Diamo voce ai lettori.
Sandro Magister nel suo articolo del 5 luglio: Müller fuori. Ma il vero attacco è contro "Veritatis splendor" [qui], faceva rilevare fin quanto profonda sia ormai l'incertezza dottrinale nell'insegnamento della Chiesa.
Un giudizio simile lo avevo appena letto nel libro di G.B. Bozzo "L'anticristo", edito nel 2001:
"Dopo il Concilio non si è riusciti più a sapere "quale sia lo stato della dottrina cattolica". Non ci è dato sapere "se il rinnovamento ha invalidato, e sino a che punto, dottrine teologiche stabilite e nemmeno sapere che cosa (di preciso) le ha sostituite. Tutto è cambiato e tutto è rimasto come prima".
Allora, mi son ricordato delle perplessità, che mi avevano non poco disorientato, per il contrasto dottrinale che rilevavo studiando la "Dichiarazione sulla Libertà Religiosa - Dignitatis Humanae", sulla quale scelsi di scrivere la tesina a conclusione di un Master sui documenti del Concilio Vaticano II, tenuto presso la Scuola di Teologia della mia diocesi, diversi anni fa. Da allora ho sentito il bisogno spirituale di approfondire gli studi teologici per orientarmi il meglio possibile in questi tempi bui. Ecco perchè qui di seguito pubblico alcune riflessioni, scritte leggendo "L'anticristo" di Bozzo, con il proposito di tenerle come pietre miliari che mi orientino nel percorso verso la salvezza.
Il viandante osserva il lento zampillare della sorgente e si chiede dove mai si disperderà quella poca acqua che defluisce verso il piano. Ignora che giù a valle quell'irrilevante rigagnolo è diventato un fiume che corre veloce e potente, urtando rumorosamente contro gli argini come per abbatterli. Prova e riprova nel suo corso inarrestabile a sfondarli, ma essi son stati ben costruiti e rinforzati nei secoli e lo trattengono ed evitano che faccia danni. Ma un temporale lo rende impetuoso e la sua accresciuta forza abbatte gli argini e le acque torbide si rovesciano nelle campagne ben coltivate e sui suoi abitanti, che piangono e si disperano alla visione del disastro. L'acqua però si ritira. Più a valle riprende il suo viaggio il fiume ormai placido. Gli uomini allora si scuotono, riprendono i lavori. I danni vengono riparati. Gli argini ricostruiti più forti per resistere ai furori futuri del fiume.
Le acque del fiume sono le eresie che lo gonfiano e lo rendono forte. Gli argini ben costruiti e sempre rinforzati sono la dottrina ed la tradizione cristiane, custodite immutate dalla sancta romana Ecclesia. Il temporale che fa straripare il fiume e violentamente arreca distruzioni al Corpo mistico di Cristo è l'eretico che riesce a conquistare il soglio di Pietro. Ma gli uomini non si abbattono, e fortificati dalla fede, tutto ricostruiscono e la Chiesa è salva.
Forte dell'imperante ideologia relativistica, omnicomprensiva, fondata sul principio filosofico dell'inesistenza della Verità, quella sempre vera per tutti, in ogni luogo ed in ogni tempo, la cupola delle potenze pluto-massoniche mondialiste si sta adoperando per imporre il pensiero unico, sincretistico ed omologante, ad un'umanità svilita ed angosciata. L'obiettivo è di tutti gli uomini farne individui singoli, meticciati, senza identità storica, imprigionati in questa mondanità che ne determina la vita, rendendoli produttori e consumatori, appagati piacevolmente dai beni terreni, ma privati forzatamente del pensiero di Dio e dei valori trascendentali cristiani.
"La Chiesa è la comunione delle persone nel Dio trino, è il Mistero della divino-umanità. Sappiamo fin troppo che la vita cristiana è una lotta contro la potenza del male e la debolezza dell'uomo. Ma è anche vero che la diffamazione della Chiesa è una delle più intense attività delle forze" sataniche.
