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sabato 27 febbraio 2016

Quousque tandem abutere patientia nostra?

Ancora una testimonianza di un lettore. Una profonda riflessione ricca di spunti in grande sintonia con la nostra visione delle cose, utile anche per rafforzarci e corroborarci a vicenda. Lo ringrazio per le cortesi espressioni dell'incipit che infondono coraggio al nostro impegno nonostante le difficoltà disseminate nel cammino. Confidiamo nel Signore e andiamo avanti!

Dopo aver letto e meditato per mesi quanto veniva da voi pubblicato, avendone ricevuto informazioni, educazione ed istruzioni, con timore e riverenza, mi sento in obbligo di esprimervi sincere congratulazioni e di porvi i miei ringraziamenti, perchè il mio spirito sempre attratto "dalla ricerca e mai sazio di discussioni" ha trovato presso di voi di che cibarsi in abbondanza. Perciò, sentendomi attratto dal vostro dialogare, sincero e veritiero, ho trovato il coraggio di prenderne parte con questa riflessione. "Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?"
Si possono pensare invettive o maledizioni più passionali di quelle del grande oratore? Ognuno si risponda e conservi la risposta nell'intimo della propria coscienza. Da parte mia, ho riletto rapidamente tutto ciò che nel corso di questi ultimi tre anni ho scritto sulle opere (intese nel loro insieme di attività umana) del Maior Homo Vaticanus e ne ho dedotto che quella che inizialmente era un'intuizione, provocata semplicemente e direttamente dalla visione dell'espressione del suo volto, quale mi apparve per la prima volta, successivamente si è fortemente costituita come totale antipatia antropologica, nel senso pieno del termine.
Intendo dire che ho constatato in tutta coscienza che per l'attuale vescovo di Roma non ho alcuna simpatia, intesa non nel significato che ad essa attribuivano gli stoici, cioè di interdipendenza tra tutte le parti dell'universo, che fa sì che ogni evento si ripercuota su ogni altra parte del mondo, ma nel significato generico di «inclinazione e attrazione istintiva verso persone, cose e idee», o ancora meglio, come la intendeva Hume, per il quale, essendo un potente fattore di compartecipazione sentimentale tra gli uomini, la simpatia consisterebbe nella «tendenza naturale che abbiamo a simpatizzare con gli altri e a ricevere le loro inclinazioni e i loro sentimenti per quanto diversi siano dai nostri, o anche contrari».

Devo confessare che da tre anni un incubo mi fa soffrire: ecco, nel sonno, ai miei occhi si mostra una Chiesa lussuriosa, che accetta voluttuosa l'abbraccio del Maligno. Ma da sveglio vedo di peggio: la Chiesa si prostituisce al Mondo, mentre il suo reggitore con riso impudico la incita all'amplesso diabolico. Vedo molti suoi membri senza più una salda fede, hanno vergogna di dirsi cristiani, soddisfatti di partecipare ai fasti del mondo. Vedo come sono pochi quelli che intendono essere una comunità di amore e di fratellanza, quelli che non si acquietano a vivere, accettando le verità stabilite dai padroni del momento, quelli che si impegnano a vivere nella Verità, per la quale si è disposti anche a morire, quelli che dopo aver "tentato di imparare tutte le filosofie" hanno poi "aderito alla vera dottrina" così come la confessò il santo Giustino prima di subire il martirio: "adorare il Dio dei Cristiani, che riteniamo unico creatore e artefice, fin da principio, di tutto l’universo, delle cose visibili e invisibili; e inoltre il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che fu preannunciato dai profeti come colui che doveva venire tra gli uomini di salvezza e Maestro di buona dottrina”. Vedo anche come sono pochi quelli che ancora "si amano e sono pronti a sacrificarsi gli uni per gli altri" , allo stesso modo dei cristiani delle primitive comunità, come quelle del secondo secolo, riconosciute anche dai pagani come grandi forze spirituali, fondate sulla certezza dottrinale e sulla purezza della vita morale.

