Una bidonata ricordata negli Atti
Il caso è descritto in At 15,36-40: Paolo dice a Barnaba di partire con lui, «Barnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco, ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera. Il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. Paolo invece scelse Sila e partì».
Paolo e Barnaba erano stati scelti dallo Spirito Santo («Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati»: At 13,2). Paolo neanche comincia la sua prima missione, che a Perge di Panfilia per imprecisati motivi quel Giovanni detto Marco lo pianta in asso. I due “riservati” dallo Spirito finiranno dunque per avere un dissenso grave al punto di dividersi. Barnaba se ne partirà per conto suo, portandosi quel Marco sebbene certificato come capace di tirar bidonate.[1]
Se di fronte a tanto dissenso non ci vengono fornite ulteriori spiegazioni significa che il bidone era di quelli che non meritano nemmeno di essere ricordati: ossia dovuto alla debolezza umana di quel Giovanni detto Marco. Posso supporre che fosse il tipico indeciso, una di quelle persone volubili, capaci di cambiare drasticamente idee e progetti da un momento all'altro. Oppure che a Perge avesse trovato una donna (forse anche soltanto da “evangelizzare castamente”) e quindi all'improvviso considerasse conclusa la propria missione con Paolo. Oppure vedesse Paolo come troppo deciso e temerario[2] per cui già da tempo era a caccia di qualche alibi più o meno elegante per sganciarsi. Da quel punto in poi Barnaba e il suo prediletto scompaiono dalla narrazione degli Atti.
Fin dalle origini la Chiesa è martoriata da dolorose divisioni spesso dovute, ancor prima che alle umane debolezze, al paternalismo confuso per paternità. Da allora ad oggi, una percentuale non trascurabile di ecclesiastici assurge ad alte cariche[3] nonostante plateali e frequenti dimostrazioni d'inettitudine (mi scrivono che non si dovrebbe guardare il bicchiere mezzo vuoto: non dovremmo lamentarci di un vescovo asino ma riflettere sulla divina Grazia che ha concesso ad un asino di diventare vescovo. Ma è un po' curioso questo accanimento nel voler attribuire alla divina Grazia sviste ed errori della gerarchia ecclesiale).
Così come il volgo confonde la libertà con il diritto di sbagliare deliberatamente, così certo clero confonde il legittimo preferire con l'ostinato incapricciarsi. Anche i laici impegnati, clericalizzatisi, amano commettere questo stesso errore, contribuendo a propagare (magari contro le loro stesse intenzioni) dissensi e divisione all'interno della Chiesa. Un esercito di Giovanni detti Marco avanza di carriera ancor oggi, a dispetto delle bidonate che hanno dimostrato di saper tirare nei momenti importanti, mentre i loro protettori si trincerano dietro l'alibi dell'aver fatto tutto il “dovuto discernimento”. Ironia della sorte, è proprio a questi esperti di bidonate che ci si ritrova a dover obbedienza e fedeltà, è proprio ai balzani progetti di costoro che ci si ritrova a dover architettare un modo per insufflar vita, mentre affannati ricordiamo che globalmente la Chiesa è assistita dallo Spirito.
1) Dobbiamo necessariamente assumere che Giovanni detto Marco sia stato come minimo entusiasta di partire. Direi addirittura insistente: di fronte ai pericoli dell'andare in missione (cfr. 2Cor 11,23-28: battiture, naufragi, lapidazioni, freddo, briganti, fame...) Barnaba si sarebbe guardato bene dall'accollarsi una zavorra.
2) L'apostolo Paolo poteva permetterselo: era civis romanus, dotato della cittadinanza romana, protetto dalla legge. Infatti quando verrà condannato a morte, sarà per decapitazione: l'umiliante crocifissione, infatti, non era prevista per i cittadini romani.
3) Immagino l'espressione vanesia e soddisfatta - “Vedete? Vedete?” - mentre si rigira tra le mani il suo nuovo biglietto da visita in caratteri sontuosi: Giovanni (detto Marco), assistente all'evangelizzazione prescelto da Barnaba, riservato dallo Spirito.
