Sono quattro appuntamenti destinati a far parlare di sé le presentazioni del libro Comprendere il caos siriano – Dalle rivoluzioni arabe al jihad mondiale di Randa Kassis e Alexandre del Valle in programma a Firenze, Milano, Roma e Jesi fra il 29 marzo e il 1° aprile.
- Mercoledì, 29 marzo, alle ore 18,00, Hotel Brunelleschi, Firenze. Saranno presenti gli autori, l’editore e Magdi Cristiano Allam.
- Giovedì, 30 marzo, ore 17,30, Sala Gonfalone - Palazzo Pirelli a Milano. Partecipano gli autori, Stefano Bruno Galli e Francesco Borgonovo.
- Venerdì 31 marzo, ore 17,00, presso il Centro Culturale Averroè a Roma, la giornalista e scrittrice Souad Sbai ospita gli autori.
- Sabato 1 aprile, la lista civica Libera Azione, alle ore 17,00, presso il Palazzo dei convegni in via G. Matteotti, 19 a Jesi (AN), presenta il convegno “Immigrazione, islamizzazione, informazione”. Tra gli altri saranno presenti gli autori.
Prima di tutto per la particolarità dei due autori. Randa Kassis, oltre a essere scrittrice e antropologa, è stata la fondatrice del Movimento per una società pluralista e una componente del Consiglio nazionale siriano, da cui è uscita a causa dell’influenza delle componenti islamiste eterodirette. Alexandre del Valle, studioso/insegnante e giornalista, ha pubblicato diversi libri sull’islamismo radicale, il terrorismo islamico e la cristianofobia. Ma soprattutto per l’argomento, di stretta attualità:
«La Siria è diventata l’epicentro di un conflitto globalizzato che oppone da una parte i democratici alle dittature nazionaliste e ai fondamentalisti islamisti, e dall’altra l’asse sciita – fra cui il regime di Bashar al-Assad, Hezbollah e l’Iran – a quello sunnita, sempre più totalitario», si legge nella presentazione del libro, già recensito dai quotidiani Il giornale e Libero. «Di quest’ultimo è parte il neo-califfato, lanciato all’assalto del mondo intero».
Nelle loro pagine, «aggirando le trappole del manicheismo e del moralismo, Randa Kassis e Alexandre del Valle offrono un’analisi storica e sociale del caos siriano, dimostrano che l’Occidente ha sbagliato nel promuovere la “primavera araba” rapidamente trasformatasi in un “inverno islamista”», continua la prefazione, «e propongono soluzioni per una transizione siriana e la pace basate sul pragmatismo e sul dialogo politico».
«Nessuna soluzione potrà mai trovarsi in Siria escludendo dalla concertazione la Russia, l’Iran e lo stesso regime di Damasco, il quale non è solo “parte del problema” ma anche “della soluzione” », aggiungono la Kassis e del Valle, intervistati sul tema in più di una occasione da Corriere.it, Il foglio, Huffington Post Italia e La verità. «Il principale errore strategico dell’Occidente consiste nel rifiutarsi di individuare il vero e principale nemico nel totalitarismo islamista».
Un nemico «che ci fa guerra sia col terrorismo, il jihad globale, sia attraverso un proselitismo neo-imperiale sponsorizzato dagli “strani amici” sunniti del Golfo», aggiungono gli autori. «Tale azione di «conversione» trasforma le comunità islamiche d’Europa in una quinta colonna che crea seri problemi di sicurezza. Per troppi decenni, del resto, si è consentito agli islamisti radicali di penetrare nelle nostre società, indebolite dal politicamente corretto e da un suicida senso di colpa».
Interessante. Grazie. Qui a Firenze, domani.
RispondiEliminaIo saro' a quello di Roma; ci sarà qualcuno del blog, oltre alla cara Maria?
RispondiEliminaSarebbe un'occasione per conoscerci
Esempio di" integrazione "?
RispondiEliminahttp://www.tempi.it/tutti-ci-trattano-da-terroristi-sappi-che-noi-abbiamo-soltanto-terrorizzato-i-francesi-infedeli#.WNtR0BKLR7M
Noi siamo stati fortunati , siamo nati in un paese cristiano , gli altri ..... .
Preghiamo per tutti quelli che non hanno ancora conosciuto il Buon Pastore “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” .
