Leggo su La Croix di oggi 7 aprile.
Notevoli le dichiarazioni di Mons. Pozzo ai fini del riconoscimento dei punti controversi anche da noi indicati nei documenti conciliari e, soprattutto, l'abbandono dell'affermazione del concilio come evento da accettare in blocco senza distinzione del diverso livello di adesione richiesto dai suoi documenti. Purtroppo una esternazione mediatica non ha il dovuto grado di autorevolezza; ma sembra vi si possano trovare riscontri in alcune dichiarazioni di Mons Fellay. [Sui diversi livelli del Vaticano II e corrispondenti gradi di adesione, vedi tesi di Mons. Gherardini qui]
Notevoli le dichiarazioni di Mons. Pozzo ai fini del riconoscimento dei punti controversi anche da noi indicati nei documenti conciliari e, soprattutto, l'abbandono dell'affermazione del concilio come evento da accettare in blocco senza distinzione del diverso livello di adesione richiesto dai suoi documenti. Purtroppo una esternazione mediatica non ha il dovuto grado di autorevolezza; ma sembra vi si possano trovare riscontri in alcune dichiarazioni di Mons Fellay. [Sui diversi livelli del Vaticano II e corrispondenti gradi di adesione, vedi tesi di Mons. Gherardini qui]
Pochi giorni dopo l'incontro tra Papa Francesco e il superiore della Fraternità San Pio X (FSSPX), mons. Guido Pozzo, Segretario della Commissione Ecclesia Dei, ha affermato che «i documenti del Vaticano II (dovrebbero) essere accolti a seconda del grado di adesione richiesto». L'accettazione dei testi sulle relazioni con le altre religioni non è un prerequisito per il riconoscimento giuridico della Fraternità e alcune domande possono rimanere « oggetto di discussione e di chiarimento » ha precisato a La Croix.
L'incontro del 1° aprile, tra il Papa e il vescovo Bernard Fellay, Superiore dei lefebvriani, si inserisce «nel contesto del percorso della Fraternità San Pio X verso la piena riconciliazione che avverrà con il riconoscimento canonico dell'Istituto», ha dichiarato a La Croix Mons Guido Pozzo, Segretario della Commissione Ecclesia dei, che cura i rapporti con la Tradizione all'interno della Congregazione per la dottrina della fede.
«Ciò ch'è soprattutto importante in questo momento, è contribuire a creare un clima di fiducia (...) per superare diffidenza a e irrigidimento, comprensibili dopo tanti anni di distanza e di frattura», continua mons. Pozzo, assicurando la volontà di « dissiparli » al fine di ritrovare « le ragioni dell'unità e promuovere l'integrità della fede cattolica e la tradizione della Chiesa».
Richiesti diversi livelli di adesione
Per il responsabile sulle discussioni con la Fraternità San Pio X, vale la pena ricordare i tre punti fondamentali che fanno di una persona un cattolico: «l'adesione alla professione di fede, il vincolo dei sacramenti e la comunione gerarchica con il Papa». Questo è ciò che conterrà la Dichiarazione dottrinale «da sottoporre ai membri della Fraternità San Pio X al momento opportuno».
«Per quanto riguarda il Concilio Vaticano II, il percorso effettuato attraverso gli incontri degli ultimi anni ha portato ad una chiarificazione importante: «il Concilio Vaticano II non può essere adeguatamente compreso che nel contesto di tutta la tradizione della Chiesa e del suo costante magistero», precisa Pozzo.
«Le affermazioni delle verità della fede e la certezza dei contenuti dottrinali nei documenti del Vaticano II devono essere accolti a seconda del grado di adesione richiesto», prosegue il vescovo italiano, che ha ribadito la distinzione tra il dogma e alcuni decreti o dichiarazioni contenenti «linee guida per l'azione pastorale, indicazioni e suggerimenti o esortazioni di carattere pratico-pastorale», come soprattutto nel caso di Nostra Aetate, che apre il dialogo con le religioni non cristiane.
Non è un ostacolo al riconoscimento canonico
Queste «costituiranno, anche dopo il riconoscimento canonico, argomento di discussione e approfondimento per una maggiore precisione al fine di evitare fraintendimenti o ambiguità che, sappiamo, attualmente sono diffusi nell'intero mondo ecclesiale».
«Le difficoltà sollevate dalla Fraternità San Pio X sui rapporti Chiesa-Stato e la libertà religiosa, l'ecumenismo e il dialogo con le religioni non cristiane, alcuni aspetti della riforma liturgica e la sua concreta attuazione, formeranno oggetto di discussione e chiarimenti, ha aggiunto Pozzo, ma non costituiscono un ostacolo al riconoscimento canonico e giuridico della Fraternità San Pio X».
