- Una esortazione apostolica non è, per sua natura, un documento non magisteriale. È il contenuto di un documento papale che rivela la sua rilevanza magisteriale, non il suo nome o la categoria - nessuno dubita che Familiaris Consortio, l'esortazione di Giovanni Paolo II sul suo Sinodo sulla famiglia, sia stata estremamente rilevante nella sistematizzazione di importanti punti Magistrali. Amoris Laetitia per sé non dice che essa non è magisteriale: quello che dice, nel suo punto 3, altamente esplosivo, è che non c'è bisogno di rifarsi al Magistero per risolvere tutte le questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali. D'altra parte, questo stesso paragrafo apre il vaso di Pandora del decentramento del Magistero, la creazione di una forza centrifuga che può dissolvere l' unità dottrinale cattolica.
- Dire che Amoris Laetitia non è un grosso problema, e che non è magistralmente rilevante semplicemente non è vero. L'attuale Papa e [prevedibilmente] i suoi successori non agiranno come se non fosse magistralmente rilevante, e i vescovi all'atto pratico certamente la richiameranno nei pronunciamenti del loro Magistero. Amoris Laetitia avrà certamente il suo posto nelle future edizioni del Denzinger e in ogni futura revisione del Catechismo della Chiesa cattolica.
- Francesco, con alcuni dei suoi documenti precedenti, ma in particolare con Amoris Laetitia, ha introdotto una sorta di "principio di indeterminazione" nella dottrina cattolica e l'ermeneutica sulla morale, sul matrimonio e sulla vita familiare, che è di per sé rilevante come magistero.
Registro le tre piccole note sia per dovere di cronaca che perché si tratta di affermazioni che hanno preso corpo anche in altri contesti, convenendo soprattutto con la n.2 per l'aspetto della prassi deformante che l'Esortazione comunque innesca e con la n.3 riguardo al "principio di indeterminazione". Sulla n.1, osservo di seguito.
Premetto che si impone un'analisi più approfondita sia del testo del cardinale Raymond Leo Burke che della esortazione post-sinodale con tutte le altre numerose implicazioni e suggestioni innovative, oltre quelle relative ai divorziati-risposati, che sembrano aver monopolizzato l'attenzione.
Per ora mi limito ad alludere - con l'immagine a lato del chirografo ai vescovi che accompagna l'esortazione - alla decentralizzazione operata con la pastorale dei casi particolari (n.300), che attenta al primato di giurisdizione del Sommo Pontefice, in cui risiede la suprema autorità della Chiesa, su tutti i Pastori e su tutti i fedeli, indipendentemente da ogni altro potere e che costituisce la garanzia dell’unità della Chiesa. Ne commentavamo [qui] le avvisaglie nel corso del Sinodo.
Premetto che si impone un'analisi più approfondita sia del testo del cardinale Raymond Leo Burke che della esortazione post-sinodale con tutte le altre numerose implicazioni e suggestioni innovative, oltre quelle relative ai divorziati-risposati, che sembrano aver monopolizzato l'attenzione.
Chirografo ai vescovi che accompagna l'Esortazione (clicca sull'immagine per ingrandire) |
A proposito della Nota 1. aggiungo soltanto una osservazione.
La riflessione del cardinale è prudente ma molto sottile e va soppesata per ciò che sottende e cui allude con sufficiente audacia.
Quando dichiara che l'esortazione apostolica non è magisteriale, egli si basa sulla formulazione del documento (toni e contenuti), peraltro caratterizzato da un'ambiguità di linguaggio che lo rende aperto alle più diverse letture.
Riguardo ai contenuti sottolineo soltanto questi passaggi, in cui il card. Burke afferma : «la natura personale cioè non magisteriale del documento è evidente anche nel fatto che i riferimenti citati sono principalmente alla relazione finale della sessione del Sinodo dei Vescovi 2015, e agli indirizzi e alle omelie dello stesso papa Francesco. Non vi è alcuno sforzo costante di mettere in relazione il testo, in generale, o queste citazioni con il Magistero, i Padri della Chiesa e altri autori provati». Cioè manca l'aggancio diretto ed esplicito1 con «l'insegnamento costante della Chiesa e della sua disciplina che protegge e promuove questo insegnamento», ripetutamente e fortemente affermato dichiarando: «l’unica chiave per la corretta interpretazione di Amoris Laetitia è l’insegnamento costante della Chiesa». E cioè il magistero che precede l'attuale pontificato e che è e resta pienamente in vigore. Per questo ho pubblicato anche il testo integrale della presa di posizione pubblica del cardinale su National Catholic Register.
Si tratta, per ora, di una osservazione preliminare non approfondita, che andrà soppesata con attenzione insieme a quella iniziale: «Papa Francesco ha chiarito fin dall’inizio che l’Esortazione Apostolica Post-sinodale non è un atto di Magistero (cf. n. 3)».
1. In realtà non mancano alcuni riferimenti a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI - e persino a San Tommaso - ma sono monchi e strumentali, mentre per il resto ogni rinvio è ai "riferimenti citati principalmente" sottolineati dal cardinale. Per questo occorre una analisi più meditata e circostanziata.
