Imploriamo Sua Eccellenza di fare tutto quanto in suo potere per convincere i suoi confratelli nell'episcopato - soprattutto i cardinali, che sono vincolati dal giuramento di dare la propria vita per difesa della fede - di sollevare una concertata e decisa opposizione pubblica alle novità distruttive di Amoris laetitia, identificandole esplicitamente come tali, mettendo in guardia i fedeli contro di esse, chiedendo rispettosamente al Papa la loro immediata rettifica o il ritiro totale del catastrofico testo.
La comunicazione che segue, da noi tradotta da The Remnant, formulata da Christopher A. Ferrara, va dritta al sodo. Pur rivolta al vescovo Athanasius Schneider, il solo che abbia rispettosamente ma pubblicamente richiamato gli interrogativi sollevati dall'Amoris laetitia, è un invito all'intero episcopato cattolico ed ai cardinali affinché non lascino le pecore a difendersi da sole nel pieno svolgersi della battaglia in corso.
Per completezza, corre l'obbligo di precisare che il card. Raymond Leo Burke, nel corso del Rome Life Forum, lo scorso 7 maggio, nella sua relazione: Martirio per la fede nel nostro tempo, ha parlato di 'resistere' a coloro che nella Chiesa presentano falsi insegnamenti sul matrimonio e sui sacramenti (in corso di traduzione).
Per completezza, corre l'obbligo di precisare che il card. Raymond Leo Burke, nel corso del Rome Life Forum, lo scorso 7 maggio, nella sua relazione: Martirio per la fede nel nostro tempo, ha parlato di 'resistere' a coloro che nella Chiesa presentano falsi insegnamenti sul matrimonio e sui sacramenti (in corso di traduzione).
Mons. Schneider in pellegrinaggio a Chartres |
A suo eterno merito, ma a vergogna eterna della Chiesa, lei è l'unico tra l'intero Episcopato cattolico che ha protestato pubblicamente e senza mezzi termini contro le molte affermazioni in Amoris Laetitia (AL), in particolare nel capitolo 8, che appaiono derogare dai precetti negativi della legge naturale, compresi quelli contro il divorzio, l'adulterio e la fornicazione. Per volontà divina, questi precetti, come scrive Sua Eccellenza, "sono universalmente validi ... obbligano ogni individuo, sempre e in ogni circostanza" e "proibiscono una determinata azione semper et pro semper, senza eccezione", perché riguardano "comportamenti che non possono mai essere, in qualsiasi situazione, una risposta adeguata".
Eppure non c'è dubbio che Al è stata scritta in modo ambiguo, ma con implacabile coerenza, proprio per creare l'impressione di "eccezioni" a precetti morali assoluti che il documento descrive tendenziosamente in tutto il suo testo semplicemente come "regole generali (2, 300, 304)" , un "principio generale", "regole" (3, 35, 288), "un insieme di regole" (49, 201, 305), "una regola" (300, 301, 304), "la regola" (301 e nota 348), "una regola generale" (301) e "una legge o regola generale" (301).
Come Sua Eccellenza ha constatato con certezza, la riduzione della legge morale ad una "regola generale" da parte di AL è lo strumento retorico attraverso cui vengono introdotte "eccezioni" alla regola, in "alcuni casi", che coinvolgono quelle che AL descrive eufemisticamente come "unioni irregolari" o "situazioni irregolari" (78, 298, 301, 305 e 351) intendendo, naturalmente, i "divorziati risposati, o semplicemente conviventi" (297). in una situazione di adulterio pubblico continuo o di semplice fornicazione.
