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domenica 18 dicembre 2016

Francesco Borgonovo. Favori alle lobby e decisioni ristrette. L’Ue vota per avere meno democrazia

Segnalazione di un lettore. Quasi nessuno dei grandi giornaloni internazionali ne ha parlato, ma martedì sera il Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha approvato a maggioranza una proposta presentata dall’eurodeputato di centrosinistra Richard Corbett. Si tratta, in sostanza, di una revisione dei regolamenti dell’Europarlamento, che è stata venduta nei comunicati stampa ufficiali come un passo avanti verso un’era di maggior trasparenza e libertà. Il problema è che, in realtà, si tratta dell’esatto contrario. Tramite piccole modifiche agli articoli delle normative interne, i simpaticoni dell’Ue si sono garantiti ancora più privilegi e hanno reso ancora più complicata ogni forma di opposizione ai diktat comunitari.
Ecco la risposta dell’Unione Europea alle sollevazioni popolari: ancora più chiusura, ancora meno spazio al dissenso, ancora più concentrazione di poteri nelle mani di organismi non eletti.
Invito a leggere l’articolo che ho allegato. Buona giornata.

Favori alle lobby e decisioni ristrette.
L’Ue vota per avere meno democrazia
Strasburgo approva in sordina il «Corbett Report»: con la scusa di velocizzare la produzione di normative, si mettono nuovi ostacoli ai critici di Bruxelles. E per i deputati sarà più facile rappresentare interessi privati.
Sono mesi che i popoli del Vecchio Continente continuano a rifilare all’Unione Europea schiaffoni su schiaffoni. Dai sondaggi risulta evidente che l’euroscetticismo è ai massimi un po’ ovunque, e gli esiti di tutti i referendum popolari lo confermano. Il messaggio è chiaro: la gente ne ha le tasche piene della burocratica strafottenza di Bruxelles. Già, peccato sia chiaro a tutti tranne che agli euroburocrati. Sapete come rispondono i capoccia dell’Ue all’ondata di indignazione? Trincerandosi ancora di più dietro ai loro privilegi, e aumentando oltre ogni limite immaginabile il deficit di democrazia che da sempre caratterizza le istituzioni comunitarie.

Quasi nessuno dei grandi giornaloni internazionali ne ha parlato, ma martedì sera il Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha approvato a maggioranza una proposta presentata dall’eurodeputato di centrosinistra Richard Corbett. Si tratta, in sostanza, di una revisione dei regolamenti dell’Europarlamento, che è stata venduta nei comunicati stampa ufficiali come un passo avanti verso un’era di maggior trasparenza e libertà. Il problema è che, in realtà, si tratta dell’esatto contrario. Tramite piccole modifiche agli articoli delle normative interne, i simpaticoni dell’Ue si sono garantiti ancora più privilegi e hanno reso ancora più complicata ogni forma di opposizione ai diktat comunitari.

La proposta del britannico Corbett - un signore noto per la sua totale opposizione alla Brexit, proseguita anche a referendum avvenuto - è stata ribattezzata «The Corbett Report» e prevede una serie di incredibili novità. Cerchiamo di spiegarle evitando i tecnicismi e aggirando le furbizie da burocrati.

Le assurdità più evidenti riguardano il ruolo delle lobby. Secondo Corbett, la sua proposta aiuterebbe a regolamentare la loro azione. In realtà, si tratta di un enorme favore ai gruppi di pressione foraggiati dalle grandi compagnie. Circa 170 eurodeputati, a oggi, mantengono un secondo lavoro. Alcuni di loro, oltre a sedere in aula, fanno i lobbisti. Tuttavia il piano di Corbett non li obbliga a dichiararsi. Si limita a dire che «dovrebbero farlo», senza imporlo per regolamento. Non solo. La proposta avrebbe dovuto contenere un passaggio esplicito utile a impedire che gli euro-parlamentari, una volta terminato il mandato, passassero attraverso la proverbiale «porta girevole» diventando lobbisti a tempo pieno. Bene, tale articolo è stato stralciato. Chi dobbiamo ringraziare per questo? Il signor Martin Schulz, presidente del Parlamento. Secondo vari osservatori è stato proprio lui, il giorno prima del voto in aula, a eliminare il passaggio dal regolamento, facendo un enorme regalo ai suoi colleghi e, ovviamente, alle lobby.

