Di seguito inserisco il completamento del resoconto sul Convegno del decennale: "Il Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI: una rinnovata giovinezza per la Chiesa", che si è tenuto presso l'Università Pontifica Angelicum lo scorso 14 settembre [vedi].
Praticamente ho annotato le frasi e le espressioni che più mi hanno toccata della relazione del Card. Sarah. Il testo integrale (purtroppo dovremo avere la pazienza di attendere la pubblicazione degli atti) certamente consentirà di scoprire molte altre ricchezze nascoste o espresse in maniera incompleta in questa mia trascrizione, che comunque credo lasci assaporare profondità spirituali che purtroppo non entrano nella predicazione comune. In ogni caso ci sono contenuti da approfondire in riferimento a questo testo, che stiamo traducendo, che contiene anche altri elementi: La riconciliazione liturgica
Praticamente ho annotato le frasi e le espressioni che più mi hanno toccata della relazione del Card. Sarah. Il testo integrale (purtroppo dovremo avere la pazienza di attendere la pubblicazione degli atti) certamente consentirà di scoprire molte altre ricchezze nascoste o espresse in maniera incompleta in questa mia trascrizione, che comunque credo lasci assaporare profondità spirituali che purtroppo non entrano nella predicazione comune. In ogni caso ci sono contenuti da approfondire in riferimento a questo testo, che stiamo traducendo, che contiene anche altri elementi: La riconciliazione liturgica
Ed ecco la relazione del card. Robert Sarah (Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti). Il suo tema: “Il silenzio e il primato di Dio nella sacra Liturgia”.
Il cardinale esordisce citando Benedetto XVI, sottolineando che suo intento era la riconciliazione all'interno della Chiesa dopo che si è cercato di adattare la riforma alla svolta antropologica per ricostruirla in senso antropocentrico. Ma la Liturgia non è il laboratorio del nostro agire: è il baluardo della presenza di Dio. Infatti è la dimenticanza di Dio il pericolo più incombente del nostro tempo in cui l'attenzione non è più diretta al primato di Dio. Conseguenze: terrorismo senza Dio; secolarismo sempre più aggressivo; consumismo; cultura della morte (Ratzinger luglio 2004). La liturgia deve fungere da baluardo offrendo la presenza di Dio. Ma che succede se nella liturgia noi pensiamo solo a noi stessi?
Abbiamo il dovere, in virtù del nostro battesimo, di proclamare che Cristo e la luce delle menti, Lui e la sua chiara verità, chiarezza, bontà. Importante la comunicazione con Dio e tutti i Santi del cielo. La scelta contraria presuppone l'inferno.
La nostra società ci nasconde queste verità nella cacofonia del consumismo a meno che non ci diamo lo spazio del discernimento.
Il sacrificio della Croce ci ha reso possibile ottenere il perdono dei nostri peccati e la vita senza fine. Ѐ questa la buona notizia da comunicare in ogni luogo e in ogni tempo. Il nostro incontro è con Cristo nella Chiesa, nella Liturgia, culmine e fonte della nostra fede. La testimonianza cristiana nel mondo si è indebolita perché non ci accostiamo come dovremmo alla Liturgia e non beviamo alla fonte con sufficiente profondità. C'è mancanza di adeguata formazione liturgica. Nel rivestirci dei sentimenti di Cristo, immersi nella realtà divina, la nostra natura è trasfigurata. Tutta la vita deve diventare liturgia, adorazione, rendimento di grazie, rinnovata volontà di andare avanti. Occorre impegno per una solida iniziazione e formazione liturgica perché la Liturgia non è più celebrata fedelmente e pienamente come la intende la Chiesa..
Acquistano importanza i momenti di incontro personale in un clima di intimità con Dio.
Primato di Dio nella Santa LiturgiaCosa accade se pensiamo solo a noi stessi?
Di fatto siamo vittime di una promozione liturgica povera e deficiente. Vi sono celebrazioni inaccettabili: da soprannaturali diventano "solo" naturali, contro i dettami della Sacrosanctum Concilium e della Mediator Dei.
La Liturgia non è il luogo in cui celebriamo la nostra identità, cultura, realtà locale (il pensiero corre al magnum principium...). La stessa musica innalza le menti al Signore e non deve riflettere i sentimenti umani prevalenti nella cultura e nella società.
La liturgia appartiene a Dio e non all'uomo.
La liturgia appartiene a Dio e non all'uomo.
Per la Liturgia occorrono: belle chiese; stupendi e preziosi paramenti e vasi liturgici; cura nel rendere migliori le funzioni liturgiche; il primato di Dio; musica che innalzi i cuori e le menti a Dio; altari ad orientem, ad Deum, anche nel Novus Ordo Missae.
Sacro significa "separato". Non è solo attenzione ai dettagli. In ogni rapporto d'amore questi sono importanti. Come nella vita matrimoniale, in cui è nei dettagli che si esprime e si vive l'amore ogni giorno, così è nella Liturgia. Non routine ma atti di culto. Quando posso fare di più ma non voglio corro il grave pericolo che l'amore si raffreddi. I piccoli atti del prendersi cura con attenzione sono importanti. Se li trascuriamo come banali e puntigliosi, quasi senza accorgercene ci separiamo da Dio. Dobbiamo diventare icone della Sua presenza salvifica perché altri trovino la salvezza.
Sacro significa "separato". Non è solo attenzione ai dettagli. In ogni rapporto d'amore questi sono importanti. Come nella vita matrimoniale, in cui è nei dettagli che si esprime e si vive l'amore ogni giorno, così è nella Liturgia. Non routine ma atti di culto. Quando posso fare di più ma non voglio corro il grave pericolo che l'amore si raffreddi. I piccoli atti del prendersi cura con attenzione sono importanti. Se li trascuriamo come banali e puntigliosi, quasi senza accorgercene ci separiamo da Dio. Dobbiamo diventare icone della Sua presenza salvifica perché altri trovino la salvezza.
La Chiesa dei primi secoli ha consacrato (sacrare--> rendere santo) dedicato a particolare servizio: persone, cose dedicate al culto del Dio onnipotente. Non più disponibili per l'uso ordinario e profano.
Uno dei tesori dell'usus antiquior è l'ampio corpo di benedizioni e consacrazioni .
Ѐ commovente la rinascita da parte di nuovi sacerdoti dell'uso di portare al vescovo calice e patena da consacrare prima dell'ordinazione. Queste piccole abitudini dimenticate insegnano in maniera eloquente la sacralità separata dall'ordinario quotidiano. Ѐ Dio che agisce, non noi.
Ogni celebrazione, opera di Cristo e del suo corpo, è azione sacra per eccellenza (Sacrosanctum Concilium, 7)1
Ogni celebrazione, opera di Cristo e del suo corpo, è azione sacra per eccellenza (Sacrosanctum Concilium, 7)1
Nulla eguaglia per efficacia il culto pubblico integrale, che non può che promuovere adorazione, maestà, segni, non mera azione umana. Bisogna educare l'uomo alla vera vita. Occorre ripristinare il primato dell'assoluto ed eterno e l'umile consapevolezza di sacerdoti e laici che la celebrazione non è luogo della carità e degli adattamenti ma quello del già dato dove passato presente e futuro si incontrano.
Il cardinale Sarah evoca il passo del "roveto ardente": "Non avvicinarti, togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!". La Teofania di Dio nel luogo della nostra salvezza. La differenza importante rispetto al roveto ardente è che siamo invitati ad avvicinarci e far festa al banchetto sacrificale. Ma non con banalità.
Il Silenzio [Al silenzio (dell’uomo, di Dio, dell’uomo davanti a Dio e di Dio davanti all’uomo) il cardinale Robert Sarah ha dedicato il suo ultimo libro La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore, una conversazione con Nicolas Diat, con il quale aveva già firmato Dio o niente (2015)]
Cita Ap 8,1 : “Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora”.Il Silenzio [Al silenzio (dell’uomo, di Dio, dell’uomo davanti a Dio e di Dio davanti all’uomo) il cardinale Robert Sarah ha dedicato il suo ultimo libro La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore, una conversazione con Nicolas Diat, con il quale aveva già firmato Dio o niente (2015)]
Dopo lo sconvolgimento cosmico è il silenzio dell'anticipo, il silenzio dello stupore, dell'adorazione, della presenza silenziosa. Ci inginocchiamo in adorazione, stupore, sottomissione, attesa della Parola e dell'azione del Signore con riverenza anticipata. Se sono fiero di me stesso e del rumore del mondo non c'è spazio in me per il silenzio perché Dio penetri la mia vita. La vita liturgica comincia con l'apprendimento del silenzio. La calma della vita interiore consente la corrente nascosta di una vita spirituale feconda. Solo il silenzio può edificare ciò che non perisce e creare lo spazio alla celebrazione vera che edifica la Chiesa.
Affinché il silenzio risulti fecondo la parola va comunicata allontanando il rumore che assassina la Liturgia, uccide la preghiera, ci strappa lontano da noi stessi e da Dio, che non parla nel vento e nel terremoto, ma con la voce del silenzio sottile. E la chiave è la vera umiltà davanti a Dio Redentore che scaccia il rumore del mondo che ci circonda quotidianamente. Affidamento necessario per la realizzazione e la celebrazione delle realtà più sacre impregnate di silenzio e riverenza nei confronti di Dio: stupore, riverenza, silenzio, umiltà, rispetto, come l'abbiamo ricevuto dalla Chiesa.
10° anniversario del Summorum
La lettera di Papa Benedetto XVI ai vescovi che accompagna il Summorum Pontificum nota un fenomeno particolare: l'interesse crescente dei giovani per la Liturgia antica, attratti dalla forma appropriata per l'incontro con il mistero. Questo è sempre più vero in tutto il mondo. È un fenomeno che alcuni della sua generazione trovano difficile da capire. Eppure sa e personalmente testimonierà la sincerità e la devozione di questi giovani uomini e donne, sacerdoti e laici. Si rallegra per le numerose e buone vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa che sorgono da comunità che celebrano l' usus antico.
La Messa tridentina sta diventando una messa sempre più per giovani, sacerdoti e laici. Essa non è mai stata abolita!
Cita ancora Benedetto XVI nella Lettera ai vescovi: "Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto".
Lo scopo: una riconciliazione liturgica per metter fine allo scandalo della divisione a causa della riforma di Paolo VI. Ma c'è ancora molto da fare.
Si rivolge ai suoi confratelli Vescovi: fa suo il consiglio di Gamaliel: "Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio". E, se nutrono ancora dubbi, li esorta ad aprire i cuori e a cercar di conoscere le comunità tradizionali. Occorre curare queste comunità di fedeli. Essi non sono nostalgici ma pieni della gioia di cristo tra le sfide del mondo moderno.
Occorrono ministri e strumenti di riconciliazione e formazione per tutti i fedeli, anche per quelli che amano l'usus antiquior, che deve essere considerato una pratica normale nella Chiesa di oggi.
Possiamo riconciliare le due forme del rito romano? Rimane la questione della cosiddetta riforma della riforma. Riconosce che vi sono molti ai quali questo fa paura e preferisce parlare di mutuo arricchimento. Per esempio il silenzio orante dell'Offertorio e del Canone Romano2, potrebbero arricchire la forma ordinaria. In questo nostro mondo pieno di parole c'è bisogno di maggior silenzio anche nella Liturgia. Il silenzio in queste parti della Messa nella forma extraordinaria è fecondo. La disciplina del silenzio verbale e rituale di cui è impregnato l'usus antiquior permette di ascoltare il Signore e può essere un tesoro da condividere con l'usus recentior. Ma rassicura energicamente tutti coloro che sa che temono che si adotti un ibrido. Afferma di non aver alcuna intenzione di voler imporre una modifica all'usus antiquior. Dunque nessun ibrido frutto di compromesso (la considera una interpretazione assurda). Incoraggia invece a riflettere in pace con devoto discernimento perché nella Liturgia è possibile uno sviluppo organico. Il che significa che qualunque cambiamento liturgico non può che essere frutto di studio accurato e preparazione adeguata.
Mutuo arricchimento non significa promuovere né obbligare a nuovi tipi di culto. Occorre tuttavia avere molta pazienza mentre la Chiesa considera un futuro sviluppo. Non siamo liberi di prendere decisioni da soli.
Afferma quindi: "non siete chiusi, non siete come un libro in uno scaffale o in un museo, non siete di seconda classe, o membri particolari della Chiesa a motivo delle vostre pratiche spirituali, ma cattolici di rito romano chiamati da Dio con tutti i santi a prendere il vostro posto nella vita in un regno di intesa e di testimonianza che è la vostra missione verso il mondo. Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio. Questa è la vostra missione.".
________________________________Note di Chiesa e post-concilio
1. Da SC, n.7 ....Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.
2. Ben venga il ripristino del silenzio che restituisce alla messa riformata la sacralità perduta. Si tratta certamente di un elemento importante, ma non possiamo ignorare la trasformazione dell'Offertorio in berakah ebraica [vedi] e i tagli e le modifiche subiti dal Canone; elementi nuovi che provocano serie variazioni nella sostanza più che nella forma del rito.
2. Ben venga il ripristino del silenzio che restituisce alla messa riformata la sacralità perduta. Si tratta certamente di un elemento importante, ma non possiamo ignorare la trasformazione dell'Offertorio in berakah ebraica [vedi] e i tagli e le modifiche subiti dal Canone; elementi nuovi che provocano serie variazioni nella sostanza più che nella forma del rito.
Piano piano, parte del clero e poi dei fedeli ha perso il senso del rito cattolico per eccellenza; questo rito si è svuotato di significato e lo svuotamento di senso ha coinvolto anche la dottrina, la missione, la cultura che ne discendono. Da quello che mi par di intendere, si cercò di mettere una pezza al buco di senso in vari modi ma, alla lunga il senso non si ritrovò. Anzi si osservò sempre più attentamente la società civile per cercare là quel senso che più non si vedeva all'interno. Questo fu l'abbaglio primo in cui cadde Giovanni XXIII, proprio colui che aveva viaggiato, che aveva vissuto sulla sua pelle l'onda lunga dei pensieri scientifici moderni internazionali, intrisi di orientalismo, socialismo,liberalismo, comunismo, lui che, in buona fede certamente, scambiò infine lo spirito del tempo per lo Spirito Santo. L'indizione del CVII, il suo svolgimento, la sua conclusione, le sue interpretazioni sempre più politiche, sociologiche, e via elencando, e sempre meno religiose, sono la storia di questo fraintendimento, di questo abbaglio epocale. Ed ora che non solo la religione nostra è stata snaturata, che il rito è diventato un happening affidato ai demoni del momento, ora che il solo dirsi cattolico è sì, senza senso, ora che i cattolici si fanno islamici, che fare? Ora che il rito, è diventato i riti, che fare? Siccome il rito nuovo non è uscito dalla penna di un grande santo, tipo san Pio da Pietralcina, nel qual caso si poteva forse anche credere che Padre Pio avesse parlato per bocca dello Spirito Santo, siccome così non è stato,se fosse per me non ne parlerei neanche più. Qualsiasi altro intervento, di mano d'uomo, non sarebbe che 'una pezza peggiore del buco'. Quindi basta. Qualsiasi sia l'etichetta che il mondo metterà sulle spalle dei fedeli del rito antico, teniamocela e proseguiamo a celebrarlo sempre meglio, con una partecipazione interiore santa. Rinforziamoci invece nella Dottrina, nella Missione, nella Cultura.
RispondiEliminaSulla difficoltà della lingua latina che non tutti comprendono, quindi come si incultura il Cristianesimo?
RispondiEliminaOggi, in cui siamo avanti rispetto a ieri, si trovano persone, coppie, vecchio tipo maschio e femmina, in cui lui è Bantù e lei Siciliaana. Ora i due si sposano e nasce un magnifico bambino, cioccolato al latte. La mamma parla siciliano e il babbo bantuense con la loro gioia. Il bambino biligue, impiega un po' di tempo in più ad elaborare i due idiomi ma, quando li ha elaborati li parla entrambi naturalmente bene. Ora ammettiamo che i due siano cattolici, ed abbiano imparato a pregare in latino e preghino, ogni giorno in latino, il bambino pregherà con i gentori, nella lingua che usano i genitori nel pregare. Crescendo il bambino capisce che si prega in quella lingua e per lui, che non ha usato nessuno strumento didattico per imparare il latino, pregare in latino sarà del tutto naturale. Col tempo quando andrà a scuola approfondirà la struttura grammaticale e sintattica della lingua parlata nel paese di residenza e da quella struttura passerà, a tempo debito, ad esplorare le altre lingue da lui parlate.Ma questo processo di apprendimento, per imitazione, lo vediamo anche negli adulti. Se gli adulti vivono in un ambiente che parla bene e pronuncia bene l'italiano, lo parleranno bene altrimenti rispecchieranno la qualità della lingua nella quale si trovano a vivere.Quindi il discorso della inculturazione vede più la nostra pigrizia protagonista che non tutto quel bla bla con il quale nascondiamo a noi stessi le nostre mancanze. Portare con il Signore il latino ritengo che sia un dono grande che portiamo a tutti. Manca da parte nostra il convincimento ed una preparazione sufficiente, il resto sono chiacchiere.
