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giovedì 18 agosto 2016

Danilo Quinto. Se il Papa fa il contrario di quello che faceva Gesù

Accanto a Gesù, che sceglie di affrontare il martirio sulla Croce, ci sono due persone, nella stessa situazione. La prima Lo insulta e bestemmia. La seconda, si pente dei suoi peccati. Così, il buon ladrone si salva, «si aggrappa all’unica speranza che gli era rimasta», scrive Giuseppe Ricciotti e riceve più di quanto ha chiesto. Il buon ladrone soffre sulla croce, ma al contrario dall’altro, non si dispera. Condivide la Croce di Cristo e sa, dopo le parole che gli sono state rivolte, che quella Croce lo condurrà in Paradiso. Sembra che, con la mano destra, voglia impedire che la lancia del soldato romano colpisca Cristo, mentre, con la sinistra, si aggrappa a chi lo ha salvato.

Se non si considera il pentimento e non gli si dà il giusto valore - si abolisce anche il peccato, che è una scelta cosciente. Un atto di volontà egoistico - che si contrappone a Dio, alla Sua legge e quindi alla Verità, quella che Gesù ha rivelato - che si rivolge anche contro il prossimo e contro se stessi. È il pentimento dei propri peccati, la via attraverso la quale si può ricevere la misericordia di Dio e, quindi, la salvezza. Dare per sottintesa la questione del pentimento, significa non considerare che alla fine dei tempi la porta sarà comunque stretta per coloro che su questa terra avranno negato Dio. «Non posso più trattenere a lungo il braccio della giustizia di mio figlio, che è già troppo pesante», disse la Santa Vergine a Fatima. Nel Vangelo, la questione del pentimento è sempre presente negli incontri che Gesù ha con le persone. Sono incontri rivolti solo a questo: alla conversione del peccatore e alla sua salvezza. A null’altro.

È la storia di San Matteo – l’esattore dei tributi per conto dei Romani, un ufficio odiato, ma anche ambito per la facilità con cui ci si arricchiva nel svolgerlo - così descritta da Beda il Venerabile: «Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi" (Mt 9, 9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore. Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: "Seguimi". Gli disse "Seguimi", cioè imitami. Seguimi, disse, non tanto col movimento dei piedi quanto con la pratica della vita. Infatti "chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato" (1 Gv 2, 6). "Ed egli si alzò, prosegue, e lo seguì " (Mt 9, 9). Gesù lo guardò con sentimento di pietà e lo scelse. Non c'è da meravigliarsi che un pubblicano alla prima parola del Signore, che lo invitava, abbia abbandonato i guadagni della terra che gli stavano a cuore e, lasciate le ricchezze, abbia accettato di seguire colui che vedeva non avere ricchezza alcuna. Infatti lo stesso Signore che lo chiamò esternamente con la parola, lo istruì all'interno con un'invisibile spinta a seguirlo. Infuse nella sua mente la luce della grazia spirituale con cui potesse comprendere come colui che sulla terra lo strappava alle cose temporali, era capace di dargli in cielo tesori incorruttibili».

È la storia di Zaccheo: «Entrato in Gerico, Gesù attraversava la città. Ed ecco un uomo, chiamato Zaccheo, che era sovrintendente degli esattori del fisco e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non ci riusciva a causa della folla perché era piccolo di statura. Corse dunque avanti e per poterlo vedere salì sopra un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando Gesù arrivò sul posto, alzò lo sguaïrdo, e gli disse: Zaccheo, presto, vieni giù perché oggi debbo fermarmi a casa tua. Egli discese in fretta e lo accolse con gioia in casa. E tutti, vedendo ciò, incominciarono a mormorare dicendo: È andato ad alloggiare in casa di un peccatore. Ma Zaccheo, fattosi avanti, disse al Signore: Ecco, Signore, la metà dei miei beni la dono ai poveri, e a quelli che ho frodato restituisco il quadruplo. Disse allora Gesù a lui: Oggi in questa casa è entrata la salvezza, perché anche lui è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lu, 19,1-10). È immediata la risposta di Zaccheo al dono della Grazia: dichiara di essere in peccato (dice di aver frodato), si pente e vuole riparare, sanando l’ingiustizia che ha commesso.

È la storia dell’adultera: «Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?". Ed ella rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più"» (Gv 8,1-11). Gesù - che viene messo alla prova da persone che, in forza di quel che prevede la legge per una persona che si macchia di adulterio, intendono lapidarla - insegna che se si può giudicare il peccato, non si può esprimere un giudizio sulla persona che pecca, perché il giudizio spetta a Dio; libera la donna dalle sue colpe e la perdona, dopo che lei l’ha riconosciuto come Signore, che è un titolo messianico; chiama ancora peccato il comportamento che la donna ha commesso, non ne minimizza le conseguenze e la invita a non peccare più.

