Sul blog Settimo cielo, di ieri Sandro Magister pubblica un commento più ponderato che Guido Ferro Canale aveva preannunciato, nel condividere con noi le sue prime riflessioni sulla situazione dei Tribunali Ecclesiastici in Italia [qui], preceduto da una introduzione che pure riprendo.
A seguire il commento di Guido Ferro Canale: Bruciano i pascoli e la chiamano "Pastorale".
A seguire il commento di Guido Ferro Canale: Bruciano i pascoli e la chiamano "Pastorale".
Vedi precedente esaustiva trattazione dello stesso Autore sul M.P. Mitis Iudex [qui]
Non c'è pace in Italia per i tribunali ecclesiastici regionali, quelli che amministrano le cause di nullità matrimoniale. Dopo un rescritto pontificio che ne ha predisposto il disarmo, ecco una lettera circolare del segretario della conferenza episcopale Nunzio Galantino che dà il disarmo per già fatto, prima ancora che siano nati i tribunali diocesani destinati a sostituirli.
La circolare si può vederla qui:
> "Reverendissimo Monsignore…"Porta la data del 17 dicembre ed è indirizzata ai vicari giudiziali dei tribunali ecclesiastici regionali. È tanto breve quanto confusa. Quelli che Galantino definisce "punti fermi", ad esempio, sono più che mai traballanti. Vi si legge che si dovrà provvedere alla "ricollocazione" del personale dei tribunali in disarmo (dove? quando? come?) e fare in modo che i processi siano "gratuiti" (invece che semigratuiti come sono già: ma con quali nuovi esborsi da parte della CEI per i compensi di giudici e avvocati? e come? da quando?).Che la confusione regni sovrana devono averlo capito i vescovi della conferenza episcopale lombarda, che il 15 gennaio hanno comunicato, al termine della loro sessione invernale:"Il primo tema all’ordine del giorno è stato il confronto sull’entrata in vigore del motu proprio di papa Francesco 'Mitis judex Dominus Jesus'."Monsignor Paolo Bianchi, vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico regionale lombardo, ha guidato il confronto sulle conseguenze del motu proprio sulle istituzioni giudiziarie ecclesiastiche, sulle cause in corso e sulle procedure da avviare. I vescovi delle diocesi lombarde, al termine del dibattito, hanno deciso di restare affiliati al tribunale ecclesiastico regionale, con modalità da stabilire alla luce delle nuove disposizioni".Lo stesso hanno deciso i vescovi delle Marche, che in un comunicato del 20 gennaio hanno fatto sapere "di mantenere per ora il tribunale ecclesiastico regionale tuttora regolarmente in funzione... in attesa di ulteriori necessarie comunicazioni da parte della Santa Sede".Niente tribunali diocesani, quindi, in Lombardia e nelle Marche, ma tutti ancora attaccati al rispettivo tribunale regionale. Che però secondo Galantino ha già tirato l'ultimo respiro…Per una valutazione competente di questo stato di disordine non resta che ridare la parola al canonista Guido Ferro Canale, che sulla materia si è già esercitato brillantemente su www.chiesa:
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BRUCIANO I PASCOLI E LA CHIAMANO "PASTORALE"
di Guido Ferro Canale
La recente, ma già travagliata riforma dei processi di nullità matrimoniale, dopo la querelle in Vaticano tra il cardinale Francesco Coccopalmerio e monsignor Pio Vito Pinto sulla sopravvivenza o meno dei tribunali ecclesiastici regionali d’Italia, vede ora un inopinato intervento della conferenza episcopale italiana impersonata dal suo segretario Nunzio Galantino. Dando retta al quale l’Italia verrebbe a trovarsi priva di giudici ecclesiastici regolarmente funzionanti.
Il rescritto pontificio del 7 dicembre scorso, alla vigilia delle entrata in vigore delle nuove norme, ha chiarito che esse “abrogano o derogano” le precedenti, inclusa la legge istitutiva dei tribunali regionali italiani. Il che pareva consentire la loro sopravvivenza – con deroga alla competenza esclusiva – accanto ai tribunali diocesani, che si sarebbero potuti costituire via via.
