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martedì 23 agosto 2016

Ancora sulla definizione del “nemico”, nel rapporto “amico-nemico” - Critica della “discussione” (del “dialogo”) quale unica forma valida di azione politica (e religiosa). Carl Schmitt, Donoso Cortés e il Vaticano II.

Ancora sulla definizione del “nemico”, nel rapporto “amico-nemico”
Critica della “discussione” (del “dialogo”) quale unica forma valida
di azione politica (e religiosa).
Carl Schmitt, Donoso Cortés e il Vaticano II.

Avevamo riportato [qui] una citazione di Carl Schmitt : A proposito dell'islam come nostro nemico storico, che si considera tale ma che non si vuol più riconoscere.
Ringraziamo Paolo Pasqualucci per questo approfondimento.

Riprendo un altro passo da Il concetto del Politico, del 1932, un’opera fondamentale della filosofia politica contemporanea. Ciò va detto anche se, allo stesso modo del sottoscritto, non si condivide il concetto (solo) decisionista della sovranità elaborato dallo Schmitt (“Sovrano è chi decide dello stato d’eccezione”), delucidando questo concetto solo un aspetto del potere sovrano. Ma Schmitt ha indubbiamente colto un elemento essenziale della realtà politica nel rapporto di “amico-nemico”, ricco di complesse articolazioni nonostante la sua struttura dualistica, e comunque concetto che libera il campo da molte ambiguità.

“I concetti di amico e nemico devono essere presi nel loro significato concreto, esistenziale, non come metafore o simboli; essi non devono essere mescolati e affievoliti da concezioni economiche, morali e di altro tipo, e meno che mai vanno intesi in senso individualistico-privato, come espressione psicologica di sentimenti e tendenze private. Non sono contrapposizioni normative o “puramente spirituali”. Il liberalismo ha cercato di risolvere, in un dilemma per esso tipico […] di spirito ed economia, il nemico in concorrente, dal punto di vista commerciale, e in un avversario di discussione, dal punto di vista spirituale. In campo economico non vi sono nemici, ma solo concorrenti; in un mondo completamente moralizzato ed eticizzato solo avversari di discussione.

Qui non viene assolutamente in questione il problema se si ritenga riprovevole oppure no o se si consideri un retaggio atavico di tempi barbarici il fatto che i popoli continuano a raggrupparsi in base al criterio di amico e nemico, né rileva che si speri che tale distinzione possa un giorno essere abolita dalla terra, oppure che si pensi che sia buono e giusto fingere, per scopi pedagogici, che non vi sono più nemici. Qui non si tratta di finzioni e di normatività ma solo della plausibilità e della possibilità reale della nostra distinzione. Si può condividere o meno quelle speranze e quelle tendenze pedagogiche; non si può comunque ragionevolmente negare che i popoli si raggruppano in base alla contrapposizione di amico e nemico e che quest’ultima ancor oggi sussiste realmente come possibilità concreta per ogni popolo dotato di esistenza politica”[1].

Va messa in rilievo la critica a quest’aspetto del liberalismo. Forte della sua concezione ottimistica dell’uomo, il liberalismo non vuol vedere nemici nell’ambito commerciale ma solo concorrenti, anche se talvolta “i concorrenti” si comportano come nemici spietati tra di loro. E crede il liberalismo classico nella possibilità di limitare l’ostilità derivante dallo scontro delle idee e degli interessi mediante il rispetto dell’avversario e la discussione razionale dalla quale la verità dovrebbe sempre emergere (come se fossimo in un dialogo platonico, con Socrate sempre maieuta del vero metafisico).
Osservo che non si deve accusare tale concezione di ipocrisia quanto piuttosto di utopismo, derivante dall’errata convinzione che nell’essere umano non vi siano tendenze al male, passioni e istinti indomabili, che troppo spesso prevaricano sulle pur esistenti sue tendenze al bene (il dogma del peccato originale postula un indebolimento grave della natura umana non una sua totale corruzione). La convinzione che i “nemici” si debba tentare di trasformarli in “concorrenti” sul piano economico o in “controparte di una più ampia discussione” su quello spirituale (e quindi sia politico che religioso), corrisponde indubbiamente ad una nobile esigenza, quella di civilizzare al massimo i rapporti tra gli uomini, cercando di disciplinarne gli istinti in primo luogo mediante una elaborazione razionale e condivisa dei principi che devono regolare i loro contrasti, sì da sottrarli per quanto possibile all’uso della forza.    

Tuttavia, se l’eliminazione della categoria del “nemico” è entro ristretti limiti possibile in campo economico e culturale, non lo è più quando si viene alla politica e alla stessa economia in senso stretto e, vorrei dire, forte. E tantomeno lo è quando si viene alla religione. 
L’astrattezza dell’impostazione liberale in relazione all’effettiva realtà politica, Schmitt la coglie utilizzando una penetrante affermazione di Donoso Cortés sui limiti della classe borghese. 

