L’aborto libero e legale – grande “conquista delle donne” – in Gran Bretagna ha trovato un particolare favore tra le comunità di origine indiana e pachistana: che l’ha usato come mezzo gratuito e pulito per eliminare le nasciture femmine, che in quelle culture sono un peso morto e un costo economico in pura perdita, perché vanno fornite dalla loro famiglia di una dote esosa che godrà, poi, la famiglia del marito.
Ecco un caso spaventoso in cui ciò che nella nostra società progressista è passata come “conquista” del femminismo, un diritto civile per “la liberazione della donna”, viene strumentalizzato da altre colture etniche venute in Occidente, per perpetuare il più tribale oscurantismo che decreta l’ inferiorità femminile, anzi perfezionandolo: quello che là è infanticidio, qui è aborto selettivo fornito dal servizio sanitario nazionale nell’asettico ambiente ospedaliero. Una strage delle innocenti (altro che femminicidi!) nell’Occidente ‘avanzato’.
Di simili contaminazioni aberranti del multiculturalismo esaltato dal politicamente corretto, se ne trovano molte nel saggio di Gian Marco Concas, Ri-generazione Identitaria (Mgc Edizioni, 195 pagine, 12 euro); molti sono così diffusi che non ne cogliamo più la natura rivoltante per i nostri principi di civiltà. Così la reintroduzione della schiavitù in Italia, quando immigrati clandestini cinesi devono lavorare gratis in qualche sotterraneo per la Triade con cui sono in debito perché gli ha anticipato i soldi del viaggio (migliaia di euro) e gli ha sottratto il passaporto; o la tratta di carne umana, che è il vero nome che merita quella che noi chiamiamo “accoglienza umanitaria”, dove miriadi di Ong nostre traggono le loro ragioni di esistenza come ‘organizzazioni di diritto internazionale’, strappano fondi pubblici senza controllo – e alimentano, dall’altra parte del Mediterraneo, nell’altra “cultura etnica” (in cui non sono nati né il diritto né il concetto di ‘umanità’), lo stimolo ad intensificare la tratta, l’arrivo di gommoni di dimensioni inverosimili (costruiti apposta: non se ne vedono di simili in commercio) e inverosimilmente stracarichi di gente che ha pagato fortune e s’è indebitata perché sa che sarà “accolta” – con relativo aumento di morti affogati. A migliaia. “Crudele paradosso”, commenta Concas : “più si cerca di spezzare il circolo vizioso della disperazione, più lo si radicalizza, inasprisce e rafforza”. E i sopravvissuti alimentano, s’intende, il più squallido sfruttamento del lavoro nero – altra violazione delle norme teoricamente vigenti sul diritto del lavoro nella nostra civiltà.
Tutto ciò non era inevitabile. “L’antidoto era in noi, nel nostro retaggio europeo”. E’ che nell’accogliere masse di etnie e culture ‘altre’, abbiamo rinunciato ad applicare a loro la nostra, a pretendere con rigore che si adeguassero ai nostri principi e valori. Da cui si vede che la “identità” di cui l’autore propugna la rigenerazione non è quella vernacolare, dei sapori di casa e delle care usanze del tempo che fu; non è l’ethnos, ma il logos – perché questa è l’identità europea a cui abbiamo rinunciato a forza di globalizzazione dei mercati e di consumo: è la civiltà, né più né meno.
Cercare l’identità europea tratta di ben altro che rimpiangere le usanze etniche e i legami di sangue. “Il mondo europeo è figlio dell’ordine, dell’applicazione della scienza e della speculazione razionale. E’ anche figlio dell’individualità, della diversificazione, del desiderio di partecipazione” – la partecipazione al potere decisionale che, per esempio, i cinesi non hanno, abituati da millenni a soggiacere ai messi imperiali, e musulmani nemmeno, conoscendo come sola forma di governo il dispotismo.
Non si pensa mai che la filosofia greca è fin dall’inizio filosofia politica; Socrate sta nella piazza a interrogare su ciò che è giusto e ingiusto nella città, come formare il cittadino migliore e smascherare i marpioni politici (i sofisti); Platone e Aristotile s’interrogheranno sulla forma ideale di governo. Altre culture, magari altissime come l’indiana o la taoista, hanno elaborato dottrine di liberazione metafisica (estinzione, nel Buddhismo) ma mai hanno mirato a formare il cives, il cittadino come partecipante alla polis. E’ una mancanza culturale, questa loro, che avevamo non il diritto, ma il dovere di trasmettere ai nuovi venuti, proprio perché non pretende alla religione e non viola l’intimità delle coscienze e delle credenze ultime, ma punta a formare cittadinanza – cosa che serve a loro come a noi (Gesù lo capì [più che capì lo sapeva], per cui disse: Date a Cesare quel che è di Cesare”). Era nostro dovere, perché non si chiudessero nel loro comunitarismo che è, forzatamente, regressivo, quando non aberrante, poligamico, schiavista, senza carità né bontà. Adottare la nostra cultura-identità non chiude, ma apre: qui “non c’è nulla che non sia stato sperimentato o teorizzato: dai canoni di bellezza alla scienza politica, dagli equilibri sociali all’arte (e) istituzioni che traggono forza ed efficacia da una applicazione logico-speculativa sul modello greco, che ha trovato innesto nella dottrina cristiana (non, ad esempio, nell’Islam)”. Qui c’è una concezione della storia che le altre ‘culture’ ed etnie ignorano; la storia come “indirizzata ad una conclusione”, destino o disegno, che “ancora un volta implica un ordine e una finalità”.
Quella che accoglie e li sfama è una cultura, della cui superiorità non hanno la minima idea (anche se mica sbarcano in Arabia Saudita, perché sanno bene che lì la cultura locale non prevede l’obbligo morale di sfamarli); il negro appena giunto gridacchia di avere “dei diritti” e li pretende (come gli hanno detto i nostri militanti sociali dell’integrazione) ma naturalmente non sa affatto che cosa sia il Diritto (romano), che gli rende qui facile la vita; anzi lo disprezza, perché provenendo da culture dispotiche e arbitrarie, gli sembra mollezza. Così per esempio “il cavaliere crociato”, per secoli simbolo “di nobiltà e fedeltà a una causa” (e modello di tutto l’aspetto cavalleresco, magnanimo e cortese rispettoso della donna che c’è – o c’era – nella nostra civiltà); oggi la cultura postmoderna reinterpreta le crociate in modo negativo, offrendo questa revisione ai musulmani con cui dovremmo “mescolare la nostra cultura”; musulmani la cui ‘cultura’ non ha subito alcuna revisione, che ignora il lungo percorso che qui ha portato al pensiero critico e al revisionismo storico, e trova le conferme delle sue convinzioni più settarie sui “crociati” proprio nella critica sofisticata che la nostra cultura – non la sua – è in grado di produrre.
Nella pratica, stiamo cedendo – e diventando noi stessi più barbari. Per esempio, “l’elevata istruzione dei popoli occidentali, grande traguardo sociale conseguito al termine di un percorso di civiltà lungo secoli”, subisce oggi “una regressione nelle istituzioni pubbliche” che vogliono adattarsi a “scolaresche fortemente multietniche”. Già “basta entrare in una chiesa per avvertire l’ignoranza che noi portiamo nei confronti dell’arte”, perché avendo abbandonato la religione cristiana, laicisticamente, non abbiamo più “gli strumenti d’interpretazione dell’80% della storia dell’arte europea”.