È la storia della donna cananea (Mt.15,21-28). La commenta così Beda il Venerabile: «Il Vangelo offre alla nostra considerazione la grande fede, la sapienza, la perseveranza e l’umiltà della Cananea. Questa donna era dotata di una pazienza non comune. Alla sua prima richiesta, il Signore non risponde nulla (Mt 15,23). Ciò nonostante, continua a implorare con insistenza il soccorso della sua bontà... O donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come desideri (Mt 15,28). Sì, possiede una grande fede. Pur non conoscendo né gli antichi profeti né i recenti miracoli del Signore, né i suoi comandamenti e le sue promesse, e in più respinta da lui, ella persevera nella sua richiesta, non smette di insistere con colui che la fama gli aveva indicato come il Salvatore. E così la sua preghiera viene esaudita in modo strepitoso. Il Signore le dice: Ti sia fatto come desideri; e in quel momento la figlia della donna guarì. Quando qualcuno ha la coscienza macchiata dall’egoismo, dall’orgoglio, dalla vanagloria, dalla collera, dalla gelosia o da qualche altro vizio, ha, come quella Cananea, una figlia crudelmente tormentata da un demonio (Mt 15,22). Corra perciò a supplicare il Signore di guarirla... e lo faccia con umile sottomissione; non si giudichi degno di partecipare alla sorte delle pecorelle d’Israele, delle anime pure, e si consideri indegno della ricompensa del cielo. La disperazione tuttavia non lo spinga a desistere dalla preghiera, ma abbia una fiducia incrollabile nell’immensa bontà del Signore. Colui che ha potuto trasformare un ladrone in un confessore della fede, un persecutore in apostolo e semplici pietre in figli di Abramo, sarà anche capace di trasformare un cagnolino in una pecorella d’Israele... Vedendo l’ardore della nostra fede e la tenacità della nostra perseveranza nella preghiera, il Signore finirà per aver pietà di noi e ci accorderà quello che desideriamo. Una volta messa da parte l’agitazione dei nostri cattivi sentimenti e sciolti i nodi dei nostri peccati, la serenità di spirito tornerà in noi unitamente alla possibilità di agire correttamente. Se, nell’esempio della Cananea, persevereremo nella preghiera con fede incrollabile, la grazia del nostro Creatore verrà in noi, correggerà in noi tutti gli errori, santificherà tutto ciò che è impuro, pacificherà ogni agitazione. Il Signore infatti è fedele e giusto; egli perdonerà i nostri peccati e ci purificherà da ogni bruttura se grideremo a lui con la voce implorante del nostro cuore».

È la storia della peccatrice che non ha nome. Dice Gesù: «Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco» (Lu 8, 47). L’uomo non può meritare il perdono dei peccati, perché essendo Dio l’offeso, la loro gravità non ha limiti. È necessario, quindi, il sacramento della Penitenza, col quale Dio rimette i peccati per i meriti di Suo Figlio. Una sola condizione è richiesta per ottenere il perdono: il nostro amore, il nostro pentimento, che è la prova che amiamo Dio. Ma è Dio colui che per primo ci ha amato (Gv 4,10). Quando Dio ci perdona, manifesta il suo amore per noi. Il nostro amore a Lui, di conseguenza, è sempre un amore di contraccambio, perché viene dopo il Suo.

È la straordinaria storia della conversione della samaritana (Gv 4, 1-42). Gesù, che sulla Croce dirà «Ho sete», rivolge alla samaritana le parole «Dammi da bere». La Sua non è un’esigenza solo fisiologica, ma spirituale: ha sete di salvare le anime. Per questo dona la Sua vita sulla Croce e per questo agisce con la Grazia – l’acqua viva - nei confronti di questa donna, che diventa disponibile a conversare con Lui, che era giudeo, gli confida i suoi sentimenti religiosi (cita Giacobbe), gli chiede l’acqua che non dà più sete, riconosce in Gesù – che conosce i suoi sentimenti e la sua vita – un profeta e dà inizio alla sua conversione, riconosce i propri peccati e infine accoglie la dottrina vera: adorare il Padre in spirito e verità. È, come dice Dante (1265-1321), «La sete natural che mai non sazia se non con l’acqua onde la femminetta samaritana domandò la grazia» (Purg., canto XXI, 1).

Incontrando venti prostitute salvate dalla Comunità fondata da Don Oreste Benzi, il Papa ha affermato: «Oggi a tutti voi io chiedo perdono per tutti i cristiani, i cattolici che hanno abusato di voi e anche perdono da parte mia di non aver pregato tanto per voi e per questa schiavitù». Gesù non era un dispensatore di misericordia. Incontrava le persone per convertirle e dava il Suo perdono solo quando queste si pentivano dei loro peccati. Con la sua inaudita avversione a predicare, per il bene del popolo di Dio e per la sua salvezza, la conversione, il Papa mostra di non comprendere il suo primario dovere e il fondamento del suo mandato, che rinuncia a praticare. È questo il dramma che vive la Chiesa fondata da Gesù, che in questo momento sta concorrendo a condannare per l’eternità le anime a lei affidate.
Danilo Quinto - http://daniloquinto.tumblr.com/

21 commenti:

  1. La solita prospettiva del Pontefice regnante: il peccato del singolo non deriva dalla natura decaduta, ma da chi, malvagio e ricco, sfrutta il povero.
    Non è il peccatore che per salvarsi deve chiedere scusa al Signore Dio, ma chi ha indotto il peccatore a peccare, non considerato più peccatore, ma vittima ferita, fragile, quindi innocente per definizione, ed oggetto dell'esercizio della malvagità in questo caso dei Cattolici (sicuramente Farisei), additati quindi a stirpe latrice di corruzione.
    Per fortuna ci sono gli Imam che nelle nostre Chiese pregheranno per salvarci.