Oggi la Parola di Dio ci ammonisce sulla necessità di saper perdonare.
RispondiEliminaNon mancheranno furbacchioni che ridurranno questo necessario a un "liberi tutti"...
In fondo Martin Lutero ha ridotto il perdono al semplice aver fede in Chi perdona.
Invece il vangelo odierno non è affatto così banale.
Gesù non è un irenico buonista, peace and love.
Infatti il vangelo di oggi è in un contesto ben preciso: la giustizia.
Si stanno "facendo i conti": la parabola è in quell'ambito lì.
Il servo ha un debito enorme e lo sa, ne è conscio.
Non nega l'evidenza, conosce la legge, chiedo solo tempo per assolvere alla giustizia.
A questo punto, in questa nozione generale della giustizia, il padrone esercita il perdono e condona tutto il debito! Lo può fare, dentro il quadro di giustizia condivisa, avendo constatato che anche il debitore ha chiaro il quadro e ne ha la piena responsabilità.
Ma poi questo stesso debitore non esercita, per molto meno, analoga pietà.
E' un'ingiustizia!
E così, avendo mancato alla giustizia ed essendo venuta meno la condizione -di giustizia-
che aveva mosso il padrone alla pietà che genera il perdono, decade ogni misericordia.
Senza la responsabilità degli atti, non c'è più perdono.
Senza il timore (di Dio) non c'è più misericordia (lo dice anche il Magnificat).
Dio (il padrone) non usa mezzi termini, senza formule politically correct: Servo malvagio!
Avevo tenuto conto delle tue preghiere, basate sul senso di giustizia.
Ma all'atto pratico quella "fede" era senza giustizia e tu non sei giusto.
Per cui Dio, che non è buonista, si sdegna e con chi è così "furbacchione" la fa pagare.
Fino all'ultimo centesimo.
E così farà con noi se il perdono che eserciteremo avrà un cuore banale, capace di fare riduzioni improprie del perdono. Riduzioni false, che non trasformano nulla di quell'immensa offesa a Dio che è il debito contratto peccando, che solo l'incarnazione del Verbo poteva ripagare, dato che il finito non può rifondere l'Infinito. Eppure di questo mistero di amore misericordioso, noi rischiamo di fare la scusa per "chiudere un occhio".
Su tutto. Ma proprio tutto. Perchè Dio è buono e perdona sempre...
Ma è davvero questo il vangelo di oggi?
Se rendessimo il perdono senza più la giustizia, esso sarebbe falso.
Se rendessimo la giustizia senza più la pietà, essa sarebbe falsa.
Ma Dio non è falso, il falsario è un altro...
Quello che si snatura nella liturgia, lo si può snaturare nella Scrittura.
Quello che si snatura nella catechesi, lo si può snaturare nell'esercizio della carità.
E quello che è snaturato, nella sua natura divina, diventa falso, quindi non è da Dio.
"Quando posso fare di più ma non voglio corro il grave pericolo che l'amore si raffreddi. I piccoli atti del prendersi cura con attenzione sono importanti"
RispondiEliminae' un paragone che non trovo affatto calzante. I cosiddetti dettagli che non vanno trascurati sono stati muttuati dal cerimoniale del Tempio previsto da Dio stesso nel Vecchio Testamento e perfezionato dal Dio fattosi Uomo, Gesù Cristo, nel Nuovo Testamente durante l'Ultima Cena! Qui non si tratta di raffedare l'amore, non prestando attenzione ai "dettagli"(che NON sono dettagli ma PRESCRIZIONI), bensì di tradire la Volontà di Dio! Il paragone del crad. Sarah è sentimentalista e improprio se si sta parlando di atti pubblici di Culto Sacro! Il sacerdote non deve prestare attenzione ai cosiddetti dettagli quasi come se concedesse a Dio qualcosa di straordinario che ordinariamente non Gli sarebbe dovuto! Il cerimoniale OBBLIGA sotto pena grave il Sacerdote e prima che Montini riformasse i riti, veniva chiaramente spiegato all'ordinando quanto fosse alto e terribile il compito di compiere in persona Christi il Santo Sacrificio della Messa! Alro che dettagli, Eminenza: dovrebbero tremarvi i polsi per quello scempio che continuate imperterriti ad accettare e chiamare Novus Ordo! Invito i gentili lettori a tal proposito, se nonl'hanno già fatto, a procurarsi questo meraviglioso volume edito Effedieffe "Come Cristò ha celebrato la prima Messa" del Rev. Fr. James L. Meagher, nominato "Dottore in Teologia" da Papa Leone XIII.
Cosa c'entra il sentimentalismo quando si sottolinea con un paragone calzante cosa rappresenta e nello stesso tempo genera la cura per i dettagli?
RispondiEliminaE le "prescrizioni" a cosa servono se il "timore", nel senso di rispetto e fedeltà, non rispecchia genera e alimenta l'amore?
Bergoglio: una carriera e le sue macerie – 2
RispondiEliminaMaurizio Blondet 17 settembre 2017
Al cader della giornata non voglio andare a dormire prima di aver messo nero su bianco un'osservazione che mi preme particolarmente.
RispondiEliminaAccanto alle toccanti parole sulla liturgia del Card. Sarah, vi è un suo concetto sul quale desidero attirare la vostra attenzione.
Si tratta del discusso e discutibile progetto, che preoccupa parecchi, di approdare ad una terza forma ibrida, risultato dell'arricchimento reciproco delle cosiddette due forme dello stesso rito romano. Cosa dice al proposito il card. Sarah al proposito durante questo congresso romano Summorum Pontificum?
Ecco cosa riporta Mic nel suo resoconto:
Ma rassicura energicamente tutti coloro che sa che temono che si adotti un ibrido. Afferma di non aver alcuna intenzione di voler imporre una modifica all'usus antiquior. Dunque nessun ibrido frutto di compromesso (la considera una interpretazione assurda). Incoraggia invece a riflettere in pace con devoto discernimento perché nella Liturgia è possibile uno sviluppo organico. Il che significa che qualunque cambiamento liturgico non può che essere frutto di studio accurato e preparazione adeguata.
Mutuo arricchimento non significa promuovere né obbligare a nuovi tipi di culto. Occorre tuttavia avere molta pazienza mentre la Chiesa considera un futuro sviluppo. Non siamo liberi di prendere decisioni da soli.
Anche Le Formiche riportano sostanzialmente la stessa cosa:
L’INCONTRO TRA VETUS E NOVUS ORDO MISSAE, E LA POSSIBILITÀ DI CELEBRARE AD ORIENTEM
“La celebrazione di tutte e due le forme dovrebbe essere un elemento naturale della Chiesa”, e se ne può ricavare “mutuo arricchimento”. Ma l’idea di imporre un rito ibrido “è assolutamente fuori dalla mia intenzione”, ha sottolineato Sarah.
http://formiche.net/blog/2017/09/15/messa-latino-sarah/
Mi dico: strano! Eppure mi sembrava di aver letto ben altro da parte del medesimo cardinale, appena qualche giorno fa.
Vado a controllare e cosa trovo?
La traduzione di Magister di un discorso del Card. Sarah tratto da La Nef n°294, un discorso in occasione del giorno del X anniversario del SP, il 7 luglio.
Udite, udite:
VERSO UN NUOVO RITO COMUNE
Poiché c'è continuità profonda e unità tra le due forme del rito romano, allora necessariamente le due forme devono illuminarsi e arricchirsi reciprocamente.
È prioritario che, con l'aiuto dello Spirito Santo, esaminiamo, nella preghiera e nello studio, come ritornare a un rito comune riformato, sempre con la finalità di una riconciliazione all'interno della Chiesa.
Sarebbe bello che coloro che utilizzano il messale antico osservino i criteri essenziali della costituzione sulla sacra liturgia del Concilio. È indispensabile che queste celebrazioni integrino una giusta concezione della "participatio actuosa" dei fedeli presenti (SC 30). La proclamazione delle letture deve poter essere capita dal popolo (SC 36). Così pure, i fedeli devono poter rispondere al celebrante e non contentarsi di essere degli spettatori estranei e muti (SC 48). Infine, il Concilio fa appello a una nobile semplicità del cerimoniale, senza ripetizioni inutili (SC 50).
Toccherà alla commissione pontificia "Ecclesia Dei" procedere in questa maniera con prudenza e in forma organica. Si può auspicare, là dove è possibile, se delle comunità ne fanno la domanda, una armonizzazione dei calendari liturgici. Si devono studiare le vie verso una convergenza dei lezionari.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/08/29/liturgia-la-controrelazione-del-cardinale-sarah/
Anche un bambino si accorgerebbe che le due versioni sono una il contrario dell'altra.
Ora, delle due, o l'una o l'altra:
- o il cardinale ha dei problemi di memoria (ha settant'anni ormai; temo che anch'io, se a quell'età ci arriverò, potrei essere messo anche peggio),
- o il cardinale, dispiace dirlo, e perdonate la crudezza che scaturisce dallo stridente ed evidente contrasto, intende prenderci tutti per fessi.
Per chi avesse dubbi sulla fedeltà della traduzione ecco il testo originale in francese:
RispondiEliminaPuisqu'il y a continuité profonde et unité entre les deux formes du rite romain, alors nécessairement les deux formes doivent s'éclairer et s'enrichir mutuellement. (…)
Il est prioritaire qu’avec l’aide de l’Esprit Saint, nous examinions, dans la prière et l’étude, comment retourner à un rite commun réformé, toujours avec cette finalité d’une réconciliation à l’intérieur de l’Église (…)
Aussi serait-il heureux que ceux qui utilisent le missel ancien observent les critères essentiels de la Constitution sur la liturgie sacrée du Concile. Il est indispensable que ces célébrations intègrent une juste conception de la participatio actuosa des fidèles présents (SC 30).
La proclamation des lectures doit pouvoir être comprise par le peuple (SC 36). De même, les fidèles doivent pouvoir répondre au célébrant et ne pas se contenter d'être des spectateurs étrangers et muets (SC 48). Enfin, le Concile appelle à une noble simplicité du cérémonial, sans répétitions inutiles (SC 50).
Il revient à la Commission Pontificale Ecclesia Dei de procéder en cette matière avec prudence et de manière organique. On peut souhaiter, là où c'est possible, si des communautés en font la demande, une harmonisation des calendriers liturgiques. On doit étudier les voies vers une convergence des lectionnaires.
http://www.lanef.net/t_article/pour-une-reconciliation-liturgique-cardinal-robert-sarah-26370.asp?page=0
Sarebbe bello che coloro che utilizzano il messale antico osservino i criteri essenziali della costituzione sulla sacra liturgia del Concilio. È indispensabile che queste celebrazioni integrino una giusta concezione della "participatio actuosa" dei fedeli presenti (SC 30). La proclamazione delle letture deve poter essere capita dal popolo (SC 36). Così pure, i fedeli devono poter rispondere al celebrante e non contentarsi di essere degli spettatori estranei e muti (SC 48). Infine, il Concilio fa appello a una nobile semplicità del cerimoniale, senza ripetizioni inutili (SC 50).
RispondiEliminaQueste poche righe la dicono lunga sulla stima che il Prefetto della Sacra Liturgia ha per il venerabile rito cattolico di sempre.
Io rimango allibito e mi domando come fa un cardinale di tal ruolo ad affermare enormità di tal fatta.
Sicché noi che ci sobbarcheremmo ogni domenica e festa comandata oltre un'ora di viaggio per essere degli spettatori estranei e muti, ignoranti della giusta concezione della "partecipatio actuosa"?
Io mi sento oltremodo offeso.
Ma ciò che mi fa imbufalire di più è questo considerare il sacro rito bimillenario come un coacervo di inutili ripetizioni, contrario ad una supposta inesistente nobile semplicità del cerimoniale
Ma come si permette?
Mi domando: lui conosce o no la cosiddetta forma straordinaria? La celebra? La celebra controvoglia? La celebra con il segreto intento di riformarla, facendo piazza pulita delle odiate ripetizioni che palesa di non riuscire a sopportare?
Gli farebbe bene leggersi la relazione del prof. Martin Mosebach.
Comunque una cosa mi è chiara: secondo il nostro cosiddetto pastore di riferimento SC30, SC36, SC48 e SC50 (e tutto il resto) sono assolutamente in cima alle sue priorità e su questo altare secondo lui va sacrificata la vera Messa Cattolica.
Per ironia della sorte e per nostra fortuna c'è qualcuno che glielo impedisce.
Cara Mic ecco quà..... hai promesso che non avresti censurato e allora
RispondiEliminail commento lo mando e come promesso lo sottoscrivo:
Nel Suo intervento disastroso, il Card. Sarah ha chiaramente mostrato ciò che è,
ovvero un criptomodernista.
Ha ragione da vendere @marius quando si dichiara offeso perchè il suddetto porporato questo ha fatto: ha offeso i cattolici fedeli alla Messa di Sempre e con essi anche la Messa di Sempre. E' lui che ci ha messo ideologicamente nel ghetto da cui ci invita ad uscire, è lui che dichiara senza vergogna che possiamo essere cattolici come lui (e come il Santo Padre Francesco che davanti al SS.mo non si inginocchia mai), ma che per dimostrarlo dobbiamo uscire dal ghetto come lo chiama lui del Rito Antico.
La verità è che ha espresso chiaramente quello che pensa e cioè che per lui le nostre sono solo "pratiche spirituali" che non fanno di noi neppure dei cattolici particolari, bensì più prosaicamente dei cattolici chiusi nel ghetto tradizionalista afflitti da sindrome "ripetizionista".
Sono affermazioni oggettivamente offensive tanto per i fedeli che per la stessa intentio teologica e normativa del Summorum Pontificum che parla di duplice forma del Rito Romano e non certo di ghetti tradizionalisti o di pratiche spirituali.
Definire quelli che seguono il Rito Antico come "spettatori estranei e muti" la dice lunga su come il porporato sia capace di apprezzare e valorizzare il Rito Antico, che ovviamente non celebra nè ha mai celebrato a riprova della sua posizione chiaramente ideologica, anzi settaria.
Voglio anche rimarcare che mentre il Novus Ordo avrebbe tutto da recuperare ed implementare dal Vetus Ordo, non c'è proprio nulla con cui il Vetus Ordo possa arricchirsi mutuandolo dal Novus coi suoi funesti "si può".
Convergenza dei lezionari? Sai che risultato, così le schifezze verdi moderniste da venti kg di carta straccia ce li ritroviamo pure in Vetus Ordo? Uniformazione dei calendari liturgici??? E come??? Ogni conferenza episcopale fa come vuole, spostano le festività, modificano o abrogano persino i precetti, col risultato che l'unico calendario veramente cattolico e universale rimasto è proprio quello del Vetus Ordo, quindi che facciamo? Rimettiamo a posto il caos del dopoconcilio tornando al calendario preconciliare che è certo più armonico, ordinato e lineare??
L'armonizzazione di cui si parla è solo un pretesto per sfasciare pure il vetus ordo e farlo rovinare nel caos liturgico postconciliare dove si può fare tutto perchè non ci sono più nè rubriche nè regole ma solo eccezioni ed opportunità per fare quello che si vuole o anche quello che capita.
Prima smentisce di voler fare il guazzabuglio ibrido tra i due riti e poi dice che vuole giungere ad una riconciliazione dei riti. Che crede che usando dei sinonimi differenti prende la gente per il naso ?
Se come dice il Summorum i due riti sono due forme del Rito Romano, allora sono già
belli e riconciliati e per evitare ulteriori attriti e polemiche basterebbe solo che lui e quelli come lui ne prendessero atto lasciando in pace noi tradizionalisti
del ghetto e la Santa Messa di Sempre, altro che lezionari comuni e uniformita di calendario.
Ritengo che proprio in conseguenza di una posizione tanto problematica e pericolosa
i vari gruppi Summorum procedano quanto prima a significare formalmente e per iscritto che nessuno vuole che venga nuovamente devastata la Santa Messa e che il messale del Vetus Ordo stà benissimo così e non si deve toccare, se Sarah vuole celebrare ad orientem allora lo faccia che nessuno glielo impedisce anzi visto che può lo prescriva a tutti i sacerdoti che celebrano in Novus Ordo, così poi vediamo come gli obbedisce la massa di scalmanati che ormai ha fatto della Messa Domenicale il proprio teatrino altro che "nobile semplicità cerimoniale", se non ci fosse da ridere ci sarebbe da piangere.
