Lo dico con la morte nel cuore, ma questo Papa m’inquieta.
M’inquieta il suo estremismo ideologico, l’assenza di profondità con cui sembra affrontare temi epocali che scuotono dalle fondamenta la nostra società. M’inquieta la sua puntuale strategia mediatica, perfettamente coerente con le esigenze del mainstream da cui sembra golosamente attratto. M’inquieta il fatto che lui dica esattamente quello che le élite mondiali vogliono sentir dire. M’inquieta, su alcuni temi, vedere la Chiesa di Roma succube dello Spirito del Tempo, in linea col peggior mondialismo tecnocratico la cui deriva stiamo scontando sulla nostra pelle. M’inquieta, sull’immigrazione, sentire un Papa parlare come un documento della Open Society.
E se il vicario di Cristo, capo della Chiesa romana, sembra il replicante di Soros forse dovremmo inquietarci tutti. Se ottiene il plauso di Emma Bonino e fai fatica a distinguere il suo messaggio da un articolo di Roberto Saviano, vuol dire che la Chiesa ha cessato di essere “incredibile” per diventare banalmente credibile.
UTOPISMO E IRREALTA’
Le posizioni e le affermazioni di Papa Francesco sull’immigrazione imbarazzano per il livello di utopismo e di irrealtà e per la rottura radicale che questo pontefice sta facendo con gli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per i quali il “Diritto ad emigrare” (sancito peraltro già da Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra), è sempre stato preceduto da un diritto superiore: il “Diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria” (Giovanni Paolo II). [qui]
O per il fatto che il fanatismo immigrazionista di Bergoglio non tiene minimamente contro che il dovere all’accoglienza “va sempre conciliato con le esigenze delle società che accolgono gli immigrati” (Giovanni Paolo II) e che “ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune” (Benedetto XVI).
E che l’immigrazione porta con sé conseguenze stravolgenti all’identità delle nazioni che per l’internazionalista Bergoglio sono marxianamente sovrastrutture, ma per la Dottrina della Chiesa sono elemento centrale dell’ordine internazionale, come evidenziò sempre Benedetto XVI nel 2012 parlando ai sindaci dell’Anci: “bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana”. Principio che vale per ogni Nazione.
Il messaggio di papa Francesco non è rivoluzionario e neppure sovversivo; è semplicemente l’addomesticamento di questo papato al progetto delle élite.
Sia chiara una cosa: qui non è in discussione l’amore e l’accoglienza che ogni cristiano deve riservare agli ultimi, ai sofferenti, ai bisognosi; fondamento di una pietas che affonda le sue radici nell’insegnamento di Gesù, nel suo Annuncio di morte e resurrezione e nell’operato storico degli apostoli.
Non è in discussione il principio cattolico del “bene comune universale che abbraccia l’intera famiglia dei popoli, al di sopra di ogni egoismo nazionalista” (parole di Giovanni Paolo II).
Qui è in discussione il tempismo di un Papa che abbraccia un integralismo migratorio banalizzando il dramma storico di questo esodo indotto dal potere mondialista, come fosse un semplice problema di egoismo nazionale dei soliti europei razzisti e xenofobi.
Il recente messaggio di papa Francesco non è rivoluzionario e neppure sovversivo; è semplicemente l’addomesticamento di questo papato a questo progetto.
La stampa italiana si è soffermata sul tema dello Ius Soli, “il diritto alla nazionalità dalla nascita” rivendicato da Papa Francesco; ma in verità quel passaggio è stata una forzatura perché il contesto in cui è inserito riguarda il fenomeno dell’apolidia, cioè l’assenza di nazionalità uno dei casi in in cui “talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati”.
Ma il fatto stesso che le dichiarazioni di questo Papa si lascino andare a equivoci e strumentalizzazioni, rivela l’ambiguità di un Magistero che sembra, ogni volta, voler generare provocazione.
Ci sono però passi in quel messaggio che dimostrano la reale volontà di questo Papa di rompere con la storia dell’Occidente.
Francesco afferma che la centralità della persona umana “obbliga di anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale”.
Di per sé la frase è legata alla tradizione della Chiesa e dell’Occidente: la sacralità dell’esistenza impone che non esista ragion di Stato superiore ad una vita umana. I governi hanno l’obbligo morale di salvare i migranti e proteggere coloro che arrivano nei viaggi della disperazione. Ma se il Papa afferma che l’immigrazione va accettata indipendentemente dalla sicurezza sociale di un Paese, allora la questione diventa pericolosa.
Le nazioni moderne non si fondano su un principio divino ma su un compromesso tra l’appartenenza identitaria, la libertà individuale e la sicurezza che lo Stato appunto deve garantire. Se uno Stato non adempie a quest’obbligo viene meno uno dei motivi per cui esso deve esistere. La “sicurezza nazionale” in questo caso non è Ragion di Stato ma è sicurezza personale dei singoli cittadini, di cui l’apparato statale di ogni nazione deve farsi carico, pena l’invalidamento del rapporto di fiducia tra Stato e individuo.
