Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].
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Restiamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione, ricordandoci che sempre il Sacro Cuore di Gesù è offeso dal peccato, tanto frequente non solo in noi, ma in genere in una società che perfino nelle sue leggi ha tradito la Parola di Dio; rinnoviamo anche le preghiere affinché il Signore doni Santi Pastori alla Sua Chiesa.
Per la nostra formazione, leggiamo Una professione di fede in tempo di crisi “Vaticano II. La dubbia autorità di un Concilio” di Mons. Marcel Lefèbvre. Il testo potrà anche essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.
* * *
Una professione di Fede in tempo di crisi
di Mons. Marcel Lefèbvre
di Mons. Marcel Lefèbvre
Il 21 novembre 1974 ho pubblicato una dichiarazione in cui prendo una posizione di principio, tale da non essere condizionata da avvenimenti troppo legati al contingente. Posizione di principio che è, mi pare, quella della Fraternità San Pio X da sempre.
Evidentemente, i termini ne sono sempre più saldi, più netti, più definitivi, perché la gravità della crisi si amplifica sempre di più, di certo non diminuisce. Se vedessimo la crisi risolversi e profilarsi qualche beneficio da queste riforme, allora forse, al contrario, occorrerebbe essere meno inflessibili; ma mi pare che sia del tutto illusorio. Più si va avanti, più la situazione della Chiesa diventa grave.
Ecco allora quelle parole, scritte per professare la nostra fede in questo tempo di crisi.
Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l’anima alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie a conservare tale fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.
Al contrario rifiutiamo ed abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante, che si è chiaramente manifestata nel Concilio Vaticano II e, dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono derivate.
Tutte queste riforme, in realtà, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all’annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, ad un insegnamento di tipo naturalistico e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento derivato dal liberalismo e dal protestantesimo, tante volte condannati dal Magistero solenne della Chiesa.
Nessuna autorità, neppure la più elevata nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o ad indebolire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli!
Perciò, senza alcuna ribellione, noi proseguiamo la nostra opera di formazione sacerdotale alla luce del Magistero di sempre, persuasi di non poter rendere miglior servizio alla Santa Chiesa cattolica, al Sommo Pontefice e alle generazioni future.
«Se accadesse», dice san Paolo, «che noi stessi o un angelo venuto dal cielo vi insegnassimo cose diverse da ciò che vi ho insegnato, che sia anatema». San Paolo si fa anatema lui stesso qualora insegni delle novità, qualora insegni qualcosa che non ha insegnato un tempo.
Non è ciò che ci ripete il Santo Padre oggi? E allora, se una certa contraddizione si manifesta nelle sue parole e nei suoi atti o negli atti dei Dicasteri, allora noi scegliamo ciò che è stato sempre insegnato e facciamo orecchie da mercante alle novità che distruggono la Chiesa.
Non si può modificare profondamente la lex orandi, cioè la liturgia, senza modificare la lex credendi, cioè la fede. Ad una Messa nuova corrispondono un catechismo nuovo, un Sacerdozio nuovo, dei seminari nuovi, delle università nuove, una Chiesa carismatica, pentecostale: tutte cose che sono in contrapposizione con l’ortodossia e il Magistero di sempre.
Poiché questa riforma è nata dal liberalismo, dal modernismo, è intimamente avvelenata, scaturisce dall’eresia e conduce all’eresia, anche se non tutti i suoi atti sono formalmente eretici.
È dunque impossibile per ogni cattolico cosciente e fedele adottare questa riforma e sottomettervisi in qualsiasi modo. L’unico atteggiamento di salvezza e di fedeltà alla dottrina cattolica è il rifiuto categorico di accettare questa riforma. È per questo che noi ci atteniamo fermamente a tutto ciò che è stato creduto, praticato nella fede, nei costumi, nel culto, nell’insegnamento del catechismo, nella formazione dei sacerdoti, nella Chiesa fino al 1962, prima dell’influenza nefasta del Concilio Vaticano II.
Così facendo, con la grazia di Dio, l’aiuto della Vergine Maria, di san Giuseppe, di san Pio X, siamo convinti di restare fedeli alla Chiesa cattolica e romana, a tutti i successori di Pietro e di essere fedeli dispensatori dei misteri di Nostro Signore Gesù Cristo nello Spirito Santo. Amen.
