Al contrario di quanto si pensa, il diritto internazionale era già presente in epoca medioevale. Ciò che segna la nascita del diritto internazionale moderno è piuttosto la diversa “ragione” posta alla sua base: non più un principio metafisico e metapolitico, ma un principio “di equilibrio” mutevole e riformabile.
La sintesi tra Umanesimo e Protestantesimo determinò la nascita dell’assolutismo politico, cioè l’affermazione e la convinzione della completa autonomia del potere politico da qualsiasi autorità superiore. L’assolutismo, pertanto, si configurò come una emancipazione della potestas (il potere politico) dalla legge morale e dal diritto naturale. Insomma, nulla poteva e doveva giudicare il potere politico, bensì questo si sarebbe dovuto giudicare con se stesso e basta. A questa emancipazione ne seguì anche un’altra: quella dei singoli Stati dalle supreme autorità universali della Chiesa e dell’Impero.
La prima emancipazione (il potere politico dalla legge morale) attenne al diritto pubblico interno; la seconda (i singoli Stati dalla Chiesa e dall’Impero) al diritto internazionale.
Soffermiamoci sulla seconda. Ad essa era legato un elemento nuovo: l’affermazione di un sistema egualitario di Stati, basato esclusivamente su rapporti di forza. E poi, in conseguenza di un tale fragile e pericoloso equilibrio, l’utopia di una repubblica universale. Insomma, come il vuoto non è destinato a rimanere tale ma tende sempre ad essere riempito da qualcosa, così, annullata di fatto l’autorità sacrale e sovranazionale dell’Impero, i singoli Stati iniziarono a fronteggiarsi nella piena consapevolezza che ormai non vi era più nulla al di sopra di essi. E – come è stato appena detto – l’esigenza di trovare, al di là del confronto, la possibile soluzione dei problemi internazionali, condurrà molto tempo dopo all’utopia di una repubblica universale, ovviamente non più sacrale ma solo sovranazionale.
Spesso si crede che il diritto internazionale sia nato solo nel XVI secolo. Niente affatto. Esso era già presente nella Cristianità medioevale, laddove vi era una comunità di Stati sotto l’autorità della Chiesa e dell’Impero. Piuttosto seguite questo ragionamento. Nel Medioevo il principe veniva limitato da una legge oggettiva e metafisica; successivamente non fu più così. Si pose, pertanto, una grave questione: come limitare l’esercizio politico di questo principe affinché potesse essere mantenuta la pace? Fu così che si arrivò al principio di equilibrio, ovvero una sorta di bilanciamento delle forze delle singole potenze europee; e tale principio sarà all’origine del moderno diritto internazionale.
Non bisogna, dunque, credere che si dovette attendere l’Umanesimo e il Rinascimento per la nascita del diritto internazionale, piuttosto che in questo periodo mutò la “ragione” alla base di questo diritto: non più l’accettazione di un principio metapolitico (al di fuori della politica) e metafisicamente fondato, bensì un principio di equilibrio, contestuale e mutevole, modellabile di volta in volta tra gli Stati. Ecco il passaggio dal diritto internazionale tradizionale (che è presente già nel Medioevo) al diritto internazionale moderno.
Alla base di questo principio di equilibrio concorse anche il giusnaturalismo. Se non si poteva né si doveva trovare un fondamento che fosse fuori della realtà naturale e della prassi (in questo caso della prassi politica), allora bisognava che questo principio andasse trovato dentro la realtà naturale e dentro la prassi, in questo caso la prassi della politica internazionale.
Un personaggio importante e significativo per capire ciò che stava accadendo in questo periodo fu il duca di Richelieu (1585-1642), Cardinale e Primo ministro del Re di Francia. Questi, per contrastare la potenza della Casa d’Austria, non ebbe scrupoli a stipulare (lui Cardinale!) alleanze con i protestanti e perfino con i turchi. Impegnò tutto il suo genio politico all’ingrandimento della Francia piuttosto che alla difesa del Cattolicesimo. Condusse la Guerra dei Trent’anni (1618-1648) con il solo scopo della “ragion di Stato”, ovviamente della “ragion dello Stato francese”.
È così che si arrivò al Trattato di Westfalia (1648), pilastro su cui è stata edificata l’Europa moderna. Da Westfalia scaturì un’organizzazione di Stati sovrani giuridicamente uguali, venne sancita l’impossibilità di restaurazione delle supremazie della Chiesa e dell’Impero e si sancì anche che gli interessi del Sovrano fossero svincolati da qualsiasi morale trascendente.