Proprio in quel tempo, visse Tertulliano, l'intransigente  "animatore e tormentatore della Chiesa", che ebbe a soffrire, e non poco, per le contraddizioni che ravvisava nel comportamento dei cristiani. Da un "punto di vista umano si può parlare senz’altro di un dramma di Tertulliano", il quale "per l'invidia e le ingiurie della Chiesa di Roma passò alla setta di Montano". Su questo straordinario apologista, un "vero genio creatore" che "tra la fine del secondo e l’inizio del terzo secolo inaugurò la letteratura cristiana in lingua latina", Papa Benedetto XVI tenne una catechesi, esprimendo queste considerazioni:
"In quei tempi di persecuzione in cui i cristiani sembravano una minoranza perduta, l’Apologista li esorta alla speranza, che – stando ai suoi scritti – non è semplicemente una virtù a sé stante, ma una modalità che investe ogni aspetto dell’esistenza cristiana. Abbiamo la speranza che il futuro è nostro perché il futuro è di Dio. Così la risurrezione del Signore viene presentata come il fondamento della nostra futura risurrezione, e rappresenta l’oggetto principale della fiducia dei cristiani: «La carne risorgerà – afferma categoricamente l’Africano –: tutta la carne, proprio la carne, e la carne tutta intera." (La risurrezione dei morti 63,1).
Qui, si impone una pausa di riflessione. Ci ricordiamo tutti del famoso passo del discorso di Paolo all'Areopago di Atene : "Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: “Ti sentiremo su questo un’altra volta”. Ma, oggi, chi ha ancora fede nella resurrezione della carne?  Cosa crediamo noi moderni di Gesù? Ma soprattutto cosa ci viene insegnato oggi dalla gerarchia della Chiesa? È ancora Gesù salvatore il grande segno di contraddizione su cui la fede cattolica sta o cade? Non sarà forse che si stia affermando la "tendenza a sottomettere la figura di Gesù ai canoni di comprensione della cultura secolare, esaltandolo come uomo insigne e operatore di giustizia, ma offuscando la sua divinità"? Sarebbe in questo caso la vittoria postuma del cardinale Martini, l'insigne esponente della Compagnia di Gesù! Ma per questo Gesù, ci sarebbe qualcuno disposto a dare la vita? Mi chiedo: c'è ancora una Chiesa Cattolica? Sembra di capire che per duemila anni, compresi quelli della mia vita, i cristiani hanno fantasticato e giocato a chi dicesse la fandonia più assurda su Dio, Gesù Cristo e lo Spirito Santo.

Probabilmente, giocava anche Benedetto XVI, quando metteva per iscritto nel suo "L'infanzia di Gesù" queste parole:
"Quindi, è vero ciò che diciamo nel Credo: Credo... in Gesù Cristo, suo (di Dio) unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine? La risposta senza riserve è: sì. Karl Barth ha fatto notare che nella storia di Gesù ci sono due punti nei quali l'operare di Dio interviene immediatamente nel mondo materiale: la nascita dalla Vergine e la risurrezione dal sepolcro, in cui Gesù non è rimasto e non ha subìto la corruzione. Questi due punti sono uno scandalo per lo spirito moderno. A Dio viene concesso di operare sulle idee e sui pensieri, nella sfera spirituale - ma non sulla materia. Ciò disturba. Lì non è il suo posto. Ma proprio di questo si tratta: che cioè Dio è Dio, e non si muove soltanto nel mondo delle idee. In questo senso, in ambedue i punti si tratta dello stesso essere-Dio di Dio. È in gioco la domanda: gli appartiene anche la materia?... Perciò questi due punti - il parto verginale e la reale risurrezione dal sepolcro - sono pietre di paragone per la fede. Se Dio non ha anche potere sulla materia, allora Egli non è Dio. ... il concepimento e la nascita di Gesù dalla Vergine Maria sono un elemento fondamentale della nostra fede e un segnale luminoso di speranza". 
Riprendendo il discorso, ecco di seguito altre considerazioni della catechesi su Tertulliano del Santo Padre Benedetto XVI: 
"Ma una ricerca troppo individuale della verità, insieme con le intemperanze del carattere – era un uomo rigoroso –, lo condussero gradualmente a lasciare la comunione con la Chiesa e ad aderire alla setta del montanismo." "Con il passare degli anni egli diventò sempre più esigente nei confronti dei cristiani. Pretendeva da loro in ogni circostanza, e soprattutto nelle persecuzioni, un comportamento eroico. Rigido nelle sue posizioni, non risparmiava critiche pesanti, e inevitabilmente finì per trovarsi isolato." "Nelle opere dell’Africano si leggono numerosi testi sulla Chiesa, che Tertulliano riconosce sempre come «Madre». Anche dopo la sua adesione al montanismo, egli non ha dimenticato che la Chiesa è la Madre della nostra fede e della nostra vita cristiana." "Alla violenza dei persecutori oppone il sangue, la sofferenza e la pazienza dei martiri: «Per quanto raffinata – scrive l’Africano –, a nulla serve la vostra crudeltà: anzi, per la nostra comunità, essa è un invito. A ogni vostro colpo di falce diveniamo più numerosi: il sangue dei cristiani è una semina efficace! (semen est sanguis christianorum!)» (Apologetico 50,13). Il martirio, la sofferenza per la verità sono alla fine vittoriosi e più efficaci della crudeltà e della violenza dei regimi totalitari." "A me fa molto pensare questa grande personalità morale e intellettuale, quest'uomo che ha dato un così grande contributo al pensiero cristiano. Si vede che alla fine gli manca la semplicità, l'umiltà di inserirsi nella Chiesa, di accettare le sue debolezze, di essere tollerante con gli altri e con se stesso. Quando si vede solo il proprio pensiero nella sua grandezza, alla fine è proprio questa grandezza che si perde. La caratteristica essenziale di un grande teologo è l’umiltà di stare con la Chiesa, di accettare le sue e le proprie debolezze, perché solo Dio è realmente tutto santo. Noi invece abbiamo sempre bisogno del perdono."
Il Santo Padre Benedetto XVI esprimeva queste valutazioni alcuni anni fa, quando già da tempo si succedevano clamorosi scandali nel seno della Chiesa ed altri se ne attendevano. Come travolti da un'onda tumultuosa, inarrestabile ed ingiustificabile di azioni peccaminose ed illegali, il richiamo alle debolezze della Chiesa, memori della storica definizione di "ecclesia meretrix", suonava come una definitiva resa ai peccati del mondo. Per il cristiano peccatore di conseguenza era d'obbligo e sufficiente invocare il perdono di Dio, confidando nella sua inesauribile "misericordia" . 