Dopo due secoli dalla Rivoluzione francese, un'altra inaspettata rivoluzione si è realizzata nella Chiesa romana del novecento, di cui "il principio è stato il principio di secolarizzazione", ritenuta questa da Giovanni XXIII la condizione che sola potesse far riprendere alla Chiesa il suo cammino nel mondo. Nel clima degli anni Sessanta, segnati dalla potenza comunista che investe allora Africa e Asia e dal mito della scienza che tutto risolve in sè, prevale il concetto che non si deve più parlare alla Chiesa della Chiesa, ma si deve parlare della Chiesa al mondo, nei termini stessi posti dal mondo.
"Non c'era certamente un evento di crisi che lo (il Concilio vaticano II) determinasse, non c'era un problema dottrinale che richiedesse la risposta di un insegnamento."
"La crisi è stata determinata dal Concilio stesso, che per la sua straordinaria natura "pastorale", avendo scelto la non condanna come regola ecclesiale, rifiutando di insegnare con autorità, anatemizzando l'"anatema sit" di tutti i precedenti concili, ha mutato la natura dei concili e ha distrutto un ordine cattolico e ha provocato una crisi dottrinale che prima non c'era!"
E' da Giovanni XXIII che viene l'idea di un Concilio pastorale.
"Pastorale" assumeva per la prima volta il valore di termine contrapposto a "dottrinale". E infatti significava una sola cosa: che non si intendeva condannare nessuno. La distinzione tra verità ed errore, in termini di distinzione tra ortodossia ed eresia, veniva vista come un residuo del passato, non come un compito essenziale del Papa e del Concilio ecumenico.
D'altra parte, era evidente lo stato di soggezione nei confronti del marxismo e del comunismo, in cui versava la cultura cattolica, imbevuta di politicismo e secolarismo, "nel medesimo momento in cui il comunismo si instaurava come grande corpo anticristico che assumeva come suo compito la distruzione della fede cristiana"!
Tale cultura proponeva una Chiesa come vertice dell'umano e accettava il principio del ripensamento dottrinale in modo da rendere il Cristianesimo compatibile con la modernità. Si voleva intendere la Chiesa all'interno di categorie che non si distanziassero dal linguaggio dell'umanesimo secolare, per potere poi omologarsi ad esso. L'umanesimo che a quel tempo dominava in Europa aveva al suo centro non il concetto di persona, ma quello di umanità, che "nella cultura marxista, si realizzava nella forma della società mondiale e terminava nel comunismo".
Venne perciò formulata la categoria del "dialogo", parola questa che mandava nel dimenticatoio la parola "annuncio". "Il dialogo cercava il "lògos comune fra le differenze, e questo lògos comune era contenuto nella tesi della centralità dell'uomo nel mondo. Si trattava di comprendere in modo nuovo la figura della Chiesa come ideale forma del mondo, come compimento delle parzialità che erano contenute negli umanesimi senza Dio.
Il termine "umanesimo plenario", usato da Paolo VI, denotava il fondo di questa concezione, una vera e propria "visione del mondo", una "ideologia" nel senso di una visione del mondo che intende porsi in ultima analisi come prassi".
"Rilanciare il Cristianesimo come utopia e ideologia era considerato una grande possibilità" da realizzare ad ogni costo, il che prevedeva omologazioni ed infiltrazioni reciproche con i potentati mondialisti, fra cui la Massoneria, le chiese protestanti e le lobby arcobaleno, fra cui massimamente influenti, quelle ecologiste e omosessualiste, per dirne due.
Fu anche introdotta la nuovissima la concezione di un Concilio "ad extra", espressione usata da Giovanni XXIII, e poi riutilizzata ed abusata nel gergo volgare per definire la missione essenziale della neo-Chiesa, che di fronte alle esigenze e ai bisogni dei popoli ha il dovere di uscire verso le periferie del mondo. Dovere del cristiano sarebbe quello di "vivere uomo fra uomini, cristiano tra cristiani" (Sic!).
