Ingemuit totus orbis et homoereticum se esse miratus est
(libero adattamento da san Girolamo).
Se si modifica il quadro intellettuale, cambia non solo la valutazione della realtà, ma anche la sua stessa percezione. Succede così che persino le azioni oggettivamente più disgustose e degradanti che un essere umano possa commettere siano considerate legittima espressione di un’opzione fra le tante. Questo è dovuto, in parte, a una tendenza all’astrazione che scarta a priori la considerazione dei comportamenti concreti a vantaggio di presunti “valori”, in parte a una distorsione del processo cognitivo che fa percepire in modo positivo anche ciò che, di per sé, è quanto di più ripugnante ci sia. Per provocare l’una e l’altra, per decenni è stata attuata una strategia sottilmente invasiva che ha appunto modificato il pensiero collettivo perché una condotta che era universalmente rigettata fosse non solo considerata normale, ma addirittura indice di eccellenza.
La prima risorsa di tale strategia è il conio di nuove parole con cui far penetrare l’inaccettabile nel linguaggio corrente. Ora, però, già il solo termine omosessualità (con la correlativa distinzione dall’eterosessualità) è un’assurdità linguistica e concettuale: la sessualità, per definizione, non può essere esercitata se non tra due partner di sesso diverso, in quanto la sua stessa natura richiede una complementarietà. In altre parole, essa non può essere altro che eterosessuale, motivo per cui anche quest’ultimo neologismo è superfluo e fuorviante. Di conseguenza la divisione dell’umanità in due categorie (omo ed etero) è contraria alla realtà. Se si ammette questo principio, oltretutto, non c’è ragione di fermarsi a due sole forme di sessualità: di fatto, secondo l’ideologia gender, le si può moltiplicare a piacere, ma questa è semplicemente un’aberrazione. Dal punto di vista scientifico si può parlare unicamente, quando è il caso, di malformazioni organiche o di disfunzioni ormonali, mentre sul piano psicologico esiste il fenomeno dell’attrazione verso persone del medesimo sesso (omofilia), ma si tratta ovviamente di un problema affettivo che esige soluzione.
Se passiamo all’ambito morale, i comportamenti omoerotici, insieme alle altre forme di perversione sessuale, sono una sfida all’ordine naturale nonché un gravissimo affronto alla dignità dell’essere umano e, di conseguenza, a Dio stesso, del quale l’uomo è immagine e che di quell’ordine è autore. È per questo che il catechismo annovera i peccati impuri contro natura (cioè tutti i peccati sessuali che non rispettino la natura unitiva e feconda della sessualità) fra quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio, reclamano cioè a gran voce riparazione e castigo. Essi, oltre a degradare le persone nel modo peggiore, le avviano verso la sterilità e l’impotenza, perché sganciano il piacere sessuale (che nelle giuste condizioni non è un peccato in sé, ma un fatto naturale che stimola l’uomo a riprodursi) dal fine proprio dell’atto, concentrando su di sé tutte le aspettative. Tutti sanno però che qualsiasi tipo di piacere, a lungo andare, stufa, specie se perseguito senza freni; di conseguenza la soglia del godimento si alza sempre di più, fino a che diventa impossibile ottenerlo.
Il problema più grave è però la deformazione antropologica e spirituale indotta dal permissivismo attuale. L’uomo non vive per il piacere, fatto effimero e superficiale, ma per il Bene, realtà eterna che sola può appagarlo. Il Bene, inoltre, ha un volto, è cioè di natura personale: con Lui, dunque, si può intessere una relazione. Tolto Lui dall’orizzonte, l’esistenza si trasforma in un incubo, in un tunnel oscuro senz’altra uscita che non sia il suicidio. A parte le devastazioni fisiche, psicologiche e morali causate dall’omoerotismo, che qualsiasi medico o psicoterapeuta onesto conosce fin troppo bene, esso risucchia le persone in un abisso di degradazione che non può sfociare se non nella più assoluta disperazione. Quante anime – soprattutto di giovani – si perdono in questo modo? Nel cosiddetto ambiente omosessuale il tasso di suicidio è altissimo; non vanno considerati soltanto gli atti con cui ci si toglie palesemente la vita, ma pure molti di quelli classificati come decessi per overdose o come incidenti stradali, per non parlare delle malattie terribili che si possono contrarre. In poche parole, l’omoerotismo è la peggiore delle armi di cui Satana si serve per separare gli uomini da Dio e trascinarli all’Inferno.
Ora, visto che quasi tutta la società, ipnotizzata dalla propaganda, non percepisce più questa realtà spaventosa, ma attraverso una lente ideologica la vede tinta di rosa, c’è da chiedersi seriamente se le manifestazioni pubbliche dei cattolici tradizionali possano ancora ottenere un effetto positivo o non siano alla fine controproducenti. Non parlo per ignavia, codardia o tatticismo, bensì mosso dalla preoccupazione che si renda effettivamente, a Dio, l’onore che Gli è dovuto e, all’uomo, il servizio di cui ha bisogno. Il contesto socio-culturale, nel giro di pochissimi decenni, si è talmente corrotto che il semplice fatto di affermare nelle strade la pura verità ottiene l’effetto contrario, perché non provoca altro che reazioni di vilipendio verso il Creatore e di scandalo da parte di chi si sente offeso. È paradossale, ma è così. Anche noi rischiamo di non cogliere la realtà di fatto perché la guardiamo con il filtro delle nostre convinzioni – che sono in sé sacrosante e inoppugnabili, ma non devono per questo accecarci.
Se poi, per giunta, ci si mettono di mezzo giornali e televisione, la frittata è fatta. La macchina mediatica è un mostro che divora qualsiasi cosa, comprese le forme di opposizione. Se queste ultime sono troppo imponenti (come il raduno romano del 30 gennaio 2016) e non può ignorarle del tutto, le sminuisce e deforma il più possibile; se invece sono fatti più modesti, o le ignora o le usa a proprio vantaggio. Il solo confronto numerico, schiacciante, è stato usato per mostrare l’irrilevanza della posizione contraria: i cattolici in preghiera erano poche centinaia, i manifestanti a favore diecimila. Ciò non può non indurre le masse ottuse a concludere che la rivendicazione dei cosiddetti “diritti omosessuali” sia cosa buona e doverosa, visto che gli unici oppositori sono un pugno di fanatici guidati da preti che sembrano usciti dal museo delle cere… Dobbiamo pur tener conto della “civiltà dell’immagine”. Così la compiaciuta soddisfazione di aver attirato telecamere e fotografi deve tramutarsi in amara costatazione di essersi fatti fregare per l’ennesima volta: la riparazione è stata ribaltata a conferma dell’omoeresia e a riprova delle sue “ragioni”. Giova questo alla causa? Abbiamo una vaga idea del nemico che abbiamo davanti?
È innegabile che lo scandalo peggiore sia l’assenza e il silenzio, su tutta la linea, della gerarchia ecclesiastica (se non addirittura l’appoggio, tacito o manifesto, al pensiero dominante), fatto che inevitabilmente, agli occhi del mondo, riduce l’azione dei fedeli impegnati a espressione di un drappello di esaltati. D’altra parte i pochi Pastori coraggiosi sono stati estromessi o squalificati. Dobbiamo per questo gettare la spugna? Ovviamente no, bensì sforzarci, ancora una volta, di aprire gli occhi sulla realtà di fatto in tutta la sua gravità: quella attuale è un’emergenza di natura davvero apocalittica, che rende l’uso dei mezzi ordinari del tutto inadeguato. Combattere con “armi convenzionali”, nell’odierno contesto, è insufficiente, quando non dannoso. Ci vogliono le “bombe atomiche” dei mezzi straordinari. Nell’estate del 1918 Padre Pio si offrì a Dio come vittima perché finisse la guerra; il 20 settembre ricevette le stimmate visibili (un calvario che durò fino alla morte, cioè cinquant’anni), ma un mese e mezzo dopo la guerra cessò. Ci vogliono anime disposte a immolarsi, in unione con Cristo crocifisso, per la salvezza dell’umanità. Se mi guardo intorno, non ne vedo – a cominciare da me. Ma il cattolicesimo tradizionale… è anche questo.