Forse Papa Francesco non lo sa, ma la sua frase distrugge la radice stessa della democrazia occidentale e la sua posizione lo avvicina terribilmente a quella dei nipotini di Soros quando sfilano per le città europee con gli striscioni: “No State, no borders”.
Papa Francesco afferma anche che bisogna “favorire il ricongiungimento familiare — con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti — senza mai farlo dipendere da requisiti economici”.
Cioè, in altre parole, se un immigrato arriva illegalmente in un paese, i suoi cittadini dovranno farsi carico non solo di lui ma anche dei suoi parenti in nome di un’integrità familiare che lui ha disintegrato decidendo di emigrare (salvo ovviamente il caso di coloro che fuggono perché realmente perseguitati).
Secondo questo principio, l’immigrato non va educato ad un etica della responsabilità individuale, della graduale realizzazione di sé attraverso il lavoro e la crescita personale ed economica capace poi di migliorare le sue condizioni e garantirgli di poter sostenere da sé la sua famiglia.
Qui c’è qualcosa di più dell’obbligo ad un’accoglienza umanitaria o all’inserimento socio-lavorativo (cosa sacrosanta). Questa non è Dottrina Sociale della Chiesa; questa è Dottrina Socialista.
Per questo Papa l’immigrazione non è un dramma storico ma un obiettivo da raggiungere, un disegno da attuare nel sogno ecumenico di un’integrazione globale.L’IMMIGRAZIONE COME OBIETTIVO
Per il Papa polacco e per il Papa tedesco, figli di un civitas europaea universale ma fondata sulla identità delle nazioni, il processo migratorio globale era visto come una tragedia di dimensioni storiche a cui bisognava far fronte con solidarietà, amore, accoglienza ma, nello stesso tempo, con il realismo necessario a comprendere la portata di destabilizzazione di un intero ordine sociale e culturale.
Per questo i Pontefici precedenti hanno considerato il “Diritto a non emigrare” superiore al Diritto di emigrare; e per questo la loro azione puntava a eliminare le radici malate che causano questa immigrazione: le guerre per Giovanni Paolo II e l’assenza della libertà economica necessaria allo sviluppo, per Benedetto XVI.
Al contrario, per questo Papa argentino e terzomodista, l’immigrazione globale sembra essere un obiettivo, un disegno da attuare, un progetto da realizzare; in fondo, lo sradicamento di milioni di esseri umani dalla propria terra, dalle proprie secolari tradizioni e identità è visto come un vantaggio per realizzare il sogno ecumenico di un’integrazione globale. La stessa identica visione che ha George Soros.
Sorprende che questo Papa non sprechi una sola parola di condanna sulle cause dell’immigrazione; sulle guerre umanitarie dell’Occidente (dall’Iraq all’Afghanistan, dalla Libia alla Siria, allo Yemen) che hanno prodotto milioni di profughi.
Non una condanna contro i mercanti di schiavi che alimentano l’immigrazione clandestina in tutto il mondo.
Non un ammonimento sul rischio demografico per l’Europa, che nei prossimi decenni cambierà il volto ed anche la sua identità culturale e religiosa (anzi, esattamente come le élite, il Papa vede l’immigrazione come soluzione alla crisi demografica dell’Europa).
Non un accenno sul fatto che questa immigrazione globale impoverisce ancora di più i paesi già poveri privandoli di risorse umane, competenze e quindi speranze per il futuro generando un meccanismo che condannerà nella povertà ancora più estrema i paesi da cui gli immigrati provengono e impoverirà i paesi che li ricevono, impossibilitati a sostenere l’impatto e le conseguenze sociali di questo esodo biblico.
SE LA CHIESA DIVENTA UNA ONG
Nei secoli, il realismo della Chiesa è stato il prodotto di una tensione interiore che nasceva dalla consapevolezza di essere nel mondo senza appartenere al mondo. Questa tensione (dolorosa, lacerante per ogni singolo cristiano) ha consentito alla Chiesa di affrontare la realtà con una visione meta-storica che ha dato discernimento ad ogni suo giudizio e profondità ad ogni suo intervento.
La Chiesa di Papa Francesco ha scelto un’altra strada, forse inconsapevolmente: quella di essere nel mondo appartenendo al mondo.
Ma se la Chiesa non è più in grado di avere una dimensione meta-storica e si riduce ad essere una grande Ong globale capace solo di subire le convulsioni della storia e la crisi della nostra civiltà, come può continuare a chiedere ai cristiani di essere “sentinelle del mattino”, quando ha deciso di vegliare la luce di un tramonto?
Cit @GiampaoloRossi
Milano, ottantenne violentata in pieno giorno al Parco Nord
RispondiEliminaCorriere della Sera 30 min fa
Consiglio ai vertici della chiesa fu cattolica di trasferirsi per sempre in un centro di 'accoglienza' immigrati 'per vedere l'effetto che fa'.
RispondiEliminaCara Signora Irina,
RispondiEliminapensa davvero che l'International Catholic-Jewish Liaison Committee non avesse saputo l'effetto che avrebbe fatto?