Non è stato di questo avviso, però, monsignor Galantino, che in pratica ha cancellato l’alternativa “o derogano”. Secondo lui, infatti, il rescritto di papa Francesco ha stabilito che il motu proprio "Qua cura" di Pio XI istitutivo dei tribunali regionali in Italia semplicemente "è abrogato.”.
Ma, se questo è vero, i tribunali esistenti non possono più ricevere cause. Ed è perlomeno molto dubbio se possano decidere quelle pendenti, perché il codice di diritto canonico non prevede nulla in tal senso e il giudice deve essere tale nel momento in cui decide. Un giudice nominato, poniamo, dal patriarca di Venezia non dovrebbe più avere competenza – a partire dall’8 dicembre 2015, data dell'entrata in vigore delle nuove norme – a decidere cause di altre diocesi, perché è venuta meno la legge pontificia in forza della quale il patriarca nominava giudici anche per altre sedi (si noti che né il dubbio né l’errore comune suppliscono alla mancanza di potestà giudiziale). Quindi, con buone probabilità, le sentenze pronunciate dai tribunali ecclesiastici regionali dopo l’8 dicembre sono nulle, perché emesse da soggetti senza potere (cfr. can. 1620, nn. 1 e 2).
Ciascun vescovo, sempre secondo la circolare di monsignor Galantino, dovrebbe costituire il proprio tribunale diocesano o accordarsi con altri vescovi per crearne uno interdiocesano. Ma si tratterebbe sempre di strutture “ex novo”, e di conseguenza il tribunale regionale lombardo, nonostante il comunicato dei vescovi della regione, non è sopravvissuto e non risorgerà fino a che non sarà stato emanato, in tal senso, un decreto formale, approvato dalla Sede Apostolica (cfr. can. 1423). E così il tribunale regionale marchigiano. Che io sappia, finora nessun vescovo, in Italia, ha costituito un tribunale diocesano.
Risultato? Non si sa se le sentenze ora in corso di deposito siano vere sentenze. Non si sa chi debba giudicare i processi in corso. Non si sa davanti a chi introdurre quelli nuovi.
Il primo dubbio è destinato ad attirare presto l’attenzione dei giudici statali, che, prima di riconoscere effetti civili alle sentenze di nullità del matrimonio canonico, sono tenuti ad accertare che provengano dai “tribunali ecclesiastici competenti” (cfr. art. 8 del nuovo Concordato), senza essere vincolati all’attestazione di regolarità rilasciata dalla segnatura apostolica. Il rischio di una raffica di pronunce negative è concreto, data la diffusa ostilità dei magistrati italiani verso questa forma di concorrenza.
A questo punto, solo il dicastero vaticano che finora è stato il grande assente dalla querelle ha l’autorità per smentire l’interpretazione di Galantino. Ed è il supremo tribunale della segnatura apostolica.
Ad esso spetta vigilare sulla retta amministrazione della giustizia e, in forza del Concordato, verificare che le sentenze da sottoporre al vaglio dei giudici italiani soddisfino tutti i requisiti.
Capirà almeno la segnatura che gli intenti “pastorali” della riforma non impongono di bruciare tutti i pascoli esistenti senza che ancora ve ne siano di nuovi?
Bergoglio per la prima volta ha citato Pio XII!!!!! E' quasi un evento storico!
RispondiEliminaP.S.: Si vede chiaramente che il discorso alla Sacra Rota non è opera sua, perché appare fin troppo ortodosso. Anche perché smentisce il m.p. ed i suoi precedenti allorché parla della fede.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/january/documents/papa-francesco_20160122_anno-giudiziario-rota-romana.html
Dopo il discorso odierno - che assume i caratteri di un'interpretazione autentica - forse bisognerà riscrivere molti dei commenti e delle critiche rivolte ai due Motu propri circa la nullità dei matrimoni (comunque pasticciati).
