Interessante e importante segnalazione dal blog di Giuliano Guzzo. Ho scritto molto sulla 'realtà virtuale'. Ripescherò e aggiornerò quei testi per approfondire insieme.
clicca sull'immagine per ingrandire (a me fa impressione...) |
L’immagine di Mark Zuckerberg che, durante la presentazione del nuovo Galaxy S7 a Barcellona, in Spagna, passeggia sorridente accanto ad una folla di persone senza sguardo, con gli occhi rapiti da una maschera tecnologica talmente avvolgente da sembrare fissata nella loro testa, ha suscitato inquietudine un po’ tutto in tutto il mondo. Tanti, infatti, hanno visto in quella estesa platea coi visori una cartolina del futuro tremendamente simile a quello immaginato da Orwell, una sorta di involontario set cinematografico per un film distopico. D’altra parte lo stesso fondatore di Facebook ci ha messo del suo con affermazioni che, in quella occasione e ancorché accompagnate da un sorriso, hanno assunto quasi il tono di una minaccia: «La realtà virtuale è la piattaforma del futuro. Cambierà le nostre vite». Esagerazioni? Timori infondati? Sbagliato farsi terrorizzare da quella platea spensieratamente senza volto? Certamente il panico non aiuta e sarebbe eccessivo lasciarsi andare a considerazioni catastrofiste. Tuttavia credo che quanto accaduto a Barcellona debba pur stimolare una qualche riflessione. A me ne vengono in mente almeno tre.
La prima è che la foto della platea coi visori non mostra un Grande Fratello che controlla gli individui, ma individui che – senza manette, ma liberamente – sembrano connettersi ad una sorta di Grande Fratello. La differenza è fondamentale: nel primo caso si tratta di una dittatura che scoraggia il dissenso, nel secondo di una venutasi a creare dalla sua assenza. E’ dunque anzitutto l’omologazione – ben prima della tecnologia che, in realtà, non fa altro che sfruttarla ed ampliarla – a dover preoccupare chiunque abbia a cuore le sorti di un mondo democratico. C’è inoltre a da sottolineare – considerazione numero due – che quanto accaduto alla presentazione del nuovo Galaxy S7 non riguarda il futuro ma il presente. Questo significa che coloro che testano nuove e inquietanti maschere tecnologiche sono gli stessi che prima discutevano al bar uno accanto all’altro e che dopo son rientrati ciascuno a casa propria. In altre parole, la foto di Barcellona prima che una minaccia è un ammonimento perché ritrae una situazione che, di fatto, già esiste e a fronte della quale sarebbe irresponsabile, credo, minimizzare spiegando che quella, in fondo, è solo una foto.
Terzo pensiero: «la realtà virtuale» di cui con tanto entusiasmo parla Mark Zuckerberg, semplicemente, non esiste e non esisterà mai: si tratta infatti solo della realtà di sempre organizzata secondo nuovi strumenti, nuovi scenari, nuovi equilibri. Il tempo che una persona potrà trascorrere col visore addosso è identico – per valore ed estensione – a quello che oggi può trascorrere davanti al pc o fissando lo smartphone; è cioè lo stesso, insostituibile tempo che uno potrebbe impiegare praticando sport, leggendo, andando a trovare un amico. Non c’è dunque un po’ di vita virtuale che non ne tolga un po’ di quella autentica. A tal proposito, mi sovviene la scena finale di un film che ritengo un capolavoro, Vanilla Sky (2001), con il protagonista – interpretato da Tom Cruise – il quale, accortosi di essere immerso in un’esistenza splendida ma irreale perché “acquistata” insieme ad una procedura di ibernazione, pronuncia queste parole: «Voglio vivere una vita vera, non voglio più un sogno». Ora, credo faremmo bene tutti a riflettere su questa frase. Perché per quanto bello e incredibile e stupefacente sia il «sogno» che già oggi tentano di venderci e che domani sembrerà irrinunciabile, l’alternativa rimane comunque unica e senza prezzo: una vita vera.