"... Combattere con “armi convenzionali”, nell’odierno contesto, è insufficiente, quando non dannoso. Ci vogliono le “bombe atomiche” dei mezzi straordinari. Nell’estate del 1918 Padre Pio si offrì a Dio come vittima perché finisse la guerra;..."
RispondiEliminaDon Elia,ha ragione. La chiesa non è piena nè di tanti nè di pochi 'Padre Pio'. Di Padre Pio ne conosciamo uno solo, che dobbiamo pregare. Per il resto i fedeli rimasti, molto molto tiepidi,insieme prendono coraggio, fanno quello che possono. Uno o due tra di loro, magari domani suo malgrado offrirà la sua vita e diventerà Santo. Chissà. Noi si va e si spera in Dio soltanto, non certo in noi, nè nella nostra macchina propagandistica, nè nelle nostre virtù eroiche. Davide, senza neanche la fionda. Non credo che NSGC, che è Onnipotente, si preoccupi della nostra potenza o impotenza.Essendo Santissimo si aspetti comportamenti angelici da peccatori abituali. Lui ci guarda nel cuore, legge le nostre intenzioni. Intenzioni che, pur non essendo di oro fino, nella loro massa oscura un qualche desiderio di brillìo l'hanno. Rideranno di noi. Non è la prima, nè unica, nè ultima volta. Faremo i cristiani cretini, come sempre. Nessuno di noi pensa di lasciare il nemico sbaragliato sul campo. Cerchiamo solo di collaborare con NSGC, di dimostrargli che vogliamo collaborare con Lui soltanto, che siamo dalla sua parte. Suoi alleati. Che lo aiutiamo. Noi, Lui! Ciechi, sordi, muti,con le grucce, in carrozzella, noi ci siamo. Mettiamo noi stessi con fede, speranza, carità. Poi sarà quello che Lui vorrà.
Ciechi, sordi, muti,con le grucce, in carrozzella, noi ci siamo. Mettiamo noi stessi con fede, speranza, carità. Poi sarà quello che Lui vorrà.
RispondiEliminaCosì è.
il liberalismo ci circonda, la mentalità liberale è il principale ostacolo contro cui dobbiamo quotidianamente combattere, ingaggiando tale lotta innanzi tutto contro noi stessi. sa molto di mentalità liberale il ragionamento legato alla scarsa consistenza numerica del piccolo drappello di coraggiosi che ha partecipato alle preghiere di riparazione per le abominevoli (e numericamente più consistenti) manifestazioni di orgoglio per il peccato contro natura. sa molto di mentalità liberale preoccuparsi di ciò che potrebbe pensare di noi (numericamente pochi) cattolici la massa che si trova di fronte a preghiere giudate da sacerdoti da "museo delle cere" (imbarazzante come espressione). La preghiera di riparazione non si fa per convertire gli stolti, ma si fa solo per chiedere pubblico perdono all'Altissimo. Attenzione alla mentalità liberale!
RispondiEliminaScusi, ma allora nei fatti, praticamente, che cosa suggerisce "don Elia"?
RispondiEliminaSta criticando chi osa dire NO non siamo d`accordo ma che cosa propone?
Quel che conta è il MODO, la maniera, con cui quelle manifestazioni , quei dissensi si esprimono.
Visti gli effetti devastanti prodotti dalla famosa finestra di Overton, visto l`imbecillimento generale di cervelli lavati e coscienze addomesticate e addestrate a ripetere quel che subdolamente, attraverso diversi canali, progressivamente ma sicuramente è stato loro instillato, ci vuole molta intelligenza e lucidità, un gran coraggio, il bisogno impellente di difendere la verità, per osare sfidare il pensiero dominante, i sistemi di potere in mano a quelle lobby, ci vuole una grande forza per farlo senza paura del rigetto e del disprezzo che già è previsto.
Devono forse rinunciare perchè i media li ridicolizzeranno?
E se parlassero a nome di una maggioranza silenziosa, maggioranza forse codarda ma reale?
E se dessero loro il coraggio di reagire e esprimersi a loro volta? Se li facessero sentire meno soli?
E anche se parlassero a nome di una minoranza perchè quella minoranza dovrebbe tacere?
Gran bel post. Però ci sono due osservazioni da fare:
RispondiElimina1) Non facciamoci fuorviare dai media. I media ci danno l'impressione che questo degrado, questo omosessualismo, questa fissa con il sesso, siano ormai pervasivi e abbiano inquinato tutta la società. Ci fanno credere che ormai tutta la comunità umana la pensi come loro, e che siano riusciti a cambiare la mentalità alla radice.
NON E' VERO!!!
Farci credere questo fa parte della propaganda!!
Dipingono la realtà che loro vogliono ottenere come già acquisita, per farci arrendere, credere di essere minoranza e quindi metterci a tacere (per "noi" non intendo i cattolici, ma tutti, tutte le persone normali!).
Chiunque di voi, riflettendo un attimo, può capire che in realtà la gente la pensa ancora come sempre. Dobbiamo ragionare con la CERTEZZA di questo!
2) L'errore che si fa, e che qui è ben sottolineato, è di farne SOLO una questione religiosa o "morale". In questo sì, il lavaggio del cervello ha funzionato: sentir parlare di peccato o di immoralità allontana le persone, inclusi molti cattolici. Si finisce con l'essere derisi o insultati. Non si può pretendere che tutti capiscano che i comportamenti "immorali" influiscono pesantemente sulla condizione spirituale delle anime di tutti, e soprattutto inquinano il "tessuto" della realtà degradandolo. Sono concetti complicati, la gente capisce solo "i preti minacciano perché vogliono comandare".
Io ho cominciato, nei discorsi da bar e da social, a parlare da atea (non ho difficoltà, visto che lo ero fino a pochi mesi fa!). La gente resta sbalordita nel sentire un'atea che è contro il degrado e lo squallore dello stile di vita imposto da governi e media, ed è MOLTO disposta ad ascoltare e a darmi ragione. Essere contro per motivazioni sociali e culturali è molto più accettato.
In fin dei conti questa è una battaglia decisiva per l'umanità, io credo che vada combattuta con tutti i mezzi a disposizione, non solo quelli sacri.
Oggi gli omosessuali scendono in piazza a Parigi per manifestare la loro fierezza di essere gay ...lesbiche...trans...bisex..intersex ecc...e per rivendicare nuovi diritti che sembra Macron avrebbe loro promesso, possono farlo con gi onori dei media e nell`indifferanza APPARENTE della maggioranza, nel silenzio di una società marcia e malata in cui effettivamente chi oserà dire il proprio sgomento per questa deriva morale sarà stigmatizzato come omofobo, e allora?
RispondiEliminaÊ un motivo sufficiente per tacere?
Già occupano tutto lo spazio e tutte le tribune, ma perchè, maggioranza o minoranza che sia, chi vuol dire il suo disaccordo non dovrebbe approffittare degli spazi a loro disposizione?