Corrado Gnerre
(dal Numero 4 del 24 gennaio 2016 de Il Settimanale di Padre Pio)
SILVANA DE MARI - Molti si stanno chiedendo perché il movimento lgbt di Roma non abbia detto nulla per la presenza a Roma del presidente dell'Iran, paese dove gli omosessuali vengono impiccati alle gru.
RispondiEliminaNon c'è alcuna contraddizione. Il circolo lgbt di Roma è intitolato a Mario Mieli. Chi era costui? Un marxista satanista, secondo la sua stessa definizione, che in un testo base dell'omosessualismo nazionale e internazionale, Elementi di critica omosessuale, spiega il potere purificante di pedofilia, necrofilia e coprofagia. In effetti Mario Mieli durante i suoi spettacoli teatrali mangiava i propri escrementi e quelli del suo cane. Chiunque sia iscritto a un circolo che si chiama Mario Mieli ne sta approvando le idee. Mario Mieli è morto suicida a 31 anni perché era uno psicotico grave, perché era cultura di morte. Chiunque si ispiri a lui è evidente che sia nel disequilibrio.
Perché il movimento lgbt non fiata contro l'islam? Chi il coraggio non ce l'ha non se lo può dare, certo. Ma non è solo vigliaccheria, non è solo quello. Questo movimento è basato sull'odio di sé e sull'auto-profanazione, sull'odio al mondo e alla sua bellezza, e soprattutto sull'odio al cristianesimo che deve essere abbattuto. In questo senso l'islam è un alleato.
Dei ragazzi omosessuali impiccati in Iran, di quelli uccisi buttandoli giù dai tetti in Iraq, al movimento lgbt non sembra che interessi molto. Ai loro pride il carro per piangere i morti, quelli veri, non c'e. Anzi, le vere vittime dell'islam, come le migliaia di omosessuali massacrati da Che Guevara, sono fastidiosi e imbarazzanti, e distraggono l'attenzione dal vero baluardo: il vittimismo e il piagnisteo.
Marco Tosatti
RispondiEliminaEcco, oggi, ci siamo. Un profeta.
«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.
S’avvicina il tempo – e per alcuni è già venuto – in cui una vita normale, una vita da onest’uomo, richiederà sforzi da eroe. Quale supremo dono della vita attraverso la morte è quest’obbligo di essere eroi soltanto per esistere, per restare fedeli a una banale linea di vita, che i nostri antenati seguivano così naturalmente come respiravano!»
G.K. Chesterton
La lobby lgbt se ne frega altamente delle vittime, agisce solo su commessa, per imporre a questo occidente stupidamente supino, false verità spacciare per assiomi, che ognuno si deve sentire o maschio o femmina anche se non lo è, che ogni tipo di sesso va e fa bene, pederastia, pedofilia efebofilia, zoorastia, sexgroupies, masturbazioni di gruppo ed altro, va tutto bene, basta che non si pretenda di essere normali, desiderare una famiglia normale fare figli come solo uomo e donna possono fare, una volta che il popolo bue sarà asservito, in caso di avvento della shaaria, saranno i primi a impiccare, lapidare, mozzare mani e teste, seguono chi li paga, non un'ideologia, mercenari al soldo dei miliardari annoiati che vogliono mettersi al posto di dio e l'attuale cc pare seguire paroparo il programma, i soldi, Vespasiano e Lutero docent, non hanno né odore né colore. Intanto al di là del Tevere continuano a mentire spudoratamente, 1.500.000 fedeli da dicembre a qua per l'anno santo sono un menzogna colossale, adesso si sdoppiano le udienze 'papali' al mercoledì e al sabato, nonostante la piazza sia vuota e non si riempia a metà neppure sala Nervi, ma si continua per la strada tracciata, perché così fu deciso.....lascio un piccolo appunto 'Aqui es un aviso para Francisco : Yo te pongo, yo te quito si no hace lo que yo quiero que haga. Lupus et Agnus.
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RispondiElimina@ La nascita del diritto internazionale moderno. Riflessioni
Giusto ricordare la nascita del tutto laica del diritto internazionale moderno e il contributo che dettero ad esso il Protestantesimo e la Ragion di Stato, impersonata nella fattispecie dal cardinale Richelieu. E come il diritto internazionale, anche se forse meno perfezionato, gia' esistesse nell'ambito della Res Publica Christiana medievale, ma con un fondamento divino del quale era (in teoria) garante il binomio Papato-Impero. Ora l'Unione Europea avrebbe messo in soffitta il Trattato di Westfalia . Ma proprio il disastro che e' l'Unione Europea (sta distruggendo i popoli europei) deve far riflettere sulla necessita' di ripensare il fondamento di ogni diritto internazionale, che deve esser ricondotto ad un principio metafisico e trascendente ossia, in pratica, a concepire di nuovo un fondamento divino (in senso cristiano) della sovranita'.
