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venerdì 29 aprile 2016

Da Erbil. Monsignor Bashar Warda: “L’Islam ha un problema con il mondo”

Asciutto e sintetico, Monsignor Bashar Warda, arcivescovo caldeo di Erbil [qui] richiama l'Europa e tutto l'occidente alla situazione reale e alle proprie responsabilità. Una sveglia salutare, della quale siamo da tempo consapevoli ma che non ha presa sulla cultura e suoi poteri dominanti, persino in ambito ecclesiale. Ma è una sveglia che si impone se non si vuole soccombere.

Da Erbil. Monsignor Bashar Warda è un uomo sulla quarantina, dalla stretta di mano vigorosa e dallo sguardo diretto. Si capisce subito che è abituato a prendere decisioni. Quando ci accoglie nel suo ufficio nella erigenda università, l’arcivescovo caldeo di Erbil allarga le braccia e indica la struttura ancora in costruzione: “Forse a voi sembrerà strano edificare un’università in un Paese in guerra, ma io voglio combattere contro Isis con le armi della cultura”.
Una posizione coraggiosa, in una città che è stata investita dall’ondata di sfollati in fuga dall’invasione dell’Isis. Eppure monsignor Warda è determinato a far vivere il “respiro cattolico nella società.”

Monsignore, qual è la situazione dei profughi cristiani ad Erbil?
“Non semplice. Nell’agosto 2014 centoventicinquemila persone sono fuggite da Mosul e dalla Piana di Ninive. Cinquantacinquemila sono ancora ad Erbil. Diecimila famiglie non sono poche.”

Come si può aiutarli?
“La Chiesa è l’unico sostegno di queste persone. Alloggiamo duemila famiglie nei container e paghiamo l’affitto in case per altre duemila. Inoltre, grazie anche ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, ogni mese assicuriamo la distribuzione di cibo e medicinali”

Davvero gli Stati occidentali vi lasciano soli?
“Hanno deciso di impegnarsi seriamente sul terreno militare dopo gli attentati di Parigi, quando hanno capito che Isis era un pericolo anche per loro. Ma intanto i buoi erano scappati dalla stalla…”

In che senso?
“Molti terroristi sono arrivati in Europa nascondendosi tra i migranti, grazie alla mancanza di controlli. Ma la politica delle porte aperte danneggia anche e soprattutto gli iracheni.” 

Perché?
“La missione della Chiesa è convincere le famiglie a restare a vivere in Iraq nel modo più dignitoso possibile. Se una famiglia mi chiede un buon motivo per rimanere, devo poter dare loro una risposta.”

L’Occidente come può aiutarvi? 
“Se l’Occidente vuole aiutarci, deve inviarci aiuti finanziari con cui mantenere gli iracheni nelle loro terre. Inoltre dovrebbe accettare solo alcuni migranti, quelli che hanno perso tutto.”

E per gli altri?
“Gli altri dovrebbero essere aiutati a trovare una ragione valida per rimanere in Iraq: se, con l’aiuto di Dio, Mosul e la piana di Ninive dovessero essere liberate dall’Isis, chi è rimasto qui potrà rientrare alle proprie case. Se invece emigrano tutti in Europa, sarà molto più difficile”.

Quali sono i vostri rapporti con i musulmani, in terre in cui la persecuzione religiosa è una realtà?
“Non abbiamo alcun problema con l’islam, è l’islam ad averlo con noi. E con il mondo intero. Parlando a Ratisbona, nel 2006 Papa Benedetto XVI formulò una domanda profetica, chiedendo ai musulmani di pronunciarsi chiaramente contro la violenza.”

Lo hanno fatto?
“L’islam non riesce a integrarsi nella società occidentale perché vuole imporre la sharia. Tuttavia l’ascesa dell’Isis almeno ha avuto il merito di alimentare un dibattito interno: vi sono alcuni giovani che abbandonano l’islam, dicono di averne abbastanza della religione.”

È possibile una riforma dell’islam dall’interno?
“Sì, ma sarà un processo lungo. E costerà il sacrificio di molte vite, anche fra i musulmani”

L’Occidente è in grado di prendere posizione rispetto a chi vuole imporre la sharia?
“I musulmani dicono che l’Europa è cristiana, ma dimenticano che gli Europei non potrebbero dire altrettanto. Voi stessi avete rinnegato le vostre radici cristiane.”

