In attesa di una più ampia analisi dell’Esortazione Apostolica testé pubblicata, Mons. Fellay nella sua predica al Santuario di Puy en Velay di domenica 10 aprile ha espresso un primo biasimo sulle novità introdotte dal documento in questione.
« …un’Esortazione Apostolica che porta come titolo “La gioia dell’amore” ma che ci fa piangere. Quest’esortazione è un riassunto dei due sinodi sul matrimonio. È molto lunga e contiene molte cose che sono giuste, che sono belle, e dopo aver costruito un bell’edificio, una bella barca, il Sommo Pontefice ha fatto un buco nella chiglia della barca, lungo la linea di galleggiamento. Voi sapete tutti ciò che sta accadendo. È inutile dire che il buco è stato fatto prendendo tutte le precauzioni possibili, è inutile dire che il buco è piccolo: la barca affonda! Nostro Signore stesso ha detto che neanche uno iota, neanche un solo iota sarà tolto dalla legge di Dio. Quando Dio parla, le sue parole non ammettono eccezioni, quando Dio comanda è di una sapienza infinita che ha previsto tutti i casi possibili. Non c’è eccezione alla legge di Dio. Ed ecco che d’un tratto si pretende che questa legge del matrimonio, che si conserva dicendo che “il matrimonio è indissolubile”, (la si ripete questa frase, la si dice), poi si dice che si possono, nonostante tutto, avere delle eccezioni nel senso in cui questi divorziati cosiddetti risposati potrebbero in questo stato di peccato mortale essere in stato di grazia, e quindi potrebbero fare la comunione. È gravissimo! Gravissimo! Credo che non si misuri sufficientemente la gravità di ciò che è stato detto. È inutile dire che sono delle piccole eccezioni messe lì in un angolo; è così che è passata la comunione nella mano e come vi ho detto il piccolo buco nella nave è sufficiente, la barca affonda!» (1)
Nel prosieguo del discorso il Prelato definisce il documento «[…] Esortazione terrificante che fa tanto male alla Chiesa» (min. 21.35)
Più avanti, descrivendo la situazione generale della Chiesa, il Superiore Generale afferma che: «c’è un gran numero di prelati, e perfino di cardinali, e diremmo perfino il Papa, che dicono non soltanto delle sciocchezze ma delle eresie, che aprono la strada al peccato. […]» (min. 23.55)
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(1) Predica di mons. Bernard Fellay in occasione del pellegrinaggio al Santuario di Puy en Velay; nell’audio, a partire dal minuto 15.00.
Dopo aver letto queste dichiarazioni del card. Burke, sono senza parole
RispondiEliminahttp://www.ncregister.com/daily-news/amoris-laetitia-and-the-constant-teaching-and-practice-of-the-church/#ixzz45XGnzrFy
Afferma la continuità ma non contesta le distorsioni.
Molte riflessioni mi si affollano, ma ormai sembra tutto inutile...
Si riproduce lo stesso meccanismo in atto con i documenti conciliari: continuità dichiarata, prassi al passo coi tempi.
E' ovvio che non si tratta di Magistero infallibile e come tale non esige obbedienza de fide; ma i cambiamenti - peraltro già innestati dalla prassi (la solita 'pastorale' della misericordia - che l'ambiguità consente di confermare continuano l'opera di de-formazione già così avanzata.
A questo punto chi sono io per continuare quest'assurda battaglia?
Penso non resti che continuare a custodire la propria Fede, affidarsi al Signore e a pregare.
Questo così, a caldo. Ne riparleremo dopo averci pregato su e meglio riflettuto.
Cara sig.ra Mic,
RispondiEliminaE' come darsi con la testa a un muro. Già il Card. Burke ha fatto simili dicchiarazioni apparse nella Reppublica, che Lei ha riportato in questo blog. E una vera delusione, previdibile, dal momento che lui non esce dai presuposti conciliari strutturati da una filosofia modernista. Le "riflessioni personali" del Papa nell'ultima esortazione, dice il Card. Burke, non sono altro che una applicazione dell'insegnamento costante della Chiesa, questa è la "corretta chiave di interpretazione" (sic!) Eccola qui l'ermeneutica della continuità. Dunque, tutto a posto, sembra dire il Cardinale. Un chiaro esempio di come l'accettazione di certi principi porti a determinate conseguenze. Come uscire da questa visione delle cose? Cornelio Fabro parlava di un'ascesi del pensiero. Di fatto sembra difficile vedere le cose di fuori dopo averle viste per molto tempo da dentro. Viste in questo ultimo modo è possibile l'ermeneutica della continuità, in cui le contraddizioni si risolvono. A questo punto, se ogni cosa è interpretabile, risulta quasi impossibile una discussione, è come darsi con la testa a un muro, sembra "un'assurda battaglia". Ciò che non capisco, è come il card. Burke dice che le "riflessioni personali" del Papa, ciò che il Papa "crede personalmente sia la volontà di Cristo per la Sua chiesa", non siano magistero ordinario. Non era meglio scrivere le riflessioni personali in un altro tipo di pubblicazione? Il magistero del Papa è insegnare ciò che sempre ha insegnato la Chiesa. Pensare come il card. Burke, e non solo, porta a "interpretare" i punti di vista personali del Papa espressi in un'Enciclica, come la Laudato sì. Una grande confussione... per noi, perché si può interpretare.
