Padre Enrico Zoffoli, passionista, salì al cielo carico di meriti ventuno anni fa, il 16 giugno 1996. dopo una vita spesa a santificare sé stesso e il prossimo sia col ministero sacerdotale, sia nel sostenere vocazioni, sia nell'insegnamento presso la Pontificia Facoltà san Tommaso d'Aquino, sia negli scritti di agiografia, apologetica, spiritualità, teologia. Per introdurlo proponiamo alcuni suoi brevi brani sul mistero della transustanziazione.
Altare del Calvario, nell'omonima Cappella della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme |
Non sarebbe possibile nulla di tutto ciò che il rito è in sé e comporta - dato lo scopo per il quale è stato istituito - senza il prodigio della transustanziazione. Gesù ha voluto rendere presente il Sacrificio della croce quanto al suo profondo nucleo di Mistero della salvezza, velando gli elementi empirici della propria natura umana dolorante. Elementi che poterono verificarsi una sola volta, quando costituirono il sacramento del Sacrificio per i testimoni della Passione.
Ora, perché il MISTERO fosse presente ai futuri credenti di tutti i luoghi e i tempi, era indispensabile un diverso sacramento, reperibile ovunque e sempre: quello degli accidenti del pane e del vino interamente trasformati nella sostanza del Corpo e del Sangue della Vittima.
Per conseguenza, senza questo prodigio - massimo di tutti i possibili -, non avremmo potuto avere la Messa quale SACRAMENTO DEL SACRIFICIO. Avremmo avuto il SACRIFICIO IN SÉ, raggiunto dalla fede alla luce della Rivelazione; non però il SACRIFICIO CELEBRATO sensibilmente come supremo atto pubblico di culto, comprendente la consumazione della Vittima offerta, quale parte integrante del rito eucaristico, simbolo più sublime dell'unità dei fedeli, membri del Corpo Mistico.
Logico perciò l'atteggiamento dei Protestanti, che:
- negano il Sacrificio della Messa;
- negano la transustanziazione;
- negano il sacramento dell'Ordine sacro;
- negano il sacerdozio ministeriale;
- negano la Chiesa Gerarchica;
- negano il suo Magistero infallibile.
- negano il Sacrificio della Messa;
- negano la transustanziazione;
- negano il sacramento dell'Ordine sacro;
- negano il sacerdozio ministeriale;
- negano la Chiesa Gerarchica;
- negano il suo Magistero infallibile.
Tutto, per loro, si risolve in un fatto di coscienza, quale atto di fede nella Parola di Dio, interpretata ciascuno secondo l'incontrollata e incontrollabile mozione interiore dello Spirito.
Ma a noi, più che altro, interessa riflettere sulla transustanziazione, decisamente respinta ed irrisa da quanti, negando la messa COME SACRIFICIO, la riducono ad un CONVITO ESCLUSIVAMENTE COMMEMORATIVO DEL SACRIFICIO..., spingendosi a ritenere pane e vino consacrati come un puro simbolo della mistica presenza di Cristo e dell'unione - in Lui - fra tutti i commensali.
Appunto l'eresia ripetutamente e solennemente condannata dalla Chiesa.
* * *
La vera, reale e sostanziale presenza di Cristo (Conc. di Trento, D-S 1636), indispensabile perché la Messa evidenzi l'unico e irripetibile Sacrificio della croce, esige necessariamente la transustanziazione.
La Chiesa, da quando all'inizio del secolo XIII, sotto Innocenzo III, ha cominciato a parlarne, l'ha sempre intesa come conversione di tutta la sostanza (= materia e forma) del pane e del vino nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo... La voce usata esprime la verità di fede così fedelmente, che impugnerebbe il dogma chi presumesse di sopprimerla (cf. Innocenzo III, D-S 782; Conc. Later. IV, iv. 802; Conc. Ecum. II di Lione, iv. 860; Conc. Ecum. di Firenze, iv. 1352).
Il Concilio di Trento ne conferma l'esattezza, contro la teologia protestante del tempo, osservando: «...Convenienter et proprie a sancta catholica Ecclesia "transustantiatio" est appellata» (iv. 1642). E ancora nel canone: «...Quam quidem conversionem catholica Ecclesia aptissime "transustantiationem" appellat» (iv. 1652).
Pio IV, nella sua Professio fidei Tridentina, conferma tutto (Iniunctum nobis, iv. 1866). E così pure Benedetto XIV (D-S 2535), Pio VI contro il Sinodo di Pistoia (iv. 2629), Pio XII nella provvidenziale enciclica Mediator Dei, 57 (iv. 3848).
