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domenica 6 dicembre 2015

Danilo Quinto. Come si indottrinano i bambini

Non c’è solo la teoria del gender ad essere usata come grimaldello per l’indottrinamento dell’infanzia e dell’adolescenza. Accanto al gender – una rivoluzione silenziosa e ormai inarrestabile, che inquina le coscienze in via di formazione – vengono operate falsificazioni della realtà e della verità storica, religiosa, umana, di portata devastante.

Pensiamo a quel che avviene riguardo all’Islam e a Maometto. Le azioni messe in atto da dirigenti scolastici e professori, che hanno inteso impedire o anche solo sconsigliare di celebrare il Natale nelle scuole – che fanno seguito alla decisione, ormai quasi generalizzata, di eliminare il Crocifisso dalle aule scolastiche – ricevono il loro viatico dalla cultura buonista e da pensiero unico dominante, che si estrinseca nella scelta di testi che hanno l’obiettivo di irreggimentare le menti dei destinatari.

In un libro di Storia utilizzato in prima media, intitolato “Che Storia!” – L’età medievale, edito dalla De Agostini, scritto da Eugenio Lorenzetti, Marco Tagliaferri e Luca Montanari, vengono dedicate 24 pagine al tema dell’Islam. Gli autori titolano la prima pagina “L’affermazione dell’Islam” e spiegano: “Gli arabi restano per lungo tempo divisi e dispersi nelle aride terre della penisola arabica, dove conducono una vita seminomade, segnata dalle lotte fra le diverse tribù. Una svolta si ha con Maometto, che si proclama Profeta dell’unico Dio, Allah. Egli diffonde una nuova religione, l’Islam, che in poco tempo unisce le diverse tribù e le trasforma in un popolo di conquistatori”.

L’elegia è servita. Non conviene dire – per rispetto della logica che si persegue – che il “Profeta dell’unico Dio”, dopo aver sposato a 25 anni Hhadija, una ricca vedova quarantenne, consumerà il matrimonio con trenta donne nel corso della sua vita. Né conviene raccontare che Maometto prima cerca alleanze, per il suo disegno di unità, con le tribù ebraiche, poi con gli arabi pagani. Per il loro sostentamento fa ricorso a razzie. Secondo la biografia più autorevole, la “Sirah Rasul Allah” (“Vita dell'apostolo di Dio”) di Ibn Hisham, nei dieci anni trascorsi a Medina, Maometto è protagonista di 19 tra guerre e razzie. “I conflitti” - sostiene Samir Khalil Samir in “Cento domande sull’Islam” – “procurano a Maometto ricchi bottini”. Numerose Sure parlano del diritto di Maometto a un quinto del bottino. “E sappiate che del bottino che voi prendete, un quinto spetta a Dio ed al suo Messaggero” (“Sura del Bottino”, VIII, 41). Scrive Samir Khalil Samir: “Questi conflitti permettono a Maometto di stringere con diverse tribù dei patti con lo scopo di uscire dal suo isolamento e di allargare la sua base. Quando si sente più forte, egli attacca una nuova tribù, la sottomette e la costringe a pagare un tributo; quando ritiene di avere la stessa forza dell’avversario, stabilisce con lui un patto; quando è più debole, evita semplicemente lo scontro. Così, grazie alla sua intelligente strategia, riesce ad allargare la base e l’influenza dell’Islam, sia dal punto di vista numerico, sia a livello politico”. È la descrizione di un capo militare. Nel 630 - quando Maometto riesce ad entrare ne La Mecca - la conversione all’Islam dell’intera Penisola arabica, coincide con la sottomissione militare: chi si sottometteva a Maometto, lo riconosceva come governante e come profeta inviato da Dio. Non era richiesta solo la sottomissione politica e militare, ma anche il riconoscimento dell’unico Dio e del suo profeta. Come si esprimeva questo riconoscimento? Con il pagamento di un tributo per il mantenimento dell’esercito. È la stessa logica dello Stato Islamico, che chiede il pagamento delle tasse nei territori che occupa e che vende al miglior offerente i prodotti petroliferi.

Dopo la morte di Maometto, le sue “guerre di razzia”, con le quali aveva conquistato il potere, vengono replicate nel corso di oltre cento anni per costruire un impero di vastissime proporzioni - che andava da Costantinopoli ai Pirenei - e per tentare di conquistare l’intera Europa (obiettivo dei mille anni successivi e ancora attuale) diffondendo una religione nuova e diversa dal Cristianesimo, che si intendeva abbattere e praticando, come insegna il Corano, la sottomissione: “La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso” (Corano – V,33). 