Cio' premesso, vorrei fare alcune osservazioni, concernenti soprattutto la ricostruzione delle origini del processo che ha portato alla fine a Westphalia.
1. Non mi e' del tutto chiaro il coinvolgimento dell'Umanesimo nell'elaborazione del principio della Ragion di Stato. Penso che l'Autore si riferisse ad esso come causa remota, in quanto visione della vita tendenzialmente antropocentrica. Non e' proprio nell'epoca dell'Umanesimo, 2a meta' del 400, che in Italia si instaura la "politica dell'equilibrio" ad opera soprattutto di Lorenzo il Magnifico, certamente un "umanista" ma non un sovvertitore della concezione ancora (formalmente) cristiana della "res publica"?
2. IL predominio della politica sulla religione fu conseguenza di un insieme di fattori, la cui causa profonda deve forse vedersi nella crisi interna del Cristianesimo. La filosofia scolastica non era degenerata nel nominalismo? E il Papato e l'Impero non si erano delegittimati a vicenda nella lunga guerra che li oppose? S. Luigi IX consiglivava il Papa a non spingere le cose sino alle ultime conseguenze contro l'imperatore, a cercare invece un utile compromesso, per non indebolire irreparabilmente le due istituzioni. Ma cosi' non fu. E si arrivo' poi al tentativo di teocrazia di Bonifacio VIII, naufragato sullo scoglio rappresentato dalla monarchia francese (Filippo il Bello) che praticava ante litteram la piu' pura logica della ragion di Stato.
INdebolito dal Papato politico e dalle liberta' comunali, l'Impero, come realta' politica efficace non contava tanto. E le monarchie nazionali europee piu' forti, francese e spagnola, realizzata l'unita' dopo le lunghe lotte contro inglesi e musulmani, cosa fanno? Seguendo la logica dell'interesse dello Stato ossia la ragion di Stato si battono per la conquista dell'Italia (1492-1559), la nazione piu' ricca e piu' debole perche' divisa. E' in questa lotta, per noi rovinosa, che comincia a formarsi "il sistema degli Stati europei" (Fueter, l'illustre storico svizzero) che si compiera' nel 1648 a Westphalia {SEGUE-Hitoricus)
RispondiElimina@ SEGUITO E FINE
Solo per precisare alcuni punti.
3. Non fu Richelieu il primo a fare l'alleanza strategica con i Turchi. Il primo fu Francesco di Valois, re di Francia, nel 1535. Stipulo' un "trattato di pace, amicizia e commercio". I Francesi, con qualche intervallo, l'hanno mantenuto sino ad oggi. Fu un vero tradimento della Res Publica Christiana quello di Francesco. In difficolta' nella lotta contro la Spagna e l'Impero (unificati dagli Asburgo) si alleo' con i Turchi. La Francia non aveva flotta, Venezia era indipendente e Genova era controllata dalla Spagna. Allora grazie all'alleanza turca ottenne per un po' i servigi del famoso pirata barbaresco Barbarossa (un mezzo greco rinnegato, valente uomo di mare e noto per la sua sensualita' e ferocia). Svernando a Tolone la flotta del B. impediva agli abitanti di suonare le campane, odidatissime dai musulmani. (Oggi, sono autorita' ecclesiatiche e civili nostrane che portano l'acqua con le orecchie ai maomettani, anche senza esserne richieste). Richelieu continuo' una politica conforme alla Ragion di Stato, che la monarchia francese perseguiva da piu' di un secolo.
4. La crisi del Cristianesimo tocco' l'acme con le guerre di religione. Non riuscendo la religione a comporle, si comincio' a teorizzare lo Stato come autorita' sovrana dipendente da se stessa (sottomessa solo alla legge divina e di natura), autorita' il cui compito era che realizzare il compromesso religioso e assicurare la pace sociale (Bodin). (I teorici della ragion di Stato vennero inizialmente tutti dai paesi latini: Machiavelli, Gentillet, Bodin, Botero e Boccalini, vedi: F. Meinecke, "L'idea della ragion di Stato nella storia moderna" (1924), Sansoni, Firenze, rist. 1970).
HISTORICUS
Interessantissimo!!!
RispondiEliminaSagmarius