Cosa sarebbe cambiato se non lo avesse fatto?
“La proposta islamica sarebbe meno attraente perché ci sarebbe un’altra identità, alternativa a quella musulmana.”

Cosa intende?
“Gli islamici ripetono che l’Occidente è in crisi di identità perché non ha un modello di vita. Attribuiscono i suicidi, la crisi dei valori, la corruzione, alla mancanza di una fede. E propongono la loro sharia.”

Come si risponde a questa sfida?
“Loro possono parlare di ricchezza, della felicità, del potere. Ma nessuno di loro potrà parlare dell’Amore. Noi invece possiamo e abbiamo una storia che lo prova. Una storia di martiri e di santi, di duemila anni di sangue versato per questo amore.”

19 commenti:

  1. Invece la Neo-Chiesa non ha alcun problema con il mondo ...
    A parte qualche frangia tradizionalista.

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  2. Più che col 'mondo', sarebbe infatti più esatto dire che l'islam ha un problema 'col mondo intero' nel senso della totalità dei popoli non musulmani.

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  3. Questi fratelli comunque sono preziosi per noi. Ci stanno dando da anni una enorme lezione di fede vera, profonda. Anche per questo non solo non bisognerebbe lasciarli soli, ma valorizzarli al massimo additandoli come esempio. Non so però questa nostra gerarchia quanto lo voglia fare. O, piuttosto, quanto interesse abbia a farlo.

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  4. Gentile anonimo delle 17 e 21

    dici che bisognerebbe valorizzarli al massimo; magari.

    Ma la verità è che alla Chiesa questi fratelli non interessano nulla.

    Ti dirò di più.

    Alla Chiesa conciliare non interessano in alcun modo gli eroi ed i martiri cristiani.

    L'esempio classico è stato Paolo VI con il Grande Principe card. Minszenty privato dopo eroici patimenti, torture e reclusione nelle carceri comuniste della sede primaziale di Strigonio (perchè era troppo cattolico, dava fastidio alle autorità comuniste, e non voleva coltivare il nuovo dogma del dialogo a tutti i costi).

    VIVA PAPA PACELLI

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  5. Veramente io sapevo che un'altra stirpe, che ha scippato la terra a un popolo di cui non frega niente a nessuno, aveva problemi col mondo intero. Ma ciò è più difficile da dire, immagino. C'è però qualcuno che lo dice, e la stessa Chiesa l'ha detto fino a poco tempo fa, quindi non è impossibile. Basta un po' di coraggio.

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  6. anonimo 29 aprile 2016 ore 17:21:

    è una battuta la sua? sta scherzando? è un'iperbole?

    _"Questi fratelli": in che senso? C'è una paternità comune tra noi?
    _"sono preziosi per noi": ah sì? e in che senso?
    _"Ci stanno dando da anni una enorme lezione di fede vera, profonda."
    ah sì? fede in che cosa? nell'aldilà con le 66 o 72 vergini da stuprare in eterno?
    O sta parlando del jihad? o della sharia?
    _"non bisognerebbe lasciarli soli, ma valorizzarli al massimo additandoli come esempio."
    beh come esempio ne facciamo volentieri a meno. Non pensa che siano già abbastanza "valorizzati" e non certo "lasciati soli"? si adora il loro falso dio addirittura in mezzo tra i nostri altari e tabernacoli, anche se è un sacrilegio.
    O pensa di "valorizzare al massimo" la loro teocrazia, la sunna, la taqiya, o pensa a un ayatollah in particolare?

    la nostra gerarchia per metà sembra proprio già islamizzata, vada tranquillo.

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  7. Josh,
    io il nostri "fratelli" lo avevo inteso riferito ai cristiani perseguitati. Mi sono sbagliata?

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  8. Capisco la tua reazione, perché il primo a definire enfaticamente e del tutto improvvidamente "dono" i migranti (in maggioranza musulmani) è stato il papa e la gerarchia non è da meno...

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  9. Ermanno, quello che c'era da dire su quel popolo lo si è detto. Qui non mi pare che sia il caso di tirarlo in ballo insieme a tante altre cose, già dette e ripetute ad nauseam.

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  10. Josh credo che Anonimo si riferisse ai cristiani che vivono im Mesopotamia, non si maomettani.
    Marco P

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  11. Si, sono l'anonimo di ieri e mi riferivo naturalmente ai fratelli cristiani perseguitati. Grazie Maria e Marco P. per averlo precisato. A me sembrava chiaro, ma evidentemente non lo era stato a sufficienza.