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RispondiEliminaI fedeli che seguono il vetus ordo non sono mica analfabeti e sanno benissimo leggere i messalini volgare/latino e capire sia le letture che il vangelo (senza contare che si possono fare anche in volgare, ma forse lui non lo sa),
il porporato invece di preoccuparsi per la actuosa partecipatio dei tradizionalisti (che è molto più actuosa di donne musulmane carcerate e coi piedi lavati ) si preoccupi delle cialtronate e degli abusi liturgici ormai dilanganti in Novus Ordo e lasci in pace (o come dice lui nello scaffale) quelli che la Santa Messa se la vanno a cercare col lanternino pure a costo di fare centinaia di km ogni domenica (altro che scaffali).
Nessuno gruppo di fedeli chiederà mai alla Ecclesia Dei di uniformare i lezionari o di modificare il calendario liturgico, mentre abbondano i ricorsi contro vescovi ostracisti, diocesi inadempienti e richieste di sacerdoti che non vengono affatto formati nei seminari per poter celebrare anche in Vetus Ordo come invece dice il Summorum Pontificum, cosa intende fare al riguardo l'eminenza di Guinea? Ve lo dico io: niente di niente!!!
Lo studio accurato e la preparazione adeguata sono due cose che servono proprio al Card. Sarah, primo perchè il suo italiano è veramente scadente e seguirlo quando legge è snervante (il suo intervento è stato pesante e lunghissimo, ha costretto tutti ad una sopportazione eroica, ha fatto saltare persino la pausa pomeridiana nonostante avesse iniziato in anticipo ed ha dovuto pure saltare
alcune pagine della sua filippica assai male tradotta probabilmente dal francese perchè la gente aveva preso a rumoreggiare) secondo perchè uno che non sa neppure celebrare in Rito Antico e vaneggia di uniformare i lezionari ed i calendari tra novus e vetus, se lo fa in buona fede è perchè non è affatto preparato. D'altro canto non mi risulta alcun elemento biografico o accademico che faccia del porporato africano un esperto anche mediocre di liturgia, anzi...
se già si limitasse (come suo preciso dovere) a vigilare e reprimere gli scandali liturgici che in novus ordo sono oramai endemici, farebbe certo un gran servizio alla Chiesa.
Bisogna vigilare con grande attenzione perchè è ormai evidente che c'è un piano curiale a cui il papabile Sarah ovviamente è favorevole (la carriera è carriera)
che con la scusa della riconciliazione (non c'è niente da riconciliare perchè non c'è alcuna contrapposizione caro cardinale... lo dice
il Summorum Pontificum non io).... vuole demolire la Messa di Sempre.
Difendiamola e facciamo capire subito che il Messale non si tocca.
PS: I lezionari attuali fanno schifo e non vanno certo esportati al vetus ordo semmai si farebbe cosa ottima abrogandoli del tutto assieme agli ignobili foglietti domenicali che a quintali vengono stampati e macerati, a ludibrio della sana dottrina e della "nobile semplicità cerimoniale".
Matteo Veca
Non ho intenzione di commentare sulla questione "riforma della riforma". Però i dubbi di marius su alcune contraddizioni del card. Sarah sono ineccepibili. Avevo anch'io letto l'articolo su La Nef e mi ero fatto la stessa idea. Escludendo che l cardinale voglia "prenderci per fessi", suppongo che stia cercando di tenere insieme, in modo un po' improbabile, vari segmenti del mondo legato al VO.
RispondiEliminaAl momento non me ne preoccuperei molto, anche se le contraddizioni sono evidenti. Potremmo classificare questa cosa insieme ai tentennamenti di Mueller o le incertezze dei cardinali della correzione formale: sono il segno che i nostri pastori, pur in buona fede, stanno navigando un po' a vista. Interpreto la cosa come parte della prova che dobbiamo sopportare. Al momento opportuno lo Spirito Santo li ispirerà per uscire da questa impasse. La cosa veramente importante, da parte nostra, è resistere al Maligno che certamente conta su queste perplessità per soffiare uno spirito di divisione. Quello che propongo è di non censurare affatto queste contraddizioni, anzi se ne discuta apertamente, senza però trarne adesso delle conclusioni sulle persone.
RispondiEliminaCriticare va bene, però...
Però non si comprende il perché del livore dimostrato nei confronti del cardinale Sarah, accusato, se ho capito bene, di malafede e delle peggiori intenzioni nei confronti dei c.d. "tradizionalisti" (un termine che a me, personalmente, non piace, poiché nei "tradizionalisti"si trova di tutto e troppo spesso sono faziosi e arroganti). Criticare va bene, nel senso che, purtroppo, il cardinale Sarah, sicuramente animato dalle migliori intenzioni, mostra i limiti (già rilevati su questo blog), di un'impostazione che vuole realizzare quella "concordantia" tra i due Riti auspicata da Ratzinger, alla luce della quale egli ha a suo tempo emanato il famoso motu proprio.
La situazione è questa, c'è poco da fare. L'unica cosa da fare, come risulta dall'equilibrato intervento di F. Giudici, è continuare a discutere, ad argomentare, a controbattere, ma in modo razionale (ed educato) sperando che un giorno il cardinale Sarah e altri, di fronte al degradarsi sempre più accentuato (Francisco adiuvante) della Messa NO, si convincano che l'unica soluzione della crisi liturgica è quella di tornare in tutta semplicità al rito OV.
La controversia razionale e documentata, per quanto sta ai nostri modesti mezzi di laici desiderosi di veder risolta finalmente la crisi della Chiesa, è l'unica possibile ed è quella che Mic ha giustamente sempre cercato di attuare qui in tutti i modi.
PP
Leggere certi commenti che non sono affatto "critiche costruttive" ma soltanto un agglomerato di insulti e disprezzo al pari di ciò che si legge sui blog di modernisti quali Andrea Grillo & soci fa veramente augurare che Dio renda a ciascuno secondo quanto ha seminato, ovvero che non rimanga traccia né dei vostri vaniloqui né di quelli dei modernisti, ma siate tutti spazzati via dal ricordo collettivo come "pula che il vento disperde"!
RispondiEliminaChissà, oggi siete "divisi" ma magari un giorno vi troverete tutti "accomunati" nel fuoco eterno che logora chi ha eretto la propria ideologia a idolo disprezzando la carità verso Dio e verso gli altri.
Ps: la scusa del "nessuna censura" sta diventando la peggior paraculata (perdonatemi l'espressione!) affinché ognuno si sente in diritto di DIRE MALE DEGLI ALTRI piuttosto che ragionare, esporre e argomentare sui CONTENUTI, e questo succede a "destra" e a "sinistra" (e non se ne può più di nessuna delle due), vergogna!
Ps: la scusa del "nessuna censura" sta diventando la peggior paraculata (perdonatemi l'espressione!) affinché ognuno si sente in diritto di DIRE MALE DEGLI ALTRI piuttosto che ragionare, esporre e argomentare sui CONTENUTI, e questo succede a "destra" e a "sinistra" (e non se ne può più di nessuna delle due), vergogna!
RispondiEliminaOgni tanto ci provo a dare spazio a chi dice di dissentire. Non posso sapere in anticipo se c'è solo processo alle intenzioni o argomentazione. Sta di fatto che, di volta in volta, abbiamo la campionatura di quel che c'è in circolazione.
Sto cercando di trovare il tempo per scrivere un articolo partendo da quanto si è detto qui, perché ho molto da osservare sulla cosiddetta riforma della riforma e sullo sviluppo organico della Liturgia. Tuttavia l'ho già fatto ampiamente, insieme a molto altro, nel mio saggio su "La questione liturgica. Dal Vaticano II all'epoca dei 2 Papi", che vi invito caldamente ad ordinare all'editore Solfanelli nell'edizione aggiornata al dopo Benedetto XVI, che uscirà a giorni.
Da quel che ho letto dei vari resoconti del Convegno mi sembra di aver capito che mons. Pozzo e con lui il cardinal Sarah e ancora l`abate di Fontgombault parlano tutti e auspicano una futura convergenza delle due forme del Rito Romano, molto interessante e articolato in questo senso l`intervento di Padre Dom Jean Pateau, rimetto il link che Maria ha messo in un post precedente:
RispondiEliminahttp://tradinews.blogspot.it/2017/09/pere-dom-jean-pateau-colloque-summorum.html
"vi invito caldamente ad ordinare all'editore Solfanelli nell'edizione aggiornata al dopo Benedetto XVI, che uscirà a giorni"
RispondiEliminaaddirittura caldamente??? Forse è il caso di ridimensionarsi un po', non credi?
Io sopra non ho scritto "nessuna censura", intendendo dire che non ci si deve porre un limite - come per esempio mettere subito uno sul banco degli imputati, considerandolo traditore o inesorabilmente perduto nell'errore appena sgarra di una virgola (non sto neanche dicendo che i traditori non ci sono: ci sono, ma sono facilmente identificabili in quelli che diffondono eresie patenti e quelli che li supportano). Ho scritto "nessuna censura su queste contraddizioni", nel senso che se a qualcuno qualcosa non torna, è giusto che lo dica, indipendentemente dalla persona coinvolta. Quindi, certamente parlavo dei contenuti.
RispondiEliminaaddirittura caldamente??? Forse è il caso di ridimensionarsi un po', non credi?
RispondiEliminaNon penso sia questione di ridimensionarsi. Quel 'caldamente' mi è venuto spontaneo perché ci sono cose che ho detto e ripetuto miriadi di volte e bisogna sempre ricominciare da capo.
E, poi, mettiamoci anche il desiderio di condividere con più persone possibile il frutto di fede, fatica impegno, passione e preghiera.
Se qualcuno ci vede altro, pazienza, non posso farci niente :)
auspicano una futura convergenza delle due forme del Rito Romano
RispondiEliminaBisogna vedere cosa si intende per "convergenza". C'è molto da specificare non solo sulla "convergenza" ma anche sulle "due forme" che credo sia una scappatoia della mens subtilis di Ratzinger. Mi sto prendendo il tempo che serve e approfondirò.
Fabrizio Giudici, ciò che intendevi è più che chiaro. Lo condivido al 100%. E' esattamente ciò che mi ripropongo costantemente.
RispondiEliminaIl riferimento al "nessuna censura" poteva anche essere al fatto che l'intervento considerato "agglomerato di insulti e disprezzo" è di un lettore che aveva buttato le mani avanti dicendo che si sarebbe espresso se non censurato. E l'ho pubblicato perché mi interessava verificare...
Scusate, ero presente al convegno e posso testimoniare il rumoreggiare di molti durante l'interminabile intervento del card. Sarah. Tempo fa mi auguravo potesse essere il prossimo Successore di Pietro, ora come ora non riesco a capire se la sua sia malafede o accecamento spirituale, dovuto all'infinità di richiami(da parte di Nostro Signore) non corrisposti! Verrò censurata, perchè guai a non essere d'accordo con la padrona di casa, ma questo è quello che penso. Forse non è tutto oro quel che luccica e quelli come Sarah al momento mi appaiono più una insiodiosa minaccia che un dono della Provvidenza! Sono confusa, sconcertata e a dir poco avvilita! Continuerò con mio marito e i miei figli a macinare chilometri per assistere "muta ed estranea" alla Santa Messa di sempre, preferendola sempre e comunque anche ad un pontificale del sig. Prefetto per il Culto Divino!
RispondiEliminaPerò ….
RispondiEliminaCome sempre, se si criticano azioni, parole, contenuti, dei c.d. “pastori di riferimento”, con argomentazioni precise, sia che i toni siano pacati (marius), che più “accesi” (ma la santa ira esiste ancora ?) non si ottiene nessuna risposta nel merito.
O cade il silenzio, o si colpiscono le persone da cui muovono quelle critiche, perché osano criticare le “forze buone”, cui bisogna guardare sempre con benevolenza, attribuendogli buone intenzioni, forse per pregiudizio, e non per carità (altrimenti queste buone intenzioni sarebbero attribuite anche a chi si contrappone a queste “forze buone”, papa e compagnia compresi), seppure, al più, anche qualche “limite”, oppure perché “eccedono” nei toni. Si alza sempre un muro incredibile. Di gomma.
Secondo me a queste questioni vanno invece affrontate. La posta in gioco (la Santa Messa, la Tradizione) è altissima. Ed è inutile ricordare che non bisogna guardarsi solo dai nemici dichiarati, ma anche dagli “amici”. Al di là delle loro intenzioni, della loro consapevolezza, occorre guardare a come si muovono, a quello che dicono. A tutto quello che dicono. Le insidie si trovano sempre nei dettagli. E sono i “dettagli” che possono far crollare tutto un sistema, come chi ha redatto i documenti del CVII ben sapeva. Occorre guardare a quello che oggettivamente fanno. Nel tempo.
Come si può negare che quest’ibrido, questo rito comune riformato era nelle intenzioni dichiarate del Summor Pontificum ? Come si può negare che la creazione a tavolino da parte di codesti studiosi, sedicenti assistiti dallo Spirito Santo di una “sintesi” liturgica delle “ricchezze” dei due riti comporterebbe ovviamente la definitiva eliminazione del VO ?
Il VO sarebbe assorbito nella sintesi delle “ricchezze” dei riti. Così nessuno potrebbe parlare di abrogazione, di divieto: continuerebbe a vivere nell’ibrido, direbbero. Dunque nessuno potrebbe lamentarsi. Geniale trovata. Come quella della “tradizione vivente”.
Anna
E aggiungo: come si fa a non ipotizzare, se solo si guarda, nel suo complesso e contesto, alla emanazione del SP, che il fine di quest’ultimo sia stato il definitivo assorbimento della “resistenza” cattolica legata alla Tradizione ed alla Santa Messa, assorbimento denominato “ricomposizione della frattura nella Chiesa”, ripristino della “piena comunione” ?
RispondiEliminaQuei testardi dei lefebvriani, che continuavano a rifiutare il CVII (e dunque la “piena comunione” con Roma), non erano stati fermati, né da sospensione a divinis, né da scomunica, né dal pubblico disprezzo, continuavano ad ordinare sacerdoti e, sebbene una piccola parte era rientrata spaventata dalla disobbedienza al papa , col contentino della celebrazione della Santa Messa, quelli che resistevano, caparbi crescevano, crescevano … Internet trasmetteva le informazioni e troppi, soprattutto giovani, scoprivano la Santa Messa e la Tradizione, il divieto di celebrare il VO appariva sempre più sospetto e allora ...
Allora perché non provare con le buone, se le cattive non avevano funzionato ed anzi erano feconde come il sangue dei martiri ?
Allora perché non provare a sganciare la Santa Messa dalla dottrina tradizionale difesa dalla fraternità SPX (i rientrati ormai tacevano), liberalizzando il VO in via transitoria per arrivare poi (la rana va bollita lentamente) all’ibrido?
Così si poteva intercettare chi si era messo in cammino verso la Tradizione e la Messa, deviandolo e ancorandolo alla “piena comunione”. Si poteva controllare il “nuovo dissenso”, schedandolo attraverso la sottoscrizione dell’adesione ai gruppi “spontanei” del SP, ed estorcendo loro l’accettazione del nuovo credo: il CVII. Insomma si ingabbiava la Santa Messa, la si svuotava di contenuto (lex credendi), si riduceva il VO a bisogno di dettagli rituali di natura estetico-sentimentale dei fedeli in fuga, assopendo il loro bisogno di verità da quella lex credendi espressa dalla Santa Messa di cui erano assetati, che ha per fonte la Tradizione.
Nel frattempo si lavorava sul fronte dei “dissidenti” ostinati. Si mostrava loro che c’era spazio nella Chiesa per i fedeli legati alla Messa VO e alla Tradizione, come il SP mostrava con evidenza. Si cedeva su qualche punto del CVII declassandolo a oggetto di possibili discussioni o chiarimenti ….. ed ecco qua: risanamento della frattura della comunione.
… Poi alcuni “dettagli” liturgici che tanto attiravano verso il VO sarebbero stati cuciti al NO nella sintesi ………….. et voilà. Il cerchio si chiudeva. Comunione più che perfetta.
Si, lo so: sono fantasticherie da complottisti. Queste cose non accadono nella realtà. Meno che mai nella realtà ecclesiastica.