@ ahimé ha detto
RispondiEliminaFidandomi di lei dico, certamente l'International Catholic-Jewish Liaison Committee sapeva l'effetto che avrebbe fatto, i broccoloni , no. E neanche io, a dire il vero.
Uscirà in Francia nei prossimi giorni un libro frutto di 14 incontri svoltisi durante un anno anno fra Jorge Bergoglio e un intellettuale francese Dominique Wolton, libro in cui Bergoglio si confida sulla sua infanzia, la sua adolescenza con le sue fidanzatine, la sua visione del mondo, dell`Europa, della Chiesa.
RispondiEliminaBergoglio confida di aver fatto una psicanalisi a 42 anni perchè ne ha avuto bisogno,
-dice di essere un social-democratico di sinistra,
-di essere contro il matrimonio omosessuale ma per l`unione civile che è secondo lui la buona via,
-di non aver mai pensato di finire in questa...gabbia, ma che resta libero interiormente,
-giudica che l`Europa ha paura e si chiude, si chiude, ai migranti,
-che vorrebbe una Chiesa senza paraocchi ma che il cammino sembra ancora lungo, ecc.
Per chi è interessato :
http://editions-observatoire.com/shop/politique-societe-pape-francois-dominique-wolton/
Luisa,
RispondiEliminaut demonstrandum erat o " ce qu'on voulait démontrer".
Siccome la questione, com’è normale che sia, ritorna spesso, credo utile sintetizzare le fondatissime ragioni per le quali, per quanto mi concerne, Sua Santità Benedetto XVI rimane l’unico vero Vicario di Gesù Cristo, Sommo Pontefice della Chiesa universale.
RispondiEliminaL’11 febbraio 2013, dunque, Benedetto XVI, nel corso di un Concistoro pubblico in cui veniva decisa anche la canonizzazione dei Martiri di Otranto (1480), ha letto l’annuncio, scritto in Latino, della sua rinuncia. A mio avviso la rinuncia è valida e non è dovuta ad alcun ricatto o pressione coercitiva. Tuttavia, vediamo a cosa ha effettivamente rinunciato il Pontefice. Siccome la Declaratio in Italiano è poco tecnica, ci aiuteremo con la versione in Latino, che fa fede: ha innanzitutto spiegato esplicitamente che il munus petrinum, per la sua essenza spirituale, si compone di una parte “esecutiva” – “agendo et loquendo” – e di un parte che definirei “sacrificale” – “patiendo et orando”. Subito dopo ha affermato di voler rinunciare al solo “ministerium episcopi Romæ”, per sua “incapacità” ad amministrarlo, a motivo del “vigor corporis et animæ” diminuito nei mesi precedenti. Incapacità nello svolgimento del solo ministerium, non del munus complessivamente inteso: «…plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romæ, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare».
Questa è un’affermazione sovrana e insindacabile del Romano Pontefice, che non può essere deformata da alcuna autorità umana né sottoposta a giudizio o interpretazione diminutiva. L’arbitro della decisione, così espressa, può essere solamente Benedetto XVI, né alcuno ha in alcun modo il potere di sindacare e di definire la libera e sovrana decisione di un Sommo Pontefice della Chiesa universale. Benedetto XVI ha dunque esplicitamente rimarcato questa duplice natura del munus petrinum e ha dichiarato di voler rinunciare al solo ministerium. Era un suo diritto farlo, in base ai canoni vigenti (vd. lo studio del valente canonista Stefano Violi, che spiega tutta quanta la materia del contendere). Pertanto, appare chiaro che il passo di Benedetto XVI si qualifica per quello che è: non un farsi “da parte”, ma un farsi “di lato”.
Questo, per permettere alle forze anticristiche che premevano di costruirsi la loro “chiesa”, al cui vertice hanno messo il loro “papa” (questo è peraltro anche il parere del prof. Cacciari, espresso prima dell’elezione di Bergoglio:è stato rimosso finalmente il katechon). La “rinuncia” di Benedetto XVI, così configurata, spiega perfettamente il passo paolino, contenuto nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi, dove si dice che, prima della manifestazione dell’iniquo, dovrà essere rimosso quel potere che lo trattiene. San Tommaso d’Aquino, ed altri scrittori ecclesiastici, hanno sostenuto che questo “potere frenante” fosse il Papato. Pertanto Benedetto XVI, evidentemente per suggerimento soprannaturale, ha dato significato a questo passo di San Paolo, proprio rinunciando al ministerium. Si è fatto di lato, ma non da parte, in attesa di quella “Figura altra” che – sola – potrà dividere la vera Chiesa da quella contraffatta.
È chiaro per me almeno, dunque, che permanendo nella sua persona il munus petrinum, il Papa è lui. Né vi possono essere due Papi, poiché Nostro Signore ha conferito questo mandato a una sola persona. Risulta acclarato, per quanto mi riguarda, che la dizione “Papa emerito”, che è un non-senso, rappresenta la modalità che egli ha scelto per far passare questa differenziazione.