Allo stesso tempo la legge morale risulta ridotta ad un "insieme di regole" per cui ci possono essere eccezioni pratiche - come con qualsiasi semplice regola -. AL riduce anche l'indissolubilità del matrimonio dal suo status, divinamente ordinato senza eccezioni come fondamento morale universalmente vincolante le relazioni coniugali, solo ad un "ideale" (36), un "ideale impegnativo" (38), "l'ideale" ( 298, 303), "questo ideale" (292), "l'ideale di invecchiare insieme" (39), "l'ideale cristiano" (119, 297) , "una lotta per raggiungere un ideale" (148), "l'ideale del matrimonio" (157), "l'alto ideale" (200), "l'ideale attraente" (230), "l'ideale pieno" (307) ","un ideale più pieno" (307), e "l'ideale evangelico" (308).
Dopo aver ridotto il matrimonio a un mero ideale, AL osa suggerire che certe unioni sessualmente immorali sono in grado di "realizzarlo almeno in modo parziale e analogo " e che ne possiedono "gli elementi costruttivi" (298). AL arriva fino al punto di dichiarare che una "seconda unione" - intendendo un rapporto condannato come adulterio da nostro Signore stesso - può esibire "provata fedeltà, dedizione generosa, [e] impegno cristiano ..." (298). AL oscura così, anzi cerca di eliminare, il senso di riprovazione morale, divina del carattere adulterino di "secondi matrimoni" inesistenti.
Anche l'insegnamento del Papa canonizzato da Francesco è sottoposto ad un riduzionismo subdolo. In linea con l'intera Tradizione, Giovanni Paolo II, nella Familiaris consortio ha affermato che il divorziato "risposato" non può essere ammesso ai sacramenti senza l'impegno di astenersi da ulteriori rapporti adulterini: "La riconciliazione nel sacramento della penitenza - che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico - può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità del matrimonio. (Familiaris consortio , 84).
Eppure, come Sua Eccellenza eccepisce a ragione, AL omette sistematicamente ogni riferimento all'affermazione di Giovanni Paolo del costante insegnamento della Chiesa a questo riguardo. Piuttosto, AL la relega ad una nota in cui un imperativo morale assoluto è falsamente presentato come la sola "possibilità di convivere 'come fratello e sorella' che la Chiesa offre loro". Nella stessa nota anche questo travisamento madornale del Magistero autentico è minato dal suggerimento (basato a sua volta su una citazione palesemente fuorviante della Gaudium et spes ) che "in tali situazioni, molte persone ... sottolineano che se certe espressioni di intimità sono carenti, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli»". Come se "l'intimità " fosse moralmente necessaria per garantire "fedeltà" ad un partner in adulterio!
Infine, in una dichiarazione di sintesi che da sola dovrebbe essere sufficiente per coprire questo tragico documento di obbrobrio fino alla fine dei tempi, AL dichiara che anche coloro che conoscono molto bene "la regola" e "l'ideale" possono comunque essere giustificati nella loro decisione deliberata di non conformare le loro azioni alla legge morale, e che Dio stesso approverebbe questa disobbedienza ai suoi comandamenti nella "complessità concreta" della propria situazione:
Ma questa coscienza può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo. In ogni caso, ricordiamo che questo discernimento è dinamico e deve restare sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno. (303)
Questa affermazione, che riflette l'intero tenore del documento, è, ovviamente, niente di meno che una licenza per l'esonero "pastorale", dell'adulterio pubblico abituale o della convivenza, basato sulla autovalutazione soggettiva di persone in stato di peccato mortale oggettivo. Queste persone sarebbero ammesse ai sacramenti, senza un preventivo cambiamento di vita, seguendo in "certi casi" il "discernimento pastorale" di un sacerdote locale "carico di amore misericordioso, che si dispone sempre a comprendere, a perdonare, ad accompagnare, a sperare, e soprattutto a integrare"(312) persone che vivono in unioni sessualmente immorali. (Cfr 305 e nota 351).