Ironia a parte: nessuno può dire che le cose siano state preordinate esattamente così. Ma nessuno credo può negare che tutto ciò è accaduto. Mancano solo gli ultimi due anelli. E non sono sicura che saranno agganciati. Al di là delle aspettative (paiono tutti stupiti), nonostante gli innumerevoli ostacoli, il VO si diffonde, crescono le vocazioni e, malgrado l’accettazione formale del CVII, molti si sono abbeverati alla Tradizione ed hanno consapevolezza del veleno liberale di cui è intriso il CVII e della riconducibilità a quest’ultimo della crisi nella Chiesa. Nonostante le molte concessioni molti nella fraternità resistono alla tentazione della “piena comunione e riabilitazione” che non proceda da una comunanza dottrinale.
Anna
Scusate, ero presente al convegno e posso testimoniare il rumoreggiare di molti durante l'interminabile intervento del card. Sarah.
RispondiEliminaIo ero nelle prime file ed ero così concentrata ad ascoltare che non mi sono accorta del "rumoreggiare"...
non riesco a capire se la sua sia malafede o accecamento spirituale, dovuto all'infinità di richiami(da parte di Nostro Signore) non corrisposti!
Qui si giudica con alterigia il foro interno, non i contenuti, addirittura con riferimenti arbitrari ai richiami non corrisposti"
quelli come Sarah al momento mi appaiono più una insidiosa minaccia che un dono della Provvidenza!
Prima di vedere la 'minaccia' bisogna decifrare chiaramente il tutto. E lo faremo anche con l'aiuto dell'altro testo già ripreso da Marius ed altro ancora.
Come sempre, se si criticano azioni, parole, contenuti, dei c.d. “pastori di riferimento”, con argomentazioni precise, sia che i toni siano pacati (marius), che più “accesi” (ma la santa ira esiste ancora ?) non si ottiene nessuna risposta nel merito.
RispondiEliminaAnna,
l'atteggiamento di fondo che vorrei dare al blog è quello rispecchiato dagli interventi di PP e di Fabrizio Giudici. Per il resto lasciamo spazio anche a chi dissente, purché non si proceda ad accuse alla persona invece che alle osservazioni sui contenuti; osservazioni che, non so se hai notato, ho cominciato a fare io stessa nelle due note che ho aggiunto alla mia trascrizione, ripromettendomi il resto degli approfondimenti.
I toni "accesi" non sono certo quelli tuoi o di Marius e quelli stigmatizzati sono proprio perché si tratta di accuse e anatemi senza argomenti.
Qquanto alla "santa ira", chi di noi potrebbe esprimerla santamente?
"Prima di vedere la 'minaccia' bisogna decifrare chiaramente il tutto"
RispondiEliminasenti un attimo Maria, ridimensionati davvero! Ma chi sei tu per dire alla sig.ra Anna, che sembrerebbe aver ascoltato come te la relazione del Card. Sarah, che deve aspettare i tuoi rilievi per poter esprimere un giudizio? Chi sei tu per censurare lo sconcerto di moltissime persone! Smettila di ergerti a Maestra che non sei! Ma hai perso la trebisonda o cosa! Non ho mica capito, per essere fedeli alla Tradizione bisogna comprare i tuoi libri, aspettare le tue valutazioni, seguire giornalmente il tuo blog senza perdere un post, altrimenti si viene pure redarguiti, ignorati o invitati a farsi una cultura recuperando quanto hai scritto in precedenza. Ma non credi di esagerare. Ti comporti da superba e fanatica. Ma cosa ti ha preso?
Va beh. O sono io che non riesco a esprimermi o il fraintendimento è d'obbligo ;)
RispondiEliminaIo dico quello che penso e cerco di dare una linea al blog secondo un certo discernimento e, in questo caso, l'ho ribadito interloquendo con persone (come Anna e Marius) che conosco e mi conoscono di persona e con le quali sono abituata a confrontarmi seriamente e serenamente e che non devono certo aspettare i miei rilievi. Solo che in questo caso c'è bisogno di approfondire anche a partire dai loro di rilievi.
Io non sono maestra di nessuno. Semplicemente guardo, vivo, elaboro (perché ti sembrerà strano ma mi càpita di pensare), condivido e molto imparo anche da chi scrive qui.
L'approfondimento è necessario perché sono temi delicati e anche non del tutto sviscerabili in un'esame affrettato e superficiale.
Quanto ho scritto in precedenza è davvero tanto, anche su queste pagine, e non credo sia superbia o fanatismo richiamarlo o aver citato un mio libro di cui sta per uscire l'edizione aggiornata. E' una dato di realtà neutro. Dipende da con che occhi lo si guarda.
RispondiEliminaUno "scandalizzarsi" del tutto fuori luogo
Non vedo perché scandalizzarsi del rinvio di Maria al suo libro di prossima pubblicazione, dato che verte proprio sui temi liturgici dei quali stiamo discutendo. E'la rielaborazione approfondita di un suo precedente studio. E' normale per uno studioso rinviare ad un libro suo che sta per uscire, se concerne una problematica sulla quale ci sia al presente un'ampia discussione.
Ma lo "scandalo" (fuori luogo) sembra la logica conseguenza del modo di ragionare di chi parte sempre in quarta facendo il processo alle intenzioni, più che concentrarsi nel merito. Questo perché, credo, si suppongono sempre secondi fini nascosti in coloro con i quali non siamo d'accordo. Ma questa è una mentalità sbagliata.
Per qual motivo il card. Sarah dovrebbe essere in malafede? E in base a quali argomenti puntuali?
Lui e gli altri cardinali non sembrano rendersi conto del fatto che il vizio che affligge la nuova liturgia è nel manico, è già tutto nel principio della creatività liturgica assurdamente introdotto dal Vaticano II, una cosa del tutto nuova ed inaudita per la Chiesa cattolica. Ma criticare questo principio vorrebbe dire attaccare e mettere in discussione l'intero Concilio poiché il principio della creatività lit. ne è un punto chiave. Non se la sentono allora i cardinali di spingersi a tanto? Oppure non si rendono conto del problema?
Difficile dire. Ma in ogni caso, perché accusarli di mala fede? Con quale diritto?
Forse bisognerebbe capire che gli insulti e la denigrazione dell'avversario, ben diversi da una critica anche severa, non sono argomenti né possono ad essi sostituirsi.
PP
@ anonimo 18 settembre 2017 15:40
RispondiEliminaMaria sta mettendo la sua competenza, la sua fatica e il suo cuore in questo blog per il bene della Chiesa. E io la benedico sempre.
Insultarla in questa maniera è veramente ingiusto. Da ciechi. Senza garbo, senza carità. Senza verità.
Non ha affatto con superbia zittito me o marius, invitandoci a istruirci col suo libro. Ha indicato la sua nuova pubblicazione perché lì ha sviluppato il tema di cui si parla.
Anna
" ma la santa ira esiste ancora "
RispondiEliminaLa santa ira esiste. Il problema è trovare il giusto limite (anche perché - parlo per me - non sono santo). San Bernardo, se non erro, diceva che non adirarsi per cose sacrosante è peccato, ma adirarsi troppo è doppio peccato. Ora, io capisco bene che la gente salti su, perché qui non stiamo parlando di politica energetica del paese o di innalzamento del tetto delle pensioni, ovvero cose dove si ragiona in termini di compromessi. La linea guida la dà il CdC, quando sostanzialmente dice che il fedele ha il diritto/dovere di correggere i superiori con lo scopo di ridurre la confusione e fare chiarezza. Se però salta fuori che non c'è più neanche un pastore di riferimento a cui prestare attenzione, non vedo come si possa ridurre la confusione. Se andassi dietro a tutte le critiche che leggo, non si salverebbe nessuno: Burke per un motivo, Sarah per un altro, Schneider nemmeno, Mueller figuriamoci, altri due sono morti e quindi non possono più essere seguiti... chi rimarrebbe? Manco mons. Fellay - secondo certi "traditore" per via delle voci sulla prelatura personale - e alla fine pure la FSSPX finirebbe dispersa in rivoli. Non mi pare che ci voglia molto a capire dove si arriva per questa strada. Altro che piccolo gregge: una protestantizzazione di fatto con tante piccole comunità riunite intorno ai loro preti, che diffidano l'una dell'altra.
Quello che trovo sconcertante è che molti devono subito saltare alla conclusione apodittica e chi non salta alla conclusione come loro "chi si crede di essere", eccetera. Maria ha semplicemente detto - molto chiaramente - che le questioni vanno valutate e ponderate con attenzione e la cosa richiede certi tempi. Le critiche a Sarah, comunque, sono state riportate. Così come in altre circostanze a Ratzinger e a Burke, non sono state censurate.
Capisco che per qualcuno vedere interlocutori che non si presentano con una grande concitazione nei toni può dare l'impressione di una mancanza di coinvolgimento, come se non stessimo discutendo di cose vitali: ma non è vero, è una falsa impressione. Tanto per fare un esempio personale (semplicemente perché, ovviamente, lo conosco bene), in privato m'incazzo come una biscia (mic, scusa l'espressione) e non vi riporto cosa esce dalla mia bocca, comunque son cose che poi devo andare a confessare. E ho anche convinzioni sulla mala fede e buona fede di certi. Ma ritengo che in pubblico è opportuno tenere un atteggiamento più moderato (anche perché le mie opinioni personali, non supportate da fatti, sono per l'appunto solo opinioni) e costruttivo.
Premessa :
RispondiElimina- "Siamo di opinione contraria, ma guai a ritenersi infallibili. Nel momento in cui ci consideriamo tali già sbagliamo, e diamo occasione ai nemici di questa battaglia di attaccarci sempre più".
- La verità è che siamo afflitti da una cascata di dubbi che stanno erodendo anche la piccola roccia sulla quale ci siamo aggrappati.
Tempo fa scrivevo:
- Rivolgo un grazie sincero a mic per la sua opera che permette ad ognuno di noi di esprimere il proprio pensiero. A me preme ringraziarla anche per la grande gioia che provo nel sentirmi membro di una comunità "cristiana", alla cui vita ognuno con il suo personale carisma contribuisce umilmente, comprendendo finalmente cosa intendesse dire Platone con queste parole : "Per conto mio, ogni volta che ragiono io stesso o ascolto qualcun altro ragionare di "teologia", ne provo una gioia straordinaria, anche a prescindere dal vantaggio che credo di cavarne."
- Nell'ora di tenebre, raccolti in luoghi sicuri (es. questo Blog) tutti noi che abbiamo compiuto in modo irrevocabile questa scelta di campo manteniamoci all’erta e atti al combattimento con la preghiera, la penitenza e la parenesi.
- Un antico filosofo greco sosteneva che il "Polemos è il padre di tutte le cose". Ogni conquista dell'uomo è sempre stata il risultato di un polemos. E' evidente che ancora oggi non ci siamo liberati dal pensare la realtà tout court in termini di polemos, propensi come siamo ancora oggi, ognuno con le sue ragioni, a ritenere giustificata ogni polemica.
- Avrò una incapacità intellettuale a capire ciò che accade in questo nostro tempo, ma di una cosa sono sicuro, e cioè che la storia nostra contemporanea ci presenta avvenimenti che non sono solo "a metà tra il surreale e il tremendo", ma sono del tutto "anormali", svolgendosi in modo tale da essere del tutto indecifrabili o comunque non incasellabili in categorie razionali.
Considerazione: più volte su questo blog ho letto il lamento: "abbiate il coraggio di pubblicare anche chi non la pensa come voi!" Oggi leggo: "Smettila di ergerti a Maestra che non sei! Ma hai perso la trebisonda o cosa!"
Allora ho ricordato: "A volte si ha l'impressione che la nostra società abbia bisogno di qualcuno almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.
Oh, quanto attuale è il richiamo paolino: "Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!".
Constato che purtroppo questo "mordere e divorare" esiste anche fra noi "come espressione di una libertà mal interpretata. È forse motivo di sorpresa che anche noi non siamo migliori dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che dobbiamo imparare sempre di nuovo l'uso giusto della libertà? E che sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l'amore?"
Conclusione: io, misero credente, molto limitato nelle conoscenze, ma desideroso di fortificare la fede con letture appropriate, rinnovo con gratitudine i ringraziamenti alla nostra ospite, dalla quale spero di ricevere ulteriori insegnamenti e che invito a mantenere vivo questo blog che è ormai per me l'ultimo porto in cui la fede e la ragione ancora hanno modo di dialogare!
Ps: non mancherò di leggere il tuo saggio, cara Maria.
Il riferimento al "nessuna censura" poteva anche essere al fatto che l'intervento considerato "agglomerato di insulti e disprezzo" è di un lettore che aveva buttato le mani avanti dicendo che si sarebbe espresso se non censurato. E l'ho pubblicato perché mi interessava verificare...
RispondiEliminaScusa, Mic, intervengo per spezzare una lancia per questo lettore: penso si intenda Matteo Veca (new entry).
Il suo intervento è davvero un "agglomerato di insulti e e disprezzo"?
A me onestamente non sembra.
Certo una valutazione su questo piano è sempre soggettiva, però a me pare che non esca da certi requisiti:
è comprensibilmente e giustamente incavolato;
descrive esattamente cosa lo muove e gli brucia dentro in questo suo intervento, che è certamente focoso ed indignato.
Come detto di motivi per esserlo ce n'è a iosa, tenuto calcolo che siamo a confronto con parole pronunciate da un alto prelato che mentre si dice sensibile ed altamente impegnato in prima persona alla riconciliazione tra le varie anime, con la più grande nonchalance sembra faccia di tutto per provocare incendi accentuando le divisioni. Lo constatiamo facilmente in foro esterno. Se detti incendi siano poi colposi o dolosi lasciamolo giudicare dal Padre Eterno. In ogni caso non è sempre così facile e davvero possibile separare l'errore dall'errante.
Se non altro bisognerebbe rintuzzare Matteo Veca sulla sue frasi passibili della stigmatizzazione "agglomerato di insulti e disprezzi", perché altrimenti saremmo noi per primi a lanciare un giudizio apodittico, nella fattispecie proprio su chi è da noi accusato.
Anna 14:58 e 15.04
RispondiEliminaDA INCORNICIARE
l'atteggiamento di fondo che vorrei dare al blog è quello rispecchiato dagli interventi di PP e di Fabrizio Giudici
RispondiEliminaMic, sono perfettamente d'accordo io per primo con la tua giustissima impostazione, ma in questo frangente i due blogger citati sono intervenuti in seconda battuta con evidente funzione di pacieri o a tratti di pompieri.
In altre occasioni i medesimi, intervenendo per primi su tematiche a loro care, impersonificavano ruoli ben diversi, con toni molto ardimentosi e taglienti.
A me non sembra proprio che tu voglia dare al tuo blog un'impronta pacifista: tu stessa all'occorrenza dimostri di essere una magnifica Santa Giovanna d'Arco.
Se non altro bisognerebbe rintuzzare Matteo Veca sulla sue frasi passibili della stigmatizzazione "agglomerato di insulti e disprezzi", perché altrimenti saremmo noi per primi a lanciare un giudizio apodittico, nella fattispecie proprio su chi è da noi accusato.
RispondiEliminaNon ho sempre il tempo di puntualizzare tutto. In ogni caso non avevo pensato che il suo fosse un "agglomerato di insulti e di disprezzo" che è venuto fuori da un altro commento e da lì l'ho ripreso sbrigativamente.
Il suo è comunque un commento soggettivo e non molto argomentato (tra l'altro, ad esempio, ho già detto che non ho colto il "rumoreggiare").
Riprendo, sbrigativamente, ad esempio questo passaggio
"Bisogna vigilare con grande attenzione perchè è ormai evidente che c'è un piano curiale a cui il papabile Sarah ovviamente è favorevole (la carriera è carriera)
che con la scusa della riconciliazione (non c'è niente da riconciliare perchè non c'è alcuna contrapposizione caro cardinale... lo dice
il Summorum Pontificum non io).... vuole demolire la Messa di Sempre.
Difendiamola e facciamo capire subito che il Messale non si tocca.
1. attribuisce al cardinale la malafede e ho detto chiaramente che non mi pare il caso di giudicare sul 'foro interno'. Ho anche detto che mi sono fatta un'idea sulla questione della "convergenza" e conto di scriverne (ma non ne ho ancora il tempo e vorrei che non foste proprio voi ad incalzarmi).
2. capisco i vostri timori (che sono quelli di molti) e in parte li condivido; ma per l'aria che tira con l'attuale pontificato e col prevalere della gerarchi e del clero modernista non in base all'affermazione apodittica della volontà demolitrice del Summorum che francamente non mi convince.
3. Noi possiamo difendere solo con la nostra resistenza e il nostro impegno qui e in altro tipo di 'promozione' della Liturgia antica e della ecclesiologia e teologia che rappresenta. E certo "il Messale non si tocca" lo pensiamo tutti. Ma dirlo, da parte nostra, non serve sicuramente a nulla.