Questa impostazione generale della situazione presente non risulta affatto campata in aria, in quanto è suffragata dallo studio canonistico citato, dalle dichiarazioni del 21 maggio 2016, dalle notizie dateci da Benedetto XVI stesso, nelle sue Ultime Conversazioni. Soprattutto indicativi appaiono alcuni fatti, quali ad esempio che Benedetto XVI conserva il nome e l’appellativo di “Sua Santità”, l’abito talare bianco, lo stemma pontificio, la Sede romana, seppure relegata al “recinto di Pietro”, il monastero Mater Ecclesiæ.
Inquietante......riduttivo termine per come l'ho visto io già all'apparire in loggia e per come lo percepisco.....passo 2 notizie, una che non saprei come definire, secondo un documento la comunità di Emmanuel può incardinare sacerdoti senza permessi speciali, notizia su secretummeummihi.blogspot.com. l'altra è l'appello accorato del card. Vingttrois, che chiede 100.mln. di euro per riparare la cattedrale di Notre Dame che sta cadendo a pezzi.......se penso che la stessa cifra è stata spesa per la GMG di Colonia dalla DKK, mi viene un non so che, non saprei se magone o sorriso amaro.....Lupus et Agnus.
RispondiEliminaPer Alex 13:19
RispondiEliminaE' una questione inedita e ambigua sulla quale molto abbiamo riflettuto e dibattuto. Non è possibile venirne a capo con gli elementi che abbiamo e restiamo nel campo delle ipotesi.
Qui puoi trovare un indice degli articoli.
http://www.chiesaepostconcilio.eu/dimissioni/dimissioni.htm
(è un archivio che ho costruito con una tecnica rudimentale ma utile per una sistematizzazione dei contenuti che il blog non consente)
Ricordo che molto interessanti sono anche le discussioni non consultabili dall'archivio di cui al link. Ma chi volesse approfondire può servirsi del motore di ricerca interno.
E sì, Rosa, cvd.
RispondiEliminaComunque non si è mai visto, credo, un papa che sente il bisogno di regolarmente "s`épancher" (confidarsi) con dei giornalisti, in questo caso un sociologo, anche sulla sua intimità, rivelando fra l` altro che a 42 anni ha sentito il bisogno di fare una psicanalisi (una volta alla settimana durante sei mesi) con una psicanalista ebrea per chiarire certe cose, un`ottima persona che, ha aggiunto, lo ha molto aiutato.
Vi ammiro perchè riuscite ancora ad accalorarvi per la (ex) Chiesa Cattolica ora di conclamato rito bergogliano. Nel mio caso dopo quattro anni di randellate quotidiane è tale il senso di non appartenenza e di repulsione da provare una sorta di distaccata, anestetica ma discretamnete serena indifferenza.
RispondiEliminaL'unica cosa che continua a sorprendermi, e non dovrei, è il perdurante strepitio dei normalisti nel sostenere che, a fronte di quanto dettagliatamente elencato nell'articolo, "non è cambiato nulla" e che il Papa dice "le cose che la Chiesa ha sempre detto" aggiungendo di regola attacchi a pesci in faccia a chi i dubbi li ha eccome. Mi chiedo se i suddetti normalisti siano solo fortemente "diversamente intelligenti" oppure più in malafede di una intera banda di furbissimi truffatori seriali. E direi che nessuna della due ipotesi è particolarmente rassicurante per il divenire della suddetta (ex) Chiesa Cattolica.
Miles
Al lettore che ha scritto l'articolo, benvenuto tra gli "inquietati" da questo Papa.
RispondiEliminaDell'utile sintesi sulle sue gesta, pero', manca solo il riferimento alla Massoneria.
Mi sono letto anche io il libro che tutti conoscete di don Luigi Villa "La Massoneria e la Chiesa Cattolica", scritto anche per incoraggiamento di San Pio da Pietrelcina.
Dai documenti vari della Massoneria, emerge chiaramente come Bergoglio abbia tutte le caratteristiche da essa auspicate per lo scopo finale di dare il colpo finale con un papa che assorbisse la loro dottrina della Nuova Chiesa.
Dice bene l'articolo: il papa ha solo sottomesso la Chiesa al mondo.
Ma in particolare ai suoi nemici più incalliti, cioè la Massoneria e i Protestanti.
Costoro, però, non hanno mai mutato il loro obiettivo di distruggere la Chiesa mediante svuotamento, inquinamento e corruzione, in nome del Dio Dialogo.
Quindi emerge chiaramente la grande responsabilità di G-XXIII, ma soprattutto di Paolo VI, nel mitigare le sacrosante condanne della Massoneria pronunciate dai papi precedenti, soprattutto Leone XIII.
E con la stessa ambiguità di Francesco I, hanno considerato il "Dio Dialogo" l'unico modo per sopravvivere nel mondo moderno, consentendo così a quei nemici, pieni di odio mai sopito, di avvelenare gradualmente le radici dell'Albero bimillenario nei modi che sappiamo.
Mancava il tradimento finale, il cavallo di Troia, che però questa volta non è stato perpetrato da uno solo, ma da tanti apostoli Iscariota: la mafietta di San Gallo.