Degna di particolare rilievo la sua avvertenza a proposito di quanti negano la transustanziazione, in base ai pregiudizi dell'empirismo, del fenomenismo, del positivismo, dell'agnosticismo antimetafisico...: «Né mancano coloro che sostengono che la dottrina della transustanziazione, in quanto fondata su di un concetto antiquato di sostanza, deve essere corretta in modo da ridurre la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia ad un simbolismo, per cui le specie consacrate non sarebbero altro che segni efficaci della presenza di Cristo e della sua intima unione nel Corpo mistico con i membri fedeli» (Humani generis, 16, iv. 3891).
Paolo VI torna sull'argomento contro le teorie che, invece di sostenere la transustanziazione, che indica il livello ontologico del prodigio, preferiscono limitarsi ad una transignificazione e transfinalizzazione che, pur essendo innegabili, la suppongono necessariamente (MF, 4).
«Cristo - spiega nella Professione di fede - non può essere presente in questo sacramento se non mediante la conversione nel suo Corpo della realtà stessa del pane e mediante la conversione nel suo Sangue della realtà stessa del vino, mentre rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del vino percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata dalla Chiesa, in maniera assai appropriata, transustanziazione».
* * *
Sembra che ciò non basti al pontefice, perché insiste sviluppando il pensiero: «Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue adorabili del Signore Gesù ad essere realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino, proprio come il Signore ha voluto, per donarsi a noi in nutrimento e per associarci all'unità del suo Corpo mistico...» (iv.).
(p. Enrico Zoffoli, «Questa è la Messa, non altro!», edizioni Segno, 1994, ISBN 88-7282-143-6; la citazione è tratta dalle pagg. 66-69)
(p. Enrico Zoffoli, «Questa è la Messa, non altro!», edizioni Segno, 1994, ISBN 88-7282-143-6; la citazione è tratta dalle pagg. 66-69)
La messa è il sacrificio di Cristo, nel quale Lui si immola come Vittima Innocente [Hostiam puram, Hostiam sanctam, Hostiam immaculatam] sotto i segni sacramentali. Il Magistero della Chiesa ci insegna come dobbiamo partecipare a questo sublime sacrificio dell’altare: “... i fedeli devono unirsi a questo sacrificio offrendo se stessi come vittime”.
“Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri [...] è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Eb 9, 11-14)Ogni altro sacerdote offre qualcosa fuori di sé, Cristo ha offerto se stesso; ogni altro sacerdote offre delle vittime, Cristo si è offerto vittima! Sant’Agostino ha racchiuso in una formula celebre questo nuovo genere di sacerdozio, in cui sacerdote e vittima sono la stessa cosa: “Ideo victor, quia victima, et ideo sacerdos, quia sacrificium”: vincitore perché vittima, sacerdote perché vittima” (Confessioni, 10,43)
Anche la nostra disposizione deve essere quella di vittime, offrendoci con tutto il nostro essere, con tutta la nostra anima, con tutta la vita, insieme a Lui, uniti a Cristo Vittima Innocente. Uniti a Lui, con Lui e in Lui, per mezzo dello Spirito Santo, in quanto membra del del Suo Corpo Mistico, ai piedi del suo stesso Altare. Se noi non abbiamo questa disposizione interiore, quella di unirci con tutto l’essere al sacrificio che Cristo realizza ogni volta hic et nunc sulla croce, la nostra offerta è solo esteriore, e quindi farisaica. Se ci uniamo al sacrificio eucaristico di Gesù, il fuoco dello Spirito Santo, che brucia il pane trasformandolo nella carne dell’Agnello, brucia tutto ciò che è in noi non è gradito a Dio e fa sì che quanto avviene presso l'Altare diventi anche nostra vita.
Perciò nella Messa, dove si rinnova la sua morte in croce, dobbiamo essere immolati con Lui, per essere presentati, con Lui e in Lui, al Trono dell'Altissimo come unico sacrificio santo e gradito a Dio. Questo è la Messa. Che è anche ringraziamento Lode e Adorazione nonché Santa Comunione proprio per quanto si compie ad Opera del Signore.
Ogni altra 'forma' non è altro che scimmiottatura e banalizzazione, quando non è profanazione.
Segnalo anche un'altra pagina di padre Zoffoli, sull'Eucarestia, tanto per avere un'idea del calibro di questo sacerdote.