Lodando la capacità di intuizione di Donoso “nelle materie spirituali”, Schmitt ricorda “la sua [di Donoso] definizione della borghesia come “clasa discutidora” e la consapevolezza che la sua religione consiste nella libertà di parola e di stampa. Non voglio prendere ciò come l’ultima parola sull’intera questione, ma solo l’aperçu piú incisivo sul liberalismo occidentale. Davanti al sistema di un Condorcet, ad esempio […] si può ancora realmente credere che l’ideale della vita politica consista nel fatto che non solo la corporazione legislativa ma l’intera popolazione discuta, che la società umana si trasforma in un immenso club e che in tal modo la verità sorga da sé sola, attraverso la votazione. Per Donoso ciò rappresenta solo un metodo per sottrarsi alla responsabilità e attribuire alla libertà di parola e di stampa un’importanza gonfiata al di là di ogni misura, per modo che, alla fine, non vi sia più bisogno di decidere. Come il liberalismo, in ogni occasione politica, discute e transige, così esso potrebbe risolvere in una discussione anche la verità metafisica. La sua essenza consiste nel trattare, cioè in una irresolutezza fondata sull’attesa, con la speranza che la contrapposizione definitiva, la sanguinosa battaglia decisiva possa essere trasformata in un dibattito parlamentare e possa cosí venir sospesa per mezzo di una discussione eterna”[2].

I diplomatici sogliono dire, empiricamente: “finché si negozia, non ci si spara addosso”. Giusto. La guerra dovrebbe essere sempre l’ultima ratio. Ma quando ti sparano addosso e non vogliono discutere con te, che fai? Continui a “discutere”, a “dialogare”, come se i proiettili fossero confetti? I terroristi musulmani ci minacciano di continuo e ci ammazzano appena possono, vogliono piegarci con il terrore e noi gli rispondiamo invitandoli a discutere, negoziare, a praticare il (supposto) “vero islam”, che sarebbe una “religione di pace”?  E quando popoli interi ti invadono in modo sempre più massiccio, sbattendoti in faccia che è un loro diritto [?] venir qui a stabilirsi, e a spese nostre [!], anche qui ci mettiamo a discutere e a negoziare? Veramente, le nostre autorità non discutono affatto, senza fiatare se li prendono in carico e li traghettano a migliaia la settimana nel nostro disgraziato Paese.  Qui siamo oltre l’utopia liberale del “dialogo”, siamo alla pura e semplice resa senza condizioni.

Tornando a Schmitt e alla critica della borghesia “classe che discute” e altro non fa, apparentemente.  Non si limitava certamente a discutere, la borghesia di un tempo, picchiava pure e duramente.  Però è vero che in quell’ideologia di origine borghese che è il liberalismo c’è indubbiamente l’idealizzazione della discussione razionale, la convinzione utopica di riuscire ad addomesticare i rapporti di forza e le passioni mediante una “discussione”, un continuo e aperto dibattito che impedisca alla fine l’esplodere di conflitti sanguinosi. Anche in politica, come se una decisione parlamentare possedesse come tale questa capacità.  Sullo sfondo di questa convinzione alita una fede eccessiva nella ragione umana, l’idea che “la verità sorga da sé sola, attraverso la votazione” ovvero grazie al parere di una maggioranza (in teoria) colta e preparata, che ha sviscerato tutti i problemi in lunghe analisi e discussioni.
Non si tratta di abolire i parlamenti ma di ricondurli ad una dimensione più realistica, tenendo conto dei limiti effettivi della natura umana, dell’esistenza di nemici reali, individui e popoli che vogliono distruggerci o comunque sottometterci. Nel liberalismo, c’era e c’è questo difetto di impostazione, ben individuato da Donoso e poi da Schmitt, difetto che favorisce un’errata nozione del  v e r o.  Come se per l’appunto la verità si potesse sempre ricavare dalla pubblica discussione su di essa, magari anche per ciò che riguarda le verità metafisiche. Alla fine la verità verrebbe in tal modo consegnata alla decisione della maggioranza, il che è manifestamente assurdo, anche se non si può escludere a priori che la maggioranza possa arrivarci (per esempio nella politica o nei tribunali, decidendo in modo giusto od equo in relazione al caso concreto).  

La cosa grave è che tale concezione della v e r i t à, accettabile solo per ciò che riguarda le verità parziali e limitate dell’azione politica immediata o di una sentenza; tale concezione è stata in sostanza adottata dalla Gerarchia della Chiesa cattolica, con il Concilio Vaticano II, cosa impensabile al tempo nel quale Schmitt scriveva, per non parlare di Donoso, vissuto all’epoca di Pio IX.

Infatti, in certi testi del Concilio la verità morale (il cui fondamento è sempre religioso) è presentata come ricerca della coscienza da effettuarsi in comune con tutti gli uomini di buona volontà, quale che sia la loro religione. Come se, per il cattolico, non esistessero verità rivelate da Dio e insegnate per duemila anni dalla Chiesa, costituenti il fondamento assoluto della religione e della morale, le quali in nessun modo possono risultare da una ricerca “in comune” con tutti gli altri uomini, per quanto di buona volontà, tra l’altro come se i cattolici ancora non le possedessero!  Esse costituiscono l’immutabile Deposito della Fede, vanno messe in pratica nella propria vita e difese dalle credenze professate da tutti gli altri uomini, dai non cristiani, anzi dai non cattolici.