Qualche commento a posteriori sulla dichiarazione
Questa dichiarazione, evidentemente, può sembrarvi molto forte, ma credo che fosse necessaria. Davanti ad un tale disastro che colpisce le anime, non si può tacere. Non più. Perché è di questo che si tratta. Le istituzioni sono piccola cosa, benché siano di origine divina, mentre qui si tratta delle anime. Sono le anime che si perdono!
Anime che non credono più al Sacrificio della Messa, anime che non hanno più rispetto per la Santa Eucaristia, di conseguenza; anime che non si confessano più. Anime che non battezzano più i loro figli, anime che non chiedono più l’estrema Unzione perché i preti adesso si rifiutano di andare a darla… E tutti quei conventi abbandonati, quelle case religiose disperse, quei seminari vuoti! Non si vogliono più seminari, si vuole una formazione “alternativa”… Quale? Solo Dio lo sa!
Allora, vedete, io penso che noi… non possiamo. Come di fronte all’ondata del protestantesimo, all’epoca di Lutero, i cattolici hanno resistito nei paesi invasi dalla Riforma, così noi, di fronte a quest’ondata di neo-protestantesimo, dobbiamo dire di no. Non possiamo dire neppure: ne prenderemo una parte che riteniamo buona, non prenderemo ciò che non lo è. Non è possibile perché, come vi dicevo, tutto è collegato: liturgia nuova, fede nuova.
Questa nuova liturgia è davvero ispirata dagli stessi princìpi e dalle stesse idee che sono inscritti nel nuovo Catechismo. Perché che altro è la liturgia, se non il catechismo vivo, il catechismo applicato? La liturgia non potremmo definirla meglio: il catechismo vissuto.
Allora, evidentemente, non si può aver trasformato completamente una liturgia con dei princìpi nuovi senza farlo traspirare nel catechismo o, viceversa, non si può fare un nuovo catechismo con dei nuovi princìpi, un nuovo modo di concepire la fede, e al tempo stesso conservare una liturgia veramente fedele alla Tradizione.
È appunto quello che è successo al protestantesimo: Lutero ha cambiato la liturgia e cambiando la liturgia ha cambiato la fede della gente, ha cambiato il catechismo e ugualmente ha cambiato il Sacerdozio. Se si cambia profondamente la liturgia, necessariamente si cambia il Sacerdozio, perché il Sacerdozio è interamente orientato alla liturgia. È la sua stessa definizione: il sacerdote è fatto per il Sacrificio.
Se si comincia a snaturare il Sacrificio, si snatura il sacerdote, e se si snatura il sacerdote si snatura il seminario, che è la casa di formazione del sacerdote, e così via… È tutto collegato. Perciò non si può fare una selezione delle novità post-conciliari, dicendo: accettiamo questo, rifiutiamo il resto. Non è proprio possibile. […] Si può accettare solo ciò che è fedele alla Tradizione perenne della Chiesa.
Fonte: Mons. Marcel Lefebvre, Vaticano II. La dubbia autorità di un Concilio, Editrice Ichthys, Albano Laziale, pp. 9-12.
Evidentemente, i termini ne sono sempre più saldi, più netti, più definitivi, perché la gravità della crisi si amplifica sempre di più, di certo non diminuisce. Se vedessimo la crisi risolversi e profilarsi qualche beneficio da queste riforme, allora forse, al contrario, occorrerebbe essere meno inflessibili; ma mi pare che sia del tutto illusorio. Più si va avanti, più la situazione della Chiesa diventa grave.
Ecco allora quelle parole, scritte per professare la nostra fede in questo tempo di crisi.
La dichiarazione del 21 novembre 1974,
«carta» della Fraternità San Pio X
«carta» della Fraternità San Pio X
Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l’anima alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie a conservare tale fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.
Al contrario rifiutiamo ed abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante, che si è chiaramente manifestata nel Concilio Vaticano II e, dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono derivate.
Tutte queste riforme, in realtà, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all’annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, ad un insegnamento di tipo naturalistico e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento derivato dal liberalismo e dal protestantesimo, tante volte condannati dal Magistero solenne della Chiesa.
Nessuna autorità, neppure la più elevata nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o ad indebolire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli!
Perciò, senza alcuna ribellione, noi proseguiamo la nostra opera di formazione sacerdotale alla luce del Magistero di sempre, persuasi di non poter rendere miglior servizio alla Santa Chiesa cattolica, al Sommo Pontefice e alle generazioni future.
