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domenica 14 febbraio 2016

don Curzio Nitoglia. La triste sorte dell'Europa odierna

Siamo giunti al redde rationem in Siria?

Attualmente le vicende che dominano la scena mondiale sono quelle provenienti dalla Siria, in cui dopo cinque anni di guerra sembrerebbe che ci si prepari al redde rationem finale tra Turchia e Russia in campo siriano. 

La Siria, nonostante l’aggressione dei miliziani dell’Isis (sostenuti da Usa, Arabia Saudita e Turchia) continua a resistere soprattutto grazie all’appoggio economico e militare che la Russia di Putin le ha dato (assieme all’Iran, agli Hezbollah del Libano e ai kurdi irakeni e siriani), altrimenti sarebbe crollata come l’Iraq, la Libia, la Tunisia e l’Egitto.

Il Mondialismo contro Russia e Siria

Il Nuovo Ordine Mondiale vuole distruggere Putin & la Russia putiniana, poiché stanno giocando una sorta di ruolo del katéchon, ossia “l’ostacolo che trattiene” (San Paolo) le forze della Sovversione mondialista e globalizzatrice (Israele, Usa, Turchia e Arabia Saudita wahabita).

L’idea dello Stato-Nazione è vista dal nazionalismo panarabo in termini di liberazione dal giogo schiavista turco-ottomano e coloniale-illuminista franco-britannico ed è stata elaborata da intellettuali arabi, sia musulmani che cristiani. È proprio questo che il fondamentalismo wahabita e salafita, finanziatore dell’Isis non accetta e combatte con ferocia in Siria e in Iraq e in Libia e vuol rimpiazzare il concetto di patria e di “tradizione laica arabo/islamica” con quello di rivoluzione armata.

Il nazionalismo panarabo è laico e non laicista, né integralista, ossia ha cercato di costruire lo Stato come condizione per la rinascita della cultura araba, servendosi della religione islamica quale principale fattore aggregante delle diverse nazioni arabe e del singolo Stato non rifiutando l’apporto secondario dei cristiani, ma senza arrivare a forme di islamismo radicale e fondamentalista, che vuol imporre soprattutto l’islam in tutto il mondo con la spada ed instaurare una sharia mondiale.

Il conflitto attuale in Siria si combatte oramai da cinque anni, quanto alla base o alla manovalanza, soprattutto tra l’islamismo radicalmente e integralmente religioso (il wahabismo qaedista e l’Isis) contro la concezione laica, nazionalistica e politica dello Stato arabo d’ispirazione islamica (il regime di Bashar al-Assad), che si fonda sul trinomio “Stato, Partito, Nazione”, il quale è ritenuto blasfemo e idolatrico dall’integralismo religioso islamista poiché tenderebbe a divinizzare la nazione*, il partito e la patria, mentre solo Allah e il Corano son divini per il wahabismo.

Per sintetizzare e semplificare, senza distorcere, si può dire che paradossalmente l’islamismo integralista rende l’islamismo mondialista e antiarabo per instaurare la sharia o legge coranica universale e globale, poiché contesta lo Stato arabo/islamico. È per questo che il mondialismo o la globalizzazione del Nuovo Ordine Mondiale giudaico-americanista va d’accordo con il wahabismo e lo finanzia dall’alto, senza che la bassa manovalanza dei ribelli armati lo sappia[1]. 

Putin è diventato oramai per i mass media il neo-Hitler, il neo-Saddam, il neo-Gheddafi o il neo-Assad da eliminare[2]. Si inizia con la manipolazione del pensiero (Putin viene già dato per impazzito) a mezzo stampa, televisione e radio per terminare con una condanna capitale pubblica ed esemplare (come è successo per Saddam e Gheddafi).

L’Europa nemica di se stessa

L’Europa[3] e l’Italia del XX secolo, schiave degli Usa già a partire dalla prima e soprattutto dalla seconda guerra mondiale son divenute una mera base logistica di atterraggio e di lancio per gli aerei degli Stati Uniti d’America e d’Israele (che anch’esso, da qualche anno, ha una parte della sua flotta aerea stanziata in Sardegna). L’Unione Europea del XXI secolo è geo-politicamente e finanziariamente un’appendice del nord America, anzi un’appendicite infiammata e oramai purulenta prossima alla peritonite. 

A molti appare chiaro che la politica dell’UE nei confronti della Russia, come è successo con l’Iran e la Libia, è auto-lesionista per l’economia della Vecchia Europa. Infatti l’embargo decretato dagli Usa e dall’UE contro la Russia ha delle ripercussioni molto gravi sull’economia europea già in semi-fallimento conclamato a partire dal 2010. 

L’alleato naturale (fisico, storico, culturale e geografico) dell’Europa dovrebbero essere le Nazioni limitrofe dell’est europeo e del Mediterraneo: Russia occidentale o europea (non forzatamente quella asiatica), Siria e Libia.  L’Atlantico  è uno spazio troppo vasto (rispetto al Mediterraneo e all’Europa dell’est) per poter essere valicato facilmente e rifornire, ad esempio, l’Europa occidentale di gas, che la Russia non ci darà più e che gli jiadhisti dell’Isis hanno, recentemente, quasi interamente bruciato in Libia dopo la scomparsa (decretata dagli Usa del Presidente Obama ed eseguita dalla Francia del Presidente Sarkozy) di Gheddafi. Eppure l’UE si è schierata, suicidariamente, contro i suoi vicini di terra e di mare, con i quali commerciava (importando ed esportando) e con i quali non potrà più far affari proprio nel momento del suo maggior bisogno.

