Verità cattoliche che ci fa bene ribadire perché siano sempre più approfondite oppure scoperte e meditate. Il rapporto intimo e vitale che intercorre tra la Santissima Eucaristia e Maria Vergine è facilmente intuibile dalla pietà e dall’intelligenza dei fedeli. Già gli antichi Padri ne avevano colto il legame inscindibile, scolpendolo con espressioni sublimi, il cui significato è stato accolto anche dalla santa Liturgia. Padre Pio, come pure Pio XII, amavano ricordare la sua presenza sull'altare, così come Ella era presente e partecipe ai piedi della Croce, .
La moderna cristianità pare aver dimenticato quell’intimo ed indissolubile nesso ch’esiste tra la Santissima Eucaristia e la Vergine Madre di Dio, Maria.
Questo nesso non era affatto estraneo ai Padri della Chiesa e, in genere, agli autori antichi. San Gregorio di Nissa, ad esempio, chiama l’Eucaristia Mysterium Virginis (il mistero della Vergine). Sant’Efrem il Siro ha scritto che Maria è quella «vite verginale che ha dato l’uva il cui dolce vino ha apportato sollievo a coloro che piangono». San Massimo di Torino ha asserito che «Maria è la Manna [...] che, come discesa dal cielo, ai fedeli di tutte le Chiese fece fluire un cibo più dolce del miele». È celebre anche l’epitaffio di Abercio (II sec.) in cui l’Eucaristia è definita «il pesce [...] pescato dalla Vergine casta». «Quel pesce (l’Eucaristia) – rileva il Roschini – è di Maria, poiché l’umanità sacrosanta di Cristo, ipostaticamente unita alla divina persona del Verbo, è sua, è stata presa da lei. Quel pesce è tutto di Maria, poiché l’umanità sacrosanta è stata presa tutta da Lei, unicamente da Lei che, oltre ad essere Madre di Cristo, è anche Vergine pura, ossia una Vergine-Madre».
Da queste poche testimonianze risulta chiaro che il nesso tra Maria e l’Eucaristia era ben evidente sin dai primi secoli dell’era cristiana. Tale intima relazione è stata esaustivamente riproposta dal Cardinal Massimi nel 1950: «Il nesso fondamentale – dichiarò – che corre tra i due termini – Maria e l’Eucaristia – è quello che corre tra la madre e il figlio, nesso indiscutibile e della più grande intimità, nesso che resta invariato nonostante che Gesù si nasconda nel Sacramento con i veli eucaristici. Forse che una madre cessa di esser tale, se il Figlio si vela o indossa un nuovo abito?». E alla domanda se possiamo chiamare figlio di Maria il Pane disceso dal Cielo, risponde: «Ben possiamo e dobbiamo chiamarlo così, perché quel Pane, prima di scendere in noi, passò dal seno del Padre nel seno della Madre, previo il libero consenso di Lei, che in un certo senso rappresentava tutto il genere umano». Ecco perché san Massimo di Torino, dopo aver chiamato la Vergine «nutrice del pane celeste», rivolto a Lei esclamava: «Allatta perciò, o Madre, il nostro cibo, allatta il pane celeste, allatta il cibo degli Angeli, allatta Colui il quale ti fece tale da essere fatto Egli stesso in te». Così anche san Pier Damiani: «O mammelle beate che mentre allattano labbra infantili, nutrono il cibo degli Angeli e degli uomini».
A ciò va aggiunta la considerazione che la Vergine amò immensamente e in modo unico la veste eucaristica assunta da Gesù, perché nessuno la conobbe e si compiacque in essa al par di Lei.
Questa intima ed inarrivabile conoscenza che la Vergine ebbe dell’Eucaristia, oltre che affondare le sue radici nella Maternità divina (Maria Santissima diede a Cristo il Corpo, quel medesimo Corpo ch’Egli offrì sulla croce e sotto le specie eucaristiche; non è certamente un caso che la Liturgia ci faccia cantare: «Ave verum corpus natum de Maria Virgine»: Ave o vero Corpo nato da Maria Vergine), scaturisce massimamente dal suo ruolo di Corredentrice del genere umano. Ella, infatti, generando ed allevando Gesù, aveva preparato – ad un tempo – il sacerdote e la vittima del Calvario. Lì, sul Golgota si unì al Sacerdote nell’offrire la Vittima. È quanto afferma il Santo Padre Pio XII alla fine dell’enciclica Mystici Corporis quando scrive: «Fu lei che, immune da ogni colpa, propria o ereditaria, strettissimamente congiunta sempre col suo figlio, lo offrì sul Golgota all’eterno Padre, insieme con l’olocausto dei suoi materni diritti e del suo materno amore, per tutti i figli di Adamo».