Uno dei paesi più ideologicamente integrazionisti è la Svezia; quello dove è accuratamene censurata, fin dalle classi elementari, persino ogni idea di nordicità e biondezza, per non porre una “identità” propria, vagamente razzista, ai nuovi arrivati multiculturali. Concas cita una frase – francamente agghiacciante – di una esponente socialdemocratica svedese, Mona Salin: “Non riesco a pensare cosa possa essere la cultura svedese. Credo che sia ciò che rende noi svedesi così invidiosi degli immigrati: voi avete una cultura, una identità, qualcosa che vi unisce. Che cosa abbiamo noi invece? Noi abbiamo la festa di mezza estate ed altre sciocchezze del genere. Gli svedesi devono integrarsi con i nuovi svedesi”.
Quale è l’effetto di questa volontaria tabula rasa della propria identità per meglio “integrare”? Nel maggio 2013, avvennero disordini ad Husby quartiere periferico di Stoccolma abitato da immigrati di colore; si scoprì così che a Husbuy il 38% dei giovani non studia né lavora, e che completa la scuola d’obbligo solo il 50% degli studenti, contro il 90 per cento del comune di Stoccolma. Una Scampìa scandinava, un buco nero di segregazione e disuguaglianza sociale nel paese-modello dell’eguaglianza.
Un segreto accuratamente censurato dal sistema, del resto. Lo ha scoperto a sue spese una giornalista svedese evidentemente oriunda, Amun Abdullahi Mohamed, ma integrata (ossia aderente alla nostra identità e a quelli che credeva i suoi principi): facendo un’inchiesta giornalistica sulla condizione degli immigrati, “si imbatte nel fenomeno jihadista”, che “ha costituito un efficiente sistema di reclutamento nei sobborghi”. Uno scoop sensazionale? No: la Radio svedese la licenzia; una celebre giornalista la attacca personalmente, e le ricorda che “il compito della stampa è anzitutto stabilire quale informazione sia socialmente corretta e quale no”.
“Mai il retaggio europeo è stato tanto umiliato – da se stesso”, esclama Concas.
Urge recupero identità europea.
Sconfitti gli economisti, sconfitti i soloni del “diritto europeo”, sconfitti semplicemente dal popolo inglese, da quell’Inghilterra rurale ed operaia che ha dimostrato maggior lucidità della classe arrogante dei “giovani laureati” che tutto vorrebbero decidere in virtù di non si sa bene quale diritto di primogenitura a lei dovuta.
RispondiEliminahttp://www.ilnord.it/c-4295_LA_GRECIA_SALLEA_ECONOMICAMENTE_CON_LA_RUSSIA_AL_VIA_GASDOTTO_DA_MILIARDI_DI_DOLLARIPRESTITI_DI_BANCHE_RUSSE_AD_ATENE
RispondiEliminaDopo il Brexit scatta una sorta di slavina politica in Europa. Gli euroscettici fanno festa e annunciano già altri referendum. La prima a rilanciare l'idea di un'uscita dalla Unione Europea è Marine Le Pen: "E' una vittoria della libertà", ha esultato su Twitter, dove ha cambiato la sua foto del profilo, sostituendola con la Union Jack, la bandiera britannica. "Come chiedo da anni, ora ci vuole lo stesso referendum in Francia e in tutti gli altri paesi dell'Unione Europea". Stessa posizione da parte dell'Olanda: Giovedì 23 giugno 2016 resterà nella storia come il giorno dell'indipendenza", ha scritto sul sito del suo partito Wilders, commentando i risultati del referendum britannico. "Ora è tempo di un nuovo inizio, anche nei Paesi Bassi". E anche a est le cose potrebbero cambiare. Infatti al coro Brexit si unisce la Repubblica Ceca.
RispondiEliminaParlando alla Rai in un’ascoltatissima trasmissione del mattino, l’ex-presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è permesso ieri di definire “incauto” il premier britannico Cameron per aver sottoposto a referendum popolare la questione della permanenza o meno del suo Paese nell’Ue. Da questioni di questa importanza, secondo Napolitano, è meglio che il popolo venga lasciato fuori. Dando prova di una notevole mancanza di comune senso del pudore, il suo pupillo Mario Monti ha detto anche di peggio. Capo di governo imposto al Parlamento, e nominato allo scopo senatore a vita pochi giorni prima della sua entrata in carica, Monti ha affermato che indicendo il referendum Cameron avrebbe nientemeno che «abusato della democrazia».
RispondiEliminaQuando insomma un popolo vota di testa sua, e non come avrebbero voluto loro, alle élites abituate a considerare “cosa nostra” le istituzioni europee casca la maschera. Da due giorni a questa parte i Napolitano e i Monti di ogni parte d’Europa sono fuori di sé al punto da non riuscire più a nascondere l’autoritarismo recondito, post-comunista o massonico che sia, che caratterizza non da oggi la loro visione politica. Anche se a mio avviso la Brexit è uno shock salutare per l’Unione Europea, senza dubbio non è ordinaria amministrazione. Come si diceva, le élites che non la volevano cercheranno di far pagare al mondo il fallimento del loro progetto facendone il capro espiatorio su cui scaricare emergenze che con essa non hanno nulla a che vedere.
Commento mio : Beh , se questo non e' assolutismo , superbia e tracotanza all'ennesima potenza come altro si puo' definire ?
Non ricordo quale personaggio di sinistra disse che solo una ristretta elite , solo un gruppo ristretto di persone dovevano pensare a condurre il popolo italiano , tutti gli altri tacere ( e obbedire , aggiungo io )....
Questi gerarchi europei, hanno avuto anni per rendersi conto che le cose non andavano. Ogni paese ha avuto i suoi morti civili, strozzati dai debiti, e una carneficina ininterrotta di violenze ed omicidi nate da una politica di corruzione interna ad ogni paese, con l'aggiunta dell'invasione programmata fatta passare per esodo normale di popolazioni davanti alla guerra, guerra che lor signori hanno ideato per esportare la "democrazia". Basta. Costoro prima di parlare devono fare un esame di coscienza e pentirsi a chiare lettere davanti a tutti e cambiar lavoro. Ora vanno blaterando che occorre più Europa. Questo di più di Europa, insieme a quello che abbiamo già sperimentato, se lo portino a casa loro e continuino lì gli esperimenti umani su se stessi. Tutte mani sottratte all'agricoltura, si diceva un tempo sbagliando, perchè l'agricoltura è arte delicatissima; ora senza tema di sbagliare devono tutti fare un percorso di disintossicazione da cxzzxtx con le quali hanno distrutto la loro mente e il loro cuore e appestato tutta l'Europa. Si curino dunque e si prendanno qualche anno sabbatico di malattia.Altrove.
RispondiEliminaC'è il rischio che l'effetto-domino provochi reazioni "di pancia".