I regimi nazionalisti arabo/musulmani e il neo Califfato islamista

La Siria è uno di quei Paesi arabi in cui la religione islamica, sino allo scoppio della guerra di aggressione contro il legittimo potere vigente nel Paese (Assad), era temperata da un potere politico nazionalista laico, non laicista, che concedeva una notevole libertà alle altre confessioni religiose e specialmente al cristianesimo. 

In Medio Oriente e nell’Africa mediterranea vi erano altre Nazioni simili alla Siria che sono state aggredite dagli Usa e dalla Nato, i cui governanti (per lo più dittatori del partito Baath) sono stati uccisi in maniera abbastanza cruenta (v. Saddam e Gheddafi, senza escludere il caso della morte anomala di Arafat) o neutralizzati e defenestrati (Mubarak e Ben Alì).

Il guaio siriano e irakeno è che in questi due Paesi si è installato, a partire dall’aggressione alla Siria iniziata nel 2011, un Califfato o Stato islamista. Il Califfo, per l’islam, è il vicario del Profeta Maometto ed è il capo della comunità musulmana, che nell’islam radicale (o non nazional/popolare o baathista) fa un tutt’uno con la religione coranica (interpretata alla lettera e radicalmente) e con lo Stato, che è teocratico poiché governato dal vicario di Maometto, cioè il Califfo.

Nella Siria del nord e nell’Iraq invaso dall’Isis Abu Bakr al-Baghdadi, dopo aver fondato lo Stato islamico o il Califfato dell’Isis, si è proclamato Califfo. Qui si scorge la differenza essenziale tra Isis e al-Qaeda, che sino a 4 anni or sono era la preoccupazione principale degli Usa e della Nato e di cui ora non si sente più parlare. Infatti Osama bin Laden non era un Califfo, poiché al-Qaeda era solo una rete militare e terroristica messa su per colpire l’occidente. L’Isis invece è uno Stato islamista che vuole esportare l’islam con la spada in tutto il mondo, come iniziò a fare Maometto in persona e il primo Califfo succedutogli nel VII secolo.

L’Isis ha preso forza e struttura improvvisamente e nel giro di pochi mesi finanziata dall’Arabia Saudita[4] e dalle monarchie del Golfo. Gli Usa hanno lasciato fare pensando di far crollare il regime di Assad e di limitare il potere di Putin nel Mediterraneo, anzi di poter pian piano accerchiare la Russia stessa una volta subentrati all’Isis in Siria. 

Usa contro Russia

La mentalità di Putin rappresenta il tentativo della Russia dopo il crollo dell’Urss (1989) di resistere all’americanizzazione, all’occidentalizzazione e quindi alla globalizzazione del mondialismo. È per questo che agli occhi degli Usa e dell’Isis egli deve scomparire. 

Putin insiste sul fatto che un Paese per restare in piedi deve riscoprire la propria origine religiosa (che in Russia è cristiana), la quale dà ai cittadini le basi morali per vivere rettamente. Inoltre non si possono ignorare le proprie tradizioni culturali e storiche, (che per la Russia non sono né atlantiche né islamiche). La forza di una Nazione è intellettuale, morale e spirituale. Essa deve fondarsi su famiglie unite, numerose, moralmente ordinate e religiose.

“Gli Stati Uniti hanno perseguito una politica di potenza planetaria, allontanando la Russia dall’Europa, alleandosi col mondo islamico più tradizionale e combattendone le componenti laiche. Così facendo hanno favorito il dilagare dell’integralismo islamico, hanno rafforzato l’Arabia Saudita e la Turchia, e provocato una vera e propria invasione islamica dell’Europa continentale che oggi, ridotta ad essere una colonia angloamericana, si sta disintegrando”[5].

L’esperienza ci insegna che nei Paesi islamici se viene meno un governo nazionalista, panarabo, laico forte (anche se non laicista e illuminista)esso viene rimpiazzato (spesso con l’aiuto angloamericano e saudita) dall’integralismo ideologizzato e fanatico che poi aggredisce e massacra in primo luogo la popolazione musulmana del Paese occupato e poi gli altri[6].

Il mito della democrazia americana

“Gli Americani hanno sempre creduto nel mito secondo il quale la democrazia è la forma naturale di governo, per cui, quando viene distrutto un regime non democratico, al suo posto sorge spontaneamente una democrazia parlamentare. […]. Con la seconda guerra mondiale ci son riusciti […]. Hanno invece avuto delusioni nei Paesi arabo-islamici, dove son fiorite ovunque dittature […]. Alcuni dittatori li hanno combattuti, distrutti, uccisi, aspettando che al loro posto sorgessero democrazie filo-americane. E invece si son ritrovati delle teocrazie e dei tagliagole. C’è solo un posto dove gli americani non hanno mai pensato di instaurare la democrazia: nei regni petroliferi del Golfo, che dal punto di vista religioso sono integralisti islamici esattamente come i talebani e i seguaci del Califfo. È proprio dall’Arabia Saudita che è partita la propaganda integralista in tutte le moschee del mondo. Nei Paesi del Golfo, invece, il mito si ferma davanti al petrolio. E, di conseguenza, vien da pensare che diverse guerre avessero preso di mira più il petrolio che la democrazia”[7]. 