Ci siamo mai chiesti perché, il Rosario, è definito ARMA POTENTE? E se usiamo questo termine così, a ripetizione senza pensarci troppo, non sarebbe il caso di comprendere bene chi sono questi "nemici" da abbattere, e come usare questa arma? Un'arma che "non uccide" ma converte i nemici di Dio; un'arma che annienta i nostri vizi, i nostri peccati che sono i veri nemici di noi stessi e contro Dio... :-) L'unica arma in mano ad ogni uomo che Satana teme più di tutto. Ricordandoci della parabola di Lazzaro e del ricco al quale non sarà concessa più alcuna grazia dopo la morte, facciamo tesoro dell'opportunità di questa Corona, finché siamo in vita.
RispondiEliminaMovimento Domenicano del Rosario
Che sia rimasto colpito dal discorso all'Universita' di Regensburg ?
RispondiEliminahttp://www.uccronline.it/2017/03/29/lintellettuale-islamico-che-vede-in-gesu-cristo-il-faro-dellumanita/
Il nostro caro - si fa per dire - Bergoglio ne spara un'altra delle sue.
RispondiEliminaOggi ha incontrato delegazioni irakene di sciiti, sunniti, cristiani, yazidi, sabei/mandei.
Ne ha dette subito due delle sue .....
La prima è che tutti sono figli di Abramo. Onestamente non mi pare che gli yazidi che venerano il diavolo si riconoscano nel padre Abramo. E comunque ci sono figli di Abramo veri e figli falsi. I primi sono coloro che riconoscono Dio Padre e, come lui, esultano per il giorno del Signore (cioè per la redenzione compiuta dal Figlio suo).
Se tutti ed indistintamente fossero figli di Abramo, .... beh ... vale quanto obiettava Gesù ai giudei:
"So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.
Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!". Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto" (Gv 8, 37-40).
Gesù indica che non è sufficiente la discendenza carnale da Abramo per essere figlio di Abramo!
Ma si sa.... Bergoglio ignora del tutto il Vangelo. Questo libro sconosciuto!
L'altro errore che commette è di ritenere che tutti sarebbero uguali come le dita di una mano: uguali in quanto appartenenti all'unica mano, ma diversi come le dita della stessa. L'idea che si vuol far passare anche qui è che tra cristiani, sciiti, sunniti, yazidi, ecc. .... vi sarebbe una "mano comune", vale a dire sempre Abramo. Ma il Vangelo stesso sbugiarda quest'ennesima eresia bergogliana! Poi mi chiedo: che cosa mai possono avere i cristiani con coloro che venerano satana come gli yazidi???? Booohhhh ....
(Francesco Patruno su Fb)
Alle ore 9 di questa mattina, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla seconda riunione del Comitato permanente per il Dialogo stabilito tra il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e le Sovraintendenze Irachene (per sciiti, sunniti, cristiani, yazidi, sabei/mandei).
RispondiEliminaPubblichiamo di seguito le parole di saluto che il Santo Padre ha rivolto ai partecipanti:
Saluto del Santo Padre
Buongiorno! Vi saluto cordialmente e ringrazio per questa vostra visita e per la vostra presenza. Per me è un vero piacere questo incontro di dialogo e di fraternità. Tutti siamo fratelli, e dove c’è fratellanza c’è pace. Noi siamo figli di Dio, tutti. E noi, come ha detto Sua Eminenza [il Card. Jean-Louis Tauran] abbiamo un padre comune sulla terra: Abramo, e da quella prima “uscita” di Abramo, noi veniamo, fino ad oggi, tutti insieme. Noi siamo fratelli e, come fratelli, tutti diversi e tutti uguali, come le dita di una mano: cinque sono le dita, tutte dita, ma tutte diverse.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/03/29/0196/00454.html
Pienamente d'accordo con il commento e le giuste critiche di Francesco Patruno (alle ore 00.53), però occorre dire che qui Papa Bergoglio non inventa nulla.
RispondiEliminaEgli ricorda solo il falso insegnamento in materia da parte del Concilio Vaticano II, insegnamento fatto proprio - ovviamente - anche da tutti i Papi 'conciliari', da Paolo VI a Benedetto XVI compreso:
Concilio Vaticano II, 'Lumen gentium' n. 16:
"Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale".
Idem, 'Nostra aetate' n.3:
"La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno".
Anche a voler considerare soltanto questi due testi, come si fa, da parte di alcuni - anche ben disposti e di buona volontà, per carità - a dire che il Concilio Vaticano II è stato "un dono" per la Chiesa?
Non ci si rende conto che il carburante che alimenta l'incendio devastatore parte proprio dalle molteplici 'bombe ad orologeria' inserite dai neomodernisti nei documenti conciliari?
E questo è solo un assaggio delle distruttive 'novità' del Vaticano II.