Ora, è dottrina della Chiesa che il Sacrificio eucaristico è la rinnovazione del Sacrificio del Calvario. Identico è il Sacerdote, identica la Vittima. Ciò che cambia è solo la cosiddetta ratio offerendi, come afferma il Concilio di Trento. La Vergine Santa, dunque, che nel Sacrificio della Croce ebbe un ruolo così fondamentale, lo ha parimenti nel Sacrificio eucaristico. Nel Sacrificio dell’Altare Ella è e rimane la Madre del Sacerdote e della Vittima, e continua ad associarsi al Figlio nell’offrire l’Ostia immacolata. Giustamente afferma allora san Bonaventura che «poiché questo sacratissimo Corpo ci è stato dato per mezzo di Maria, così per le mani di Lei deve essere offerto (sacrificio) e per le mani di Lei deve essere ricevuto (sacramento)».
Raimondo Giuliani - Fonte
"Communicantes et memoriam venerantes IN PRIMIS GLORIOSAE SEMPER VIRGINIS MARIAE, GENITRICIS DEI ET DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI".
RispondiEliminaIl canone romano ricorda ogni volta, nel cuore della messa, e con meravigliose parole, la Beata Vergine Maria.
Un sorriso amaro da Tosatti, e diversi post interessanti da leggere:
RispondiEliminahttp://www.marcotosatti.com
La realtà del legame indiscindibile tra Maria Santissima e suo Figlio ha però subito una "mutazione" in questi ultimi anni: in importantissimi santuari mariani che ho avuto occasione di visitare (Loreto, Oropa, Einsiedeln in Svizzera) il tabernacolo (che in cartoline di qualche anno fa era davanti alla statua di queste Madonne Nere) è stato "traslocato" altrove. Sì, certo, ora occupa una cappella tutta sua, ma comunque è stato trasferito.
RispondiEliminaQuesto cambiamento che mi è da subito sembrato quantomeno ingiusto: perchè la Madre non deve avere vicino il Figlio? Perchè devo scindere l'adorazione al Figlio dalla venerazione per la Madre? A chi dà fastidio? Non siamo mica un protestanti... o lo stiamo diventando?
Chi ha avuto occasione di frequentare altri importanti santuari mariani potrebbe far sapere se questa situazione si presenta anche lì, o se quella che ho notato io è un'eccezione?
Al nuovo Santuario del Divino Amore a Roma hanno seguito lo stesso criterio. Il Tabernacolo è stato spostato in una cappella piuttosto nascosta. Sotto l'icona della Vergine spicca una menorah ebraica. Però mi ha confortato vedere, nel Santuario vecchio, l'icona originale della Vergine al suo posto sull'Altar Maggiore...
RispondiEliminaIl Santuario del Divin Amore di Roma è frequentato molto dai neocatecumenali, dunque non c'è da sorprendersi.
RispondiEliminaFrilù
Mi permetto di caldeggiare la pubblicazione, come articolo aperto ai commenti dei bloggers, delle mie riflessioni relative agli elogi di papa Francesco a don Lorenzo Milani ed al trambusto mediatico che ne è seguito (riflessioni inviate in tre tranches stamattina, tra i commenti del recente articolo di don Elia; grazie e buon lavoro, cari colleghi).
RispondiEliminaL'umiltà di Maria si fonda sul suo timor di Dio, dono dello Spirito Santo, diadema della sua pienezza di grazia che ne fa l'umile ancella del Signore, anche quando è "scomodo".
RispondiEliminaSe non siamo come lei, inevitabilmente faremo a meno di un Redentore sovente inadeguato a dialogare con tutti e stop come se tutto stesse lì (vangelo oggi: se non ri-conosco Gesù, ma mi limito a contattarlo/conoscerlo come uno dei tanti, non tira una bella aria...).
Faremo a meno anche della volontà del Padre: i comandamenti diventeranno "rigidi legalismi" e insegneremo non ad ignorare uno iota, ma buona parte dell'alfabeto e della grammatica.
Di Regno attenderemo il nostro, al motto "sia la mia volontà ad essere fatta".
Ci sono epoche in cui Satana è “sciolto dalle catene” e questo nostro ne ha tutte le caratteristiche. Il tempo in cui l’uomo, col proprio libero arbitrio, adora chi gli propone “sia fatta la tua volontà”. L’uomo che vorrebbe adorare se stesso più o meno inconsapevolmente (perchè c'è chi ne è consapevole) adora “l’invisibile” ribelle, che gli suggerisce la ribellione a Dio.
C’è una creatura umana che ha fatto al 100% la volontà di Dio: l’Immacolata Concezione, la tutta pura. Maria ha realizzato l’incarnazione di Gesù, per la nostra redenzione.
PS: personalmente -a motivo di quanto dice Gesù a proposito di frutti e alberi buoni- ritengo che oggi vada festeggiato l'anniversario di Medjugorje. Naturalmente attendendo che la Chiesa sappia prendere una posizione che vada al di là delle opinioni personali. In fondo persino Padre Pio fu ritenuto, per qualche anno, un mistificatore. Quanto ai frutti che posso assaggiare da questa Chiesa tanto propensa a non accettare la "postina" quanto a festeggiare Lutero o riverire la Bonino, beh, credo che una bella raccomandata con ricevuta di ritorno, per comparire in verità a render conto di tutta la zizzania che sta seminando, prima o poi arriverà. Una madre può fare la postina e una postina può essere madre...
