Riprendiamo il testo che segue nella nostra traduzione da kath.net/pl del 17 febbraio. Si tratta di estratti significativi di una più circostanziata intervista; ma già rivelano un atteggiamento, se pur non allineato su ogni dettaglio, tutto sommato ossequiente e pure ondivago. Lo si deduce anche dalla dichiarazione - non riportata nella sintesi pubblicata di seguito ma presente nell'intervista principale - sul fatto che "i singoli vescovi non possono reinterpretare l’insegnamento della Chiesa in maniera soggettiva". E tuttavia ha aggiunto che non è il suo stile criticare le pubblicazioni dei vescovi ed inoltre: “Non credo che sia particolarmente benefico che ogni singolo vescovo commenti i documenti papali spiegando come lui stesso, soggettivamente, capisce i documenti”. Il che di sicuro è piuttosto blando e non abbastanza efficace, soprattutto tenendo conto di un ruolo come il suo, per neutralizzare la confusione e rimediare all'inesorabile e sempre più evidente decentramento incentivato dall'AL con l'aggravante dell'ambiguità e della casuistica.
Piuttosto sarà interessante conoscere la sua opera sul papato, di imminente pubblicazione anche in Italia, in cui tratta del ruolo di Pietro dal punto di vista storico e dogmatico.
Piuttosto sarà interessante conoscere la sua opera sul papato, di imminente pubblicazione anche in Italia, in cui tratta del ruolo di Pietro dal punto di vista storico e dogmatico.
Papa Francesco è la più alta autorità morale al mondo
Interpellato sul tema dell’accesso delle donne al sacerdozio, Müller ha dichiarato che le donne sono sempre state importanti “per la vita di tutta la Chiesa”, dall’educazione e alla formazione all’amministrazione ecclesiastica. Pertanto, conferire loro il sacramento del sacerdozio “nelle cariche di vescovo, sacerdote o diacono […] non è né necessario né possibile, come è stato [puntualizzato] anche da diversi studi della Congregazione per la dottrina della Fede”.
Il libro del cardinale di Curia, Il mandato e la missione del Papa, che uscirà tra qualche giorno edito da Herder, ha fornito al Rheinischen Post il modello a cui ispirarsi per l’intervista, nel corso della quale le varie questioni toccate trattano in modo cogente il ministero papale.
Müller ha dichiarato a proposito di quest’ultimo: “Papa Francesco è la più alta autorità morale al mondo. Viene riconosciuto anche dagli atei come autentica guida e come figura di orientamento”. A proposito dell’infallibilità del papa, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha affermato che essa è “mal rappresentata all’interno della cultura del relativismo e dello scetticismo […] a proposito di questioni concernenti la verità”, e che l’infallibilità dev’essere compresa solamente nel giusto contesto: “Dio Si è rivelato all’umanità in Gesù Cristo e ha investito la Chiesa, come istituzione di questa rivelazione, con il dono dell’infallibilità attraverso l’esposizione e l’interpretazione della verità rivelata”. Ciò non implica pertanto “alcuna infallibilità umana su temi intellettuali e morali”, bensì “un carisma straordinario che consente di saper trasmettere la verità rivelata in modo integro e conforme alla verità”. Il cardinale tedesco ha dichiarato testualmente a tal proposito: “Non dobbiamo quindi essere scettici nei confronti della possibilità che Dio ci ha concesso come aiuto al nostro ascoltare e comprendere le Sue parole”.
Il fatto che Gesù non abbia scelto come Suoi apostoli “i più intelligenti, i più ricchi e i più potenti, ma persone semplici, artigiani, pescatori”, dovrebbe ricordarci – secondo il ragionamento di Müller – che “dipendiamo solamente dalla grazia di Dio e non dall’efficienza che siamo in grado di mettere in pratica quotidianamente”. Non si dovrebbe vedere “nel papa, nei vescovi e nei parroci […] dei superuomini”, interpretando in modo sbagliato “il Vangelo e allontanandosi da esso e dalla Chiesa” quando “queste nostre aspettative esagerate” non vengono soddisfatte. “Tutti” hanno quindi bisogno di perdono. I cattolici “venerano il papa non per le sue alte doti umane, ma perché è stato chiamato da Cristo a un servizio straordinario per l’intera Chiesa”.