RispondiEliminaAnche sul Family Day, molti pastori - fino a stamattina tiepidi o contrari (non siamo vescovi-pilota), o movimenti come CL o i focolarini, correranno ad ingrossare le fila.
Stiamo a vedere che cosa scriveranno quei giornali e quei commentatori che sempre stamattina "dettavano la linea" al Papa, ne decantavano la neutralità, il voler essere fuori mischia, con interviste mirate ai prelati che "odorano di pecora".
Continuiamo fiduciosi la preghiera, l'arma più potente di cui noi disponiamo e lasciamo fare a Dio...
E' troppo scritto bene per essere suo. Oh, cosa darei per sapere chi è l'autore! A meno che non sia un'abile "copia ed incolla" e parafrasi di testi altrui, aperta da qualche giovane scriba, abile con Internet...
RispondiEliminaMolto abile. davanti a prelati, giuscanonisti, come in altre simili occasioni, sfodera l' ortodossia, cosicché nessuno degli ecclesiastici può accusarlo di eterodossia, poi al "vulgo" ed alla stampa parla a braccio, guadagnandosi simpatia e lustro..molto abile, molto gesuitico. MA alla fine ciò che contano sono i fatti, o meglio i frutti, e quelli sono sotto gli occhi di tutti, anche di chi preferisce foderarseli di prosciutto. NO, prosciutto no, che non piace ai fratelli maggiori e minori. Diciamo...fettine di carne bovina, cosi è meglio.
RR
E' degno di menzione anche l'altro discorso odierno:
RispondiEliminahttp://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/communications/documents/papa-francesco_20160124_messaggio-comunicazioni-sociali.html
Grazie a Dio! qualche conferenza regionale di vescovi ha avuto la sanità psicologica di resistere la pazzia...
RispondiEliminaOsservatore
Bergoglio all'angolo lega ???? I secondi gli scrivono i discorsi...... Tanto non capisce quello che legge. Nè quello che fa. Capisce solo quello che disfa. Ha cominciato a demolire la Madonna come fece capire il secondo giorno di pontificato. Quindi ha bisogno di spargere il massimo della pastura disponibile. La rotta dei sacerdoti, e anche di alcuni movimenti è in atto. Si tenga pure i papaveri di curia. Anzi si tenga tutti ma proprio tutti i vescovi e cardinali. Si tengano stretti stretti fra di loro abbracciati al porcus sassoniae. Son finiti i paganelli, e ormai son finite le esche. Hanno pure la faccia di ..... bronzo di citare PIO XII, dopo aver beatificato Roncalli. La vergogna è una virtù degli ostinati cattivi cristiani cattolici. E' una grande consolazione constatare che chi si presta a scrivere questi discorsi per abbindolare gli ultimi ormai scarsissimi beoti in buona fede, finirà nella lettiera del porcile del NOM. E' un grande onore. Laudato Si
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2016/01/21/vaticaninsider/ita/vaticano/family-day-il-papa-fuori-dalla-mischia-4pxVjsbcxETKg0FK6rSVuJ/pagina.html
RispondiEliminaIl papa sta fuori dalla mischia quando si tratta delle minacce alla famiglia ma non quando si tratta di lanciare appelli per i migranti.
Il discorso alla Rota Romana, citazioni a gogo da Paolo VI, spruzzatine ratzingeriane, copiaincolla del documento del 2003 di GP2 sul matrimonio cristiano redatto dal Cardinale, da censura gli off the cuff, geniale l'uscita di scena con applauso, dopo non essersi esposto o aver esposto uno straccio di opinione personale, papale non si può dire in quanto non si ritiene tale......fettine di carne bovina....halal o kosher? Io mangio il prosciutto e me ne frego! Anonymous
RispondiEliminaSottoscrivo in toto il commento di Rosa.