Sua Eccellenza osserva col dovuto allarme che a seguito della promulgazione di AL "Ci sono vescovi e sacerdoti che hanno pubblicamente e apertamente dichiarato che AL rappresenta una chiara apertura alla comunione per i divorziati risposati, senza richiedere loro di praticare la continenza" e, come giustamente osserva: "si deve ammettere che certe dichiarazioni in AL potrebbero essere utilizzate per giustificare una pratica abusiva che è già in corso da qualche tempo in vari luoghi e circostanze della vita della Chiesa".
In effetti, la conclusione di Sua Eccellenza è inevitabile. Altrettanto inevitabili sono le conseguenze, che lei stessa enumera e che riassumiamo qui:
- Il sesto comandamento non sarebbe più universalmente vincolante;
- le stesse parole di Cristo non si applicherebbero a tutti in ogni situazione,
- potrebbe essere consentito ricevere la Santa Comunione nonostante l'intenzione di continuare a violare i comandamenti;
- l'osservanza dei comandamenti diventerebbe solo teorica, con persone che professano piamente la fede nella "teoria", mentre violano la legge di Dio nella pratica;
- tutte le altre forme di disobbedienza permanente e pubblica ai comandamenti potrebbero allo stesso modo essere giustificate a causa di "circostanze attenuanti";
- l'insegnamento morale infallibile del Magistero non sarebbe più universalmente valido;
- l'osservanza del sesto comandamento nel matrimonio cristiano diventerebbe un mero ideale raggiungibile solo da "una sorta di élite",
- le stesse parole di Cristo che ingiungono un'obbedienza senza compromessi ai comandamenti di Dio, cioè il carico della croce in questa vita "non sarebbero più valide, come verità assoluta."
Eppure i suoi confratelli ora osservano un totale, universale, silenzio di fronte a questa "catastrofe". Solo Sua Eccellenza dichiara con coraggio di fronte al mondo che "Ammettere le coppie in «unione irregolare» alla santa Comunione, permettendo loro di praticare gli atti del matrimonio valido riservati ai coniugi, equivarrebbe all'usurpazione di un potere, che però non compete ad alcuna autorità umana, perché si tratterebbe qui di una pretesa di correggere la stessa Parola di Dio".
Tra gli oltre 5.000 vescovi e più di 200 cardinali, Sua Eccellenza è l'unico a protestare pubblicamente gli abusi impensabili ai quali questo vergognoso documento - assolutamente senza precedenti nella storia bimillenaria del papato - innegabilmente si presta. Anche i pochi tra i suoi confratelli che hanno affrontato la crisi provocata da AL hanno cercato di negare il suo chiaro intento, così evidente nel capitolo 8. Essi propongono fiacche "interpretazioni" in "continuità con il Magistero", che valgono praticamente all'opposto di ciò che la maggior parte dei passaggi problematici di AL affermano più volte in modi diversi.
Ma, come l'eminente teologo francese padre Claude Barthe ha osservato subito dopo la pubblicazione di AL: "Sinceramente non vedo come si possa interpretare il capitolo 8 della Esortazione nel senso della dottrina tradizionale. Sarebbe fare violenza al testo e non rispetterebbe l'intenzione dei compilatori ... ". Allo stesso modo, il famoso filosofo cattolico Robert Spaemann, consulente di Giovanni Paolo II e amico di Benedetto XVI, ha risposto nei seguenti termini quando gli è stato chiesto se AL rappresenta una violazione con l'insegnamento precedente: "Che si tratti di una rottura è qualcosa che risulta evidente a qualunque persona capace di pensare che legga i testi in questione""
Altri tra i suoi confratelli, disposti a negare l'evidenza, hanno gravemente proposto che Francesco non ha promulgato altro che insignificanti "riflessioni personali" che non si aspetta che chiunque segua. Ma anche questa obiezione si concentra su formalità come il tono e lo stile, piuttosto che ammettere apertamente che AL non può appartenere al Magistero per la semplice ragione che le sue affermazioni, dato il significato delle parole in base al loro senso ordinario, non si possono conciliare con l'autentico insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla morale sessuale.