In tal modo l’utopia liberale, anzi l’errore liberale è penetrato (con la mediazione dell’Esistenzialismo e del suo relativismo etico) nella pastorale della Chiesa, all’interno di un elogio della “coscienza morale” apparentemente ortodosso. Questo il passo incriminato: “Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale” (costituzione pastorale Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, art. 16).   Qui la verità è intesa come “ricerca della verità in comune con tutti gli altri uomini”, ovviamente nel “dialogo”, edizione ammodernata della “discussione” di cui all’ideale liberale criticato da Donoso e da Schmitt.

Quest’idea della “verità come ricerca” appare anche nell’art. 8 della Dei Verbum, dove si afferma addirittura che “la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio”, come se la Rivelazione, secondo quanto sempre professato nei secoli, non si fosse conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo.  Mi chiedo se una frase del genere non possa ritenersi manifestamente eretica.

La Chiesa cattolica attuale, per bocca della sua Gerarchia, “dialoga” con tutti perché è evidentemente immersa nella ricerca della verità, la cui “pienezza” ancora non possederebbe [sic], allo stesso modo dei fedeli tutti, “i cristiani, che si uniscono agli altri uomini per cercare la verità al fine di risolvere secondo verità i problemi morali che si presentano nella prassi”. Ma come sarà possibile arrivare ad una verità “comune” ed anzi ad una verità che sia veramente tale, servendosi di siffatta “ricerca”?  
Tranquilli, spiega il Vaticano II, la verità si impone sempre per la sua forza interiore. E questo è certamente esatto, osservo, dal momento che il v e r o si distingue per la sua intrinseca evidenza. Però non si impone sempre, a causa di questa stessa evidenza. L’autoevidenza che la verità pur di per sé possiede non basta affinché essa si imponga come tale a tutti:si imporrà a qualcuno ma non a tutti ed anzi spesso non si impone affatto. Se così non fosse, non si capirebbe perché molti fra gli ebrei che al tempo assistettero ai miracoli di Nostro Signore non abbiano voluto credere in Lui.

Utopistico appare dunque il seguente concetto, espresso dal Concilio a proposito della forza persuasiva della verità: “E tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne Dio e la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a rimanerle fedeli. Il sacro Concilio professa pure che questi doveri attingono e vincolano la coscienza degli uomini, e che la verità non si impone che per la forza della verità stessa, la quale si diffonde nelle menti soavemente e insieme con vigore” (Dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa, art. 1).

Non dico che il concetto qui affermato sia falso. Dico che è parziale, insufficiente e con tendenza a sfociare nell’utopia. È vero che la verità si impone per la sua intrinseca forza ma non solo per questo motivo. Le verità di fede, ad esempio, con i loro profondi misteri, possiamo crederle senza l’aiuto determinante della Grazia? No. E allora non possiamo dire che le verità rivelate si impongano a noi solo per la loro intrinseca evidenza. Deve subentrare un elemento sovrannaturale, la cui effettiva dinamica necessariamente ci sfugge e cui crediamo per fede , fede a sua volta basata sulla Rivelazione.
E come sarà possibile far scaturire una verità che si imponga “soavemente e con vigore” a tutti grazie alla ricerca “in comune” di cui al citato articolo 16 GS?

L’applicazione stessa di questo criterio di ricerca “in comune” del vero, dimostra la falsità del criterio stesso (“Dai loro frutti li conoscerete”, Mt 7, 16). La verità sul matrimonio, tanto per fare un esempio, “il cristiano” da quale ricerca in comune l’avrà ricavata: da una ricerca con chi ammette le “unioni civili”, il matrimonio solo civile, il divorzio, e adesso anche il “matrimonio” omosessuale; o il ripudio, la poligamia, il matrimonio temporaneo?  E a cosa sono approdati, clero e fedeli, in questa “ricerca della verità” nel “dialogo” con tutto il resto del mondo sui problemi morali (religiosi, filosofici, politici) se non alla dissoluzione della loro stessa verità e fede, come si evince dagli ultimi documenti episcopali e papali sull’istituto del matrimonio, pieni di eresie ed errori nella fede?

Parafrasando Donoso possiamo dire che la Chiesa attuale è afflitta da una “Jerarquía discutidora”, il cui continuo, nefasto, sconnesso “dialogare” sta portando all’ autoannientamento del Cattolicesimo.
Paolo Pasqualucci 
_______________________________
1. Carl Schmitt, Il concetto diPolitico’, in ID., Le categorie del Politico’, tr. it. di saggi di teoria politica a cura di G. Miglio e P. Schiera, Il Mulino, Bologna, 1972, pp. 87-183; pp. 110-111.
2. Op. cit., pp. 82-3. Si tratta del saggio: La filosofia dello Stato della Controrivoluzione (De Maistre, Bonald, Donoso Cortés), in ID., Teologia politica, in Le categorie delPolitico’, cit., pp. 75-86.

22 commenti:

  1. "Sovrano è chi decide dello stato d’eccezione”

    Non e lo stato di "eccezione" di cui parlava mons Ganswein a proposito delle dimissioni di Benedetto XVI?