Anche nel santuario di Loreto i neocatecuminali hanno una sala a loro riservata per la celebrazione del sabato sera, quella dedicata a Madre Teresa di Calcutta (proprio lei che era contraria alla comunione in mano...).Puo' essere solo una coincidenza?
RispondiEliminaNella Chiesa Cattolica il moto perpetuo continua inarrestabile , silenzioso . Appena un anno fa l'interno della Basilica di S.Andrea della Valle si presentava così :
RispondiEliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Sant%27Andrea_della_Valle#/media/File:Lazio_Roma_SAndreaValle1_tango7174.jpg
Ora non piu' !
A distanza di un anno , ieri per la precisione , ho trovato che l'altare principale e' stato esautorato in favore di una piu' scenografica pedana di legno , posta piu' o meno all'altezza del transetto . Sulla pedana un fac-altare con due corte candele bianche e inevitabile mazzo di fiori, microfoni , poltroncine a semicerchio che guardano l'entrata . Il gruppo di banchi che prima erano girati verso l'altare della penultima cappella a sinistra , dove si celebrava la Messa giornaliera , sono stati tutti voltati verso la nuova scenografia con il risultato di dare le spalle al vecchio Tabernacolo .
Gesu' non piu' sugli altari , non piu' lontano, sopra gli scalini , non piu' da temere , Gesu' tra il popolo ... tra poco a Campo de' fiori ? . Il vecchio cordone rosso che stendevano lungo la navata ( una formalita' )per non disturbare la celebrazione della Messa e' andato in pensione . A chi giova l'assetto attuale , si potranno prendere due piccioni con una fava : al centro la Messa e tutt'attorno la visita museale della Basilica ? Comprensivo di andirivieni tra il vecchio Tabernacolo della cappellina e la nuova ara ? Oppure si sono premuniti di tavolino servitore come ho gia' visto altrove ?
In un misto di sorpresa dolore e sdegno i piedi mi hanno portato verso il piccolo Bambino Gesu' dagli occhi cerulei di S.Gaetano , nella stessa cappella dove si venera la Madonna della Purita' .
Ah dimenticavo , all'ingresso , sul lato destro , un addetto gestisce le cuffiette auricolari esplicative delle opere d'arte .
./.
RispondiEliminaCome poter pregare davanti al'Eucaristia nel Tabernacolo ?
Semplice, mettendosi in ginocchio sul provvido scalino di marmo che sostiene la balaustra che delimita il piccolo altare a sinistra .
Gesù, Maria vi amo, salvate anime !
Questo articolo e l'autore del terzo millennio lo mettiamo sotto il manto Della Madre di Dio :
RispondiEliminaGesù, Maria vi amo, salvate anime !
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/la-sindrome-di-stoccolma-dei-4-cardinali-sessantottini/
Magnificat
anima mea Dominum,
et exultavit spiritus
in Deo salutari meo
quia respexit humilitatem ancillae suae,
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes
generationes
quia fecit mihi magna, qui potens est:
et Sanctus nomen eius
et misericordia eius a progenie in progenies
timentibus eum.
Fecit potentiam in brachio suo,
dispersit superbos mente cordis sui,
deposuit potentes de sede,
et exaltavit humiles;
esurientes implevit bonis,
et divites dimisit inanes.
Suscepit Israel, puerum suum,
recordatus misericordiae suae,
sicut locutus est ad patres nostros,
Abraham et semini eius in saecula.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto
sicut erat in principio et nunc et semper
et in saecula saeculorum. Amen.
È da cristiani proclamare il Magnificat dopo essere stati apostrofati nei termini dell'articolo che tira fuori addirittura la "sindrome di Stoccolma"
RispondiEliminaArticolo che li ha dipinti pure come sorta di sessantottini.
RispondiEliminaPeccato che all'auto re, già che c'era, non è venuto in mente di suggerire che i 4 cardinali son anche sorta di argentini, un po' marxisti: avrei riso di più.
Coroncina a sant'Andrea Avellino contro la morte improvvisa
RispondiEliminaI.- Gloriosissimo sant'Andrea Avellino, che sei venerato
come protettore contro la morte improvvisa,
fiduciosamente Ti preghiamo di preservarci da un
male così pericoloso e frequente.
Pater, Ave, Gloria
II.- Gloriosissimo Santo, se mai per i giusti giudizi di
Dio noi dovessimo essere colpiti da malattie o disgrazie
che mettono improvvisamente in pericolo la nostra vita,
Ti preghiamo di ottenerci almeno il tempo per ricevere
i Santi Sacramenti e morire in grazia di Dio.
Pater, Ave, Gloria
III.- Gloriosissimo Santo, che patisti prima di
morire per gli assalti del demonio una fiera agonia,
dalla quale Ti liberarono la Beatissima Vergine
Maria e san Michele Arcangelo, Ti preghiamo di
aiutarci nel punto della nostra morte.
Pater, Ave, Gloria
(Con approvazione ecclesiastica )
https://gloria.tv/video/FQYKpPq3JefK27mPQngGnhLth
Mic ho una ennesima anteprima per te: ci sarà un convegno sulla figura di Maria che è stata spesso esasperata nel suo ruolo, togliendo centralità alla sacra verità. Si inizierà dopo le vacanze estive.
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