Nessuno di questi obiettori timidi tra la gerarchia sembra disposto a riconoscere l'aspetto quasi apocalittico di un documento pontificio in cui la legge morale è raffigurata come una "regola generale", il santo matrimonio si riduce a un "ideale" e ai sacri pastori della Chiesa vien fatto credere che "un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone" (305). Questo non è il linguaggio di nostro Signore e del suo Vangelo, ma piuttosto una sorta di formula magica demagogica che sembra realizzare la profezia di San Paolo su un tempo in cui le persone "non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole". (2 Tm 4, 3-5)
A parte Sua Eccellenza e pochi sacerdoti coraggiosi, solo i laici hanno mostrato qualcosa che si avvicini ad una opposizione vigorosa che questa scandalosa " Esortazione Apostolica" richiede da ogni membro della Chiesa. A questo proposito, sua Eccellenza, osserva il parallelo tra la nostra situazione e la crisi ariana del 4° secolo, quando "quasi l'intero episcopato era diventato Ariano o semi-Ariano". Papa Liberio scomunicò il suo omonimo sant'Atanasio, e il Papa stesso "firmò una delle formule ambigue di Sirmio, nella quale era stato eliminato il termine "homoousios" [della stessa sostanza]. Lei nota anche che "Sant’Ilario di Poitiers fu l’unico vescovo ad aver mosso gravi rimproveri a Papa Liberio per tali atti ambigui".
Il parallelo con la sua testimonianza coraggiosa contro le "formulazioni ambigue" di AL non può rimanere ignorato da nessuna persona che possegga un minimo senso della storia del cattolicesimo. Come Lei scrive: "la nostra epoca è caratterizzata da una gran confusione riguardo alla disciplina sacramentale per i divorziati-risposati". Quindi, Lei conclude, "la formula di Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio 84 - totalmente soppressa in 256 pagine di AL, come è stato nel corso degli anni di lungo "cammino sinodale" - "potrebbe essere considerata, sotto certi aspetti, come l’"homoousios" dei nostri giorni".
Alla luce di queste considerazioni, però, dobbiamo umilmente sottoporre queste domande alla considerazione di Sua eccellenza: è sufficiente esortare, come lei fa, ad "una interpretazione autentica della AL da parte della Sede Apostolica", a ribadire la Familiaris consortio 84 e la disciplina sacramentale bimillenaria che essa difende? Non è perfettamente chiaro che una tale interpretazione autentica è esattamente ciò che AL è stata messa a punto per impedire, e che quindi non verrà mai affermato durante questo pontificato (salvo una svolta miracolosa degli eventi)? E, infine, non è altrettanto chiaro che i problemi con AL vanno ben oltre lo status ecclesiale dei divorziati "risposati"spingendosi fino ad un attacco contro le fondamenta stesse dell'ordine morale oggettivo, retoricamente ridotto a un insieme di regole da cui un soggetto può essere esentato in "alcuni casi"?
Per tutti questi motivi, imploriamo Sua Eccellenza di fare tutto quanto in suo potere per convincere i suoi confratelli nell'episcopato - soprattutto i cardinali, che sono vincolati dal giuramento di dare la propria vita in difesa della fede - a sollevare una concertata e decisa opposizione pubblica alle novità distruttive di Amoris laetitia, identificandole esplicitamente come tali, mettendo in guardia i fedeli contro di esse, chiedendo rispettosamente al Papa la loro immediata rettifica o il ritiro totale del catastrofico testo.