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  2. Mi sto convincendo sempre più che questa invasione islamica del nostro Bel Paese sia frutto di un piano accuratamente preparato dalla massoneria internazionale, ebraica e nordamericana in particolare, al fine di destabilizzare l’economia e la struttura sociale europea e minare le sue radici culturali e religiose, in previsione di un nuovo ordine mondiale, sia politico che religioso, il cui comando sia in mano a pochi massoni
    Ma per portare velocemente a termine il loro piano avevano bisogno di insediarsi anche a capo della Chiesa Cattolica, affinché facesse da sponda ai loro piani diabolici, ingannando i popoli e convincendoli ad accettare l’invasione islamica, il meticciato, la scomparsa delle conquiste sociali costate decenni di dure lotte, la caduta libera del tenore e della qualità della vita. Con le loro oscure manovre fanno cadere governi non graditi, sostituendoli con dei governi fantoccio, pedissequamente obbedienti alle loro direttive. Così hanno fatto anche con il governo della Chiesa Cattolica. Sebbene in realtà il governo della Chiesa fosse in mani loro sin dal 1958, ottenuto con l’imposizione della rinuncia dell’elezione a Giuseppe Siri e la sua sostituzione con un massone di transizione, Angelo Roncalli, propedeutica all’insediamento al soglio pontificio del loro vero elemento di punta, Giovan Battista Montini (anche quella volta con intrighi e minacce a Giuseppe Siri), la dirigenza del papa tedesco, in gioventù modernista di spicco ma in tarda età divenuto troppo tiepido e indeciso, non li soddisfaceva minimamente. Per questo hanno ordito contro di lui una campagna di stampa diffamatoria (la pedofilia dei preti americani), giungendo fino alle minacce di morte (riportate dalla stampa di regime) se non si fosse dimesso entro il 28 dicembre 2013. Ma la carta vincente (si scopre adesso) è stata l’esclusione dello IOR, la banca vaticana, dal sistema dei pagamenti internazionali (il cd SWIFT), che in poco tempo avrebbe messo in ginocchio le finanze vaticane. Pressato da più fronti, il buon Ratzinger ha gettato la spugna e si è dimesso. Ebbene, subito dopo l’annuncio delle sua dimissioni (l’11 febbraio 2013, solennità della Madonna di Lourdes) lo IOR è stato riammesso nello SWIFT, fornendo la prova provata della regia occulta delle manovre effettuate per estorcere le dimissioni a papa Ratzinger. Il liquidatore della Chiesa Cattolica era già pronto a prenderne il posto: un massone comunista di sicura fede anticattolica ed anticristiana, già sperimentata in Argentina, amico di tutti i nemici della Chiesa Cattolica (protestanti, islamici, ebrei, ecc.) e nemico spietato ed implacabile dei cattolici veri. Si è visto, infatti, cosa ha fatto ai frati e alle suore Francescani/e dell’Immacolata e come ha esautorato ed epurato i pochi cardinale di Curia a lui non graditi, circondandosi di una gerarchia modernista, eretica ed apostata, da lui espressamente cooptata. Il compito primario assegnatogli dalla cupola massonica era favorire l’immigrazione selvaggia, diciamo pure l’invasione mascherata dell’islam in Europa, partendo dall’Italia. Un’invasione destabilizzatrice dell’economia e della cultura (civile e religiosa) dei paesi europei.
    In tal modo la massoneria si è assicurata il potere temporale e quello spirituale su gran parte dell’orbe terracqueo, ed ora sta cercando di sottomettere ai propri fini anche i paesi recalcitranti al suo modus operandi, con minacce, ricatti e ritorsioni finanziarie ed economiche (vedi la finta rivolta in Ucraina, manovrata dalla Cia, l’Isis foraggiato di armi e di soldi dagli Usa e dai loro alleati, in primis Arabia Saudita, Emirati Arabi ed Israele) negando, ad esempio, aiuti economici ai paesi del terzo mondo che si rifiutano di introdurre la legislazione a favore del mondo Lgbt, l’ omologazione delle coppie omosessuali a quelle etero, il controllo delle nascite tramite aborto e contraccezione.

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  3. "In campo economico non vi sono nemici, ma solo concorrenti; in un mondo completamente moralizzato ed eticizzato solo avversari di discussione."

    E allora nel nostro mondo liberale (col dialogo assurto a metodo) come si fà a difendersi dal nemico?

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  4. Mia impressione sul caso "Burkini".
    Temo che alla fine sarà colpito l'uso degli abiti religiosi. Le monache già poco o punto indossano le tuniche dei loro ordini. Si finirà per ritenere anche quelle lesive della dignità della donna e si proclamerà il loro uso in pubblico come illecito. Ameno in Francia dove già è vietato l'uso dei simboli di TUTTE LE RELIGIONI negli uffici pubblici.

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  5. Il cattolicesimo è stato annientato, ormai SOPRAV-vive solo in alcune coscienze che non si prestano all'inganno. Se un 6-7 anni fa in consiglio pastorale dicevo: queste sono eresie che sono già state condannate dalla Chiesa, ma i protestanti ci sono già, perché noi dobbiamo diventare tali? la teologia della liberazione è stata condannata, lo scriveva anche avvenire nei giorni scorsi..., non era a causa di bergoglio che dicevo questo, ma era a causa di Ratzinger, anche se all'epoca lo ritenevo una vittima ...non sapevo tutto ancora....