La riflessione del cardinale è prudente ma molto sottile e va soppesata per ciò che sottende e cui allude con sufficiente audacia.
Quando dichiara che l'esortazione apostolica non è magisteriale, egli si basa sulla formulazione del documento (toni e contenuti), peraltro caratterizzato da un'ambiguità di linguaggio che lo rende aperto alle più diverse letture.
Riguardo ai contenuti sottolineo soltanto questi passaggi, in cui il card. Burke afferma : «la natura personale cioè non magisteriale del documento è evidente anche nel fatto che i riferimenti citati sono principalmente alla relazione finale della sessione del Sinodo dei Vescovi 2015, e agli indirizzi e alle omelie dello stesso papa Francesco. Non vi è alcuno sforzo costante di mettere in relazione il testo, in generale, o queste citazioni con il Magistero, i Padri della Chiesa e altri autori provati». Cioè manca l'aggancio diretto ed esplicito1 con «l'insegnamento costante della Chiesa e della sua disciplina che protegge e promuove questo insegnamento», ripetutamente e fortemente affermato dichiarando: «l’unica chiave per la corretta interpretazione di Amoris Laetitia è l’insegnamento costante della Chiesa». E cioè il magistero che precede l'attuale pontificato e che è e resta pienamente in vigore. Per questo ho pubblicato anche il testo integrale della presa di posizione pubblica del cardinale su National Catholic Register.
Si tratta, per ora, di una osservazione preliminare non approfondita, che andrà soppesata con attenzione insieme a quella iniziale: «Papa Francesco ha chiarito fin dall’inizio che l’Esortazione Apostolica Post-sinodale non è un atto di Magistero (cf. n. 3)».
Maria Guarini
_________________________1. In realtà non mancano alcuni riferimenti a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI - e persino a San Tommaso - ma sono monchi e strumentali, mentre per il resto ogni rinvio è ai "riferimenti citati principalmente" sottolineati dal cardinale. Per questo occorre una analisi più meditata e circostanziata.
"Ragazzi, so come voi e anche più di voi che Bergoglio è eretico, ma se volete che sia io a denunciarlo, boys, you can count me out!"
RispondiEliminaNon so fino a che punto sia OT (forse che sì, ma forse pure che no)...comunque sia:
RispondiEliminaL’ATTORE SPAGNOLO ANTONIO BANDERAS E LA SUA NUOVA COMPAGNA NICOLE KIMPEL ALL'UDIENZA DI PAPA FRANCESCO IN PIAZZA SAN PIETRO OGGI (FOTO)
http://roma.corriere.it/foto-gallery/cronaca/16_aprile_13/antonio-banderas-papa-con-nuova-compagna-6f53b196-015c-11e6-b513-8228f9f09a00.shtml
Si legge su wikipedia che, prima della nuova “compagna”:
BANDERAS è stato sposato dal 1987 al 1995 con l'attrice Ana Leza.
Il 14 maggio 1996 sposa la collega Melanie Griffith. Dalla loro unione è nata una figlia, Stella (24 settembre 1996).
Nel giugno 2014 la coppia annuncia la separazione, per poi divorziare ufficialmente nel luglio 2015.
BANDERAS si dichiara agnostico.
Insomma un fatto è chiaro: il card. Burke l'ha buttata sulla forma ma non è andato alla sostanza.
RispondiEliminaImplicitamente, rigettando il documento come non magisteriale, se la cava così. E un primo cuneo lo ha posto. Resta da vedere se ci sarà un seguito.
E i fedeli hanno bisogno anche (e soprattutto) del pane sminuzzato per riconoscere i veleni disseminati nel testo. Soprattutto perché se li vedranno inesorabilmente somministrati nelle diocesi e nelle parrocchie.
Luis ,
RispondiEliminahai perfettamente ragione. E molti in USA sono più delusi ed arrabbiati di noi in Italia.
Gioia dell'ammore,
come ho gia' scritto, PRIMA si allontanano dalla Chiesa, POI si allontanano dalla moglie ( o marito, ma più raramente). E dai FIGlI, q cui nessuno sembra pensare e che, come mostrano TUTTI gli studi, soffrono terribilmente e NON saranno MAI PIU' come prima e come i figli di coppie non separate e divorziate.
Ddopo aver rotto un primo matrimonio, possono romperne un secondo, un terzo...ad libitum, finche' sono ancora abbastanza giovani e facoltosi. E se nel crattempo si lasciano dietro altri figli...e che sara' mai? manco più la Chiesa condanna...
PIO XII: CHI ACCUSA LA CHIESA E LA SUA MORALE DI DUREZZA E RIGIDITÀ, ACCUSA IN REALTÀ GESÙ CRISTO
RispondiEliminahttp://www.iltimone.org/34537,News.html
Ad astuzia si risponde con astuzia non con la guerra aperta e non col tintinnare di spade.