La Chiesa in sostanza si poneva come soggetto politico internazionale in funzione delle sue responsabilità di grande corpo sociale. La sua attività doveva essere essenzialmente secolare, essendo "chiamata a "cambiare il mondo", introducendovi appunto l"'umanesimo plenario".
"La dottrina sociale della Chiesa contemplava la distinzione fra società civile e autorità politica da un lato, Chiesa cattolica dall'altro. Vi era una coincidenza nelle persone delle due società, ma esse erano in principio distinte. La Chiesa non si poneva il problema di modificare le regole dell'ordine politico, quali venivano dalla tradizione classica greca e romana. Affermava che la subordinazione del fine temporale al fine spirituale della Chiesa era per il bene delle anime, cioè della vita interiore dei singoli. In questo senso il fine della Chiesa era costituito dalla contemplazione e dall'evangelizzazione, ma non dall'ordine politico come tale."
Dopo il Concilio, l'attività sociopolitica diviene un oggetto primario della Chiesa, come società e come organizzazione della comunicazione. E "il mezzo diviene il messagio": il messaggio deve essere intrinsecamente comunicabile secondo i criteri che guidono l'opinione pubblica, deve adeguarsi ad essa. Per questo è più sicuro parlare dell'uomo che parlare di Dio.
"L'organizzazione ecclesiatica a tutti i livelli, dalle diocesi agli ordini religiosi, è impegnata nell'attività sociale tendente alla comunicazione e l'efficacia sociale della comunicazione diviene allora il fine principale ed il criterio per la valutazione dell'opera della Chiesa nel mondo."
La perdita dell'identità culturale della Chiesa (Dio non è cattolico!), senza però che si perdesse la sua identità sociale, era in sintonia con il clima rivoluzionario degli anni Sessanta, che comportava una visione del mondo utopicamente pacifico ed ecumenico.
Giovanni XXIII, il papa buono, iniziatore del buonismo tele-applaudito, aveva procurato una rottura rivoluzionaria della identità della Chiesa in funzione della sua trasformazione in messaggio di progresso nel senso allora inteso. Proponendo la Chiesa come messaggio, capace di conservare la sua figura storica, aprendosi ai contenuti che l'opinione pubblica mondiale validava, Giovanni XXIII trasformava se stesso e il Vaticano II in un successo di opinione.
Il concilio, infatti, ebbe una risonanza mediatica mondiale, proprio per la sua propria risoluzione di porsi come soggetto di comunicazione, come risposta cioè alla domanda di comunicazione dell'opinione pubblica.
Questa scoperta dell'opinione pubblica fu poi chiamato "segno dei tempi" e da allora la Chiesa si è sempre più specializzata e raffinata nel suo nuovo ruolo di soggetto di comunicazione mondiale, riuscendo nei tempi recenti a mietere successi massmediatici eclatanti.
Francesco I è inequivocabilmente divenuto il personaggio carismatico di riferimento dei padroni del discorso ecumenico dell'umanesimo planetario.
Conclusione: mai dimenticare che la Chiesa è la Sposa di Cristo, si impersona nella Vergine Maria e accoglie in sé le persone degli uomini e delle donne in un vincolo che è divino-umano.
"La Chiesa non è umanamente attraente perchè Dio vuole convertire, non sedurre. Il Cristianesimo non è una adesione, è una conversione. Il cristiano è stato sempre pensato come un uomo all'ascolto di Dio. E' l'iniziativa divina che determina la sua vita, la vocazione è al centro di ogni vita cristiana. La vocazione viene dallo Spirito di Dio ed è comunicata con la interiore e personale esperienza del cristiano."