Come ha detto il Prof. Spaemann: "Ogni singolo cardinale, ma anche ogni vescovo e sacerdote è chiamato a difendere nel proprio ambito di competenza l’ordinamento sacramentale cattolico e a professarlo pubblicamente. Se il papa non è disposto a introdurre delle correzioni, toccherà al pontificato successivo rimettere le cose a posto ufficialmente". Nel frattempo, però, umilmente sottoponiamo a Sua Eccellenza il fatto che questo vergognoso silenzio dei gerarchi deve finire per il bene della Chiesa e quello delle anime. Infatti, come Suor Lucia di Fatima ha avvertito il Cardinale Caffarra, uno dei pochi convinti avversari convinti della fazione progressista (e quindi dello stesso Francesco) durante il Sinodo: "la battaglia finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. "
La battaglia finale è sicuramente in corso. E guai ai pastori che lasciano le pecore a difendersi da sole nel suo pieno svolgersi.
In Christo Rege,
Christopher A. Ferrara
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Lodevole iniziativa, ed è bene che sia diffusa (ringrazio mic per la traduzione) ma restando realisti quanti sono i vescovi e cardinali che hanno commentato l`AL sottolineandone i punti ambigui più che problematici e denunciando le porte che apre quando dovrebbero restare chiuse perchè non si può tradire a quel punto la Parola del Signore?
RispondiEliminaQuanti? Due, tre? O forse uno solo?
Allora mi domando : perchè non scrivere una lettera aperta al Prefetto della CdF, al cardinale Müller ponendogli le stesse domande precise su punti precisi e esigendo, se il termine è troppo duro...domandandogli risposte chiare e inequivocabili?
Questo sì, questo no?
Non commenti fatti durante conferenze a destra e a sinistra ma una presa di posizione ufficiale della CdF che non potrebbe che essere concordata con il papa e che risponderebbe in modo ufficiale a tutte le domande che pone quel testo ambiguo, obbligando (forse...) Jorge Bergoglio, tramite il Prefetto della CdF, a chiarire quel che è già oggetto non solo di interpretazioni ma di applicazioni contrarie alla Dottrina della Chiesa.
Pia illusione la mia?
Ricordo una intervista al card. Muller (la solita impropria "cattedra mediatica" nella quale, prima che uscisse AL, il prefetto della CDF dichiarava di aver sollevato circa 200 osservazioni, delle quali evidentemente non è stato tenuto conto.
RispondiEliminaPer poi dichiarare recentemente che si tratta di un linguaggio 'concordato'...
Che dire quindi è cosa aspettarsi da lui?
Certo la prassi porterebbe a ricorrere a lui. Ma oggi ha valore solo la prassi anomala...
E, in più, recentemente e sempre in via informale ma tristemente efficace, risulta di fatto esautorato da Schoenborn.
RispondiEliminaPia illusione la mia?
RispondiEliminaSì. Cara Luisa.Pia illusione basata su un assunto sbagliato. Ovvero che le personalità di cui si sta parlando, abbiano Fede Cattolica.
Articolata critica di Socci.
RispondiEliminahttp://www.antoniosocci.com/diaconato-femminile-unaltra-picconata-bergoglio-sacramenti/
Mah, cosa dire di tutti questi inviti? Anch'io a volte mi sorprendo a dire che uno dovrebbe fare o dire...
RispondiEliminaPoi evidentemente solo Dio sa come è che ognuno nel proprio intimo valuta la situazione.
In fin dei conti gli insegnamenti della Chiesa erano talmente chiari e la situazione è evoluta talmente in fretta, che solo uno che non vuol vedere, non riesce a capire cosa vuole ancora Dio da noi. Con i dieci comandamenti possiamo già risolvere quasi tutti i nostri problemi, lasciando che ognuno risolva i propri. Sì, perché a volte il vizio è di chiedere di agire agli altri, senza che noi abbiamo ancora aver svolto il nostro compito. Importante è essere docili alla voce di Dio a dispetto dell'orgoglio che c'è in noi.
In fin dei conti quello che viviamo è già una prova di quello che sarà il nostro giudizio particolare dopo la morte: soli davanti a Dio! Nessun papa, nessun cardinale o vescovo, nessun amico o parente. Soli davanti a Dio. Come oggi. Come sempre quando siamo di fronte alle nostre responsabilità.
