Nel Giovedì Santo la Santa Chiesa rivive, possiamo ben dire, quel grande eccesso d’Amore che fu l’Istituzione dell’Eucarestia con il Sacerdozio Divino nel quadro indelebile dell’Ultima Cena. Durante l’Ultima Cena vediamo l’apostolo Giovanni posare il capo sul cuore di Gesù e al tempo stesso Gesù rivela ai Suoi che “qualcuno quella notte, lo tradirà” e all’odio del traditore segue la lavanda dei piedi e l’umiltà di Gesù che laverà anche i piedi del traditore.
La Chiesa prepara i Santi Sepolcri, sugli Altari è deposta l’Urna santa con la Sacra Eucarestia perchè il grande dono che abbiamo ricevuto con questo Sacramento, non si cancelli neppure nei due giorni più dolorosi della nostra storia: il Venerdì Santo e il Sabato Santo. Lo chiamiamo Sepolcro, ma sappiamo che non è; in Esso è chiuso il Cuore stesso di Cristo che è Re ed è Vita. E Gesù va al Getsemani, piange e suda sangue, è tradito, è arrestato ed è condotto ad un tribunale come un comune malfattore.
E’ il giorno dell’Amore, ci avete mai pensato? Tutte le fibre del nostro essere come corde di strumento, mandino ora onde d’armonie e i nostri cuori, come ceri ardenti di fiamma pura, brillino per amore e gratitudine per Colui che con l’Eucarestia si è fatto per noi Cibo di salvezza.
Entrate Anime fedeli nel Cenacolo, interrogate gli sguardi di Gesù, accostatevi anche voi al suo petto e fermatevi a contare i palpiti di quell’amabile Cuore Divino.
Contemplatelo quando prende il pane e dice: ” Questo è il mio Corpo, è il mio pegno per voi, il pegno di tutte le mie promesse, il pegno dell’eternità – Ecco questo è il mio Sangue con il quale sigillerò le mie nozze con la Sposa, con la Santa Chiesa che avrà in dote i miei Sacramenti”, e quando avviene tutto questo, ma lì, lì sul Golgota, su quella Croce non è la fine ma l’inizio di tutto. Raccoglietevi quando vi accostate all’Eucarestia, si dilati il vostro cuore, e Gesù stesso vi sussurri qual tenerezza sentì per voi quando istituiva il Divino Sacramento, vi ricordi le lacrime versate e il Sangue che gli siete costate.
Offritevi per le tante Comunioni mal fatte, piangete per i tanti sacrilegi che si compiono con l’Eucarestia, diventate Anime Riparatrici, state in ginocchio anche più tempo per supplire a quanti non si inginocchiano più davanti al Divino Sacramento, benediteLo e ringraziateLo dell’Eucarestia anche da parte di chi non ringrazia più o non ha più tempo. In questo giorno entrate dentro quell’Urna, cercate i piedi divini, cercate le piaghe redentrici per baciarle e ribaciarle.
Sul Suo Sacro Cuore palpitate, vivete, respirate con Lui, struggetevi amando e giammai disperando! Adorate sapendo di essere circondati dai Santi e dagli Angeli, e bramate di penetrare dentro nei tesori della eterna Carità, chiedete luce e fuoco per adorare l’Ostia d’infinito amore che ci abbracciò in quel Cenacolo, offritevi come Lui vittime per le vocazioni sacerdotali, vittime per i Ministri indegni, vittime come la Vergine Santissima ai piedi dell’unico Sommo Sacerdote.
Questi pensieri e questi sentimenti furono nell’anima di Gesù e dobbiamo farli passare dalla sua alla nostra per pensare come Lui, per amare come Lui, per avere un cuore simile al Suo. In questa sera Santa entrate con Gesù nel Getsemani, condividetene le lotte, gli affanni, la preoccupazione, la tribolazione, adorate queste ore Sante, salutate tra le ombre della malinconica notte l’anima di Gesù affaticata e con Essa rattristatevi col Dio mesto sino alla morte. Le Anime fedeli fanno ora ciò che fecero gli Angeli: consolano il Divin Verbo, l’Eroe Divino, lo acclamano vincitore del peccato e terrore della morte!
O Anime Amanti e devote, sappiate quanto brillate allo sguardo di Gesù, raccogliete ora le stille del Divin Sangue, aprite le vostre braccia alla Vittima Sacrificale che a voi si abbandona: i Suoi occhi vi cercano, Anime affrante, e allora accorrete, correte e consolate il Dio mesto!
(Tratto da: Devozione e meditazioni nella Settimana Santa di mons. Pio Alberto Del Corona O.P. Arcivescovo di Sardica a cura delle Suore Domenicane, Firenze 10.2.1913 - Fonte)
(Tratto da: Devozione e meditazioni nella Settimana Santa di mons. Pio Alberto Del Corona O.P. Arcivescovo di Sardica a cura delle Suore Domenicane, Firenze 10.2.1913 - Fonte)
Grazie, Maria G., grazie di cuore!
RispondiEliminaIn Cordibus Jesus et Mariae,
don +germoglio
Con la messa vespertina “in Coena Domini” inizia il Triduo pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemora la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale e si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua.
RispondiEliminaDal punto di vista liturgico quella del Triduo è un unica celebrazione. Infatti:
-nella Messa "in Coena Domini" non c'è congedo, ma l'assemblea si scioglie in silenzio;
-il Venerdì Santo la celebrazione inizia nel silenzio, senza riti di introduzione, e termina senza benedizione e senza congedo, nel silenzio;
-la Veglia Pasquale inizia con il lucernario, senza segno di croce e senza saluto; solo alla fine della Veglia si trova la benedizione finale e il congedo.
www.catholicnewsagency.com/news/a-bleeding-host-in-argentina-bishop-investigates-alleged-eucharistic-miracle-87029/
RispondiElimina