Dal 2005 al 2013 ha mantenuto la candidatura di Bergoglio, ritenendolo evidentemente adatto a tutti i gusti del mondo e dei nemici, con la giusta dose di sfrontatezza e apostasia per dare la svolta decisiva a quella modernizzazione voluta dai Fratelli Massoni, oltre che islamici e ebraici.
Del resto, gli stralci delle "Confessioni" di Bergoglio, riportati da Luisa, pur non sorprendendoci, coincidono con le caratteristiche del perfetto finto credente massone, che adora più il mondo di Gesù Cristo.
LUIGI.rmv
Nel titolo:
RispondiEliminaperché definirlo "inquietante" solo tra virgolette?
Ci manca dell'altro per inquietarci sul serio?
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/papa-francesco-la-psicanalisi-mi-ha-aiutato-quando-avevo-42-anni-_3092069-201702a.shtml
RispondiEliminaIn un film di circa 20 anni fa, una madre ebrea americana diceva al figlio, che non sapeva se sposare o no una ragazza italoamericana cattolica: - Va' dallo psicanalista, figlio mio. Lo sai, loro (intendendo i Cattolici) hanno il prete e la confessione, noi (sottinteso: gli Ebrei) lo psicanalista e le sue sedute -.
RispondiEliminaNon aggiungo altro.
Chi conosceva il profilo di Jorge Bergoglio, la sua personalità, il suo percorso, le tracce che ha lasciato nella Compagnia di Gesù e nella sua Diocesi, non poteva che essere inquieto, in particolare i cardinali entrati in Conclave e chi ha sentito quel nome tuonare dal balcone di San Pietro, il 13 marzo 2013,
RispondiEliminanon può che essere inquieto chi, non conoscendolo prima ma avendo a cuore la vita della Chiesa, la sua "salute", la sua fedeltà alla Parola del Signore, al Tesoro che ha affidato alla Sua Chiesa, constata la libertà con cui Bergoglio interpreta il Vangelo e raggira la Dottrina (quando non la calpesta) bastonando i fedeli troppo rigidi a suo gusto, troppo chiusi nelle loro certezze, fedeli e sacerdoti che non esita a giudicare malati, squilibrati,
non può invece che rallegrarsi chi ha con Bergoglio l`eletto capace di portare a termine la trasformazione-rivoluzione radicale della Chiesa, non son riusciti ad eleggerlo nel 2005, hanno durante otto, per loro lunghissimi, anni ostacolato Benedetto XVI al punto di sfinirlo e svuotarlo delle sue forze, e oggi esultano .
Vedo che oggi i media italiani riportano la notizia del libro di cui ho parlato più sopra e osservo che i commenti sono almeno altrettanto duri che quelli letti sui media francesi.
Bergoglio il papa pacifista, socialdemocratico, che giudica che la morale sessuale deve essere messa in secondo piano, che detesta la rigidità, e ripete che quando incontra dei preti "rigidi" (secondo i suo criteri) li considera malati perchè hanno bisogno di sicurezze...
Per chi è interessato:
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2017/08/31/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-a-anni-mi-consultai-con-una-psicanalista-ebrea-DEXxW6iBAvfQFNrIkkxEEM/pagina.html
Se è stato in analisi non mi stupisce che abbia perso la fede. Mi chiedo solo chi gli avrà dato il perfido consiglio "Fa' finta di averla ancora".
RispondiEliminaIntanto uno scrittore semisconosciuto che accusa i 4 cardinali viene ricevuto dal papa, mentre gli stessi ancora no.
RispondiEliminaPapal audience for writer who accused dubia Cardinals of inciting ‘satanic abuse’ of Pope
Matthew Cullinan Hoffman
https://www.lifesitenews.com/news/pope-francis-gives-private-audience-to-writer-who-accuses-dubia-cardinals-o?utm_source=LifeSiteNews.com&utm_campaign=b40eb0bfba-Catholic_8_31_2017&utm_medium=email&utm_term=0_12387f0e3e-b40eb0bfba-402186781
Credo che da qui a Natale vedremo tante altre cattiverie di questo antipapa.
Caro Luigi Rmv sono d'accordo con le sue argomentazioni; con tutta evidenza si tratta di un piano di larghissima portata, anche temporale, che va ben oltre alle inclinazioni personali di Bergoglio. Quanto al reiterato silenzio accompagnato da truci reprimende trasversali a mezzo terzi purtroppo era intuibile fin dall'inizio che quella sarebbe stata l'efficace strategia. Che effetto hanno avuto le lettere, i Dubia ecc.? Bergoglio non ha nemmeno risposto alle accorate missive di quel sacerdote, gesuita, egiziano che implorava aiuto per la terrificante situazione dei cristiani nel Medio Oriente "liberato" dai liberatori occidentali e dai loro compari tagliagole sul campo. Siamo ben oltre a deprecabili umani cattiverie - tra l'altro inavvertite e inosservate dai più, quando addirittura non applaudite - ma di una strategia che i potenti sodali laici di Bergoglio applicano sistematicamente dove arrivano al potere.
RispondiEliminaMiles
@ Luisa,
RispondiElimina31 agosto 2017 18:53
Forse è un mitomane, inoltre.