Poi, a peggiorare il quadro, arrivano altri e più inquietanti aggiornamenti. Anche qui, il diavolo si nasconde nei dettagli e nei cavilli. Con la scusa di «velocizzare» la produzione di normative, Corbett ha introdotto una razionalizzazione delle procedure di voto. Invece di aumentare i giorni di lavoro dei parlamentari, ha preferito introdurre regole che impongono un limite agli emendamenti e ai voti da parte dei vari gruppi del Parlamento.

Facciamo qualche esempio. Prima, tutte le leggi proposte dalla Commissione Ue (cioè un organismo potentissimo e non eletto) dovevano passare attraverso il vaglio dell’Europarlamento. I deputati avevano a disposizione tre tornate di dibattito, e potevano ogni volta presentare emendamenti. Ora, nella gran parte dei casi, le proposte della commissione dovranno essere sottoposte a una sola lettura da parte dei deputati.

Ci sono inoltre limitazioni al cosiddetto «voto registrato», di modo che i deputati possano mantenere il segreto sulle loro scelte. Non basta: è prevista una lunga serie di limitazioni alla presentazioni degli emendamenti e delle interrogazioni scritte (alcune delle quali vengono spiegate da Isabella Adinolfi nell’intervista che pubblichiamo in questa pagina). Secondo Paul Nuttall, rappresentante dell’Ukip, l’approvazione del Corbett Report è «una mossa esplosiva e pericolosa da parte dei grandi gruppi del Parlamento europeo, perché riduce la visibilità pubblica di importanti voti legislativi e trasferisce enormi quantità di potere decisionale nelle segrete stanze. Anche se, in apparenza, si tratta di una proposta tecnica, essa comporta che sempre di più la produzione legislativa sarà accelerata, senza prevedere un adeguato dibattito pubblico sui cosiddetti “colloqui a tre” tra Commissione, Consiglio e Parlamento».

A parere dell’eurodeputato britannico, «ci saranno meno voti visibili al pubblico, e i gruppi politici più piccoli, la maggior parte dei quali euroscettici, avranno meno possibilità di apportare modifiche alle leggi».

Eccola, la risposta dell’Unione Europea alle sollevazioni popolari: ancora più chiusura, ancora meno spazio al dissenso, ancora più concentrazione di poteri nelle mani di organismi non eletti. Il tutto, ovviamente, confezionato in nome dell’efficienza e della trasparenza. Più i popoli si oppongono, più gli eurocrati stringono la presa.
La Verità 15 dicembre 2016

10 commenti:

  1. . THOMAS
    Il Ministero degli Interni del Regno Unito ha vietato l’ingresso a tre arcivescovi cristiani di Siria e Iraq, invitati direttamente dal Principe Carlo per presenziare l’inaugurazione della cattedrale siro-ortodossa di Londra.
    E così l’arcivescovo di Mosul (Nicodemo Sharaf), quello della valle di Ninive (Timothius Shamani) e quello di Homs e Hama in Siria (Selwanos Alnemeh), hanno dovuto rinunciare alla cerimonia a cui era invece presente lo stesso Principe di Galles, che, davanti a oltre 600 invitati della comunità religiosa, ha dichiarato che la consacrazione della cattedrale (intitolata a San Tommaso) è un segno “profondamente incoraggiante, in un momento in cui i membri della Chiesa ortodossa siriaca nella loro patria di Siria e Iraq stanno attraversando prove disperate e terribili sofferenze”. Il riferimento è alle persecuzioni anti-cristiane in atto nelle zone sotto il controllo del Califfato.