RispondiEliminail fatto che sia il card. Burke che per esempio l' ottimo padre Antonio LIVI qui
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-tante-affermazioni-che-contrastano-tra-loro-15849.htm
ribadiscano che questa esortazione NON E' MAGISTERO, è un modo diplomatico per dire al popolo dei fedeli cattolici che debbono tenersi stretti come un riccio al Magistero quello vero e non lasciarsi fuorviare dalla confusione imperante.
"Sta come torre ferma che scrolla giammai la cima per soffiar di venti. "
QUesto è l'importante!
Mai come in questo momento della Chiesa la parte ancora sana del clero deve stare coi nervi saldi, con la freddezza necessaria, non bisogna che si faccia prendere da isterismi e catastrofismi, ma mantenere la mente fredda, calcolatrice e pronta alle contromosse.
discepolo
RispondiElimina@ Si aspettano le "contromosse", ma quali? Una sola e' possibile
Giusto dire che adesso dobbiamo aspettare le "contromosse". Pur nella sua moderazione, che appare fiacchezza dal punto di vista delle future "contromosse", la dichiarazione del card. Burke ha avuto comunque il merito di far capire, per chi lo vuol intendere, che l'Esortazione di Bergoglio contiene elementi che non si accordano con la dottrina della Chiesa. L'ha fatto capire senza dirlo apertamente.
Ora, quale puo' essere a questo punto la "contromossa", cioe' un ulteriore passo in avanti?
Non ci si puo' piu' limitare "a far capire con il non detto o l'indiretto discorso". A mio avviso, puo' essere una sola: far rilevare apertamente l'errore dottrinale contenuto in certe affermazioni dell'Esortazione, rimettendosi allo Spirito Santo per le conseguenze, quali che siano.
"Mio Dio, adesso lo dico pubblicamente, io sacerdote di Cristo, soldato di Cristo, che il Papa non puo' dire certe cose, che deve ritirare quello che ha detto; glielo diro' in faccia ma pubblicamente....E poi, e poi che mi succedera', che succedera'?" Chi se ne importa di quello che succedera'! Se impugnerete pubblicamente lo stendardo di Cristo forse Cristo non fara' sorgere una schiera pronta a seguirvi?
Animo, sacerdoti di Cristo, voi gli eletti del Signore, i Pastori nostri: impugnate la spada della vera dottrina e cominciate a menare fendenti, a due mani!
Dice Baronio:
RispondiElimina"" Sua Eminenza scrive "Non vi è alcuno sforzo costante [da parte del Papa] di mettere in relazione il testo, in generale, o queste citazioni con il Magistero, i Padri della Chiesa e altri autori provati." ""
Ma quali fonti del Magistero, quali Padri della Chiesa, quali autori provati si potrebbero prestare a sostenere e corroborare le tesi di Bergoglio, quando per prima la Sacra Scrittura le sconfessa, le condanna e le mostra in tutta la loro delirante pericolosità?
Appunto. Anche per questo ho detto che è sottile.
Ma penso che non debba fermarsi qui.
In ogni caso tutto l'orbe veramente cattolico credo sia in fibrillazione, mentre i novatori sciolgono i peana senza costrutto ma purtroppo efficaci nei confronti di chi è più sprovveduto.
Burke si arrampica sugli specchi. Purtroppo. Capisco non abbia altra scelta.
RispondiElimina**RENZI: “ENTRO APRILE POSSIBILE LA LEGGE SULLE UNIONI CIVILI”**
RispondiElimina“SARA' UN GIORNO DI FESTA. E' una legge che c'è già in molti paesi”
Roma, 13 apr. (askanews) - "Mi sono appena aggiornato con la relatrice Micaela Campana del Pd, credo abbiano votato oggi l'articolo 2, comunque sono stati votati alcuni articoli, se la settimana prossima si faranno alcune notturne entro il mese di aprile potremo firmare la legge". Lo ha detto Matteo Renzi durante la diretta Twitter e Facebook #Matteorisponde. "SARA’ UN GRAN GIORNO - ha aggiunto il premier – UN GIORNO DI FESTA, E’ UNA LEGGE IN TANTI PAESI GIA’ C’E’ ".
...il che - mi permetto di nuovo di sottolinearlo stasera cogliendo questa ulteriore non felice occasione - sembra fatto apposta per evocare di nuovo il tempo in cui un Vicario di Cristo, con la Dottrina imperitura della Chiesa alla mano, rispondeva così a chiare lettere sull'argomento:
PIO PP. XI
Movendo da tali princìpi, alcuni giunsero al punto di INVENTARE ALTRE FORME DI UNIONE [diverse dal Matrimonio cristiano], adatte , come essi credono, alle presenti condizioni degli uomini e dei tempi, e propongono quasi nuove forme di matrimonio: l’uno « TEMPORANEO », l’altro « A ESPERIMENTO », un terzo che dicono « AMICHEVOLE », e che si attribuisce la piena libertà e tutti i diritti del matrimonio, eccettuato il vincolo indissolubile
E ciò che è peggio, NON MANCANO COLORO I QUALI PRETENDONO e si adoperano perché simili abominazioni siano coonestate dall’intervento delle LEGGI o, se non altro, vengano giustificate in forza delle pubbliche consuetudini di popoli e delle loro istituzioni; e sembra non sospettino nemmeno che simili cose, LUNGI DAL POTERSI ESALTARE QUALI CONQUISTE DELLA «CULTURA» MODERNA, di cui menano sì gran vanto, sono invece ABERRAZIONI NEFANDE"
(Pio XI, Dalla Lettera Enciclica “CASTI CONNUBII” sul Matrimonio cristiano.)