RispondiEliminaPer uscire da "questa" Europa occorrono risorse e progetti alternativi di tutto rispetto e leader adeguati che non siano arruffapopolo, altrimenti i rischi sono grandi. Non mi azzardo neppure a immaginarli.
La soluzione alternativa (sapremmo come ma non con chi ché all'orizzonte non se ne vedono) è quella dell'Europa delle Nazioni cementata da valori condivisi, che non siano livellati al basso ma che corrispondano ai principi universali e perenni oggi così misconosciuti...
Infatti "valori condivisi" ormai è diventato uno slogan e fa pensare più a opinioni comuni ma di conio orizzontale, senza il respiro metafisico. Se non si reintroduce una formazione che faccia conoscere e amare i valori perenni, non si potranno recuperare le nuove generazioni e la nostra civiltà.
RispondiEliminaAttenzione perchè i sostenitori dell'europeismo che ha dimostrato di esser una nuova forma di totalitarismo con punte di fanatismo e che detengono tutto il potere, con le loro reazioni rabbiose e violente non sono affatto disposti ad accettare il risultato del referendum nè a prendere in considerazione cambi di rotta per venire incontro alle istanze popolari diffuse. C'è da esser sicuri che le proveranno tutte per vanificare la Brexit, ribaltarne il risultato e rincarare la dose di provvedimenti repressivi e autoritari al grido "ci vuole più Europa!".
RispondiEliminaNaturalmente come si è visto dalla linea di Avvenire anche su questa faccenda la Chiesa Cattolica è uno dei truci kapo' e alfieri in prima fila dei Poteri che Contano. Alla faccia dei poveri e degli oppressi.
Miles
@ mic, pericolo di reazioni di pancia esiste, pericolo dei riciclanti esiste e tanti altri ancora, ad ogni respiro un pericolo. Noi però siamo in una botte di ferro, abbiamo la nostra ricetta: NSGC, lampada ai nostri passi. Non dobbiamo escogitare nulla di nuovo. Dobbiamo solo guardarci intorno e guardare e riconoscere il "Cattolico", cittadino responsabile e preparato.
RispondiElimina....un simile atteggiamento [il disprezzo elitarista per la democrazia] – diffuso sia a livello istituzionale sia nei meandri dei social network – è rivelatore di un paradosso: la stessa Europa accogliente verso gli extraeuropei che arrivano a centinaia di migliaia, con le loro culture, storie e valori (non sempre democratici!), diviene improvvisamente scettica verso l’europeo medio quando questo, poveraccio, si reca al voto. E la colpa è sempre, a seconda dei casi, della demagogia di alcuni o dell’ignoranza di tanti altri: non è cioè mai di un’Europa tecnocrate e inconcludente, di un sistema che doveva nascere dal basso ma ora è capovolto, vale a dire sostanzialmente governato dall’alto in favore di interessi non sempre limpidi, a meno che – chiaro – non si voglia credere che l’Unione europea, oggi, sia nelle mani di filantropi incessantemente al lavoro per gli interessi del popolo; ma penso che la storiella dell’Europa politica buona, lungimirante e saggia ce la risparmieranno per un po’. Nel frattempo lasciateci godere il gran terremoto nei palazzi e nei mercati, specie ai piani alti, generato dall’insostenibile leggerezza del voto.
RispondiElimina(Giuliano Guzzo)
Dio dei popoli, Dio degli antenati, Dio del sangue anziché dell’oro, Dio degli inni, Dio che davvero hai salvato la Regina, perché con la crescente centralizzazione Ue presto si sarebbe percepita la Corona come un’istituzione folcloristica e obsoleta e rottamabile, Dio che hai dato ragione a Ida Magli (“Nella Comunità europea la parola comunità è stata usata dolosamente, non nell’accezione antica, per indicare un gruppo fedele ai propri connotati di origine, ma in quella comunista dove si annientano le differenze”), Dio dell’Inghilterra profonda, dell’Inghilterra cantata da Eliot, non da Elton John, dell’Inghilterra che si è ribellata alla Londra sottomessa del sindaco maomettano, Dio della libertà, Dio delle patrie anziché degli imperi, Dio che hai umiliato la superbia del culturame e dei vip, Dio dei campanili, Dio dei limiti e delle radici, Dio che nella Bibbia (Siracide 36,27) hai mostrato l’equivalenza tra mancanza di confini e saccheggio, io ti rendo lode.
RispondiEliminaCamillo Langone su il Foglio
Grazie per il florilegio di commenti interessanti.
RispondiEliminaCosa si disse nel 2007 in occasione de I cinquant’anni dei Trattati di Roma ?
RispondiEliminaI politici europei ne hanno fatto tesoro ?
http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/02/200709275a.htm
Ops , le considerazioni riportate alle ore 9:44 sono riprese da La Nuova BQ e l'articolo e' firmato Robi Ronza .
RispondiElimina
RispondiElimina@ L'Europa delle Nazioni
Concordo con quanto detto da Mic, bisognerebbe tornare alla Europa delle Nazioni (che magari costituisse una Comunita' elastica, tipo Commonwealth, anche per evitare conflitti interni, giammai un'Unione come la presente, con moneta unica etc.). Non continuare con quella "delle regioni", guarda caso funzionale al progetto mondialista, che ci sta imponendo il meticciato culturale e non e la corruzione dei costumi piu' spaventosa che si sia mai vista. Per realizzare "il meticciato" occorre evidentemente distruggere non solo gli Stati nazionali ma anche le nazioni stesse con tutti i loro valori. E lo si sta facendo con la complicita' anche troppo attiva della Gerarchia cattolica attuale, il cui "meticciato teologico" (o ecumenismo) sta da 50 anni distruggendo la Chiesa dall'interno. Anzi, si potrebbe dire che in quest'opera di distruzione dei popoli e delle nazioni, la Gerarchia della Chiesa riformata dal pastorale Vaticano II sia stata all'avanguardia, abbia anticipato il "mondialismo" dei banchieri e burocrati paneuropei.
