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lunedì 26 dicembre 2016

Mattia Rossi. Santo Stefano protomartire e il Gregoriano

Colgo l'occasione per ricordarvi l'indice dei numerosi articoli pubblicati sulla Musica sacra in genere e sul Gregoriano in particolare.

La molteplicità dei messaggi trasmessi dal repertorio gregoriano di oggi, santo Stefano, è tale per cui in queste poche righe mi limiterò a fornire, brevemente, qualche indicazione interpretativa di tre brani del Proprio: introito, graduale, communio.

L’introito Etenim, innanzitutto, è interamente costruito su un preciso ambitus modale e melodico. E non mi riferisco a nessuna melodia o dimensione che rimandi esplicitamente al Natale, bensì a un’altra festa che, al Natale, è indirettamente collegata: la Natività di san Giovanni Battista.

Ho già trattato dei rapporti melodici e musicali(1) che il gregoriano instaura tra Giovanni “il Precursore” e il Cristo (vedi) ma in questo ulteriore caso la stratificazione raddoppia: l’introito del giorno di santo Stefano si collega modalmente all’introito del 24 giugno, festa della natività di san Giovanni Battista. È come se il canto della Chiesa, il canto cattolico a motivo della sua stessa essenza esegetica, ponesse una relazione tra il “Precursore”, ovvero colui che per ultimo annunciò il Cristo e la sua venuta, al Protomartire, ovvero colui che per primo testimoniò e diede la vita per il Cristo.

Il graduale Sederunt principes, con un testo pressoché identico all’introito, narra del consiglio tenuto contro Stefano: “I principi si radunarono per parlare contro di me e gli empi mi perseguitarono”. Anche questo graduale, naturalmente, non vive isolato ma si richiama ad altre melodie.

E il parallelo balza subito agl’occhi: il richiamo è al graduale Constitues eos principes, il graduale della festa dei Ss. Pietro e Paolo: “Costituirai principi [i tuoi apostoli] su tutta la terra ed essi ricorderanno sempre il tuo nome, Signore”. Due brani melodicamente uguali, dal simbolismo diametralmente opposto: da un lato, i principi empi che si radunano per condannare e perseguitare, dall’altro, i “nuovi” principi posti al di sopra della terra per governare e testimoniare il Signore.

Infine, nel repertorio odierno, spicca il communio Video caelos: “Vedo i cieli aperti e Gesù che sta alla destra di Dio Onnipotente; Signore Gesù, ricevi l’anima mia e perdona loro questo peccato”. È un testo particolarmente simbolico: in un tempo nel quale la nuova religione ammanta il Natale, nella migliore delle ipotesi, ovvero laddove non sia apertamente apostata, di una stucchevole e mielosa glassa superficiale di povertà e buonismo, ebete gioia e finta fratellanza, in questo tempo – dicevo – il repertorio gregoriano cattolico rimanda invece direttamente e senza mezze misure o necessità interpretative alla Passione di Nostro Signore.

Con le stesse parole di Cristo, “Accipe spiritum meum”, infatti, la liturgia di santo Stefano ricorda il primo giorno dopo Natale, nel pieno del clima di letizia per la nascita del Divin Figlio, il vero senso dell’Incarnazione: testimoniare la fede nel Redentore usque ad mortem. [Fonte]
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1. Un brano gregoriano, infatti, è probabile (e lo è anche quando noi non ce ne accorgiamo) che non viva da solo, isolato, che non si esaurisca una volta cantato nella Messa in cui è iscritto, ma che si completi e trovi la sua più piena comprensione se letto alla luce di tutti i collegamenti che sottintende.

5 commenti:

  1. Onnipotente e sempiterno Iddio,
    che col sangue del beato Stefano Levita accogliesti le primizie dei Martiri, concedi, te ne preghiamo,
    che sia nostro intercessore Colui che supplicò anche per i suoi persecutori il Signor nostro Gesù Cristo,
    il quale con Te vive e regna nei secoli dei secoli.
    Così sia.