Il nostro dovere è quello di ricordare che la causa prima dell’invasione islamista radicale del Medio e Vicino Oriente e anche dell’Europa sono state le guerre condotte dagli angloamericani, dalla Nato, da Israele, dall’Arabia Saudita (e ultimamente dalla Turchia di Erdogan[8]) contro la Palestina, l’Iraq, la Tunisia, la Libia e la Siria. 

“Oggi Obama non combatte il Califfato […]. Non si occupa della penetrazione islamista in Libia e nell’Africa nera. La sua ossessione è concentrata sulla Russia. E costringe l’Europa a imporle le sanzioni. L’Europa obbedisce perché non conta nulla, è solo una colonia americana. […]. Gli unici che potrebbero agire in Libia sono gli americani e gli inglesi che, se avessero voluto, avrebbero da tempo messo in moto la Lega Araba, l’Onu e la Nato, per distruggere tutti i barconi degli scafisti libici e creare dei centri africani per proteggere chi fugge dalle guerre, favorendo un’emigrazione razionale”[9].

La Russia putiniana è fondamentalmente cristiana

Ora la Russia nel 1989 si è scrollata di dosso l’ideologia marxista/leninista ed è tornata, con Putin, alle sue radici cristiane, che l’avvicinano culturalmente e spiritualmente all’Europa anche se gran parte della Russia si estende nel continente asiatico. Certamente la vecchia Russia occidentale è molto più vicina alla vecchia Europa della giovane America del nord non solo geograficamente, ma anche culturalmente. Gli Usa non hanno mai fatto parte dell’Europa. L’oceano Atlantico ci separa. Separare la Russia dall’Europa significa indebolire l’Europa ed emarginare la Russia e purtroppo gli Usa e la Nato cercano in tutti i modi di allontanare l’Europa dalla Russia specialmente con la questione ucraina, rafforzando così l’ideologia e la guerriglia del Califfato dell’Isis.

Come mai tanta avversione per la Russia mentre si permette che la Turchia faccia affluire i guerriglieri dell’Isis in Siria, in Iraq e in Libia o soli 350 km dall’Italia, invadendo così l’Europa? Penso perché nel piano del Nuovo Ordine Mondiale gli Usa aspirano al potere totale sul mondo intero. Quindi debbono neutralizzare l’Europa (v. piano Kalergi[10] [qui - qui]) e indebolire, impoverire e se possibile occupare anche la Russia.

Gli americani “si sono appoggiati al mondo islamico; si sono sbarazzati di chi aveva simpatie filo-russe come Mossadeq in Iran, [Arafat in Palestina], Saddam Hussein in Iraq, Gheddafi in Libia e Assad in Siria; hanno appoggiato i mujaheddin afghani nella loro lotta contro i russi e hanno sempre protetto gli Stati islamisti più integralisti e più ricchi, come l’Arabia Saudita, il Qatar e Abu Dhabi. Non hanno fatto nulla contro il Califfato e insieme ai loro amici della Lega Araba lo lasciano avanzare in Libia e in Africa. […]. Focalizzando l’Europa contro la Russia le hanno impedito di organizzarsi contro l’invasione islamica che viene dall’Asia e dall’Africa. Sì, l’Europa continentale, senza autonomia, senza governo, senza esercito, è stata sacrificata dagli americani agli interessi arabo-islamici”[11].

Conclusione

Purtroppo l’Europa, avendo smarrito la sua identità, si trova come un vaso di coccio in mezzo a due vasi di ferro (americanismo e islamismo) e imita pappagallescamente o l’americanismo o l’islamismo radicale. Essa deve ritrovare le sue origini, le sue radici, la sua anima per tornare ad essere se stessa e non lo scimmiottamento dell’occidente atlantico o dell’oriente islamico. 

Ci troviamo di fronte ad un bivio: o tornare alle nostre fonti (la cultura greco-romana e cristiana patristico-scolastica), oppure seguire come un gregge la moda dominante sia essa americanista o islamista radicale. Un autore di origine israelitica e di tendenza socialista, ma che conosce molto bene la storia medievale, Jacques Le Goff, ha scritto: “l’Europa risorgerà solo se terrà conto della sua storia: un’Europa senza storia sarebbe orfana. Poiché l’oggi discende dallo ieri e il domani è il frutto del passato. L’avvenire deve poggiare sull’eredità che sin dall’antichità hanno arricchito l’Europa”.