Europa delle Nazioni, sulla base dei valori perenni, per ristabilire in primo luogo la sanita' dei costumi, significa anche rifondazione dello Stato in senso cattolico, sui valori del vero cattolicesimo. Solo se esiste uno Stato degno di questo nome sara' possibile resistere all'invasione musulmana e liberarci dall'abbraccio mortale dei mercati. Questa e' pero, e' inutile illudersi, una via in su da percorrere, la via del "per aspera ad astra", la via di dure battaglie e grandi sacrifici, perche' si stratta di combattere contro forze molto potenti, palesi e occulte. PP
RispondiElimina@ Appunto alla Regina d'INghilterra - I valori in gioco
Un appunto non si puo' non farlo: ha firmato tutte le leggi contro natura approvate dal Parlamento inglese, dalla legislazione sul libero aborto al "matrimonio" gay. SE non erro, nell'ordinamento costituzinale inglese il monarca deve apporre la sua firma sulle leggi approvate dal Parlamento, altrimenti non possono essere promulgate. Dalla rivoluzione "gloriosa" del 1688 il monarca "regna ma non governa", per evitare la guerra civile, come sappiamo. Se Elisabetta II si fosse rifiutata di firmare quelle leggi si sarebbe aperta una grave crisi costituzionale e politica. Ma erano leggi che in primo luogo offendevano direttamente Dio! Non risulta che abbia almeno tentato di non firmarle. Adesso sta arrivando il giorno del redde rationem (che lo e' anche per tutti gli altri paesi in cui sono state approvate quelle leggi). La crisi che si e'aperta era necessaria anche se i suoi esiti sono al momento imprevedibili e non si possono escludere forme di guerra civile (il partito filounione e' forte, la societa' e' spaccata). Speriamo che in Inghilterra la parte ancora sana della nazione, c'e'anche tra gli Anglicani se pur minoritaria, si renda conto dei valori profondi che sono in ballo, che la rottura provocata da questo giusto scatto d'orgoglio, tipicamente inglese e british, coinvolge una dimensione trascendente, chiama alla lotta per la riaffermazione di quei valori cristiani fondamentali che sono stati ormai troppo a lungo calpestati. PP
Brexit, Juncker ora minaccia: "Non è divorzio consensuale"
RispondiEliminaBruxelles al lavoro per rendere il più doloroso possibile il divorzio di Londra. Punta così a dissuadere altri paesi a lasciare l'Ue
Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al congresso della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea riunita a Roma il 24 marzo 2007 alla vigilia del 50° anniversario dei trattati istitutivi delle prime organizzazioni europee.
RispondiEliminaDopo aver messo in luce gli aspetti positivi del processo allora avviatosi Benedetto XVI osservava però che l’Europa sta «di fatto perdendo fiducia nel proprio avvenire. (…) Il processo stesso di unificazione europea si rivela non da tutti condiviso, per l’impressione diffusa che vari “capitoli” del progetto europeo siano stati “scritti” senza tener adeguato conto delle attese dei cittadini».
«Da tutto ciò emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica “casa comune” europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta, infatti, di un’identità storica, culturale e morale, prima ancora che geografica, economica o politica; un’identità costituita da un insieme di valori universali, che il Cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo così un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa. Tali valori, che costituiscono l’anima del Continente, devono restare nell’Europa del terzo millennio come “fermento” di civiltà. Se infatti essi dovessero venir meno, come potrebbe il “vecchio” Continente continuare a svolgere la funzione di “lievito” per il mondo intero? Se, in occasione del 50.mo dei Trattati di Roma, i Governi dell’Unione desiderano “avvicinarsi” ai loro cittadini, come potrebbero escludere un elemento essenziale dell’identità europea qual è il Cristianesimo, in cui una vasta maggioranza di loro continua a identificarsi?».
«Non è motivo di sorpresa che l’Europa odierna mentre ambisce di porsi come una comunità di valori, sembri sempre più spesso contestare che ci siano valori universali ed assoluti? Questa singolare forma di “apostasia” da se stessa, prima ancora che da Dio, non la induce forse a dubitare della sua stessa identità? (….) Una comunità che si costruisce senza rispettare l’autentica dignità dell’essere umano, dimenticando che ogni persona è creata ad immagine di Dio, finisce per non fare il bene di nessuno (…). Nell’attuale momento storico e di fronte alle molte sfide che lo segnano, l’Unione Europea per essere valida garante dello stato di diritto ed efficace promotrice di valori universali, non può non riconoscere con chiarezza l’esistenza certa di una natura umana stabile e permanente, fonte di diritti comuni a tutti gli individui, compresi coloro stessi che li negano. In tale contesto, va salvaguardato il diritto all’obiezione di coscienza, ogniqualvolta i diritti umani fondamentali fossero violati»....
«so quanto difficile sia per i cristiani difendere strenuamente questa verità dell’uomo. Non stancatevi però e non scoraggiatevi! Voi sapete di avere il compito di contribuire a edificare con l’aiuto di Dio una nuova Europa, realistica ma non cinica, ricca d’ideali e libera da ingenue illusioni, ispirata alla perenne e vivificante verità del Vangelo. Per questo siate presenti in modo attivo nel dibattito pubblico a livello europeo, consapevoli che esso fa ormai parte integrante di quello nazionale, e affiancate a tale impegno un’efficace azione culturale. Non piegatevi alla logica del potere fine a se stesso! Vi sia di costante stimolo e sostegno l’ammonimento di Cristo: se il sale perde il suo sapore a null’altro serve che ad essere buttato via e calpestato (cfr Mt 5,13)».
Per formare il cives occorre una istruzione e una morale, le quali presumono una cultura e una filosofia, che nascono dalle religioni. Ma una sola ha il Logos...
RispondiEliminaMi auguro non sia vero, ma se fosse come scrive il Giornale sull' incontro Sala-Scola, poveri noi ! ( e si capirebbe come ha vinto Sala).
RispondiElimina"D' accordo per costruire la moschea", naturalmente la prima necessità per i Milanesi.
Comincio a diventare anticlericale.
Un resoconto più completo dell'incontro Scola-Sala si legge qui:
RispondiEliminahttp://www.chiesadimilano.it/news/attualit%C3%A0/scola-incontra-sala-br-uniti-sul-tema-dell-emergenza-abitativa-br-della-lotta-alla-povert%C3%A0-e-del-dialogo-1.130259
Cara Rosa
RispondiEliminaSala ha vinto. Grazie all'occupazione sistematica, militare della sinistra di ogni e qualsiasi centro di potere, politico, civile, culturale. Grazie all'Expo, che pure è stato un fallimento finanziario
Grazie al moderatismo di Parisi, che dopo il primo turno si è vergognato quasi dei partiti che lo sostenevano, che ha insultato la destra (sia quella leghista che quella dei Fratelli d'Italia), che si è addirittura augurato che Pavesi, esponente della destra di Casa Pound nella Lega, non venisse eletto (e invece è stato eletto con ben 450 voti a livello di Municipio). Inoltre Parisi ha snobbato anche la lista di Mardegan, che includeva anche cattolici tradizionalisti. Io l'ho votato anche al secondo turno ma, veramente, turandomi il naso. Ma per l'ultima volta. Sono stufo di moderati e di moderatismi.
Ora, quello che è successo a Milano insegni: puoi mettere insieme, come vuole Forza Italia, la coalizione più vasta possibile, dai filo comunisti di Area Popolare a Fratelli d'Italia. Ma non è detto che vinci. E le vittorie dei 5 stelle dimostrano che non è essere necessario essere moderati per vincere.
Ora, cara Rosa, a Milano ci cuccheremo le moschee. Ma non solo: centri sociali, campi zingari, accattoni aggressivi, furti nelle case e nelle strade, aumento delle tasse, ulteriori immigrati, case popolari occupate, limitazioni alla circolazione automobilistica, nuove, inutili piste ciclabili e via demagogizzando. Povera Milano!
Un luogo di culto agli islamici". Intesa tra Sala e Scola per la costruzione della moschea
RispondiEliminaFaccia a faccia tra il neo sindaco e il cardinale di Milano. "Il dialogo interreligioso sia portatore di integrazione vera". E concordano sulla costruzione della moschea
Silente,
RispondiEliminala penso, come sempre, esattamente come te, e sul voto anch' io ho votato Parisi, ma al I turno ho dato voto di lista a Mardegan.