Servirà a poco o niente, secondo i criteri "normali" e posso capire chi si chiude in un silenzio non codardo ma fiducioso che prima o poi il Signore interverrà, ma trovo ingiusto criticare chi osa far sapere che non tutti accettano che il male sia diventato bene e lo fanno pensando anche ai loro figli, il nostro futuro.
Chiunque di voi, riflettendo un attimo, può capire che in realtà la gente la pensa ancora come sempre. Dobbiamo ragionare con la CERTEZZA di questo!
RispondiEliminaForse ci sono molte più persone di quante immaginiamo che non si lasciano fuorviare; ma non sottovalutiamo la pervasività sulla maggioranza della manipolazione e del bispensiero...
In fin dei conti questa è una battaglia decisiva per l'umanità, io credo che vada combattuta con tutti i mezzi a disposizione, non solo quelli sacri.
Certamente! Lo esige anche l'incarnazione...
E anche se parlassero a nome di una minoranza perchè quella minoranza dovrebbe tacere?
RispondiEliminaNon mi pare che don Elia intenda che si debba tacere. Ma che sottolinei l'insufficienza dei mezzi ordinari umani.
Nel film "Le Crociate", che trovo molto bello nonostante abbia diverse inesattezze storiche e parecchie forzature, il protagonista a un certo punto ha l'ardore di rispondere al re cristiano di Gerusalemme: "Bisogna costruire un regno di rettitudine, o niente".
RispondiEliminaRestando nella story-line del film, se avesse accettato di sposare la sorella del re, rendendosi complice di un omicidio e di una cospirazione, allora alla sua morte ne avrebbe preso il posto e non Guido come è avvenuto nella pellicola.
Guido non avrebbe condotto alla disfatta l'esercito cristiano e Saladino non avrebbe riconquistato Gerusalemme.
Avrebbe insomma evitato morti e feriti e la caduta della Città Santa al prezzo della propria anima.
Ma in fondo lui chiede rettitudine perché il fine non giustifica i mezzi, e su questo io concordo. Nel mondo terreno è dogma di fede che "...in guerra tutto è permesso" ma lo scontro qui non è solo terreno. Ritorniamo allora a duemila anni fa perché Cristo, poteva scendere davvero dalla Croce e con un esercito di angeli sbaragliare i romani. Lo ha fatto?
Il suo Regno non è di questo mondo e ciò non vuol dire restare supini e lobotomizzati ma combattere con i mezzi a nostra disposizione ma in conformità a quanto insegnatoci da Cristo.
Sarò ignorante come una capra ma io nel Vangelo trovo tutto fuorché un incitamento alla ribellione ed all'uso di ogni mezzo per vincere.
So che molti non sono d'accordo (ed è bene che sia così affinché vi sia un confronto) ma oggigiorno "paghiamo" secoli di non aderenza al modus operandi descritto nel Vangelo. Con le mille giustificazioni addotte nel tempo i cristiani hanno più o meno inconsapevolmente aderito al "non serviam" di biblica memoria.
E' finito il tempo in cui si poteva vivere la propria fede come potevano fare i nostri nonni o i nostri padri. Nessuno ai tempi metteva in dubbio: battesimo, catechismo, matrimonio in chiesa, che l'aborto è un crimine, che l'eutanasia non è una scelta legittima, che la scuola non debba essere serva del gender, etc...Insomma si poteva vivere la fede "senza troppi scossoni", come una piacevole routine.
Io in fondo alla mia vita vedo solo il martirio.
Perché è innegabile che saremo tutti costretti a scegliere e quello di cui ho paura è che per la maggior parte di noi la scelta non sarà sotto la lama di un tagliagole maomettano ma sarà da farsi quotidianamente contro gli innumerevoli, sottili e subdoli attacchi ed inviti al conformarsi al gregge.
E se questo "momento" durasse per altri 50-100 anni? Sarebbe uno scenario terrificante.
Sia lodato Gesù Cristo
Ottimo, Diego!
RispondiElimina"... il semplice fatto di affermare nelle strade la pura verità ottiene l’effetto contrario, perché non provoca altro che reazioni di vilipendio verso il Creatore e di scandalo da parte di chi si sente offeso. È paradossale, ma è così."
RispondiEliminaNo. Non è così.
Lo scopo di queste "processioni" è quello di RIPARARE alle offese fatte a Nostro Signore Gesù Cristo, non quello di affermare alcuna verità. Il mondo potrebbe avere reazioni di vilipendio verso il Creatore ... ma perché preoccuparsi delle reazioni del mondo? Preoccupiamoci di consolare Nostro Signore, tutti insieme uniti nella preghiera.
Mi sembra che Don Elia stia prendendo spunto in questo articolo da San Paolo quando scriveva "“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”.
RispondiEliminaQuindi ben vengano le manifestazioni di dissenso contro questa asfissiante propaganda omosessuale, come una contro manifestazione, una conferenza, un dibattito in tv o sui giornali ecc, restano pur sempre "armi" materiali, armi di questo mondo.
Ma siccome la nostra battaglia è contro spiriti del male che sono di gran lunga più intelligenti di noi, le nostre armi devono essere essenzialmente spirituali (come è stata la veglia di riparazione, o i rosari che quotidianamente recitiamo.
Credo che le nostre bombe spirituali devono essere sacrifici in riparazione, credere al posto di chi non crede, adorare Dio al posto di chi non adora Dio, sperare al posto di chi non spera. Esattamente come ci ha insegnato l'Angelo di Dio in quel di Fatima, esattamente come ci ha da sempre istruito la Santa Vergine, esattamente come ci ha insegnato la Chiesa cattolica nella sua storia millenaria.
Giuseppe M.
"Dobbiamo pur tener conto della “civiltà dell’immagine”. Così la compiaciuta soddisfazione di aver attirato telecamere e fotografi deve tramutarsi in amara costatazione di essersi fatti fregare per l’ennesima volta: la riparazione è stata ribaltata a conferma dell’omoeresia e a riprova delle sue “ragioni”. Giova questo alla causa? Abbiamo una vaga idea del nemico che abbiamo davanti?
RispondiEliminaOvviamente no, bensì sforzarci, ancora una volta, di aprire gli occhi sulla realtà di fatto in tutta la sua gravità: quella attuale è un’emergenza di natura davvero apocalittica, che rende l’uso dei mezzi ordinari del tutto inadeguato. Combattere con “armi convenzionali”, nell’odierno contesto, è insufficiente, quando non dannoso.
Mi sembra invece, mic, che "don Elia" ha un giudizio assai negativo sulle manifestazioni di chi ha deciso di non sorbirsi le perversioni del mondo senza reagire, perchè parla di una compiaciuta soddisfazione di chi secondo lui si sarebbe fatta fregare?
Un giudizio che non mi sembra nè corretto nè giusto, comne se chi agisce si illudesse di ottenere il ribaltamento di una situazione pazzesca e immorale.
E perchè sarebbe dannoso ricordare la legge morale e naturale?
Oggi a Parigi, all`inizio della "gay pride", la sfilata della fierezza lgbtq et alii e di tutte le loro rivendicazioni, il sindaco di Parigi la signora Hidalgo, esaltata, ha gridato ai presenti:" Parigi vi appartiene, Parigi è con voi,", mentre invece quando un gruppo di cattolici si riunisce per pregare il rosario, subito arriva la polizia...( invece i musulmani possono bloccare piazze e strade per la loro preghiera senza che nessuno intervenga), questo è il nostro mondo pazzo, pervertito e capovolto, lo sappiamo, chi reagisce e sceglie di non tacere lo sa, nessuno si aspetta gli applausi del mondo.