Uno dei punti che devo sviluppare è lo sviluppo organico della liturgia, ma intendo quello autentico. Ed è a questo che sono convinta si riferisse il card. Sarah. Almeno così avevo capito ma devo ancora leggere l'altro testo.
In ogni caso, occorrerà promuovere un dialogo più diretto e serrato con i nostri pastori di riferimento. Ho già un approccio personale in corso e che il Signore mi aiuti a portarlo avanti!
Sono d'accordo che bisognerebbe rintuzzare Matteo Veca su alcune sue frasi. E perché non cominci tu? Io speravo di cavarmela col discorso generale che ho promesso e che spero riuscire a non dilazionare a lungo...
Ringrazio Fabrizio Giudici e Alfonso.
RispondiEliminaI miei pensieri sentimenti e intenzioni coincidono.
A me non sembra proprio che tu voglia dare al tuo blog un'impronta pacifista:
RispondiEliminaInfatti, l'appellativo 'pacifista' non si addice proprio né a me né al blog. Cerco solo di essere equilibrata più di quanto non sia nella realtà quotidiana, anche per la responsabilità che sento nei confronti di molti. E, poi, mi serve il tempo per approfondire. Anche a me, quando mi indigno, càpita di partire per la tangente. Ma se lo facessi qui dove andremmo a finire?
E, poi, ognuno reagisce e si comporta anche in base al suo temperamento. Cerchiamo di accettarci come siamo almeno tra di noi. Ognuno con i suoi limiti e i suoi doni.
marius,
RispondiEliminaperò qui stasera facciamo proprio a non capirci, eh... Nessuno ha chiesto una linea pacifista e penso che la maggior parte delle persone apprezzino interventi taglienti, io per primo. Ma non è quello che è stato scritto sopra. Una cosa è un intervento tagliente, altra cosa è un giudizio tagliente su una persona. Sopra si è chiesto di tenere discussioni focalizzate sul punto e senza derive improprie. Ho anche scritto che l'ira è comprensibile, ma nel momento in cui viene compresa va anche corretta nelle sue espressioni che non mirano a fare chiarezza. Ne vuoi un esempio? Visto che ci stiamo riferendo al contributo di matteo veca (giusto per fare un esempio), eccone alcuni:
1. "primo perchè il suo italiano è veramente scadente"
2. "e seguirlo quando legge è snervante (il suo intervento è stato pesante e lunghissimo ... la gente rumoreggiava"
3. "c'è un piano curiale a cui il papabile Sarah ovviamente è favorevole (la carriera è carriera)"
Sul punto 1 sono sorpreso, avendolo ascoltato delle registrazioni e una volta di persona; ma magari a Roma era fuori forma. Oppure la mia asticella per un francofono che parla italiano è bassa. Va bene. Ma c'entra con i contenuti della discussione? No. Idem per il punto #2: avrà sbagliato i tempi e non revisionato il suo intervento in modo opportuno; bene; questo non c'entra di nuovo niente con i contenuti. Sul punto #3 onestamente penso pure io che Sarah si tenga diplomaticamente "papabile", ma questa è un'opinione e se qualcuno la sostiene in pubblico vorrei qualche fondamento, non una cosa campata per aria.
I punti #1 e #2 sono sicuramente un attacco ad personam, che non è tollerabile in un confronto di qualità. È anche abbastanza assurdo, perché potrebbe avere un senso se Sarah fosse l'unico sostenitore della "riforma della riforma". Ma non è così.
PS L'attacco ad personam mi dà veramente sui nervi. Primo, perché è irrazionale e non fa compiere progressi. Secondo perché l'ho personalmente detestato quando, ai miei tempi, lo vedevo praticato dai marxisti. Come dice Gianni, lo vediamo praticato oggi dai modernisti. Mi piacerebbe non ritrovarlo nel nostro campo.
Sono d'accordo che bisognerebbe rintuzzare Matteo Veca su alcune sue frasi. E perché non cominci tu?
RispondiEliminaCara Mic, un pezzo di frase mi era rimasta nella penna dandola per scontata e sottintesa. Perciò la integro ora perché era necessario:
Bisognerebbe rintuzzare Matteo Veca su alcune sue frasi piuttosto che criticarlo genericamente
Ma a questo tu hai già risposto sopra.
Però raccolgo la palla dicendo qualcosa sul suo passaggio da te ripreso sopra:
"Bisogna vigilare con grande attenzione perchè è ormai evidente che c'è un piano curiale a cui il papabile Sarah ovviamente è favorevole (la carriera è carriera)
che con la scusa della riconciliazione (non c'è niente da riconciliare perchè non c'è alcuna contrapposizione caro cardinale... lo dice
il Summorum Pontificum non io).... vuole demolire la Messa di Sempre.
Difendiamola e facciamo capire subito che il Messale non si tocca.
- Se capisco bene, Matteo Veca intravvede un piano curiale per demolire la Messa di sempre.
Si può discuterne, valutarne i segnali, essere d'accordo o no. Ma qui la malafede evidentemente non c'entra.
- Matteo afferma pure che il Card. Sarah è favorevole a questo piano curiale.
Lo si può desumere dalle parole a dagli atteggiamenti visibili del Cardinale. Anche qui non lo si sta giudicando in foro interno.
- Tra parentesi Matteo insinua che il Cardinale sarebbe attratto dalla carriera. È in questa parentesi che si attaglia il giudizio di malafede in foro interno.
- Infine Matteo confuta la necessità della riconciliazione dicendo che è il SP stesso che ci ha già pensato. Legittimo pensarlo ed esprimerlo, mi sembra.
Quindi, caro Matteo, avresti dovuto autocensurarti su quella parentesi.
Sei d'accordo?
Mi rivolgo ancora a te, Mic, riguardo a questa tua:
RispondiElimina...non in base all'affermazione apodittica della volontà demolitrice del Summorum che francamente non mi convince.
Bisogna intendersi bene. Detto così sembra apodittico, ma se consideri...
- che il SP separa la Lex Orandi tradizionale dalla Lex Credendi ad essa coordinata (il SP non si distacca dai controversi dettami conciliari);
- che il SP è orientato ad una valorizzazione e ad una mutua implementazione di quanto c'è di buono nelle cosiddette due forme dello stesso rito (così si dice);
- che non è certo un mistero che già BXVI aspirasse ad un graduale raggiungimento di una forma mediana corrispondente più o meno al messale del 1965;
... se consideri questi aspetti non puoi non accorgerti che questi sono degli ingredienti di una bomba ad orologeria più che sufficienti per minare l'integrità della fede cattolica, senza per questo giudicare (in foro interno) i motivi per cui questi processi vengono messi in atto (per malafede? per distorsione mentale dovuta all'immersione nel modernismo? per chissà quale altro motivo? Dio solo lo sa).
Detto in altre parole:
Il rito antico è equiparato al rito moderno, si riferisce alla medesima moderna ecclesiologia;
la "parte migliore" del rito antico può essere implementata nel nuovo col vantaggio di limitarne gli eccessi e correggerne le devianze congenite;
questa operazione, agli occhi dei novelli novatori, delegittimerà la cocciutaggine dei tradizionalisti a rimanere avvinghiati al loro vecchio rito, perché infine si potrà dir loro che il nuovo conterrà tutto quello che di giusto e bello è contenuto nel vecchio...
il vecchio allora non servirà più e potrà finalmente essere messo nel museo, come si voleva già fare un po' troppo affrettatamente e avventatamente mezzo secolo fa.
Jam historiam hic agitur
Fabrizio, leggo adesso il tuo delle 23.32.
RispondiEliminaSul punto 3) avevo già nel frattempo scritto io senza sapere del tuo intervento perché me ne sono accorto al momento che ho cliccato per pubblicare il mio; penso che su questo punto siamo d'accordissimo.
Sui punti 1) e 2) non so, perché non ero presente e non ho sentito. Francamente questi non mi sembrano un attacco ad personam. Si tratta di sensazioni soggettive più o meno condivisibili a seconda della sensibilità e delle esigenze dell'uditore. In ogni caso sono osservazioni di contorno di importanza relativa.
Tutto sommato sono dell'avviso che si giudichi troppo severamente l'intervento di Matteo. Alla fin fine si tratta poi solo di limare un solo eccesso, cosa che una persona intelligente che capisce l'impostazione di questa agorà a cui vuol partecipare può benissimo fare in future occasioni.
Sarah non è l'unico sostenitore della "riforma della riforma"? Hai ragione, ve n'è una miriade. E ciò è ben più preoccupante.
Non ero presente.
RispondiEliminaL'unico paragone che mi sento di portare è quello delle fiabe del focolare raccolte dai fratelli Grimm e tutte le altre fiabe, favole,racconti per ragazzi e non. In cosa si distinguono? Si distinguono dal fatto che 1)furono raccolte dalla voce di chi le conosceva a memoria;2) per essere conosciute a memoria dovevano essersi depositate interiormente ed essere state tramandate fedelmente; 3)i Grimm erano linguisti eruditi, storici e storici della cultura e, aggiungo io, interiormente onesti. Certamente tutti i grandi poemi dell'antichità hanno alle spalle questo iter, qui però è facile per tutti fare il confronto con tantissime altre fiabe, racconti,anche romanzi scritti o trascritti o raccolti dai nostri contemporanei. La diversità sta che in quasi tutti esce fuori, prima o poi, la mano dello scrittore, del raccoglitore, di colui che ri-racconta, se non proprio escono le sue intenzioni. L'autore contemporaneo che, a parer mio,più si avvicina ai Grimm è Tolkien, non tanto e non solo per il grande romanzo da lui scritto ma, perchè era filologo, aveva quindi una conoscenza ed un amore per la lingua non comune, direi aveva un orecchio particolare.
Detto questo per tornare al punto, secondo me, la Tradizione è qualcosa di simile ai grandi poemi dell'antichità, alle fiabe del focolare. Quindi piena avvertenza nel mettervi mano, nel ritagliare, nell'aggiungere secondo gli estri del momento, secondo una conoscenza della lingua verso quale non si ha l'appropriata agilità ed amore che soli ne affinano la sensibilità.
Per quello che riguarda i frutti della creatività degli anni '60 e seguenti del secolo scorso ed dell'attuale lo spettacolo si presenta da solo.
Intervengo solo per dire che alcuni passaggi del commento di Alfonso( messi fra virgolette) sono estratti dalla LETTERA DI BENEDETTO XVI
RispondiEliminaAI VESCOVI:
"A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.
Ma purtroppo questo "mordere e divorare" esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata. È forse motivo di sorpresa che anche noi non siamo migliori dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che dobbiamo imparare sempre di nuovo l’uso giusto della libertà? E che sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore? "
https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2009/documents/hf_ben-xvi_let_20090310_remissione-scomunica.html
Sulla papabilità è forse necessario fare un approfondimento. Intanto un conto è supporre che qualcuno pensi alla papabilità, altro è che lo pensi con il fine primario di demolire il VO. Mi pare che a San Pietro ci sia un devastatore a 360° e bisognerà ben pensare, al momento opportuno, ad una successione che fermi la devastazione totale e inizi una lenta e difficile restaurazione. D'altro canto scenderemo ancora più a fondo - e la risalita sempre più dura - se invece il prossimo papa sarà bergogliano. In questa ottica, mi sembra abbastanza evidente che i cardinali più esposti (Burke, per esempio) hanno probabilità zero di essere eletti: dunque qualcuno non modernista nel mazzo dovrà farsi anche qualche conto, sennò siamo fritti.
RispondiEliminaTorniamo alla questione VO. Partendo dalla posizione "il Messale non si tocca", è chiaro che non c'è alcuna discussione possibile nel merito della questione e che è necessario ripetersi. Questo non è un problema. Tuttavia, è necessario trovare modi vari di spiegarsi perché altrimenti la gente non sa da che parte stare. Personalmente (il che va inteso letteralmente: per quanto riguarda le cose che riguardano strettamente le mie scelte personali), non è un gran problema: il VO mi sta bene così com'è e settimana dopo settimana la mia pazienza verso le celebrazioni NO che vedo - ma non è solo questione di celebrazione - si sta esaurendo, tanto che inizio a vedere il trasloco all'orizzonte. Ma io nell'"orbita VO", per così dire, ci sono già entrato. Come si convincono gli altri? Già l'argomento è delicato; ma che si vedano due posizioni "tradizionaliste" incompatibili complica la questione. Chi pensa che la ricomposizione sia fuori discussione deve elaborare argomenti convincenti, alla portata di tutti.
Oltretutto... tu parli di "miriade" di prelati a favore della RdR (Riforma della Riforma). Sbaglio se dico che sono _tutti_ i prelati di spicco? Non che non legga critiche anche fuori di qui: ma non mi pare di vedere firme di un vescovo o un cardinale. Se è così, a proposito di argomenti convincenti, questo è un ulteriore grosso problema.
Poi, ho una serie di domande. Gli esperti del VO erano tutti all'incontro di Roma? Mancava qualcuno? È stato escluso qualcuno? Qualcuno ha espresso la posizione anti RdR? Se no, è perché non gli è stato permesso di parlare? Esiste qualche luogo fisico (convegno, conferenza) dove pro e contro RdR si confrontino? Perché per esperienza i luoghi virtuali servono come preparazione, ma i passi avanti - ripeto, non necessariamente nell'ottica di un compromesso, ma anche in quella di sviluppare argomenti convincenti a sostegno della propria posizione - si fanno negli incontri fisici.
Ultima osservazione. Nonostante il succo della RdR sia una simmetria, il "mutuo arricchimento", ovvero la predisposizione a modificare VO e NO per una convergenza, nei fatti Sarah per ora si sta muovendo asimmetricamente. Infatti mi risulta che ci sia l'invito a celebrare ad orientem per il NO, ma per ora non vedo indicazioni rivolte al VO. Sbaglio?
Ringrazio in primis @marius per la efficace difesa d'ufficio he ritengo piùà che
RispondiEliminavalida e procedo con la questione da lui stesso sottolineata, ma prima annoto che posso accedere
saltuariamente al blog e quindi non sempre posso rispondere con tempestività, ora veniamo ai punti
che elenca @Giudici:
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1. "primo perchè il suo italiano è veramente scadente"
2. "e seguirlo quando legge è snervante (il suo intervento è stato pesante e lunghissimo ... la gente rumoreggiava"
3. "c'è un piano curiale a cui il papabile Sarah ovviamente è favorevole (la carriera è carriera)"
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1) L'italiano di @Shara è opggettivamente scadente, certo alcuni lo hanno già sentito in convegni e occasioni pubbliche di vario tipo quando gli preparano i discorsi e lui poi li revisiona e rilegge, forse molti di voi non lo sanno, ma è pratica pressocchè collettiva tra i cardinali di farsi scrivere i discorsi da segretari e collaboratori. Il Cardinale traccia i punti del discorso e poi i collaboratori
lo scrivono e traducono nella lingua che serve alla bisogna. Fanno così tutti e se tali dinamiche di curia non sono note a tutti non significa che non siano verità di fatto. Non sempre i Cardinali hanno tempo o modo però di rileggere con attenzione e revisionare questi discorsi e pertanto spesso capitano delle figuracce. Vi ricordate la figuraccia fatta al sinodo dal Card. Erdo nella relatio di chiusura del Sinodo sulla Famiglia?
Il lavoro era stato preparato dallo staff di Bruno Forte e il Card. Erdo lo aveva letto come suo salvo poi sconfessarlo in un secondo tempo, nè scaturi una polemica non indifferente a livello di alta curia ed ancora oggi la relatio resta documento non firmato da nessuno, lo ricordo solo per far capire a molte persone che vengono sul blog che i discorsi nei convegni sono una cosa i fatti sono altra.
Ad ogni modo io Sarah lo ho sentito parlare italiano tante volte e non solo leggendo discorsi, ma a tavola o in altre occasioni normalissime e ribadisco che il suo italiano è scadente o se preferite migliorabile assai (così non si offende nessuno?).