    Carlo è un fervente cristiano eppure le sue raccomandazioni non sono bastate a scongiurare un atto miserevole da parte delle autorità britanniche.
    Il rifiuto a concedere il visto a tre leader religiosi è, a dir poco sconvolgente anche per la motivazione: essendo i tre arcivescovi nullatenenti, e non essendo in grado di sostenere se stessi, secondo gli zelanti funzionari britannici, avrebbero potuto decidere di rimanere nel Regno Unito.
    In altre parole la Gran Bretagna ha trattato tre esponenti di un cristianesimo perseguitato alla stregua di clandestini (che tra l’altro l’Europa accoglie a braccia aperte).

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  2. ...segue
    ISLAMISTI SI, CRISTIANI NO
    Martin Parsons, responsabile del Barnabas Fund, un’agenzia umanitaria che aiuta i cristiani soggetti a persecuzione nel mondo, ha dichiarato: “le tre diocesi di cui essi sono a capo, sono tra quelle che stanno soffrendo maggiormente la persecuzione islamista”; lì “i cristiani sono giustiziati, schiavizzati o costretti ad accettare la dhimmitudine e pagare la jizya (…)”.
    L’arcivescovo di Mosul (uno dei tre leader a cui Londra ha vietato l’ingresso) “è stato l’ultimo cristiano lasciare Mosul nel luglio 2014, quando la città è caduta nelle mani dell’Isis. La sua cattedrale è ora una moschea”.

    Parsons ha poi concluso: “è incredibile che a questi cristiani perseguitati che arrivano dalla culla del cristianesimo venga detto che non c’è posto, quando il Regno Unito sta offrendo un benvenuto a islamisti che perseguitano i cristiani “.

    Il riferimento è a due casi recenti avvenuti in Inghilterra: la recente direttiva di Londra di accogliere i membri della “Fratellanza Mussulmana” (organizzazione considerata terroristica in molti paesi perché predica la jihad, il martirio e la persecuzione dei non islamici) cacciati dall’Egitto; e l’autorizzazione a visitare le moschee britanniche concessa a due leader islamisti pakistani che predicano apertamente la caccia ai cristiani.

    PERCHÈ?
    Per i cristiani di oriente che oggi vivono l’orrore di persecuzioni violentissime, di un islamismo aggressivo e sanguinario, il rifiuto di Londra di accogliere i loro rappresentanti è un ulteriore colpo alla credibilità dell’Occidente.

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  3. Il popolo italiano mai era stato così abbandonato a se stesso e, soprattutto, mai lo era stato in modo così spudorato. Questa degenerazione non si vincerà solo con nuove elezioni, interventi della magistratura, cambiamento delle regole. E’ segno di un guasto profondo nelle anime delle persone, nelle relazioni, nelle virtù civiche che assomiglia molto ad un crollo dell’intero sistema morale di riferimento. La politica diventa onnipotente quando intorno a sé ha il nulla e tende a creare il nulla attorno a sé per poter essere onnipotente.

    Da quando il concetto di bene comune ha perso così di spessore da potersi credere che anche le unioni omosessuali possano concorrervi; da quando l’educazione passa da una scuola sottratta ai genitori e data in mano a ministri come la Giannini o la Fedeli; da quando gli uomini politici vanno a messa a Pontassieve e poi dicono di non aver giurato sul Vangelo ma sulla Costituzione, che vogliono però cambiare con ogni mezzo possibile; da quando nella vita sociale e politica non siamo più capaci di guardare in alto, ma solo in orizzontale, finendo così per guardare sempre più in basso … la tentazione dell’onnipotenza si fa sempre più convincente e i politici cadono nelle sue spire e nei suoi tranelli.
    (Stefano Fontana - nbq