Qui, si impone un'altra pausa di riflessione, in considerazione delle successive, ulteriori ed anche più recenti vicende ecclesiastiche. 
Si afferma con sempre maggiore determinazione: le debolezze della Chiesa, dei suoi singoli membri sacerdotali e laici, vanno accettate, nella certezza che comunque esse saranno perdonate! D'accordo, ma è lecito chiedersi : proprio tutte e indipendentemente da tutto? 

Noi sappiamo che vi sono “peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio”, quelli cioè che "gridano verso il cielo”: il sangue di Abele (Cf Gen 4,10); il peccato dei Sodomiti (Cf Gen 18,20; Gen 19,13); il lamento del popolo oppresso in Egitto (Cf Es 3,7-10): il lamento del forestiero, della vedova e dell'orfano (Cf Es 22,20-22); l'ingiustizia verso il salariato (Cf Dt 24,14-15; Gc 5,4)” (CCC 1867)." 

Ecco, qui si fa riferimento alla sodomia, parola oggigiorno in disuso. Cosa diciamo, che si perdona sic et simpliciter anche questo peccato che grida "vendetta" al cielo, declassandolo d'ufficio a debolezza umana, che va semplicemente "accettata e tollerata"? Sembrerebbe proprio di sì, considerando che essa pare proprio alquanto diffusa nel recinto di Pietro, laddove, l'impressione è che il modello di "homo vaticanus modernissimus" della nuova era pontificale sia da identificare in quel tal monsignore che, sorridente, serafico e soddisfatto, ha proclamato urbi et orbi la sua graziosa omosessualità, ovvero di essere un sodomita. 

Ma, allora, se le cose stanno in questi termini a dir poco scandalosi, chi non si sente giustificato ad agire secondo il proprio capriccio, se i fondamenti della fede cristiana sono rinnegati da buona parte della gerarchia ecclesiastica e della comunità dei fedeli cattolici? Non è forse stato detto : "Chi sono io per giudicare?" e ancora "Dio non è cattolico!"  Chi lo ha affermato? Il Grande Cospiratore? In effetti, dopo tante cospirazioni e boicottaggi, pare che il padrone di questo mondo stia sul punto di smantellare per davvero l'edificio santo della Chiesa Cattolica ed Apostolica. 

Sembra che sulla scena del mondo agisca un pifferaio tanto bravo nel suonare il suo strumento che altra maggior gioia non ne può venire per il popolo incantato ad ascoltarlo.  

Senza offesa per chi crede ancora che esista una distinzione fra sacro e profano, essendo invece tutto indistintamente spettacolarizzazione, a me viene di paragonare il vescovo di Roma attuale, la cui stella  brilla fin troppo su tutti gli schermi,  al vecchio politico Berlusconi, in quanto che per entrambi si possono provare esclusivamente due contrari sentimenti, la simpatia e la più assoluta antipatia.

Io penso che la dipendenza mediatica può provocare una grave psicopatia, per cui ho smesso di seguire le evoluzioni del pifferaio. D'altronde, ho avuto la prova che la mia vita prosegue lo stesso, anzi molto meglio, ignorandolo. Sic et sempliciter, seguo la mia coscienza, come peraltro lo stesso personaggio consiglia di fare. 