«Se accadesse», dice san Paolo, «che noi stessi o un angelo venuto dal cielo vi insegnassimo cose diverse da ciò che vi ho insegnato, che sia anatema». San Paolo si fa anatema lui stesso qualora insegni delle novità, qualora insegni qualcosa che non ha insegnato un tempo.
Non è ciò che ci ripete il Santo Padre oggi? E allora, se una certa contraddizione si manifesta nelle sue parole e nei suoi atti o negli atti dei Dicasteri, allora noi scegliamo ciò che è stato sempre insegnato e facciamo orecchie da mercante alle novità che distruggono la Chiesa.
Non si può modificare profondamente la lex orandi, cioè la liturgia, senza modificare la lex credendi, cioè la fede. Ad una Messa nuova corrispondono un catechismo nuovo, un Sacerdozio nuovo, dei seminari nuovi, delle università nuove, una Chiesa carismatica, pentecostale: tutte cose che sono in contrapposizione con l’ortodossia e il Magistero di sempre.
Poiché questa riforma è nata dal liberalismo, dal modernismo, è intimamente avvelenata, scaturisce dall’eresia e conduce all’eresia, anche se non tutti i suoi atti sono formalmente eretici.
È dunque impossibile per ogni cattolico cosciente e fedele adottare questa riforma e sottomettervisi in qualsiasi modo. L’unico atteggiamento di salvezza e di fedeltà alla dottrina cattolica è il rifiuto categorico di accettare questa riforma. È per questo che noi ci atteniamo fermamente a tutto ciò che è stato creduto, praticato nella fede, nei costumi, nel culto, nell’insegnamento del catechismo, nella formazione dei sacerdoti, nella Chiesa fino al 1962, prima dell’influenza nefasta del Concilio Vaticano II.
Così facendo, con la grazia di Dio, l’aiuto della Vergine Maria, di san Giuseppe, di san Pio X, siamo convinti di restare fedeli alla Chiesa cattolica e romana, a tutti i successori di Pietro e di essere fedeli dispensatori dei misteri di Nostro Signore Gesù Cristo nello Spirito Santo. Amen.
Qualche commento a posteriori sulla dichiarazione
Questa dichiarazione, evidentemente, può sembrarvi molto forte, ma credo che fosse necessaria. Davanti ad un tale disastro che colpisce le anime, non si può tacere. Non più. Perché è di questo che si tratta. Le istituzioni sono piccola cosa, benché siano di origine divina, mentre qui si tratta delle anime. Sono le anime che si perdono!
Anime che non credono più al Sacrificio della Messa, anime che non hanno più rispetto per la Santa Eucaristia, di conseguenza; anime che non si confessano più. Anime che non battezzano più i loro figli, anime che non chiedono più l’estrema Unzione perché i preti adesso si rifiutano di andare a darla… E tutti quei conventi abbandonati, quelle case religiose disperse, quei seminari vuoti! Non si vogliono più seminari, si vuole una formazione “alternativa”… Quale? Solo Dio lo sa!
Allora, vedete, io penso che noi… non possiamo. Come di fronte all’ondata del protestantesimo, all’epoca di Lutero, i cattolici hanno resistito nei paesi invasi dalla Riforma, così noi, di fronte a quest’ondata di neo-protestantesimo, dobbiamo dire di no. Non possiamo dire neppure: ne prenderemo una parte che riteniamo buona, non prenderemo ciò che non lo è. Non è possibile perché, come vi dicevo, tutto è collegato: liturgia nuova, fede nuova.
Questa nuova liturgia è davvero ispirata dagli stessi princìpi e dalle stesse idee che sono inscritti nel nuovo Catechismo. Perché che altro è la liturgia, se non il catechismo vivo, il catechismo applicato? La liturgia non potremmo definirla meglio: il catechismo vissuto.
Allora, evidentemente, non si può aver trasformato completamente una liturgia con dei princìpi nuovi senza farlo traspirare nel catechismo o, viceversa, non si può fare un nuovo catechismo con dei nuovi princìpi, un nuovo modo di concepire la fede, e al tempo stesso conservare una liturgia veramente fedele alla Tradizione.
È appunto quello che è successo al protestantesimo: Lutero ha cambiato la liturgia e cambiando la liturgia ha cambiato la fede della gente, ha cambiato il catechismo e ugualmente ha cambiato il Sacerdozio. Se si cambia profondamente la liturgia, necessariamente si cambia il Sacerdozio, perché il Sacerdozio è interamente orientato alla liturgia. È la sua stessa definizione: il sacerdote è fatto per il Sacrificio.