Pio XI:
RispondiEliminagiustificate in forza delle pubbliche consuetudini di popoli e delle loro istituzioni
fa venire in mente il famigerato punto 3. di AL, e precisamente dove dice: Inoltre, in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali. Infatti, «le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale […] ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato»
RispondiEliminaQuesto della "inculturazione" con gli usi e costumi locali e' quello stesso principio
grazie al quale hanno distrutto la liturgia cattolica. Adesso viene apertamente utilizzato per distruggere la morale cattolica, a cominciare dal matrimonio e dalla famiglia.
A. R.
Se devo essere sincera è sempre una la domanda che mi pongo al fondo di tutto quello che abbiamo davanti:qual'è stato il vero senso delle dimissioni di Ratzinger? Mi ero consolata dando un significato come di sprone che BXVI aveva voluto dare al popolo di Dio. Davanti alla nostra indolenza e mollezza e immondezza aveva deciso di dare una sferzata a tutti affinchè ognuno si fosse preso finalmente le sue responsabilità davanti a Dio, Uno e Trino. Il suo successore ufficiale, all'inizio, l'ho considerata figura di secondo piano, in linea con la sferzata. Piano piano il mio giudizio è cambiato su entrambi senza però diventare un giudizio nuovo e fondato. Non lo era a ben vedere neanche il precedente più simile ad un desiderio a lieto fine che ad una seria valutazione dei fatti.Quelle grandi nuvole all'orizzonte, la massoneria, la religione mondiale, la gnosi, il modernismo piano piano le ho guardate sempre più attentamente e con crescente preoccupazione.Ancora però c'è una parte di me che spera che tutta questa catastrofe abbia come fine solo il nostro ritornar presto cristiani.
RispondiEliminaA mio avviso, puo' essere una sola [contromossa]: far rilevare apertamente l'errore dottrinale contenuto in certe affermazioni dell'Esortazione, rimettendosi allo Spirito Santo per le conseguenze, quali che siano.
RispondiEliminaBravissimo, professore Pasqualucci. Questa è l'unica risposta cristiana.
Inoltre, in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali. «le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale […] ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato» (AL, 3)
RispondiEliminain AL,3 Bergoglio cita il suo discorso conclusivo del sinodo 2015
Sono le culture che vanno rigenerate e non bisogna cercare soluzioni "giustificate in forza delle pubbliche consuetudini di popoli e delle loro istituzioni" (Pio XI)
Ma, anche in epoca post-conciliare, confrontare con:
l'inculturazione «significa l'intima trasformazione degli autentici valori culturali mediante l'integrazione nel cristianesimo e il radicamento del cristianesimo nelle varie culture ». (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 52)
"Il Vangelo, e quindi l'evangelizzazione, non si identificano certo con la cultura, e sono indipendenti rispetto a tutte le culture, Tuttavia il Regno, che il Vangelo annunzia, è vissuto da uomini profondamente legati a una cultura, e la costruzione del Regno non può non avvalersi degli elementi della cultura e delle culture umane. Indipendenti di fronte alle culture, il Vangelo e l'evangelizzazione non sono necessariamente incompatibili con esse, ma capaci di impregnarle tutte, senza asservirsi ad alcuna.
La rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca, come lo fu anche di altre. Occorre quindi fare tutti gli sforzi in vista di una generosa evangelizzazione della cultura, più esattamente delle culture. Esse devono essere rigenerate mediante l'incontro con la Buona Novella". (Paolo XI, Evangelii nuntiandi, 20)
sono d'accordo con molti che dicono: perchè mai prendersela col Card.Burke,
RispondiEliminafino ad oggi ha dimostrato da quale parte stava e sta - farsi mettere in croce Lui solo NO! - o si aprono decine e decine di tiepidi vescovi e cardinali e dicono se sono Cattolici oppure no e mettono a rischio la loro carriera e poltrona, oppure fa bene il Cardinale Burke che sta dicendo le cose una lettera alla volta per vedere se anche gli altri cominceranno ad aprire bocca.
Il punto è, se non sbaglio che bergoglio ha perso sia il sinodo del 2014 che quello successivo - possibile che i vescovi che hanno partecipato ai sinodi dopo l'AL non siano all'altezza di dire una parola?
Per il concilio vat.II fu la stessa cosa: errori dopo errori e nessun vescovo o cardinale (tolti Lefebvre, Siri, Ottaviani e Bacci e qualcun altro) si opposero come fece Paolo a Pietro in pubblico; e tutto è passato liscio ed oggi ci troviamo questa popò di rivoluzione bergogliana/Roncalliana.
Tanto non illudiamoci, né vesvovi né cardinali emetteranno un verdetto su Bergoglio
(visto tutto il caos dell'elezione e post.)
Io non do la comunione .