La critica di Lutero al “lucrare le indulgenze” era “sicuramente appropriata” al sistema di concessione delle indulgenze da parte della Chiesa nelle circostanze dell’epoca. “Ma ciò che non ammetto è che a partire da questo punto sia stata ridefinita in modo completamente nuovo l’intera essenza della Chiesa”. Inoltre, rimane “sbagliato” sostenere “che l’insegnamento della Chiesa sulla fede riguardo al servizio sacerdotale e ai sacramenti sia fondato su una cattiva interpretazione del Vangelo”. Pertanto, nel contesto del dialogo interreligioso è necessario oggi “definire i problemi che abbiamo ereditato dal passato in modo così chiaro da poter cercare di integrarci quanto più possibile”, per cercare “di abbattere le divisioni su quei temi che ci separano dal punto di vista dogmatico e da quello liturgico, aderendo alle rispettive concezioni della verità”. Tuttavia, è attualmente già possibile “professare una testimonianza comune del Cristo e del Suo Vangelo”, ed essere “attivi per il bene comune nello spirito cristiano”.
Müller ha fatto capire anche di ritenere che il conflitto tra le confessioni cristiane abbia "influito in maniera determinante sullo sviluppo di una cultura secolare”.
Müller non ha voluto escludere una visita del papa in Germania, anche se non è a conoscenza del suo attuale programma di viaggi. Ci sono infatti “altri Stati che hanno un bisogno urgente della presenza del Santo Padre”. Se Francesco si recherà in Germania, “ne saremo sicuramente felici”, ma “se andrà altrove, non lo interpreteremo in modo negativo”. Müller suggerisce però allo stesso tempo che è “molto facile andare a Roma come pellegrini” dalla Germania “o ascoltare la testimonianza del papa attraverso i media. La cosa più importante è però che – ovunque noi siamo – non solo ci consideriamo cristiani, ma viviamo e ci comportiamo anche come tali”, ha affermato il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede alla fine dell’intervista.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Quali sono gli effetti concreti di quella "autorità morale" sul mondo?
RispondiEliminaE dove sono le prove che sarebbe " riconosciuto anche dagli atei come autentica guida e come figura di orientamento”?
Visti il marciume delle nostre società occidentali, la perversione che capovolge le nozioni stesse di bene e male, la sovversione della famiglia, il genocidio dei bimbi soppressi nel ventre della loro mamma, l`onnipotere delle lobby come la lobby lgbtq (et alii che non tarderanno a aggiungersi alla sigla) che ha imposto la sua ideologia nelle leggi, la cultura, la formazione, il linguaggio ecc. ecc. dire che Bergoglio è la loro autentica guida e figura di orientamento mi sembra assurdo... anche se il famoso " chi sono io per giudicare" ha fatto per la lobby gay più di decenni di lotte.
“Non credo che sia particolarmente benefico che ogni singolo vescovo commenti i documenti papali spiegando come lui stesso, soggettivamente, capisce i documenti”.
RispondiEliminaInfatti se ogni vescovi commenta i documenti papali spiegando come lui stesso, soggettivamente, capisce i documenti sarebbe un libero esame sul magistero dal Papa. Questo è accaduto con il Concilio, dove fino ad oggi abbiamo esattamente spiegazione soggetive dei suoi documenti dato anche per la propria autorità. Il cardinale Müller, me sembra, ha perso il treno. Nella EG Francesco suggerisce più autonomia ai vescovi e questo al punto di lasciare capire che darebbe potere dottrinale per loro risolvere i problemi di fede nella loro diocese da soli. Nel tempo in che è uscita la EG abbiamo parlato del fine della CDF (e che in ogni diocese avvrebbe la sua) questo appare già in atto con l'AL . Vedete che in ciò che dice rispetto al "documento" Amoris Laetitiae l'interpretazione raccomandata dal Papa è del cardinale Cristoph Schonborn e pocchi giorni fa il cardinale Coccopalmerio ha scritto una "risposta" ai Dubia dei 4 cardinali. Questo sarebbe il compiuto dal cardinale preffeto della CDF, non dai cardinali menzionati. Quindi, possiamo dire che ciò che il cardinale Müller rimprovera nei vescovi non è già cominciato ad essere messo in atto con i cardinali?