Per cui, a mo’ di conclusione, quando si parla di vicino/medio oriente, di mondo arabo e di islam, occorre distinguere - per non cadere nell’irenismo confusionario e pasticcione o nel semplicismo falsario - 
  1. la religione musulmana originaria, che nega la divinità di Cristo e la Trinità delle Persone nell’Unità della Natura divina (ed è inconciliabile teologicamente con il Cristianesimo) dalla cultura “araba”; 
  2. questa non è la “barbarie”, ossia il “beduinismo” rozzo e ignorante[12] o il “jihadismo” feroce e militante, come i sionisti e i neocon vorrebbero farci credere, ma essa ha avuto notevoli pensatori e scuole di pensiero letterario, scientifico, filosofico e teologico;** 
  3. inoltre vi è un islam nazionalista, sociale, moderno e contemporaneo, che non è solo “scimitarra conquistatrice”, ma è moderatamente “tollerante”[13] verso le altre culture e religioni, specialmente il Cristianesimo; questo tipo d’islam è sorto anche come reazione allo spezzettamento voluto dall’Inghilterra e dalla Francia della penisola arabica (dopo il crollo dell’impero ottomano) a favore del colonialismo prevalentemente affaristico/materialistico anglo/francese e del sionismo, cui nel 1917 la Gran Bretagna promise una “casa nazionale” in Palestina e al quale fu concesso uno Stato nel 1948 da Stalin e dagli Usa, che ha svolto una vera e propria “pulizia etnica” nei confronti degli “arabi” o non-ebrei ed è l’origine della rivolta del mondo arabo anche “laico” contro il mondo atlantico/sionista. In breve, arabo non è sinonimo di barbaro/aggressore e giudeo/americanismo calvinista non è sinonimo di civiltà o cultura apportatrice di pace e libertà. 
d. Curzio Nitoglia
Note di Chiesa e post-concilio. 
* Perché vi sostituisce quello di Umma o comunità dei credenti, dei musulmani. Integro l'analisi di don Curzio della contrapposizione islam-nazione con questo passo, tratto da un Dossier di "Le Monde Dipolomatique" del 1981, tradotto in it., intitolato "Frontiere dell'Islam". A p. 27, spiega perche' Khomeini negasse il concetto stesso di nazione.
"Di fronte al montare delle rivendicazioni autonomiste dai quattro angoli dell'Iran, l'imam [Khomeini] oppone un rifiuto categorico. Questo rifiuto deriva dalla sua ideologia politica che nega il concetto di nazione, sostituendogli quello di Umma (Comunità dei credenti) per la quale non esiste frontiera. Conta soltanto il "popolo musulmano": un blocco monolitico sottoposto alle sole leggi dell'Islam. Di conseguenza, l'obiettivo dell'imam e' quello di realizzare "l'unita' della patria islamica, spezzata dall'imperialismo e dai complotti dei governanti dispotici, assetati di potere, che hanno diviso la comunità musulmana trasformandola in più nazioni separate". Respingendo dunque in seno a questa comunità l'esistenza di nazioni, l'imam non può ammettere a fortiori l'autonomia politica rivendicata dalle etnie non persiane. Le loro esigenze sono quindi considerate come "anti-islamiche", come facenti parte del "complotto imperialista che mira a dividere la comunità dei credenti". 
Khomeini era sciita ma sul punto ragionava come i sunniti. La forma politica migliore che si adatta all'Islam è in realtà quella dell'impero, che deve tendenzialmente ricomprendere tutto il mondo. Accanto al "mondialismo" del capitalismo finanziario "liberal", distruttore dei costumi, c'è dunque anche il "mondialismo" dei maomettani, che non è esattamente la stessa cosa, anche se i due sembrano al momento provvisoriamente alleati.  (Historicus)