RispondiEliminaIo non mi immischio .
Ci pensino i Vescovi .
Fra i lettori c'e' un grafologo ?
1)tanti anni fa un amico di sinistra davanti alla mia preoccupazione del diffondersi della droga tra i giovani mi disse di non preoccuparmi era uno strumento di lotta sociale e non tutti ci sarebbero cascati.
RispondiElimina2)l'Europa ha rigettato le radici cristiane.
3)il Vaticano ha aderito all'euro.
4)il liberalismo ha una visione simile a quella di sinistra in campo morale e non solo.
AL come si posiziona riguardo a questi 4 punti? A mio parere è moralmente contigua al numero 1 e 4; non rigetta a parole il dogma cioè il numero 2 rigettandolo nei fatti;condivide la prassi laica meglio la pastorale protestante, cioè il numero 3.
"ribadiscano che questa esortazione NON E' MAGISTERO"
RispondiEliminaVeramente mons. Livi dice che è Magistero e che se ne deve tener conto: decisamente non è la stessa linea di Burke. Spiega semplicemente che ci sono vari livelli di Magistero con varie conseguenze; poi dice con molta fermezza che la AL è Magistero problematico, scritto male e contraddittorio. E a dirla tutta sorvola su una frase chiave della AL:
“Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”.
La frase è già un problema di per sé: ma quel "più" è un chiaro segno che Francesco indica che certe cose cambiano. Lo conferma Spadaro su La Civiltà Cattolica. Cambiamento In nome di che?
Ora, io ho grandissima stima di mons. Livi. Questo non mi impedisce di vedere le contraddizioni nel suo testo: continua a ripetere che le intenzioni del papa sono sicuramente buone, ma conclude:
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"Ma se il Papa volesse davvero assecondare con la nuova prassi del “caso per caso” l’insensibilità degli uomini del nostro tempo nei confronti del “piano d’amore di Dio”, allora avrebbero ragione coloro che hanno visto la sua Esortazione come una resa totale del Magistero all’opinione pubblica, alla secolarizzazione, alla teologia progressista che esalta il soggettivismo (quella che afferma che ogni soggetto è in buona fede, e la Chiesa deve confermarlo nella sua infondata presunzione di essere in grazia!). "
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Leggendo tutto il testo, pare che mons. Livi sia molto prudente in partenza e via via un po' meno prudente fino ad arrivare alla fine dove le certezze granitiche sulla buona fede del Papa si sono decisamente incrinate. Come se perdesse la pazienza mentre scrive (e, beninteso, lo capisco!). Per me è il chiaro segno di chi ha in mente una cosa e si auto-censura. Il risultato è maggior confusione. Non si combatte il caos e l'ambiguità con altro caos ed altra ambiguità. Qui non si tratta di criticare l'ermeneutica della continuità: questa è ermeneutica della confusione.
Tanto per dire: mons. Cupich, il clone che Bergoglio ha imposto a Chicago, va già oltre e parla di omosessuali:
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In an interview with the Chicago Tribune on Friday, Cupich argued that Amoris Laetitia could normalize his approach to those living in what the Catholic Church considers to be objectively sinful situations, such as second marriages when a first marriage hasn’t been declared null and same-sex relationships.
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Mentre si discute in punta di ermeneutica, quelli domani metteranno in opera tutto ciò che vogliono sulla base della AL. E basta! Ci vuole una presa di posizione chiara e netta. Mi trovo d'accordo con questo breve commento di MiL che ha ripostato il pezzo di mons. Livi:
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Certe volte però ci viene da pensare che se nostro Padre dice una possibile stupidaggine, ci dobbiamo inginocchiare ai suoi piedi, farglielo notare chiedendo spiegazioni e, se questo sbaglio è conclamato e rimane tale, lo dobbiamo esortare a correggerlo, accompagnando la nostra supplica con l'intensa preghiera affinchè confermi i suoi fratelli.
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Fabrizio Giudici
RispondiEliminaDopo tutto perchè no?
http://i0.wp.com/www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2016/04/enrico-viii.jpg
Miles
Burke si è comportato nell'unico modo che per ora gli è concesso.
RispondiEliminaUna affermazione di Schneider mi ha aperto gli occhi in questo senso: è da considerare Magistero solo ciò che è pronunciato ex-cathedra e ciò che è in comunione con l'insegnamento precedente (Magistero universale), ciò che Papi e Vescovi hanno insegnato da sempre, secondo Tradizione. Ciò che è difforme, in contrasto, non può essere considerato Magistero ma è documento pastorale, Burke ha ragione, io penso.
Nella storia della Chiesa si sono dati documenti pastorali che avevano natura temporanea e contenevano errori, e questo documento [il documento sui rapporti con gli ebrei] contiene degli errori. Ciò che non è infallibile può rivelarsi erroneo. Ribadisco che la Chiesa ha sempre insegnato unicamente le affermazioni pronunciate ex cathedra o espresse dal Magistero universale - ciò che il papa e i vescovi hanno insegnato a lungo nei secoli.
