Il nazionalsocialismo tedesco programmò e praticò quello che in codice venne definita Operazione T4. Una vera e propria eutanasia di Stato che avrebbe causato circa 70 mila morti, in gran parte disabili fisici e mentali, ma anche mutilati, persone con la sindrome di Down o affette da malattie degenerative.
La voce più autorevole che si levò contro questa vergogna fu quella del vescovo cattolico di Münster, Clemens August Graf von Galen, che in una sua predica, datata 3 agosto 1941, disse queste parole su cui in queste ore è importante meditare:
«(…) Da qualche tempo ci giunge notizia che, in case di cura e istituti per disabili mentali, i pazienti già da lungo tempo malati e che forse sembrano incurabili vengono soppressi coercitivamente, per ordine di Berlino. Regolarmente, dopo breve tempo i parenti ricevono comunicazione che il malato è deceduto, che il cadavere è stato cremato e che è possibile farsi recapitare le ceneri. In generale domina il sospetto, vicinissimo alla certezza, che questi numerosi decessi inattesi di malati di mente non avvengano in modo naturale, ma vengano causati di proposito secondo il principio per cui si pensa di poter sopprimere le cosiddette vite indegne di essere vissute, cioè uccidere esseri umani innocenti quando si pensi che la loro vita non sia più di valore per il Popolo e lo Stato. È un insegnamento spaventoso, che legittima l’omicidio di innocenti, e che fondamentalmente ammette l’uccisione forzata dei non più abili al lavoro, degli storpi, dei malati incurabili, degli anziani (…).»«Come ho saputo da fonti affidabili, ora anche nelle case di cura e negli istituti della Provincia di Vestfalia vengono redatte delle liste [di eliminazione NdT] (…).Già il 26 luglio avevo inoltrato una accorata protesta scritta all’Amministrazione della Provincia di Vestfalia, che sovrintende a questi istituti. Non vi è stato nessun seguito! (…) Quindi dobbiamo tenere conto del fatto che i poveri e indifesi malati, presto o tardi, vengano soppressi. Perché? (…) Si giudica così: essi non possono più produrre beni e sono come una macchina che non funziona più, sono come un vecchio cavallo che si è azzoppato senza poter guarire; sono come una mucca che non dà più latte. Che si fa con questa vecchia macchina? Viene demolita. Che si fa con un cavallo zoppo, con un capo di bestiame improduttivo? No, non spingerò all’estremo il paragone – tanto è spaventosa la sua chiarezza! Ma qui non si tratta di macchine, non si tratta di un cavallo, o di una mucca (…).No! Qui si tratta di esseri umani, di nostri simili, nostri fratelli e sorelle! Povere persone, poveri malati, improduttivi, a mio parere! Ma con ciò il diritto alla vita viene loro tolto? Tu hai, o io ho il diritto alla vita finché siamo produttivi? Finché veniamo riconosciuti come produttivi da qualcuno?Quando si dispone e si utilizza il principio che si possa uccidere il nostro fratello „improduttivo“ allora guai agli invalidi, che hanno impiegato, sacrificato e perso nel processo di produzione la loro forza e le loro ossa sane! Quando è permesso di eliminare a forza il nostro fratello improduttivo, allora guai ai nostri soldati, che fanno ritorno in Patria come feriti gravi di guerra, come storpi e come invalidi!! Una volta ammesso che gli uomini abbiano il diritto di uccidere fratelli “improduttivi“, – anche se per il momento ciò riguarda solo poveri e indifesi malati di mente – allora è consentito l’omicidio di tutti gli esseri umani “inutili”, cioè dei malati incurabili, degli storpi inabili al lavoro, degli invalidi civili e di guerra. Allora è consentito l’omicidio di noi tutti quando saremo diventati vecchi, segnati dagli anni e improduttivi. (…)
Chi potrà più aver fiducia di un medico? Potrebbe denunciare il suo paziente come improduttivo e ricevere istruzioni per ucciderlo. È impossibile immaginare quali abissi di depravazione morale e di generale diffidenza perfino nell’ambito famigliare toccheremmo, se tale orribile dottrina fosse tollerata, accettata, messa in pratica.Sventura al genere umano, sventura alla nostra nazione tedesca se non solo viene infranto il santo comandamento di Dio: non uccidere, che Dio proclamò sul monte Sinai tra tuoni e lampi, che Dio nostro creatore impresse nella coscienza del genere umano fin dall'inizio del tempo, ma si tollera e ammette che tale violazione sia lasciata impunita ».
Profezie laiche
RispondiElimina"L'uomo sarà felice solo quando avrà ucciso quel cristianesimo che gli impedisce di essere uomo. Ma non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà, perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l'irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l'aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il vangelo".
Ludwig Feuerbach, L'essenza del cristianesimo
La Chiesa Cattolica di allora disse quelle parole coraggiosissime. Quella di adesso sta zitta o loda Pannella, Bonino e la compagnia eutanasica ed abortista. Qualcuno nota la differenza o è tutto normale?