RispondiEliminaCosì la compiaciuta soddisfazione di aver attirato telecamere e fotografi deve tramutarsi in amara costatazione di essersi fatti fregare per l’ennesima volta: la riparazione è stata ribaltata a conferma dell’omoeresia e a riprova delle sue “ragioni”. Giova questo alla causa? Abbiamo una vaga idea del nemico che abbiamo davanti?
RispondiEliminaTrovo esatta la riflessione di CarmenFatima 14:38.
Conosco gli amici che hanno promosso queste manifestazioni e so per certo che nessuno di loro ha provato compiaciuta soddisfazione di aver attirato telecamere e fotografi. Lo scopo primario era ed è la "riparazione", atto rivolto al Signore. Che poi si possa gioire per l'effetto domino di un risveglio in altri contesti dell'iniziativa, che sapete bene si è ripetuta (il 29 ci sarà anche a Milano, ho preparato l'avviso) non si tratta di compiacimento ma di un rallegrarsi nel Signore. Almeno è così che lo viviamo noi. Se poi c'è qualcuno che ne fa un motivo di compiacimento sono problemi suoi...
Non mi sembra che si siano gonfiati di spocchia , sentiti "salvatori". No , l'importante e' sentirsi impotenti , incapaci anche di formulare un pensiero compiuto se non lo volesse il Padre nostro che e' nei cieli , l'importante e' non insuperbirsi ne' odiare nessuno , l'importante e' fare quello che si puo' ( questa e' umilta' ) per riaccendere qualche anima .
RispondiEliminaL'importante e' "essere matite nelle mani di Dio ".
Il male grida piu' forte ? E' chiaro , mira a confondere !
E noi ringraziamo perche' ci da modo di non insuperbirci .
I seguaci della Madre di Dio , i figli di Dio amano l'ordine , i toni bassi , la preghiera sommessa , leggera , come una musica .
NOI DELLE STRADE (1938)
RispondiElimina(Madeleine Delbrêl)
Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito,
ma c’è uno Spirito che soffia in tutti i luoghi.
C’è gente che Dio prende e mette da parte.
Ma ce n’è altra che egli lascia nella moltitudine,
che non «ritira dal mondo».
E’ gente che fa un lavoro ordinario,
che ha una famiglia ordinaria o che vive un’ordinaria vita da celibe.
Gente che ha malattie ordinarie, lutti ordinari.
Gente che ha una casa ordinaria, vestiti ordinari.
E’ la gente della vita ordinaria.
Gente che s’incontra in una qualsiasi strada.
Costoro amano il loro uscio che si apre sulla via,
come i loro fratelli invisibili al mondo amano la porta
che si è rinchiusa definitivamente dietro di loro.
Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze
che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi
è per noi il luogo della nostra santità.
Noi crediamo che niente di necessario ci manca,
perché se questo necessario ci mancasse Dio ce lo avrebbe già dato.
RispondiEliminaDon Elia ci incita alla desistenza dall'azione pubblica, come al solito
Mi sembra che don Elia riproponga quanto detto da lui altre volte: l'unico modo per ottenere che il vento cambi consisterebbe nella devozione privata particolarmente intensa, in particolare quella dell'offrirsi vittima al Signore. Possiamo ripetere quanto gli è stato già obiettato: le devozione privata è non solo giusta ma indispensabile, tuttavia non si vede perché essa debba esser concepita in alternativa all'azione pubblica, all'intervento aperto e coraggioso in difesa della fede e dell'onore di Nostro Signore. Se gli Apostoli, lo ripeto, avessero ragionato come don Elia non avrebbero certamente lasciato tutto per andare a predicare, forniti solo di armi spirituali, in mezzo a pericoli di ogni genere, fidando solo nello Spirito Santo.
E non disse NS: Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi? La situazione è oggi la medesima. Dobbiamo inoltrarci in mezzo ai lupi, ribadendo la Parola del Signore, svilita e deturpata da troppi preti oggi, affidandoci a Lui per vincere le nostre comprensibili paure. Plaudiamo dunque al coraggio dei gruppi e gruppetti di cattolici, gente semplice e madri di famiglia, che hanno il fegato di andare a fare le processioni di riparazione per il gravissimo e osceno peccato delle Parate Gay, concepite in primo luogo in odio a Dio e alla sua legge.
E ricordo cosa disse Abby Johnson, l'abortista pentita e convertita al cattolicesimo, quando rivelò che i gruppetti di preghiera contro l'aborto all'esterno delle cliniche di Planned Parenthood mettevano in apprensione lo staff delle stesse, che li temeva perché quando c'erano calava il numero delle "clienti". Non importa qui il numero dei partecipanti ai Rosari di Riparazione ma la qualità dell'azione, sicuramente gradita a Dio e certamente utile a convertire i peccatori e far ritardare il castigo.
Sull'esempio di Padre Pio, le cui stimmate del 20 sett. 1918 avrebbero fatto finire la I gm (4 nov e 11 nov 18), come si fa ad esser così sicuri? Mi limito a far notare che la sconfitta degli Imperi Centrali per esaurimento interno si stava già delineando in modo netto nel luglio del '18, dopo il fallimento completo delle 4 grandi offensive tedesche in Francia (marzo-metà luglio) e di quella Austroungarica contro di noi, giugno '18, battaglia del Solstizio. La controffensiva alleata in Francia si sviluppò dal 18 luglio, all'8 agosto, per diventare generale dal 3 settembre in poi. Il 15 sett. era iniziato l'attacco alla Bulgaria da Salonicco, e quel paese capitolò il 30 settembre. Ora, il sacrificio di Padre Pio sarà pur servito ma congiuntamente all'azione di causae secundae rappresentate da fior di eserciti e operanti da tempo. PP
Se queste ultime sono troppo imponenti (come il raduno romano del 30 gennaio 2016) e non può ignorarle del tutto, le sminuisce e deforma il più possibile; se invece sono fatti più modesti, o le ignora o le usa a proprio vantaggio.
RispondiEliminaCondivido anch'io il commento di carmenFatima sopra: proprio perché chi ha nelle proprie mani i media può distorcere a volontà quello che succede, non è il caso di curarsene troppo. Sennò ci perdiamo in una serie di ipotetiche che non finiscono più. Poi quella "volontà" è una volontà umana, i cui effetti Dio può sovvertire quando e come vuole.
Poi si potrebbe dire anche un'altra cosa: non tutti si conformano perché lo dice la maggioranza; certi si conformano perché lo dicono "tutti". Quindi essere l'eccezione che rompe quel "tutti" può avere un senso, eccome. In contesti meno drammatici, si fa riferimento a questa situazione come "il villaggio di Asterix". Ecco, nelle strisce di Goscinny e Uderzo quando i due protagonisti uscivano e giravano nel resto della Gallia, trovavano persone che non si conformavano all'invasione romana, magari non potevano reagire apertamente, ma si sentivano rincuorati dalla resistenza del villaggio di Asterix, sperando che prima o poi da quell'ultimo baluardo sarebbe venuto fuori qualcosa.
Ci vogliono anime disposte a immolarsi, in unione con Cristo crocifisso, per la salvezza dell’umanità. Se mi guardo intorno, non ne vedo – a cominciare da me. Ma il cattolicesimo tradizionale… è anche questo.
RispondiEliminaQuesto finale mi lascia un gran punto interrogativo.
Intendo le ultime 7 parole (“Ma il cattolicesimo tradizionale… è anche questo.”)
Collegandole con la terzultima frase (Ci vogliono anime disposte a immolarsi, in unione con Cristo crocifisso, per la salvezza dell’umanità.) il discorso fila liscio come l’olio, in quanto come ben sappiamo Cattolicesimo tradizionale è immolazione con Cristo crocifisso).
Sennonché c’è la parolina “ma” che suona decisamente di troppo.