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  4. Tutto quello che arriva dalla UE sembra essere uscito non solo direttamente dalle pagine del 1984 di Orwell ma ulteriormente amplificato se possibile in peggio. Compresa la neolingua: se scrivono nelle loro leggi "maggiore trasparenza e libertà" intendono nella sostanza esattamente il contrario cioè MINORE TRASPARENZA E MINORE LIBERTà. E, ovviamente, anche in questo ambito la neochiesa bergogliana appoggia vigorosamente la UE della quale sembra una succursale.
    Miles

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  5. @ La crisi morale del popolo italiano espressione di una crisi di tutto l'Occidente

    Dice bene Stefano Fontana: una delle cause della grave crisi di valori che ci affligge come popolo e' il venir meno dell'idea stessa di "bene comune". In nome del bene comune si giustificano, infatti, i doveri che incombono su ognuno di noi, innanzitutto verso la Patria comune. Tale bene comune, come cattolici, sappiamo non dover contraddire l'esigenza della salvezza individuale dell'anima di ciascuno di noi, ragion per cui lo Stato, pur restando distinto dalla Chiesa nella sua sfera di competenze terrene, deve concorrere indirettamente al medesimo fine della Chiesa, che e' quello della salvezza dell'anima. Concorrervi con le buone leggi e la buona amministrazione, e tali non sono ne' le normative contronatura recentemente approvate, ne' l'autorizzazione all'aborto volontario, ne' la concessione del divorzio, ne' altre leggi di significato piu' strettamente politico.
    Ma quello che sta succedendo in Polonia, se ce ne fosse bisogno, ci ricorda che la crisi e' europea. L'opposione di sinistra e' all'attacco del governo conservatore con manifestazioni di piazza che si preannunciano intense, prendendo a futile pretesto la recente restrizione del numero dei giornalisti ammessi ai lavori del Parlamento. Il vero scontro e' sul diritto all'aborto. La Polonia e' afflitta da una denatalita' simile a quelle italiana, spagnola, tedesca e dopo la fine del comunismo v'e' stata una emigrazione massiccia, solo in parte rientrata. L'attuale governo "conservatore" cerca giustamente di ridurre o addirittura eliminare la piaga dell'aborto mentre aiuta la famiglie numerose, che sono soprattutto nelle campagne, per porre rimedio alla grave denatalita'. La protesta della sinistra o del c.d. Comitato per la Difesa della Democr. in Polonia rappresenta la voce e l'azione di quel "nemico interno" che non esiste solo in Italia ma in tutta Europa, rafforzatosi da quando esiste la famigerata Unione. Nemico oggettivamente e anche soggettivamente complice del "nemico esterno", la cui componente piu' evidente e' costituita dall'attuale emigrazione-invasione musulmana. PP

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  6. Il comportamento delle Autorità britanniche, è stato la semplice "fotocopia", persino quasi nelle motivazioni, di quello tenuto dal VdR nelle isole greche. Ha portato con sè dei musulmani ed ha rifiutato di portare con sè dei Cristiani, adducendo a motivo il fatto che in Cristiani non avevano i documenti in regola.

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  7. Ah, beh se è per questo nemmeno lui li ha, ha conservato il passaporto argentino e mai preso quello vaticano......