Che pena dover essere costretti a interpretare l'interpretazione di chi dovrebbe essere l'Interprete ufficiale del Vangelo! Che cattolicesimo è mai questo?
RispondiEliminaTEOFILATTO
http://www.radiospada.org/2016/04/ma-non-abbiamo-sempre-avuto-cattivi-papi/
RispondiEliminaSul corrierone di questa mattina c'è un ampio servizio fotografico sul vdr che ,secondo loro , riceve Banderas e la sua nuova compagna e poi si fa fotografare col casco da pompiere in testa .In realtà titolo è fuorviante perchè Bergoglio non riceve i due fidanzatini ma semplicemente si fa fotografare con loro, tutto compiaciuto ,ma ditemi se secondo voi un tale personaggio è da prendere sul serio.bobo
RispondiEliminaTroppa confusione nella chiesa ,da noi certi sacerdoti hanno assolutamente detto di non dare ascolto a quello che viene detto dai telegiornali o da certi programmi .una cosa è certa vedremo una separazione netta della chiesa se andremo avanti cosi .
RispondiElimina@ Paolo Pasqualucci
RispondiEliminaChi se ne importa di quello che succedera'! Se impugnerete pubblicamente lo stendardo di Cristo forse Cristo non fara' sorgere una schiera pronta a seguirvi?
OK. Abbiamo sentito il card. Burke.
Ma che ne è di mons. Schneider?
Mi sembra che la sua assenza dalla scena in questo frangente abbia un non so ché di presenza silenziosa e nascosta.
Me lo suggerisce il suo chiaro e lampante NON POSSUMUS che ben ricordo al termine del sinodo 2015:
https://gloria.tv/media/UVX725okHLE
Ora che i contenuti problematici dei sinodi hanno ricevuto il placet ufficiale del Papa stesso, chissà come mons. ATHANASIUS (nomen omen?) declinerà nel presente il suo NON POSSUMUS di allora?
Quale è l`identità della Chiesa cattolica?
RispondiEliminaChe cosa significa oggi essere cattolici?
-Quando persone non sospette di "fondamentalismo" cattolico si domendano se i documenti di colui che deve confermare i cattolici nella fede sono cattolici,
-se colui che è considerato il Pastore universale non cessa di disprezzare i cattolici fedeli e obbedienti all`insegnamento della Chiesa, alla Parola del Signore,
-quando si reclamano come la punta di diamante della Chiesa cattolica, gente che visibilmente mette sotto i piedi quella Parola aggiornandoLa alle voglie della gente,
-quando un documento di un papa può essere interpretato in modo totalmente opposto e che questa apparente ambiguità è voluta per lasciare totala libertà a chi la deve mettere in atto di sganciarsi dalla Dottrina,
-quando la Chiesa non è più di Cristo ma di "Francesco",
mi sembra normale porsi certe domande, io me le pongo, sono cattolica ma non mi sento più in accordo con chi dice di esserlo, non condivido la stessa fede, che cosa significa essere catttolici se chi dovrebbe guidarmi, confermarmi nella fede , non solo non lo fa, ma mi etichetta in modo sprezzante ?
Un clima da rompete le righe che ricorda quello postconciliare.
RispondiEliminaLa papolatria finirà, ma i danni resteranno.
Quanti furono gli Israeliti usciti dall'Egitto? Quando Dio consegnò loro la Legge fu una legge caso per caso, ognuno dei quali Dio conosceva a menadito? Aveva Dio la vera vocazione pastorale? Sono queste dieci parole ancora al passo dei nostri tempi?
RispondiEliminaAnche oggi, all’udienza del mercoledi, Bergoglio attacca coloro che non sono d’accordo col suo “nuovo vangelo”, che ha appena espresso nella sua Esortazione, dove ribalta il magistero di sempre della Chiesa.
RispondiEliminaIl “misericordioso” vescovo di Roma si scaglia violentemente contro quanti difendono la dottrina cattolica e li chiama sprezzantemente “farisei” (dimenticando, fra l’altro, le proteste del rabbino capo di Roma per l’abuso di questo termine).
Bergoglio dunque bombarda pesantemente quelli che restano fedeli alla dottrina cattolica, citando gli scontri dei farisei con Gesù, e quindi identificando se stesso con Gesù.
Solo che, nella sua continua manipolazione dei testi evangelici, dimentica (o finge di dimenticare) che sull’indissolubIlità del matrimonio (che è il vero oggetto dell’Esortazione perché legittima il secondo matrimonio, le convivenze ec) i cosiddetti “misericordiosi” (cioè i bergogliani del tempo) erano proprio i farisei, mentre Gesù era il “rigorista” che condanna il ripudio e il secondo matrimonio (Mt 19, 3-12) e chiama all’amore per sempre, elevando a sacramento il matrimonio (VEDI QUI).
Quindi, tuonando contro i cosiddetti “rigoristi”, in realtà Bergoglio tuona contro Gesù stesso (VEDI QUI). Lo fa in nome della misericordia, ma Gesù è proprio la Misericordia fatta carne. Ed è Lui la vera misericordia che salva, perché è anche la Verità fatta carne.