(fonte: Ucciellino)
RispondiElimina"Da allora ad oggi, una percentuale non trascurabile di ecclesiastici assurge ad alte cariche[3] nonostante plateali e frequenti dimostrazioni d'inettitudine "
Anche mons. Paglia ha fatto e fa carriera, sulla sua competenza o piuttosto incompetenza, sulle sue prese di posizione sulla famiglia che in principio era chiamato a difendere, ne parla Magister qui:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/08/16/ultimi-fuochi-di-paglia-con-una-doppia-nomina-in-arrivo/
Ma questo Marco non era il cugino di Barnaba (Lettera ai Colossesi 4, 10), presunto autore del Vangelo secondo Marco , di cui in Atti 12, 12 (« Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera »)?
RispondiEliminacugino o non cugino, ha tirato la bidonata... prima voleva andare in missione e poi appena parte cambia idea.... e barnaba invece di mandarlo a cagare per direttissima insiste a portarselo.... proprio come certa gente di chiesa....
RispondiEliminaL'articolo, come sempre, coglie nel segno, e la conclusione evidente, tanto da non dover essere nemmeno scritta, è che stiamo assistendo alla più grande bidonata nella storia della Chiesa.
RispondiEliminaIl bidonatore occupa la più alta carica con i suoi fedelissimi, solo che il problema non sono inadeguatezza, volubilita' o indecisione di codesti personaggi, bensì un progetto preciso di cambiamento eretico dall'interno.
Quindi siamo veramente nelle mani di Dio, perché non sappiamo come potrà evolversi e concludersi la situazione, come si comporra' la profonda frattura creata dai bidonatori, se si comporra'.
Dopo aver provato a trovare compromessi pacifici con i veri cattolici, che non ammettono compromessi sui dogmi, potrebbero anche usare il potere per scomunicarli, escluderli.
Deo gratias!
RispondiEliminastamattina ho saputo che ad un seminarista è stato " consigliato " (cioè ordinato) di uscire dal semnario. Quel seminarista secondo me non ha la vocazione,era solo uno dei tanti ripetitori di frasette religiosette dolcine dolcette... non è capace di esprimersi in italiano e passava comodamente tutti gli esami farlocchi della facoltà teologica,regalano esami a cani e porci figurarsi a un analfabeta.
sono contento della sua bocciatura (speriamo davvero definitiva) perchè sarebbe stato molto imbarazzante,in casi difficili (apocalittici,o semplice imminente dipartita di un parente) dover chiedere i sacramenti a un prete ignorante arrogante e senza vocazione.... il cui unico " merito " era di aver trovato un prete " Barnaba " infatuatosi di lui....
RispondiEliminaL'immagine di Marco Evangelista che "tira una bidonata" a S. Paolo e' costruita su un processo alle intentioni di Marco non reperibile nei Testi Sacri. Un'immagine come minimo bizzarra, in ogni caso arbitraria. A. P.
Carissimi,
RispondiEliminavorrei permettermi di chiedere una notizia e di dare, a tutti, [ma più di tutti gli altri a me stesso ed a coloro che hanno aderito agli inviti alla preghiera del Cardinale Burke (https://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/08/il-cardinale-raymond-leo-burke-invita.html ) e/o di Mons. Fellay (http://www.sanpiox.it/info-sulla-fsspx/1834-monsignor-fellay-annuncia-una-nuova-crociata-del-rosario )] dei piccoli consigli. Consigli che dovrebbero essere scontati, ma che, ripeto, fanno bene a me per primo.
Notizia: l'abominio di Oklahoma City, poi c'è stato? Le cose davvero si sono svolte come temevamo?
Consiglio, prima di tutto a me: se davvero vogliamo elevare le probabilità che le nostre preghiere portino i frutti sperati, prendiamo, come impegno di vita, sempre, ma in specie durante questi periodi di mobilitazione, una particolare cura nel fuggire le occasioni prossime e semi-prossime di peccato mortale. Ricordiamoci (io sono il primo che lo dimentica spesso) che l'esporsi ad esse occasioni, senza reale necessità, è già peccato.