** L'apporto della filosofia islamica nella configurazione della civiltà occidentale, che possiamo far risalire ad alcune traduzioni e commenti di opere filosofiche greche, rischia di essere gonfiato per motivi politici. Perfino i numeri arabi sono di origine indiana. Peraltro molto si è discusso sul contributo di Averroè o di quello di Avicenna, ad esempio, con la sua "trasmissione" delle opere di Aristotele. Questa sarebbe comunque avvenuta per via bizantina (e comunque Avicenna le conobbe grazie alle traduzioni in arabo di monaci siriaci). E non dimentichiamo che sia Avicenna che Averroè sono considerati "eretici" dalla maggior parte dei teologi islamici.
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1. Non si dimentichi che a Yalta gli Usa nel 1945 vollero dividere il mondo in due tronconi per spartirselo meglio. Da una parte quello occidentale del “patto atlantico” sotto l’egida anglo-americana e dall’altra parte quello orientale del “patto di Varsavia” sotto l’egida dell’Urss staliniana. L’America allora (siccome i tempi non erano ancora maturi) aveva bisogno della “guerra fredda” per mantenere l’Europa sotto di sé con la scusa dello spauracchio comunista, che si reggeva in piedi solo grazie ai finanziamenti statunitensi. Oggi gioca la carta dell’islamismo radicale - per manipolare le simpatie a favore d’Israele e degli Usa - che quanto alla bassa manovalanza dei guerriglieri è anti-americano, ma quanto ai loro capi (i Saud) è totalmente asservito a Israele e agli Stati Uniti, come al tempo di Gesù i Sadducei erano asserviti a Roma, pur essendo l’aristocrazia della classe sacerdotale del Tempio di Gerusalemme.Cfr. P. Sensini, Libia 2011, Milano, Jaca Book, 2011.
2. Cfr. la dichiarazione del Premier polacco, che il 1° settembre del 2014 ha paragonato Putin a Hitler, il quale invase la Polonia il 1° settembre del 1939. Dunque Putin va distrutto adesso, senza perdere tempo, come gli Alleati fecero allora, con qualche esitazione, con Hitler.
3. Tranne qualche tentativo di smarcamento sino agli anni Sessanta/Settanta da parte di Francisco Franco, di Antonio Salazar e di Charles De Gaulle, che oggi - in Spagna, Portogallo e Francia - è stato totalmente soffocato. 
4. Che ha fatto costruire moschee e ha inviato gli imam e i propagandisti wahabiti in tutto il mondo per islamizzarlo prima con la propaganda e poi con la spada. Usa e Europa hanno lasciato fare, anzi hanno contribuito alla costruzione delle moschee (come è avvenuto a Roma) e al tempo stesso hanno combattuto i regimi nazionalistici di Saddam, Ben Alì. Gheddafi, Mubarak e Assad. Purtroppo dopo il Concilio Vaticano II il modernismo e l’ecumenismo radicale penetrati in ambiente cattolico hanno contribuito a questa invasione islamica dell’Europa, oramai priva di valori, di tradizioni e di radici culturali e spirituali. 
5. F. Alberoni, Tradimento. Come l’America ha tradito l’Europa, Palermo, Leima, 2015, p. 10. 
6. Il cardinal Louis Pie nel 1859 aveva predetto: “Dio per punire i popoli perversi si serve di popoli ancora più perversi” e dom Prospero Guéranger nel 1858 aveva chiarito che “quando un popolo cristiano si rivolta, mediante l’eresia, contro la divina Rivelazione, Dio lo fa punire da un altro popolo. Il ruolo dell’islam nato in Arabia è questo. Là dove l’eresia non regna non v’è posto per lui. L’eresia delle nazioni cristiane è la vera causa del trionfo dell’islam”. 
7. F. Alberoni, Tradimento. Come l’America ha tradito l’Europa, Palermo, Leima, 2015, p. 92.
8. Che si sta re-islamizzando ed ha favorito e sostiene tutt’ora il Califfato dell’Isis in funzione anti-russa e anti-siriana. 
9. F. Alberoni, Tradimento. Come l’America ha tradito l’Europa, Palermo, Leima, 2015, p. 90.
10. Il Piano Kalergi (Cfr. G. Honsik, Adiòs, Europa – El Plan Kalergi (Barcellona, Editorial Bright-Rainbow, 2005) consiste essenzialmente nella distruzione totale della Vecchia Europa, iniziata con la prima guerra mondiale, seguitata con la seconda e terminata con l’Europa Unita (2000) di Bruxelles e l’invasione di massa di milioni di musulmani provenienti dall’Africa (2015). Kalergi aveva scritto che occorreva mischiare i popoli e le etnie europee con quelle asiatico/slave (ciò è avvenuto nel 1990 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II) e africane ( e nel 2013-15 sotto Francesco I). Il kalergiano ex Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) G. Brock Chisholm ha dichiarato: “tutti dovranno praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti in vista di creare una sola razza in un mondo unificato e dipendente da un’autorità centrale” (USA Magazine, 12 agosto 1955). 
11. F. Alberoni, Tradimento. Come l’America ha tradito l’Europa, Palermo, Leima, 2015, p. 99-100.
12. Etienne Gilson ha scritto: «la filosofia medievale in occidente ha avuto un ritardo di circa un secolo su quella delle corrispondenti filosofie arabe e ebraiche. […]. La speculazione ellenica beneficiò della diffusione della religione cristiana in Mesopotamia e in Siria. La “Scuola di Edessa” Mesopotamia, fondata nel 363 da sant’Efrem di Nisibis in Siria (306-377), insegnava Aristotele. […]. Quando la “Scuola di Edessa” fu chiusa, nel 489, i suoi professori passarono in Persia. […]. Nel momento in cui l’islamismo sostituisce il cristianesimo in oriente, il ruolo dei Persiani come agenti di trasmissione della filosofia ellenica appare con perfetta chiarezza. […]. I lavori di Aristotele vengono tradotti direttamente dal greco in arabo . Così le scuole siriache sono state l’intermediario attraverso il quale il pensiero di Aristotele è giunto agli Arabi, poi agli Ebrei e quindi ai filosofi della Cristianità. […]. I filosofi arabi sono stati maestri dei filosofi ebrei, la cultura arabo-musulmana ha gettato nella cultura ebraica del medioevo un pollone estremamente vivace e vigoroso» (La filosofia nel Medioevo, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1973, p. 414-416 e 444). 
13. Non si deve equivocare, l’islam moderato e nazionalista non concede la “libertà” e l’equiparazione alle altre religioni, ma semplicemente le “tollera” senza distruggerle come vorrebbe l’islamismo ideologico radicale. 