Grazia Mic per la pazienza, anche se non lo pubblichi.
Fellay ha messo il dito nella piaga, evidenziando anche l'ormai consueto modo di procedere, c'è proprio un iter: questo lo slogan: "Il Signore dice, noi invece diciamo che c'è anche questa possibilità opposta: ce lo chiede l'ammmore...". Suvvia....
RispondiEliminaCito le sue parole sante:
"...neanche un solo iota sarà tolto dalla legge di Dio. Quando Dio parla, le sue parole non ammettono eccezioni, quando Dio comanda è di una sapienza infinita che ha previsto tutti i casi possibili. Non c’è eccezione alla legge di Dio.
Ed ecco che d’un tratto si pretende che questa legge del matrimonio, che si conserva dicendo che “il matrimonio è indissolubile”, (la si ripete questa frase, la si dice), poi si dice che si possono, nonostante tutto, avere delle eccezioni nel senso in cui questi divorziati cosiddetti risposati potrebbero in questo stato di peccato mortale essere in stato di grazia, e quindi potrebbero fare la comunione."
Appare quantomeno un po' contorto argomentare di configurazione a Cristo, e insieme contorcere la sua Legge e opporvicisi ogni giorno con mille mezzucci inventati come deroga e lasciapassare ai peccati. Francamente non ne posso più dello sciochezzaio quotidiano che ormai dura da anni.
Affermava S. Paolo "ora avete per frutto la santificazione e per fine la vita eterna". Questa parola non passa, non la può oltrepassare nè un papa nè un antipapa.
Non c'è altro, se non una progressiva ricerca di spoliazione di sè (in vista della Comunione con Dio) e di santificazione e riempimento di Dio dopo la conversione, se di conversione si tratta.
Gesù ha vietato varie cose, inutile ogni non solum, sed etiam, come via per aggirarlo.
Rimane solo da conservare la fede, per chi crede, applicarvisi, pregare, elevarsi, basarsi su S. Bibbia, S. Tradizione, Magistero del passato considerandolo oggi quasi assente se non in rari casi isolati, affidarsi alla Trinità più di prima e all'azione dello Spirito Santo, e mantenersi puri dalle contaminazioni col mondo, qualsiasi esse siano.
Sotto il pontificato di GPII si iniziò la demolizione della dottrina introducendo il concetto di "redenzione universale" non solo indipendentemente dalla, ma anche contro la volontà della persona. Ci furono le visite ai "fratelli maggiori", ai "fratelli separati", il bacio al Corano, le lodi alla "religiosità" dei Voodoo, la "benedizione" indù ecc. ecc., fino allo scandalo di Assisi. Egualmente demolita fu la liturgia sotto la regia di Piero Marini, però i principî morali non furono toccati.
RispondiEliminaBenedetto XVI, complice per un quarto di secolo di GPII, ha dato una "mano di bianco", ma il marciume sottostante era rimasto.
Le generazioni post-conciliari - con poche eccezioni - la dottrina non sanno nemmeno, dove sta di casa, e della liturgia hanno fatto quello che sappiamo.
Con Francesco questa generazione perversa ha raggiunto la sommità della Chiesa romana. La dottrina è roba per teologi e la liturgia, che sotto BXVI ha avuto una parvenza di rinascita (però non ha mai celebrato pubblicamente secondo il VO), è tornata, nella migliore delle ipotesi, squallida.
Ora vengono attaccati i bastioni della morale. Era prevedibile.
Gli Ortodossi, che alcuni di Voi tanto odiano, dal Vostro punto di vista saranno anche scismatici ed eretici, però hanno conservato integra la dottrina dei primi sette concilî ecumenici, integra la liturgia (quando celebrano secono il rito occidentale usano il VO) e la morale è salda. Anche pratiche come i digiuni e le astinenze (progressivamente abbandonati in occidente) sono intatti e praticati dalla maggioranza dei fedeli. Saranno pure, come alcuni dicono, "rimasti fermi e non evoluti", però se l'evoluzione porta ai risultati della Chiesa romana, forse non hanno fatto la scelta sbagliata.