Collegandole con la frase precedente, la penultima (Se mi guardo intorno, non ne vedo – a cominciare da me) mi sembra quasi che il "cattolicesimo tradizionale" sia inglobato nella categoria della carenza di anime disposte ad immolarsi. Mi suona come un giudizio di valore su una categoria, e per di più mi sembra non tenga conto delle immolazioni quotidiane delle singole anime nel loro stato di vita, come se queste fossero cose di ordinaria amministrazione tutto sommato improduttive in quanto invisibili, o inadeguate alla gravità della situazione.
Qual è la giusta ermeneutica? Il contesto non mi aiuta a sufficienza.
Don Elia, chiarisca Lei, per favore. Grazie.
Anche a me era parso di capire che don Elia considerasse certe manifestazioni pubbliche non solo insufficienti ma anche,addirittura, a causa dei media,controproducenti. Confesso che,ultimamente,non sempre riesco a capire dove don Elia voglia andare a parare. Sarà un mio limite,forse.
RispondiEliminaAntonio (Napoli)
Ringrazio tutti per gli interventi, molto utili per ben comprendere e approfondire. Siamo qui per questo.
RispondiEliminaSull'esempio di Padre Pio, le cui stimmate del 20 sett. 1918 avrebbero fatto finire la I gm (4 nov e 11 nov 18), come si fa ad esser così sicuri? Mi limito a far notare che la sconfitta degli Imperi Centrali per esaurimento interno si stava già delineando in modo netto nel luglio del '18, dopo il fallimento completo delle 4 grandi offensive tedesche in Francia (marzo-metà luglio) e di quella Austroungarica contro di noi, giugno '18, battaglia del Solstizio. La controffensiva alleata in Francia si sviluppò dal 18 luglio, all'8 agosto, per diventare generale dal 3 settembre in poi. Il 15 sett. era iniziato l'attacco alla Bulgaria da Salonicco, e quel paese capitolò il 30 settembre. Ora, il sacrificio di Padre Pio sarà pur servito ma congiuntamente all'azione di causae secundae rappresentate da fior di eserciti e operanti da tempo. PP
RispondiEliminaCondivido. Occorre coniugare la spiritualità con la ragionevolezza. Altrimenti si cade nello spiritualismo o nell'eccesso opposto: il razionalismo. Ognuno è messo in grado di valutare, dalla grazia, nella sua situazione, cos'è vera offerta e cos'è possibile velleitarismo. Anima "vittima", in Cristo è ogni Cristiano. Ma le "Anime vittime", chiamate alla cosiddetta "espiazione vicaria", credo che siano anime prescelte soprattutto per la loro innocenza. Nella sofferenza noi espiamo soprattutto i nostri peccati e quello che possiamo offrire è tutto quanto sappiamo, davanti al Signore, corrisponde alla Sua volontà in base ai talenti che ci ha donato (in termini di natura, situazione) e ai limiti oggettivamente insormontabili ed altro. Ed è così che facciamo la nostra parte...
Mi sento inadeguata ad esprimere cose così grandi. Ma questo è ciò che penso e vedo in termini essenziali.
Non penso che Antonio di Napoli sia il solo a non capire dove "don Elia" vuole andare a parare e con le mie osservazioni mi sento meno sola in questo post....
RispondiEliminaGuardate questa foto:
RispondiEliminahttp://www.lefigaro.fr/actualite-france/2017/06/24/01016-20170624ARTFIG00115-des-milliers-de-personnes-a-paris-reclament-la-pma-pour-toutes.php
Credete veramente che tutti quei giovani e quelle giovani siano omosessuali, lesbiche, bisessuali, trans, intersex e quant`altro ancora da scoprire come etichetta?
No, anche se essere gay e bi è molto trendy in questa povera società malata, la maggior parte sono solo delle marionette messe in movimento da chi tira i fili, molti vanno in piazza per divertirsi, per fare la festa, credono di essere liberi e sono solo dei poveri, e spesso ridicoli, automati.
Ma quando i genitori demissionano, o peggio ancora sono già stati formatati, quando dalla mattina alla sera, ogni giorno, arriva alle loro orecchie, ai loro cervelli, sempre e solo lo stesso e unico messaggio, quello della tolleranza, del rispetto delle differenze, della bellezza e ricchezza della differenza, della libertà sessuale, quando dal presidente Macron ( senza sorpresa....)arriva il tweet seguente:
"La Francia è arcobaleno. Siamo ricchi dele notre diversità, siamone fieri!",
si misura l`impotenza reale nel lottare contro quel flagello, ma se impotenza vuol dire non avere il potere di sopprimere quell`onda devastatrice , c`è un`"altra potenza" che sfugge completamente a chi dirige il mondo, contro quella forza il giorno venuto non potranno più nulla, e intanto ammiro, rispetto e incoraggio tutti coloro che osano senza paura esprimere la loro resistenza, il rifiuto di lasciarsi contagiare da quel virus.
" la maggior parte sono solo delle marionette [...] per divertirsi "
RispondiEliminaAnche, ma non solo. Molti si fanno un calcolo: che la "liberazione" gli da' un alibi per tutto. Magari non sono pervertiti, ma ladri, truffatori, traditori (i peccati capitali sono sette), e la pattuglia di LBGT gli sta dando l'opportunità di auto-determinarsi, di stabilire da sé cosa è giusto e cosa non è giusto. I primi estimatori di Amoris Laetitia che ho conosciuto non avevano niente a che fare con li divorzio, né con gli omosessuali, ma avevano perfettamente capito che il nuovo trend gli dava l'occasione di auto-assolversi. È una specie di "voto di scambio".
@ "Mi sento inadeguata ad esprimere cose così grandi...""
RispondiEliminaGiusta ammissione, che fa onore a chi la fa, anche se mi sembra che Mic abbia spiegato bene che cosa si deve intendere per "anima vittima". Siamo tutti inadeguati, di fronte a cose così grandi. Un punto mi sembra essenziale: si tratta di anime veramente innocenti, che godono di una grazia particolare, anime grandi, predestinate alla Gloria, che devono adempiere un compito straordinario, di cui solo pochi sarebbero capaci, diciamocelo chiaramente. E sappiamo che il Signore non ci impone pesi che non possiamo portare. Già resistere alle difficoltà quotidiane, ai dolori e alle tentazioni della vita di ogni giorno è difficile, nonostante l'aiuto della Grazia; figuriamoci se uno deve porsi anche il problema di "rendersi vittima" gradita a Dio, alla maniera dei grandi Santi, per salvare il mondo.
Bisognerebbe restare con i piedi per terra: Dio vuole che ognuno di noi faccia il suo dovere, che obbedisca ai suoi Comandamenti (servare mandata), agendo secondo le sue possibilità senza caricarsi di cose straordinarie, pesi eccezionali, cosa che potrebbe avere effetti devastanti, anche sulla fede personale. Rileggiamoci il passo di s. Paolo che parla dei vari "carismi" attribuiti ai diversi fedeli, che però nulla valgono senza la carità (1 Cr 12 ss.).
Mi ricordo di un episodio che ho letto nella vita di S. Leopoldo da Padova, il famoso cappuccino di orgine dalmata. Uno dei suoi figli spirituali (un civile) voleva appunto iniziare il cammino verso la santità col fare digiuni e macerazioni ma il grande Santo gli disse: No, non è per lei, si limiti a non mangiar nulla negli intervalli fra i pasti; faccia così tutti i giorni". E già non mangiar nulla tra i pasti vi pare facile? Io non ci riesco, sono un peccatore incallito, per quanto riguarda caffé, biscottino e cioccolatino a mezzo la mattina. PP
@ Fabrizio
RispondiEliminaperfettamente azzeccato
È il bandolo del pervertimento globale
Concordo perfettamente con don Elia. Da anni soffro e offro in silenzio per evitare il peggio in molte situazioni, anche in famiglia...