Non mi sono andata a cercare notizie su cosa sia successo a Oklahoma City. Mi basta solo che ci abbiano pensato mentre i dettagli mi fanno inorridire e me li risparmio.
RispondiEliminaPer il resto Ok, in fondo è l'agenda del buon cristiano.
Concordo con AP.
RispondiEliminaNiente autorizza a pensare che il riferimento sia a Marco l'Evangelista.
Incontrato su Facebook, condivido: cattolici in preghiera a Oklahoma City
RispondiEliminahttp://newsok.com/gallery/articleid/5513979/pictures/4403408?hideNav=false&dontTrackPage=false&display=mobile
L'autorevole Giuseppe Ricciotti ("vita di Gesù Cristo") non dubita che si tratti di S. Marco evangelista
RispondiEliminaTrattando di quest'ultimo scrive a pag. 119: "...........La casa della madre di Marco, a Gerusalemme, era luogo d'adunanza per i cristiani della città: ivi si rifugiò Simone Pietro quando fu liberato miracolosamente dal carcere .. Marco era cugino dell'insigne Barnaba e da esso e da Paolo fu condotto ad Antiochia. Ma dai due si staccò Marco durante il primo viaggio missionario di Paolo a Pegre di Pamfilia, tornandosene a Gerusalemme. Il distacco dispiacque a Paolo, che nel suo secondo viaggio si rifiutò di condurre seco Marco, mente il cugino Barnaba desiderava condurlo: perciò Barnaba a sua volta si staccò da Paolo, recandosi con Marco nell'isola di Cipro, sua patria. La fermezza di Paolo non gli alienò però l'animo di Marco; una decina di anni più tardi .. Marco era di nuovo presso Paolo a Roma e gli fu d'aiuto e di conforto mentre l'apostolo aspettava d'esere giudicato da Nerone......."
Anna
OK. In ogni caso chi ha inserito l'articolo evidentemente è stato toccato dalla dinamica, che oggi si ripropone nei termini illustrati.
RispondiEliminaCome al solito, quando ci si fissa su un dettaglio, si perde di vista il nocciolo del discorso. In questo caso il dettaglio che la persona scartata fosse Marco forse può cambiare un po' le carte in tavola. Ma la sostanza resta.
E l'articolista non intendeva fare esegesi :)
RispondiElimina- Marco non tiro' nessuna "bidonata"
Il testo di Atti 15, 36 ss. non ci spiega per qual motivo S. Marco avesse interrotto la missione "fin dalla Panfilia". Non ne sappiamo nulla. Le supposizioni immaginate dall'articolista sono ridicole, assurde e anche offensive, per Marco e S. Paolo. Come esempio di "carriera del figlio prediletto del superiore" l'articolo e' del tutto sbagliato nel paragone prescelto: non si capisce perche' sia andato a costruire un parallelo cosi' sballato, che oltretutto sembra voler mettere in cattiva luce gli Apostoli. Forse il significato vero dell'articolo e' proprio questo e a Mic e' sfuggito. A. P.
Giuda tradisce il Signore, Pietro Lo rinnega, gli altri nove apostoli Lo abbandonano, due discepoli appena possono si incamminano delusi per Emmaus e Lo pongono nel dimenticatoio, ecc ecc... Oltre a Maria - sin dal concepimento senza peccato - e Giovanni, chi si non tira "bidonate"?
RispondiEliminaChiederei a E.P. l'interpretazione che dà all'articolo. Per me era chiara e semplice. Non avevo fatto i conti con i commentatori del blog ;)
RispondiEliminaavete presente la messa nera contro l'Immacolata che dovevano fare in America presso il teatro civico Music Hall di Oklahoma City: sembra che le preghiere dei Cristiani abbiano avuto effetto in quanto quest’anno i satanisti NON SONO RIUSCITI A VENDERE NEANCHE UN BIGLIETTO … e quindi alla fine tutto si è svolto alla presenza di una decina di soliti fanatici invasati. Circondati da migliaia di Cristiani in Preghiera!
RispondiEliminaUn consiglio MAI METTERSI CONTRO L'IMMACOLATA!