Definire gli ortodossi saldi nella morale è eufemistico.
RispondiEliminaHanno grande tolleranza nell'uso degli anticoncezionali. Riconoscono a favore del coniuge ingiustamente abbandonato la possibilità di seconde nozze, celebrando una sorta di rito penitenziale.
Messi a confronto con i modernisti sembrano oro, ma da qui a farne l'apologia....
Mic,
RispondiEliminapurtroppo non mi sbagliavo, quando cercavo il così detto "pelo nell'uovo" nelle dichiarazioni dei vari pastori di riferimento per chi , come noi, si rifanno alla tradizione.
Il "continuismo" con i documenti conciliari è insito nella pedissequa accettazione della famigerata ermeneutica della continuità.
Anche negli interventi più ortodossi, come quelli di Mons. Schneider, si possono cogliere degli aspetti a dir poco discutibili. Ciò vale per Sarah come per Caffarra o tanti altri ormai deceduti. ( Giussani, Biffi ed anche Siri )
Stessa cosa per esimi teologi come Cavalcoli o Lanzetta, che pur con tuttie le possibili critiche o distinguo, reputano blasfemo pensare che i testi conciliari possano essere infarciti di errori di stampo modernistico. ( ad es. "Il Concilio Vaticano II, un concilio pastorale" di Serafino Maria Lanzetta. )
Insisto, non se ne esce fino a quando il Signore non ci conceda un Pontefice che, parlando ex cathedra, non dichiari erronei ed in contrasto con la tradizione alcuni documenti conciliari.
A meno che non ci sbagliamo tutti, ed allora dobbiamo abbassare la testa.
Vedremo cosa il Signore ci riserverà.
Core Iesu sacratissimum
Miserere Nobis
RispondiElimina@ Anacleto il grecoscismatico
Tutta l'analisi della crisi della Chiesa riassunta nel suo intervento e' stata fatta da anni in ambito cattolico a partire da Amerio fra i laici e da mons. Gherardini fra il clero. Ma lei perche' ce la ripete, come se (e proprio su questo blog) non la conoscessimo? Per esaltare la c.d. Ortodossia, eretica e scismatica. Lei cerca di approfittare della grave crisi dell'unica vera Chiesa di Cristo per incitarci noi cattolici "a fare la scelta giusta", a passare cioe' alla setta alla quale appartiene lei o per la quale prova un'evidente simpatia.
Forse le converrebbe cambiare registro e smetterla di tentare di corrompere le anime con i suoi incitamenti a disertare. Parvus
RispondiElimina@ Dichiarazioni di mons. Fellay
Dove sono tutti quelli che accusano protervamente e da anni mons. Fellay di cercare di "svendere" la FSSPX al Vaticano?
L'hanno letta questa sua dichiarazione sull'Esortazione papale? Non l'ha demolita in due righe, quando ha detto, del tutto giustamente, che il Papa ha aperto un "forellino sulla linea di galleggimento" della retta dottrina e quindi dell'insegnamento della Chiesa, e quindi della Chiesa?
L'unica critica aperta, frontale e assolutamente decisiva al documento papale viene da mons. Fellay. che era stato l'unico a criticare il motu proprio sulla riforma del matrimonio, in quanto tale. Ma certo non e' stata fatta, la sua critica, assumendo atteggiamenti teatrali. "Chi ha orecchie per intendere, intenda". A. R.
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RispondiEliminaDAL 10 AL 17 MAGGIO 2016 – Info pellegrinaggio a Fatima
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"Gli Ortodossi, che alcuni di Voi tanto odiano, dal Vostro punto di vista saranno anche scismatici ed eretici, però hanno conservato integra la dottrina dei primi sette concilî ecumenici, ..."
RispondiElimina... Infatti di fatto hanno solo 6 sacramenti, anche se loro dicono e pensano di averne 7, perché è la loro chiesa stessa che "celebra" il divorzio decretando "morto" il matrimonio di chi vuole divorziare. Perciò non hanno il matrimonio indissolubile secondo il volere di Dio e come Cristo è venuto a rivelarci.
