I Vescovi e Cardinali eretici osannati, perché moderni, stanno aggiornando la Chiesa al Mondo, mentre quelli che la difendono sono cospiratori...Così trovare notizie e fonti documentate che prospettano l'ascesa di un nuovo ordine mondiale che, dopo lunga gestazione, riuscirà nel suo intento: unificando sotto un'unica regia il potere spirituale ( unica religione inclusiva di tutte le religioni perché l'Unica Vera Religione, sarà in agonia per l'abbandono e l'incuria di chi doveva difenderla ) e potere temporale, con l'introduzione di un dispositivo che ci marchierà a vita, è quanto mai reale! Un nuovo mondo di ebeti, questo hanno progettato i poteri occulti: renderci tutti schiavi, con l'introduzione obbligatoria di un micro chip sottocutaneo, con il pretesto di agevolare la salute, la sicurezza, le transazioni bancarie, l'accesso alla rete, ma tralasciando di dire che sarà impossibile toglierlo e che potranno controllare soprattutto il nostro cervello ed impedirci di usarlo liberamente. Per la fonte:www.altrainformazione.it
RispondiEliminaMeglio questo intervento :
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=oDY8Mr8QIuM
un altro po' di Europa:
RispondiEliminahttp://www.ilgiorno.it/milano/2007/08/01/27788-islamici_ultras_allo_stadio.shtml
"Le intercettazioni dei capi delle nuove Br, arrestati a febbraio, svelano i piani per reclutare nuove reclute: "Stadi e moschee sono luoghi di disagio sociale da cui può partire la lotta" ovvero rischi di fusione tra nuova sinistra "dei compagni che sbagliano" e islam (quelli dell'unico delle religioni monoteiste)
http://www.ilprimatonazionale.it/senza-categoria/comunisti-italiani-appoggiano-isis-32267/
OT
RispondiEliminaLe condizioni di Asia Bibi sono "tragiche" perché "sta diventando psicologicamente instabile giorno dopo giorno". Lo ha detto all'ANSA Xavier Patras William, presidente dell'organizzazione di difesa dei diritti delle minoranze Life for All. La madre cristiana, condannata a morte nel 2010 per blasfemia, si trova in una cella di isolamento nella prigione di Multan, nella provincia del Punjab.
http://www.iltimone.org/33762,News.html
Noi possiamo prgare. Ma c'è chi potrebbe fare di più.
La crisi dell'Occidente viene da lontano. E la situazione è a questo punto anche perchè la chiesa cattolica, anziché fare da kathecon, ha sposato le idee mondialiste.
RispondiElimina"L'odio in sé dell'occidente è strano e si può considerare come patologico, l'occidente tenta sì, in maniera lodevole, di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso, della sua propria storia vede ormai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro.....la multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è, fuga dalle cose proprie e non può sussistere senza il rispetto di ciò che è sacro. Il sacro, per noi, è rappresentato da Dio e una società che vuole fare a meno di Dio, non ha futuro". J.Ratzinger
RispondiEliminaLa cosa che fa riflettere è che i paesi che sono stati sotto il regime comunista il cui credo 'religioso' era l'ateismo o il culto partitico, sono quelli che hanno conservato un fondo identitario non solo nazionale/ista, ma religioso, mentre paesi che ufficialmente hanno ancora religioni di stato, come Belgio e Germania, siano quelli dove lo sfascio della chiesa è devastante, hanno i soldi e nient'altro, evidentemente bisogna cadere molto in basso per tornare a rivedere la luce; lo scopo del NWO e soci è sempre stato quello di distruggere in ogni modo la CC dall'interno o dall'esterno, ma colpirla al cuore nell'Eucarestia, il fulcro della fede Cattolica, una volta che le è stato tolto questo caposaldo, tutto è crollato rapidamente e forse irreversibilmente per quel che riguarda la chiesa mondana, asservita o s-venduta alle logiche dominanti, che le rimane, il nulla, bisogna dire che gli infiltrati hanno fatto un ottimo lavoro, non c'è che dire; gli ultimi 2 pontificati hanno in un certo senso rallentato la cupio dissolvi, uno facendo risplendere il volto esteriore della cc con luci abbaglianti, l'altro cercando di raddrizzare la barra, ma le forze sovversive hanno avuto la meglio. Mi viene in mente che il sinodo sulla famiglia stravolto e sconvolto da questi condor e avvoltoi, era un' intenzione di papa Benedetto prima che la bomba gli esplodesse tra le mani e fosse costretto ad andarsene,fosse rimasto, il bubbone sarebbe cresciuto e non scoppiato con virulenza come adesso, non so se sarebbe stato un bene, almeno ora abbiamo chiaro il disegno e i disegnatori, preghiamo, perché non è che abbiamo molte scelte. Lupus et Agnus.