Papa Francesco alzato al posto di "la più alta autorità morale al mondo" è qualcosa surreale. Io non credo che sia stata vera la diagnose dell'ermeneutiche ma in questa il Papa Francesco sarebbe rappresentante dell'ermeneutica della rottura. Quindi, è surreale come la stessa diagnose, perchè il discorso delle due ermeneutiche ha cominciato con Paolo VI, ha continuato con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI diventa oggeto di discussione dell'intera Chiesa e sucessivamente vienne eletto Papa uno che è della rottura. Così, in 50 anni di discussione sul problema i Papi non hanno preso sul serio la possibilità di uno di loro diventare Papa, loro stessi gli hanno fatti vescovi, cardinali e adesso abbiamo un Papa che è dell'ermeneutica della rottura (e che è ancora l'autorità morale più alta del mondo). Adesso Bergoglio fa quello che nessuno dei suoi predecessore hanno fatto: caccia dal potere della Chiesa ognuno che c'e qualcosa di conservatore e promuove al potere i progressisti.
Al parlare sul questo mi ricordo dall'articolo "Per un discernimento degli spiriti: "Spirito Francescano", “Spirito del Concilio” e “Spirito di Assisi” di P. Paolo M. Siano, FFI, dove metteva in guardia contro ciò che rappresenta Papa Francesco:
"«Esiste però anche un integralismo “alla rovescia” (ossia progressista) che pretende di fissare infallibilmente, definitivamente e irreformabilmente Teologia-Liturgia-Pastorale-Vita Religiosa alla situazione post-conciliare degli anni ’60-’70! Insomma, un vero e proprio “fissismo” alla rovescia che non intende arretrare, né farsi un bell’esame di coscienza sui vari “frutti” prodotti ampiamente in questi anni a livello di Teologia, Morale, Pastorale, Liturgia... [...] Purtroppo tali “frutti” amari e velenosi non sono limitati a “frange” marginali del mondo cattolico, bensì molto estesi a varie fasce della nostra cristianità, specialmente europea».
[...]
«In realtà, se diamo uno sguardo alla letteratura molto in voga in ambienti ecclesiali maggioritari, riscontriamo che il presunto “tradizionalismo” non è quel grave pericolo come qualcuno ritiene. Al contrario, il grande pericolo intra-ecclesiale è oggigiorno il neo-modernismo".
Continua...
RispondiEliminaIn ambienti teologici (“maggioritari”), molto impegnati nel campo ecumenico e sociale, si percepisce facilmente il disamore, la disistima nei confronti del Dogma cattolico. Sulla scia del teologo eterodosso Hans Küng (ideatore della Fondazione Weltethos) si va alla ricerca di un’etica globale e mondiale che vada bene per i membri di tutte le religioni... Un’etica che converge sull’uomo e sul pianeta Terra... Un minimo etico per assicurare la pace e la sopravvivenza degli uomini e della terra...[1].
Questo tentativo antropocentrico, se può arrecare forse qualche “pace”, in realtà finisce con l’ostacolare e soffocare l’autentica evangelizzazione e l’annuncio chiaro della Fede e del Dogma cattolico. Tale antropocentrismo etico fa perdere di vista le esigenze della Verità, della Fede e della Missione. Col pretesto di non essere o di non sembrare fondamentalisti o tradizionalisti, ci si limita al minimo etico e teologico...
Una tale mentalità suppone, o per lo meno implica, l’indifferentismo e il relativismo. Una tale mentalità è tipica della Loggia Massonica. Non sorprende allora che nel 2007 Hans Küng abbia ricevuto un premio culturale dalla Gran Loggia degli Antichi Liberi e Accettati Muratori di Germania, una delle 5 Grandi Logge Unite di Germania (Vereinigte Großlogen von Deutschland - VGLvD), ossia la Massoneria tedesca regolare[2]. In quell’occasione, in esplicito contrasto con il Magistero ecclesiastico, Küng ha affermato la compatibilità tra Massoneria e Fede cristiana e che si può essere cristiano e massone[3]».
[...]