La psicanalisi di Bergoglio immagino freudiana corrisponde ai tempi in cui era Provinciale dei Gesuiti o ne era appena uscito, si sa perchè e in che condizioni.
RispondiEliminaVorrei riportare qui alcune risposte che ha dato a Wolton nella sua confessione intima:
-«L’ideologia tradizionalista»
"Come cresce la tradizione? Cresce come una persona: col dialogo, che è come l’allattamento per il bambino. Il dialogo col mondo che ci circonda. Il dialogo fa crescere. Se non si dialoga, non si può crescere: si resta racchiusi, piccoli… nani. Non posso accontentarmi di camminare coi paraocchi: io devo guardarmi intorno e dialogare. Il dialogo fa crescere, e fa crescere la tradizione. Dialogando ed ascoltando un’altra opinione posso, come nel caso della pena di morte, della tortura, dello schiavismo, cambiare il mio punto di vista. Senza cambiare la dottrina. La dottrina è cresciuta con la comprensione. Ecco la base della tradizione.
[…]
Invece, l’ideologia tradizionalista ha una fede così [mima i paraocchi con le mani]: la benedizione deve darsi così, le dita durante la messa devono stare così, “con i guanti”, “come si faceva prima”… Ciò che il Vaticano II ha fatto della liturgia è stato veramente una grandissima cosa. Perché ha aperto il culto di Dio al popolo. Adesso il popolo partecipa."
«Si può dare la comunione ai divorziati?»
" C’è quello che ho fatto io, dopo i due sinodi: Amoris Lætitia…
È una cosa chiara e positiva, che alcuni dalle tendenze troppo tradizionaliste combattono dicendo che non è quella la vera dottrina.
Quanto alle famiglie ferite, dico che nel capitolo VIII ci sono quattro criteri: accogliere, accompagnare, discernere le situazioni e integrare.
E questo non è una norma fissa: apre una strada, un cammino di comunicazione. Mi hanno subito chiesto: «Ma si può dare la comunione ai divorziati?». Rispondo: «Parlate col divorziate, parlate con la divorziata, accogliete, accompagnate, integrate, discernete!».
Ahimè, noi preti siamo abituati alle norme fisse. Alle regole di ferro. Ed è difficile, per noi, questo «accompagnare sul cammino, integrare, discernere, dire del bene». Ma la mia proposta è questa. […] Quello che accade, in realtà, è che si sente la gente dire: «Quelli non possono fare la comunione», «Quelli non possono fare questo, quello»: eccola qua, la tentazione della Chiesa. Ma no, no e ancora no! Questo tipo di divieti è ciò che si trova nel dramma di Gesù coi farisei. Lo stesso! I grandi della Chiesa sono quelli che hanno una visione che va al di là, quelli che comprendono: i missionari.
Mi domando come ha fatto la Chiesa a crescere, diffondersi, evangelizzare ed essere viva attraversando i secoli , con tutte quelle norme fisse, rigide , con i suoi sacerdoti prigionieri di quelle norme...la rigidità, come lui l`intende e vive, è un "problema" (o uno dei problemi) che Jorge Bergoglio sembra non aver ancora risolto, solo che al posto in cui si trova oggi è la Chiesa tutta a patirne le conseguenze.
Non si riesce a capire che, dietro ogni espressione dell'essere umano, ci sono regole fisse. Il dialogo, da lui tanto amato, è possibile perchè rispetta le regole FISSE e FONDAMENTALI della lingua nella quale si dialoga. Se così non fosse, non ci sarebbe modo di intendersi. Se non ci si intendesse con le parole, si dovrebbero usare i gesti, mimare cioè l'azione compiuta, da compiere o da non compiere.Il gesto deve essere comprensibile sia a chi lo compie , sia a chi lo riceve,a chi lo deve intendere. Quindi sono le regole fisse della lingua, del gesto, che consentono di dialogare, di gettare i ponti, che lui tanto ama. Sono le regole fisse che rendono possibile la vita stessa, cominciando dal sonno e dalla veglia, dal mangiare e defecare e via alternando, quelli che sono universalmente riconosciuti come ritmi vitali di tutti gli esseri viventi. Tutti sono FISSI anzi RIGIDI. Il non fornicare, a casaccio, è prima di tutto regola salutare. Oggi è stato ribaltato anche questo concetto. Tutti con la loro osservazione possono confermare o contraddire quanto ho qui affermato. Anche i giovani possono osservare la salute fisica ed intellettuale del prossimo. Tenendo sempre presente la sofferenza vicaria, che è riconducibile solo ad un'altra dimensione, da noi solo intuibile.Nessuno vuol ergersi a giudice di nessuno, ma il giudizio ci è stato dato per distinguere e scegliere per il bene nostro e degli altri. Infatti il nostro vero bene, non è mai disgiunto da quello degli altri. Se siamo sotto questa cappa di amoralità è perchè l'amoralità non solo è stata propagandata,ma vissuta da tanti esseri umani che hanno iniziato col provare, finendo poi col farsi propagatori e sostenitori verso gli altri dei loro errori.'I soliti errori' sono fatti intendere come vita 'degna' di essere vissuta.