"L'azione cristiana nel mondo nasce in riferimento a un contatto interiore con lo Spirito e ha in questo, appunto, la esaltazione della vita umana. La vita cristiana non è essenzialmente attività socio-politica, è invece partecipazione alla vita divina. L'anima dell'azione cristiana è sempre la contemplazione. Solo l'azione che sgorga dalla contemplazione è cristiana. Per essere cristiano lo spirito dell'uomo si congiunge allo spirito di Dio che lo illumina e lo guida. Come diceva Tommaso d'Aquino, le azioni del cristiano sono più dello spirito Santo che proprie."
"Il contemplativo sa che solo la profondità di Dio vince la profondità di Satana. Egli sa che l'attività socio-politica, vista come il proprio del cristiano, svuota le anime della memoria di Dio. Poichè l'attività socio-politica è rivolta a mandare comunicazione al mondo, il nome di Dio non è parte del discorso, non ce n'è bisogno".
Per farsi parte dominante del mondo della comunicazione, la Chiesa ha ulteriormente affinato il linguaggio del mondo della comunicazione massmediatica. La pastorale è ormai esclusivamente una pastorale della comunicazione. L'attività del clero tutto è impegnato creativamente e gayamente a trascinare la Chiesa all'omologazione mondialista.
Da quando si è iniziato a sottovalutare il carattere ispirato dell'azione cristiana ed è stato affermato il principio che l'azione cristiana debba essere considerata solo come azione umana e che il proprio del cristiano è fondamentalmente l'attività socio-politica, il "sole di satana" splende sulla Chiesa cattolica ed è giunto allo zenit in quel 2013, anno dell'occupazione del soglio petrino da parte di un ... (!).
Alfonso Aliberti
Vivere come il parrocchiano islandese del secolo XI. Quando per mare arriva il nome del nuovo Papa, si rallegra (la storia continua), anche se quegli è probabilmente già morto. Per il resto consulta il Catechismo e un buon prete. E rimane cattolico.
RispondiEliminaAndrea Sandri
#SedefreghismoUnicaSalvezza
È quello che ormai sta facendo la maggior parte dei fedeli, me compreso. Quando il mio parroco nomina durante la S. Messa Bergoglio, gli sguardi dei partecipanti sono eloquenti, fra lo scettico e l' annoiato...tra poco arriveremo ai tossicchiamenti ad hoc come a teatro...non si faccia illusioni, la gente è meno stupida di quel che si pensa, e, soprattutto, ormai ne ha viste troppe ed e' 'vaccinata'.
EliminaConcordo con Anonimo. La verità cattolica, tutta intera, quella di oggi e di sempre, la si trova per intero consultando l'agevole Compendio al Catechismo della Chiesa Cattolica edito da Benedetto XVI nel giugno 2005. Lì si vedrà. con sorpresa e con sollievo, che tutto quanto era creduto fino al 1962 è creduto fermamente dalla Chiesa del 21 secolo: tutto è riproposto paro paro come prima,anche se con un linguaggio un pò più attuale. Il Compendio del 2005, redatto dopo la Dominus Iesus del 2000, è fratello gemello del catechismo maggiore di S. Pio X. Leggetelo e vedrete da voi stessi. Fichè il Catechismo ufficiale attualmente in vigore non verà toccato, la fede della Chiesa rimane tale e quale quella di prima e nessuno può negarlo. Il vero Syllabo del 21° secolo è il compendio di Ratzinger del 2005.
RispondiEliminaFuori da questioni prettamente teologiche sull'analisi dei documenti, questo resoconto dimostra che il problema non è stato solo del post-Concilio, ma c'era anche prima; ovvero, c'era un problema proprio nel modo in cui il Concilio è stato impostato, che poi evidentemente ha dato la stura alle ambiguità calcolate e ha aperto la porta ai "novatori".