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  2. Infatti, Anonimo, in questo nuovo intervento, Bergoglio focalizza il peccato SOLO sui cattolici che "hanno abusato di loro".
    Da un gesto così fatto dalmata si ricava che prostituirsi non è peccato.
    Quindi dobbiamo chidere noi tutti perdono a loro, tramite il papa, e basta.
    Quantomeno come conniventi e complici di chi abusa di loro, solo perché 'cattolici', questo è il messaggio che passa sui media.

    E'ovvio che un magnaccia, o un cliente abituale di prostitute, sebbene battezzati o frequentatori della Messa, sono in gravissimo peccato mortale e sono causa o concausa della prostituzione, nessun cattolico si sognerebbe di affermare il contrario.

    Alcune prostitute subiscono violenze terrificanti da sfruttatori della criminalità organizzata, sono veramente sequestrate e costrette con la violenza brutale a prostituirsi, sono situazioni frequenti che condizionano anche l'anima più ispirata.

    Ma ciò non toglie che, spiritualmente, anche la prostituta è peccatrice e deve pentirsi, salve poi tutte le attenuanti del caso che il sacerdote confessore può riconoscere.

    E'opera di carità levarle comunque dalla strada e aiutarle a cambiar vita anche senza conversione.
    Don Bensi lo faceva, ma SICURAMENTE la prima sua parola e azione di sacerdote era in nome di Gesù.
    Puntava alla conversione spirituale delle prostitute perché solo convertendosi la prostituta ha la forza interiore, datale dalla grazia divina, per uscire da quella situazione orrenda ed è quello che un bravo sacerdote cerca, anche se fa del bene comunque a tutte.

    Ci sono infatti prostitute, di basso o alto livello - si pensi alle "olgettine" o escort - che non hanno nessuna intenzione di cambiare vita ne' di rinunciare al denaro che ricavano dal mestiere, non gli interessa l'amore di Gesù e una vita vera libera dal peccato, anzi cercano clienti danarosi.

    Chiediamo perdono anche a loro?

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  3. Oh, Mamma mia! Come sono cattivi questi Cattolici ... peccatori incalliti! Si, dobbiamo continuamente chiedere scusa e perdono a tutti: ai musulmani, agli ebrei, a quelli dell'ISIS (siamo noi i disgraziati che vendiamo le armi), ai luterani, insomma, a tutti. Una stirpe cosi' crudele come noi Cristiani non si e' mai vista ... ma, mi scusi, Santo Padre, dove mettiamo tutti i nostri santi? Specialmente quelli che amavano la Messa di sempre, quelli che ci hanno fatto capire come comportarci con i musulmani, quelli che hanno biasimato i luterani, quelli che durante la Messa pregavano sempre per gli ebrei? Dove li mettiamo??? Tra i disgraziati Cattolici fondamentalisti???

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  4. Stiamo chiedendo scusa a tutti, musulmani, atei, ebrei, buddisti, agnostici e persino ai massoni. Insomma, finiremo per chiedere scusa al mondo per il solo fatto di essere cattolici, di essere nati in un paese cattolico (qualora lo fosse ancora). Chiediamo scusa a tutti tranne che a Dio per il peccato. Oh, il peccato, questo illustre sconosciuto. Questa è la peculiarità del giubileo della misericordia, chiedere scusa al mondo perché la Croce scandalizza ma non chiedere scusa a Dio per i propri peccati, primo fra tutti aver rinunciato al ministero della predicazione, a motivo dello scandalo della Croce. Poveri noi.

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  5. Sacerdos quidam18 agosto, 2016 16:02

    Circa i cattolici sempre cattivi e colpevoli, Papa Bergoglio resta pur sempre un dilettante in confronto a Giovanni Paolo II e all'allora card. Ratzinger.
    Non vi ricordate la mega-richiesta di perdono del 2000, con il suddetto Sommo Pontefice lì a battere il petto dei suoi Predecessori e dei cattolici 'preconciliari', insieme al card. Ratzinger, anch'egli lì a dargli manforte accendendo la sua brava fiammella sulla menorah in San Pietro davanti al Crocifisso?
    Per chi soffrisse di amnesia, ecco di seguito il testo della offensiva pseudo liturgia di quella triste domenica 12 marzo 2000:

    Domenica 12 marzo 2000, Basilica di San Pietro in Vaticano
    PREGHIERA UNIVERSALE - CONFESSIONE DELLE COLPE E RICHIESTA DI PERDONO
    (trasmessa in mondovisione, naturalmente... i nemici della Chiesa non potevano farsi sfuggire questa ghiotta occasione)

    I. (...)

    II. CONFESSIONE DELLE COLPE NEL SERVIZIO DELLA VERITÀ

    Un Rappresentante della Curia Romana (cioè IL CARDINALE JOSEPH RATZINGER):
    - Preghiamo perché ciascuno di noi, riconoscendo che anche uomini di Chiesa, in nome della fede e della morale, hanno talora fatto ricorso a metodi non evangelici nel pur doveroso impegno di difesa della verità, sappia imitare il Signore Gesù, mite e umile di cuore.
    Preghiera in silenzio.