La vita vera è quella della foto. Il futuro è quello, piaccia o non piaccia. Se non ti piace puoi disconnetterti, ma sei tagliato fuori e non hai più vita.
RispondiEliminaLa vita vera è quella del presente; ma quella concreta, non virtuale. Altrimenti non c'è futuro o tutto resta "sogno". Il sogno NON è VITA.
RispondiEliminaPiuttosto la domanda è: si può essere connessi (alle reti virtuali) senza esserne dipendenti o fagocitati?
RispondiEliminaCon la consapevolezza che essere "connessi" in rete è solo la scimmiottatura della vera "connessione" che è "comunione". Ma qui coinvolgiamo lo spirito che, lungi dall'essere immaginario, è estremamente Reale. E, se siamo "connessi" con lo Spirito del Signore Risorto, lo dimostra la trasformazione del nostro cuore nel quotidiano concreto vivere e relazionarci con le persone e con gli eventi.
Se già la maggior parte della gente non pensa più all'anima, perché facilmente si distrae con calcio, spettacoli, videogame, Facebook, e quant'altro, figuriamoci con una realtà virtuale a 360 gradi dove adesso potrai essere a Londra e due istanti dopo al centro di New York. La gente in questo modo non penserà proprio più a nulla, è allora si che accetteranno volentieri il marchio della bestia. Ecco perché questa maschera non va assolutamente comprata, e nemmeno accettata anche se ce la regalassero o ci promettessero che con essa si realizzerebbero i nostri sogni. Con gli smartphone siano al limite, con la maschera andiamo oltre.
RispondiElimina"Se non ti piace puoi disconnetterti, ma sei tagliato fuori e non hai più vita. "
RispondiEliminaMa tagliato fuori da cosa? Di che vita parla l'anonimo e simpatico troll delle 11h22'?
Ma l'anonimo e simpatico troll delle 11h22 pensa che i padroni attuali del mondo che gestiscono finanza, guerre, crisi economiche, rivoluzioni ed epidemie siano quei legumi che vediamo nella foto, sempre connessi con non si sa che cosa gestito da non si sa chi?
E` come pensare che nel '43 per “vivere la II guerra mondiale” da protagonisti bisognasse star sempre attaccati ai giornali invece di muover capitali, propaganda ed eserciti (o invece di scappare in rifugio se ti trovavi dall'altra parte della barricata durante i bombardamenti) o che per “vivere il '68” gli studenti e la polizia, che si fronteggiavano, dovessero stare sempre attaccati alla TV invece di, rispettivamente, sgranare cubi di porfido dai boulevard di Parigi i primi e di pararsi in tenunta anti-sommossa i secondi...Ma perpiacere.
A me poi quelli che fan piú paura non sono i legumi connessi a tutto tondo, i quali tutto sommato sono vittime, ma sono quelli che stanno dall'altra parte del filo!
Quelli si che NON “vivono la vita” perpetuamente connessi!
E guardacaso quando Giovanotti ha parlato all'universitá di Firenze il 3/6/2015 della riunione segreta (summit di sicilia 7 agosto 2014) “organizzata da una delle piu grandi aziende del mondo (che sia proprio "FESS-book"?)...di internet” ha specificato che la riunone tra gli 80 convocati piu importanti del mondo si é svolta a porte chiuse “senza nemmeno la connessione internet”.
Ergo, affermare che "Se non ti piace puoi disconnetterti, ma sei tagliato fuori e non hai più vita. " é come dire che non sei pescatore se... non ti attacchi perpetuamente all'amo! All'amo, fino a prova contraria, ci si attacca sempre il pesce e non il pescatore.
Infatti, Maccabeo, Zuckenberg, gran furbone, non e' mica un legume. Lui, e quelli come lui ( cugini di quelli che avrebbero volentieri fatto fuori Orwell in Spagna) col virtuale ci fanno miliardate di soldi veri, non virtuali, e la maschera 3D non se la mettono mica.