RispondiEliminaSocci oggi ha riportato alcune parole di Don Giussani:
Occorre quindi mettersi contro la mentalità comune, contro le categorie mentali che il potere favorisce... La posizione dell’uomo oggi, se vuol salvare se stesso, è invitata a essere ribelle – ribelle! – ad essere «contro». Mi ricordo un libro di un esegeta che incominciava così: «Gesù è entrato nel mondo in polemica col mondo», in polemica vuol dire in guerra, contro, ribelle. Il cristiano deve essere per forza uno Spartaco.
I termini "ribelli" e "Spartaco" possono essere un po' fuori luogo, tuttavia è molto chiaro quel passaggio "Gesù è entrato nel mondo in polemica col mondo". Se non erro l'etimologia della parola "polemica" riporta al combattimento e alla guerra. La guerra tra la Chiesa e il mondo è inevitabile e discende dalla stessa natura della Chiesa e del mondo. Giussani scriveva "contro" quattro volte in poche righe. Invece Giovanni XXIII ha voluto illudersi che si potesse superare: ecco che "contro" non si può più dire, non si deve dividere, guardiamo a quel che semmai ci unisce, ponti non muri e tutto il disastro che ne è conseguito. "Scellerato ottimismo" diceva Spaemann.
Non ho letto il libro di G.B.B. però ho trovato online l'articolo "Baget Bozzo: Ve lo dico io chi è l'Anticristo" , da cui stralcio:
RispondiEliminal'Anticristo è "difficilissimo da riconoscere..., teologo sottile, ecumenista insigne, un benemerito dell'umanità. ..Ciò che distingue l'Anticristo dall'Avversario che aggredisce la Chiesa dal di fuori è il suo essere nemico interno. L'Anticristo è eresia cristiana. La Chiesa s'è sempre difesa da lui recidendolo dalle proprie file. Con l'anatema agli eretici. Ma oggi? Oggi la Chiesa non sa più condannare. A partire dal Concilio Vaticano II, non separa più con nettezza eresia e ortodossia. Tutto diventa ambiguo, reinterpretabile, «mercato degli inganni». E «questa terra di nessuno è la terra dell'Anticristo».
Ora ditemi: se agirà dall'interno della Chiesa, chi sarà secondo voi? Un parroco?
RispondiEliminaQuando il sacerdote nella messa nomina bergoglio io prego per il Sommo Pontefice, per la salute le necessità e le intenzioni del Papa Emerito Papa BXVI, e per la conversione di Bergoglio.
Preghiamo secondo le intenzioni del Papa: ormai sono chiare.
RispondiEliminaMa in latino è "oremus pro Pontifice" ossia a favore, a vantaggio, id est per il bene della sua anima, e qui andiamo tranquilli.
Il male viene da lontano e molti uomini gli si sono assoggettati, diventandone servi. Tutte le componenti che andiamo elencando come artefici e direttrici di questa rovina sono incarnate in uomini che, nel migliore dei casi, hanno scelto il male per arrivare prima al bene o più diabolicamente per comodo, per pigrizia, per il fascino abbacinante del male. Ora è molto difficile recuperare questi uomini che si sono venduti come gioco perverso di auto e altrui distruzione. Difficilissimo. Occorrerebbero esorcisti nel migliore dei casi, gli Angeli ed i Santi. La potenza di Gesù Cristo, nei casi impossibili da risolvere. Credo che ci troviamo davanti ad uomini posseduti, in realtà.E certamente come ha scritto un commentatore, qui o altrove, molti di questi posseduti sono consacrati che ricoprono in particolare cariche massime. Se è così, bonificare queste situazioni, può essere compito solo di Dio, Uno e Trino. Noi in coscienza dobbiamo fare del nostro meglio per stanare questi demoni, senza pretendere che tutto ritrovi la sua innocenza in uno scocchiar di dita.
RispondiEliminaVoltaire e il Vaticano II
RispondiEliminahttp://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2105_Don-Prada-Costa_Voltaire_e_Vaticano-II.html
28 agosto 2017 21:30
RispondiEliminascocchiar di dita, leggi: schioccar di dita