RispondiEliminaLa Messa Novus Ordo è definita da Paolo VI come ("Institutio Generalis Missalis Romani", Capitolo II):
RispondiEliminaLa cena del Signore, o meglio la messa, è la sacra riunione ovvero la congregazione del popolo di Dio che si raduna insieme, sotto la presidenza del sacerdote, per celebrare il memoriale del Signore. Per tale ragione la promessa di Cristo “Dovunque due o tre persone sono riunite nel mio nome, là io mi trovo in mezzo a loro” (Mt, 18,20), vale in modo eminente per la congregazione della santa chiesa locale.
A questo proposito, i cardinali Ottaviani e Bacci, nel "Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae" fanno notare che:
La definizione di Messa è dunque limitata a quella di «cena», il che è poi continuamente ripetuto (n. 8, 48, 55d, 56); tale «cena» è inoltre caratterizzata dalla assemblea, presieduta dal sacerdote, e dal compiersi il memoriale del Signore, ricordando quel che Egli fece il Giovedì Santo.
Tutto ciò non implica: né la Presenza Reale, né la realtà del Sacrificio, né la sacramentalità del sacerdote consacrante, né il valore intrinseco del Sacrificio eucaristico indipendentemente dalla presenza dell'assemblea. Non implica, in una parola, nessuno dei valori dogmatici essenziali della Messa e che ne costituiscono pertanto la vera definizione. Qui l'omissione volontaria equivale al loro «superamento», quindi, almeno in pratica, alla loro negazione.
A proposito di Paolo VI e della Transustanziazione. I cardinali Bacci ed Ottaviani nel Breve Esame Critico fanno notare che nel Novus Ordo Missae "alla Presenza Reale e permanente di Cristo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità nelle Specie transustanziate non si allude mai. La stessa parola transustanziazione è totalmente ignorata." Inoltre, a proposito del secondo canone, sempre nel Breve Esame Critico, scrissero: "Di esso si è potuto scrivere, tra molte altre cose, che può essere celebrato in piena tranquillità di coscienza da un prete che non creda più né alla transustanziazione né alla natura sacrificale della Messa, e che quindi si presterebbe benissimo anche alla celebrazione da parte di un ministro protestante."
RispondiEliminaRicordo a tutti che questa non è una pagina di slogan da stadio sul solito Paolo VI.
RispondiEliminaSi può dire allora che NO è un incontro di preghiera?
RispondiElimina@Esistenzialmente Periferico
RispondiEliminaNell'articolo si parla del Santo Sacrificio della Messa. Dato che la quasi totalità di coloro che si professano cattolici si recano alla Messa Novus Ordo di Paolo VI, non penso che riportare la concezione di transustanziazione sottesa a tale Messa costituisca uno "slogan da stadio sul solito Paolo VI". Inoltre, dall'articolo sembra che la concezione di Paolo VI della transustanziazione sia quella ortodossa. Questo, a mio giudizio, e con grande rispetto dell'autore, non è corretto.
Dal martirologio romano, 16 giugno:
RispondiEliminaSS. Quirico e Giulitta
In Asia minore, ricordo dei SS. Quirico e Giulitta, martiri.
B. Tommaso Reding
A Londra in Inghilterra, ricordo del B. Tommaso Reding, martire, monaco della locale Certosa, che, sotto Enrico VIII, difese con fermezza l’unità della Chiesa, e per questo venne gettato in prigione, dove portò a compimento il proprio martirio per Cristo.
B. Antonio Costanzo Auriel
Al largo del porto di Rochefort, in Francia, ricordo del B. Antonio Costanzo Auriel, presbitero e martire, che, vicario parrocchiale, al tempo della Rivoluzione Francese, rinchiuso perché sacerdote in una terribile nave-prigione, vi perì colpito da malattia mentre aiutava e confortava i compagni di prigionia.
SS. Domenico Nguyen e compagni
A Lang Coc, nel VietNam, ricordo dei SS. martiri Domenico Nguyen, medico, Domenico Nhi, Domenico Mao, Vincenzo e Andrea Tuong, contadini, che insieme, perché cristiani, vennero arrestati e sottoposti a numerose torture durante la prigionia, ed infine decapitati, sotto l’imperatore Tu-Duc.
Inoltre, dall'articolo sembra che la concezione di Paolo VI della transustanziazione sia quella ortodossa. Questo, a mio giudizio, e con grande rispetto dell'autore, non è corretto.