RispondiEliminaRr
E’ la coscienza a saper distinguere tra il peccato e la virtù. L’uomo ha una facoltà volitiva (il cuore) in cui possiamo scegliere, tanto più liberamente quanto meno siamo condizionati e perciò incapaci di resistere alla tentazione.
RispondiEliminaIl peccato del nostro secolo è la perdita del senso del peccato (Pio XII). L'avere una coscienza che abbia perso sensibilità: invece di essere come la superficie dell’occhio, sulla quale persino un frammento di ciglia provoca dolore e una reazione per pulirsi e vederci, siamo come la pelle del sedere del rinoceronte; scorza dura, insensibile a gravami ben più grossi di un frammento di ciglia…
La cultura contemporanea attenua il senso del peccato, perciò attenua il senso di Dio, tuffandoci in un ambiguo e contundente “fare” + “produrre” + “consumare”. Un antropocentrismo secolarizzato senza più alcun riferimento ad un Assoluto capace innanzitutto di ridimensionarci e dare il senso delle proporzioni a follie e deliri prodotti dalla fantasia e dalle voglie. Non è vero che “l’importante è fare del bene”… Dipende. Il culto del fare può portare a un “bene” tutto da dimostrare. Inseguendo il piacere consumiamo tutto, persino l’idea di un “fare” qualcosa “per Dio”, ridotto a sentimento e usato. Nemmeno lo “stare in pace” in sé è qualcosa di “buono”: Gesù sarebbe forse un maestro di yoga? E la croce? Chi ce l’ha messo Gesù là sopra? Si è forse suicidato visto che nessuno ne ha colpa?
E la preghiera non è un narcisismo aggiunto, per "stare bene" ,addirittura con l’intento di piegare Dio a noi, il “dio-tappabuchi”, il “dio-cerotto”… l’amuleto.
Chi di noi ha chiaro, almeno un minuto al giorno, di poter perdere la propria anima? Eternamente? E se mi pongo la questione, come difendo la mia anima dai rischi? La proteggo dai peccati? Avrei un senso del peccato; e un senso di Dio, offeso dal mio peccato. Avrei una sensibilità morale e una coscienza non anestetizzata… Chiederei davvero perdono al Signore dei peccati commessi e farei propositi concreti di non ricascarci. Attiverei la mia volitività, da uomo libero, che sa la posta in gioco, lotta e sceglie. Altrimenti il peccato si riduce (al massimo) a qualcosa che offende l’uomo. E se siamo tutti d’accordo che non ci offendiamo, non è più peccato. Ecco l’omologazione. Non siamo più liberi e la coscienza sensibile come un fondoschiena di rinoceronte.
L’uomo che immagini un mondo senza Dio vede ritorcersi contro se stesso le proprie illusioni. L’inganno può essere suadente, ma si trasforma in un campo di concentramento di uguali, ma senza futuro. Tutti un po’ più psicopatici, magari con una “spruzzatina di dio”, come l’origano sulla pizza, ma non più nell’impasto…
La coscienza è l'eco di Dio in noi. Siamo svelati a noi stessi da questo incontro. La libertà senza freni è diabolica: mi toglie la capacità di riconoscere una mancanza, mi levo ogni responsabilità oppure ne rimango schiacciato. E’ il mondo dei cerebrolesi, tanto siamo condizionati da un inganno che ci dice più liberi! L’etica che relativizza ogni norma morale è una menzogna inventata a difesa della pratica di peccati non più ritenuti tali e di un illusorio sogno che si rivelerà un incubo.
... segue
Non è che non si abbiano le facoltà di saperlo, ma abbiamo perduto il senso. Non siamo bestie. Siamo esseri umani. Ma quale è il gusto del vivere se tutto si giustifica e se -angosciati- troviamo rifugio in un mondo virtuale (i cui burattinai si fanno esattori)? Il peccato non è una colpa contro una “legge”. La colpa non esaurisce il peccato. Sarebbe un riferirsi a norme… Il peccato riferisce all’Assoluto, al mio destino eterno. Non si può nemmeno comprendere il danno di un’offesa all’uomo se si perde il senso di Dio. Mi riduco a uno sgabuzzino, cuffie e visori. Mi consegno alla "cella", agganciata dal telefonino con annesso "mondo". Non per pregare, ma per essere omogeneo, senza carità per nessuno. Solo. Nemmeno "costretto", come scrive G. Guzzo. E' la MIA volontà.