22 commenti:

  1. http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/02/14/il-fronte-unico-modernista-che-umilia-i-suoi-nemici-ha-un-capo-il-papa___1-v-138256-rubriche_c178.htm

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  2. Riflessione di Padre Gheddo
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ognuno-si-chieda-chi-e-per-me-gesu-cristo-15251.htm

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  3. Altri tempihttp://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1943/documents/hf_p-xii_spe_19430313_quaresimalisti-roma.html

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  4. SANT'ATANASIO E LA CHIESA DEL NOSTRO TEM­PO - S. E. RUDOLF GRABER Arcivescovo di Ratis­bona (Germania), 1973 http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/sant'atanasio%20e%20la%20chiesa%20del%20nostro%20tempo-sul%20modernismo.htm

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  5. Alla ricerca di Filippo: intervista alla TV di Galantino

    http://ilsismografo.blogspot.it/2016/02/italia-eugenio-scalfari-ho-cercato-dio.html#more


    Dal sermone domenicale, un lapidario avvertimento:

    "Così l'incidente è chiuso. È augurabile che Bagnasco privilegi la preghiera e tenga conto che se la retroguardia non solo cerca di rallentare i processi di cambiamento in corso nella Chiesa ma addirittura si inoltra su un percorso completamente diverso, allora volutamente esce da questa Chiesa missionaria e sinodale."
    http://www.repubblica.it/politica/2016/02/14/news/eugenio_scalfari_einstein_renzi-133389860/?ref=HRER2-1

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  6. [Off-topic]

    Saranno vere queste informazioni:

    "Assai istruttivo, per questo, può essere l'articolo del barone Giorgio von Hertling, pubblicato nel Hoch­land, col titolo: « Idies réformatrices romaines » 3. Nell'introduzione, egli espone: «Tra le carte, tro­vate, dopo la morte, del vescovo Ketteler di Ma­gonza - come afferma il suo biografo P. Pfülf. s. j. - vi era il piano, stilato con fretta, di una ri­forma. Ketteler lo destinava ai Vescovi tedeschi ed intendeva, poi, di promuoverne la realizzazione da parte di Roma: «La riforma dovrebbe abbracciare tutta la Gerarchia, a cominciare dall'elezione del Papa e dalle consuetudini romane, fino ai decani di campagna e ai parroci ». Nel corso dell'articolo, l'Autore dimostra come si doveva incominciare la critica e la riforma e ciò di cui si doveva tener conto. «Una critica che sa solo borbottare, che mina la fi­ducia nella buona volontà delle persone rivestite di autorità, che giudica con disprezzo le Istituzioni, che esagera i mali reali o immaginari, è ancora più no­civa nell'ambito ecclesiale che in quello statale. Il sag­gio solo non vi si perde, perché sa fare le distinzioni tra l'ideale e la realtà, tra le cose giuste e quelle desiderabili e le loro possibili realizzazioni tra gli uomini. Non dispera della verità della dottrina della salvezza cristiana, anche se esperimenta che qua e là vi sono pratiche superstiziose che la deformano e preti indegni che la disonorano e ne abusano per vile interesse. Sa che i legami che ci uniscono alla Tradi­zione, venuta dai Padri, sono fortissimi e che riesce difficilissimo l'abolire usanze sanzionate ormai dalla Storia; usanze che hanno il diritto all'esistenza, sia per l'origine che per l'abitudine acquisita. Ma non tutti se ne rendono conto; anzi, una tale visuale manca del tutto alla massa. Inoltre, la vita del mondo moderno segue, in gran parte, delle vie aliene alla fede cristiana sovrannaturale, per non dire che le sono ostili. Ecco perché gli uomini indecisi, titubanti e di poca fede, vengono subito soverchiati, senza avere alcuna possibilità di difesa contro le forti ac­cuse a personaggi ecclesiastici, o per le critiche spie­tate che si levino all'interna della Chiesa stessa e di Istituzioni esistenti o tollerate nel suo seno. L'ultimo legame che li teneva ancora attaccati alla Chiesa, così, si è spezzato. Credono di potere, ormai, con­dannare, indistintamente, tutta quanta la pietà cat­tolica, soltanto perché stupide invenzioni di devoti sciocchi l'hanno messa in ridicolo. Perché dico tutto questo? Perché vorrei esprimere la mia convinzione che la persona che vuole criticare o riformare la Chiesa non dovrebbe uscire in pubblico se non si sente sicura di avere forza e volontà per migliorare davvero le cose che le sembrano bisognose di riforma, o, almeno, di sottomettere i suoi dati e le sue pro­poste alle Autorità competenti. Altrimenti, con tutta la buona volontà, finirà con lo scandalizzare i pic­coli e col fare piacere ai nemici»".

    SANT'ATANASIO E LA CHIESA DEL NOSTRO TEM­PO - S. E. RUDOLF GRABER Arcivescovo di Ratis­bona (Germania), 1973 http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/sant'atanasio%20e%20la%20chiesa%20del%20nostro%20tempo-sul%20modernismo.htm

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  7. Leggendo articoli come questo si è colti da opposti sentimenti:

    -da una parte il capitolo 21 di San Luca o Matteo 24,6-8
    -dall'altra un ringraziamento a Dio: esistono ancora tracce di autonomia di giudizio.

