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lunedì 22 maggio 2017

don Elia. Fatima liquidata

Ci sono due vie per diventare refrattari alla realtà – alla realtà pura e semplice, quella che si mostra nella sua evidenza a chiunque abbia una mente sana. Una è quella del sentimentalismo narcisistico: ripiegato su ciò che “sento” o “non sento”, sono tutto teso a gustare le mie sensazioni, pensando di trovarvi Dio o di percepire la sua grazia quasi fosse un fenomeno fisico, piuttosto che un dono soprannaturale. L’altra è quella dell’intellettualismo contorto, che “piega” la realtà ai miei schemi mentali fino a farvi rientrare qualsiasi cosa, anche la più abnorme. Il denominatore comune è la centralità dell’io, che ha bisogno di garantire il proprio benessere. La seconda opzione è da sempre la specialità dei clericalismi di opposte sponde, ma anche la prima, grazie ai movimenti ecclesiali, si è conquistata un posto di tutto rispetto. Sono poi possibili anche varie combinazioni: per giustificare scelte dettate dall’emotività, posso sempre tentare ardite arrampicate sugli specchi con gli attrezzi della teologia, antica o moderna.

La prima opzione ha reso moltitudini di cattolici perfettamente malleabili dalla sistematica opera di mistificazione con cui si camuffa l’apostasia; basta fornire loro regolarmente occasioni per provare emozioni forti e inghiottono qualsiasi enormità: «È stato così bello…!». La seconda ha generato schiere di intellettuali dalle idee chiare e distinte con cui, in linea di principio, si può giustificare tutto e il contrario di tutto. In questo caso la vita cristiana si trasforma in un edificio concettuale che assicura la salvezza in base alla conoscenza di un insieme di dottrine e all’attuazione esterna di un certo numero di riti e precetti, con la benedizione di una grazia (o misericordia, a seconda del contesto) puramente nominale, tale da risolvere apparentemente l’impasse di esigenze evangeliche irrealizzabili con le sole forze umane. Di santificazione personale, in ogni caso, neanche a parlarne: il minimo sindacale per essere in regola diventa il massimo cui si possa aspirare; i Santi, sì, son brava gente, ma non oserai mica pretendere di imitarli?!?

Di quel fuoco divino che il Figlio di Dio è venuto ad accendere sulla terra (cf. Lc 12, 49), in un caso come nell’altro, non si vede traccia, salvo a farsi illusioni. Troppo pericoloso per i castelli di carte. È molto più comodo, in fin dei conti, continuare a sbraitare rabbiosamente contro gli scandali della “neochiesa” oppure, sull’altro versante, persistere nei patetici tentativi di normalizzazione con fette di mortadella sempre più spesse sugli occhi o, ancora, impastare tutto di melassa sentimentaloide con tanto di sospiri sapienti: «Finalmente! Ci voleva un papa così!». Di fatto, la vita dell’anima langue, rimpiazzata, a seconda degli ambienti, da dotte controversie, equilibrati aggiornamenti o esaltanti bagni di folla. Degli insegnamenti dei Santi si selezionano le profezie apocalittiche o, al contrario, le presunte anticipazioni del Vaticano II; detti ed esempi di ascesi e preghiera sono molto meno popolari, mentre le loro severe rampogne valgono sempre per gli altri…

I pastorelli di Fatima sono stati canonizzati perché hanno visto la Madonna? – si chiedeva in questi giorni un giovane sacerdote che prepara un dottorato in sacra teologia. Certamente no: non basta ricevere visioni per farsi santi, ci vuole un esercizio delle virtù portato ad un grado eroico. I bambini sono in grado di raggiungere l’eroicità delle virtù? A quanto pare, sì: Francesco e Giacinta, dopo aver visto l’Inferno, presero assolutamente sul serio l’invito della Signora a pregare e fare penitenza per i poveri peccatori, troppi dei quali vi finiscono perché non c’è chi si sacrifichi per loro. Perciò i due fratellini, finché non si ammalarono per la spaventosa epidemia detta “spagnola” (probabile frutto di un esperimento di guerra batteriologica sfuggito di mano), si gettarono a corpo morto, con la tipica radicalità dei bambini, nella recita di innumerevoli rosari e nella pratica di dure penitenze fisiche. Da ammalati offrirono le loro terribili sofferenze e la loro stessa morte per la conversione dei peccatori; Giacinta sopportò persino, per la stessa intenzione, un’operazione senza anestesia al petto, dove le si era aperta un’enorme piaga purulenta.

Come vedete, non siamo nel campo delle idee né dei sentimenti. I veggenti di Fatima – soprattutto Lucia – conoscevano bene il Catechismo ed erano cresciuti in un’intensa religiosità familiare, ma questo non esaurì la loro vita cristiana, bensì li dispose ad associarsi alla Passione del Signore e della Madre Sua, che aveva loro mostrato il proprio Cuore circondato di spine. Il vescovo vestito di bianco può pure ironizzare sul messaggio di Fatima per demolirlo senza darlo a vedere, poco prima di canonizzare due di loro senza nemmeno accennare al modo in cui si sono santificati e al motivo per cui la Chiesa li propone come esempi da imitare. La realtà tuttavia (quella realtà pura e semplice da cui siamo partiti) è che quel Gesù che «ha pagato per noi sulla Croce» ha sempre unito alle Sue sofferenze salvifiche, fin dall’inizio, dei cristiani che, come la Madonna sul Calvario, cooperassero con Lui per meritare la grazia della conversione ai peccatori ostinati che rifiutano la Redenzione ormai compiuta. Per essere salvi non basta – come ha insegnato quel disgraziato di Lutero e il suo moderno epigono ripete – convincersi di esserlo con una vaga fede in Cristo crocifisso. La «Maria abbozzata da sensibilità soggettive», in realtà, è proprio quella di Bergoglio, una «Santina» che ci incoraggia a confidare in una salvezza «a basso costo».