    II Santo Padre (GIOVANNI PAOLO II):
    - Signore, Dio di tutti gli uomini, in certe epoche della storia i cristiani hanno talvolta accondisceso a metodi di intolleranza e non hanno seguito il grande comandamento dell'amore, deturpando così il volto della Chiesa, tua Sposa. Abbi misericordia dei tuoi figli peccatori e accogli il nostro proposito di cercare e promuovere la verità nella dolcezza della carità, ben sapendo che la verità non si impone che in virtù della stessa verità. Per Cristo nostro Signore.
    R. Amen.
    R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.
    Viene accesa (dal card. Ratzinger) una lampada davanti al Crocifisso.


    III, CONFESSIONE DEI PECCATI CHE HANNO COMPROMESSO L'UNITÀ DEL CORPO DI CRISTO

    Un Rappresentante della Curia Romana:
    - Preghiamo perché il riconoscimento dei peccati, che hanno lacerato l'unità del Corpo di Cristo e ferito la carità fraterna, appiani la strada verso la riconciliazione e la comunione di tutti i cristiani.
    Preghiera in silenzio.

    ll Santo Padre:
    - Padre misericordioso, nella vigilia della sua passione tuo Figlio ha pregato per l'unità dei credenti in lui: essi però, contraddicendo alla sua volontà, si sono opposti e divisi, e si sono reciprocamente condannati e combattuti. Invochiamo con forza il tuo perdono e ti chiediamo il dono di un cuore penitente, perché tutti i cristiani, riconciliati con te e tra di loro in un solo corpo e in un solo spirito, possano rivivere l'esperienza gioiosa della piena comunione. Per Cristo nostro Signore.
    R. Amen.
    R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.
    Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso.

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  6. Sacerdos quidam18 agosto, 2016 16:04

    (segue)
    IV. CONFESSIONE DELLE COLPE NEI RAPPORTI CON ISRAELE

    Un Rappresentante della Curia Romana:
    - Preghiamo perché, nel ricordo delle sofferenze patite dal popolo di Israele nella storia, i cristiani sappiano riconoscere i peccati commessi da non pochi di loro contro il popolo dell'alleanza e delle benedizioni, e così purificare il loro cuore.
    Preghiera in silenzio.

    Il Santo Padre:
    - Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e la sua discendenza perché il tuo Nome fosse portato alle genti: noi siamo profondamente addolorati per il comportamento di quanti nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli, e chiedendoti perdono vogliamo impegnarci in un'autentica fraternità con il popolo dell'alleanza. Per Cristo nostro Signore.
    R. Amen.
    R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison, Kyrie, eleison.
    Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso.


    V. CONFESSIONE DELLE COLPE COMMESSE CON COMPORTAMENTI CONTRO L'AMORE, LA PACE, I DIRITTI DEI POPOLI, IL RISPETTO DELLE CULTURE E DELLE RELIGIONI

    Un Rappresentante della Curia Romana:
    - Preghiamo perché nella contemplazione di Gesù, nostro Signore e nostra Pace, i cristiani sappiano pentirsi delle parole e dei comportamenti che a volte sono stati loro suggeriti dall'orgoglio, dall'odio, dalla volontà di dominio sugli altri, dall'inimicizia verso gli aderenti ad altre religioni e verso gruppi sociali più deboli, come quelli degli immigrati e degli zingari.
    Preghiera in silenzio.

    Il Santo Padre:
    - Signore del mondo, Padre di tutti gli uomini, attraverso tuo Figlio tu ci hai chiesto di amare il nemico, di fare del bene a quelli che ci odiano e di pregare per i nostri persecutori. Molte volte, però, i cristiani hanno sconfessato il Vangelo e, cedendo alla logica della forza, hanno violato i diritti di etnie e di popoli, disprezzando le loro culture e le loro tradizioni religiose: mostrati paziente e misericordioso con noi e perdonaci! Per Cristo nostro Signore.
    R. Amen.
    R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.

    Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso

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  7. Sacerdos quidam18 agosto, 2016 16:07

    (segue)

    VI. CONFESSIONE DEI PECCATI CHE HANNO FERITO LA DIGNITÀ DELLA DONNA E L'UNITÀ DEL GENERE UMANO

    Un Rappresentante della Curia Romana:
    - Preghiamo per tutti quelli che sono stati offesi nella loro dignità umana e i cui diritti sono stati conculcati; preghiamo per le donne troppo spesso umiliate ed emarginate, e riconosciamo le forme di acquiescenza di cui anche cristiani si sono resi colpevoli.
    Preghiera in silenzio.