È richiesto alla Fraternità San Pio X di «accettare che il Magistero della Chiesa è l'unico cui è affidato il deposito della fede da preservare, proteggere e interpretare. Credo che questo chiarimento possa costituire un punto fermo per la Fraternità San Pio X».
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
RispondiEliminaMic, in diretta e più veloce della luce. Grazie.
Che contrasto con l'aria che tirava nella conferenza di ieri che hai commentato anche tu....
"secondo il livello di adesione che è richiesto"? L'importante che si accetti che solo loro possono interpretare e solo il loro magistero è valido?
RispondiEliminaLa nuova religione procede sulla china del relativismo e dell'importanza del poter controllare tutti... e poi prima o poi tutti faranno la fine dei francescani dell'Immacolata.
Anonimo scettico,
RispondiEliminafaccio notare un paio di cose:
1. Intanto è già inaudita l'affermazione che i documenti conciliari non richiedono lo stesso grado di adesione e questo è un fatto.
2. Certo resta da stabilire il grado di adesione richiesto sui punti in discussione. Ma evidentemente non è "de fide" se non condiziona più il riconoscimento canonico.
Resta ancora da vedere se siano permeabili ai nostri argomenti (dico 'nostri' perché sono gli argomenti della Tradizione tutta) ma soprattutto resta il problema della prassi innovativa di "rottura". Ma se a questa prassi non si oppone quella corretta non più dalla riserva indiana, come sperare nel maggior bene per tutti?
Quanto alla "fine dei Francescani dell'Immacolata" penso che spetti solo all'Immacolata mettere la parola fine a questa brutta storia.
RispondiEliminahttp://www.radiospada.org/2016/04/25336/
RispondiEliminaSe penso a quante chiese, in ogni diocesi, sono chiuse o sottoutilizzate con un giro di sacerdoti maratoneti, a quante sono senza oratorio, non mi sembra che possano crearsi sovrapposizioni di alcun tipo e sono certa che ogni vescovo non potrà che essere contento di affidare loro tanto di quel lavoro pastorale che ora o è inevaso o dato in mano a personale con lavoro e famiglia che potrebbe così dedicarsi ai doveri del suo stato con più agio, senza affanno e con più tempo per la preghiera e studio di approfondimento.Se Il Vaticano è aperto alla discussione su alcuni testi questo non potrà che portare un arricchimento reciproco.Il famoso dialogo all'interno del popolo di Dio acquisterebbe un altro tono, nel rispetto e nella fraterna emulazione. A me sembra ottima la Prelatura spero che sappiano tutti, sia chi la conferisce sia chi la riceve,avere consapevolezza che è un dono di Dio, Uno e Trino,di Maria Santissima e del Suo sposo San Giuseppe patrono della Chiesa Universale.
RispondiEliminaAnonimo 18:33
RispondiEliminaÈ arrivata la segnalazione da un lettore francofono in una discussione di qualche ora fa e mi ha molto interpellata. Tant'è che ci consente di fare certe considerazioni inedite, ma soprattutto di registrare un cambiamento. Si tratterà di verificarne la portata al di là del presente pontificato drammatico su tutta la linea anche per effetto dei connessi corifei.
Continuiamo a pregare per i sacerdoti, che hanno la responsabilità di innumerevoli anime.
guardate che secondo me non è una buona notizia. Semplicemente sotto questo pontificato tuttto è liquido, tutto si può discutere, tutto è cangiante. Ai tradizionalisti permetto di non aderire ad un testo conciliare ai conciliaristi di non aderire al catechismo.
RispondiEliminaNonna
Il riconoscimento della FSPX non potrà che avere effetti benefici, aumentando anche il n. dei sacerdoti in questo difficilissimo momento. Comprendo i timori di alcuni commentatori, ma la notizia è obiettivamente buona. Certo la Fraternità deve restare fedele alla sua vocazione e mantenere la propria identità. Deo gratias
RispondiElimina@ Nonna
RispondiEliminaSarebbe meglio se proibisse o continuasse a proibire ai tradizionalisti di non aderire ad un testo non conciliare?
Cerchiamo di essere anche noi come il servo scaltro della parabola e di saper cogliere, a fin di bene, le circostanze che ci si presentano.