Ma ora, una volta respinte al mittente queste banali accuse con cui la massoneria si vendica di una mariofania che l’ha umiliata come nessun’altra, distogliamo lo sguardo da queste sciocchezze e rivolgiamolo altrove. Di nessun papa abbiamo mai scrutato il più piccolo motto fino a perderci il sonno; perché dargli questa soddisfazione? Anziché farci risucchiare nel vortice dello sdegno o, all’opposto, affannarci a raccogliere brandelli di cattolicità disseminati apposta per rassicurare i normalizzatori, imitiamo Francesco e Giacinta senza timore di apparire anacronistici: offriamo generosamente le nostre sofferenze a Dio mediante il Cuore immacolato di Maria per la conversione dei peccatori e l’autentico rinnovamento della Chiesa. Non è già forse un terribile dolore sentirsi orfani di Madre e di Pastore? Pensate a quanti rischiano di rimanere eternamente senza Dio per giusto castigo della loro ostinazione nel peccato, non perché abbiano “scelto” l’Inferno quasi fosse un’opzione fra le tante, come sostiene ancora il nostro dottorando in teologia… e adorate i disegni dell’infinita misericordia divina (quella vera, non l’immaginario colpo di spugna), che giunge a chiedere ad altri, in virtù della Comunione dei santi, di espiare e meritare al loro posto perché ciò non avvenga. Questo non è intellettualismo, né sentimentalismo, né sensibilità soggettiva o chissà cos’altro… ma la via della santità.

11 commenti:

  1. Grazie! È un bellissimo incoraggiamento per iniziare la giornata. ... Ps. qualcuno ha una spiegazione "ufficiale" di quella base e di quei ceri neri per l'altare?

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  2. http://traditiocatholica.blogspot.it/2017/05/lanti-chiesa-degli-insulti-e.html

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  3. http://tradinews.blogspot.it/2017/05/marie-darmagnac-monde-et-vie-cest-la.html

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  4. Grazie per questa parenesi che ci da coraggio e ci aiuta a non sbandare fra emotivismo ed intellettualismo. Mi chiedo però come si fa a non perdere il sonno. Nessun papa ha mai avuto una esposizione mediatica così pervasiva ed assillante. Mi aspetto, per compensazione, che ci venga presentato in TV per darci la buona notte come faceva una volta la presentatrice Rai al termine delle trasmissioni serali. Mi chiedo anche se il fenomeno è solo italiano.

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  5. Esposizione mediatica che è non solo 'promozionale' in termini mondani ma anche veicolo degli orientamenti più rivoluzionari secondo le sue ambigue quando non deviate affermazioni.
    E, purtroppo, la massa -resa ignorante delle verità cattoliche da decenni di prassi vaticansecondista in discontinuità-, è quello che si beve!

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  6. Il nostro povero impegno, oltre alla preghiera e all'offerta in Corde Matris, cerca di offrire elementi di comprensione oltre che di formazione e gli antidoti ricevuti...

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  7. Oggi è la festa di Santa Rita.
    La santa di Cascia appartiene alla grande schiera delle donne cristiane che «hanno avuto significativa incidenza sulla vita della Chiesa, come anche su quella della società».

    Rita ha bene interpretato il «genio femminile»: l’ha vissuto intensamente sia nella maternità fisica che in quella spirituale”.

    Forse la migliore definizione della santità di Rita da Cascia la troviamo nella iscrizione che è stata posta sull’urna contenente i suoi resti mortali: “Tucta allui se diete”. “Si diede tutta a Lui” cioè a Cristo, anche nel momento della crocifissione, che è la cosa più difficile.
    Giovanni Paolo II

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  8. All'estero gode dell'appoggio dei giornaloni thinktank dei powers that be, tv nulla, in Europa sinistri e gayfriendly, giornalini a lui dedicati in ita, fra, ted, 2 film uno a breve su tv2000 o rai, The sun beyond, l'altro un documentario a firma Wim Wenders, biografico e a domande-risposte, poi El jesuita in spa. ma persosi nelle nebbie atlantiche, ma cresce il dissenso a macchia d'olio e articoli contro fioriscono dappertutto, ho letto che questo sito viene annoverato fra i contro e la sig.Guarini viene definita ricercatrice......è già qualcosa che si degnino di menzionarci......lo schifo servile delle tv italiane è insuperabile. Anonymous.

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  9. In Polonia non si dice una parola di dissenso, lì sono lontani anni luce di sapere quello chi succede qui. Comunque è molto curioso vedere che il clero riconosce lo scandalo in atto, in privato, ma in pubblico non dice una parola. Come diceva Roth: "il centro vive dalla periferia".
    Epiphanio

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  10. Naturalmente, oltre alla preghiera, ci vogliono gli antidoti intellettuali, cioè la formazione e gli strumenti per capire. Senza questo prezioso servizio non potrei scrivere quello che scrivo!

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  11. E' cosi', i rosari mentre infuria la battaglia a Lepanto,le braccia alzate di Mose' nella battaglia contro Abimelec, cosi' come a Vienna! Scusando chi ha poco di intellettuale e molta fede!

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