RispondiElimina@ Per concludere sull'articolo, giudizio finale
La parte finale va bene, si capisce cosa voleva dire l'autore, denunciare un certo malcostume, non nuovo negli annali della Chiesa. Del tutto fuori posto appare tuttavia l'esempio di "paternalismo" preso dal lontano passato, costruito inventandosi motivazioni e intenzioni in S. Marco e S. Paolo del tutto assurde e frutto di stravaganti illazioni personali dell'autore dell'articolo, dato che i Testi non ne offrono alcuno spunto. Un articolo malriuscito, succede. Tutto qui. A. P.
La vigilanza di A.P. mi è veramente preziosa e di grande aiuto.
RispondiEliminaGrazie A.P. !
Arrivo un po' tardi nella discussione, ma vorrei fare anch'io grandi complimenti ad A.P. per l'onore che ci concede con la sua indomita e indispensabile opera di vigilanza e di correzione degli "articoli malriusciti".
RispondiEliminaI dati certi e incontestabili che abbiamo dal Nuovo Testamento sono infatti:
1) il comportamento sgradevole, inatteso, inaffidabile, deliberatamente posto in essere da Giovanni detto Marco;
2) il dissidio tra Barnaba e Paolo a proposito del punto 1;
3) il fatto che Barnaba, nonostante il punto 1, abbia voluto a tutti i costi portare con sé Giovanni detto Marco.
Questi dati danno luogo a due possibili chiavi di lettura:
a) Paolo ha ingiustamente contestato Giovanni detto San Marco, e perciò Barnaba ha ragione;
b) Paolo ha giustamente contestato ma Barnaba ha preferito il dissidio con lui piuttosto che lasciare a casa un collaboratore inaffidabile.
L'autore dell'articolo propende per questa seconda chiave di lettura, vedendoci un esempio di paternalismo (non "la pietra fondante" del paternalismo, ma "un" esempio di paternalismo; non facciamo dire agli autori cose che gli autori non hanno detto e non hanno insinuato).
Tra i commentatori nessuno si è fatto avanti per proporre un'ipotesi alternativa al paternalismo - ipotesi che sarà certamente più complessa e articolata.
Si è invece fatto avanti il perspicace censore A. P., che parla come se l'altra chiave di lettura fosse l'unica possibile, chiamando "San Marco" quel Giovanni detto Marco, con sottinteso di infallibilità (sia di San Marco che di A. P.), e definendo "stravaganti illazioni personali" il testo dell'articolista, al quale attribuisce persino l'intenzione di "mettere in cattiva luce gli Apostoli" [sic].
Questo sì che è un prezioso contributo, ragazzi! Davvero un'onesta e precisa lettura delle intenzioni altrui, lettura che fa a meno di quisquilie come:
- il fatto che a "mettere in cattiva luce gli Apostoli" è anzitutto il Vangelo;
- il fatto che i santi Apostoli (così come i loro collaboratori) non erano immacolati, cioè non erano esenti da umane piccinerie;
- il fatto che l'eventuale coincidenza tra Marco evangelista e Giovanni detto Marco non cambia le carte in tavola, né sul comportamento di quest'ultimo, né sul dissidio causato dal protettore di quest'ultimo.
Non vedo l'ora che il sullodato A. P. dia nuovamente prova delle proprie abilità, così necessarie a questo blog tanto frequentemente piagato da "articoli malriusciti" che sfuggono a Mic.
p.s.: l'articolo in questione è del 2011, ne era stata indicata la fonte, ed è stato riportato su questo blog dal sottoscritto, aggiungendo un titolo redazionale e un'immagine in tema.
Come si dice non tutto il male vien per nuocere, santi si comincia ad essere qui per poi esserlo in pienezza là e le polemiche non aiutano nel cammino ascendente, quindi ringrazio l'amico E.P. e l'amica Anna (rispettivamente per l'articolo e per avermi spinto a cercare notizie su don Ricciotti di cui nulla finora sapevo).
RispondiEliminaSarei inoltre molto grato alla cara Mic se le riuscisse di trovare 2" per rispondere alla mail che le ho mandato qualche giorno fa.
Grazie a tutti!!