Dicevo che si capisce come ha vinto, perché sospettavo che anche stavolta i " cattolici" avessero votato PD, come già con Pisapia. Ed infatti...
Sul resto lo so. Ho già scritto che tutto quel che hai scritto, mi permette di sentirmi lal coscienza a posto nel mio personale sciopero fiscale
( pagare meno, pagare tardi, non pagare, che' tanto arrivano le sanatorie) e non tirare fuori un centesimo per nessuna iniziativa, manifestazione, show, organizzato dal Comune. Infatti all' EXPO, tanto odiato e criticato prima dalla Sinistra, per poi farsene belli, non sono andata, e nessuno della mia famiglia. E se penso a "occhi scemi" Maran e "barba da pseudointellettuale" Majorino, mi viene l' orticaria !
Non poteva mancare la retorica di regime anche di Avvenire
RispondiEliminahttp://mobile.avvenire.it/Commenti/Pagine/Vince-la-retorica-della-paura.aspx
http://m.ilgiornale.it/news/2016/06/25/cosi-lislam-ha-spaccato-leuropa/1275984/
RispondiEliminaL'islam è riuscito a spaccare l'Europa. Considerando che in Europa la Gran Bretagna è la roccaforte dell'islamizzazione finanziaria, politica, sociale, culturale e giuridica, è l'avamposto del radicalismo e del terrorismo islamico, è la patria del multiculturalismo che ha partorito il primo sindaco musulmano di Londra, la vittoria del Brexit è una esplicita sconfitta di questo modello di «nuova civiltà» europea ed è una implicita vittoria dell'islam.
RispondiEliminaÈ altrettanto vero che gli islamici in Gran Bretagna avrebbero preferito restare in questa Unione europea perché fin troppo accomodante nei loro confronti, promuovendo, tutelando e finanziando la legittimazione dell'islam come religione in seno alle istituzioni pubbliche, la proliferazione delle moschee, la presenza di associazioni non governative, centri studi e di formazione particolarmente dediti a codificare il reato di «islamofobia», l'invasione di clandestini islamici che finiranno per sostituirsi alla popolazione autoctona europea che soffre del tracollo demografico più grave al mondo, la nascita di partiti politici islamici che democraticamente trasformeranno i nostri Stati laici e liberali in teocrazie prostrate al solo culto del loro dio Allah. Anche nel caso di successo del Remain gli islamici avrebbero cantato vittoria.
Così come è chiaro che dal punto di vista dei britannici che hanno scelto Leave, il loro voto traduce la volontà di salvare il salvabile di una civiltà violata e violentata sia dall'ideologia dell'immigrazionismo imposta dall'Unione europea che ha favorito gli stranieri a discapito degli autoctoni, sia dall'ideologia del multiculturalismo, frutto di una tradizione coloniale applicata in modo suicida in Gran Bretagna, dove si è consentito agli islamici di costituire un proprio stato in nuce, sostanziato dal loro predominio in seno al secondo mercato finanziario al mondo dopo quello di New York, dalla crescita demografica, dal controllo del territorio spartito su base etnico-confessionale, dal condizionamento della sharia legittimata in seno ai tribunali coranici che da 34 anni hanno emesso decine di migliaia di sentenze in tema di diritto patrimoniale e familiare.
Non è un caso che proprio a Londra, la capitale più popolosa d'Europa e patria del multiculturalismo, la maggioranza degli elettori si siano schierati contro il Brexit, trainati dal neo-sindaco musulmano Sadiq Khan. Gli autoctoni a Londra sono solo il 45%, il 55% della popolazione sono originari di Stati stranieri e il 35% sono nati all'estero. Alle «comunità» straniere è stato consentito di auto-amministrarsi sulla base di proprie regole e addirittura, nel caso degli islamici, sulla base di proprie leggi, la sharia.
Segue
RispondiEliminaL'islamizzazione di Londra è l'esempio più eloquente del fallimento del multiculturalismo, della sconfitta di questa Europa, del successo dell'islam nello sfruttare la nostra democrazia e le nostre leggi per infiltrarsi dentro casa nostra e sottometterci.
La «Associazione dei musulmani della Gran Bretagna», espressione dei Fratelli musulmani, ha fatto campagna elettorale a favore della permanenza della Gran Bretagna nell'Unione europea «anche se non è un'istituzione perfetta». Il presidente Omer El-Hamdoon aveva detto che «i musulmani devono votare per un'Europa più forte», e che «l'uscita dall'Europa aumenterà i crimini contro i musulmani britannici». Persino il radicale «Partito di liberazione» Hizb ut-Tahrir, che aspira alla riesumazione del Califfato islamico, aveva optato per l'Unione europea perché «è una realtà sovrannazionale». Miqdad Versi aveva scritto sul Guardian un commento dal titolo Per i musulmani britannici c'è una sola scelta: restare in Europa, in cui affermava che l'Unione europea è da paragonarsi alla Umma, la Nazione islamica, in quanto aggregazione di comunità multietniche e multiconfessionali, un modello che sarebbe stato promosso da Maometto, includendo gli ebrei come parte della Umma. Nulla di più falso: delle tre tribù ebraiche di Medina, due furono espulse, la terza, quella dei Banu Qurayza, fu massacrata nel 627. Bella prospettiva per la Umma europea. Ben venga dunque la scelta della Gran Bretagna di uscire dall'Europa se corrisponderà alla liberazione dall'islam e alla fine del multiculturalismo.
magdicristianoallam.it
Occorre che denunce,auguri circostanziati, commenti,recensioni di questo tenore, si moltiplichino a dismisura in tutte le lingue europee e volino da un capo all'altro d'Europa con forza e in verità. Questo è un momento dove non possiamo stare alla finestra, chi ha un pc e una tastiera scriva per i dubbiosi, gli ignoranti, i peccatori,gli afflitti, gli offesi,i molesti.A mio parere è passato San Michele Arcangelo diamogli manforte con le nostre parole scritte.Tutti.
RispondiEliminaIl desiderio e/o la tentazione di mettere il proprio cappello sopra la globalizzazione, con tutto quello che significa, non l'ha avuto solo l'Islam, l'ha avuto l'Ebraismo, l'ha avuto anche il Cristianesimo e il Cattolicesimo a braccetto. Questo passato prossimo non si è fermato lì,diventa presente oggi e futuro domani.Quindi non facciamo finta che la globalizzazione sia o voglia essere altro da tutte le religioni. Tutte le religioni, chi in un modo chi in un altro, lavorano per far proprio questo boccone ghiotto dell'unità del genere umano fatta a spese degli agnostici globalizzanti. Ad un costo, la loro reale insignificanza conquistata sul campo davanti a tutti i loro fedeli. L'esempio chiarificatore per noi si ha dai giornali cattolici,questi davanti ai fatti dovrebbero giudicare in base alla dottrina ben assimilata. Cosa che accade ad intermittenze irregolari. Ad altre intermittenze regolari giudicano secondo il mondo a favore di tutti tranne che della fede loro e dei fedeli. I fedeli sono perplessi? Sì, ogni giorno di più.Così nei fatti per conquistarsi il genere umano si perdono gli esseri umani fedeli.