2) Il suo intervento è stato oggettivamente il più lungo, è iniziato in anticipo di un quarto d'ora ovvero alle 15,15 e si è protratto per oltre un'ora e mezza in cui si sono ripetute le stesse cose svariate volte, persino le citazioni di Benedetto XVI, sono state reiterate senza coerenza e non certo nell'ottica dello splendido intervento del Prof. Mosebach. A causa del protrarsi dell'intervento del Card. Sarah non è stato possibile fare la prevista pausa delle 16,45 e molti visto il ritardo accumulato sono andati via prima dell'intervento di Gotti Tedeschi, anche quà si tratta di fatti e non di "attacchi ad personam", inoltre la gente era spazientita e rumoreggiava abbondantemente, durante la parte finale del discorso si è anche abbozzato un applauso forzato ad una pausa del Cardinale per farlo smettere ma lui niente, aggiungo pure che chi rumoreggiava non lo faceva solo per la durata dell'intervento ma anche per i contenuti di cui ho già scritto, anche qui si tratta di fatti, sono convinto che mic non se ne sia accorta ma questo non cambia le cose. Ho personalmente parlato con un gruppo di francesi che ha seguito la versione tradotta a francese del discorso e che ha espresso dure critiche a questo intento di riorganizzazione liturgica espresso da Sarah, erano anche loro molto delusi e sconcertati. Alla fine ha dovuto stornare anche altri tre fogli dal suo discorso che altrimenti sarebbe finito alle 19,00 (discorso pesante e lunghissimo ripeto e controfirmo) e la gente rumoreggiava perchè non ne poteva più ne dei tempi nè del contenuto (ripeto e controfirmo).
continua----
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RispondiElimina3) Mi spiace che si sia interpretato il mio scritto come una accusa di carrierismo, sic et simpliciter a Sarah, anche quà purtroppo chi non conosce le dinamiche di alta curia non comprende facilmente. Il Card. non è attratto dalla carriera (che ha già fatto ovviamente) questo lo avete presunto voi ma io non lo ho scritto mica, il cardinale è invece attento a non perdere la "posizione raggiunta" in termini di carriera perchè (io credo anche in buona fede), è convinto di poter fare bene evitando di venire sostituito tramite le stroncature già toccate a Burke e a Muller, in altri termini qui non si tratta di essere attratti dalla carriera, si tratta di non perdere il Culto Divino lasciandolo all'ennesimo modernista militante alla sudamericana selezionato a Santa Marta. E' pure vero però che la difesa di questa posizione di carriera lo ha condotto a firmare senza fare una piega (lo cito ad esempio) il documento che ammette le donne alla lavanda dei piedi, documento che gli è stato imposto dal soviet di Santa Marta e come sdoganamento di una violazione liturgica già attuata dal sudamericano, ovvero: firma il fatto compiuto o ti cacciamo e lui ha firmato. Muller invece non ha ceduto (diaconato femminile) e infatti lo hanno cacciato (e al convegno molti lo hanno applaudito proprio perchè si è fatto cacciare). Ecco chiarita la questione e circostanziato il mio "la carriera è carriera", come si vede non posso che confermare anche questo passaggio perchè anche quà stò parlando di fatti e non ho assolutamente intenzione di fare affermazioni tendenziose sul foro interno del Cardinale che non conosco e di cui salvo la buona fede, ma ripeto: egli è un criptomodernista proprio perchè sostenitore e ormai capofila visibile dei sostenitori della riforma del messale del 62 (o se preferite riforma della riforma) che sarebbe una vera tragedia. O si salva la Santa Messa di Sempre o se la iniziano a modificare è l'ennesimo disastro, Sarah è convinto di quello che dice e scrive per questo lo definisco un criptomodernista magari anche a sua insaputa, non è un insulto è un fatto il suo voler applicare la Sacrosantum Concilium al Rito Antico (lo ha detto lui mica io).
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Concludo infine invitando mic e tutti i cattolici fedeli alla tradizione a svegliarsi riguardo la cosiddetta "riforma della riforma". Il progetto stà andando avanti ed è pericolossisimo, non posso approfondire nè fare nomi sul blog, ma se Le capita di venire a Roma e c'è modo di incontrarci ne potremo parlare di persona se vuole perchè dietro Sarah (che svolge solo la funzione di capofila visibile ed in tal senso serve la sua carica al Culto Divino) ci sono altre persone, che io ritengo essere vere quinte colonne, fino a che punto Sarah sia consapevole di ciò io non lo so, ma che si sta lavorando, questo lo so eccome e se riescono sarà un disastro, bisogna subito fare in modo di attenzionare i fedeli e consolidare una opposizione forte a questo progetto di demolizione che si vuole mimetizzare coi termini di “riconciliazione e riforma”.
Il Summorum Pontificum ha fatto già quello che serviva in termini di "riconciliazione", ora bisogna solo difendere la Santa Messa di Sempre che di riforma è bastata quella di Lutero.
Matteo Veca
(PS: Se stavolta vuoi eliminare la parte dopo i trattini perché lo ritieni opportuno fallo pure,
basta che hai letto e compreso... auguri e buon lavoro.)
bisogna subito fare in modo di attenzionare i fedeli e consolidare una opposizione forte a questo progetto di demolizione che si vuole mimetizzare coi termini di “riconciliazione e riforma”.
RispondiEliminaIl Summorum Pontificum ha fatto già quello che serviva in termini di "riconciliazione", ora bisogna solo difendere la Santa Messa di Sempre che di riforma è bastata quella di Lutero.
Mandi la sua mail a maria.guarini@gmail.com e incontriamoci.
RispondiEliminaL'italiano del card. Sarah sarà anche modesto, come dicono, ma quello di chi lo critica per la lingua non mi sembra senza pecche. Tanto per esser imparziali:
"quà, stà, attenzionare". A scuola i maestri non ripetono più il ritornello: "sul qui e sul qua l'accento non va"?
Se uno straniero parla nella nostra lingua pur non possedendola bene, mi sembra comunque poco elegante rimarcare il fatto. In ogni caso, si deve criticare l'idea, se lo si deve fare, non la persona, cercando di metterla alla berlina per qualche suo eventuale difetto o per quelle che sarebbero le sue aspirazioni nascoste [sic].
Mic è signora e padrona, naturalmente, ma "attenzionare" il blog sulle manovre curiali vere e presunte relative alle (pseudo) riforme liturgiche di cui si parla, non so se sia una buona idea.
PP
1) "Concludo infine invitando mic e tutti i cattolici fedeli alla tradizione a svegliarsi riguardo la cosiddetta "riforma della riforma".
RispondiElimina- Se mi svegliate, vi prego, non lasciatemi al buio, in questa notte senza luna.
2) "bisogna subito fare in modo di attenzionare i fedeli e consolidare una opposizione forte a questo progetto di demolizione che si vuole mimetizzare coi termini di “riconciliazione e riforma”.
Giusto, ma per favore non tardate a "trovare modi vari di spiegarsi perché altrimenti la gente non sa da che parte stare".
Mic è signora e padrona, naturalmente, ma "attenzionare" il blog sulle manovre curiali vere e presunte relative alle (pseudo) riforme liturgiche di cui si parla, non so se sia una buona idea.
RispondiEliminaCredo che il blog, ma prima ancora noi, siamo 'attenzionati' da un pezzo. Non è forse da qui che è risuonato il primo allarme circostanziato sui rischi della revisione della Liturgiam authenticam? (https://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2017/01/un-altro-serio-vulnus-ai-fondamenti-de.html)
L'unica cosa certa è che, mentre continuiamo ad 'attenzionare' chi ha orecchie per intendere e chi se le lascia sturare da un minimo di uso di ragione e di discernimento, non ci presteremo a nessun gioco 'politico' o fazioso di nessun genere.
Piuttosto è e sarà nostro compito prioritario 'attenzionare' adeguatamente i nostri pastori di riferimento.
@fabriziogiudici
RispondiEliminama che si vedano due posizioni "tradizionaliste" incompatibili complica la questione.
Fabrizio, anch’io col tempo mi sono accorto che la posizione tradizionalista (chiamiamola così anche se non suona bene) non è univoca. Io mi sono avvicinato alla Tradizione dapprima tramite la frequentazione della Messa tradizionale SP, e sùbito con mia moglie sono andato a curiosare in tutte le chiese dove avevo letto che si faceva la Messa tradizionale nel raggio di 100-200 km. Abbiamo visto sfaccettature diverse. P.es abbiamo incontrato situazioni dove in ben tre parrocchie si diceva SOLO la Messa tradizionale. Le motivazioni di questi parroci erano molto più profilate verso la Tradizione che quelle (sono la stragrande maggioranza) dove si pratica il biritualismo.
In questi nostri giri non abbiamo mancato di visitare i tradizionalisti storici, quelli il cui fondatore visse personalmente il dramma della rivoluzione conciliare, cioè i lefebvriani, che ci venivano dipinti come dei mostri, tanto che il nome lefebvriano era ed è tuttora un insulto.
In questo percorso geografico e di maturazione abbiamo capito che la Tradizione può essere intesa in modo settoriale (riguardante solo la Messa) o integrale (riguardante sia la Messa che la Dottrina).
Dall’esterno si potrebbe pensare che siano due posizioni differenti, due diverse concezioni su come essere tradizionalisti, e probabilmente molti lo vivono così perché si sono cristallizzati sulla prima possibilità, ma per chi è alla ricerca curiosa e intellettualmente onesta sostanzialmente si tratta di prendere coscienza della portata integrale della Tradizione, che coinvolge tutto: Messa, Dottrina, Sacerdozio. Di conseguenza coinvolge pure una visione critica sempre più chiara e disincantata sugli sviamenti del CVII dalla concezione tradizionale della fede di sempre, riguardo all’ecumenismo, all’interreligiosità, alla cosiddetta libertà religiosa, cosa che attribuisce dignità alle false religioni, cioè contravviene nientemeno che al primo comandamento del decalogo.
Chi pensa che la ricomposizione sia fuori discussione deve elaborare argomenti convincenti, alla portata di tutti.
È quello che si tenta sempre di fare. Il fatto è che se si danno delle risposte a delle persone che non si pongono il problema, immancabilmente queste non colgono nulla. Diversamente, al momento che qualcuno, come te ora, si pone il problema. La pedagogia sta piuttosto nello stimolare e provocare la domanda.
Oltretutto... tu parli di "miriade" di prelati a favore della RdR (Riforma della Riforma). Sbaglio se dico che sono _tutti_ i prelati di spicco? Non che non legga critiche anche fuori di qui: ma non mi pare di vedere firme di un vescovo o un cardinale. Se è così, a proposito di argomenti convincenti, questo è un ulteriore grosso problema.
È sempre lo stesso problema, cioè che istintivamente si è portati a dar più credito alla maggioranza, perché ciò dà una falsa sicurezza, dà la sensazione di essere dalla parte giusta.
(continua)
(continuazione)
RispondiEliminaPoi, ho una serie di domande. Gli esperti del VO erano tutti all'incontro di Roma? Mancava qualcuno? È stato escluso qualcuno? Qualcuno ha espresso la posizione anti RdR? Se no, è perché non gli è stato permesso di parlare? Esiste qualche luogo fisico (convegno, conferenza) dove pro e contro RdR si confrontino? Perché per esperienza i luoghi virtuali servono come preparazione, ma i passi avanti - ripeto, non necessariamente nell'ottica di un compromesso, ma anche in quella di sviluppare argomenti convincenti a sostegno della propria posizione - si fanno negli incontri fisici.
Fabrizio, chi sono i tradizionalisti contro la RdR? Sono forse quelli che organizzano quei mega-convegni? No di certo.
Chi è notoriamente avverso alla RdR viene lasciato fuori. In concreto, la FSSPX viene lasciata fuori sebbene non sia scomunicata. Poi vi sono parecchi altri gruppi tra cui sedevacantisti vari che ovviamente non sono invitati, anzitutto perché si pongono fuori da Santa Madre Chiesa, cosa abbastanza ovvia in quanto non si tratta di congressi a sfondo eminentemente culturale, ma anche anzi soprattutto cultuale.
Ultima osservazione. Nonostante il succo della RdR sia una simmetria, il "mutuo arricchimento", ovvero la predisposizione a modificare VO e NO per una convergenza, nei fatti Sarah per ora si sta muovendo asimmetricamente. Infatti mi risulta che ci sia l'invito a celebrare ad orientem per il NO, ma per ora non vedo indicazioni rivolte al VO. Sbaglio?
Non penso che sbagli. Vi sono mosse più visibili, più a breve termine, altre a medio o lungo termine.
Queste mosse vengono enunciate o possono essere desunte dai discorsi attraverso un confronto incrociato. Abbiamo appena assistito ad un caso lapalissiano: il Card. Sarah ha appena smentito quanto diceva trionfalisticamente un paio di mesi prima. Ha dovuto ritirare i remi in barca. Io (all’inizio di questo thread) scrivevo che o sta perdendo la memoria o mi sembra ci prenda tutti per fessi. Aggiungo che molto probabilmente si è accorto di essere andato troppo in fretta suscitando opposizioni per lui impensate. Non significa che ora non pensi più quello che diceva prima, ma che strategicamente le ha solo congelate perché non è il momento ora di insistervi. Processo alle intenzioni? No. Infatti, secondo quanto ci relaziona Mic, egli a mo’ di conclusione Incoraggia invece a riflettere in pace con devoto discernimento perché nella Liturgia è possibile uno sviluppo organico. Il che significa che qualunque cambiamento liturgico non può che essere frutto di studio accurato e preparazione adeguata.
alla maggioranza
RispondiEliminaAttenzione: il mio punto non è che è una maggioranza, ma un cappotto. Ovvero: che i cardinali dei dubia siano quattro e i bergogliani (o i silenti) decine, come ha scioccamente commentato un bergogliano, non mi interessa per niente. Che siano rimasti due, neanche (cioè: mi spiace ovviamente per quelli che non ci sono più, ma sono comunque tranquillo perché non è il rapporto di forze a fare la differenza). Nel caso in questione, FSSPX a parte, non ci sono alti prelati anti-RdR. Se ce ne fosse anche solo uno, contro venti, sarebbe diverso. A senso, ho difficoltà a pensare che la situazione sia tale per cui _neanche un alto prelato_ l'ha imbroccata giusta. Comunque, per ora sospendiamo questo argomento.
Vi sono mosse più visibili, più a breve termine, altre a medio o lungo termine.
Ecco, però, allora proviamo a razionalizzare le preoccupazioni in un'ipotesi di scenario concreto. L'"imbastardimento" del VO (chiamiamolo VO2) dovrebbe avvenire mediante un nuovo messale che sostituisca quello del 1962. Mi pare ovvio che la cosa non avverrà mai sotto Francesco (il quale pensa semmai a luteranizzare definitivamente il NO). Quindi, per ora, nessun pericolo imminente. Ora, supponiamo che un nuovo Papa sia RdRiano e promulghi un nuovo messale. Ma la cosa come coinvolgerebbe i fedeli del VO? Una delle conclusioni che ho letto è che un rito approvato e consolidato dalla tradizione non potrà mai essere abrogato, nel senso di essere ritenuto non cattolico. Dunque non ci sarebbero fondamenti teologici per abrogarlo. Giusto? È possibile pensare a misure coercitive dalla Santa Sede contro gli ostinati del VO? Mi pare difficile: ci possono essere mille mezzucci per mettere i bastoni tra le ruote, ma apprendo che sono già stati messi ampiamente in atto da vescovi modernisti negli ultimi decenni... e il VO è sopravvissuto, anzi, si è sviluppato. Mi dico: chi celebra e segue oggi il VO sarebbe convinto a passare al VO2? Non credo: i fedeli VO conoscono molto bene tutto riguardo al rito e sono agguerriti nel difenderlo. Insomma il VO2 non andrebbe a pescare in quel bacino di fedeli. Mi sbaglio? Dunque, si andrebbe a pescare in quello del NO. Ma, allora - fermando un attimo il film a questo punto - ci sarebbe una riduzione del NO, senza intaccare il VO. Non sarebbe, intanto, una riduzione del danno? Di negativo ci sarebbe un passaggio dal biritualismo al triritualismo (da VO+NO a VO+VO2+NO), certamente un pasticcio. Ma a quel punto io vedrei il NO bello che spacciato, probabilmente seguito solo dai modernisti che alla fine andranno ad estinguersi (ci sarà una buona fetta di fedeli che, al momento in cui si avvierà la de-bergoglizzazione, non rimarranno nella Chiesa; daranno un ultimo sussulto al luteranesimo prima della sua fine definitiva).
Il film non finisce qui, ma intanto - mi dico - il primo tempo si conclude con una situazione non peggiore di quella attuale.
Per ora mi fermo qui e vediamo come siamo allineati.