RispondiEliminaScusate ma vi sembra normale estasiarsi perchè un papa, o chi per lui, dice qualcosa di ortodosso? Vi sembra normale che un papa , o chi per lui, debba correggere, precisare, la nebbia che ha sollevato con i suoi pressaapochismi dalle pesanti e gravi conseguenze?
E siamo a tal punto ingenui?
Al punto da pretendere che bisognerebbe rivedere i commenti critici?
Bergoglio semina il caldo e il freddo, accende il fuoco e poi viene, o chi per lui, con un secchiello d`acqua per spegnerlo un pò.
Ci sono le parole e ci sono i fatti, forse che qualcuno è venuto per correggerli, per spegnere il fuoco e i danni che sta causando?
Se fosse vero, se si fosse rinsavito, avrebbe oggi detto alla Rota che, viste le difficolta' di metterli in pratica ora, ritira i motu proprio e li riscriverà, avendo tenuto conto dei dubbi, osservazioni, anche critiche, ecc.ecc.
RispondiEliminaInvece...copia ed incolla, e magari senza pure citare. Dicesi plagio, ed un tempo era reato. Comunque non ci si fa una bella figura, ed all' estero ti cacciano dall' Università- se ci sei andato all' Università. O perdi il posto di ministro, come successo alcuni anni fa in Germania.
Grazie, Anonymous, per averci ricordato gli autori originali.
Rr
Dice bene Luisa: ci sono le parole (peraltro edificanti solo in occasioni sporadiche) e poi ci sono i fatti...
RispondiEliminaUNA CLAMOROSA (E BENEDETTA) RETROMARCIA?
RispondiEliminaNell'intervento di oggi alla Rota romana, papa Francesco ha avuto un passaggio che immediatamente è stato rilanciato dai media per il suo impatto nell'attualità:
"Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione".
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Immediatamente è stato messo in relazione con la discussione al Parlamento italiano sulle unioni civili e con il prossimo Family Day.
Di per sé queste parole del Papa potrebbero ancora essere interpretate in senso ambiguo, ma il momento scelto induce a dare l'interpretazione migliore, cioè contro la legge Cirinnà.
Però si attende la conferma dei fatti.
Si attende, da parte del Papa, o l'appoggio esplicito al Family Day (che sarebbe auspicabile) o almeno il via libera alla Cei di Bagnasco (che metta fine allo strapotere del portaordini bergogliano Galantino, sempre contrario al Family Day).
Evidentemente il popolo cristiano si è sollevato contro la Cirinnà in modo così massiccio da indurre papa Bergoglio, fine calcolatore politico, ad ascoltare piuttosto Bagnasco che Galantino.
Oppure le molte preghiere, hanno ottenuto la grazia dell'illuminazione dei piani alti del Vaticano... Un miracolo!
C'è inoltre un altro punto dell'intervento del papa che è passato inosservato, ma che mi sembra di grande importanza, perché corregge uno dei passi più ambigui e più pericolosi del Motu proprio sugli annullamenti matrimoniali.
Ecco cos'altro ha detto oggi il papa:
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"È bene ribadire con chiarezza che la qualità della fede non è condizione essenziale del consenso matrimoniale, che, secondo la dottrina di sempre, può essere minato solo a livello naturale (cfr CIC, can. 1055 § 1 e 2). Infatti, l’habitus fidei è infuso nel momento del Battesimo e continua ad avere influsso misterioso nell’anima, anche quando la fede non è stata sviluppata e psicologicamente sembra essere assente. Non è raro che i nubendi, spinti al vero matrimonio dall’instinctus naturae, nel momento della celebrazione abbiano una coscienza limitata della pienezza del progetto di Dio, e solamente dopo, nella vita di famiglia, scoprano tutto ciò che Dio Creatore e Redentore ha stabilito per loro. Le mancanze della formazione nella fede e anche l’errore circa l’unità, l’indissolubilità e la dignità sacramentale del matrimonio viziano il consenso matrimoniale soltanto se determinano la volontà (cfr CIC, can. 1099). Proprio per questo gli errori che riguardano la sacramentalità del matrimonio devono essere valutati molto attentamente".