RispondiEliminaIl desiderio e/o la tentazione di mettere il proprio cappello sopra la globalizzazione, con tutto quello che significa, non l'ha avuto solo l'Islam, l'ha avuto l'Ebraismo, l'ha avuto anche il Cristianesimo e il Cattolicesimo a braccetto. Questo passato prossimo non si è fermato lì,diventa presente oggi e futuro domani.Quindi non facciamo finta che la globalizzazione sia o voglia essere altro da tutte le religioni. Tutte le religioni, chi in un modo chi in un altro, lavorano per far proprio questo boccone ghiotto dell'unità del genere umano fatta a spese degli agnostici globalizzanti. Ad un costo, la loro reale insignificanza conquistata sul campo davanti a tutti i loro fedeli. L'esempio chiarificatore per noi si ha dai giornali cattolici,questi davanti ai fatti dovrebbero giudicare in base alla dottrina ben assimilata. Cosa che accade ad intermittenze irregolari. Ad altre intermittenze regolari giudicano secondo il mondo a favore di tutti tranne che della fede loro e dei fedeli. I fedeli sono perplessi? Sì, ogni giorno di più.Così nei fatti per conquistarsi il genere umano si perdono gli esseri umani fedeli.
RispondiEliminaSmontata la teoria secondo la quale i giovani britannici si siano dimostrati, con il voto al referendum sul Brexit, a favore dell’Europa in contrapposizione agli elettori più anziani, apertamente schierati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta con un tweet suggerisce una chiave alternativa per comprendere il voto di giovedì: “Una chiave per capire voto per #Brexit?Tra gli elettori nella fascia 18-24 ha votato solo il 36%,tra quelli sopra i 65 anni ha votato l’83!”.
RispondiEliminaSe da un lato, quindi, i giovani che si sono recati alle urne hanno tendenzialmente espresso un voto favorevole all’idea di Europa e di una Gran Bretagna come parte integrante dell’Unione, di certo il basso tasso di affluenza dimostra che la gran parte si è disinteressato della questione. Solo un giovane su tre è infatti andato a votare giovedì. Il 75% non ha votato per il Remain, decidendo non di sostenere il fronte del Leave ma di restare a casa. Tra i giovani, insomma, ha vinto l’indifferenza.
Secondo me le istanze della globalizzazione sono state sposate dal nichilismo pilotato da tecnocrati apolidi e atei oppure ideologi come i sionisti. Il cattolicesimo dovrebbe esservi estraneo e combattere gli elementi dissolutori e invece la sua degenerazione attuale li asseconda... Quanto all'Islam le favorisce perche in quel vuoto può trovare i suoi spazi. Ora applica la dissimulazione, ma se disgraziatamente dovesse diventare maggioranza, sarà in suo, di integralismo, a prevalere.
RispondiEliminaGentile Rosa, : perfino Montanelli disse: ""mi tappo il naso e voto DC"" purtroppo di meglio la classe politica non metteva a disposizione - poi in seguito si è visto come è finita -
RispondiEliminaper ripulire c'è voluto ""mani pulite ed il tribunale di Milano" - vedi oggi come ci troviamo?
Caro Sig. Berni,
RispondiEliminami scusi, ma non ho capito bene il suo post.
La frase citata si rifeirsce ad un'epoca in cui si votava col proporzionale, e non si eleggeva direttamente il Sindaco.
Oggi è diverso.
Mai votato allora turandomi il naso, mai votato DC.
Oggi, piuttoso che Sala che sfila al Gay Pride, ho votato Parisi,ma comunque non turandomi il naso.
Sarà per lal prossima volta, anche se di Milano restera' ben poco dopo le locuste ( cfr Roma, Torino, Firenze, Napoli...)
Su Mani pulite, le riferisco solo quello che ai tempi mi disse il padre di una mia amica - allora lo giudicai esagerato e fissato, poi ho capito che aveva ragione: - Mani pulite è una rivoluzione comunista fatta senze le armi ed i carri armati. Hanno fallito con le BR, ora ci stanno riuscendo -.
....sarebbe sciocco, ingenuo e semplicistico addebitare all’Unione europea o all’Euro (che pure non c’entra col referendum inglese) tutti i mali del mondo. Allo stesso tempo, però, è fuori discussione come il sistema europeo difeso oggi difeso a spada tratta dai vari Monti e Napolitano, o dai Saviano e Severgnini, sia un progetto fallito e con enormi responsabilità. E pensare che quasi dieci anni fa – precisamente nel marzo 2007 – un signore fotografò alla perfezione buona parte del disastro attuale. Era Papa Benedetto XVI: «Sotto il profilo demografico, si deve purtroppo constatare che l’Europa sembra incamminata su una via che potrebbe portarla al congedo dalla storia. Ciò, oltre a mettere a rischio la crescita economica, può anche causare enormi difficoltà alla coesione sociale e, soprattutto, favorire un pericoloso individualismo, disattento alle conseguenze per il futuro. Si potrebbe quasi pensare che il continente europeo stia di fatto perdendo fiducia nel proprio avvenire».
RispondiElimina«Una comunità – aggiunse ancora Ratzinger, rivolgendosi ai partecipanti ad un convegno dedicato a “Valori e prospettive per l’Europa di domani”. – che si costruisce senza rispettare l’autentica dignità dell’essere umano, dimenticando che ogni persona è creata ad immagine di Dio, finisce per non fare il bene di nessuno». Queste le parole di colui che probabilmente è il più grande pensatore vivente mentre in televisione, in questi giorni, sentiamo gente sproloquiare dicendo che se la Gran Bretagna lascia l’Europa sarà un bel guaio per tutti gli studenti desiderosi di recarvisi tramite il Progetto Erasmus: c’è dunque chi ieri indicava la Luna e chi, ancora oggi, è tragicamente fermo al proprio dito. Dato che però quelli fermi al proprio dito sono molti più e soprattutto molto più ascoltati, paradossalmente, di un uomo come Benedetto XVI, appare molto difficile abbandonare l’idea che la fuoriuscita della Gran Bretagna, oggi, sia davvero l’ultimo problema di quest’Europa senz’anima e senza futuro.
Giuliano Guzzo
Krancic, genialmente al par di lui, ha descritto con una vignetta tutto quello che volevo dire io...
RispondiEliminaMa come? E la civiltà democratica? E liberté-égaité-fraternité che hanno dissolto l'oscurità del medioevo cristiano e iniziato i lumi della società moderna, razionalista e progressista? E il "popolo-sovrano" che la domenica si mette la corona in testa e a va a votare?
Ma non erano le elezioni democratiche la più grande conquista della civiltà moderna, liberale e borghese? E ora, politici e politicanti, giornalisti e prostitute intellettive di ogni genere e tipo, e tutto il ciarpame cialtronesco dei media, ci vengono a dire che "in certi casi", su "certe tematiche", il popolo non deve votare?
Ma come? Quando eravamo noi cattolici a dire che il divorzio, l'aborto, le tematiche bioetiche non possono essere messe ai voti in quanto verità oggettive, eravamo degli oscurantisti, fascisti, retrivi, ecc, e ora che succede? Che i tromboni democratici vengono a dirci che ci sono tematiche che non possono essere messe ai voti?