RispondiEliminaI nazisti che avevano ordito quella inumana campagna di sterminio sono stati bollati giustamente come cattivissimi mentre gli attuali Illuminati Signori del Mondo sono buonissimi per legge. Evidentemente è un'altra prova delle capacità del regime orwelliano che ci hanno imposto e che li ha "degnamente" rimpiazzati superandoli in nefandezze.
Miles
Chiedo preghiere per la città di Torre del Greco interessata da un mega incendio sul Vesuvio, costringendo alcune famiglie a lasciare le proprie abitazioni. Deus noster, miserere nobis.
RispondiEliminaScusate se vado fuori tema, vorrei solo consigliare quanto scritto da Aldo Maria Valli quest'oggi.... Teresa
RispondiEliminaAlla cortese attenzione della dott.ssa Guarini.
RispondiEliminaHo letto che il Motu Proprio appena uscito, Maiorem hac dilectionem, stravolge tutte le regole per la creazione di nuovi santi e beati finora usate, io l'ho letta, ma non sono specialista, ma mi lasciano perplesso alcune condizioni poste per il riconoscimento di una vita 'santa' donata alla chiesa, non so cosa si voglia affermare con questo, gradirei una sua pur piccola spiegazione esegetica. Grazie.Lupus et Agnus.
Carissimo,
RispondiEliminaNon si fa in tempo a stargli dietro. Ne abbiamo segnalate tante di distorsioni! Invano, perfino tra i pastori di riferimento...
Non ho ancora letto quest'ultima, ma noto che ci sta letteralmente sommergendo.
Se permette le passo la traduzione di un post di Fr.Ray Blake in proposito
RispondiEliminaHo appena letto i nuovi criteri per una determinata categoria di martiri, coloro che danno la propria vita per gli altri. Può darsi che io sia ipercritico o sia un po' ansioso per tutto quello che giunge da Roma, dove l'ambiguità sembra trasparire deliberatamente nei documenti scritti, e dove 2+2 attualmente può fare 5. Mi metto in ansia quando qualcosa ci distrae da Cristo. Ad una rapida lettura, sembra che sia possibile essere beatificati per aver amato l'umanità piuttosto che Gesù Cristo. Correggetemi se sbaglio. Penso di avere un crescente interesse per la canonizzazione/beatificazione di molte persone, una volta sia in Oriente che in Occidente una persona veniva giudicata tale per la capacità di intercedere e operare miracoli e la loro attività post mortem era spesso più importante delle loro vite, S.Thomas Becket, per esempio, fu elevato agli altari non tanto per le sue dispute legali con il re, ma per la scia di guarigioni miracolose dopo la sua morte. C'è pericolo per una canonizzazione di una ideologia o di una fazione piuttosto che di una persona che ora è in Paradiso, e gode della beatifica visione ed intercede per la Chiesa e i suoi membri. Sarebbe disdicevole se una canonizzazione/beatificazione diventasse un onorificenza ecclesiastica postuma per avere fatto del bene semplicemente. Un amico Copto ortodosso dice che i criteri di canonizzazione per loro necessitano di un periodo di 70 anni e di numerosi miracoli o avvenimenti sovrannaturali o intercessioni richieste sulla loro tomba. Semplicemente, mi preoccupo per la rimozione degli elementi chiaramente sovrannaturali nella nostra Fede. Lupus et Agnus.
http://www.aldomariavalli.it/2017/07/12/e-nel-foglietto-della-messa-ecco-un-inno-al-soggettivismo/
RispondiEliminaMi inserirsco nell' off-topic, se ci sarà un post dedicato prego i moderatori di spostare questo commento, se sarà ritenuto pubblicabile) in quella sede, a vantaggio della discussione (questa e quella). Grazie.
RispondiEliminaLa canonizzazione non è la causa della santità ma la presuppone.
E' il sigillo che la Chiesa dà del fatto che una persona ha vissuto le Virtù soprannaturali in grado eroico e che è nella Gloria ossia in Paradiso.
Prima delle riforme successive al Vat. II le regole per la canonizzazione (ma anche quelle per la beatificazione) rispondevano alla bimillenaria cura per le anime che la Chiesa ha sempre avuto, improntate a criteri di prudenza, profondo discernimento, ponderatezza, in sostanza si andava con i piedi di piombo. Inoltre le canonizzazioni erano un atto politico, ovvero degli esempi di persone virtuose in modo eroico che venivano dati ai fedeli perché fosse in loro rafforzata la Fede, e quindi i tempi in cui una tal persona veniva elevata alla gloria degli altari rispondevano a questa esigenza, potendo trascorrere anche molti secoli dalla sua dipartita terrena, oppure pochi decenni. Certamente mai pochi anni, o pochissimi. In somma, non c'era e non era concepibile il "santo subito".