RispondiEliminaForse vale la pena una piccola testimonianza personale.
RispondiEliminaAlcuni anni fa ero a Parigi in qualità di dottorando universitario. Non ero a conoscenza né di gay-pride (pur sapendo cosa fosse non ne avevo visto dal vero neppure uno), né di ambienti gay.
Il mese di giugno stavo passeggiando in uno dei quartieri più turistici della capitale francese: il Marais. Non sapevo che il Marais fosse pure un quartiere gay ma me ne dovetti rendere conto ben presto dalla qualità di molti suoi negozi e dal genere di avventori che lo frequentavano.
La libreria gay del Marais vendeva di tutto, ovviamente ogni settore della conoscenza era orientata sul tema dell'omosessualità. Nell'interrato c'era ogni genere di rivista pornografica e quel piano era l'attrazione dei guardoni che scendevano e risalivano con fare complice.
Il gay pride si tenne proprio nel Marais, in quel giugno, e io mi trovai in mezzo senza neppure accorgermene, all'inizio. Mi colpirono essenzialmente due cose: la gioventù presente, in gran parte piuttosto segnata, che faceva tanta confusione ma che non pareva in reale rapporto se non con se stessa. Più che esseri capaci di incontrare il prossimo mi parevano persone sole, pur in mezzo alla folla.
Poi, in un vicolo laterale ma visibile dalla via centrale, una coppia di maschi si era appartata per consumare un rapporto sessuale in pieno giorno, così praticamente quasi davanti a tutti. Evidentemente in quel contesto e in quel momento non esisteva la pena per "atti osceni in luogo pubblico".
In definitiva la mia impressione generale di semplice osservatore è stata quella di persone ben poco comunicanti e chiuse in loro stesse (che poi generalmente è lo stile dei parigini) e dietro la festa apparente e l'orgoglio celebrato, c'era il libertinismo più sfrenato.
Se questo è l' "orgoglio omosessuale", lascio ai lettori trarre le conseguenze e tirare le conclusioni. Naturalmente non ebbi né voglia né ulteriore curiosità per intrattenermi, non essendo il luogo teatro di gran buon gusto.
Anonimo 00:10
RispondiEliminaTutti offriamo e soffriamo con svariate intenzioni. Non è questo in discussione.
Ma, a prescindere da ogni considerazione sul fatto che sia per "evitare il peggio", non è certo questo il caso delle iniziative di cui parlavamo.
Non è la prima volta che "don Elia" sembra mostrare di avere un "dente avvelenato" contro i cattolici tradizionali o un certo "ambiente tradizionalista", avrà le sue ragioni che non conosciamo, che non conosco, ma in questo caso preciso mi pare chiaro che ha sbagliato e il tiro e il bersaglio.
RispondiEliminaApparentemente non sono la sola ad aver osservato i tentennamenti di "don Elia" che potrebbero esprimere un passaggio delicato e complesso personale, se mi sbaglio mi scuso in anticipo, ma quando un sacerdote, anche sotto un nickname virtuale, è considerato da taluni come una guida spirituale aumenta la sua responsabilità e forse sarebbe preferibile che egli spieghi, espiciti, i motivi di quel che traspare a chi lo segue con attenzione o allora, forse, talvolta sarebbe più prudente astenersi.
Ovviamente non sto negando che ogni atto di riparazione, pubblico o privato, abbia comunque un effetto nell'economia divina e ottenga delle grazie. Il fatto è che la società attuale è diventata una sorta di "buco nero" che risucchia anche la luce e se ne nutre: in altre parole, la macchina mediatica piega perfino l'affermazione pubblica della verità a sostegno dell'errore. Dato che ormai, per moltissima gente, quel che dice la televisione è verità assoluta, la rilevanza mediatica è una trappola che non solo neutralizza (sul piano umano) le intenzioni più sacrosante, ma le usa a vantaggio della sovversione. I nemici che abbiamo di fronte sono persone che si sono messe al diretto servizio del diavolo.
RispondiEliminaBisogna allora rinunciare a difendere pubblicamente la verità e rintanarsi nelle devozioni private? Certamente no, ma bisogna usare quella prudenza soprannaturale che fa comprendere quando e con chi è opportuno parlare senza ottenere l'effetto contrario, approfittando al tempo stesso di tutte le occasioni di penitenza e mortificazione che si presentano. I Santi si maceravano nel nascondimento, ma poi parlavano con franchezza, direttamente e personalmente, alle persone rivestite di autorità nello Stato o nella Chiesa. E' ovvio che le pratiche penitenziali richiedano una saggia gradualità che permetta di evitare le trappole del demonio, mentre l'offrirsi come vittima esige un alto grado di maturità spirituale e il permesso del padre spirituale. Ma nessuno ci impedisce di cogliere e valorizzare le innumerevoli occasioni che abbiamo quotidianamente di mortificarci e di aiutare altri a riflettere.
Per Marius
La frase finale ha il significato più ovvio e non ha bisogno di ermeneutica: il cristianesimo tradizionale comprende anche lo spirito di immolazione.
Per Luisa e PP
Non ho un dente avvelenato contro nessuno e non sto attraversando un passaggio delicato. Quello che voglio dire è che la vita cristiana non può limitarsi al "minimo sindacale" o alle dichiarazioni di principio, ma è una vocazione alla santità, per tutti. L'arma decisiva della nostra battaglia è proprio la santità, nella misura che Dio ha assegnato a ciascuno, certo, ma la santità.
Concordo con Luisa, sia sul mondo "tradizionalista" diventato negli ultimi tempi il bersaglio preferito di don Elia,sia su certi suoi "tentennamenti" che, sinceramente, mi preoccupano non poco. Spero,naturalmente, di sbagliarmi. Mi sembra di percepire,però, una certa "confusione" ma,probabilmente, è solo una mia impressione. Talvolta troppo"politico", altre volte "spiritualista", altre volte ancora attacca... non so chi. Forse, mi ripeto, sono io che non comprendo, tuttavia non sarebbe male se, magari intervenendo su questo blog, rispondesse alle nostre perplessità.
RispondiEliminaAntonio (Napoli)
Antonio,
RispondiEliminai commenti sono stati moderati solo ora.
Vedo che c'è un intervento di don Elia che precede di molto il tuo.
Ne riparliamo, per quanto mi riguarda, domani.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSI, IL NEMICO E’ DIVENUTO FINALMENTE RICONOSCIBILE E NOI NON POSSIAMO ESIMERCI DAL COMBATTERLO! SU DUE FRONTI: QUELLO DELLA PREGHIERA PER LA SUA CONVERSIONE E QUELLO DEL CONTRASTO PER RENDERLO INOFFENSIVO!
RispondiEliminaDal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII AI PARROCI E AI QUARESIMALISTI DI ROMA
Venerdì, 27 marzo 1953
@ don Elia
RispondiEliminaSono contento della precisazione. Grazie don Elia.
Anche a me non piacciono le ermeneutiche e ne farei volentieri a meno, perché preferisco i discorsi dal significato univoco e inequivocabile.
In questo caso erano le parole "Se mi guardo intorno, non ne vedo – a cominciare da me" a rompere, generandomi l'incertezza sopra descritta, quel nesso di ovvietà da Lei ora confermato. Una Sua chiarificazione non era dunque superflua.