RispondiEliminaIn verità noi dovremmo essere esperti di virtù ma, di queste non parla nessuno, neanche nei seminari, così finisce che i preti vanno a farsi psicanalizzare, a farsi analizzare la psiche, non sufficientemente virtuosa anch'essa. Quante testimonianze di Santi e Sante, scritte per obbedienza al Padre spirituale, sono rimaste negli scaffali delle biblioteche dei seminari, degli ordini religiosi, per andare a comprare le confessioni del drogato tizio, dell'erotomane caio, del rivoluzionario pinco pallo? Così oggi il clero, i consacrati conoscono tutto quello che il mondo conosce e non conoscono più la medicina risanatrice da offrire ad un mondo malato e disperato.
Non si riesce a capire che, dietro ogni espressione dell'essere umano, ci sono regole fisse. Il dialogo, da lui tanto amato, è possibile perchè rispetta le regole FISSE e FONDAMENTALI della lingua nella quale si dialoga. Se così non fosse, non ci sarebbe modo di intendersi. Se non ci si intendesse con le parole, si dovrebbero usare i gesti, mimare cioè l'azione compiuta, da compiere o da non compiere.Il gesto deve essere comprensibile sia a chi lo compie , sia a chi lo riceve,a chi lo deve intendere. Quindi sono le regole fisse della lingua, del gesto, che consentono di dialogare, di gettare i ponti, che lui tanto ama. Sono le regole fisse che rendono possibile la vita stessa, cominciando dal sonno e dalla veglia, dal mangiare e defecare e via alternando, quelli che sono universalmente riconosciuti come ritmi vitali di tutti gli esseri viventi. Tutti sono FISSI anzi RIGIDI. Il non fornicare, a casaccio, è prima di tutto regola salutare. Oggi è stato ribaltato anche questo concetto. Tutti con la loro osservazione possono confermare o contraddire quanto ho qui affermato. Anche i giovani possono osservare la salute fisica ed intellettuale del prossimo. Tenendo sempre presente la sofferenza vicaria, che è riconducibile solo ad un'altra dimensione, da noi solo intuibile.Nessuno vuol ergersi a giudice di nessuno, ma il giudizio ci è stato dato per distinguere e scegliere per il bene nostro e degli altri. Infatti il nostro vero bene, non è mai disgiunto da quello degli altri. Se siamo sotto questa cappa di amoralità è perchè l'amoralità non solo è stata propagandata,ma vissuta da tanti esseri umani che hanno iniziato col provare, finendo poi col farsi propagatori e sostenitori verso gli altri dei loro errori.'I soliti errori' sono fatti intendere come vita 'degna' di essere vissuta.
RispondiEliminaIn verità noi dovremmo essere esperti di virtù ma, di queste non parla nessuno, neanche nei seminari, così finisce che i preti vanno a farsi psicanalizzare, a farsi analizzare la psiche, non sufficientemente virtuosa anch'essa. Quante testimonianze di Santi e Sante, scritte per obbedienza al Padre spirituale, sono rimaste negli scaffali delle biblioteche dei seminari, degli ordini religiosi, per andare a comprare le confessioni del drogato tizio, dell'erotomane caio, del rivoluzionario pinco pallo? Così oggi il clero, i consacrati conoscono tutto quello che il mondo conosce e non conoscono più la medicina risanatrice da offrire ad un mondo malato e disperato.
Credo inoltre ci sia un ulteriore elemento: Bergoglio come le sue versioni laiche, politiche ed intellettuali considera "persone" con cui è legittimo un dialogo solo ed esclusivamente quelle appartenenti all'ambito progressista. Chi non professa le stesse idee va semplicemente criminalizzato, insultato ed infine emarginato o anche eliminato in un modo o nell'altro.
RispondiEliminaNel mondo progressista "politicamente corretto" sia esso quello cattolico di Bergoglio che quello laico, che poi sono la stessa cosa, non sono ammesse posizioni diverse.
Miles
RR
RispondiEliminasei un genio.......la frase è in un film di Allen, non ricordo quale, en passant, la psicanalista-medico che 'curava' il vdr era ebrea di razza e religione, tout se tient, come si dice a Berlino, invito tutti a venire a cRimini, divertimento assicurato, di ogni genere, altamente adrenalinico.........Lupus et Agnus.
""Come cresce la tradizione? Cresce come una persona: col dialogo, che è come l’allattamento per il bambino. Il dialogo col mondo che ci circonda. Il dialogo fa crescere. Se non si dialoga, non si può crescere: si resta racchiusi, piccoli… nani. Non posso accontentarmi di camminare coi paraocchi: io devo guardarmi intorno e dialogare. Il dialogo fa crescere, e fa crescere la tradizione. Dialogando ed ascoltando un’altra opinione posso, come nel caso della pena di morte, della tortura, dello schiavismo, cambiare il mio punto di vista. Senza cambiare la dottrina. La dottrina è cresciuta con la comprensione. Ecco la base della tradizione".
RispondiEliminaLa tradizione è fonte della rivelazione, ma in queste parole non vi è nemneno traccia di uno Dio che ha parlato, degli uomini che gli hanno ascoltato e hanno trasmesso fino ad oggi la sua parola.