Questi sono i contenuti e i presupposti storici sui quali si basa la vicenda umana del “Profeta dell’unico Dio”, che fondò una religione – l’Islam – che non solo proclamava e teorizzava la violenza e il terrore, ma li esercitava per affermarsi tra gli esseri umani. Nulla è cambiato da allora. Basta andare a documentarsi sulle scuole coraniche presenti in tutto il mondo. I bambini della scuola media italiana, però – sempre in quel libro – devono leggere anche il paragrafo intitolato “L’Islam è la terza e definitiva rivelazione divina, dopo quelle ricevute da Abramo e Gesù”, nel quale si afferma: “Secondo Maometto, che aveva studiato in modo approfondito i testi sacri, la fede islamica non era in contrasto con le altre religioni monoteistiche, cioè l’ebraismo e il cristianesimo. Allah, l’Essere Supremo, era lo stesso Dio degli ebrei e dei cristiani”. L’ecumenismo conciliare e post-conciliare - quello che ha fatto più danni all’umanità della seconda guerra mondiale – trionfa e le parole degli autori del libro sono intercambiabili con quelle dei discorsi e delle meditazioni mattutine di Bergoglio, che pensiamo non avrebbe nulla da eccepire neanche su quelle conclusive del paragrafo: “Il messaggio divino che Maometto affermava di aver ricevuto, perciò, doveva essere considerato come la terza e ultima Rivelazione, dopo le due già avvenute: quella fatta ad Abramo, il padre comune di ebrei, cristiani e arabi, e quella di Gesù, anch’egli considerato un grande profeta (ma non il Figlio di Dio, come credevano i cristiani)”.

Considerazioni? Non dico che la scuola debba “ricapitolare tutto in Cristo”, come esortava a fare San Paolo. Quello dovrebbe essere compito della Chiesa, che peraltro in questa fase storica ha dismesso. Certamente, però, la scuola (pubblica e parificata) dovrebbe preservare l’identità cristiana dei bambini che la frequentano. Non ha alcun rilievo il fatto che accanto a bambini cristiani vi siano bambini musulmani. Nei loro paesi d’origine, i bambini cristiani non frequenterebbero le scuole musulmane. In molti di quei Paesi, sarebbe negata la vita, oltre che l’istruzione. Noi, invece, cosa facciamo? Ci prostriamo dinanzi ad una cultura che ci è estranea e lo facciamo nel modo più squallido, più vile e più squinternato immaginabile: negando ed eliminando la nostra identità. Per far crescere l’”uomo nuovo”, massificato, “uguale” a tutti gli altri, come esige l’ideologia massonica e totalitaria dominante. 
Danilo Quinto

16 commenti:

  1. Noi????? Noi no!

    Casomai lo fanno i nostri politicanti proni al diktat massonico che li ha insediati, oppure i nostri falsi pastori travestiti.


    Per rifiutare questi errori bisogna prima di tutto rifiutare ogni autorità e obbedienza a chi di questi errori si è fatto portabandira, specie se gli impostori furono ordinati vescovi o si vestirono di bianco per dar la buona sera e pregare in silenzio.

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  2. Un fatto che non riesco a non trovare significativo. Sono stato per diversi giorni in una clinica e là ultimamente è arrivato un signore dall'aspetto apparentemente mediorientale. Vestito all'occidentale, dall'aspetto pacifico ma con la ciabatte lunghissime, direi più del necessario, con l'estremità ad angolo acuto e come ornamento, impresso nella pelle, UNA SCIMITARRA per ciascuna. Ne ho tratto alcune conseguenze che vi lascio immaginare.

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  3. La lettura della stampa di regime, in mancanza di edificarci nella fede, non cessa di offrirci occasioni di sorridere, l`iniziale incredulità davanti a cotanta enfasi adulatoria ha finito per cedere il passo ad un sorriso, ammetto che ogni tanto, sempre più raramente, mi lacio andare a leggere quel tipo di contributo.