"Dato che ormai, per moltissima gente, quel che dice la televisione è verità assoluta, la rilevanza mediatica è una trappola che non solo neutralizza (sul piano umano) le intenzioni più sacrosante, ma le usa a vantaggio della sovversione."
RispondiEliminaSe è vero che per tanta gente la televisione con i media, il cinema e la cultura in generale, comprese le canzonette e gli "opinionisti":):), ...son diventati la bocca della verità capaci di formatare cervelli e coscienze già deboli e permeabili alle suggestioni martellate e sempre condite con l`emozione,
se è vero, ma è logico e prevedibile, che quei canali DEVONO schernire e gettare l`obbrobrio su chi rifiuta do lasciarsi addomesticare, è altrettanto vero che è sempre più visibile il fossato che si sta creando fra i media e la gente, certo loro mettono il focus su chi rappresenta i loro ""valori""e li presentano come se quella fosse la norma, la normalità, ma sempre più persone nutrono una grande diffidenza verso non solo i media ma verso chi detiene il potere compreso quello di fare e disfare le opinioni, le ultime elezioni in Francia ne sono state un esempio palpabile, con dei tassi di astensione enormi che dovrebbero far riflettere.
Il discorso è molto complesso e non riducibile in un commento, i media e i vari canali di trasmissione del "nuovo mondo" fanno il loro sporco lavoro, ma questo non solo non deve fermare e paralizzare la gente ma deve al contrario stimolarli a reagire e farlo in vari modi.
In sintesi è mia opinione che, contro venti e maree, contro il sistema ultrapotente che tira i fili e sta imponendo ad UNA PARTE del mondo la sua ideologia perversa, quella purtroppo in cui viviamo noi, è nostro dovere è nostra responsabilità, già là dove ci troviamo, difendere e promuovere i nostri valori (che sono in realtà valori universali), una battaglia certo contro la corruzione del mondo che vuole pervertire perfino i nostri bambini , ma sopratutto una battaglia positiva.
Una battaglia che richiede coraggio, costanza, intelligenza nei modi e nel linguaggio, la forza di non lasciarsi intimorire.
PS: in fondo in tre righe Pio XII ha detto tutto.
OPPORTUNE ET IMPORTUNE
RispondiElimina
RispondiElimina"Non ho un dente avvelenato contro nessuno e non sto attraversando un passaggio delicato. "
"Don Elia" ho letto i suoi post quelli riportati da mic e altri sul suo blog la Scure di Elia, avendoli letti è difficile negare che lei non abbia una grande simpatia per certi ambienti tradizionalisti "in cui si rischia di esaurire il rapporto con Dio in formule fisse e riti meccanici",
ed è altrettanto vero che non è sempre facile seguirla nei suoi commenti dove son visbili quelli che chiamo "tentennamenti", ad alcuni suoi post redatti con una vis polemica brillante e tagliente, ad esempio sul "luogotenente" "picconatore" e la "sua evidente eterodossia", ne seguono altri che chiamano alla prudenza e anche al silenzio...
La preghiera di riparazione non si fa per convertire gli stolti, ma si fa *solo* per chiedere pubblico perdono all'Altissimo.
RispondiEliminaQuel *"solo"* mi lascia perplesso.
Forse ci dimentichiamo un particolare: chi si trova in peccato mortale è MORTO. Almeno spiritualmente la sua condizione è appunto di MORTE. Pertanto la conversione di un peccatore è un miracolo non molto dissimile alla resurrezione di un morto. Anzi, per certi versi è più grande ancora. La conversione dei peccatori, quindi, è essenzialmente un'opera di Dio. Opera la cui eventuale causa efficiente può essere un qualche operato di noi strumenti inutili. La Preghiera di riparazione si fa per chiedere pubblico perdono all'Altissimo e, appunto, per riparare in parte al'immensa offesa che è costituita da OGNI peccato, in primis da quelli di chi vuole essere fedele e poi anche da quelli degli altri, inclusi i gay. Pertanto la conversione prima di noi stessi e poi altrui è una grazia che Dio può concedere, se vuole, in risposta e come "effetto collaterale" della preghiera di riparazione. Se una mette anche tale intenzione in ciò che fa, Dio è contento.
RispondiElimina"Morsa Lgbt sulle opinioni, a processo chi non si adegua"
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-morsa-lgbtsulle-opinioni-a-processo-chi-non-si-adegua--20267.htm
CHIARIMENTI
RispondiEliminaQuando si combatte un nemico dalla forza (umanamente) schiacciante, non lo si affronta in campo aperto, ma si conduce un'azione di guerriglia.
Quando si naviga nella tempesta tra opposti scogli, il timoniere che li evita non sta tentennando, ma evitando alla nave di sfracellarsi.
Quando si ha a che fare con una situazione completamente inedita, le soluzioni più spontanee non sono necessariamente le più opportune.
Quando sono i Pastori ad andare fuori strada, bisogna redarguirli senza porsi fuori della comunione ecclesiastica.
Se poi qualcuno ha la verità in tasca, fa un dogma anche dell'opinabile e se ne infischia dell'unità del Corpo mistico, io mi dissocio.
A buon intenditor...
Beh io mi dissocio dalla sua posizione che per il momento è espressa in modo anonimo.
RispondiEliminaLa battaglia contro il nemico può e deve essere combattuta su vari fronti e in vari modi.
Con coraggio, forza morale e spirituale, con intelligenza che sia in "campo aperto" come lo hanno fatto e fanno i cattolici che sono scesi in piazza in Francia e in Italia, senza lasciarsi intimorire, o in modo "guerriglia".
Lei dice "don Elia" che "se sono i Pastori ad andare fuori strada, bisogna redarguirli senza porsi fuori della comunione ecclesiastica", sono d`accordo ma forse che il restare anonimi è il solo modo per poterlo fare?
Forse che coloro che esprimono il loro dissenso contro le aberrazioni e le derive di certi pastori , e lo fanno a viso scoperto, si mettono fuori della comunione ecclesiastica?
Sul suo blog lei ha parole molto dure, forti, contro i pastori compreso il papa, parole con cui concordo perchè descrivono con precisione tagliente la tragica situazione nella quale viviamo, lei per il momento sceglie l`anonimato, ebbene mi sia permesso di provare ancor maggior rispetto e riconoscenza per coloro che osano combattere la buona battaglia a viso scoperto, in coerenza con la loro coscienza, infondendo anche coraggio a chi ( sacerdoti e laici) si sente sempre più solo e anche abbandonato dalla gerarchia della Chiesa.
Vorrei solo specificare che quando dico che provo maggior rispetto mi riferisco non alla persona ma alla scelta fatta, nel caso presente, quella dell`anonimato da parte di un sacerdote, ma forse piuttosto che rispetto dovrei dire che provo maggior simpatia per coloro , in particolare quando sono sacerdoti, che trovano in loro la forza, il coraggio morale e spirituale, di agire a volto scoperto.
RispondiEliminaCara Luisa, lei ha il dente avvelenato a causa dell'anonimato di don Elia .... si tranquillizzi e stia serena, cio' che liberamente scegliamo di leggere dovrebbe edificarci e non certo essere motivo per "processare" il prossimo perchè "anonimo" (visto che prova maggior rispetto e riconoscenza per coloro che osano combattere a viso scoperto) o per sentirsi tanto superiori ..... ma lei che cosa puo' sapere delle motivazioni di padre Elia? Si dissoci e ci risparmi i suoi giudizi.
RispondiEliminaPreghiamo il Santo Rosario e che la Madonna ci guidi in questi tempi terribili.
M.Cristina
Caro don Elia,
RispondiEliminaun sacerdote dà il suo meglio nell'esercizio del suo ministero con l'amministrazione dei Sacramenti e nella catechesi fisica diretta ad personam e ad personas.