Ricordo che quando si mise il divieto alla celebrazione del VO ci fu una levata di scudi anche da parte di intellettuali di rango rivolta direttamente al Papa, che fece spallucce. Come ho cercato di scrivere più sopra o in un altro commento nello sviluppo organico del rito sono indispensabili non solo studio e preparazione ma, anche sedimentazione,interiorizzazione, che nel VO c'è nel NO non c'è; perchè nel NO 'ognuno se la canta e se la sona come je pare'. Di quale RdR si va parlando? Se posso fare un paragone il VO è il prosieguo nel tempo di santi cesellatori che da Gesù in poi hanno lavorato sul Suo Santo lascito; con il NO ci troviamo non solo davanti ad artisti di strada, ma il murale è lasciato aperto agli sviluppi che qualsisi passante, 'al momento' , 'si sente' di apportarvi.Un happening, in progress for ever and ever. Questo è il NO con il sacerdote-mago piazzato a centro scena. E questo particolare mi fa pensare che qui ci sia stato lo zampino massonico, la messa al centro dell'uomo mago. Quando Bergie è diventato el papa, per la prima volta nella storia è uscito un periodico intitolato 'il mio papa'. Quando mai prima è accaduta una cosa del genere? Che io sappia, mai. Per tornare al seduto in mezzo, forse BXVI, disse che era meglio mettere un segno che NSGC c'era. Così comparvero le croci sugli altari,quindi la scena equamente divisa: 50% a uno e 50% all'Altro. Pari opportunità.
RispondiEliminaSono amareggiato e deluso dalle contrapposizioni emerse. Comunque, in spe salvi sumus.
RispondiEliminaMa, allora - fermando un attimo il film a questo punto - ci sarebbe una riduzione del NO, senza intaccare il VO. Non sarebbe, intanto, una riduzione del danno?
RispondiEliminaFabrizio, queste sono speculazioni che possiamo fare ma che non devono dettare il nostro agire, perché noi cattolici non ci muoviamo in base a proiezione di scenari futuri più o meno realisticamente realizzabili, come fanno i politici.
Il nostro modo di porsi come cattolici è quello di fare le scelte giuste di fronte all'Altissimo: fare la cosa giusta.
Il futuro è tutto nelle sue mani, solo nelle sue mani, ed Egli come ben sappiamo, può sempre scrivere dritto sulle righe storte.
Nel contempo dobbiamo stare vigili come sentinelle per non lasciarci gabbare, districare le matasse, svelare i trucchi, sfatare i miti, palesare le manovre, tenuto conto anche che abbiamo una grave responsabilità verso i nostri figli e la posterità, per non meritare poi l'appellativo di ipocriti scagliato da NSGC verso chi non sa riconoscere i segni dei tempi (Mt 16, 2-3)
marius, la tua risposta è molto fumosa. È ovvio che dobbiamo fare la cosa giusta: ma quale? Anche la tua ultima frase "non lasciarsi gabbare" è uno scenario: presume che qui qualcuno cerchi di gabbarci (ovviamente non mi riferisco ai modernisti, ma ai RdRiani) e che bisogna opporglisi.
RispondiEliminaGli scenari ipotetici servono per cercare di approfondire alcuni punti e sbloccare la situazione. Altrimenti si rimane al "ho ragione io", "no io", perché "il Signore ci chiede di fare la cosa giusta".
Nel mio scenario, peraltro, ho posto una domanda molto precisa e puntuale: se e in quale modo una RdR potrebbe intaccare la frequenza al VO. Credo che sia il caso di affrontarla, perché è il punto centrale: voi paventate rischi per la liturgia e vorrei capire, in concreto, quali sono.
Sennò diciamoci chiaramente che ognuno rimane sulle sue posizioni (e quelli come me e Alfonso rimarranno "sospesi") e non si fanno progressi.
Caro Marius,
RispondiEliminaovviamente sono d'accordo. Il problema è che possiamo non lasciarci gabbare, districare le matasse, svelare i trucchi, sfatare i miti, palesare tutte le manovre che vogliamo; ma, se non c'è un'autorità gerarchicamente influente che se ne fa portavoce, noi laici non possiamo influire efficacemente con una pastorale ad hoc. Possiamo solo continuare ad alimentare la resistenza e la fedeltà.
E, tuttavia, poiché è l'unico modo giusto di porci, dobbiamo continuare su questa linea, a prescindere dai risultati visibili che non sono nelle nostre mani. A volte ci differenziamo nella modalità ma non nella sostanza. Il Signore se ne servirà secondo la Sua volontà. E, quanto alle modalità, dobbiamo vigilare perché non ci prendano la mano nel senso modernista...
Torno a dire che, a questo punto, diventa necessario tallonare più da vicino i pastori che possono supportarci per difendere e promuovere il Rito antico. Possiamo sperare qualche iniziativa che vada oltre i dubia, che risultano riferiti a un ambito importante ma non esaustivo (perché il centro -fons et culmen- di tutto è la liturgia). E tuttavia essi (sia il card. Burke che mons. Schneider) hanno già dato indicazioni generiche centrate sulle iniziative, se non proprio individuali (dev'essere sempre una comunità per quanto piccola che agisce), di fatto parcellizzate. E questa frammentazione rispecchia la rottura dell'unità visibile (non di quella ontologica); il che certamente costa di più alla nostra componente umana ma nulla toglie a quella spirituale.
Fabrizio, la mia risposta è fumosa?
RispondiEliminaDire lapidariamente "è fumosa" implica un giudizio di valore oggettivo inappellabile.
Trova piuttosto una formulazione per esprimere in modo soggettivo le tue sensazioni al riguardo.
Questo tuo modo pretenzioso di volere esattamente la risposta che ti tu aspetti mi suona come un déjà vu che non si sa quanto si protrarrà.
Questo tuo modo pretenzioso di volere esattamente la risposta che ti tu aspetti mi suona come un déjà vu che non si sa quanto si protrarrà.
RispondiEliminaPer favore, evitiamo di lanciare epiteti, nell'esprimere il proprio punto di vista. Non vediamo il pretenzioso dove c'è desiderio di chiarire. E teniamo presente che non tutti abbiamo fatto lo stesso percorso.
Non hai pensato che il "fumoso" potrebbe riferirsi alla diagnosi che manca della soluzione ecclesiale non personale? In fondo noterai quel che ho scritto successivamente riprendendo una tua espressione cerca proprio di delineare una iniziative concreta, oltre alla linea già perseguita.
Questo batti e ribatti mi costa tempo e fatica (morale e materiale), mentre cerco di concentrarmi su due articoli importanti: proprio quello sulla liturgia e quanto si è sviluppato qui e un altro sulla rifondazione del'Istituto di Giovanni Paolo II sulla famiglia. E c'è dell'altro ancora....
RispondiEliminama, se non c'è un'autorità gerarchicamente influente che se ne fa portavoce, noi laici non possiamo influire efficacemente con una pastorale ad hoc. Possiamo solo continuare ad alimentare la resistenza e la fedeltà.
RispondiEliminaCara Maria, è proprio per questo che noi ci siamo aggregati alla FSSPX, dove la pastorale è sviluppata in modo organico secondo quanto qui noi sempre auspichiamo.
Invece di aspettare Godot, cominciamo a vivere quello che ci diciamo e che per noi è essenziale.
D'altro canto noi ci muoviamo anche su un altro piano, che è quello del territorio dove abitiamo.
Una cosa fondamentale è quello che tu dici, cioè quello della Messa di sempre, per la quale dobbiamo personalmente impegnarci nella partecipazione e per quanto possiamo nella diffusione. Tuttavia non basta. Perché in realtà vi sono nicchie ancora scoperte dove noi laici possiamo influire efficacemente. Quale per esempio?
Accanto alla Messa va diffusa la Catechesi Tradizionale, altrimenti potrebbe accadere che tanti cattolici che scoprono la Messa Tradizionale si rinchiudano intimisticamente in una prigione dorata fatta di bellezza e splendore ("vengo qui perché non sopporto più le canzonettacce giovanili e le smargiassate dei preti del NO") ma continuando inconsapevolmente a professare una Lex Credendi modernista o tendente ad essa.
Non è difficile fare Catechesi Tradizionale. Basta trovarsi insieme decidendo su quale testo lavorare: leggere insieme, cercare di comprendere, annotarsi le domande rimaste senza risposta, chiedere lumi a chi saprà rispondere. È una cosa che si può fare tra laici, senza alcun permesso o benestare.
Pensa se tutti i gruppi SP facessero una cosa del genere?
Non ti pare che sarebbe un argine efficacissimo verso l'assorbimento della Tradizione dentro l'universo conciliare che comprende il sottoinsieme SP?
A questo proposito, non so se ti avevo già raccontato un fatto aneddotico capitato qui da noi.
Ad un certo punto era sorta l'iniziativa di formare un gruppo stabile secondo le norme SP. Non che ce ne fosse bisogno, perché noi non necessitavamo di chiedere al vescovo un prete che ci celebrasse "la forma straordinaria". Infatti il nostro prete la celebrava già sponte sua, quindi era solo un surplus.
Morale della favola, ci era stato chiesto di firmare una dichiarazione, una specie di preambolo dottrinale, in cui si testificava di accettare il CVII. Quasi fosse un articolo di fedeeeee.
Ecco perché una Catechesi Tradizionale sarebbe un toccasana per tanta tanta gente che attualmente non si pone neppure il problema.
Qualche giorno fa ti proponevo che il tuo blog diventasse un punto di riferimento al riguardo...
Perché, invece che sul dialettico non cominciamo a metterla sul costruttivo e gentilmente mi date una mano proponendo alcuni pensieri da esprimere ai nostri interlocutori autorevoli?
RispondiEliminaQualche giorno fa ti proponevo che il tuo blog diventasse un punto di riferimento al riguardo..
RispondiEliminaPensavo che già lo fosse. Sostanzialmente una sorta di catechesi tradizionale viene fuori da tutte le nostre riflessioni. Certo sarebbe bene pensare a qualcosa di sistematico.
Datemi delle idee, dei suggerimenti, inviatemi testi e cercherò di organizzare i contenuti anche attraverso il sito di riferimento, che sto implementando con l'aiuto di un ragazzo che pago per l'inserimento dei testi (mentre io preparo gli indici), visto che non ce la faccio a seguire tutto....
Mic, mi spiace molto per la tua fatica.
RispondiEliminaLa mia osservazione non era rivolta di certo a te.
Non dubito che ci sia desiderio di chiarire, ma c'è modo e modo, e se qui c'è stato un epiteto era proprio quello di "fumoso", sul quale dirotto il tuo rimprovero rivolto stranamente a me. Avrò pur io le mie ragioni, o no?
E neppure lontanamente pretendo che tutti facciano il medesimo percorso, e quando mai?
Non hai pensato che il "fumoso" potrebbe riferirsi alla diagnosi che manca della soluzione ecclesiale non personale?
Io guardo e constato quel che è scritto, non vado a pensare chissà ché. E quel che è scritto è semplicemente lapidario: "la tua risposta è molto fumosa" (rivolto al sottoscritto, non alla diagnosi al vattelapesca).
Detto questo, per me va bene girar pagina e tornare alla sostanza dopo una breve digressione sulla forma, che pur ci voleva, e che diamine!
In fondo noterai quel che ho scritto successivamente riprendendo una tua espressione cerca proprio di delineare una iniziative concreta, oltre alla linea già perseguita.
Su quel che hai scritto tu, nulla da eccepire, anzi!!!
Pensavo che già lo fosse. Sostanzialmente una sorta di catechesi tradizionale viene fuori da tutte le nostre riflessioni.
RispondiEliminaQuesto certamente, e da sempre con gran qualità.
Ma io intendevo, però valuta tu, se ti va, di iniziare un elenco, che all'inizio apparirà come uno schedario pressoché vuoto, di tutti i gruppi (invitandoli ad annunciarsi) di Catechesi Tradizionale nelle varie regioni d'Italia, un po' come altri siti fanno per segnalare le S.Messe Tradizionali
con l'aiuto di un ragazzo che pago per l'inserimento dei testi
RispondiEliminaA QUESTO PROPOSITO COLGO L'OCCASIONE PER LANCIARE UN INVITO A TUTTI I LETTORI A SOSTENERE FINANZIARIAMENTE, MAGARI CON UN PICCOLO CONTRIBUTO REGOLARE, QUESTO BLOG, PERCHÈ MARIA SPENDE ANCHE PER LE TRADUZIONI E IL LAVORO È PER LEI MASSACRANTE.
SULLA COLONNA DI DESTRA IN ALTO VI SONO TUTTE LE INDICAZIONI NECESSARIE
Marius,
RispondiEliminaio ho scritto chiaramente che ho esposto uno scenario e ho anche spiegato che serve solo a cercare di fissare dei punti. Quindi è fatto apposta anche per essere smontato. Non ci sono risposte "che mi aspetto". Non mi attribuire intenzioni che non ho (generalmente lo fa chi vuole eludere la mancanza di argomenti). E l'ho ripetuto più volte anche in passato.
Lo scenario contiene varie cose, che sono sostanzialmente domande. La più importante, per ora, è: in quale modo il VO può essere messo a rischio dalla RdR. È realistico? È irrealistico? Ditemi dove. Io una tua risposta concreta non la vedo: solo un "dobbiamo fare la cosa giusta". Di per sé è una tautologia: voglio anche vedere che dobbiamo fare le cose sbagliate. L'unico altro senso che posso dare alla tua risposta è: la cosa giusta è opporsi alla RdR, perché lo diciamo noi. Questa la chiamo una risposta fumosa. Se vuoi cambio attributo: è autoreferenziale. Così è più chiaro?
Marius,
RispondiEliminati ringrazio per il sostegno. :)
OK per la proposta Perché gentilmente non pubblichi tu, appena ti è possibile, un avviso con la richiesta delle segnalazioni da parte dei Gruppi Messa in Italia?
Oltre ad aggiornare l'elenco delle Sante Messe tradizionali, effettivamente potrebbe essere utile conoscere se e dove esiste anche la relativa pastorale.
Nella mia parrocchia ancora non c'è. Per ora c'è solo la Messa una volta al mese. Ho già proposto al Parroco di fare degli incontri ed è disponibile. Sto lasciando a lui l'iniziativa. Il nostro discorso deve svilupparsi. Con me ci sono Stefano e Katia, Luigi, Tommaso, Mara (suo figlio fa da ministrante) e alcuni parrocchiani (per ora solo anziani) invitati dal parroco. Vedremo...
RdR ?
RispondiEliminaTranquilli , non se ne fara' niente !
Il Card. e' gia' stato tacitato una volta , sulla carta e' tutt'ora Prefetto della CCD ma di fatto ha subìto la stessa sorte di Mons.Burke : i documenti li firma Mons.Becciu .
Disturba , come un'ape che ronza ?
Forse sara' prepensionato , d'altronde ha gia' 72 anni .
I C9 decidono :
http://it.radiovaticana.va/news/2017/09/14/maradiaga_quasi_pronta_la_proposta_di_riforma_della_curia_/1336839
Amato Cardine la Vostra ambizione di bambino era di incontrare Gesu' Cristo , beh l'avete incontrato : Sufficit tibi gratia mea !
Pell non era in agenda .
RispondiEliminahttp://it.radiovaticana.va/news/2017/09/13/si_conclude_oggi_la_21%5E_riunione_del_consiglio_di_cardinali/1336600
Intervista a mons. Semeraro:
RispondiEliminahttp://it.radiovaticana.va/news/2017/09/11/mons_semeraro_lavoro_del_c9_per_la_riforma_quasi_concluso/1335669
La più importante, per ora, è: in quale modo il VO può essere messo a rischio dalla RdR. È realistico? È irrealistico? Ditemi dove.
RispondiEliminaIn linea di principio la cosiddetta Riforma della Riforma dovrebbe riguardare solo il NO (la creatività e l'evoluzionismo conciliare lo consentono). Tuttavia, in senso ratzingeriano, dovrebbe intendersi come il recupero della sacralità e l'eliminazione di alcuni abusi. Esempio: crocifisso al centro dell'altare, comunione in ginocchio, celebrazione sobria. Ma questo, pur positivo, riguarda maggiormente il look e non tocca le 'variazioni' ecclesiologiche (il discorso è articolato e complesso. Lo riprenderemo).
Qui mi linito a citare Romano Amerio: : "La nuova liturgia è dunque psicologistica anziché ontologica, soggettiva anziché oggettiva, non esprime il trascendente mistero ma i sentimenti con cui i fedeli lo percepiscono, è antropologica e non teologica. Il proprio del culto è di stimolare il senso del divino anziché di porgere all’uomo il divino: perciò l’assemblea vale più dell’eucarestia e il popolo di Dio prevale al sacerdote.""
In ogni caso vei suoi gesti liturgici Benedetto XVI ha introdotto innovazioni formali, che hanno dato maggiore sacralità e dignità alla celebrazione, ma non incidono su alcuni “vizi” di fondo della sua struttura, che sembrerebbero restare immutati e senza più alcun riferimento alla cosiddetta “Riforma della Riforma”.
