Lo scritto è di Eleonora Barberio, una giovane sedicenne che molto ha da dire e da dare: interpella e scuote dall'indifferenza. Dal blog di Costanza Miriano [qui]
Dostoevskij diceva: “Chiunque voglia sinceramente la verità è sempre spaventosamente forte.” Come adolescente posso certamente affermare che noi ragazzi pretendiamo la verità, la desideriamo e la bramiamo.
Ci vengono presentate però verità a basso costo, difettose, di cattiva qualità. Così ci inganniamo e ci procuriamo profonde ferite, rassegnandoci alle falsità che ci vengono propinate in ogni modo possibile.
Ho capito che per essere trasmessa, la veritá deve essere innanzitutto conosciuta. Per essere conosciuta deve essere voluta, ma per volerla bisogna essere forti, spaventosamente ed incredibilmente forti.
E qui i nodi tornano al pettine. C’è troppa debolezza, troppa insignificanza e troppa mollezza.
Nel migliore dei casi un disinteresse dilagante distrugge la sete di verità che tutti abbiamo. Per noi ragazzi è ulteriormente doloroso. È un po’ come se stessimo morendo di sete e, in fin di vita, avessimo bisogno di acqua per poter sopravvivere ma ci venisse dato da mangiare per farci venire ancora più sete.
Allo stesso modo noi chiediamo la realtà, il vero, la salvezza e ci vengono date in cambio il finto, il falso e la perdizione. È bene a questo punto chiedersi, cosa è la verità?
Nel cuore di ognuno di noi è scritta la risposta ed è universale, per tutti. Non siamo però abbastanza forti da volerla. Non la desideriamo perché potrebbe metterci in difficoltà. Potrebbe trasformarci, e non sia mai, migliorarci. Potrebbe essere troppo cara e costarci un litigio, una discussione, la reputazione e sì, anche la vita. Ci farebbe risultare fuori moda o peggio, controcorrente. Penso che gli eroi di oggi siano coloro che gridano la verità; sono bellissimi perché trasudano libertà e limpidezza.
Il 30 gennaio il Circo Massimo era traboccante di eroi di ogni statura o età, era ricco di bellezza e di luce, sì luce.
Quando ci si abitua al buio, la luce può spaventare e addirittura essere rifiutata. Ma il buio rimane buio e la luce rimane luce e così la sua potenza.
D’altra parte, la verità è il sale della terra.
Il sale, come diceva Bernanos, sulla pelle a vivo brucia, ma le impedisce anche di marcire. Dio ha voluto che noi fossimo il sale della terra, non il miele.
Noi cristiani siamo chiamati a trasmettere la Verità agli altri, anche quando può far male o bruciare, anche quando non è compresa o accettata. Siamo chiamati ad impedire al mondo di marcire. Siamo chiamati a testimoniare che la sola ed unica verità è a forma di Croce. Può essere rifiutata, derisa, odiata, offesa, schernita ma è la cosa più preziosa che abbiamo. Dobbiamo difenderla.
Keats affermava:”La bellezza è verità, la verità è bellezza: questo è tutto ciò che voi sapete in terra e tutto ciò che vi occorre sapere.”
Ci basta questo per vivere, per lottare e per vincere.
Vi chiedo però un favore: non trascurate noi ragazzi, adolescenti.
Vi assicuro che se ci rivelate la bellezza autentica che avete scoperto voi, la stessa che vi ha salvato e che ha dato un senso alla vostra vita, non ce la lasceremo scappare e vi seguiremo. Combattete per noi e ci uniremo alla vostra lotta per sostenervi e per garantire un domani luminoso alla nostra terra ferita che ha sete d’amore ma beve falsità e odio per il bene. Diteci che è un onore combattere per Chi ci ha creati. Guardateci negli occhi e confidateci che ne varrá la pena. Allora noi continueremo l’ardua impresa della testimonianza nel nostro gruppo di amici, a scuola, nello sport e in ogni dove.
Ora come non mai abbiamo bisogno di tutte le armi di luce possibili. Perseveriamo e non cediamo alla stanchezza, all’incomprensione, allo scoraggiamento.
Perché se per difendere la Verità dovremo soffrire o piangere tutte le lacrime, dovremo anche avere il coraggio di venire guariti e curati da tutte le nostre ferite, imperfezioni e difetti.
Questo, lo dobbiamo a Colui che sul Calvario accettò di essere flagellato, schernito, ridicolizzato e crocifisso. Per noi, tutti.
L’adolescenza è una fase della vita, quella in cui dall’infanzia, durante la quale si viene guidati in tutto, si diviene vieppiù responsabili di ciò che si desidera, di ciò che si vuole, di ciò che si fa, per approdare poi alla età adulta in cui questo passaggio è completamente consumato. Questo transito può spaventare e disorientare perché la responsabilità è vista come peso troppo grande da sopportare e per il quale ci si pensa inadeguati, così ci si rifugia in un sacco di false sicurezze: il gruppo, le mode, la musica etc (tutte cose che in sé non sono male ma lo diventano quando sono viste come unico approdo sicuro, divengono cioè degli idoli).
RispondiEliminaE’ certamente un compito di chi ha il ruolo di educatore, in primis i genitori, quello di guidare gli adolescenti, senza però né lasciarli a briglia sciolta e quindi abbandonati nei pericoli di scelte sbagliati e magari difficilmente recuperabili, né soffocarli non consentendo loro di iniziare ad avvertire il dolce sapore della libertà, quella vera che è il scegliere il bene perché si inizia a conoscere il vero.
E’ però un compito degli adolescenti compiere i passi che la verità richiede, crescere in sapienza davanti a Dio ed agli uomini, sull’esempio di Nostro Signore nella Sua umanità e questo oggi è più difficile che nel passato perché nel mondo, oggi, la verità su Dio e sull’uomo è stata nascosta, occultata, obnubilata.
Se gli educatori hanno nel migliore dei casi abdicato al loro compito e nel peggiore invece lo hanno pervertito, indicando non la via stretta della verità ma il largo e rilassante cammino della menzogna, gli educandi non possono abdicare al loro ruolo di interpellanti perché prima o poi insistendo troveranno qualcuno che gli trasmetterà quel poco o tanto che ha ricevuto e che affonda le sue radici nella verità, nella bellezza, nella giustizia, magari lo troveranno dove meno o per nulla se lo aspettano, ma lo troveranno perché il Signore non abbandona chi Lo cerca con cuore sincero, perché questa ricerca è una risposta alla Sua chiamata.
Crescere vuol dire anche farsi portatore unico di quella coerenza che non si è trovata in alcuno. Coraggio, si è soli ma in compagnia di NSGC e dell'angelo custode che al momento opportuno indicano la via e affiancano persone che, forse anche inconsapevolmente, aiutano. Il nostro compito è cercare di incarnare quello di cui siamo assetati.
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