    II Santo Padre:
    - Signore Dio, nostro Padre, tu hai creato l'essere umano, l'uomo e la donna, a tua immagine e somiglianza e hai voluto la diversità dei popoli nell'unità della famiglia umana; a volte, tuttavia, l'uguaglianza dei tuoi figli non è stata riconosciuta, ed i cristiani si sono resi colpevoli di atteggiamenti di emarginazione e di esclusione, acconsentendo a discriminazioni a motivo della razza e dell'etnia diversa. Perdonaci e accordaci la grazia di guarire le ferite ancora presenti nella tua comunità a causa del peccato, in modo che tutti ci sentiamo tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.
    R. Amen.
    R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.
    Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso.


    VII. CONFESSIONE DEI PECCATI NEL CAMPO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA

    Un Rappresentante della Curia Romana:
    - Preghiamo per tutti gli esseri umani del mondo, specialmente per i minorenni vittime di abusi, per i poveri, gli emarginati, gli ultimi; preghiamo per i più indifesi, i non-nati soppressi nel seno materno, o persino utilizzati a fini sperimentali da quanti hanno abusato delle possibilità offerte dalla bio-tecnologia stravolgendo le finalità della scienza.
    Preghiera in silenzio.

    Il Santo Padre:
    - Dio, Padre nostro, che sempre ascolti il grido dei poveri, quante volte anche i cristiani non ti hanno riconosciuto in chi ha fame, in chi ha sete, in chi è nudo, in chi è perseguitato, in chi è incarcerato, in chi è privo di ogni possibilità di autodifesa, soprattutto negli stadi iniziali dell'esistenza. Per tutti coloro che hanno commesso ingiustizie confidando nella ricchezza e nel potere, e disprezzando i « piccoli », a te particolarmente cari, noi ti chiediamo perdono: abbi pietà di noi ed accogli il nostro pentimento. Per Cristo nostro Signore.
    R. Amen
    R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.

    Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso.


    cfr. http://www.maranatha.it/Testi/TestiVari/Testi17Page.htm


    Che volete, è la quintessenza del Vaticano II.

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  8. "L'iniquità il cui mistero è annunciato nel Nuovo Testamento non ha carattere morale. Anzi vi sono stati pensatori che hanno avvertito la presenza dell'anticristo in atti che, almeno nelle intenzioni, sono moralmente buoni: tipicamente anticristica è, infatti, innanzitutto la CANCELLAZIONE del PECCATO, la riduzione dell'iniquità a colpa, a responsabilità morale, e infine a errore o addirittura a semplice condizionamento biologico e sociale. La scomparsa della coscienza del peccato è il fulcro dell'anticristicità....
    Il primo carattere dell'anticristo è la NEGAZIONE del PECCATO, cioè dell'incapacità degli uomini di salvare le loro vite, e la negazione quindi del bisogno stesso di salvezza"
    MYSTERIUM INIQUITATIS - Sergio Quinzio

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  9. Che cosa è -in sintesi- il cristianesimo?
    E' vivere al modo della natura di Dio rivelata in Cristo: serve una "mentalità cristiana".
    La gerarchia cattolica è affetta da una mentalità non cristiana, contaminata di mondo e degli schemi idealistici, dello storicismo, del razionalismo e dell'angoscia dell'uomo.

    Possiamo anche imputarlo al CVII, ma l'infiltrazione del modernismo era già stata avvertita e denunciata in precedenza. La riforma luterana precedette l'emergere del disegno massonico.
    Il male che la Chiesa s'è fatta da sola non è che la deriva interna dell'azione portata dall'esterno da chi ha sempre odiato la divinità di Cristo, il principe di questo mondo.

    Il continuo rintuzzare filosoficamente le "ragioni" dei vari protestatari ha progressivamente esaurito la spiritualità ecclesiale, spostando l'attenzione su (pur necessarie, ma non prive di effetti collaterali) elementi "temporali". Oggi siamo giunti probabilmente al punto d'arrivo di questo prosciugamento, con un'attenzione prevalente sull'uomo, immagine del Signore, proprio mentre viene negato o "naturalizzato" dalla cultura dominante che vive come se Dio non esistesse. Eliminato Dio si nega anche l'uomo: la neoChiesa desiderosa di amare l'uomo, rende culto a quest'ultimo, scordando Dio.

    Che il CVII abbia molte responsabilità in tutto questo è innegabile. Occupandoci soprattutto di uomo, storia e politica ci si è secolarizzati; ma sarebbe troppo semplice pensare di non essere già su questa china da molto prima. Il problema è che la centratura sull'umanità di Gesù, ha reso la Chiesa incapace di adorare il Cristo-Verbo creatore, preesistente all'esistenza dello spazio e del tempo. Mentre da un lato poteva servire per arginare le derive filosofiche, la centratura sulle figure temporali dell'essere Chiesa (papato incluso) ha fatto guardare con sospetto a profezie, miracoli e mistici, irrigidendo il cristianesimo nel potere temporale: Padre Pio è solo uno dei tanti santi vissuti nel sospetto gerarchico.