    C`è chi, e sono sempre più numerosi, considera che il linguaggio di Bergoglio è fonte di confusione e ambiguità, un misto di populismo e demagogia, c`è chi, pur essendo ben inserito nel sistema, si sente obbligato di intervenire per tentare di mettere quel linguaggio sui binari della chiarezza se non ortodossia, ci dirà che quando il papa ha detto quello in realtà voleva dire questo, ma malgrado l`enfasi laudatoria conclusiva sovente, se non sempre, i rattoppi sono peggio dello strappo.

    C`è chi su quel linguaggio ci scrive un libro, del resto Bergoglio sta facendo guadagnare tanti soldini a chi scrive su di lui, ad esempio è in vista della linea di arrivo quello che è facile immaginare toccherà i vertici del panegirico, è il libro-intervista del suo portavoce privato e più zelante agiografo.

    Sul linguaggio di Bergoglio, la RV presenta "Il vocabolario di Papa Francesco" di Antonio Carriero e così veniamo a sapere che, secondo l`autore, la fonte e l`"efficacia" della "forza comunicativa" di Bergoglio stanno:
    " nell’autenticità evangelica, nella sua consonanza alla natura stessa della Chiesa e all’agire che le conviene"

    e che Bergoglio è nientepopodimeno che "un novello san Francesco chiamato “quasi dalla fine del mondo” a riparare la Chiesa in rovina

    Ma non era Bergoglio che stigmatizzava chi si circonda di una corte, non aveva forse detto ai cardinali che chi entra nella Chiesa di Roma, non entra in una corte?

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  4. l'ecumenismo è un processo mostruoso iniziato -ufficialmente- con il concilio v2 e di cui bergoglio è l'ultimo atto (si spera....).

    Ci soffermiamo su bergoglio -scandalizzandoci- per non riconoscere la nostra colpa nell'averlo in vario modo -promuovendolo, tollerandolo, ignorandolo....lasciato fare il suo corso.

    trizz

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  5. Pinco-trizz,
    quotidiana fustigatrice di solito archiviata per ovvi motivi, dovrebbe spiegarci in che modo e con quali mezzi la maggior parte dei credenti che hanno avuto occasione di approfondire, compresi noi, avrebbe potuto contrastare un corso inesorabile condotto da chi deteneva, e detiene, sempre più saldamente il potere. Se non denunciando, scrivendo libri articoli facendo conferenze incontri, interpellando i pastori.
    Questo blog è la cronaca in diretta degli eventi e delle riflessioni degli ultimi anni. E non mancano precedenti.
    Chi è che ha tollerato? Se colpa in vigilando può esserci va cercata altrove e non è certo la 'nostra'.
    Se poi, com'è probabile, è una retorica generazione, a che serve? E' un comportamento da troll. Se ci ho perso del tempo che avrei potuto risparmiarmi, è nella speranza che, alla fine, le entri in zucca l'inutilità delle esternazioni moraliste.

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  6. I testi scolastici che ho avuto modo di vedere negli ultimi 20 anni ( post riforma Berlinguer, un nome una garanzia) trattano la Storia della Storia in modo a dir poco approssimativo, o saltando a pie' pari interi argomenti (tipo l' Impero persiano pre Alessandro magno) o accennandovi troppo superficialmente - allora meglio lasciar stare(tipo le civiltà dell'Indo e della Cina, e poi quelle africane) , o essendo molto, ma molto, diparte.
    Ma soprattutto tutto ciò che predata il Novecento ( avete presente?) è trattato di fretta e di furia, molto all'acqua di rose( e per forza, siamo alle elementaro o medie), e mai più approfondito alle superiori, come si faceva priam. Ed anche del Novecento, alcuni argomenti
    (indovinate qualiv?) assumono un'importanza capitale, mentre altri sono semplicemte ignorati. E parlo dei testi per i Licei, non oso immaginare quelli per gli Istituti tecnici o professionali.
    Rr

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  7. A me è capitato dare un'occhiata ai testi usati da mia nipote che frequenta il classico. A parte la notevole riduzione quantitativa dei contenuti, su quella qualitativa constato le stesse cose.
    Inoltre ho notato che la chiave di lettura della storia è esclusivamente economico-sociale, ignorando che dietro e al di là delle contingenze relative ai fatti legati alle strutture sociali e all'economia c'è sempre la filosofia (e il mondo delle idee) che ne fonda le ragioni.