    S.S. Pio X, con decreto del 3 gennaio 1914, ha concesso 300 giorni di Indulgenza a chi recita la suddetta antifona con la sua preghiera una volta al giorno; e l'Indulgenza plenaria il 26 Dicembre e il 3 Agosto.

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  2. Premessa

    In una lettera circolare (pubblicata sul sito Cordialiter) risalente al 8 dicembre 1882, scritta dalla Beata Maria Deluil-Martiny, si leggono queste espressioni:

    “Il disegno infernale, che è l'attuazione della dottrina della massoneria, sostituisce i pretesi diritti dell'uomo ai diritti e alla legge di Dio, e, sconvolgendo ogni principio di ordine, pone l'uomo fine a sé stesso. E' l'empia e satanica apoteosi dell'umanità, ossia l'uomo sacrilegamente messo al posto di Dio”.
    “… tutto diventa umano, cioè indipendente dalla legge divina e da ogni fine soprannaturale, l'organizzazione, il potere, i mezzi e lo scopo”.
    “La setta segreta assale, insegue e vuol distruggere insieme la religione, la morale, la famiglia, la proprietà, l'educazione cristiana, ogni onesto governo, la vera libertà ed infine il Papato, che essa considera come il centro e la garanzia di tutte queste grandi cose che costituiscono la società, e che le fanno da base”.
    “La setta mira a tutto distruggere per arrivare a ciò che essa chiama lo stato di natura, che è in realtà l'anarchia, la forza selvaggia, la barbarie; non più culto a Dio, ma l'auto-adorazione dell'uomo; non più doveri, ma egoismo sfrenato e la soddisfazione degli istinti più mostruosi, con qualsiasi mezzo. Essa fa entrare i suoi addetti nei consigli delle nazioni, perché vi combattano con trame segrete e astute, ciò che è quella apparente legalità con la quale si vuole legittimare tanto male, dovremmo noi disperare del presente e dell'avvenire? No, Sorelle, no mai! Gesù Cristo ha vinto Satana e il mondo!”

    Continua…

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  3. ...

    Vangelo di oggi, a beneficio dei "falsi profeti" che dal mondo ricevono soltanto applausi:

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato».

    Davvero un menu molto indigesto: tribunali, flagelli, condanne, morte, tradimenti, odio… a causa di Gesù!

    E’ il giorno in cui facciamo memoria del martirio di Santo Stefano.

    E’ il giorno che segue il Natale. Un Natale che si vorrebbe depurato dai centri commerciali e dal consumismo, ma che ci si guarda bene dal depurare dall’ipocrisia di chi non adora comunque il Signore. La pace e la famiglia infatti sono dei grandissimi beni, ma pur sempre non il bene assoluto, che è solo in Dio.

    E se per la “pace” dobbiamo adorare un po’ meno Dio, la “nostra pace” sarà un’illusione.

    E se per il quieto vivere della famiglia, più o meno allargata, dobbiamo rinunciare a essere “troppo cristiani”, confondendo la Verità con la durezza, la fede con l’irragionevolezza o con l’integralismo e la volontà di Dio con una mancanza di libertà o di misericordia, di cui saremmo meglio interpreti “lasciando correre”, beh, il vangelo è lì a dirci (in negativo) che chi non persevererà non sarà salvo!

    L'inferno c'è e non è vuoto. Per volontà e giustizia di Dio, che ama e perdona misericordioso.

    I conti non si fanno solo "qui e ora" ma anche e soprattutto "dopo"...

    Santo Stefano interceda per chiunque sia circondato dall'ostilità a causa di Gesù.

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  4. Santo Stefano interceda per chiunque sia circondato dall'ostilità a causa di Gesù.

    E anche per chi, per ignavia, non riesce ad essere coerente.

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  5. Continua l'inculturazione conciliare: http://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2016/12/26/ecco-il-presepe-con-maria-in-burqa-e-giuseppe-mustafa_b0db17d9-723b-4b2f-9429-097c6ae379c9.html

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