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  6. ottenuto con l’imposizione della rinuncia dell’elezione a Giuseppe Siri e la sua sostituzione con un massone di transizione, Angelo Roncalli...

    C'è chi insiste (normalmente non pubblico) con questa versione che coinvolge Siri, molto discussa ma sulla quale non si hanno prove certe. E ne parla in termini apodittici, dandola per scontata.
    Sappiamo che la crisi viene da lontano e ne conosciamo molte cause prossime e remote. Tuttavia indulgere in ipotesi del genere rende poco credibili anche quando il discorso successivo è sensato.

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  7. Mic,
    scusa: anch'io pensavo che la storia di Siri fosse una palla. Ma, dopo averne letto un po', e soprattutto osservando bene ciò che è successo dopo, non mi sento più di giudicarla tale. Forse i particolari sono differenti da come la si racconta, ma in sostanza temo purtroppo sia proprio andata così: bloccato Siri, eletto Roncalli.
    Del resto, se giudichi sensato il resto del commento (inclusa la storia dello SWIFT), perché non ritenere tale anche il primo passaggio ?
    Se pensiamo alla "mafia di San Gallo", perché stupirci di manovre anti-Siri e pro- Roncalli ?

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  8. @ si continua ad insistere su argomenti secondari, che diventano poi autentici miti.

    --Quello ritornante di Siri, Pontefice mancato, per supposte oscure manovre o imbrogli o per sua indecisione nell'accettare la nomina. E' noto che Siri, peraltro benemerito per molti aspetti, in privato dopo il Concilio (al pari di altri cardinali) si lamentava fortemente di quello che era successo al Concilio ma in pubblico manteneva sempre una posizione ossequiosa e ubbidiente, forse per paura di uno scisma, anche se avra' cercato di attenuare le conseguenze delle "riforme" conciliari sul piano pratico. In realta' non aveva "il fegato" per assumere certe posizioni di rottura nei confronti dei modernisti all'offensiva.
    --Ci sono prove della affiliazione massonica di Giovanni XXIII e Paolo VI? A quale Loggia appartenevano? Lo chiedo, dal momento che li si presenta come massoni accertati.
    --Replicare a chi continua a sostenere la tesi "ingenua" (Auguste Cochin) del "complotto", in particolare massonico, per spiegare l' i n t e r o corso degli eventi storici, in particolare delle rivoluzioni, e'inutile, trattandosi di una f e d e . Bisogna comunque ribadire che l'azione della massoneria e' solo una delle molteplici componenti del quadro. E sulle altre, spesso piu' importanti, i sostenitori della teoria del "complotto" hanno qualcosa da dire? Le masse che ci stanno invadendo non si muovono certo agli ordini di un Soros o di altri simili a lui; diciamo che questi ultimi, con le loro molteplici agenzie, si inseriscono (o tentano di inserirsi) in un sommovimento mondiale che nemmeno loro controllano.
    --Riducendo la crisi del nostro tempo all'azione della Massoneria Internazionale si evita di occuparsi delle altre cause della crisi, che sono anche e soprattutto i n t e r n e alle istituzioni e ai popoli, e pesano assai di piu' nel quadro generale. Storicamente, le peggiori eresie della Chiesa sono sempre venute dal suo interno, da sacerdoti e vescovi (Pelagio, Ario, Fozio, i "poverelli" francescani, Lutero, Giansenio, Loisy, Buonaiuti, de Lubac,Congar, Rahner etc., tutta la teologia neomodernista ancora imperversante). Piuttosto che disperdere le energie nello studio dei "complotti" non sarebbe meglio concentrarsi sullo studio dei gravi errori dottrinali penetrati nel Vat. II per poterli poi rinfacciare a tutti i sacerdoti che li professino? pp

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  9. Le dietrologie hanno il peso che hanno, però per l'elezione di G.XXIII e sulle eventuali irregolarità ci sono voci che dicono che tutto fosse stato fedelmente trascritto dal segretario di Roncalli, l'ormai defunto Capovilla da leggersi post mortem, ma pare abbiano fatto la fine del cestone bianco consegnato da Ratzinger al vdr, ovverosia volatilizzate. Non si può negare che il piano muratoriale per distruggere la CC sia attivo da lungo tempo, poi volendo dar adito ai si dice, ci sarebbero 2 papi morti in maniera sospetta, 1 quasi fatto fuori dal finto pazzo turco ed uno dato per morto varie volte e poi fatto graziosamente allontanare e silenziato, in mezzo un papa già eletto, con tanto di lettere e messaggi Ansa Reuter di felicitazioni e poi è andata com'è andata, ce ne sarebbe per una serie di gialli da Christie, intriganti ed intricati. Spero che Benedetto XVI receda dal proposito di distruggere il diario giornaliero stilato con teutonica precisione per tutti gli 8 anni di pontificato, sarebbe uno sgub bimillenario. Se le voci sono tante e da moltissimo tempo, va bene la razionalità, ma se 2 indizi fanno una prova, qua ce n'è a miriadi, sorvolando le profezie non farlocche, tipo Trefontane e Ghiaie, molto precise sulla CC e mai approvate dall'establishment, ometto Fatima che già se ne parla ad libitum. Anonymous.