L'aborto si può votare e la Brexit no?
CHE CIALTRONI! IPOCRITI FARISEI! CAMERIERI SENZA DIGNITA' ALCUNA!
Fa bene Krancic a mettervi con i dittatori da voi tanto esecrati... Magari tra poco ci direte che è meglio non votare più. E, allora, vi domando: "niente niente state per scoprire che la società cristiana ante 1789... era migliore di questa? Niente niente state per rigettare la vostra democrazia moderna e liberale? Niente niente, chi vi comanda, vi ha detto che è giunta l'ora di gettare la maschera e preparare definitivamente il Leviatano mondialista senza più rispetti e ipocrisie democratiche? Niente niente... stiamo andando verso la resa dei conti?".
Se così fosse, sarei felicissimo, non tanto per voi, signori camerieri, ma per tutti i cristiani democratici, i democristiani di tutti i tempi e luoghi, i moderati seri e credibili, per tutti quei "conservatori" moooolto credibili... e per tutto il clero democratico e liberale... Saranno loro i primi falliti, perché gli cascherà il mondo addosso.
Cari amici, ogni giorno di più, ci accorgiamo che stiamo vivendo giorni di importanza capitale della storia umana. Talmente importanti, che non è facile capire... tutto sta cambiando tremendamente in fretta.
E questa è un'altra riprova dell'importanza della Brexit: non nel fatto in sé che cambia poco, ma - e questo è quello che tanti amici vedo non riescono ad afferrare presi come sono dal complottismo infantile e quasi paranoico - nel fatto che ha mandato all'aria i piani di molti e sta creando aspettative popolari dififcilmente controllabili. Lo capirebbe anche un bambino e la riprova è proprio in Napolitano, Monti, Saviano, e compagnia brutta...
Ci aspettano giorni interessanti. E io non vedo l'ora che arrivino. E' una vita che aspetto questi giorni. Perché, anche se dovessero precipitarci nell'inimmaginabile, sarebbero sempre migliori del pantano infernale e sulfureo in cui viviamo oggi.
Mai come oggi, è necessario "leggere i segni dei tempi"... Che non osno più quelli del Concilio Vaticano II e della "primavera dello spirito"... di cui conosciamo benissimo i frutti.
(Massimo Viglione)
@ Rr mi scusi non volevo rispondere al suo commento, ho sbagliato.
RispondiEliminacomunque quando non ci sono candidati eccellenti, si sceglie il meno peggio.
Lei ha comunque fatto bene.
Rilanciamo questa denuncia di Marco Santopadre su Facebook che vi fornisce il livello di democraticità dei "chirichetti" dell'Europa e del "sogno europeo". A coloro che oggi vogliono un nuovo voto per sovvertire l'esito popolare del referendum sulla Brexit di giovedì e che fanno proseliti della "petizione" di cui parla tutta la stampa occidentale....
RispondiEliminadi Marco Santopadre (Contropiano)
Appena firmata (e poi rifirmata) - con nome falso e facendo risultare la mia residenza in Benin (!) - la famosa democraticissima petizione che chiede al governo britannico di rifare il referendum sulla Brexit.

Davvero una cosa seria, sta petizione! Non solo non c'è alcun filtro per accettare solo firme di residenti e votanti, ma addirittura si può firmare tutte le volte che si vuole, complimenti ai 'giornalisti' che stanno presentando l'iniziativa come grande dimostrazione di partecipazione e democrazia...
RispondiEliminaLa "petizione" e' chiaramente inattendibile e poco seria. Non vedo come un Governo serio possa far ripetere un referendum, regolarmente organizzato dalle Autorita', la cui partecipazione e' stata di circa il 73% degli aventi diritto. E i cui scrutini sono stati del tutto regolari. Di questi tempi, partecipazione massiccia.
In Irlanda, circa dieci anni fa fecero rivotare il referendum che aveva rifiutato l'adesione del Paese alla UE. C'e' quindi un precedente, ma in Irlanda. La seconda votazione fu favorevole all'adesione. Uno degli argomenti per far rivotare fu la partecipazione numerica molto scarsa al primo referendum, attorno al 30% o giu' di li'. Fu comunque un'imposizione, perche' il referendum era costituzionalmente valido. Il secondo referendum fu preceduto da una massiccia campagna mediatica e governativa a favore. Era anche mutata la situazione economica del Paese, in peggio. Si fece ampiamente leva sulla paura dell'isolamento, economico soprattutto. Scotus
Cercano in tutti modi di scippargli il referdnum, Scotus, e la cosa è gravissima.
RispondiEliminaMa la gente è ormai talmemte brainwashed che non si riesce più a far capir loro le cose.
Mi sgomenta questo indotto sdegno verso la Brexit, le motivazioni del quale vengono ripetute da tutti con le stesse ipotetiche motivazioni da bottegai: l'assicurazione malattia che noi non avremmo andando là, se ci volessimo comprare una casa là non potremmo più, per poi non parlare degli affitti là per quelli, studenti volonterosi, di qui. Le stesse motivazioni, con le stesse uguali parole, sentite ripetermi in faccia con voce tremante da persone che non solo non si conoscono tra loro ma, sono anche lontane mille miglia tra loro,naturalmente laureati e ben posizionati.Ora della tutela salute non v'è certezza neanche sul suolo patrio,idem per la compra-vendita di immobili,chi cerca di affittare qui la categoria studente volonteroso la prende in considerazione solo con pistola alla tempia.Vorrei capire qual'è il meccanismo di queste reazioni uterofalliche. Non sto scherzando sono serissima, mi preoccupa vedere tante persone che improvvisamente mettono la testa nel tombino. Come succede? Per gli strilli di un paio di giorni? E' come se fossero attanagliati dal basso e ripetessero le stesse argomentazioni con le stesse parole e lo stesso tipo di enfasi.Questo mi preoccupa.Molto.Con calma ho cercato di ricordare le lacune di questa Europa, tra l'altro foriera per noi di un Colpo di Stato per esempio,la situazione in Grecia, quella in Francia, la Spagna che non si rialza, le morti strane nel nostro apparato economico, man mano che parlavo i visi si distendevano e ci si è salutati infine con una rinnovata speranza. Ciò non toglie che queste reazioni cieche mi preoccupino moltissimo, perchè ti trovi davanti una persona che al di fuori della sua coscienza viene indotta a pensare e a dire cose che non hanno nessuna consistenza di fatto.
RispondiElimina
RispondiElimina@ I problemi personali e il Brexit - l'angoscia per il futuro
Che tanti cittadini britannici residenti all'estero siano all'improvviso preoccupati, anche se hanno votato per l'exit, bisogna capirlo. Sul 'Sunday Times" di oggi ci sono articoli sulla situazione dei 230.000 brits residenie in Irlanda. Molti sono pensionati o con parenti irlandesi. Finora godevano di un trattamente particolarmente favorevole, dovuto anche al fatto di appartenere i loro due Paesi alla Unione. Andavano e venivano esibendo solo la patente, non dovevano dimostrare agli irlandesi che avevano i mezzi per vivere, potevano usufruire dell'assistenza medica gratuita, etc. INoltre, godevano del buon cambio della sterlina. Adesso, la sterlina ha cominciato a perdere terreno e la situazione degli "espatriati", come vengono chiamati (expats), dovrebbe essere rinegoziata.