Ogni volta che si parla di Vaticano vs. FSSPX resto allibito: i signori della nuova Chiesa, anche prima di Bergoglio per la verità, continuano a pretendere attestati di purezza teologica da esaminare al microscopio a chi è rimasto fedele agli insegnamenti di sempre a prezzo di enormi sacrifici mentre là fuori nella loro Nuova Chiesa imperversano reggimenti di prelati che ne sparano pubblicamente, da decenni, una più grossa dell'altra. Dalla messa in dubbio della Madonna, alla negazione dell'Inferno, all'appoggio a divorzio, aborto e eutanasia, senza dimenticare il rifiuto di norme dei Papi che consideravano tradizionalisti. Qualcuno è arrivato addirittura a incitare apertamente all'omicidio dell'avversario politico senza essere non dico "scomunicato" ma nemmeno rimproverato. E questi pretendono di fare le pulci alle loro vittime che stanno nella catacombe? Cos'è? La fiera della presa in giro?
RispondiEliminaMiles
La Prelatura prevede per i laici ruoli graduati secondo la chiamata di ognuno. Per la FSSPX questo significa anche poter disporre di una vasta gamma di persone ampiamente provate nei tempi della loro marcia nel deserto e nel contempo poter accogliere nuovi fratelli e sorelle che, trovatisi a dover essere supplenti di sacerdoti inesistenti, ora vogliano mettersi al servizio di questa impresa se rispondente alla loro personale chiamata.
RispondiEliminaNonna, 7 aprile 2016 23:21
E' vero, tutto è liquido;il pericolo dei vasi comunicanti c'è; il rischio che ci si ritrovi tutti nè caldi, nè freddi è altissimo; è il momento del merito personale: ognuno nuoti meglio che può, perfezionando ad ogni bracciata il suo stile, con calma, mantenendo la giusta direzione, consapevole di chi nuota intorno, della condizione del mare e delle correnti, in ascolto dei battiti del proprio cuore e con lo sguardo rivolto al Cielo.
Un aspetto che spesso si sopravvaluta, quando si discute di riconoscimento o meno della FSSPX, è che con questo aspetto la Tradizione rinascerà anche nei nostri paesi.
RispondiEliminaL'augurio me lo faccio anch'io, ma non mi illudo.
Per vari motivi la scelta per la Tradizione siamo noi a doverla fare! Laici e sacerdoti già presenti nelle diocesi. Senza il nostro coraggio e la nostra scesa in campo, aspetta e spera...
La Fraternità dispone di molti seminaristi, sempre in relazione alla sua realtà. Ma questi non potranno supplire a tutto un continente devastato da oltre 50 anni di follie ecumenico-pastorali. Non ne hanno i numeri e la forza necessari. Possono essere un detonatore, possono rappresentare un riferimento qualitativo per coloro che ancora non osano confrontarsi con le loro idee (che altro non sono che la dottrina cattolica di sempre) e che attendono la denominazione d'origine cattolica, sebbene anche questa sia ormai assai inflazionata.
Ma le milizie cattoliche nei nostri paesi le dobbiamo costituire noi, con il loro prezioso aiuto, ma senza tirarci indietro.
Troppo facile sperare sempre e solo nell'aiuto altrui. Spesso anche con Dio facciamo così: aspettiamo comodamente il suo aiuto senza muovere cilia.
Non è questo l'atteggiamento corretto di un cattolico.
Viandante,
RispondiEliminatu hai perfettamente ragione, però ti porto la mia esperienza. Ann fa credevo, in buona fede, che Monsignor Lefebvre ed i suoi fossero scismatici e come tali scomunicati. E mai avrei seguito una loro Messa ! Poi ho scoperto la verità, anche grazie a questo blog, e mi sarei aspettata, dopo la revoca della scomunica da parte di BXVI (anche questo l'ha pagato caro), che molta gerarchia fosse felice e riaccogliesse con affetto e calore la FSSPX, concedendo loro chiese o cappelle ormai semideserte o chiuse da anni.
Invece...
Se ora dovessero rientrare in "piena" comunione e con uno status particolare, potrebbero, appunto, chiedere ed ottenere chiese o cappelle sostanzialmente abbandonate, e potrebbero celebrare Messe e far apostolato, non più in capannoni distanti ore di macchina, o altre situazioni che possono imbarazzare cattolici un po' meno "avventurosi" della sottoscritta, per così dire.
Pian piano potrebbero ottenere altre chiese, aprire oratori, avviare corsi di catechismo...Capisci ? e certamente avranno bisogno del sostegno di quei laici che si sentono a loro uniti nel comune amore per il Magistero perenne e la tradizione.
Quindi preghiamo e speriamo nel Signore.
RR
@ RR
RispondiElimina"... potebbe appunto chiedere..."
D'accordo, ma quello dell'ottenere è un passo ulteriore che non è ancora assodato!