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  10. Roberto Donati23 agosto, 2016 18:38

    Sto leggendo un saggio di Massimo Cacciari, IL POTERE CHE FRENA, Adelphy, prima ed.gennaio 2013, seconda ed. marzo 2013. In mezzo la "rinunzia" di Papa Benedetto XVI. Chi segue questo blog lo avrà sicuramente già letto: vi si tratta della Seconda lettera ai Tessalonicesi, cap. 2, vv. 6-7, dove si parla della rimozione del Katechon che trattiene il trionfo dello Spirito dell'empietà. Scorrendolo si rimane stupiti, come se l'Autore si sia rivelato "presago". Mi permetto una breve trascrizione e domando a chi legge la pazienza di offrire la propria interpretazione: "La prima figura ad essere spazzata via sarà quella di chi ha terrore dell'eschaton, e difende disperatamente il proprio sopravvivere. Sarà poi la volta delle diverse forme politiche, che l'idea di un impero, [...] ex nationibus costituito, abbraccia in sé; [...]. E infine l'Antikeimenos travolgerà la forma della stessa ekklesia; sarà allora l'apostasia dalla fede nella Chiesa, nel suo valore di reale rappresentante del Cristo. [...] infine l'ultima e fatale: la secessione dalla Chiesa e dall'autorità pontificia della maggioranza degli uomini, preludio dell'apostasia radicale incarnata dall'Anticristo." (op. cit. p. 78). Mi sembra che l'evento sia in atto.

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  11. @ L'evento e' gia' in atto? Se si, allora dal Concilio

    in un certo senso e' gia' accaduto, col Vaticano II, dal quale e' cominciata una apostasia nella Chiesa, che ora sembra addirittura inarrestabile. "Cio' che trattiene", to katechon e' un neutro, indica una entita' impersonale: la Chiesa stessa e' stata finora "cio' che trattiene", ossia che impedisce il trionfo di Satana gia' con la sua sola presenza missionaria volta alla conversione delle anime, strappate al Demonio. Ma nel momento in cui la Chiesa stessa viene meno alla sua missione, e si toglie via da se stessa perche' le correnti eretiche presenti al suo interno invece di essere distrutte hanno preso il sopravvento, allora e' venuta meno l'unica forza in grado di opporsi veramente al male.

    Naturalmente, non possiamo sapere se sia veramente cosi', se cioe' siamo veramente alla vigilia della Parousia. Interpretando la crisi attuale alla luce delle parole (di non facile interpretazione) di S. Paolo, sembra legittimo dire che il katechon rappresentato per sua natura dalla Chiesa sia al momento "venuto meno", onde il male avanza da tutte le parti, e tanto piu' all'interno della Chiesa. Anche se noi speriamo sempre contra spem in un rovesciamento della situazione da parte di forze umane che al momento appaiono ancora latenti, dentro la Chiesa. pp

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  12. Come evitare che quel che c'è nel vangelo diventi equivoco?
    Vangelo odierno: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle".
    E continua Mt 23,28 "Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità".

    Evidentemente non c'è solo la misericordia: guai se vengono meno la giustizia e la fedeltà.

    E veniamo al tema, che scribi e farisei potrebbero filtrare ipocritamente "per non contaminarsi" ingerendo il moscerino, ma indifferenti ad ingoiare il solito cammello, quello che passa anche dalla cruna dell'ago...:
    Mt 5,39 è tradotto "non resistete al male". In greco è scritto: "me antistenai to ponero".
    Ma antistenai è un resistere sottoforma di "rivalsa militare", "vendetta", un "reagire in armi". Gesù dice in pratica non "di non resistere", ma di agire in modo tale da non essere imitatori del male subito dal facitore di male (certamente non lodato per questo).

    La Legge in effetti avrebbe autorizzato questa soluzione anche violenta, ma Gesù la completa (senza mescolare verità e falsità, torti e ragioni, cose da fare e cose da non fare) dicendo di non resistere in quel modo, ma in un altro!

    Comunque di resistere: perchè c'è chi ha trasformato queste parole in una non resistenza!

    Non essendoci una Verità da difendere, non essendoci principi non negoziabili, essendo ogni "essere" sbriciolato dai trapani incessantemente al lavoro del "divenire come logica", del "tutto relativo", del "processo che innescato sovverte ciò che c'è" (ma tutto: il buono e il cattivo, per esempio tramite un pastoralismo che "non si fissa sui dogmi e la dottrina"), ecco che al male non c'è più opposizione.
    E non nel senso deteriore di esercitare una rivalsa, ma nemmeno di quello cristianamente inteso di favorire una conversione di chi lo commette!

    "Ponero" non è semplicemente la "cosa sbagliata", il peccato. Non è semplicemente nemmeno chi commette il peccato. E' anche Satana, lo spirito stesso del Male, quello dal quale chiediamo la liberazione pregando il Padre Nostro.