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  8. Sempre sul linguaggio di Bergoglio, vi propongo in francese, ma molto interessante, l`editoriale di Carl Olson, giornalista e autore cattolico americano, caporedattore del CWR (Catholic World Report) e 
 di Ignatius Insight, rivista on-line della casa editrice Ignatius Press.
    Si sofferma in particolare sul discorso di Bergoglio alla chiusura del Sinodo, una sorta di crisi di collera papale specilamente rivolta contro quei vescovi che hanno conservato la loro posizioone sulla Santa Comunione ai divorziati risposati.


    Solo qualche passaggio:


    "Je ne peux que conclure que, pour une raison quelconque, ce Pape a une profonde aversion pour la précision théologique (et donc, la clarté) et qu'il est très agacé de voir combien la "doctrine" et le "dogme" entravent sa vision de l'Église. Cela est troublant à plusieurs égards; j'en noterai juste trois:

    Primo, selon la logique des différentes remarques de François, les pontificats de Jean-Paul II et de Benoît XVI (pour commencer) étaient pharisiens et inutilement complexes, et s'opposent donc à sa vision de la miséricorde
    ...
    Tertio, et pour conclure, tout cela est déroutant. Voyons les choses en face: ce pontificat prête souvent à confusion , il est même incohérent; régulièrement, François néglige de parler avec clarté. Pire, il néglige parfois de parler avec charité. Et quand ces deux carences convergent, le chaos s'ensuit.

    
Eh bien, je crois que nous sommes dans la confusion, comme toujours. En d'autres termes, nous sommes plus confus que nous ne l'avons jamais été auparavant. 
Et plutôt qu'être confus à un niveau plus haut, et sur des choses plus importantes, nous sommes confrontés à un scénario troublant: réprimandes, ambiguïtés, contradictions, messages confus, imprécisions, des messages à peine voilés, et un langage qui est parfois plus imprudent que papal. Toutes choses qui ont à leur tour soulevé encore plus de questions. 

Je crains toutefois que des réponses claires ne viennent pas de sitôt.



    http://benoit-et-moi.fr/2015-II/actualite/un-pontificat-improvise-et-flou.php

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  9. L'indottrinamento dei bambini è pesante. La tragedia nella tragedia è che spesso i trasmettitori dell'indottrinamento neanche si rendono conto di stare indottrinando.
    E questo purtroppo comincia con i genitori, i parenti variamente assortiti, gli amici, la scuola con tutto il suo armamentario di insegnanti,editoria scolastica, personale tecnico, amministrativo e di supporto. Certo non è a tutti i livelli che si è inconsapevoli o totalmente inconsapevoli. La radice comune che hanno gli indottrinatori è di aver voltato le spalle a Dio, Uno e Trino. Di solito si voltano le spalle a Dio, Uno e Trino, perchè al suo posto vogliamo mettere i nostri valori o per dirla tutta noi stessi. Questo deificazione di sè universale, non sempre viene smascherata dagli indottrinati. E se non viene smascherata, gli indottrinati di oggi saranno gli indottrinatori di domani. Non si spiega diversamente ad esempio che sono più di cinquant'anni che in inverno c'è l'okkupazione della scuola ora per un motivo ora per un altro. Per fare un'okkupazione, non bastano quattro teste calde occorre tutta una rete nelle retrovie. Rete che va dai genitori, agli insegnanti, al personale ausiliaro e a personaggi esterni. La scuola è stata invasa, passo dopo passo. E siccome non bastava la scuola, la Chiesa anche ha subito la stessa sorte ed ora anche l'intero paese. Invasioni modulate diversamente ma tutte con la stesse caratteristiche sostanziali: sbarazzarsi di Dio, Uno e Trino;formali:gradualità; infine autogiustificazione: via il caso pietoso. E anche volendo tenersi i figli a casa, come molti hanno iniziato a fare, siccome i genitori o chi per essi non son onniscienti hanno bisogno di testi su cui studiare, approfondire. Essendo stati i buoni libri sepolti dalla egemonia culturale, ancora in auge mascherata,non è facilissimo trovare testi che non abbiano subito un'aggiustatina, al passo dei tempi, dei contenuti.
    Il lavoro da fare è immenso e lungo molte e molte vite messe in fila.

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  10. Ad Albano, nel Priorato della FSSPX, funziona una scuola parentale nella quale certi rischi sono esclusi.