    Ognuno di noi è una cellula malata di un corpo malato.
    Singolarmente possiamo sapere che esiste La Cura e conosciamo Il Medico.
    Tuttavia ognuno di noi è in un tessuto in cui le altre cellule non lo credono.
    E c'è chi va a farsi curare "in America", chi con l'agopuntura e chi dal chiromante.

    Dietro ogni titolo (America, Russia, Siria, Arabi, Israele, Europa...) ci sono velleità tissutali e le vicende di singole cellule.
    Per certe appendici è triste diventare appendiciti e sviluppare una peritonite che infiamma anche gli organi vicini e rischia di far morire tutti...

    Più che sembrare una situazione da "luminari" (illuministi e illuminati, laici o laicisti) mi sembra ormai una situazione da santuari. Si parte pellegrini e malati, sofferenti ed offerenti, attaccati alla fede e anche a una flebo. Si prega.
    E si attende il miracolo. Chiedendo intanto, nell'attesa, fortezza.
    E la carità di infondere speranza, perché la carità prevalga sulle peggiori tentazioni. C'è solo da guardare a Cristo crocifisso.
    Ogni altra prospettiva giustificherebbe ciò che non ci farebbe seguire quella via.

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  8. Da scolpire nella mente e nel cuore la conclusione di tralcio...

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  9. ringrazio Don Curzio per la chiarezza..e Tralcio

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  10. Quello che è vietato far vedere

    http://terrarealtime2.blogspot.it/2016/02/i-media-hanno-ordini-di-non-far-vedere.html?m=1

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  11. Sdramatizziamo un po'14 febbraio, 2016 11:25

    Neppure poi tanto:

    http://nexusedizioni.it/it/CT/il-confronto-tra-peppa-e-masha-resta-disarmante-4996

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  12. @ Perche' l'Islam nega il concetto di nazione, etc.

    Perche' vi sostituisce quello di Umma o comunita' dei credenti, dei musulmani. Integro l'analisi di don Curzio della contrapposizine islam-nazione con questo passo, tratto da un Dossier di "Le Monde Dipolomatique" del 1981, tradotto in it., intitolato "Frontiere dell'Islam". A p. 27, spiega perche' Khomeini negasse il concetto stesso di nazione.
    "Di fronte al montare delle rivendicazioni autonomiste dai quattro angoli dell'Iran, l'imam [Khomeini] oppone un rifiuto categorico. Questo rifiuto deriva dalla sua ideologia politica che nega il concetto di nazione, sostitutendogli quello di Umma (Comunita' dei credenti) per la quale non esiste frontiera. Conta soltanto il "popolo musulmano": un blocco monolitico sottoposto alle sole leggi dell'Islam. Di conseguenza, l'obiettivo dell'imam e' quello di realizzare "l'unita' della patria islamica, spezzata dall'imperialismo e dai complotti dei governanti dispotici, assetati di potere, che hanno diviso la comunita' musulmana trasformandola in piu' nazioni separate". Resingendo dunque in seno a questa comunita' l'esistenza di nazioni, l'imam non puo' ammettere a fortiori l'autonomia politica rivendicata dalle etnie non persiane. Le loro esigenze sono quindi considerate come "anti-islamiche", come facenti parte del "complotto imperialista che mira a dividere la comunita' dei credenti".
    Khomeini era sciita ma sul punto ragionava come i sunniti. La forma politica migliore che si adatta all'Islam e' in realta' quella dell'impero, che deve tendenzialmente ricomprendere tutto il mondo. Accanto al "mondialismo" del capitalismo finanziario "liberal", distruttore dei costumi, c'e' dunque anche il "mondialismo" dei maomettani, che non e' esattamente la stessa cosa, anche se i due sembrano al momento provvisoriamente alleati.
    La pur valida analisi di D. Curzio mi sembra tuttavia semplifichi un po' su alcuni punti. Quando fu attaccato Gheddafi, la Germania si tiro' fuori, non prese parte alla campagna. Vedere Sarkozy come uno che prende ordini da Obama come uno scolaretto, non e' accettabile: la Francia aveva e ha la sua politica espansionistica in Mediterraneo e Sarkozy smaniava dalla voglia di agire in proprio, come poi fece. Berlusconi cerco' di resistere e poi cedette alle pressioni "alleate". Obama ha fatto fare migliaia di bombardamenti mirati contro l'Isis ma solo dopo l'indignazione internazionale per la barbarie di quest'ultimo, bombardamenti che servono a poco, ed e' certamente vero che sembra stargli piu' a cuore la caduta di Assad che la distruzione dell'Isis. Nell'asserita riconquista di Ramadi contro l'Isis, gli irakeni sono stati efficacemente appoggiati dall'aviazione americana.
    La colpa dell'Europa e' stata quella, a mio avviso, di non appoggiare la proposta russa iniziale: soluzione politica in Siria, che consentisse una onorevole via d'uscita ad Assad, seguita da una alleanza russo-americana tipo II gm per distruggere rapidamente l'Isis. (Negli USA incombono le elezioni, O. non manda truppe in Irak anche per motivi elettorali). Historicus

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  13. Ammazza quanto avete scritto in questi ultimi tempi......Tralcio è sempre fondante nei suoi scritti, noto qualche muso lungo di troppo, sono inchiodato a letto da una terribile forma influenzale con tanto di lombosciatalgia da far vedere le onde gravitazionali anche senza sofisticati strumenti astronomici, penso che sia il redde rationem finale, per tutti. Punto. Un saluto particolare a Rosa, grazie, appena torno in pista ricomincerò lo scouting. Buona domenica a tutti. Anonymous.