Con le riforme sancite da Paolo VI e con il nuovo CJC di Giovanni Paolo II la procedura è stata semplificata e ridotta ai minimi termini, ad esempio riducendo il numero di miracoli necessari ad uno (per la beatificazione) ed uno (per la canonizzazione). Tale procedura già molto semplificata è stata poi oggetto di eccezioni, quali quelle intervenute per l'istituzione del processo di beatificazione di Madre Teresa e quello di Giovanni Paolo II per i quali si sono ridotti oltre misura i tempi di attesa dopo la loro morte terrena, o per il miracolo legato alla canonizzazione di Giovanni XXIII che semplicemente non è stato necessario.
Uno studio esaustivo sulla questione è stato prodotto da don Gleize ed è reperibile sul sito della FSSPX.
Il punto saliente di tutta la trattazione è legato alla concezione di santità che viene veicolata dalla riforme conciliari e alle quali le modifiche alle procedure del processo di canonizzazione si collegano e rifanno, ed al conseguente dubbio circa l'infallibilità delle canonizzazioni post Vaticano II.
Ora, la nuova riforma va nella direzione già intrapresa e sopra succintamente riassunta, un po' come tutto il pontificato di Francesco, che non inventa nulla di suo, semplicemente e coerentemente accellera un processo già avviato e lo fa con motus in fine velocior.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/02/articolo-di-don-gleize-su.html
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/02/mons-brunero-gherardini-su.html
Motus in fine velocior et magna et execranda ignorantia superbiaque.
RispondiElimina"...Chi potrà più aver fiducia di un medico?..."
RispondiEliminaIn silenzio questa fiducia se ne è andata. Ora il medico fa da supporto alla macchina. I pazienti, in particolare quelli appassionati, si leggono le analisi da soli, vanno su internet, si confrontano tra loro in sala d'attesa. Davanti al medico arrivano con le idee chiare. Se il medico conferma la diagnosi e la terapia che già il paziente si è fatto e dato, il medico riceverà dal paziente un tacito voto alto, altrimenti si continuerà ad usarlo come scrittore di ricette. Anche nei casi di eutanasia di stato, come durante il nazismo o in questo mix disgraziato in cui viviamo, il medico fa da supporto ma, qui all'ideologia. Eutanasia, espianti, medicine vaiavederecosac'èdentro, aborti prima e dopo parto a termine, il medico, se ne lava le mani con i protocolli e lo stato gli garantisce gli allori. Ippocrate, chi? Ma, ancor più e ancor meglio, in tutto ciò si rivela un grande disprezzo per l'essere umano e l'ignoranza abissale di chi le domande non se le è, nè mai vuole porsele. L'uomo, quando tale era, si è sempre posto, ed ha risposto alle domande fondamentali, come ha potuto, sempre. Solo Gesù Cristo, ha risposto a tutte le domande, in modo tale che tutti potessero intendere, regolarsi di conseguenza e aver fiducia gli uni negli altri.Gesù è stato allontanato perchè divisivo. Non è Gesù Cristo divisivo, è l'uomo che, senza Gesù Cristo, diventa divisivo; diventa Caino che non comprende perchè l'offerta di Abele sia più degna della sua. E lo ammazza.
" Chi oggi sta rimanendo indifferente o addirittura sta chiedendo che Charlie venga lasciato morire, mentre ancora crede di vivere in una società moralmente avanzata, dovrebbe spiegare che differenza c’è tra il concetto di “qualità di vita” di cui si parla oggi e il famigerato T4, il programma di eutanasia nazista in cui si era messa nero su bianco l’idea delle “vite indegne di essere vissute”, che comprendeva le persone affette da malattie genetiche inguaribili e i portatori di handicap. Idea che a sua volta si basava sulle prime teorie eugenetiche del “diritto alla morte”. Dove sta, esattamente, la differenza? La storia, purtroppo, non ha insegnato nulla."
RispondiElimina
RispondiEliminaLa storia non insegna mai nulla. Il fatto che gli uomini facciano sempre
gli stessi errori, commettano sempre gli stessi peccati, dimostra l'esistenza
del peccato originale.
Infatti .
RispondiEliminaTutto cio' che costituisce problema eliminandolo si puo' affermare che e' stato risolto , che non esiste .
Es. i malati " di mente ": chiudendo i manicomi e lasciando chi alle famiglie chi alla strada , i malati di mente non ci sono piu '.
Creare istituti che accolgano le gravidanze indesiderate ? Sarebbe come ripristinare gli orfanotrofi , meglio eliminare il problema alla radice . Creare istituti di degenza per gli incurabili ? Sarebbe come tornare a S.Giuseppe Moscati , meglio eliminare il problema alla radice . Non c'e' alcun problema che non puo' essere risolto assoldando la falce fienaia .
Dio verrà a visitarvi e vi farà uscire da questa terra.
RispondiEliminahttp://www.kathtube.com/player.php?id=43545