    E secondo voi Gesù avrebbe detto di non resistere (genericamente) a lui?
    Invece Gesù dice: non resistete con le sue armi (dove lui è esperto e vi usa), usate le mie!

    Ecco perchè la Verità ci farà liberi. Ecco perchè a Pietro Gesù dice di riporre la spada nel fodero. La resistenza di Gesù al male è totale, ma differente! Comunque al male si resiste. Alle Bonino e ai Pannella non si può dire "Bravi, avanti così". Non gli si fa i complimenti!

    Chiaramente siffatte aberrazioni non sono riconducibili al vangelo.

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  13. Contro i fatti non c'è argomentazione che tenga. E i fatti dicono inesorabilmente ed esattamente che:
    1.Gli attacchi continui e su più fronti alla Chiesa Cattolica da parte dei Poteri Globali e della loro potentissima stampa unificata sono cessati nell'istante in cui si è insediato Bergoglio.
    2.I suddetti Poteri e la loro stampa, che sono quelli ricchissimi e potentissimi che impongono ideologie come il gender, il liberismo di saccheggio, massacri sociali e perfino guerre sanguinarie, nello stesso istante hanno iniziato a sostenere e acclamare Bergoglio.
    3.La Chiesa di Bergoglio è senza eccezioni perfettamente allineata e conforme con i Poteri di cui sopra, la loro ideologia e le loro campagne al punto, per esempio, di prendere le distanze dalle iniziative di tutela della famiglia naturale, di sostenere le bande che straziano la Siria, di schierarsi con i golpisti ucraini, di sostenere la abortista e guerrafondaia Clinton e lodare apertamente personaggi schierati a favore di gender, aborto, divorzio, eutanasia e attaccare anche volgarmente chi vi si oppone. Per tacere della incessante, martellante propaganda immigrazionista che sembra il compito primario assegnato dal Potere alla nuova chiesa.
    4.L'attacco di Bergoglio contro il cattolicesimo prima di lui è praticamente quotidiano così come le lodi e l'apprezzamento verso chi ha cercato per secoli di distruggere la Chiesa Cattolica.
    Non tenere conto di questi dati di fatto ineludibili a mio modo di vedere significa avere una idea falsata della tragica realtà.
    Miles

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  14. @ Sulla visione falsata della realta'

    La tesi dell'anonimo Miles sembra la seguente: la Chiesa di Bergoglio e' allineata ai poteri forti, dai quali prende piu' o meno ordini. Lo dimostrerebbero tanti fatti grandi epiccoli, che e' inutile ripetere, gia' elencati da Miles, e comunque noti. Osservo:

    --Si considerano le crisi della Chiesa come se fossero sempre eterodirette. E da chi? Da poteri forti che sarebbero poi i poteri occulti della massoneria internazionale. E' sempre questo il ritornello ripetuto. Ma la crisi della Chiesa, come quella della societa', puo' avere cause solo "esterne"? Non sarebbe assai piu' realistico considerare anche le cause interne, che non credo si possano negare, e poi metterle in relazione con le cause esterne?
    --Quando si dice "poteri forti" si dovrebbe inoltre specificare meglio cosa si intende. L'azione delle grandi potenze, la loro politica estera intrecciata agli interessi economici e finanziari? Il potere dei media internazionali, che non coincide esattamente con gli interessi delle grandi potenze o vi coincide solo in parte? Se non si specifica non si corre il rischio di cadere in semplificazioni che poco assai spiegano?
    --Esempio di causa interna della crisi. Circa l'immigrazione. Sotto Bergoglio ha assunto il carattere apocalittico che vediamo, e lui sembra averlo addirittura promosso, con certe sue dichiarazioni e i suoi incredibili viaggi a Lampedusa e a Lesbo. Ma l'immigrazione clandestina, ora aperta invasione, esiste almeno da 30 anni. Solo che negli ultimi due-tre anni ha subito una accelerazione e un salto di qualita' impressionanti. Ma i Papi precedenti che cosa hanno fatto, hanno tentato di fermarla? Non mi risulta. La "pastorale dei migranti", ispirata al Vaticano II, e' sempre stata per la massima accoglienza, senza curarsi del rapporto tra mezzi e fini e senza mai tentare di convertire nessuno. Mi ricordo di una polemica di un ministro del Governo Craxi (addirittura), l'on. Martelli con il Vaticano, cioe' con GPII, a proposito dell'accoglienza dei "rifugiati". Forse era all'epoca dell'invasione degli albanesi, tutti musulmani tra l'altro. Mi sembra che il nostro governo di allora volesse porre dei limiti, con nuove leggi e ci furono pesanti interventi pubblici contrari del Papa, con replica stizzita dell'anticlericale on. Martelli. Questo mi ricordo.
    --Lo ripeto, per l'ennesima volta: i mali della Chiesa non si risolvono denunciando l'azione (vera e presunta) dei Poteri Forti ma affrontando alla radice il guasto tremendo prodotto dal Vaticano II, con l'idea di aprire finalmente un dibattito interno (alla Chiesa e tra i fedeli) su di esso, per poter trovare i rimedi alla crisi stessa.
    --Miles, lei se li e' studiati i testi del Vaticano II, al quale tutto l'insegnamento dei Papi postconciliari fa continuament riferimento? pp

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  15. www.lifesitenews.com. Breaking: leaked e-mails show G.Soros paid $ 650K to influence bishops during pope's US visit.