Impressiona che lui non fa più distinzione tra opinione e verità. Tutto è opinione che se può cambiare tramite il dialogo. Sembra che la rivelazione pubblica non se è finita con l'ultimo apostolo.
"Quanto alle famiglie ferite, dico che nel capitolo VIII ci sono quattro criteri: accogliere, accompagnare, discernere le situazioni e integrare".
Nessuna parola sulla medicina alle famiglie ferite. Dare medicina ai ferite è il criterio per qualcuno ospedale, non lo è per l'ospedale di campo che vuole lui. Diverso è stato il discorso alla Curia Romana dove ha parlato delle "malatie" della Curia in un'anno e nell'altro ha datto la "medicina". Sarà che le famiglie ferite non hanno una medicina?
"Ahimè, noi preti siamo abituati alle norme fisse. Alle regole di ferro. Ed è difficile, per noi, questo «accompagnare sul cammino, integrare, discernere, dire del bene»".
Tutto questo frasario sul norme fisse e rigidità fa pensare che per Bergoglio la Chiesa non doveva essere fondata sulla pietra, ma sull'acqua. Se tratta di uno Papa al quale non piace la stabilità e la sicurezza, preferisce il movimento e l'instabilità, il divenire all'essere.
Ultimamente quando leggo qualcosa di Bergoglio, me ricordo uno incontro tra il re di Spagna e Hugo Chávez, dove il re ha detto al progetto di dittatore comunista:
- Perché non tace?
Anche Bergoglio meritterebbe ascoltare qualcosa símile, perché in silenzio è molto meglio che parlando.
Adesso il popolo partecipa."
RispondiEliminaNON andando più in chiesa.
Quanto alle famiglie ferite...
Siccome lui viene da uan famiglia così (la madre che abbandona il padre, la sorella risposata, la nipote "accompagnata"), allora tutto deve adeguarsi a quel "modello". Peccato che anche oggi, anche in paesi come gli USA, esistano molte più famiglie sane che "ferite".
...noi preti siamo abituati alle norme fisse. Alle regole di ferro.
Ma se è almeno dal '700 che i Gesuiti, proprio loro, casuisticano su tutto e tutti ! Ma se una delle accuse dei Protestanti a noi cattolici è proprio quella di "fatta la legge, trovato l'inganno" ! "Peccano, ma tanto poi si confessano, ed è come non fosse successo niente. Non hanno il divorzio, ma si fanno annullare i matrimoni. Sono degli ipocriti. " ! Ma ha studiato un minimo di Storia, e non dico Storia della Chiesa, ma Storia "tout court", anche sui bignamini !
Questo tipo di divieti ...
A questo tipi di "divieti" aveva già risposto Lutero. Si facesse Protestante, e ci lasciasse in pace ! E' che NESSUNA confessione protestante seria, quindi tutte ecc. i pentecostali, i carismatici, e quelle mezzo pagane del Sud America, lo avrebbe voluto. I Protestanti seri sono gente che studia, conosce la Storia, parla le lingue, si laurea in fior fior di università, è insomma istruita, educata e colta. E soprattutto non vuole "portegni" in mezzo a sè !
http://www.campariedemaistre.com/2017/09/specchietti-per-catto-allodole.html
RispondiEliminaP.S. : " meglio della CGIL - CISL -UIL .
RispondiElimina"L’anticipazione dei contenuti di un libro-intervista rilasciata da Francesco ad un sociologo ha suscitato molto clamore su un punto particolare della vita di Bergoglio: ha ammesso di essere ricorso alla psicanalisi (freudiana) per un periodo della sua vita.
RispondiEliminaQuesto aneddoto ha monopolizzato l’attenzione dei vari commentatori e rinfocolato le passioni sul web, con interventi di ogni genere. Una cosa che però è stata notata molto meno è che – per l’ennesima volta – i cattolici sono caduti in una trappola mediatica, focalizzando la loro attenzione su una cosa del tutto trascurabile tra i contenuti del libro che uscirà a breve, i cui contenuti che per il momento sono stati fatti trapelare sono veramente sconvolgenti per la Fede cattolica, dato che sono il pensiero dell’occupante del Soglio di Pietro.
..........da quanto riportato emerge la figura non di un cristiano, ma di un radicale che usa metodi di temporeggiamento per applicare una agenda ideologica di estrema sinistra.
Non c’è nulla di cristiano in queste dichiarazioni, ma noi cattolici su che discutiamo? Sul fatto che Bergoglio andò dall’analista per 6 mesi. Qui c’è da chiedersi se il Papa sia cattolico, e invece ci si concentra sulla sua vita privata. Ma se ai cattolici normalisti va bene un apostata radical chic che li guida, ricordo loro una frase di Joseph de Maistre: "ogni popolo ha i governanti che merita".
http://www.campariedemaistre.com/2017/09/specchietti-per-catto-allodole.html
Anna
Eccellente l'articolo di C&DM: proprio uno specchietto per allodole, e non dubito che le allodole fioccheranno.
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