Cornelio Fabro, La preghiera nel pensiero moderno, a cura di Marcelo Lattazio, pag. 370, Euro 35, EDIVI 2015. Su Cornelio Fabro vedi anche.
Il Libro:
Avvertenze riguardanti il volume
L’origine del volume La preghiera nel pensiero moderno (d’ora in avanti = Ppm) deve essere ricercata nelle note e negli appunti che C. Fabro prendeva durante la stesura dell’Introduzione all’ateismo moderno (d’ora in avanti = Iam).
In entrambi i libri sono studiati i pensatori moderni, ma sotto diversi punti di vista. In Iam l’analisi si focalizza principalmente sul pensiero dei «filosofi», come appare nei loro testi, e sulle sue estreme conseguenze, mostrando come, partendo dal principio di immanenza, e nel coerente sviluppo di tale principio, si arriva necessariamente, in un modo o nell’altro, all’ateismo; indipendentemente dal fatto che gli stessi «filosofi» si considerassero «teisti» o fossero considerati tali da altri (cfr. Iam, Opere Complete vol. 21, Edivi, Segni 2013, p. 35ss). In questo senso l’A. dissocia chiaramente «la coerenza teoretica dei principi dal proposito soggettivo dei singoli pensatori» (Iam, Opere Complete vol. 21, p. 1062). Nel volume Ppm è studiato invece il «teismo» e la «religiosità» dei pensatori moderni, è possibile qui intravedere qualcosa della loro dimensione soggettiva e personale. In questo volume l’A. si sofferma quindi sui «filosofi» e sul loro modo di vedere il rapporto dell’uomo con Dio, la preghiera.
Lo stesso Fabro avverte che: «il presente studio… s’integra con l’Introduzione all’ateismo moderno» (Ppm, p. 6, nota 2 del presente volume); e in una nota di un articolo precedente afferma che: «Esso s’integra con la Introduzione all’ateismo moderno e con Gesù Cristo nel pensiero moderno in corso di avanzata preparazione» (Lp, p. 9, nota 1).
Il problema religioso è per Fabro inscindibile dai problemi filosofici, poiché entrambi esprimono la tensione per la ricerca dell’Assoluto sia in ambito esistenziale che speculativo.
Quest’opera di appassionata e profonda ricerca filosofica ha impegnato l’Autore per decenni: non a caso la chiamava «l’opera di tutta una vita» (cfr. R. Goglia, Cornelio Fabro, Edivi, Segni 2010, pp. 199-200).
L'Autore: In entrambi i libri sono studiati i pensatori moderni, ma sotto diversi punti di vista. In Iam l’analisi si focalizza principalmente sul pensiero dei «filosofi», come appare nei loro testi, e sulle sue estreme conseguenze, mostrando come, partendo dal principio di immanenza, e nel coerente sviluppo di tale principio, si arriva necessariamente, in un modo o nell’altro, all’ateismo; indipendentemente dal fatto che gli stessi «filosofi» si considerassero «teisti» o fossero considerati tali da altri (cfr. Iam, Opere Complete vol. 21, Edivi, Segni 2013, p. 35ss). In questo senso l’A. dissocia chiaramente «la coerenza teoretica dei principi dal proposito soggettivo dei singoli pensatori» (Iam, Opere Complete vol. 21, p. 1062). Nel volume Ppm è studiato invece il «teismo» e la «religiosità» dei pensatori moderni, è possibile qui intravedere qualcosa della loro dimensione soggettiva e personale. In questo volume l’A. si sofferma quindi sui «filosofi» e sul loro modo di vedere il rapporto dell’uomo con Dio, la preghiera.
Lo stesso Fabro avverte che: «il presente studio… s’integra con l’Introduzione all’ateismo moderno» (Ppm, p. 6, nota 2 del presente volume); e in una nota di un articolo precedente afferma che: «Esso s’integra con la Introduzione all’ateismo moderno e con Gesù Cristo nel pensiero moderno in corso di avanzata preparazione» (Lp, p. 9, nota 1).
Il problema religioso è per Fabro inscindibile dai problemi filosofici, poiché entrambi esprimono la tensione per la ricerca dell’Assoluto sia in ambito esistenziale che speculativo.
Quest’opera di appassionata e profonda ricerca filosofica ha impegnato l’Autore per decenni: non a caso la chiamava «l’opera di tutta una vita» (cfr. R. Goglia, Cornelio Fabro, Edivi, Segni 2010, pp. 199-200).
Cornelio Fabro (1911 – 1995). Filosofo e docente italiano. Autore di più di 35 volumi di filosofia, teologia e storia del pensiero. Traduttore di tutte le opere di Kierkegaard, e delle opere scelte di Hegel, Feuerbach, Marx, Engels. Svolse un’intensa attività docente in diverse università, sia pontificie che statali. La sua attività di studioso è nota in rapporto a due principali poli di interesse: Tommaso d’Aquino e Kierkegaard. Tra le sue opere più note si possono citare: La nozione metafisica di partecipazione secondo San Tommaso (1939), Partecipazione e causalità (1960), Tomismo e pensiero moderno (1969) e traduzioni di diverse opere di Kierkegaard come Il Diario, Il concetto dell’angoscia, Esercizio del cristianesimo.
Il curatore:
Marcelo Lattanzio (San Nicolás – Argentina, 1957). Sacerdote dell’Istituto del Verbo Incarnato. Dottore in Teologia. Collaboratore del «Progetto Culturale Cornelio Fabro».
Per ulteriori informazioni visitare il sito web del «Progetto Culturale Cornelio Fabro».
Per ordinare il volume scrivere a edivi.info@gmail.com.
" Chi non desidera la libertà? Tutti la desiderano, ma bisogna sapere in che cosa consiste e come trovarla... per diventare libero bisogna anzitutto legare se stessi, più tu legherai te stesso, maggiore sarà la libertà del tuo spirito... bisogna legare le passioni, perchè non dominino in noi; bisogna legarsi per non far del male al prossimo.. di solito si cerca la libertà per poter fare ciò che si vuole. Questa non è libertà ma è il dominio del peccato.La libertà di dedicarsi alla fornicazione, di mangiare senza ritegno e di ubriacarsi, di conservare rancore, di commettere atti di violenza o di uccidere. o qualcosa d'altro di simile, non è assolutamente libertà; poichè, come ha detto il Signore: "ogni uomo che pecca è schiavo del proprio peccato". Bisogna pregare molto per liberarsi da questa schiavitù. Noi pensiamo che la vera libertà stìa nel non peccare, ed amare Dio e il nostro prossimo con tutto il nostro cuore e tutte le nostre forze. La vera libertà è dimorare costantemente in Dio"
RispondiElimina..talvolta il Signore abbandona l'anima per metterla alla prova, perchè l'anima possa manifestare la sua sapienza e la sua libertà; ma se l'uomo non si sforza nell'opera della preghiera perderà la grazia; e se invece egli dimostrerà la sua buona volontà la grazia lo amerà e non lo abbandonerà mai ".
S.Silvano
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RispondiElimina..ad Deum qui laetificat juventutem meam!