    Mentre nella Chiesa Cristo ha posto se stesso, vero Dio e vero uomo, rivelazione del Dio Trinitario, redentore dal peccato umano, occasione di rinascita dall'alto per l'uomo spirituale la cui sapienza supera la razionalità della mente (pur non negandola), la Chiesa, subendo lo scientismo, la psicologia e l'idealismo, ne ha fatto "argomento" del pensiero. In pratica all'uomo spirituale sono state date le briciole, mentre l'uomo psichico studiava...

    ...

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  10. ...

    Tornare ad adorare il Signore imitando Cristo significa sottrarsi a questa prigione nella quale anche quando si "resiste" alle teorie e alle eresie di fatto ci si contamina di quel modo di ragionare. Le varie "aperture al mondo" sono esplose con il CVII, ma covavano sotto la cenere, perchè comunque inseguire una "giustizia sociale" sulla terra, fatta di impegno operoso e collaborazioni, è comunque una pia illusione se non c'è Dio al centro del cuore.

    Chiaramente all'indomani delle stragi delle guerre mondiali era necessario parlare di pace e favorire maggiormente i dialoghi, ma è progressivamente venuto meno, anche in buona fede, il vero centro.

    L'anticristo non si configura come l'abolitore della religione, ma come colui che la religione la utilizza al proprio servizio. L'anticristo è visto dall'umanità, che non crede più alla priorità di imitare Cristo, come il più grande benefattore. Ogni scivolamento materialistico, anche il più innocente, ha condotto a dove siamo. E oggi il pastore-lupo è in grado di esercitare il proprio ruolo di falso profeta, a beneficio di chi ha l'ambizione di rendere "inutile" Cristo, proponendo all'uomo un progresso in cui sarà egli stesso "dio".

    L'anticristo perciò smantella pian piano la fede in Cristo e Gesù l'ha detto: chissà se al ritorno troverà ancora questa fede... Se oggi siamo spaventati dal vedere compiersi questo smottamento persino ai massimi vertici (quel papato che era diventato temporalmente la garanzia di esserne protetti) non di meno dobbiamo ammettere che molti sono stati i passaggi che hanno portato a scendere dall'Infinito alle misure della storia: non solo il vizio (serpeggiante anche tra i consacrati), ma anche l'occuparsi di "sicurezze sociali", facendo del pane quotidiano chiesto nel Padre Nostro sempre meno quello eucaristico-soprannaturale e sempre più quello di farina. Gli slogan idealisti hanno fatto breccia in chi ha dialogato con le "giuste aspirazioni" propalate da atei non cristiani, per il bene dei popoli.

    Questo va detto. Non dobbiamo sforzarci solo di essere un piccolo resto cattolico rispetto ad una neoChiesa conciliarista in piena apostasia... C'è da temere di non essere nemmeno nel piccolo resto, se comunque ci abbarbicheremo ad una Chiesa che non sa guardare al Cielo, essendo troppo appassionata alla trincea in cui resiste al mondo... Bisogna essere meno temporali per godere della Sapienza dello Spirito che ci chiama alla vita eterna.

    liberamente tratto da una conversazione con un padre del Monte Athos

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  11. @Luigi rvm == caro amico' se continuiamo a dare ascolto a Bergoglio <non al Papa, Vicario di Cristo== e continuiamo a pensare ai mussulmani che hanno profanato le nostre chiese,col il consenso dei pastori (li scrivo minuscolo, perche' hanno ridotto minuscola la Dottrina CATTOLICA/Apostolica, e se ne vantano), ci distruggiamo il cervello e la salute in genere.
    Dunque cerchiamo di implorare la misericordia del Dio Trinitario per mezzo della SS.ma Vergine, che loro tutto possono'anche di toglierci di torno i famosi lupi e magari ridonarci tanti Papi come i preconciliari ed identici Pastori.
    Nei promessi sposi, dice il Mananzoni un santo vescovo ha convertito l'innominato, e lo ha addirittura fatto piangere di dolore e di gioia.
    Dio puo' tutto, ma vuole la nostra fede.

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  12. @ Sacerdos quidam

    Concordo sulla genesi vaticansecondista di quelle richieste di perdono.

    Il pentimento e la richiesta di perdono a Dio dei peccati è un atto personale e non demandabile per conto terzi, ciascuno conoscendo il perchè in un dato tempo ha voltato le spalle al Signore ed avendone preso coscienza alla luce della Grazia compie il primo passo della conversione; inoltre la richiesta di perdono a nome d'altri solo il Signore Gesù la può fare, come la fece sulla croce nei riguardi dei suoi crocifissori e quindi come la ripete in ogni S. Messa.