Spesso si parla dei segreti di Fatima, specialmente del terzo, ipotizzando che una parte sia stata tenuta nascosta.
RispondiEliminaLa situazione in cui versa la Chiesa (in effetti, dopo un'esortazione di trecento pagine non priva di contraddizioni in sé e con il magistero e la dottrina, una sola voce critica su 5000+200 è davvero indice di scarsissima parresia) tenta non pochi (zizzanieri e non) alla curiosità su ciò che potrebbe esserci nella famosa busta da aprire non prima del 1960...
Per essere meno curioso e non sottovalutare ciò che la Chiesa ha sempre messo a disposizione di questa apparizione mariana, riconosciuta e sancita da un miracolo visto da decine di migliaia di testimoni e finito in prima pagina sui giornali dell'epoca, invito a soffermarci sui primi due "segreti".
E' necessario recitare il Rosario per ottenere le grazie durante l’anno.
Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte, specialmente quando fate qualche sacrificio: “O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”.
Mentre diceva queste ultime parole, la Vergine aprì le mani e i tre pastorelli videro come un mare di fuoco, in cui erano immersi i demoni e le anime come se fossero braci con forma umana. Esse fluttuavano nell’incendio, sollevate dalle fiamme che da loro stesse uscivano insieme a nuvole di fumo, e ricadevano da tutte le parti, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione, che terrorizzavano e facevano tremare di paura. «Avete visto l’Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà Pace. La guerra sta per finire, ma, se non smetteranno di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore».
E continuò dicendo:
«Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che la prossima punizione del mondo è alle porte. Quello è il grande segno di Dio per indicare la fine del mondo a causa dei delitti dell’umanità, mediante la guerra, la fame e le persecuzioni contro la Chiesa ed il Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati».
«Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà la Pace; se no, essa diffonderà i suoi errori nel mondo promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. Molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede. [..]»
Nota conclusiva
Dunque, malgrado Dio sia incontestabilmente misericordioso, l'inferno c'è e non è vuoto.
Lì finiscono le anime dei poveri peccatori. Che sono sì poveri, ma pure peccatori.
Per riparare ai peccati bisogna avere una devozione "riparatrice".
Ecco fratelli in Cristo: se è tutto a brandelli, se vi sono macerie, noi ripariamo.
Altro non ci è chiesto, ma questo ci spetta.
Alla fine comunque si sa chi trionferà.
Purtroppo non c'è stato molto ascolto alle richieste di Fatima e lo vediamo.
La Russia non è solo una nazione, ma un "sistema" cangiante e influente.
Nel 1917 identificava il focolaio di un sistema di pensiero.
E' fallito economicamente, ma i suoi "nipotini" ideologici imperversano ovunque, anche nella Chiesa.
Il mito della libertè, egalitè, fraternitè non è cristiano.
Per i cristiani vale fede, speranza e carità.
Per i cristiani vale anche l'esistenza dell'inferno, anche se c'è la misericordia di Dio.
E il peccato è davvero una cosa terribile.
>Tralcio, sulla Russia: c'è un'anima nera che va ben oltre lo schema politico e i confini dei singoli Paesi. Un'anima nera che può impersonarsi di volta in volta nei nazisti, nei bolscevichi sanguinari o in quel turboliberismo-progressista-guerrafondaio che è il nuovo totalitarismo che tocca a noi.
RispondiEliminaMiles
RispondiEliminaA proposito di Diaconato
http://francescobonomo.blogspot.it/2013/04/diaconato-al-femminile.html
Un sacerdote a cui ho chiesto come posso accompagnare, accogliere chi si trova in situazione matrimoniale “irregolare” della mia famiglia mi ha così risposto: prega per loro, fa sacrifici e offrili al Signore per loro. Ma questo non risulta da AL.