Ammesso e non concesso che la richiesta ottenga le cappelle, gli e edifici e gli spazi desiderati, io non so se lei ha mai avuto a che fare con la FSSPX italiana, ad esempio, ma la cosa vale un po' per tutta l'Europa. Provi a chiedere a loro di venire nella sua città a celebrare Messa, nel caso non vi sia ancora una cappella della Fraternità. Pensa che se chiede oggi, stasera sono già lì?
Hanno pochi preti per soddisfare le attuali esigenze dei loro fedeli, figuriamoci se da tutta Italia dovessero giungere domande per celebrare Messe, tenere corsi di formazione e per fare apostolato.
Dobbiamo pregare affinché il Signore mandi operai per la sua messe! O perlomeno pregare perché coloro che già sono stati chiamati la smettano di fare gli operatori sociali e tornino a fare il vero prete cattolico!
E i fedeli perché li sostengano e collaborino con loro in tutto ciò che può competere loro.
Non vi è altra soluzione praticabile a corto termine. Non illudiamoci.
Ovviamente sono cosciente del fatto che un clima di maggior apertura nei confronnti della Tradione come quello successivo ad un eventuale riconoscimento della FSSPX potrebbe ridare slancio a quei sacerdoti che in cuor loro ancora serbano il desiderio di poter servire Dio degnamente e secondo Tradizione. Questo è chiaro, ma é da loro, e da noi che li sosteniamo, che tutto deve partire.
RispondiEliminaE meglio ancora se tutto partisse da un vescovo!
"accettare che il Magistero della Chiesa è l'unico cui è affidato il deposito della fede da preservare, proteggere e interpretare"
RispondiEliminaImmagino che si tratti del "magistero" dell' "unico soggetto Chiesa" che garantirebbe di per sè continuità e non contraddizione con il precedente magistero anche se oggettivamente in contrasto con esso. La famosa "tradizione vivente" che adegua la Tradizione al mondo, nello sviluppo della storia, quella che assicura l'"evoluzione del dogma" (v. ultima intervista di Ratzinger).
Mi associo ai "profeti di sventura" (d'altronde sono in compagnia ottima, data la partecipazione al gruppo dei "pessimisti" della Madonnadi Fatima) nel denunciare che quello che mi sembra un chiarissimo cavallo di Troia. E' noto che é molto più difficile guardarsi dagli "amici", come é chiarissimo che il sistema di dissolvimento della Chiesa in atto é attuato dall'interno.
Dio scrive dritto nelle righe storte, é vero (come é accaduto per il Summorum, che é andato molto oltre le aspettative di chi lo ha introdotto, che si aspettava un gruppo di nostalgici vecchietti, non ricordo dove l'ho letto, e infatti proprio per questo é stato quasi del tutto disinnescato). Ma non bisogna sfidarlo. Lui che disse "siate furbi come serpenti". E tutti noi abbiamo davanti la brutale opera di persecuzione e distruzione dei FFI, perchè troppo cattolici (cioé fedeli alla Tradizione).
Molti sperano tante Sante Messe, catechismo di SPX ecc. ..: per quanto tempo ? Quanto sono durate le Messe ecc. del FFI ?
Chi è stato oggetto di attacchi ripetuti lungo tutto il pontificato attuale ? Chi sono quei farisei psicorigidi tristi ecc. ? E perché volere a tutti i costi che costoro, la pietra d'inciampo nel falso ecumenismo della religione mondiale in via di formazione ? Questo é un abbraccio che si propone di essere mortale. S. Atanasio operò efficacissimamente. Da scomunicato.
Che l'Immacolata protegga la Chiesa del Signore e la conduca secondo la volontà di Dio.
Anna
Anna,
RispondiEliminala pratica religiosa in molte chiese e da parte di molti sacerdoti, purtroppo, è talmente scaduta, che anche Cattolici, poco praticanti, ma educati a suo tempo nella vera dottrina, se ne rendono conto e rimangono perplessi e confusi.Se potessero rivolgersi al' FSSPX, accolta in "piena" comunione, senza tema di sbagliare, sarebbero ben felici di ritrovare la Fede ed il conseguente comportamento dei sacerdoti di sempre.
Rr
Rr
RispondiEliminaanche io sarei felice di avere la SM ogni settimana, invece che una volta al mese ecc. ma cerco di guardare oltre l'oggi, oltre il domani. E' la questione dell'uovo e della gallina. E io ho la sensazione che dopodomani, se le intenzioni di chi ha proposto questa offerta alletante dovessero realizzarsi veramente (la tana del lupo é sempre pericolosa e anche il servo scaltro potrebbe alla fine rivelarsi meno scaltro del lupo) non ci sarebbe più nè la gallina nè l'uovo. Io, potrei sbagliarmi, credo che la Tradizione sia ancora viva perché qualcuno l'ha custodita finora, lontana dal fuoco.
Anna
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