    Le richieste di perdono per chi è giá defunto non sono più valide, essendo essi, i defunti, giá passati per il giudizio.

    Le richieste di perdono sopra elencate sono un non senso perchè:
    -fatte non dai peccatori
    -richieste per anime giá giudicate
    -relative a fatti non specifici ma generici, ed inoltre che alludono neppur troppo velatamente a ipotetiche colpe che tali sono solo per gli anticattolici.

    Per questo quelle richieste di perdono costituiscono una serie di micidiali colpi di flagello sulla pelle del corpo mistico che la aprono e la fanno sanguinare.
    Del pari lo sono anche tutte le variazioni sul tema, quali anche le recenti, riportate dal buon Danilo Quinto.
    E un cattolico non può non soffrirne per amore di Cristo.

    Il fatto che di questo non importi a nessuno e che tutti viceversa annuiscano compiaciuti ne è una controprova. Ma questa è l'ora dwlle tenebre.
    Poi verrá la Luce che le dissolverá per sempre, non restandone neppure il ricordo.
    Marco P

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  13. prendo solo un punto dal bel testo di Tralcio

    "Bisogna essere meno temporali per godere della Sapienza dello Spirito che ci chiama alla vita eterna."

    Finalmente! ma mai come in questa epoca, questa malattia tarpa l'uomo e non gli permette di conseguire il proprio scopo in Dio e di ascendere là dove era stato destinato.

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  14. Complimenti Tralcio, una bella sintesi sulla causa di tutto ciò; conclusione che condivido, accolta anche da Berni, che ringrazio della risposta singola.

    Sulla confessione pubblica, giustamente ricordata e trascritta da Sacerdos Quidam, devo riconoscere che anche io, anni fa, essendo molto più superficiale in materia di fede, lo considerai un bel gesto di onestà, pensando ingenuamente che fosse utile per i credenti e fosse apprezzato dai non credenti.

    Mi sbagliavo, dannoso per i credenti e disprezzato, o strumentalizzato, dai nemici. Ma bisogna distinguere, c'e' una differenza, secondo me, tra la confessione pubblica di GPII e Ratzingher e le bastonate e sparate quotidiane di Bergoglio contro i cattolici.
    La prima fu un gesto solenne e unico, una confessione pubblica analoga alle nostre come fedeli, con la differenza che la Chiesa universale, in persona del papa, come istituzione, può ovviamente farla solo davanti a Dio e agli uomini tutti.
    Posso comprendere la confessione pubblica di GPII e Ratzingher come gesto solenne di umilta' davanti a Dio, di una Chiesa che non si preoccupa di quello che pensano fedeli e i nemici, né degli degli effetti negativi; Dio al primo posto, costi quel che costi.
    GPII e Ratzingher, pur aprendo un varco modernista con un gesto nuovo e strano, avevano comunque a cuore la difesa della fede, pur con gravi cedimenti al modernismo.

    Le sparate e bastonate di Bergoglio, invece, sono chiaramente finalizzate allo scopo di cambiare la Chiesa e la Parola di Dio, eliminare le differenze con le altre religioni per assimilare la Chiesa ad esse, sino alla profanazione delle preghiere comuni in Chiesa, con la denigrazione sistematica e sprezzante di coloro che non la condividono, da lui visti cinicamente come ostacoli da eliminare per raggiungere i suoi scopi prettamente temporali, ecc, ecc.

    Ma il punto è, ricollegandomi ale precise obiezioni di Marco P.:
    detta confessione è stata fatta per un cedimento alle pressioni temporal/moderniste esterne e interne, o è stato un gesto di alto valore spirituale per il bene della Chiesa intera?
    E poi:
    Premesso che le colpe elencate, in duemila anni, ci sono state, posto che anche i cattolici sono peccatori (anche se le colpe della Chiesa sono ingigantite a dismisura sia per qualità che per quantità, anche mediante distorsione della storia), la confessione pubblica e collettiva è idonea a emendarle?
    Il sangue uscito a causa di tale confessione, e' servito al bene della Chiesa?
    Se la risposta è positiva, perché nei secoli precedenti non è stata fatta mai?
    (almeno così mi risulta, non so se mi sbaglio)

    Mi sembra quindi che le obiezioni di Marco P. siano corrette.
    La conferma e' data anche dall'assurdità di questa smania di ecumenismo, di riunificazione dei cristiani, divenuta un'ossessione, peraltro a senso unico, solo al prezzo di rinnegamenti e abiure della Chiesa cattolica.
    E il bacio del Corano da parte di GP II, riconosciuto pure come 'testo ispirato' proprio non lo digerisco.
    Anticristo all'opera.