«Altri analisti ecclesiali auspicano una Chiesa che dia più autonomia ai laici secondo le intenzioni del Vaticano II, una Chiesa con il grembiule, una Chiesa che deve fare un passo indietro ed essere super partes...[4]. Tali slogan girano da decenni in ambienti ecclesiali italiani e non di rado tali slogan sono animati da uno spirito moderno e secolare che implica una qual certa disaffezione verso Dogmi, Verità di fede e di morale, Devozione, Tradizione, Sacra Liturgia... Insomma un cristianesimo “socialista” che rischia di identificare (hegelianamente) l’essere al fare e allivella dogma, morale e liturgia secondo le tendenze del mondo... Questa impressione è piuttosto avvalorata da ciò che si vede e si sente negli ambienti suddetti...»".
http://catholicafides.blogspot.com.br/2012/08/per-un-discernimento-degli-spiriti.html
“Papa Francesco è la più alta autorità morale al mondo. Viene riconosciuto anche dagli atei come autentica guida e come figura di orientamento”
RispondiEliminaIl Papa è il Vicario di Cristo, e in quanto tale è certamente la più alta autorità morale al mondo, indipendentemente dal fatto che venga riconosciuta o no.
Però che Bergoglio incarni davvero questa realtà è tutto da dimostrare. Il fatto stesso che "viene riconosciuto anche dagli atei come autentica guida e come figura di orientamento” fa sorgere dubbi. Infatti Cristo stesso non aveva questo privilegio: è forse il vicario ancor meglio del Cristo stesso?
Grazie, Gederson, della citazione di padre Siano.
RispondiEliminaNonostante tutto questi contributi di fonte FI, che preghiamo e speriamo ardentemente possano risorgere, restano come pietre miliari penso anche agli scritti teologici e alla predicazione di padre Lanzetta) ed effettivamente sono pietre d'inciampo per l'establishment attuale....
Forse fino al 13 marzo 2013 il Papa era la più alta autorità morale al mondo. Che "papfrancesco" lo sia lo crede solo Muller. Oppure recita. Bella coppia!
RispondiElimina"dire che Bergoglio è la loro autentica guida e figura di orientamento mi sembra assurdo..."
RispondiEliminaNon è assurdo, con i tempi che corrono è l`indispensabile dose di lecchinaggio.
"Müller ha dichiarato a proposito di quest’ultimo: “Papa Francesco è la più alta autorità morale al mondo. Viene riconosciuto anche dagli atei come autentica guida e come figura di orientamento”"
RispondiEliminaQuesta affermazione è la misura del'ampiezza, altezza, profondità del danno arrecato e che si continua ad arrecare al mondo intero.
« Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
πάντα δι' αὐτοῦ ἐγένετο,
καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν ὃ γέγονεν. »
« In principio era il Verbo [Lόgos],
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. »
Andiamo, secondo voi Muller dovrebbe affermare l'opposto? Dovrebbe dire il papa non rappresenta più la più alta autorità morale? Quale sarebbe la conseguenza di ciò? Che il popolo comune direbbe: "Allora la Chiesa Cattolica non ha mai rappresentato nulla di divino, il papa non è mai stato vicario di Cristo". Dunque sarebbero tutti perduti.
RispondiEliminaPer quanto Muller o Burke possano avere e manifestare, più che giustamente, i dubia, rispetteranno SEMPRE l'autorità papale. Non assisteremo mai alla scena di cardinali che vomitano rancore e odio verso il papa, anche se dichiarato eretico.
Sono dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano, c'è sempre stata una sorta di diplomazia interna vaticana.
Chi ha detto che Muller dovrebbe affermare l'opposto? Piuttosto si è meglio specificato.
RispondiEliminaSul rispettare l'autorità papale, faccio notare che un conto è il rispetto un conto è l'obbedienza cieca e indiscriminata. Il card. Burke ma parlato chiaramente di "resistenza", secondo le contingenze...
Sarà invece interessante conoscere il contenuto del libro di Muller in uscita per verificare a che punto siamo con la cosiddetta "conversione del papato" richiamata dalla Evangelii Gaudium....
"Andiamo, secondo voi Muller dovrebbe affermare l'opposto? Dovrebbe dire il papa non rappresenta più la più alta autorità morale?"
RispondiEliminaIl solo DIRE in questo frangente non ha soltanto una normale valenza comunicativa, ma equivale con ogni evidenza ad ENFATIZZARE