RispondiEliminaAggiungo la parte del segreto di Fatima sulla 'grande apostasia nella Chiesa CHE INIZIERA' DAL SUO VERTICE' e della grande persecuzione di coloro che rimarranno fedeli alla Tradizione e alla vera Chiesa di Cristo.
RispondiEliminaGuai a chi si opporra', anche semplicemente non seguendola, la grande e unica civiltà dell'amore e unica religione del nuovo ordine mondiale.
Tutti predetto gia' dalle sacre Scritture e da vari santi con affermazioni univoche e coincidenti.
"Il disorientamento è dabolico" disse Suor Lucia, riferendosi all'inizio della grande apostasia nella Chiesa e alla diffusione di false dottrine, ammonendo di non farsi sviare da esse, cancro di cui sono affetti molti esponenti del clero.
E forse il tratto più significativo di questo papa che ci è stato inflitto è proprio il disorientamento.
Questo vecchio ed esauriente articolo appofondisce bene:
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=240635:il-grande-castigo-che-ci-attende-e-rivelato-nel-terzo-segreto-di-fatima&catid=83:free&Itemid=100021
RispondiElimina"Curioso che proprio coloro che «nessuno è escluso dalla Chiesa», poi siano i primi a dirci «tu non sei cattolico»: senza averne autorità e mentre si fa a pezzi il Catechismo."
Così termina il suo articolo Riccardo Cascioli uno dei pochissimi giornalisti che non temono di usare un linguaggio chiaro anche se devono andare contro il religiosamente corretto:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-omosessualitae-questo-il-vero-nodo-16165.htm
E qui di Agnoli:
"Non nominare il nome della Misericordia invano"
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-non-nominare-il-nome-della-misericordia-invano-16159.htm
Sono disorientata, convinta che la Chiesa di Bergoglio sia su una china pericolosissima ormai inevitabile e..... ho paura.
RispondiElimina"Resistere", pregando e offrendo, costi quel che costi, nella consapevolezza che la Chiesa è del Signore e rimaniamo saldi in Lui, aiuta ad uscire sia dal disorientamento che dalla paura...
RispondiElimina"Resistere", pregando e offrendo, costi quel che costi, nella consapevolezza che la Chiesa è del Signore e rimaniamo saldi in Lui, aiuta ad uscire sia dal disorientamento che dalla paura...
RispondiEliminaLei nomina invano il nome del Signore, ché non tornerà a bordo di un elicottero. Faccia la cortesia: banni il mio nome, perché sennò io non la pianto più a rampognarvi. Lo banni. Fate a meno di me fino alla fine. Così vedremo come verrà il Signore ad aiutarvi.
Mi perdoni; ma io non ho un discernimento infallibile e neppure posso fondarmi su "rivelazioni private". Rispondo qui anche a tutti gli altri post.
RispondiEliminaE' un mio limite, una mia mancanza? Non posso che affidar tutto al Signore.
D'altronde il mio impegno non si basa su parole vuote o solo su parole... Credo di fare quello che posso nella mia situazione.
Tralcio dice giustamente : "in effetti, dopo un'esortazione di trecento pagine non priva di contraddizioni in sé e con il magistero e la dottrina, una sola voce critica su 5000+200 è davvero indice di scarsissima parresia" .