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  15. “Il 12 marzo 2000 la Chiesa ha iniziato un nuovo camino”. La civiltà cattolica.

    https://books.google.it/books?id=awo5AQAAMAAJ&pg=PA173&lpg=PA173&dq=PREGHIERA+UNIVERSALE+-+CONFESSIONE+DELLE+COLPE+E+RICHIESTA+DI+PERDONO&source=bl&ots=vmF_73bIRd&sig=3Qjo0y6fuVHzmcqLAk9TbmjWc4E&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjxpcq1kMzOAhVM6RQKHVSBAbUQ6AEIMjAD#v=onepage&q=PREGHIERA%20UNIVERSALE%20-%20CONFESSIONE%20DELLE%20COLPE%20E%20RICHIESTA%20DI%20PERDONO&f=false

    pagg. 217-227

    Anna

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  16. Sento la campana che ricorda l'Angelus: l'angelo portò l'annuncio a Maria, umile serva del Signore e lo Spirito Santo concepì in lei il Verbo che si è fatto carne.
    Sento la campana che avverte che c'è la Messa: la liturgia che racchiude i santi misteri, sospensione del tempo, squarcio di Cielo, rinnovamento del sacrificio divino che ci redime.

    La preghiera, per quanto dura, è atemporalità...
    Viene sempre più farcita di "mondo", da una pastorale che inquina il sacro, quasi sentendosi in obbligo di "richiamare l'attenzione di un Dio distratto se non glielo diciamo noi": così pompiamo storia, con i minuti contati, riempiendo il silenzio, in quell'eterno "vuoto".

    Evidentemente non temiamo di essere noi distratti, dato che siamo disattenti all'occasione di essere guariti e toccati dalla grazia. Tuttavia la preghiera, anche malridotta, resta rivolta al Padre, rende gloria alla Trinità, passa dalla piena di grazia, invoca gli angeli e i santi, ha pietà delle anime di chi non è più tra noi.

    E' una grande grazia, ogni volta, un segno di croce, una giaculatoria, il rosario, la Messa.
    Allora ci si sente più disponibili ad ascoltare davvero Dio, guardando con occhi differenti le cose e le persone, come occasioni per conoscere, servire e adorare Dio, in vista della vita che non muore.
    Il peccato allora lo riconosco, mi sta davanti: ed è contro Dio. A Lui chiedo perdono. Lo chiedo per me, dei miei peccati. Disinquino il creato perchè detesto il peccato. E lotto, sapendo benissimo di essere troppo debole da solo, ma che uno+Dio è già la maggioranza!

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  17. essere "meno temporali"

    ovvero:
    "siate nel mondo ma non del mondo"
    cfr.
    tutte le Beatitudini, spec.
    "Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli"

    S. Paolo dice addirittura: "Quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le ho considerate come spazzatura."

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  18. @ tralcio del 18 AG. Delle 20,21. - Si tralcio, che le deviazioni moderniste si erano infiltrate gia' nei decenni precedenti, e se vogliamo si risentiva dell'aria rivoluzionaria del 1789, e' fuor di dubbio; infatti Pio X ha cercato di gridare proprio con la famosa enciclica --Pascendi dominici gregis ---
    M non possiamo negare che la gran parte era rimasta quasi tranquilla, tolta l'Europa settentrionale che risentiva del protestanteso e dell'anglicanesimo.
    Ma il colpo di grazia dobbiamo essere sincer, l'ha dato il concilio roncalliano, che ha aperto i portoni ed ha fatto uscire i buoi (come mi diceva un anziano monaco benedettino col quale discutevamo della riforma liturgica di Bugnini).
    Infatti P.Nicola (il nome del monaco) mi diceva che se Roncalli non fosse sta eletto (perche' anche a Lui risaltava Siri) non ci sarebbe stato quel tipo di concilio, ma solo una revisione come prevista da PIO XII che non toccava assolutamente niente di importante. Ed oggi avremmo da raccontare tutta un'altra storia sulla Chiesa e sulla Dottrina.

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  19. @ Berni

    Della "vicenda Siri" ho già sentito vociferare qualcosa. A questo punto verrebbe da dire che negli ultimi 60 anni (scarsi) ci sarebbero state un paio di "irregolarità" in conclave (Roncalli e Bergoglio), le "libere" dimissioni di Ratzinger, lo "strano" pontificato di Luciani, più un Concilio, il ribaltamento degli altari e pure (ancora in corso) della dottrina, il trasloco dal palazzo papale a Santa Marta, senza dimenticare un tentato omicidio con Montini (accoltellato) e un'altro con Wojtyla (Agca): quest'ultimo caso, secondo esperti di balistica, con prodigioso salvataggio e deviazione del proiettile per mano di una suora presente nella piazza e della Madonna di Fatima in persona (un cui messaggio era da leggersi a partire dal 1960, ma fu catalogato tra i "profeti di sventura").
    Nel frattempo hanno abbandonato migliaia di sacerdoti, non pochi di quelli che non hanno abbandonato sono stati scoperti con vizietti contra sextum.
    Bell'ambientino... E dire che a quei livelli farebbe tutto lo Spirito Santo...
    Forse l'azione dello Spirito Santo, divinamente miracolosa, è che ancora ci sono milioni di cattolici in grado di riconoscere una gerarchia tentata dall'apostasia, sponsorizzata dal mondo, e che pretende obbedienza in nome di quel Gesù che usa o di cui si vergogna.

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