RispondiEliminaSe è vero che il NO rende possibile l'annacquamento di molti elementi portanti della fede, non è corretto attribuire al NO l'inesistenza della transustanziazione tout court... Certo il discorso diventa problematico nella misura in cui aumentano i sacerdoti che non ci credono e di conseguenza nella formula consacratoria viene meno l'intenzione della Chiesa di sempre. Ma darlo come scontato in ogni caso non è esatto.
Nella gioiosa fretta di segnalare qualche scritto di padre Zoffoli ho incautamente indicato questo sulla Transustanziazione che ha fatto storcere il naso a diversi professorini anonimi che impestano questo blog.
RispondiEliminaIl vecchio detto sul Concilio Vaticano II ("le cose che erano buone non erano nuove, le cose che erano nuove non erano buone") è stato preso sul serio da diversi autori che a prima vista (e solo a prima vista) sembrano essersi sbracciati a favore del Concilio e degli ultimi cinque o sei Pontefici. Uno di questi autori è padre Zoffoli - i libri del quale, mi dicono, le biblioteche della SSPX ospitano letteralmente ovunque, non certo per far sembrare pieni gli scaffali.
Colgo l'occasione per insultare nuovamente coloro che tentano di ridurre la storia della Chiesa in bianco e nero, credendo che il solo nominare uno scritto compatibile con la prima metà del vecchio detto sopracitato squalifichi automaticamente l'autore. Autore che meriterebbe quantomeno la nostra ammirazione, se si conoscesse almeno vagamente il suo calibro (era proprio questo lo scopo del citare un paio di brani di suoi scritti).
È desolante che basti solo nominare l'altalenante Paolo VI (persino nella rara occasione in cui dice una cosa accettabile) per scatenare reazioni pavloviane. E lo dice il sottoscritto, che tutto è fuorché un fan dell'esecrabile papa Montini.
Padre Zoffoli mi sta a cuore per numerosi motivi. Tra questi, il suo Dizionario del Cristianesimo, di rara chiarezza e puntualità e ragionevolmente facile da leggere. Al punto che lo consigliai caldamente ad un'amica, aderente ad un movimento ecclesiale carismatico, che mi aveva confidato che per approfondire la fede voleva iscriversi all'Istituto diocesano di scienze religiose. Le dissi che l'Istituto le avrebbe fatto perdere la fede, mentre quel Dizionario gliel'avrebbe fatta riscoprire.
Ovviamente si iscrisse di lì a poco all'Istituto, poiché tale titolo di studio era richiesto per un corso allievi ufficiali interno al suo movimento, e la bubbola del riscoprire la fede era solo un modo di pavoneggiarsi e di non far scoprire la propria ambizione di contare finalmente qualcosa in quel gruppo di zitelle grassottelle pateticamente flirtanti. Non ho più avuto notizie della sua fede, per fortuna.
Tempo dopo, in un vecchio blog a tema spirituale che tenevo all'epoca, pubblicai le singole pagine di appunti che avevo preso durante la lettura dei primi capitoli di quel Dizionario, abusivamente intitolandoli "corso di cresima", senza indicare da dove avevo pescato quel materiale, ricevendo una quantità di complimenti per la mia "preparazione" (cioè quella di padre Zoffoli) e di richieste del testo su cui mi basavo.
Quei pochi che hanno conosciuto l'opera e la persona di padre Zoffoli sanno anche che è stato letteralmente dichiarato non-persona dai modernisti (che a Roma arrivarono addirittura a comprare in blocco i suoi libri per mandarli al macero, affinché non finissero nelle mani di preti e seminaristi), non solo a causa della sua documentatissima denuncia sulle eresie dei neocatecumenali. Sminuirne il valore solo perché non fece gesti alla don Floriano (quello che pubblicamente consegnò i testi del Concilio alle fiamme) è davvero da cretini.
Ragazzi... protestare a volte SERVE:
RispondiEliminahttps://www.churchmilitant.com/news/article/dutch-bishop-cancels-prayer-service-for-gay-parade
Il gay pride olandese che avrebbe dovuto partire con la "benedizione" dentro la cattedrale di 's-Hertogenbosch ("Bosco Ducale"), non partirà più dalla cattedrale: il vescovo ha ritirato il permesso. Certamente non si può dire che sia "caduto da cavallo", a leggere le motivazioni; ma almeno non ci sarà una grave dissacrazione.
A me no.
RispondiEliminaCome mai?