RispondiEliminaSe accettiamo per vero che quasi tutti gli appartenenti all'Ordine Sacro e molti fra i fedeli cattolici siano contenti e soddisfatti della "rivoluzione" in atto, mi viene da fare questa semplice considerazione: ma doveva essere davvero straziante la condizione di sofferenza di queste creature "gementes et flentes" per avere dovuto sopportare per anni la durezza senza misericordia della dottrina e del magistero della Chiesa Cattolica, quale la tradizione ci ha trasmesso in questi duemila anni! Se questi uomini del nostro tempo giubilano per il nuovo corso di desacralizzazione della Chiesa, ed in primis del ministero sacerdotale, ed aspirano a non più vivere in una valle di lacrime, ma a condurre finalmente una gioiosa esistenza terrena con la benedizione entusiasta della gerarchia ecclesiastica "misericordiosa" al 100%, siamo purtroppo costretti ad ammettere che l'opera di liberazione bergogliana, che dona felicità hic et nunc, forse ha tardato fin troppo e quei pochi che la contestano hanno veramente seri problemi psichiatrici, come un tale ben noto ha prospettato recentemente. A me, tutto ciò che si sta realizzando in questo periodo storico mi fa dire che in fin dei conti avevano ragione gli gnostici, quelli contro i quali hanno lottato i Padri della Chiesa, quando dividevano l'umanità in tre ordini: gli pneumatici (pochissimi), gli psichici (numerosi) e i mondani (la massa), solo che il loro valore etico è oggi invertito, essendo considerata la mondanità quella più gradita a Dio!
Ciò che dovrà ancora avvenire sono curiosissimo di vederlo in "hoc exsilium".
Continuo a chiedermi chi ha trattenuto questi "gementes et flentes" nella Chiesa. Da almeno50 anni non si perde nulla, anzi ci si guadagna a"decattolicizzarsi", diventando protestanti, buddisti, agnostici, atei...
RispondiEliminaMah !
Interessante la lettura di Alfonso.
RispondiEliminaCerto che se ai mondani parli di "pneumatici" i più ingenui pensano alla formula 1.
I più maliziosi e incanutiti nostalgici sessantottini penseranno al fumo dei copertoni bruciati sul ciglio delle strade da peccatrici che precederanno molti sedicenti giusti nel regno dei cieli.
Qui non c'è solo un valore etico invertito...
S'è perso il vocabolario. E' proprio un'altra lingua e non è questione di latino o italiano.
Gnostico o pelagiano sono suoni senza senso se vengono detti da chi non ne conosce il significato, se non per tirare una frecciata, misericordiosamente sdegnosa, agli zizzanieri che intende additare.
La pastorale contrapposta alla dottrina, la prassi contrapposto all'ideale, la misericordia contrapposta alla legge (ma la giustizia sociale contrapposta alla prassi) sono caos programmatico.
Il problema non è nemmeno l'ignoranza o l'ingenuità... Non è la generosità del pasticcione, ma animato da buona intenzione. No: ha tutta l'aria di essere un programma scientifico, architettato e in esecuzione. E' un'esecuzione: condannata a morte è la Chiesa cattolica.
Beninteso: questo bel progetto fallirà per la semplice ragione che la Chiesa è "garantita" da Dio.
Non è garantito che non vi siano scandali e uomini di Chiesa scandalosi.
E' garantito che il padrone della vigna è Dio.
Se la vite dà uva cattiva, avremo aceto. Fu servito anche quello, a Gesù, sulla croce.
Il vecchio mondo è in agonia. Vino nuovo in otri nuovi. E' Pentecoste.
Mi parrebbe un paradosso che oggi, quando persino alcuni prelati non tradizionalisti dicono che si deve resistere a certi pronunciamenti che minino la verità sul matrimonio, la FSSPX abbia dei dubbi se continuare a resistere. Abbiamo resistito quando tutti ci dicevano che non c'era stato di necessità e pertanto eravamo disobbedienti ed ora che persino i conciliaristi si rendono conto dello stato di necessità, noi lo mettiamo in dubbio? Spero di no.Non credo si possa avere a che fare con questo guazzabuglio, sarebbe partecipare nolenti o volenti all'esercizio di una contro chiesa. Ora sarebbe invece oportuno, ancora più impellentemente, che chi si sta svegliando esca dal campo nemico e si schieri dalla parte della Verità.
RispondiElimina
RispondiElimina@ Come si deve dire?
Bannare o bandire, escludere? "Bannare" (anglicismo) non e' orrendo?
Gramaticus