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Si tratta, mi pare, della dottrina cattolica di sempre, ma è sorprendente sentir dire oggi queste cose a papa Bergoglio, e nella sede più solenne, perché a me pare che questo corregga il suo Motu proprio o almeno ne limiti le possibili conseguenze devastanti, limiti cioè quegli "annullamenti" per "carenza di fede" che sarebbero stati veri e propri "divorzi".
Tuttavia questo è solo un mio parere, da non addetto ai lavori. Posso sbagliarmi.
Dunque aspetto di leggere i pareri degli esperti. Perché in questo campo, molto delicato e molto complesso, ogni parola ha un peso enorme. Quindi la valutazione va ponderata con prudenza e competenza.
Anche perché il Motu proprio e il Rescritto restano, oltretutto provocando già colossali problemi organizzativi e applicativi. In conclusione: se sono rose devono fiorire portando a una modifica sostanziale del Motu proprio e del rescritto.
Antonio Socci
sull'altro post, quello di Quinto, commentavo che ero meravigliata dell'uscita di sana dottrina e che certi richiami mi sembravano molto positivi, certo che erano un copia incolla, ma almeno un copia incolla sano (ancorché vigliacco: che ci voleva a dire qualcosa a braccio per rafforzare il concetto? ah già, ci voleva di non essere "el papa").
RispondiEliminavedo che ci meravigliamo tutti, qui, e il nostro Anonymous ha già individuato ogni singola citazione sana.
da un lato mi rallegro del fatto che dica cose normali, dall'altro, come fanno notare Luisa e altri, è ridicolo essere contenti di quando il papa (va bè, il vdR) dice una roba cattolica...
io sono sempre molto combattuta, il doppio gioco lo vedo benissimo, ma una parte di me, anche se a giorni alterni, si rifiuta di credere a quello che vedo. qualche fettina di salame felino, rigorosamente non kosher, ce la devo avere anche io, le tolgo in continuazione ma poi me ne cadono delle altre (vorrei lucrare la plenaria, stavolta per me, e questa cosa del vdR pesa e produce fette di insaccati per tranquillizzarmi). ma elucubro troppo. qui ci vuole la semplicità del pane-pane vino-vino, che è particolamente impegnativa, come disse don Camillo a don Chichì, "quando il pane e il vino sono la carne e il sangue di Cristo".
bah. speriamo che quel discorsetto imperiale serva almeno a dare un po' di coraggio ai tanti don abbondi, sarà poco, ma che almeno si disciulino!
humilitas
...si disciulino...
RispondiEliminaTraduzione per i Milanesi d'adozione?
Rr
Nel post "Il card. Sarah si adegua sul cambiamento del Rito della “Lavanda dei Piedi” nella Liturgia della Messa in Coena Domini" hanno criticato il cardinale per avere prontamente obbedito al Papa. Il problema è che davanti la mentalità ecumenica e irenica dei ultimi 50 anni la diffesa della fede è diventata astratta. Concretamente il cardinale Sarah non diffenderà la fede contro un'altro cardinale o contro il Papa. Così come nessuno fa opposizione a Galantino.
RispondiEliminaSiamo davanti 50 anni di predica del peccato della divisione dei cristiani. Questo peccato nacque esattamente della diffesa concreta della fede. Dove uno la diffende contro gli eterodossi o gli eretici. In questo senso la maggioranza dei membri della gerarchia capisce la unità della Chiesa non più come una unione alla verità ma come una unione fra loro. Difficile aspettare un'altro comportamento del cardinale Sarah o una forte opposizione a Galantino in quanto regnare questa mentalità nella Chiesa.