Rivolgo un grazie sincero a mic per la sua opera che permette ad ognuno di noi di esprimere il proprio pensiero, che essendo libero, senza veli, molto probabilmente coglie la verità. A me preme ringraziarla anche per la grande gioia che provo nel sentirmi membro di una comunità "cristiana", alla cui vita ognuno con il suo personale carisma contribuisce umilmente, comprendendo finalmente cosa intendesse dire Platone con queste parole : " Per conto mio, ogni volta che ragiono io stesso o ascolto qualcun altro ragionare di "teologia", ne provo una gioia straordinaria, anche a prescindere dal vantaggio che credo di cavarne."
RispondiEliminaPerciò, con fraterna cortesia e senza secondi fini, a riguardo di questa specifica affermazione: "Forse le converrebbe cambiare registro e smetterla di tentare di corrompere le anime con i suoi incitamenti a disertare." (Parvus) chiedo se il giorno 8 settembre 1943 qualcuno fosse stato capace di definire l'identikit del "disertore".
"chiedo se il giorno 8 settembre 1943 qualcuno fosse stato capace di definire l'identikit del "disertore"
RispondiEliminaLa domanda proprio non ha senso (e guardi che la capisco bene, avendo avuto un parente militare che il dramma dell'8 settembre lo visse direttamente). L'esercito, lo Stato, qualsiasi altra organizzazione umana che non è fondata direttamente da Dio e sulla Parola di Dio può anche andarsene tranquillamente a remengo; e non è detto che uno debba per forza rimanerci dentro. La Chiesa di Cristo è un'altra cosa: la sua autorità deriva direttamente da Cristo e se la "catena di comando" umana è andata temporaneamente fuori giri la autorevolezza rimane intatta. Si combatte questa crisi rimanendo dentro la Chiesa. Dalla Chiesa Ortodossa si possono trarre certe cose assolutamente valide e fondamentali, che da noi il post-concilio ha distrutto, ma non c'è bisogno di uscire dalla Cattolica per ritrovarle.
Fabrizio Giudici
RispondiElimina@ Sul "disertore"
Giusta risposta da parte del lettore F. Giudici. Per "disertare" intendevo l'abbandonare la Chiesa cattolica per passare ad una delle sette cristiane note. In questo momento di grave crisi della Chiesa, uscirne equivarrebbe ad abbandonare il proprio posto di combattimento. Noi siamo infatti "milites Christi". Sarebbe un tradimento.
Il riferimento all'8 settembre, comunque, non mi sembra del tutto pertinente, se vogliamo. Li' si creo', soprattutto per l'incapacita' dei capi, una situazione di forza maggiore dalla quale tutti furono travolti. Non so cosa si insegni oggi a scuola ma i soldati italiani non disertarono. Alla sera dell'8, 18,45 il giornale radio trasmise il messaggio di Badoglio, che ci era stato concesso un armistizio (non disse che era una resa senza condizioni) e che la guerra per noi finiva, pero' avremmo risposto "ad attacchi da ogni provenienza" (?). Molti ufficiali e anche soldati non sentirono il messaggio, in anni lontani ne ho conosciuto uno. Non sapevano nulla e furono sbalorditi nel vedersi venire addosso i tedeschi. All'alba del giorno dopo i tedeschi, con un piano gia' preparato, attaccarono con decisione un esercito lasciato senza ordini perche', lo si vide subito, re, capo del governo, potere statale si erano liquefatti, fuggendo (chi poteva) nel tacco d'Italia, unica zona non ancora occupata dai nemici. In pratica, mettendosi sotto la protezione del nemico. Allora fu il fuggi fuggi generale di fronte alle retate dei tedeschi e l'anarchia, incoraggiata anche dai tedeschi. Ci furono anche combattimenti ma isolati e slegati. Parlare di "diserzione" in una situazione del genere non mi sembra esatto. Parvus
Sul "disertore" :
RispondiElimina- "Si combatte questa crisi rimanendo dentro la Chiesa. Dalla Chiesa Ortodossa si possono trarre certe cose assolutamente valide e fondamentali, che da noi il post-concilio ha distrutto, ma non c'è bisogno di uscire dalla Cattolica per ritrovarle."
- "Per "disertare" intendevo l'abbandonare la Chiesa cattolica per passare ad una delle sette cristiane note."
Attendevo tali risposte. Mi dichiaro soddisfatto. E' stata la parola in sè con i richiami miliari che mi sono venuti in mente, avendo in un precedente post fatto per coincidenza un paragone bellico, che mi ha incuriosito. Sta di fatto che in questo tempo forse ci sentiamo seriamente "milites".
Ho appena finito di lèggere l’articolo del cardinal Burke nel “National catholic register”, e m’è sembrato eccellente. Che Dio ce lo conservi a lungo!
RispondiElimina(Una piccolissima cosa: si può correggere “laetiZia” in “laetiTia”, anche nell’altro titolo?)
Maso