A quel link era reperibile l'elenco di TUTTE le Messe Tridentine celebrate al mondo. Esattamente di quelle "Una Cum". Ovvero SP (o comunque permesse o almeno "tollerate" dalle Curie, dai tempi dell'indulto del 1984, se non pure da prima) e FSSPX.
http://messemonde.free.fr/Wikini/wakka.php?wiki=PagePrincipale
Padre Zoffoli è stato un grandissimo.
RispondiEliminaAvrebbe meritato il cardinalato.
Non so quanti di voi sono a conoscenza che una delle sue ultime opere, è stato un trattato di "apologetica" concepito per confutare le tesi di coloro che reputavano NON CATTOLICO il pensiero di Giovanni Paolo II. Se un grande come Padre Zoffoli ha dovuto scrivere un trattato su tal tema, io qualche domanda me la porrei. Del tipo: se si deve scrivere un trattato, VUOL DIRE CHE NON è EVIDENTE. Come mai nessuno ha mosso una accusa simile, a nessuno dei Papi pre-conciliari?
Papi e Dintorni. Marco Tosatti
RispondiEliminaIL PAPA IN LATERANO. CORRIDOIO PROIBITO AI SALUTI DI PRETI SUORE E LAICI. SOLO MIGRANTI E RIFUGIATI, PLEASE….
Salve,
RispondiEliminaCome è dove si puo aver accesso alla lettura dei libri di p. Zoffoli?
Grazie
MTS
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
RispondiEliminasabato 17 giugno 2017
Vieni avanti Bergoglio..
Il prossimo attacco teologico sarà alla Presenza Reale di Gesù Cristo nella santa Eucarestia
LNBQ,Un'Ostia sollevata per confermare gli increduli Il prodigio pubblico di Lourdes approda in Vaticano
RispondiEliminadi Andrea Zambrano
18-06-2017
Ricossa Cristiana,Festività del Corpus Domini – Magistero del Venerabile Papa Pio XII
RispondiEliminaEcco, e oggi pomeriggio, predica del Corpus Domini, dal prete che sostituisce il titolare per qualche settimana, ho "imparato" che la Messa è una "festa", che il Sacrificio non c'entra niente con la sofferenza (ma è solo un "fare sacro"), e qualche altra beata sciocchezza sulla stessa falsariga. Chiesa iscritta nella mia lista nera, fino al rientro del titolare.
RispondiEliminaSig.ra Irina,
RispondiEliminase vuole postare un collegamento ipertestuale(link), occorre che faccia copia incolla dell'indirizzo URL e non del titolo dellìarticolo che vuole condividere.
Esempio riferito a Riscossa Cristiana:
https://www.riscossacristiana.it/festivita-del-corpus-domini-magistero-del-venerabile-papa-pio-xii/
Dipiace vedere che alcuni commenti non allineati vengano censurati. Che il Novus Ordo sia invalido non ho alcuna autorità per sostenerlo, per dire invece che sia ambiguo e dubbio bastano e avanzano gli occhi e il cervello e si dia il caso che almeno questi li possegga! Continuare a promuovere la frequantazione del Rito Antiquor come se fosse comunque "una forma, insieme a quella del Novus Ordo, dello stesso rito " è un atto di profonda disonestà intellettuale. Si abbia il coraggio di dire le cose come stanno altrimenti si eviti di pronunciare mezze verità che di fatto sono solo menzogne. Il novus ordo, "un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica sulla Messa"(cfr Breve esame critico)non deve assolutamente essere frequntato, pena il concorrere consapevolemnte ad offendere Nostro Signore nell'atto più sacro che ci sia: la Rinnovazione incruenta del Santo Sacrifico della Croce. Mic, parli tanto ma in fin dei conti sembra che tu, anche se sei in "buonissima" compagnia, abbia decisamente più timore degli uomini che di Dio. Non ci si salverà, facendo sempre e comunque di testa nostra: prima o poi una posizione chiara occorre assumerla, tenendo conto che il poi è nelle mani di Dio, e non sappiamo fino a che putnto possiamo approfittarne! Intelligenti pauca!
Ultimo Anonimo,
RispondiEliminanon si può pubblicare un post, per quanto condivisibile in alcune affermazioni, che dica apoditticamente che partecipare al NO è peccato mortale....
Il resto della sua filippica è privo di senso.
Circa il suo appunto a Irina, la segnalazione dell'articolo è sufficiente, perché il resto può essere colmato dalla ricerca...
RispondiElimina“Mio Signore e mio Dio!”
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=WBLGBs8KV_k