Noi non siamo stati redenti da Bergoglio (e dalle sue dottrine solo apparentemente misericordiose), ma da Gesù Cristo, vero Figlio di Dio, morto e risorto per noi.
Antonio Socci
Premesso che:
RispondiElimina"La dottrina della Chiesa insegna infatti che quando il Papa, da solo o in unione con i vescovi, parla ex cathedra è certamente infallibile. Ma perché un pronunciamento possa considerarsi ex cathedra sono necessari alcuni requisiti: 1) deve parlare in quanto Papa e pastore della Chiesa universale; 2) la materia in cui si esprime deve riguardare la fede o i costumi; 3) su quest’oggetto deve pronunziare un giudizio solenne e definitivo, con l’intenzione di obbligare tutti i fedeli." (da De Mattei: "Sinodo e Magisterio ordinario della Chiesa" 12/12/14), mi sembra che il presupposto dell'azione di Bergoglio abbia come presupposto la negazione della universalità, definitività e soprattutto coercitività verso tutti i fedeli, circostanza che quindi esclude a priori la natura di solenne del suo magistero.
Ed infatti si può dire che il magistero è solenne se è "cattolico" ed al proposito è illuminante, o illuminato, che il pontefice attuale abbia affermato che Dio non lo sia.
Concordo con Mic che le osservazioni del Card. Burke sono sottili: portano a delle conclusioni che vanno ben oltre la mera valutazione del grado di assenso richiesto al testo papale.
RispondiEliminaMa rimane innegabile il paradosso - non nuovo, in verità - di uno pseudo-magistero papale che nega le Verità cattoliche.
Poiché il problema non è tanto capire come conciliare le affermazioni di Bergoglio con la dottrina (a questo ha già dato risposta definitiva il Concilio Vaticano I), quanto piuttosto prendere atto, una volta per tutte, dell'eterodossia di un Papa: non il primo, peraltro.
Bisogna quindi trarre le logiche conclusioni di una situazione di inaudita gravità, che pur non facendo venir meno le promesse del Salvatore circa la Sua divina assistenza alla Chiesa, vede un Vicario di Cristo non più custode del Depositum Fidei, ma suo ostinato oppositore.
Dinanzi a questa situazione non bastano le prudenti dichiarazioni su base dottrinale di Sua Eminenza: occorre una denuncia chiara ed inequivocabile, perché il popolo cristiano non sia tratto ulteriormente in inganno, perché i semplici non siano indotti in peccato, perché la salvezza delle anime non sia messa a rischio dallo scandalo delle parole papali e dalla connivenza vergognosa della Gerarchia.
Quando Giovanni Paolo II annunciò la propria intenzione di convocare l'incontro di Assisi, un gruppo di Cardinali (Palazzini, Stickler ed altri) prese in seria considerazione l'eventualità di dichiararlo decaduto, per lo scandalo che il suo gesto avrebbe dato ai fedeli. Non accadde nulla, ed oggi ci troviamo in un frangente ancor più grave, nel silenzio di molti, troppi Prelati.
Preghiamo perché il Signore susciti nel Suo popolo un'anima santa e coraggiosa, che difenda i diritti di Dio e l'onore della Santa Chiesa.
MULLER CACCIATO?
RispondiEliminaSe lo domanda Mastino, su facebook
Le perplessità di Padre Scalese
RispondiEliminahttp://querculanus.blogspot.it/2016/04/salutare-autocritica.html
RispondiEliminaParole del card. Baldisseri intervistato da Rusconi per Rosso Porpora:
Fa osservare Rusconi a proposito dei divorziati risposati:
-Fin qui non è che fossero fuori della Chiesa… solo che non potevano accedere alla Comunione, alla Confessione…
Risponde Baldisseri:
"Ciò è stato detto nel codice di diritto canonico, che si è costituito per la prima volta nel 1917. E prima che succedeva? Nei secoli c’è stato un evolversi della definizione terminologica. Che è cambiata. L’idea prevalente era quella di catalogare, sempre quell’idea di etichettare… Ma papa Francesco continua a farci presente che noi siamo in cammino… Noi non possiamo dire che ci sono famiglie che sono a posto, regolari e altre che non sono a posto, irregolari. E’ una catalogazione che è stata affermata, ma non è di diritto divino."
Non è di diritto divino ?!?
Riprende Rusconi:
-... è di diritto canonico…
Et voilà la risposta di Baldisseri:
"Direi che è un’espressione canonica che si è imposta in un dato momento. Ma il diritto canonico in quanto tale segue le esigenze del tempo."
http://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-cardinali/583-amoris-laetitia-intervista-al-card-lorenzo-baldisseri.html
Le esigenze del tempo, anche la Parola del Signore deve sottostare alle esigenze del tempo, questo lo hanno deciso coloro che devono solo custodirLa e trasmetterLa senza nulla aggiungere che possa annacquarla, senza "se" e senza "ma", e invece si mettono con superbia al posto del Signore pensando di sapere meglio di lui quel che è giusto, vero e necessario per la salvezza delle anime....salvezza delle anime? E che cosa è quell`espressione astrusa?