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  11. Ottimo articolo, che mette bene in luce la depravazione culturale cui sono sottoposti i ragazzi nella scuola odierna. Si deve inoltre precisare che l'islam oltre che "cultura estranea" e' una cultura a noi del tutto "nemica". Per i maomettani il concetto di "prossimo" da amare in nome di Dio non esiste perche' nel Corano non c'e'. E come potrebbe esserci visto che il dio del Corano non e' "Dio padre"? E' un'entita' tenebrosa, che parlava a Maometto solo di notte, dopo un periodo di preparazione sempre notturno di Maometto vagante da solo nelle orride alture attorno alla Mecca sua patria (oggi scomparse nella megalopoli costruita con i petrodollari sauditi). Gli elementi esteriori di una iniziazione diabolica ci sono tutti. Del resto non puo' essere il vero Dio quello che incita a torturare, ammazzare o ridurre in schiavitu' chi non si e' convertito, chi non ritiene Maometto "inviato di Dio".

    Cultura "nemica" perche' vede un nemico in tutto cio' che non e' musulmano (uomini,cose, civilta'), da sottomettere o distruggere, da far comunque sparire perche' il verbo del "Profeta" deve dominare su tutto il mondo ossia la Comunita' fondata da Maometto, con le sue leggi. L'escatologia musulmana vuol realizzarsi in questo mondo, promettendo in aggiunta paradisi carnali ai suoi seguaci, per i quali non c'e' un inferno eterno, solo temporaneo. Comodo, no? Eterno sarebbe invece l'inferno per tutti i non-musulmani. Anche da questa palese disparita' di trattamento si vede che l'Entita'che parla nel Corano non puo' essere il vero Dio. Inoltre, i musulmani sono convinti che spetta loro di diritto godere dei beni degli infedeli, in senso lato, perche' l'infedele e' un essere inferiore e malvagio, poiche si rifiuta di credere alla "missione" di Maometto. Deve essere punito.
    Quand'e' che qualcuno nella Chiesa si svegliera' e comincera' ad accusare apertamente l'ecumenismo attuale con tutte le menzogne che dissemina sulle religioni non cristiane, edulcorandole per farci vedere quanto sarebbero belle, ingannando in tal modo i fedeli? PP

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  12. Il post delle 22:12, siglato Silente, è un falso. Non ho mai scritto un post del genere. Irridente e irrispettoso. Ricominciano, come qualche mese fa, le provocazioni e le falsificazioni? A quale fine? Sono disponibilissimo a dare a Mic la mia e-mail o il mio telefono, così che possa controllare la veridicità dei miei post.
    L'imbecille falsario e provocatore sappia inoltre che sono molto irascibile. Se la falsificazione continua, andrò fino in fondo. Anche ricorrendo alla polizia postale, competente in merito.

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  13. Silente scrivi su romaperenne@gmail.com

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  14. Grazie, cara Mic. Al caso, se le falsificazioni continueranno, lo farò.

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  15. Preghiera di Camillo Langone del 9 dicembre 2015
    Per ascoltare sull'invasione islamica le ragionevoli parole che il Cardinale Biffi, previdente, pronunciava in anni ormai lontani, tocca ascoltare Donald Trump. Il Corano è davvero incompatibile con la nostra civiltà e forse con qualsivoglia civiltà, quindi bisogna evitare che nelle nostre nazioni i suoi seguaci si moltiplichino. In questi giorni nella scuola media di Guastalla (Reggio Emilia) viene messa in discussione l'educazione musicale perché tre famiglie maomettane vi si oppongono. Dal loro punto di vista hanno ragione: “Allah potente e maestoso mi ha inviato come guida misericordiosa presso i fedeli e mi ha ordinato di fare in modo che si sbarazzassero di strumenti musicali, flauti, archi” dice Maometto. Biffi contro gli entusiasti della guida misericordiosa cercò di metterci in guardia: “La perfetta immedesimazione tra religione e politica fa parte della loro fede indubitabile e irrinunciabile, anche se di solito a proclamarla e farla valere aspettano prudentemente di essere diventati preponderanti”. Se le famiglie da tre diventassero trenta, su Guastalla scenderebbe un silenzio di tomba. Chi ama Giuseppe Verdi o Claudio Merulo o Giovanni Lindo Ferretti o Luciano Ligabue si impegni affinché rimangano tre. Meglio ancora: affinché diventino due.

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  16. Grazie, cara Mic. Al caso, se le falsificazioni continueranno, lo farò.

    Mi chiedo: perché non farlo subito?
    Non mi pare che io abbia la tua mail. A meno che non mi sfugga e forse sarebbe ora di rimediare.

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