Continuiamo a raccogliere voci dal resto dell'orbe cattolico.
L'ultimo articolo di Edward Pentin [qui], sul settimanale USA National Catholic Register, riscontra miglioramenti nella procedura rispetto allo scorso anno. Ciò secondo lui forse renderà meno manipolabile il Sinodo rispetto a quanto avvenuto lo scorso ottobre. E tuttavia non manca di elencare una serie di preoccupazioni, delle quali riprendo le seguenti:
L'ultimo articolo di Edward Pentin [qui], sul settimanale USA National Catholic Register, riscontra miglioramenti nella procedura rispetto allo scorso anno. Ciò secondo lui forse renderà meno manipolabile il Sinodo rispetto a quanto avvenuto lo scorso ottobre. E tuttavia non manca di elencare una serie di preoccupazioni, delle quali riprendo le seguenti:
- il programma prevede i "circuli minores" suddivisi in base alla lingua. Ma una maggiore attenzione su piccoli gruppi, durante questa sessione mira a indebolire la voce di alcuni; il che è più evidente per i gruppi dei padri sinodali africani che saranno divisi in base alla lingua.
- la maggior parte dei lavori del Sinodo continuerà ad essere filtrata attraverso addetti linguistici, alcuni dei quali sono noti per favorire opinioni dissenzienti.
- il fatto che l'Instrumentum laboris rimanga, almeno per ora, la base delle discussioni, nonostante i critici sostengano che contiene imprecisioni filosofiche e mina l'insegnamento della Chiesa sulla sessualità umana.
- la mancata conferma di un documento post-sinodale, lascia aperta la possibilità che il sinodo non emetta nulla di definitivo e le questioni siano lasciate alla interpretazione e forse anche alla responsabilità delle conferenze episcopali locali.
In conclusione, richiama l'attenzione sulla raccomandazione che il Papa emerito, Benedetto XVI, ha dato privatamente in tedesco dopo la scorsa edizione del Sinodo: «Halten Sie sich unbedingt an die Lehre!» (Rimanete assolutamente fermi sulla dottrina!)
I vescovi africani al 95% parteciperanno ai circoli linguistici inglese e francese, qualcuno al portoghese. Difficile che partecipino ai circoli italiano, spagnolo e tedesco. Se dopo il sinodo non verrà emanata una esortazione post sinodale sarà una grande ed insperata vittoria. Rimarranno come punti fermissimi la Humanae vitae, la Familiaris consortio e la Evangelium vitae. Gli eresiarchi Kasper, Schoenborn, Forte, Danneels, Lehman volevano che invece codesti documenti fossero messi nel dimenticatoio mediante un documento papale che li "rileggesse" (alias di fatto li abrogasse).
RispondiEliminaIl sinodo non emetta nulla di definitivo ....
RispondiEliminaScusate ... Ma non è sufficiente Matteo 19,9 e i passi paralleli dei sinottici e 1 Cor. 7? Cosa vogliamo di più? Pretendiamo l'enunciazione di un dogma quando è' già stato tutto chiarito da NSGC? Se poi gli eresiarchi non vogliono credere a NSGC dobbiamo solo pregare affinché ritornino ad essere cattolici
"Rimanete assolutamente fermi sulla dottrina!" Ma se questo sinodo e' stato fatto apposta per cambiarla!! Sono disorientata per tutto quello che sta succedendo in questi giorni, dalla confessione choc dell'ex monsignore che mi ha fatto soltanto pena e da questo sinodo che porterà
RispondiEliminaUn terremoto nella chiesa. Chissà se dopo questo sinodo la chiesa sarà ancora cattolica cioè fedele alla dottrina di due millenni oppure diventerà una ONG come tante??
Neri
La dottrina è verità, è il Depositum fidei trasmesso da Cristo e dagli apostoli.
RispondiEliminaE il Sinodo senza fondamenta sembra indetto apposta, alla faccia della trasparenza, per creare uno 'spazio protetto' dalle critiche di tutti coloro che vivono ancora l'ortodossia e si preoccupano di ciò che accade. E sviluppare la pastorale delle situazioni.
Le parole di Kasper non sono altro che proposizioni liberali mutuate dal protestantesimo. C'è da chiedersi che ci fa un simile vescovo e quelli come lui nella Chiesa cattolica.
peccato che lui (Ratzinger) non sia stato fermo sulla dottrina nel 1963. Non avremmo una teologia della Chiesa distrutta me l'ecclesiologia romana fondata sul dogma. E non avremmo introdotto il principio che la dottrina, oggi su un punto e domani su un altro, si può cambiare
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