Una mentalità di opposizione non piacque al Vaticano, come se può leggere nelle recente parole del cardina Zen:
"Cardinal Joseph Zen Ze-kiun concludes by imparting all the concern he feels at the diplomatic relations of the Secretariat of State with Beijing: “Our clandestine communities are nonexistent in the eyes of the government. But the Vatican itself does not take them into account in negotiations. Is this to grant a request from the Chinese Party? To save the situation, these brothers and sisters are to be abandoned? But they are the healthy members of the Church!” The cardinal recalls that “in early September, some of the faithful from Shanghai who had spent a long time in prison went on a pilgrimage to Rome, accompanied by their relatives, to commemorate the 60th anniversary of the beginning of the Great Persecution, September 8, 1955. They were told, ‘Don’t draw too much attention to yourselves, the past is past, we must look to the future!” And he adds, “What concerns me is the sight of our illustrious Secretary of State still intoxicated by the miracle of Ostpolitik. Last year, in a eulogy of Cardinal Casaroli, he acclaimed the fact that his predecessor had succeeded in guaranteeing the existence of the Catholic hierarchy in the Communist countries of Eastern Europe. He stated, ‘When choosing candidates for the episcopate, let us choose pastors, not persons who will systematically oppose the regime, who act like gladiators, who love to make a splash on the political stage.’ I wonder, who did Cardinal Parolin have in mind when he made this description? I fear he was thinking of Cardinal Wyszynski, Cardinal Mindszenty and Cardinal Beran. But these were the heroes who defended the faith of their people with courage! (…) When the Holy Innocents were killed, the angel told Joseph to take Mary and their Son to safety. Today, on the contrary, our diplomats would probably advise Joseph to go and dialogue with Herod!”" http://www.dici.org/en/news/china-cardinal-zen-ze-kiun-interprets-vatican-diplomacy/
Senza cambiare questa mentalità irenica e ecumenica non se può aspettare una diffesa concreta della fede fatta per i pastori.
Rr, scusa, mi è uscito spontaneamente. disciularsi sta per darsi una svegliata.
RispondiEliminafaccio ammenda, anche a me è capitato di non capire espressioni gergali o dialettali altrui, quindi farò la mia parte evitando lombardismi...
humilitas
No, no, humilitas, non scusarti, a me piace conoscere ed imparare forme dialettali che spesso sono piu "pregnati" della lingua italiana. Ora ne ho imparato un'altra, "disciularsi" . A casa mia diciamo "sciutarsi".
RispondiEliminaRr
OK, Rr, vorrà dire che mi lascerò scappare i lombardismi ma li farò seguire da traduzione e noterelle filologiche... !
RispondiEliminaLa curiosità del poliglotta è sempre una bella cosa.
;-)
Grazie per il "sciutarsi", lo proverò alla prima occasione per lasciare basita un'amica sarda...
humilitas
Grazie per il "sciutarsi. Equivalente del napoletano "SC'tarsi"(con SC letti come nella parola "SCI"). Tutti significano "SVEGLIARSI" "Darsi una mossa"; "Agire".
RispondiEliminaNel caso lombardo, disciularsi viene da "ciula" / "ciola" (con la u per i meneghini purosangue, con la o appena fuori e verso nord, Ticino compreso) che è un termine dai mille significati, generalmente si da' del ciula a uno che capisce poco, a un imbranato, indurmento (questo non credo necessiti di traduzione).Uno che nn ve al di là del suo naso, anche,
RispondiEliminaÈ anche un'esclamazione. Con infinite varianti che non sto qui a enumerare, non è la sede,
Per restare in tema, Galantino, per esempio, dà proprio l'idea del ciula, ecco.
humilitas
Humilitas,
RispondiEliminaSi, Galantino l' è propr' un ciula( questa, dopo anni che vivo a Milano, la conoscevo)
Attenzione con ""sciutarsi" che è usato in Gallura. Nel Nuorese, Sassarese o Cagliaritano, non so se si dica cosi ( in Sardegna ci sono almeno quatto "lingue" locali, di cui una, il Sardo propriamente detto, è considerata una lingua neolatina al pari per es. del Ladino.
Rr