Comunque, è fin troppo chiaro che i molti preferiscono di più chi ha la faccia rivolta a terra, perché se lo trovano a portata di naso, mentre restano in pochi ad amare colui il quale rivolge lo sguardo al cielo, il Regno di Dio Padre. A questo punto del discorso, diventa ineludibile la domanda: ma a che pro tutto questo argomentare? Ebbene, prima di dare la risposta, devo necessariamente premettere questa emblematica citazione, tratta da un vecchio testo scolastico di letteratura latina, la cui lettura ha dato il via a queste mie riflessioni:
"Con la posizione criticamente conciliante di Minucio Felice contrasta la violenza polemica di Tertulliano. È agevole avvertire già nella prima esperienza cristiana il profilarsi di due atteggiamenti di fondo che costituiscono una costante del rapporto del cristiano con il "mondo": l'atteggiamento dell'apertura e della conciliazione, e quello dell'integralismo e dell'intransigenza". 
Le riflessioni qui scritte, come spero sia evidente, avevano lo scopo di chiarirmi quale dei due suddetti atteggiamenti mi fosse più congeniale. A chi riflette, non sfugge che questa classificazione di atteggiamenti è attualissima, anzi viene utilizzata come vera arma psicologica, per zittire i pochi che ancora si fanno domande e cercano la verità. Io che sono uno di questi, mi sono chiesto: se non mi sento di appartenere alla massa plaudente dei tanti "cattolici" che hanno gettato l'ancora nei sicuri e piacevoli porti della lieta mondanità, allora sono per davvero un integralista intransigente? Sono dunque un Tertulliano che soffre e al quale si può rivolgere solo una distratta e fugace compassione?

Penso però che la situazione della Chiesa di oggi sia non drammatica, ma tragica, imparagonabile a quella dei tempi di Tertulliano, che era comunque caratterizzata da un profondo senso del sacro e da certezza dottrinale. Nella nostra cosiddetta civiltà tecnologica non si ha invece più coscienza del sacro, ignorato in verità anche dagli stessi sacerdoti, che ne dovrebbero essere invece rappresentanti in terra. Fra noi ci diciamo, per consolazione, che la Chiesa alla fine prevarrà sul male, ma se anche così sarà, ci si deve pur porre la domanda : ma quale Chiesa, quale fra le tante chiese" cristiane" è la vera e fedele Sposa di Cristo? Cosa rispondiamo?  

Dobbiamo ammettere che la storia contemporanea della Chiesa Cattolica è veramente avvincente. In pochi anni, un Papa si dimette, il successore  procede con determinazione al suo rinnovamento radicale e poi l'incontro del vescovo di Roma con  il Patriarca Kirill, il primo nella storia dell'ultimo millennio. Cosa ci dobbiamo attendere di più? Cosa progettano nelle segrete stanze? Siamo forse alla fine della civiltà cristiana europea? Se effettivamente il cerchio della nostra storia sta per chiudersi, mi chiedo se non sia il caso di lasciare che esso si chiuda in fretta, rinunciando ad ogni altro tentativo di rianimare questa chiesa, i cui gestori e frequentatori hanno serie difficoltà a professarne il Credo e se lo pronunciano non ne comprendono il significato.

Per quanto mi riguarda, con fiduciosa pazienza, aspetto che la volpe si incensi "infin che 'l veltro/ verrà, che la farà morir con doglia". 
Alfonso Aliberti - Medico

12 commenti:

  1. " D'altronde, ho avuto la prova che la mia vita prosegue lo stesso, anzi molto meglio, ignorandolo."
    Purtroppo, il bergoglismo è un cancro nella testa della Chiesa e combatterlo e denunciarlo è priorità assoluta. Per gli unhappy few che ne hanno coscienza, ignorarlo sarebbe peccato gravissimo.

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  2. http://vaticanocattolico.com/la-verita-su-cio-che-e-accaduto-alla-chiesa-cattolica/#.Vr3tD7fSlhE

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  3. Grazie! una condivisione profonda e sentita.

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  4. Mi sa che tanto facile non è la domanda a chi dare il voto... se anche ai tempi del divorzio c'era Andreotti (pace all'anima sua) , Moro,(pa s) il prototipo dei cattocomunisti, Leone, Donat Cattin, Piccoli. Fino all'ultimo dc segrario Martinazzoli.., ecchialtri, l'unico a mia memoria degno era Fanfani, ora c'è un Fanfani nell'orizzonte politico...?, al massimo son tutti fanfa...roni. p.s. Ho fatto la battuta si capisce?