Se si comincia a snaturare il Sacrificio, si snatura il sacerdote, e se si snatura il sacerdote si snatura il seminario, che è la casa di formazione del sacerdote, e così via… È tutto collegato. Perciò non si può fare una selezione delle novità post-conciliari, dicendo: accettiamo questo, rifiutiamo il resto. Non è proprio possibile. […] Si può accettare solo ciò che è fedele alla Tradizione perenne della Chiesa.
Fonte: Mons. Marcel Lefebvre, Vaticano II. La dubbia autorità di un Concilio, Editrice Ichthys, Albano Laziale, pp. 9-12.
I seguaci di altre confessioni religiose aumentano nella nazione in cui risiede il Papa.
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351408
“Misericordia Gesù. Misericordia per tutti i peccatori. Misericordia per tutta l’umanità! (3volte
RispondiEliminaSalmo 118 : per conformarsi alla Legge Divina
RispondiEliminaBeato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Non commette certo ingiustizie
e cammina nelle sue vie.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.
Non dovrò allora vergognarmi,
se avrò considerato tutti i tuoi comandi.
Ti loderò con cuore sincero,
quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.
Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Osservando la tua parola.
Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
Ripongo nel cuore la tua promessa
per non peccare contro di te.
Benedetto sei tu, Signore:
insegnami i tuoi decreti.
Con le mie labbra ho raccontato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
Voglio meditare i tuoi precetti,
considerare le tue vie.
Nei tuoi decreti è la mia delizia,
non dimenticherò la tua parola.....
«UNA SOLA MESSA GLORIFICA PIÙ DIO DI QUANTO LO GLORIFICHINO IN CIELO TUTTI GLI ANGELI, I SANTI E MARIA»
RispondiEliminahttp://www.iltimone.org/35204,News.html
Santa Messa a Napoli, 21 ottobre 2007
RispondiEliminaLa vedova...fa pensare ai "piccoli", agli ultimi, ma anche a tante persone semplici e rette, che soffrono per le sopraffazioni, si sentono impotenti di fronte al perdurare del malessere sociale e sono tentate di scoraggiarsi. A costoro Gesù ripete: osservate questa povera vedova con quale tenacia insiste e alla fine ottiene ascolto da un giudice disonesto! Come potreste pensare che il vostro Padre celeste, buono e fedele, e potente, il quale desidera solo il bene dei suoi figli, non vi faccia a suo tempo giustizia? La fede ci assicura che Dio ascolta la nostra preghiera e ci esaudisce al momento opportuno, anche se l’esperienza quotidiana sembra smentire questa certezza. In effetti, davanti a certi fatti di cronaca, o a tanti quotidiani disagi della vita di cui i giornali non parlano neppure, sale spontaneamente al cuore la supplica dell’antico profeta: "Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non soccorri?" (Ab 1,2). La risposta a questa invocazione accorata è una sola: Dio non può cambiare le cose senza la nostra conversione, e la nostra vera conversione inizia con il "grido" dell’anima, che implora perdono e salvezza. La preghiera cristiana non è pertanto espressione di fatalismo e di inerzia, anzi è l’opposto dell’evasione dalla realtà, dell’intimismo consolatorio: è forza di speranza, massima espressione della fede nella potenza di Dio che è Amore e non ci abbandona. La preghiera che Gesù ci ha insegnato, culminata nel Getsemani, ha il carattere dell’"agonismo" cioè della lotta, perché si schiera decisamente al fianco del Signore per combattere l’ingiustizia e vincere il male con il bene; è l’arma dei piccoli e dei poveri di spirito, che ripudiano ogni tipo di violenza. Anzi rispondono ad essa con la non violenza evangelica, testimoniando così che la verità dell’Amore è più forte dell’odio e della morte. BXVI
Soltanto per Mic , per eventuali future riflessioni utili alla sua meritoria opera di evangelizzazione .
RispondiEliminaIl 22 LUGLIO 2016 LA MADONNA IN UNA APPARIZIONE AVEVA CHIESTO DI PREGARE 50 MAGNIFICAT AL GIORNO PER 3 MESI PER L'ITALIA AFFINCHE LA PROTEGGA E LA DIFENDA DAGLI UOMINI DAL CUORE PIENO DI ODIO E VIOLENZA(TERRORISMO),AFFINCHE FACCIA CADERE I POTENTI DAI TRONI E INNALZARE GLI UMILI(CONVERSIONE DEI POLITICI).
https://www.youtube.com/watch?v=9o0aPiplgpc