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domenica 24 aprile 2016

«La crisi si affronta con il rosario in fabbrica»

Anche il deserto fiorisce... Una notizia che apre spiragli di speranza da La Stampa

A Torino il racconto di operai e padroni che pregano insieme sui luoghi di lavoro. Una delle prime “cellule” dell’iniziativa “Impresa Orante
Se ne stanno lì, in piedi nella loro fabbrica, radunati intorno a un tavolino dove, tra fogli e attrezzi di lavoro, hanno sistemato una minuscola croce blu, fatta di legno. Se ne stanno lì, le guance ancora un po’ stropicciate dal sonno. Qualcuno, con le mani levigate dalla fatica, impugna fin quasi a nasconderlo un rosario. Sono operai, impiegati, ci sono perfino i “padroni”. Pregano. Tutti insieme. In un groviglio di fede e di dubbi che nessuno può giudicare chiedono alla Madonna di aiutarli ad uscire dalla crisi. «Dacci la forza - dicono - per affrontare con serenità questo periodo». «Ispiraci, fai rinascere un’economia che non si dimentichi delle persone».

Da qualche settimana tutto questo accade ogni giovedì mattina, tra le otto e le 8 e trenta, in un’azienda metalmeccanica del quartiere Barca, nella parte nord orientale della città. È qui che si svolge il gesto di preghiera di una delle prime “cellule” di “Impresa Orante”, l’iniziativa lanciata da Mariachiara Martina, imprenditrice torinese, supportata – per questa vicenda - dall’Opera dei Giuseppini del Murialdo. «Abbiamo voluto lanciare una provocazione – spiega -: la preghiera del Rosario recitata nei luoghi di lavoro che così diventano “cellule” di “Impresa Orante”». Oggi, oltre a Torino e al Piemonte, si segnalano “cellule” attive in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. «Chiediamo alle aziende di organizzare, per i lavoratori interessati, momenti di preghiera un giorno la settimana, perché il grido di aiuto può smuovere il cielo. Il punto di riferimento è il nostro sito www.impresaorante.org: ci trovate anche delle schede con tracce di meditazione, ». A chi le fa notare una certa dose di stravaganza in questi rosari aziendali, Martina risponde di getto: «Ma i cristiani, per i quali Dio è diventato un uomo attraverso Maria, sono sempre stati considerati strani. Con il rosario in azienda abbiamo voluto attingere al patrimonio spirituale dei nostri nonni che avevano molta confidenza con questo strumento e non avevano paura di usarlo nella quotidianità e nei momenti difficili…».

Tiziana Tarussio, 46 anni, è una dei titolari dell’azienda del quartiere Barca dove giovedì si è mossa la “cellula”. «Ho aderito subito a Impresa Orante perché mi sembra un bel modo per vivere la fede calandola nella realtà. Per ora siamo sei-sette su un totale di diciassette dipendenti. Qualche volta ci raduniamo giù in fabbrica, altre volte in sala riunioni, mai in orario lavorativo. Qui siamo un po’ come una famiglia, ma è chiaro che non obblighiamo nessuno dei nostri collaboratori. Chi vuole, partecipa».

Come ha fatto Mario Occelli, 51 anni, elettricista in azienda dal 1981. «La Chiesa spesso mi delude – dice – però qui partecipo volentieri. Certo è che dopo aver pregato insieme ai miei colleghi mi sento molto più contento». Walter Bersano, 47enne collaudatore, la mette giù cosi: «Io in Chiesa non vado quasi mai, anche se alla sera recito le preghiere che ho imparato da bambino. All’inizio ero titubante, poi ho notato che questa cosa ci dà forza e speranza. Le battutine? Le avevo messe in conto. E quando arrivano rispondo che non tutto quello che esiste sta dentro il nostro cervello…».

9 commenti:

  1. Che Dio, Uno e Trino , li benedica con ogni benedizione!

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  2. Stupendo. O torniamo ad essere cristiani, oppure ci penserà Allah...

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  3. Stupendo, speriamo solo che ora la curia torinese non intervenga subito per bloccarli, giudicando l'inziativa troppo cattolica

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  4. "In trincea è difficile trovare agnostici" (M. B.)

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  5. Ma che bello!
    Spero che questi fiori non appassiscano ma, al contrario, si moltiplichino.

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  6. Splendida iniziativa vicino casa

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  7. Una notizia che allarga il cuore: il capitalismo orientato al solo profitto disumanizzante è fallito come opzione culturale, ormai dopo 10 anni di crisi possiamo dirlo. Anche la contestazione sindacalista fine a se stessa è fallita allo stesso modo del capitalismo: macerie ovunque, nei cuori, negli spiriti, nelle anime.

    La preghiera insieme affida il lavoro a Dio e fa capire che operai e "padroni" in realtà sono parte della Chiesa, e l'acrimoniosa lotta tra capitale e lavoro viene benedetta dal Signore e il lavoro dà dignità alla persona e non la disumanizza.

    Bello pregare insieme a lavoro!!

    Per i cretini: "Le battutine? Le avevo messe in conto. E quando arrivano rispondo che non tutto quello che esiste sta dentro il nostro cervello" SAGGEZZA DIVINA, NON UMANA!

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  8. Sono belle iniziative. Tante ne erano fiorite tra il 2005 e il 2007 suscitate dalle grandi speranze del pontificato di BXVI in cui sembrava rifiorire in tanti di noi l'orgoglio di essere figli della Verità. Ricordo che in diversi ci alzavamo alla mensa di un ente pubblico, col rischio di carriera che questo comportava... per segnarci prima del pranzo, oppure ricordo rosari recitati in treno. Ma paracadutati oltre le linee fummo del tutto abbandonati a seguito di nuovi ordini di comando. Tutto azzerato, mortificato e svenduto pochi anni dopo, fino alla grottesca teorizzazione del contrario, e cioè che essere testimoni pubblici della propria fede è sbagliato, sostenuta dall'innominabile Galantino. Ed ora anche del traditore Carron. Perfino un vescovo modernista che "osava" seguire i suoi fedeli a recitare il Rosario di fronte al padiglione "aborto" dell'ospedale dove vengono straziati e uccisi i bambini, ha dovuto per questo riaccreditarsi con ripetute pubbliche esternazioni di assoluta condivisione del nuovo corso Bergogliano. Comunque auguri. Tenete duro. Nel pubblico il ricatto avviene sulle carriere, nel privato sugli ordini della grande distribuzione. Esempi eclatanti non mancano. Ma Christus Vincit. Alla faccia di chi se ne vergogna.

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  9. Ogni tanto una bella notizia, mi associo alla benedizione e iniziale di Irina.
    Queste iniziative danno coraggio, speriamo che si propaghino.

    La cosa incoraggiante è che in questo caso l'iniziativa è dell'imprenditore, del capo.
    Più difficile per i dipendenti quando il capo se ne frega o è contrario.
    Come minimo verrebbero invitati a smettere ' per non urtare le sensibilità' di chi non crede o dei musulmani. Già sento Augias e compagni.

    Io ho iniziato a recitare una parte del Rosario all'alba, nel mio studio, perché lavoro in proprio e da solo.
    Per me è facile, ma dobbiamo prendere esempio da queste iniziative e queste persono.
    Che Dio li premi e accolga tutte le loro preghiere.

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