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  12. Ah beh...
    sto rileggendo e mi sto rileggendo: spero anche io che l'anonimo sopra si riferisse ai cristiani e sarà così come dite.
    Ieri quando ho scritto quella cosa lì avevo temuto parlasse degli "altri": in definitiva è un'altra testimonianza, l'effetto che mi ha fatto, della propaganda in direzione opposta, che usa proprio in ambito ecclesiastico e giornalistico quelle definizioni anche per i carnefici.....

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  13. No problem Josh. Comprendo che in pieno relativismo in seno alla chiesa 2.0 il mio scritto di ieri poteva forse essere letto in quella luce, anzi, per meglio dire, in quelle tenebre.

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  14. Per tenere sul campo per anni, anche su teatri diversi (Libia, Siria, Iraq) decine di migliaia di combattenti con mezzi, equipaggiamenti, sistemi d'arma anche avanzati (e addestramento per usarli), informazioni, rifornimenti, appoggio logistico ci vogliono risorse finanziarie e materiali enormi che ben pochi hanno su questo pianeta. Come sempre si evita di chiedersi chi sono i mandanti limitandosi ai loro tagliagole che sono l'ultimo anello della catena.
    Miles

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  15. http://www.lafedequotidiana.it/magdi-cristiano-allam-papa-francesco-e-ossessionato-dallaccoglienza-ai-clandestini/

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  16. Giustamente Miles evidenzia "l'assenza di domande" su chi finanzia lo Stato Islamico. Però, se si sa leggere e "filtrare" l'informazione, persino quella menzognera di regime (come il Corriere, Repubblica, Rai etc.), si scopre che:
    1) i primi finanziamenti e armamenti allo Stato Islamico sono venuti dalla CIA e dai servizi britannici attraverso i ribelli "laici" al legittimo governo siriano;
    2) i quadri dello Stato Islamico provengono dalle forze armate dell'Iraq di Saddam Hussein. Se gli USA non avessero aggredito e invaso l'Iraq, lo Stato Islamico non esisterebbe;
    3) la Turchia finanzia, protegge lo Stato Islamico. Lo arma, commercia il suo petrolio e rivende le opere d'arte trafugate. Ci sono due giornalisti turchi in galera per aver denunciato questi traffici;
    4) il supporto delle forze armate israeliane allo Stato Islamico è altrettanto provato: bombardano le forze di Hezbollah che combattono contro gli islamisti, curano i feriti dell'ISIS nei loro ospedali. Di più, molto di più: il 75% del petrolio rapinato alla Siria e all'Iraq dallo Stato Islamico viene venduto, via Turchia, a Israele (Fonte: Rivarol, n. 3229, 31 marzo 2016, pag. 7);
    5) il presidente Putin, nel summit del G20 del 15-16 novembre 2015, ha pubblicamente dichiarato che lo Stato Islamico riceve finanziamenti provenienti da 40 paesi al mondo, compresi membri del G20. Possiamo indovinare quali?;
    6) non vi è alcun dubbio che gli obbiettivi dello Stato Islamico coincidano, almeno in parte, con quelli del mondialismo delle multinazionali e delle lobby: invasioni di masse di "migranti", distruzione delle culture europee e del cattolicesimo, meticciamento globale, dispotismo.

    Sono patetici gli sforzi delle nostre autorità per dimostrare che "il terrorismo è sotto controllo". Sì, possono arrestare qualche velleitario "lupo solitario" (peraltro mantenuto e sovvenzionato dal nostro generoso welfare: assegni, case popolari, bollette pagate). Ma ben più pericolosi sono gli ideologi immigrazionisti e antirazzisti annidati a Bruxelles, nelle altre capitali e nelle ONG lautamente finanziate anche dai nostri soldi. Per non parlare del Papa, secondo cui, più o meno, l'invasione araba "è una buona cosa".

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  17. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  18. beh certo, l'invasione araba sarebbe buona cosa perchè i nuovi arrivati sarebbero venuti a impollinare la vecchia e stanca nonna Europa.
    Non ho parole.

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  19. http://www.corriere.it/cronache/16_maggio_02/emilia-romagna-casa-costruita-il-terremoto-abbattere-tracciato-nuova-cispadana-a73445ba-10a4-11e6-aba7-a1898801ab6b.shtml
    E in radio dalle ore 9:00 non parlano altro che del problema dei problemi : i profughi !
    E sì che siamo appena all'inizio della giornata...

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