In questa temperie significa:
esclusivamente Messa Cattolica Tradizionale,
catechesi tradizionale quindi non conciliare o postconciliare,
testimonianza del sacerdozio con l'indossare la talare.
Tutte cose che Lei fa, in cui non è un anonimo e non impersonifica un personaggio virtuale col quale perciò giocoforza non si assume le responsabilità di quanto esprime.
Il primo ottobre 2016 Lei invitava a "stanare" i sacerdoti tradizionali con queste parole:
"Che differenza tra i miasmi della palude e l’aria fina della montagna! Quale visione si scopre a chi accetta di risalire la china con umiltà, pazienza e perseveranza! Ovviamente è necessaria una guida. Date la caccia ai sacerdoti tradizionali e, se necessario, stanateli perché vi mostrino la strada e si mettano alla testa di gruppi di fedeli che vogliono indietro la loro eredità. Nessuno dei modernisti al potere potrà fermarci, purché siamo disposti a lottare e, quando sarà inevitabile, a scendere nelle catacombe. In Unione Sovietica i sacerdoti cattolici giravano in incognito nelle case per celebrarvi la Messa e coltivare le anime; secondo monsignor Schneider dobbiamo prepararci a fare lo stesso, con la differenza (niente affatto trascurabile) che i nostri persecutori sono quelli che dovrebbero difenderci."
Che sia arrivato il tempo (che Lei poco fa sui commenti di questo blog diceva di attendere) per mettere in pensione il personaggio virtuale per far crescere quello reale?
Reazioni come quelle di Luisa fanno emergere bene come la situazione attuale dell'anonimato stia avvicinandosi al capolinea, in quanto insostenibile nell'ottica di una retta e sincera testimonianza, anche perché l'anonimato per sua natura può innescare atteggiamenti controproducenti per l'anima dell'anonimo medesimo.
A Maria Cristina che "difende" "don Elia" in modo così amabile vorrei dire che grazie al cielo abbiamo ancora su questo blog la libertà di esprimerci, non apprezzare l`anonimato di un sacerdote che fa analisi molto taglienti e esprime giudizi molto severi su certi suoi confratelli e sul papa (che condivido), su certi ambienti tradizionalisti, sulle manifestazioni di riparazione organizzate ad esempio contro le gay pride (che invece non condivido) fa parte di questa libertà, penso di essermi espressa con correttezza, dolente dunque di non obbedire al suo così amabile invito di risparmiarle l`espressione della mia libera opinione se o quando non dovesse coincidere con la sua altrettanto libera.
RispondiEliminaCome ho già accennato in altra occasione, per venire allo scoperto attendo di avere la certezza morale che questo passo non sia mosso da una tentazione, ma dalla volontà di Dio. Un sacerdote, a differenza di un laico, può essere sospeso dal ministero, venendo così messo fuori gioco; è appena successo con un confratello che si era molto esposto. Personalmente non amo l'anonimato e preferirei manifestarmi, ma gli articoli che ho firmato con nome e cognome, anche se meno taglienti di quelli di "don Elia", mi hanno già chiuso molte porte. Aspetto quindi un cenno dall'Alto per mezzo dell'Immacolata; a questo fine chiedo preghiere.
RispondiEliminaCara Luisa, credo che nessuno voglia toglierle la libertà di espressione .... che si è espressa largamente - mi sembra - su questo post. Abbiamo capito la sua posizione, la prego non sia ridondante. Ripetere certi concetti sembra un accanirsi, sintomo di poca serenità....
RispondiEliminaLa saluto. In Corde Matris
M.Cristina
Chiedo venia.
RispondiEliminaVorrei riproporre a questo proposito quanto già scritto in precedenza:
marius19 giugno 2017 06:50
"Personalmente, per grazia di Dio, da due anni celebro solo in vetus ordo. Quanto al venire allo scoperto, attendo un cenno dall'Alto, soltanto per non bruciare i piani di Dio con una decisione umana." [don Elia]
Penso anch'io che questo cenno dall'Alto ci voglia proprio e lo attendiamo, lo attendiamo...
I sacerdoti fedeli attendono attendono, ma intanto tutto rimane così pesantemente stagnante.
Sono i 4 cardinali che dovrebbero farsi portavoce di questa attesa della Chiesa Militante, perché sono loro ad avere l'autorità istituzionale per farlo.
Ma i sacerdoti intanto una cosa possono farla, esattamente come ha scritto don Elia: celebrare già da subito il VO. Questo è già un venire allo scoperto a cui però non si può assolutamente rinunciare, capiti quel che capiti.
Io farei appunto una distinzione: un conto è venire allo scoperto nella funzione essenziale del ministero sacerdotale (celebrazione della Messa e degli altri Sacramenti, catechesi senza mezzi termini secondo retta dottrina, testimonianza personale nel portare la talare segno di riconoscimento visibile del sacerdozio), cosa appunto irrinunciabile fin da subito, altro conto è venire allo scoperto su aspetti tutto sommato marginali come lo scrivere articoli su un blog mettendo nome cognome indirizzo e numero telefonico.
Nel momento in cui, speriamo al più presto, si delineeranno gli schieramenti, cioè chi è per la Tradizione Cattolica e chi è per il Progresso Ecumenista-interreligioso-ecologista-sinistrorso, colui che verrà allo scoperto non sarà più, come ora, in solitudine e soggetto a pene canoniche emarginanti (cosa che finora blocca la stragrande maggioranza che non appartiene a Fraternità storicamente tradizionali), ma entrerà nel suo vero schieramento, in quello nel quale saprà di appartenere per fede secondo Verità, senza lasciarsi più condizionare dagli strali di scomunica della parte avversa.
a quanto scritto il 19 giugno qui aggiungerei una postilla di carattere generale.
RispondiEliminaPenso sia meglio che l'anonimato abbia solo una funzione protettiva provvisoria, e non sia caratterizzato da una libertà di espressione più sfrenata di quella del personaggio reale. Quando l'anonimo si svelerà dovrà pur poter sostenere quanto già espresso in precedenza.
Dico questo perché sopra si parlava di linguaggio più o meno tagliente a seconda dell'essere o no riconoscibile.
Dunque in un solo commento di chi, dopo avermi amabilmente invitato a risparmiarle i miei giudizi, afferma di non voler limitare la mia libertà d`espressione:
RispondiElimina-mi sono già espressa largamente,
-sarei ridondante,
-sembro accanirmi e soffrirei di mancanza di serenità :):)
Qui si è discusso, abbiamo reagito al post di "don Elia", chi per condividerlo chi per esprimere riserve, anche sulla scelta dell`anonimato, stranamente Maria Cristina si rivolge solo a me , reagire ad un post e poi ai commenti, fra i quali quelli di "don Elia" , non è accanirsi è discutere, è, se possibile, invitare l`autore del post ad intervenire , quel che "don Elia" ha fatto rilanciando la discussione, per questo lo ringrazio.
Condivido il commento di marius delle 16:29.
Ripetere certi concetti sembra un accanirsi, sintomo di poca serenità....
RispondiEliminaSa molto di intimidazione psicologica da imprinting neocat:
La persona poco serena si direbbe sia proprio colei che non solo scambia il confronto e la discussione per un accanimento, ma che lascia pure trapelare una bizzarra materna ansia nel tappare la bocca alla sua interlocutrice.
RispondiEliminahttp://www.marcotosatti.com/2017/06/28/domani-a-milano-riparazione-per-il-gay-pride-i-laici-in-piazza-pregano-chiesa-e-sodomia-e-ancora-peccato/