RispondiEliminaChi ci pensa oramai alla salvezza delle anime, eppure mi sembra che sia il primo se non solo servizio al quale deve mirare la Chiesa.
RispondiEliminahttp://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-cardinali/583-amoris-laetitia-intervista-al-card-lorenzo-baldisseri.html
Rorate coeli continua a pubblicare interventi molto chiari e puntuali:
RispondiEliminahttp://rorate-caeli.blogspot.com/2016/04/amoris-laetitia-is-non-magisterial-not.html#more
"Seguire le esigenze del tempo."
RispondiEliminaIl dogma dell'indissolubilità del matrimonio farà la stessa fine di quello della Regalità Sociale di Nostro Signore.
In nome della pastorale e della prassi sarà messo da parte, sino al giorno che nessuno più ne avrà memoria, se non qualche irriducibile "purista".
Per ora le parti in campo stanno seguendo lo stesso copione che si presentò all'indomani delle novità del Concilio Vaticano II.
La differenza è che oggi sappiamo che la via "della lettura in ginocchio" del card. Siri non paga.
Forse il card. Burke non aveva altra possibilità, forse.... Quand'è che vescovi, cardinali e preti troveranno il coraggio di fare chiarezza? Nel frattempo, i fedeli non sanno chi ascoltare. I parroci, se interpellati, spesso danno la colpa ai giornali, alle interpretazioni non corrette, facendo passare chi si sente confuso e preoccupato come uno che non ha capito bene la grandezza del vdr! Chi non è neppure credente, pensa già che la Chiesa abbia preso posizioni rivoluzionarie. Così la confusione è massima in ogni ambito. E' in questo modo che si testimonia Cristo? Quanti danni sta facendo Bergoglio con le sue prese di posizione che richiedono ogni giorno di arrampicarsi sugli specchi?
RispondiEliminaFacendo una sintesi tra "Laudato sì" e "Amoris laetitia" si può ancora dire che non si trivella fuori dal matrimonio?
RispondiEliminaA Santa Marta ha anche detto che se il sinedrio non avesse mandato via il povero giuda pentito che ha buttato loro i 30 denari non si sarebbe impiccato il poverino, oh i duri di cuore.......peccato solo che a forza di silenzio i bambini impareranno la via dell'inferno col primo vagito.
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RispondiEliminaLe risposte del card. Baldisserri sopra riportate "sapiunt haeresim". A. P.
“Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante.”
RispondiEliminaQuel “più” è assurdo, quel “cosiddetta” è vergognoso e peggio.
Detto questo, di per sé è vero (è sempre stato e sarà sempre vero) che il fatto che uno viva in una situazione oggettiva di peccato mortale non ci autorizza a concludere con certezza che quella persona sia, davanti a Dio, priva della grazia santificante: noi non possiamo giudicar nessuno sul piano della colpevolezza soggettiva, perché Dio solo conosce e lègge i cuori. Il mio vecchio parroco diceva che “l’ignoranza è l’ottavo sacramento”, e credo avesse ragione.
Ma il discorso è, mi sembra, un altro. Il motivo per cui la Chiesa rifiuta di dare i sacramenti a chi vive in una situazione oggettiva di colpa grave (e non si tratta solo di peccati sessuali: pensiamo per esempio a un usuraio) prescinde dal grado d’imputabilità di quella colpa, e riguarda proprio il piano oggettivo.
C’è qualcuno più dòtto in me in diritto canonico che ci sappia dar lumi?
Maso
“Noi non possiamo dire che ci sono famiglie che sono a posto, regolari, e altre che non sono a posto, irregolari. È una catalogazione che è stata affermata, ma non è di diritto divino."
RispondiEliminaChe un cardinale di Santa Romana Chiesa dica delle bestialità così sesquipedali è un segno dei tempi.
Ecco autorevolmente glossato quell’inqualificabile “cosiddetta”.
Cioè, io posso vivere con una donna che non è mia moglie, con due o tre o cinque donne, con un uomo (o più), con mia sorella (o mio fratello), con un cavallo, o vattelappesca, e il diritto divino non è offeso.
L’oblìo dell’essenze denunziato da Romano Amerio arriva qui a livelli parossistici. Ma allora, non è meglio chiuder baracca e burattini? Chi voglion prendere in giro?
Maso
Sono rassicurata (si fa per dire) di non essere stata la sola ad essere scioccata dalle parole di Baldisseri, e dire che c`è chi ancora dubita degli intenti di Jorge Bergoglio.
RispondiEliminaBaldisseri è uno dei "bravi" di Don jorge.
RispondiEliminaNoto una piccola cosa: piccola, sì, ma indicativa anche questa.
RispondiEliminaIl chirografo del Santo Padre si chiude con una richiesta di preghiere per lui; e va bene. Ma né qui né nell’esortazione apostolica si lègge, com’era consuetudine fino a ieri, una benedizione ai vescovi e ai fedeli affidati alle loro cure.
E questa sembra ormai diventata la regola. Davo di recente un’occhiata al messaggio per la Pasqua (non si chiaman più “pastorali”?) del nostro peraltro ottimo vescovo: neanche lì, nessuna benedizione.
Maso