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  5. Se il cerchio si sta per chiudere lo sa solo Dio, a noi non spetta la gloria in questo mondo, a noi spetta la battaglia, per quanto assurda ci possa sembrare. Credo che alla domanda finale di questa lettera, la risposta sia, che sepur ci pare assurdo tentare di salvare questa Chiesa che pare ormai morta, non possiamo far altro che fare il nostro dovere, cioè rimanere nella Fede e trasmetterla, ponendo tutto nelle mani di Dio, alla fine non saremo noi a salvare la Chiesa, sarà Dio, se vorrà, come vorrà e quando vorrà. Sta di fatto che oltre alla Chiesa ci sono singole anime da salvare (anche la nostra), dunque tenendo conto di questo non possiamo affrettare la chiusura del cerchio, ma vivere come se dovessimo salvare noi tutto, specialmente le anime, nella certezza poi che sarà in realtà Dio a farlo. C'era un santo che diceva (più o meno) che bisogna lavorare sodo come se tutto dipendesse da noi, ma consapevoli che tutto fa Dio, pertanto non prendendo su di noi la gloria, ma solo il lavoro.

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  6. Ma una ricerca troppo individuale della verità, insieme con le intemperanze del carattere – era un uomo rigoroso –, lo condussero gradualmente a lasciare la comunione con la Chiesa e ad aderire alla setta del montanismo."
    E la ricerca della verità non è sempre indivuale? Dovrebbe non esserlo?
    "La caratteristica essenziale di un grande teologo è l’umiltà di stare con la Chiesa, di accettare le sue e le proprie debolezze, perché solo Dio è realmente tutto santo. Noi invece abbiamo sempre bisogno del perdono."
    L'intransigenza e' per forza arroganza? Cosa c'entra l'umiltà?

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  7. Anch'io ho riscontrato una certa somiglianza tra il Vdr a Berlusconi per la capacità che entrambi hanno di catturare il consenso delle masse .La differenza fra i due è che mentre il Berluska riesce a portare quasi sempre gli interlocutori sulle sue posizioni ed anche quando non ci riesce a non cambiare il proprio punto di vista Francesco invece sembra non avere alcun punto fermo .Converrà che per un Papa non è difetto da poco.bobo

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  8. UNA PROFONDA E COLTA TESTIMONIANZA SUI TEMPI ULTIMI DELLA CHIESA E LA COSCIENZA DEI CATTOLICI STRETTA TRA INNOVAZIONE E FEDELTA' ALLA VERA FEDE.
    DA LEGGERE E MEDITARE.
    UN GRAZIE AL NOSTRO AMICO Alfonso Aliberti

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  9. La fatwa laicista contro Daoud è contro tutti noi
    Cosa si nasconde dietro la giustificazione incondizionata di ogni stortura della cultura islamica a parte della sinistra (ex) marxista divenuta relativista

    http://www.tempi.it/perche-la-fatwa-laicista-contro-kamel-daoud-e-una-fatwa-contro-tutti-noi#.VtHBN8v2aUl

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  10. Condivido il senso di smarrimento dell'autore cui va il mio plauso e anch'io vivo lo stesso incubo da quella tremenda sera marzolina cupa e sinistra, anche a me il tipo irrita in maniera esponenziale, tanto che non lo guardo mai,e se per caso odo la voce, mi tappo le orecchie, dissento dal provare lo stesso sentimento nei confronti di Berlusconi, che non mi è mai piaciuto, ma non ha mai suscitato nulla di quello che scatena in me il vdr, lo vivo come un film horror, non so quando e come finirà......strano, perché fino a Benedetto XVI, che io considero l'ultimo Papa, non mi interessavo di CC e nemmeno frequentavo, peggio per me, dovevo starmene lontano e invece adesso soffro per un senso di inadeguatezza e perché vedo il disfacimento di quanto bene o male avevo recepito e i valori che mi erano stati trasmessi dai miei genitori, ora ho il nulla davanti e il niente dietro.....terribile! Sì, recepita la battuta, fanfaroni e fanfaluche. Anonymous.

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  11. Altro che pazienza , un popolo di santi....27 febbraio, 2016 20:46

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/profughi-ora-andiamo-prendere-aereo-1229877.html

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  12. Essere in buona compagnia a vivere quello che sembra in termini umani il capitolo conclusivo della Chiesa Cattolica è di un certo conforto. Sarebbe interessante sapere se l'autore ritiene che tutto ciò accade per puro caso oppure se è stato accuratamente pianificato ed eseguito.
    Miles

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