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  8. "ULTIM’ORA Andrey Karlov, ambasciatore russo in Turchia è stato ucciso ad Ankara da un singolo attentatore mentre stava inaugurando una mostra fotografica.
    La gravissima provocazione è stata accompagnata dalle urla "Ricordati di Aleppo" e "Allah U Akbar", tanto per indicare una paternità. Il killer, che ha agito indisturbato per diversi minuti, è stato ucciso dalla polizia. Ti pareva. E' il sistema: non devono poter parlare, proprio perchè avrebbero moltissimo da dire. I mandanti sono i soliti, lo sanno anche i russi. Sapranno reagire?
    Sulle prime si può dire:……… Che tutto il terrorismo, islamista e non, è creatura USraeliana con il concorso di alleati e vassalli e, dunque, uno che si presenta come vendicatore di Aleppo liberata è uno strumento al servizio dei mandanti del terrorismo.
    Che l'assassinio arriva nel momento del diapason di una forsennata campagna anti-russa e anti-Putin che, su input principale di una Cia in piena fase eversiva, sostenuta da un Obama in vena di colpi di coda demenziali, ha fatto mobilitare i servizi segreti e i media di tutto l'Occidente con al centro l'accusa, tanto idiota quanto assurda, che Putin avrebbe manovrato, hackerato, cospirato, per demolire Hillary e far vincere Trump, per il quale dunque si dovrebbe prospettare un'operazione di rimozione, perchè traditore della patria, prima che venga insediato. Regime change, questa volta a casa.
    L’eventualità dell’impedimento a Trump, in una forma o nell’altra, a insediarsi presidente, attraverso il voto negativo del Comitato degli Elettori o altri strumenti, rischia di provocare qualcosa di simile a una guerra civile in Usa. Occasione per le definitiva fascistizzazione del paese. I campi di internamento sono già stati allestiti dalla FEMA (Protezione Civile) in tutti i 52 Stati dell'Unione, su ordine espresso di Obama.

    Ci sta precipitando addosso qualcosa di brutto. ……….
    Tali sono la frustrazione che questo tsunami senza precedenti di menzogne, calunnie, logiche surrealiste rivela, tale è la mobilitazione contro la Russia di tutto il mobilitabile dal New York Times ai vermiciattoli del “manifesto”, che davvero c’è stavolta da temere il peggio. …… Anche Bergoglio è della crociata… L’altro giorno, al culmine delle efferatezze dei terroristi sulla gente che scappava da Aleppo Est, dal rettilario del Vaticano è uscita un sibili diretto… ad Assad, a chi se no? La lettera del Bergoglio…chiedeva al presidente siriano che difende il suo popolo da 6 anni di assedio del mondo, di “smetterla con la violenza, di non violare i diritti umani”. Mica a Obama l’ha mandata’sta fetecchia, mica a Erdogan, mica a re Salman… E’ la ciliegina su una torta impastata di ossa e sangue e da lui benedetta. L’aveva già fatto uguale il Ratzinger: noblesse oblige. Del resto il gesuita argentino ..si era già fatto valere per la sua irreprensibile fedeltà alla libertà e correttezza di comunicazione: Inserendosi nel pandemonio anti-libertà d’espressione…come rappresentato dalla campagna contro le cosiddette “fake news”, ha sentenziato che è “peccato grave diffonderle, anziché educare il pubblico e certi scandali non vanno pubblicati, anche se sono veri” (sic!!!)."

    continua

    Anna

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  9. continua

    "Tornando da Ulfkotte il pentito tedesco ha anche raccontato come gli stessi servizi tedeschi venissero da lui a chiedergli di scrivere di Gheddafi e russi…….Ultimamente si è arrivato al diapason di questa campagna di apartheid delle notizie e opinioni, di chiusura nei campi di concentramento della censura di ogni voce non solo mediatica, ma soprattutto di rete, che non sia riconosciuta e patentata voce del padrone. In Germania e Francia sono passate norme che puniscono i diffusori di “fake news”, cioè di verità altre (si era cominciato con il carcere ai “negazionisti”). E’ di nuovo il Washington Post a lanciare la campagna contro il nemico del momento, appunto queste “Fake News”, notizie false, bufale, campagna ormai estesa all’intero armamentario mediatico occidentale, con protagonista di nuovo l’immancabile Russia, ma con obiettivo diretto e nominato i “social network”. Quelli che chiamiamo MSM (Main stream media), quelli che, con il fantoccio Powell, hanno esibito al mondo prove delle armi di distruzione di massa di Saddam, quelli che si sono inventati le bombe sul proprio popolo di Gheddafi e Assad, quelli che ci hanno rifilato l’11 settembre come lavoro di Osama bin Laden, quelli che, con appresso i chierichetti dei diritti umani, definiscono dittatura ogni governo il cui paese vogliono sbranare e il cui popolo depredare ed eliminare, quelli del più turpe menzognificio non religioso mai esistito, quelli che il più grande masskiller nella storia dei presidenti Usa è stato “il migliore presidente dopo Washington e Lincoln”, quelli che a Kiev hanno salvato la democrazia, quelli che a Dresda (200mila morti a guerra spenta, più che a Hiroshima) hanno salvato la Germania dal nazismo.. Queste epica associazione a mentire per delinquere ha iniziato la caccia alle “fake news”, ai bugiardi annidati nella rete e ovunque si esprima anche solo un alito di dissenso, di alterità.