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  14. Articolo chiarissimo. Ovviamente questi dati di fatto e questi ragionamenti non compariranno sui giornali e TV del regime globale che di cui sono uno degli strumenti fondamentali. Oltre alle manipolazioni e falsificazioni orwelliane questi scempi, queste carneficine sono ammantate di ipocrisia. Roba da far impallidire i sepolcri già imbiancati. Basti dire che tra i sodali e riveriti alleati dell'"Occidente" liberatore & esportatore di "democrazia" vi è l'efferato regime saudita che, oltre a ridurre in schiavitù e angariare in ogni modo la manodopera straniera, decapita perfino gli oppositori diciassettenni. Senza che l'Occidente, ne l'ONU, nè la UE si schifino o vogliano esportare la democrazia anche lì. Quanto all'Europa non va vista come soggetto autonomo ma solo come un governatorato dei Poteri Globali che manganella dakapo' del lager chi non si adegua come per esempio, oltre a Putin, Orban. Poteri Globali che poi sono gli stessi che oltre alle carneficine esportano teorie gender nozze omo immigrazionismo liberismo saccheggiatore ecc. ecc.
    Miles

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  15. @ hr e Mic: scuate, ma il link postato non conduce alla fonte di questo allucinante passo : "Così l'incidente è chiuso. È augurabile che Bagnasco privilegi la preghiera e tenga conto che se la retroguardia non solo cerca di rallentare i processi di cambiamento in corso nella Chiesa ma addirittura si inoltra su un percorso completamente diverso, allora volutamente esce da questa Chiesa missionaria e sinodale."
    Potreste dirmi comte rinracciare questa fonte? sono per caso parole di Galantino? oppure di Bergoglio? mi piacerebbe molto saperlo. Se è come temo, allora bisogna proprio uscirci da "questa Chiesa missionaria e solidale" (con Belzebù, sì, non certo con NSGC). Grazie.

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  16. Buona Domenica e auguri di pronta guarigione ad Anonymous. :)

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  17. Per Catholicus,
    il passo che citi è contenuto nell'articolo a questo link:

    http://www.repubblica.it/politica/2016/02/14/news/eugenio_scalfari_einstein_renzi-133389860/?ref=HRER2-1

    Mi pare evidente che le parole appartengono all'autore, Eugenio Scalfari.

    Se è come temo, allora bisogna proprio uscirci da "questa Chiesa missionaria e solidale"

    Che significa "uscire" dalla Chiesa? Noi "resistiamo", non usciamo. Facciamo attenzione all'uso dei termini. C'è chi potrebbe equivocare.

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  18. Buona domenica a tutti, in particolare a Mic e ad Anonymous.
    Anon, verbesser schnell. che ci manchi.
    Un abbraccio,
    R.

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  19. OT. Décevant, très décevant, le dernier papier de Sandro Magister : "Sull'abbraccio tra Francesco e Kirill c'è l'ombra di Putin".
    Après l' "autocrate" Poutine, le "despote" Assad…
    C'est qui qui parle ? C'est Kerry ?
    Bref, le blocage.
    Comme avec les lefebvristes "schismatiques"…
    On ne se refait pas… L'âge, peut-être ? Dommage !

    Heureusement, il nous reste Blondet.

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  20. "Oggi la Chiesa ti fa quasi sentire in colpa se tu affermi la tua identità. Ci stiamo abituando a non prendere la parola: per favore santità, cardinali, preti di ogni ordine e grado, un po’ più di coraggio!".
    Marcello Pera

    "Ai miei preti a Ferrara sono arrivato a dire: se andiamo avanti così direte che i martiri erano degli sfortunati perché non sono stati capaci di dialogare".
    Mons. Luigi Negri

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  21. Raoul,
    souvennez-vous que Magister écrit pour le groupe Espresso-Repubblca, et on connait très bien qui est le patron.
    Il peut librement écrire sur l'Eglise, mais s'il s'agit de parler de politique, et surtout du Moyen Orinet, le chemin est très étroit e surveillé.
    Rr

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  22. "Ai miei preti a Ferrara sono arrivato a dire: se andiamo avanti così direte che i martiri erano degli sfortunati perché non sono stati capaci di dialogare".
    Mons. Luigi Negri

    Belo pensiero di Mons. Luigi Negri. Io me faccio una domanda (che in altri tempi sarebbe facile rispondere):

    Oggi quali sono gli nemici della Chiesa?

    Domanda difficile da rispondere, no?

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