Foto impressionante. Finzione e manipolazione, vecchi amici. I games 3d sono solo l'esacerbazione del processo: romanzi, cinema, TV...
RispondiEliminaE'la differenza tra drogato e spacciatore (mafia) che non si droga e si arricchisce sulla pelle del drogato.
RispondiEliminaMa non c'è contraddizione tra Anonimo e Maccabeo e dice bene Anonimo, il sistema tende a ridurre il numero dei nuovi "spacciatori"dall'altra parte del filo, con sistemi globali di controllo di massa incruenti, che tendono ad escludere chi non ne fa parte.
La direzione è quella e forse avverrà più presto di quanto sembri.
Il nuovo ordine mondiale trova nuovi modi di dominare e uscirà allo scoperto quano tutti dipenderemo da mezzi facilmente controllabili.
E già lo siamo.
Però dipende dall'uso che se ne fa.
Come dissi,sono ritornato al Padre grazie a siti e blog cattolicib tradizionalisti come questo, tramite internet, cambiando radicalmente la mia vita.
Conversione vera, anche se già cattolico.
Non ci conosciamo e arricchiamo ogni giorno su questo bel blog?
E un grazie a mic è doveroso, lo faro'anche in modo concreto per quel che posso.
Pace e bene
Realtá virtuale è un ossimoro. La realtá è. Il virtuale non è.
RispondiEliminaDiverso è invece la potenza che non è ancora atto ma è comunque.
Ma, ripeto il virtuale non è. E lo dimostra il fatto che in esso e per esso si immaginano cose che non edistono. Però esso prende il tempo (che ci è dato per salvarci) e quindi abbracciando il virtuale si volta le spalle al reale, si abbraccia il non essere, si dice no all'essere.
Marco P
Quello che abbiamo davanti oggi, dunque, in Occidente, è il mondo della non-forma che pretende di diventare modello prevalente sulla forma. È ciò cui tende il Laboratorio per la Distruzione: nulla è più debole della non-forma.
RispondiElimina(Ida Magli)
è l'antecedente diretto del microchip sottocutaneo (fronte o mano) con cui le menti dell'umanità intera saranno pilotate dal Padrone del mondo, già operante negli alti seggi da anni e pronto a manifestarsi sulla scena mondiale.
RispondiEliminaArticolo interessante su cui soffermarsi e parecchio riflettere. Del resto ciò che vediamo in giro oggi è propedeutico dei tempi futuri. Viaggio spessissimo e ho notato per esempio che in poco tempo sono spariti, anche se non del tutto, coloro che amavano dedicarsi alla parole crociate con tanto di matita e gomma al seguito o alla lettura di un buon libro.
RispondiEliminaIn questo gli stranieri che incontro e con cui spesso dialogo, soprattutto le donne, non hanno perso le buone vecchie abitudini e riescono a coinvolgere anche i bambini tenendoli a bada, cosa che "noi" non riusciamo quasi mai a fare. La massa preferisce dedicare il proprio tempo a quei giochetti insulsi che favoriscono l’artrosi alle dita e annichiliscono la mente.
Ahimè non è tutto. Chi desidera rendersi conto già oggi di dove siamo giunti e vuol scoprire che cosa il futuro prossimo riserverà all’umanità e immaginare le devastanti ricadute deve guardare questo filmato, che in modo realistico è stato definito inquietante da far paura e lo è.
http://video.corriere.it/ma-se-atlas-droid-dovesse-arrabbiarsi-nuovo-robot-boston-dynamics-umano-far-paura/478149c8-dae0-11e5-956c-6f7e55711737