Ha iniziato le pubblicazioni la nuova collana di monografie edita dalla Leonardo da Vinci (Roma) con il nome di “Divinitas Verbi – Quaderni di epistemologia teologica”.
Ecco il piano editoriale:
- Teologia e Magistero, oggi, a cura di Antonio Livi, con contributi di Ignacio Andereggen, Serafino Lanzetta, Antonio Livi, Enrico Maria Radaelli, Fabrizio Renzi, Piero Vassallo (2017).
- Mario Oliveri, Lettere di un vescovo al Papa sulla questione dottrinale nella Chiesa, raccolte e commentate da Antonio Livi (2017).
- Giuseppe Siri, Getsemani. Riflessioni sul movimento teologico contemporaneo, nuova edizione commentata a cura di Antonio Livi (2018).
- Antonio Livi, L’anarchismo ermeneutico in teologia (2018).
- Jaime Mercant Simó, Karl Rahner y su interpretación transcendental de la teología tomista (2019).
Il primo volume della collana, ideata e diretta da Antonio Livi, si intitola Teologia e Magistero, oggi (Leonardo da Vinci, Roma 2017, pagine 160, euro 20,00; ISBN: 978-88-94900-02-6).
Assieme al direttore Antonio Livi, collaborano alla monografia il teologo argentino Ignacio Andereggen e i teologi italiani Serafino Lanzetta ed Enrico Maria Radaelli. Due filosofi competenti in materia di epistemologia teologica, Fabrizio Renzi e Piero Vassallo, completano il volume commentando opere recenti sui rapporti tra teologia e Magistero.
La linea editoriale della collana è illustrata dal direttore Antonio Livi nella Presentazione di questo primo volume:
Il volume può essere acquistato in libreria oppure direttamente online (www.editriceleonardo.net).«I “Quaderni di epistemologia teologica” riguardano direttamente il metodo e la coerenza logica della teologia come “scienza della fede”.Ma, siccome la fede cattolica – che la teologia assume come suo specifico oggetto di indagine – non è qualcosa di indeterminato e indeterminabile, ma ha un suo ben determinato «nucleo dogmatico» che fa capo al Magistero ecclesiastico, è inevitabile che la valutazione di una proposta o di un sistema di teologia implichi anche l’esame di come quella proposta o quel sistema si rapporti al Magistero.È ciò che specificamente viene fatto in questo primo Quaderno, dedicato appunto a esaminare lo stato attuale dei rapporti tra teologia e Magistero.Ovviamente, in un’ottica di rigorosa epistemologia teologica, le valutazioni critiche devono riguardare solo le libere opinioni dei teologi e non il dogma che il Magistero formalmente enuncia e autorevolmente interpreta.Pertanto, riguardo agli insegnamenti del Magistero, né io né gli altri autori dei contributi qui pubblicati intendiamo assumere un atteggiamento di autonomia o di contestazione, come purtroppo fanno quei teologi che si collocano sullo stesso piano di autorevolezza dell’Ecclesia docens e considerano i documenti magisteriali come espressione di altrettante opinioni teologiche, quando non si ritengono addirittura i più fedeli interpreti del Vangelo sotto la guida dello “Spirito”.Non è certamente la critica del Magistero il proposito che mi ha guidato nel riunire qui i testi che seguono, perché sono assolutamente convinto che da un punto di vista rigorosamente epistemologico il compito della teologia è circoscritto all’elaborazione e alla discussione pubblica di ipotesi di interpretazione scientifica del dogma, senza pretendere di sostituirsi al Magistero, cui invece spetta, per diritto divino, il compito di enunciare formalmente il dogma.Io non intendo quindi dare voce e spazio a discorsi di valutazione critica dell’autentico Magistero della Chiesa; intendo piuttosto sviluppare, assieme agli altri autori di questo primo Quaderno, una critica ben ponderata di quella teologia che contesta oppure esalta – e in ogni caso giudica – il Magistero della Chiesa sulla base di interpretazioni della dottrina della fede (il dogma) e del munus docendi della sacra Gerarchia (il Magistero) che alla luce delle incontrovertibili (anche se ignorate) leggi del pensiero risultano incoerenti (= criticamente insostenibili)».
(non si può tacere....) ancora nomine scellerate di questo pontificato: un abortista alla Pontificia Accademia per la Vita
RispondiEliminahttp://www.marcotosatti.com/2017/06/14/questa-si-che-e-una-novita-in-vaticano-ce-un-abortista-alla-pontificia-accademia-per-la-vita/
RispondiElimina@ Una bella e importante iniziativa, però...
Dalla presentazione di mons. Livi se ne ricava, a quanto pare, che è vano sperare
in un discorso (anche moderatamente) critico nei confronti di certi testi del Vaticano II - per intenderci un dibattito pubblico come quello vanamente auspicato a suo tempo da mons. Gherardini.
E quando dico "critico", intendo sempre un discorso ponderato e prudente sì, ma condotto nello stesso tempo all'insegna del principio, valido in eterno: "amicus Plato, sed magis amica veritas".
PP
OT
RispondiEliminaIncendio a Londra.
(Ieri o ieri l'altro W.Schaeuble ha gettato ponti d'oro all'UK per un ritorno nella UE.Mio personale ricordo e mio personale abbinamento)
Caro PP,
RispondiEliminaPurtroppo sembra che gli uomini di Chiesa non se interessano più per la verità. Non me ricordo di un grade dibattito pubblico nella Chiesa negli ultimi 57 anni. Non se tratta di mancanza di materia per il dibattito, nè di personalità che hanno sollevato delle questioni importanti in questo tempo. Mons. Lefebvre, Mons. De Castro Mayer, i Cardinali Ottaviani e Bacci, Romano Amerio, Mons. Gherardini e altri non hanno ricevuto nessuna risposta, le sue opere vanno nel senso di provocare un dibattito pubblico che l'altra parte mai ha accetato fare. Se tratta di una precisa strategia di silenzio che ricorda quella del III Reich di non rispondere la Mitter Brennender Sorge.
In questo tempo sono stati pochi i vescovi che hanno fatto come S. Agostino o S. Alfonso e hanno risposto ai suoi adversari. Sembrano non vogliere più la via della polemica, hanno scelto la via del dialogo, la via del politicamente correto che altra non è che la via irenica. Gli ultimi vescovi che hanno affrontato le questione del Concilio polemicamente sono stati Mons. Lefebvre e Mons. Antonio de Castro Mayer. Oggi che la crise sta in una fase decisiva, non abbiamo più qualcuni come loro.