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  16. su Soroshttp://www.riscossacristiana.it/il-vizietto-di-soros-lo-shelob-del-nuovo-ordine-mondiale-di-giampaolo-rossi/

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  17. PP: quello che sostiene Miles, è che i poteri forti (la massoneria in senso lato) ha infiltrato la Chiesa da tempo, corrompendola dall'interno, col modernismo e neomodernismo. Ed oggi ne vediamo i frutti ed i fatti conseguenti, conclamati, acclarati, evidenti come alluce del sole. Non solo: ma la crisi "interna", nata dall' "infezione" massonica-modernista, è ora aggravata da altri e rinnovati assalti, influssi, infiltrazioni, collusioni, complicità, compravendite e ricatti.

    In pratica sostenete la stessa cosa, solo che lei preferisce chiudere gli occhi sul mondo e concentrarsi solo sulla Chiesa, Miles guarda ad entrambi, e ritiene che in questo momento Mondo e Chiesa siano diretti dalle stesse "powers that be".

    Le quali hanno nomi e cognomi, se solo li si vuol conoscere: Rockefeller, Rothschild, Soros, tutta la cosiddetta élite anglosassone ed i suoi accoliti, le varie logge, il B'nai B'rith e le sue dipendenze, i grossi burocrati ONU ed UE (che a loro volta sono lì grazie ai nomi già scritti)...

    C'è un bel gioco di sponda: primo mino la Chiesa, la sua dottrina e la sua morale, poi la addito come reproba, poi la uso per i miei scopi ideologici di potere, e la Chiesa, cioè la sua gerarchia, prima si infetta con le "idee del mondo", poi, una volta così insozzatasi, diventa facile preda delle accuse del Mondo, poi scende a patti, se ne fa serva, e via continuando a "valzerare", finché non si capisce più qual è l' uovo e qual è la gallina, il prima ed il poi, la causa e l'effetto, in un'estrema confusione ed in un gran caos. Ma se non si afferra almeno un bandolo della matassa e si cerca di sbrogliarla, continuando a ripetere che no, non è il bandolo giusto, quello giusto è un altro, la matassa non si sbroglierà mai. Sempre che la si voglia sbrogliare, e non si abbia paura di cosa si troverà in fondo.

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  18. https://www.lifesitenews.com/news/breaking-leaked-e-mails-show-george-soros-paid-to-influence-bishops-during?utm_source=LifePetitions+petition+signers&utm_campaign=4195e4dde8-Breaking+Soros&utm_medium=email&utm_term=0_c5c75ce940-4195e4dde8-397767129

    Leaked e-mails show George Soros paid $650K to influence bishops during Pope’s US visit

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  19. Dire che modernismo e neomodernismo sono il risultato di una infiltrazione massonica nella Chiesa, e' da ridolini. Ma questa e' l'ultima volta che infastidisco i lettori di questo blog su questi temi, e' fiato (e tempo, soprattutto) del tutto sprecato. pp

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  20. Dire che modernismo e neomodernismo sono il risultato di una infiltrazione massonica nella Chiesa, e' da ridolini.

    Il modernismo e il neo-modernismo sono il culmine di processi complessi. Il discorso dell'infiltrazione massonica comunque non è da escludere anche se non è l'unico fattore in campo.
    Non è mai tempo perso portare argomenti articolati e documentati su questioni così importanti. Di fatto non siamo qui per convincere chi ha visuali diverse, ma per aiutare a pensare chi è in grado di farlo.

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  21. >pp: non ho le competenze e i titoli per affrontare gli atti del CVII. Ne vedo tuttavia gli effetti. E questi effetti spesso hanno più a che fare con la truce strategia che con le raffinate dispute teologiche, quindi un campo dove le ripetute coincidenze diventano prove e dove vige la regola del sospetto. La invito comunque a riservare ai suoi interlocutori lo stesso rispetto che le è riconosciuto pur nella diversità di vedute.
    Infine credo che in questo momento la tragica situazione delle nostra popolazione nelle zone terremotate, oltre tutto ricordo di altre tragiche emergenze di anni anche lontani, sopravanzi qualsiasi altra questione.
    Miles

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  22. per capire di che tenore è il "dibattito"....

    non è ciò che sembra, ma non è un totale OT, lo devo segnalare:

    _elogio alla Rivoluzione, con proposta di controllo ai pericolosi cristiani in nome della laicità

    http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/il-divieto-di-burkini-e-lecito-ma-non-contro-lislam/

    estraggo

    "Sempre in nome del rispetto per la diversità culturale. Una deriva da evitare, ad esempio, ispezionando con attenzione, e sempre seguendo l’esempio di una legge francese del 2001, la vita interna delle tante organizzazioni settarie proliferate nel cristianesimo occidentale nell’ultimo mezzo secolo."

    eh?

    art. ripreso, criticato e ridicolizzato da Tempi:

    http://www.tempi.it/orgoglioso-no-laico-poligamia-burkini

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