Sono problemi che si possono naturalmente risolvere su base bilaterale, cioe' con accordi specifici tra Stato e Stato. Pero' e' un fatto che il quadro istituzionale e' profondamente cambiato e si apre un'epoca di incertezza, che diventerebbe terribile se ci fosse una crisi finanziaria mondiale. La City di Londra svolgeva una funzione vitale nel sistema dei cambi e pagamenti etc. mondiali. Potra' continuare allo stesso modo? Insomma, e' legittimo che anche chi ha votato per il Brexit sia preoccupato, almeno tra tutti i Brits residenti all'estero, sinche' la situazione non si stabilizza. Il secondo paese per numero di expats e' la Spagna.
Dice il Times che anche in Irlanda sono preoccupati, i politici, perche', se la sterlina si deprezza, dati i forti legami economici tra i due paesi, hanno gia' calcolato che l'Irlanda ci rimetterebbe parecchio (diminuirebbero le esportazioni irlandesi in UK). Inoltre, c'e' il problema politico. Se l'Ulster,che vorrebbe restare nell'Unione Europea, dovesse votare per l'Indipendenza da Londra (cosa difficile,nonostante le dichiarazioni di certi politici, ma non impossibile), allora i nazionalisti irlandesi (l'hanno detto subito) riaprirebbero la questione della riunficazione delle 6 contee dell'Ulster, ne approfitterebbero cioe' per chiedere un referendum sulla riunificazione dell'Irlanda. Sarebbe un fatto a dir poco rivoluzionario. INsomma, io sarei piu' cauto nei giudizi sulle persone comuni, semplici: oscuramente, intuiscono che potrebbe essersi aperto un vaso di Pandora.
Vedendo le cose dal punto di vista della filosofia ed anzi della teologia della storia possiamo dire che doveva avvenire, che le contraddizioni e i mali, anzi i tumori di questa Europa dell'Unione dovevano cominciare a spaccarsi, un giorno. Pero' non si puo' pretendere che la gente comune veda le cose in questo modo. Se fossi stato inglese avrei votato per l'Exit e tuttavia mi sentirei preoccupato di molto, oggi, di fronte ai problemi di vita concreta e alle tempeste che si annunciano.
Scotus
Come si può credere in un'istituzione come l'Unione Europea, che continua interferire negli Stati membri? Le procedure di infrazione si moltiplicano, le interferenze politiche pure: pensiamo all'emarginazione dell'Austria nel 2000 quando c'era Haider, poi morto in un misterioso incidente; alle pressioni su Berlusconi per costringerlo a dimettersi; alle pressioni su Orban, sopravvissuto a un grave incidente/attentato subito dopo aver espulso il Fondo Monetario Internazionale dall'Ungheria; alle pressioni sulla Grecia, ridotta alla fame dalla troika; alle pressioni sulla Svezia nel 2003 (prima del voto sull'euro, fu ucciso il ministro Anna Lindh, analogamente a quanto accaduto giorni fa con Jo Cox in Inghilterra: due assassini molto sospetti). Senza contare le scelte sciagurate di politica monetaria (l'euro sta distruggendo la nostra industria e le nostre piccole e medie aziende) e quelle di politica estera: sanzioni contro la Russia, che solo all'Italia sono costate finora circa 5 miliardi, di cui 1 miliardo solo al Veneto; la guerra contro la Libia, le sanzioni alla Siria che affamano le popolazioni, l'appoggio alla politica destabilizzante della NATO nei confronti della Russia e a favore di uno stato, l'Ucraina, che bombarda i suoi cittadini (gli USA non vogliono un'Europa alleata della Russia); l'incapacità e l'ignavia nel governare l'immigrazione; le pressioni - sempre per seguire gli USA - contro il South Stream, il gasdotto che avrebbe portato il gas russo nei paesi del sud Europa, mentre il North Stream non si tocca, perché serve alla Germania, ..... Un'Europa che promuove il matrimonio omosessuale e l'ideologia del gender, l'eutanasia e le droghe libere, l'educazione sessuale di stato obbligatoria, la pedofilia e l'incesto (tutto documentato), che combatte gli Stati membri che ostacolano l'aborto e l'obiezione di coscienza. Nell'anno 2000, un noto dissidente dell'URSS, Bukowski, disse: "abbiamo impiegato 70 anni per abbattere una dittatura; ora in Europa ne state costruendo un'altra". Questa non era l'Europa voluta da Adenauer, De Gasperi e Schuman, ma la burocrazia, la massoneria e la finanza se ne sono impossessati. E quando i cittadini possono esprimersi - come nel referendum inglese - lo dicono a gran voce. La burocrazia e la finanza internazionale ci vogliono ingabbiare; meno male che qualcuno reagisce. L'Europa potrà rinascere solo dopo una profonda trasformazione, che ora sembra impossibile; forse è meglio abbattere il muro, finché è ancora possibile farlo
RispondiElimina@ Scotus 21:58
RispondiEliminaPer tornare al nostro vissuto, il Colpo di Stato, lo si è giocato con magistratura e finanza pilotate. Certo che se vogliono umiliare gli Inglesi hanno possibilità di farlo. Forse. La borsa di Londra è stata quella che ha tenuto meglio, a esito certo del referendum. Non so se si è mai trovato in un grande gruppo di persone che placidamente si sposta da un punto all'altro della città, quando impercettibilmente da stradine laterali si infiltrano estranei nel gruppo: cambia il passo, cambia il suono ed il tono del vociare, in pochi secondi il placido gruppo diventa plotone d'assalto.C'è una sola cosa da fare accostarsi al muro e lasciare gli infiltrati allo scoperto, riconoscibili da tutti.In un batter d'occhio spariscono.Qui già diversi si sono infiltrati, avvoltoi del tanto peggio tanto meglio. Non bisogna mettersi al loro passo nè più parlare. Isolarli. Lasciarli senza copertura. Se si creano polveroni sotto chiunque può agire a suo piacere. E chi è caduto di sella vi rimonta e tutto torna come prima.Nella costruzione di questa Europa ci sono state intenzioni diverse e divergenti ed estranee tra loro. E bene che su questo inizio si ragioni seriamente, senza far gli offesi. Se vogliamo prenderci per i fondelli reciprocamente a suon di leggi che "vuole l'Europa", è sacrosanto dire no grazie.Se ci sono piani che non possono essere semplicemente esposti a tutti, no grazie. Se si vogliono fare esperimenti antropologici, no grazie. Se si vuole cancellare una civiltà per sostituirla con un'altra partorita da qualche mente illuminata, no grazie.Se vogliamo corrompere la gioventù, no grazie. Se vogliamo sostituire i santi con l'elenco dei premi Nobel, no grazie. Se non vogliamo dirci cristiani neanche sottovoce, no grazie. E l'Inghilterra è cristiana e l'Inghilterra è stata tutta ed è cattolica ancora. Gli Angli sono i nostri Angeli.