    Ci stanno venendo a prendere tutti. Neanche un granello di sabbia deve inserirsi negli ingranaggi della guerra contro la Russia. Quella che deve mettere Trump davanti al fatto compiuto, o ce lo deve costringere Questi occhiuti cronisti, circospetti analisti, pensosi commentatori, sdegnati umanitari che appendono striscioni per Aleppo ai municipi, come già per altri falsi scopi, Giulio Regeni, le due Simone, Sakineh Ashtiani, la Shalabajeva (complice del furfante banchiere kazako Ablyazov, inseguito per furti di milioni dalle polizie di mezzo mondo, ma qui fatto passare per dissidente) e altri martiri inventati dell’imperialismo, si scordano un piccolo particolare. ..."

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  10. continua

    "Chi ha iniziato tutto questo, chi ha sconquassato la Siria e l’intero Medioriente ammazzando tra Iraq, Libia, Siria e Yemen, più di tre milioni di innocenti esseri umani? Chi ha assoldato in giro per il mondo trucidi e psicopatici arnesi della più efferata violenza e li ha lanciati contro Stati sovrani, popoli sereni e pacifici, civiltà millenarie, a compiere inenarrabili orrori per poi, nel nome della guerra al terrorismo, completare in prima persona le devastazioni e i genocidi, svuotare i paesi degli esseri sopravvissuti, perché a quei popoli sia negato il futuro e, a forza di alluvioni umane, sia compromesso quello di paesi europei da tener sotto scacco, con l’effetto non tanto collaterale di ridurre a Stati di polizia e di mafia i paesi nati dalla resistenza antifascista?

    NATO TERRORISTA
    Il deputato al parlamento siriano e presidente della Camera di Commercio di Aleppo, Fares Shehabi, ha pubblicato una prima lista, non esaustiva, degli ufficiali stranieri (Nato e Golfo) arrestati nel bunker di Aleppo Est da dove coordinavano le operazioni dei terroristi di Al Nusra e associati. Si tratta di ufficiali che hanno declinato le proprie generalità e ammesso la loro funzione. Sono stati catturati altri militari di nazionalità diverse, britannici, tedeschi, francesi, di cui i nomi non sono stati ancora resi noti. Nessuna smentita da parte dei governi degli ufficiali arrestati. Molte conferme dai media.
    Mutaz Kanoğlu — Turquie
    David Scott Winer — États-Unis
    David Shlomo Aram — Israël
    Muhamad Tamimi — Qatar
    Muhamad Ahmad Assabian — Arabie saoudite
    Abd-el-Menham Fahd al Harij — Arabie saoudite
    Islam Salam Ezzahran Al Hajlan — Arabie saoudite
    Ahmed Ben Naoufel Al Darij — Arabie saoudite
    Muhamad Hassan Al Sabihi — Arabie saoudite
    Hamad Fahad Al Dousri — Arabie saoudite
    Amjad Qassem Al Tiraoui — Jordanie
    Qassem Saad Al Shamry — Arabie saoudite
    Ayman Qassem Al Thahalbi — Arabie saoudite
    Mohamed Ech-Chafihi El Idrissi — Maroc
    http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/12/un-minuto-mezzanotte-colpo-di-stato-in.html#more

    Anna

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