RispondiEliminaLe parole di Ratzinger citate sono giustissime, ma l'Occidente è un' astrazione, cioè ci sono gli Europei, gli Americani di origine europea, gli Australiani e Neozelandesi di origine europea, in sintesi ci sono gli Europei. Sono loro stessi che han deciso di suicidarsi o c'e' chi ha inculcato loro questo odio di se', questo " cupio dissolvi", questa mania folle del multiculturalismo? E la Chiesa, cioè i suoi ministri non han contribuito forse, a partire dall' infausto CVIi con Nostra Aetate ?
RispondiEliminaQuando chi ha autorita', ammesso ce ne siano ancora, comincerà a chiamare le cose con il proprio nome e additare chi c'e' dietro a tutto cio' senza paura , ma in spirito di Verità e Carità ?
Blondet pubblica un altro articolo, prima di questo, e tra lui, Effedieffe, altri siti italiani e quelli stranieri, non è difficile sapere chi e cosa c'e' dietro. Ma l' opinione pubblica è volutamente tenuta all' oscuro. Non solo dai politicanti venduti, ma ora, purtroppo, anche dalla Chiesa.
Rr
Raoul trovo le sue idee come al solito molto interessanti. Continui a scrivere!
RispondiEliminaInfatti anche l'Ungheria è nella lista del cattivi del Vaticano (sentire Radio Vaticana per credere). Lista dei cattivi vaticana che è la fotocopia di quella dei Poteri Forti Globali. Infatti, per esempio, ci sono dentro anche la Russia il FN francese, la Lega e tutti quelli che si oppongono allo strapotere in auge e ai suoi dogmi. Si potrebbe amaramente sghignazzare pensando che in quella lista c'è anche la Chiesa Cattolica di prima del regno di Bergoglio.
RispondiEliminaMiles
Raoul,
RispondiEliminaci potrebbe parlare dell'intervista integrale su Paris Match, non disponibile sul web.
I laudatores sono entusiasti delle anticipazioni.
Per chi legge il francese. Sull'intervista a Paris Match:
RispondiEliminahttp://www.leforumcatholique.org/message.php?num=789263
Domani avrò Match e vi dirò, vedremo se la giornalista mondana Pigozzi, abituata ai salotti televisi, ha fatto parlare Bergoglio sui temi etici, sulla famiglia, sul matrimonio, sul "matrimonio" gay, su aborto, o se avrà fatto un`intervista al leader politico Bergoglio.
RispondiEliminaMi ricordo certi suoi articoli pietosi su Benedetto XVI, chi, come me, seguiva l`attualità vaticana vedeva le sue menzogne e i suoi pregiudizi, ma la signora si prende molto sul serio, sa di avere un pubblico ignorante e pronto a bere tutte le sue soggettive letture, se la sua antipatia per Benedetto XVI era palpabile, è oggi una fan sfegatata di Bergoglio, ogni volta che la sento o vedo è una penosa sfilata di tutti i clichés sul papa umile che abita a Santa Marta, sul papa che vuol aprire la chiesa al mondo ecc. ecc., niente di interessante per chi va alle fonti originali, la sua è una fonte inquinata dai sui sentimenti e dalle sue idee personali.
Cher "er", je n'ai pas encore, moi non plus, ce nº de Match sous la main, mais ce que dit Luisa de la dame Pigozzi est tout à fait exact. Celle-ci est visiblement en extase devant "l'homme le plus puissant du monde" [sic]. On a presque envie de la soutenir. Ce que Bergoglio lui a dit, et qui l'a laissée pâmée d'admiration, nous le verrons demain.
RispondiEliminaUn tempo la borghesia "illuminata", almeno in Italia, i "radical-chic", non avrebbero mai comprato e letto un "Paris Match" (la borghesia di cui sopra allora conosceva molto più il Francese dell' Inglese, e comprava e leggeva i quotidiani e le riviste francesi). E quindi avrebbero disprezzato tutto ciò che Paris Match avesse glorificato.
RispondiEliminaE' interessante osservare come in paesi ormai completamente secolarizzati, e che hanno tagliato centinaia di teste di religiosi, in senso vero e figurato, ci sia la smania, l'estremo bisogno, di avere un papa che confermi nei peccati. Come se dentro questi "cittadini" la coscienza dicesse che fan peccati su peccati, ma invece di convertirsi, essi preferiscono convertire la Chiesa...Psicologicamente tutto molto interessante. Anzi, psichiatricamente tutto molto interessante. Sembrano schizofrenici.
RR