Sull'esigenza di riforma del NO, ad esempio, il card. Ranjith afferma che il nuovo rito non è una autentica realizzazione della visione del documento chiave del Concilio Vaticano II sulla liturgia, la Costituzione Sacrosanctum Concilium dal momento che Alcune pratiche che essa non aveva mai contemplato furono permesse nella liturgia, come la Messa versus Populum, la Santa Comunione nella mano, l’eliminazione totale del latino e del canto gregoriano in favore della lingua volgare nonché di canti e inni che non lasciano molto spazio per Dio, e l’estensione, al di là di ogni ragionevole limite, della facoltà di concelebrare la Santa Messa. Ma qui c'è molto altro da dire...
Quanto al VO può essere messo a rischio dal cosiddetto 'duplice arricchimento', come se il NO avesse qualcosa di cui arricchire un Rito di per sé perfetto. E potrebbero provarci con il pretesto (che di per sé comunque implica una esigenza non del tutto infondata) di aggiornare il 'santorale' dopo tanti secoli, aggiungendo il relativi prefazi. Il che problemi li crea se scendiamo in alcuni dettagli o se esaminiamo altre proposte sulle quali per ora sorvolo.
RispondiEliminaPer decine di secoli la Chiesa ha messo mano alla liturgia con estrema delicatezza e assoluto timore, cambiando il minimo indispensabile e solo sulla base di diffusissime sante devozioni (ad esempio: le preghiere ai piedi dell’altare, il Prologo di Giovanni dopo la benedizione...) al punto che da papa Damaso fino alla riforma liturgica non si registra nessun cambiamento “strutturale”.
Tuttavia nella Liturgia non vale il 'fissismo': uno 'sviluppo organico' è sempre possibile. Insisto su 'sviluppo organico' (di seguito emerge il come) escludendo arbitrarie modifiche. E di fatto nei secoli sviluppo organico c'è stato perché il rito ci è giunto com'è da secoli di saporose sapienti vissute aggiunte. Ma attenzione! un autentico 'aggiornamento' (perché parlare di riforma per il VO è improprio), il cui contenuto attiene all’ambito della fede e, quindi, della divina rivelazione, non potrà né dovrà mai essere centrato sulle esigenze del popolo, in base al falso presupposto che la liturgia debba esprimere
i sentimenti dei fedeli e sia una loro produzione o essere centrata sulla loro immediata comprensione: essa esprime invece la realtà del mistero ed è una azione di Cristo.
Al rito antico molte anime credenti, lasciandone intatte le linee portanti, hanno solo apportato aggiunte marginali dettate dalla devozione sviluppatasi e consolidatasi nei secoli. San Gregorio Magno ha dato il maggior contributo, adoperandosi per l’unità liturgica e il suo perfezionamento. Fu l’ultimo ad intervenire sulle parti essenziali della Messa, modellate sul libro gelasiano che a sua volta dipende dalla collezione leonina.
Le preghiere del nostro Canone sono nel trattato De Sacramentis. Ne troviamo riferimenti nel IV secolo. Col Concilio di Trento si è provveduto alla revisione dei Messali — giungendo al Messale di san Pio V —, ma si è lasciata inalterata la forma della Messa.
Tanto più se consideriamo che un ambito così serio e sacro come la Liturgia, che ci porta il respiro della Fede Apostolica arricchita da quella delle generazioni e dei grandi Santi che ci hanno preceduto, non può essere messo in mano né a laici cosiddetti ispirati o carismatici, né a liturgisti improvvisati e neppure costruito a tavolino, come già accaduto per il Novus Ordo.
Qualunque modifica, dunque, deve sgorgare dalla fede viva dalla preghiera e dalla “sapienza” di chi ha dimestichezza e conoscenza anche storica — in riferimento alla Tradizione — ma soprattutto spirituale delle “cose sacre” e della Liturgia, che davvero
è la fonte e il culmine della nostra Fede e, poiché lex orandi è lex credendi, ogni innovazione deve rifuggire sia dalle improvvisazioni, sia dalle sperimentazioni, sia dagli spiriti che hanno perso il contatto con la Tradizione e che purtroppo non mancano di darcene drammatiche riprove.
RispondiEliminaCOSTITUZIONE APOSTOLICA
QUO PRIMUM TEMPORE
PIUS EPÍSCOPUS SERVUS SERVÓRUM DEI
AD PERPÉTUAM REI MEMÓRIAM
"VI
…..con la presente Nostra Costituzione, DA VALERE IN PERPETUO, … stabiliamo e comandiamo, sotto pena della Nostra indignazione, che a questo Nostro Messale, recentemente pubblicato, nulla mai possa venir aggiunto, detratto, cambiato. Dunque, ordiniamo a tutti … che, in avvenire abbandonino del tutto e completamente rigettino tutti gli altri ordinamenti e riti, …e cantino e leggano la Messa secondo il rito, la forma e la norma, che Noi abbiamo prescritto nel presente Messale; e, pertanto, non abbiano l'audacia di aggiungere altre cerimonie o recitare altre preghiere che quelle contenute in questo Messale.
VII
Anzi, in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'INDULTO PERPETUO di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale.
VIII
Similmente decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma sempre stabili e valide dovranno perseverare nel loro vigore. ….
XII
Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo. "
Anna
COSTITUZIONE APOSTOLICA
RispondiEliminaQUO PRIMUM TEMPORE
PIUS EPÍSCOPUS SERVUS SERVÓRUM DEI
AD PERPÉTUAM REI MEMÓRIAM
I
Fin dal tempo della Nostra elevazione al sommo vertice dell'Apostolato, abbiamo rivolto l'animo, i pensieri e tutte le Nostre forze alle cose riguardanti il Culto della Chiesa, per conservarlo puro….
…era assolutamente necessario che pensassimo quanto prima a … pubblicare il Messale, e in tal modo che rispondesse al Breviario: cosa opportuna e conveniente, poiché come nella Chiesa di Dio uno solo è il modo di salmodiare, cosí sommamente conviene che uno solo sia il rito per celebrare la Messa.
II
Per la qual cosa abbiamo giudicato di dover affidare questa difficile incombenza a uomini di eletta dottrina. E questi, infatti, dopo aver diligentemente collazionato tutti i codici raccomandabili per la loro castigatezza ed integrità - quelli vetusti della Nostra Biblioteca Vaticana e altri ricercati da ogni luogo - e avendo inoltre consultato gli scritti di antichi e provati autori, che ci hanno lasciato memorie sul sacro ordinamento dei medesimi riti, hanno infine restituito il Messale stesso nella sua antica forma secondo la norma e il rito dei santi Padri.
IV
Perciò, affinché tutti e dovunque adottino e osservino le tradizioni della santa Chiesa Romana, Madre e Maestra delle altre Chiese, ordiniamo che nelle chiese di tutte le Provincie dell'orbe Cristiano: …dove a norma di diritto o per consuetudine si celebra secondo il rito della Chiesa Romana, in avvenire e senza limiti di tempo, la Messa, …non potrà essere cantata o recitata in altro modo da quello prescritto dall'ordinamento del Messale da Noi pubblicato….
V
Non intendiamo tuttavia, in alcun modo, privare del loro ordinamento quelle tra le summenzionate Chiese che, ….possono dimostrare un proprio rito ininterrottamente osservato per oltre duecento anni. …"
Anna
Qui si continua a parlare aggiornamento secondo uno sviluppo organico....ma scusate, qualcuno è in grado di darmi delucidazioni sul motivo del perchè sia necessario questo aggiornamento? Perchè dei pasticcioni debbono mettere mano per aggiornare il rito antico quando ad esso si affianca una forma ordinaria più che aggiornata direi STRAVOLTA? Ma non possono lorsignori ammettere con umiltà che non serve un tubo aggiornare, riformare o far altro se la maggior parte dei sedicenti cattolici di oggi non professano più la Fede della Chiesa? Lorsignori non possono esaminare la propria coscienza e vedere le innumerevoli cose che non vanno in loro prima di riformare un rito bimillenario risalente a Nostro Signore? Ma vivono sulla terra o sulla luna: è il Vetus Ordo il problema oppure sono loro il problema? SONO CHIARAMENTE LORO IL PROBLEMA , compreso lo yesman card. Sarah. Ma un po' di sana umiltà per ammettere che stanno distruggendo ogni cosa e magari chiedere scusa per tutta la confusione che seminano, no??? Occorre che questi signori facciano un pubblico mea culpa altrimenti ogni riforma, aggiornamento o chissacosaltro lo faranno sempre e comunque senza aver mai smesso l'abito di DEMOLITORI! Renderanno conto a Dio se alla svelta non torneranno sui propri passi e se il prezzo da pagare è la prefettura del Culto Divino, sia disposto a pagarlo. Qual era il titolo di una delle ultime opere del cardinale? Umh mi pare di ricordare fosse "Dio o niente" e non "Dio o la Congregazione del Culto Divino"! Faccia quello che deve e si dimetta e e lasci che sia Nostro Signore a fare il resto. Nessuno è indispensabile in questa battaglia, nè tu Mic, nè il card. Sarah! Ognuno sia disposto a prendere posizione una volta per tutte!
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminaMi pare di capire che le riforme liturgiche di S. Gregorio Magno e di san Pio V furono come un’opera di riordino, unificazione, recupero alla luce della Tradizione, e furono interventi limitati.
Leggo “La nota dominante della riforma di S. Gregorio fu la fedeltà alla tradizione che era stata tramandata. La sua riforma consistette principalmente nella semplificazione e nel riordino del rito esistente, nella riduzione a tre delle preghiere variabili in ogni ..e in una riduzione delle variazioni che si verificavano in quel tempo nel Canone, nei prefazi e nelle forme addizionali di Communicantese Hanc Igitur. …L’Ordo Missae riportato nel Messale di S. Pio V del 1570, a parte alcune aggiunte e allargamenti minimi, corrisponde molto da vicino all’Ordo stabilito da S. Gregorio”
Quello operato nel XX° secolo mi pare di capire sia stato un processo inverso. Non riordino, eliminazione di aggiunte inappropriate, per conservare la purezza del rito, o perfezionamenti per assicurarne la corrispondenza alla lex credendi, con lo sguardo rivolto a ciò che era stato trasmesso, ma creazione, imposizione dall’alto di novità, con lo sguardo rivolto al futuro. E’ così ?
Sullo 'sviluppo organico' che prospetti come possibile, a certe condizioni, ti chiedo:
1) ma, secondo te, nel contesto in cui ci troviamo non è pericoloso il solo fatto di “mettere le mani” sul VO, sia pure con le migliori intenzioni ? Penso a Pio XII, che non osò convocare il concilio per continuare i lavori interrotti del concilio vaticano I, per evitare il rischio che i modernisti ne approfittassero, con danni incalcolabili, come poi è avvenuto.
2) Ma perché dovrebbe pensarsi ad uno sviluppo organico del VO quando quest’ultimo sta producendo, sotto gli occhi di tutti, abbondanti frutti ?
Pensavo: ma un post settimanale o mensile che spieghi la Santa Messa e la storia delle sue riforme, scritto in modo semplice, divulgativo, non sarebbe una santissima cosa ?
Pensavo: ma un post settimanale o mensile (lex credendi) sui novissimi, la comunione dei santi, la grazia, tutta roba in disuso, non sarebbe una cosa santissima ?
Anna
Ultima domanda:
RispondiEliminama per "perpetuo" S.Pio V intende "fino a diversa decisione di un altro papa" ??????
Anna
ma perché dovrebbe pensarsi ad uno sviluppo organico del VO quando quest’ultimo sta producendo, sotto gli occhi di tutti, abbondanti frutti ?
RispondiEliminaNon ho detto che si debba necessariamente pensare ad uno sviluppo organico del VO. Ho semplicemente detto che la Liturgia conosce solo uno sviluppo organico e a che condizioni e operato da chi... invece che il taglia e cuci a tavolino con l'occhio al mondo e ai protestanti subito dal NO.
Mi è capitato, quest'anno e l'anno precedente, di avere interessanti conversazioni con alte personalità ecclesiastiche del mondo anglosassone, in visita a Roma per il pellegrinaggio. Quando mi rinfacciavano il livello mediocre della musica che si ascolta nelle chiese italiane, cercavo di controbattere che l'influenza cattiva è venuta anche dalle loro parti. Ma che il livello sia mediocre, non bisogna che ce lo vengano a dire da fuori. Il nuovo per se stesso ci porta nel baratro in cui siamo.
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/?topic=03/04/09/3080386
Madre Santa ottienici la Benedizione dell'Italia .
Per il momento lasciamo NON sviluppato organica-mente il VO, visto che è l'unico elemento che porta frutti, come saggiamente ha rilevato Anna. Aggiungo, chi ha messali VO integri, senza aggiornamenti dell'ultim'ora, li tenga stretti per ristampe FEDELI sempre più necessarie.
RispondiEliminaQuindi se i cultori del NO vogliono prendere ispirazione dal VO, facciano pure; se vogliono prendere qualche preghiera dal VO e metterla nel NO, facciano pure. Questo NON significherà MAI che il VO viene modificato o depauperato. Il VO rimane così com'è, senza sviluppo organico, fino a tempi migliori, quando rispunterà all'orizzonte un veramente santo Pontefice, credente in Gesù Cristo Signore e nella Sua presenza reale, in carne e sangue, nel Santissimo Sacramento dell'altare, sul quale discende per noi durante il Sacrificio della Santa Messa.
E' difficile far digerire qualche conversione ( ritorno indietro ) senza rovinare ulteriormente il fasciame della barca . Provando a modificare nel NO 4 cosette esteriori il Papa Benedetto XVI ha saggiato il terreno , i venti contrari hanno ributtato tutto all'aria . Gia' il nuovo vento aveva scalzato il Maestro di Cappella Mons. Domenico Bartolucci nonostante la sua nomina dovesse essere in perpetuo . Lo spirito del concilio ha messo radici ed ora piu' che mai e' come camminare sulle uova . Suppongo che l'espressione " duplice arricchimento " sia un'astuzia per far digerire la ri-conversione del NO cominciando , come una medicina disintossicante , con piccole dosi . Per suffragare quanto suesposto rileggiamo questa Istruzione dell'anno 2000 ( piena primavera ) :
RispondiEliminaNorma n°90
[90.] «I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi»,e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme».[176]
Questa norma (regola di comportamento )stabilisce che la comunione si debba assumere in ginocchio o, in subordine , in piedi .
Non e' scritto "in piedi " o " in ginocchio" ma al contrario , ora ditemi quanti Vescovi hanno vigilato sui loro Preti perche' questa norma fosse osservata ? Non ci sono piu' inginocchiatoi e il Prete si mette a meta' navata .
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Norma n°91
[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che«i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli».[177] Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi.
Non e' lecito negare la Comunione in ginocchio o.....eppure abbiamo letto anche di Preti che l'hanno fatto !
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---Norma n°92
RispondiElimina[92.] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca,[178] se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli.[179]
Chi , comunicandosi in piedi fa la debita riverenza o la genuflessione prescritta ?
Chi , comunicandosi in piedi e sulla mano assume l'Ostia Sacra DAVANTI al ministro ? La assumono di fianco , la mettono in tasca , la assumono al posto...cosa ne e' di quel Gesu' vivo e vero che e' nella piccola Ostia ?
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Norma n°93
[93.] È necessario che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada.[180]
Viene rispettata questa norma ? Esistono ancora i piattini ? Che Amore e timore abbiamo verso NSGC !?
Pensiamo ai Miracoli Eucaristici : e se quell'Ostia all'improvviso , per Grazia di NS , sanguinasse ?
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Norma n°94
[94.] Non è consentito ai fedeli di «prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano»[181] la sacra ostia o il sacro calice. In merito, inoltre, va rimosso l’abuso che gli sposi durante la Messa nuziale si distribuiscano in modo reciproco la santa Comunione.
A Manila abbiamo avuto visto in mondovisione l'apoteosi dell' oltraggio a NSGC : le Ostie passate di mano in mano e peggio , successivamente , nessuna reprimenda da parte dei Pastori e tanto meno Preghiere di riparazione !
Se esiste una linea rossa invalicabile per ogni cattolico, questa è la Santa Eucarestia: migliaia di santi sono morti per celebrarla e per difenderla nella sicurezza che è il sacramento che "sostiene il mondo".
RispondiEliminaMa se un giorno ci venissero a dire di celebrare una messa assieme ai protestanti che valore avrebbe questa celebrazione? In realtà sarebbe una profanazione della stessa messa! In tempi di apostasia è assolutamente necessario riscoprire il valore salvifico del sacrificio eucaristico.
Concordo al mille per cento si deve difendere la Santa Eucaristia !
RispondiEliminaMichele Davies, autore de "La riforma liturgica anglicana", disse in merito al Novus Ordo di Montini/Bugnini: "È oltre la disputa il fatto per cui il rito Romano sia stato distrutto!"
RispondiEliminaserve aggiungere altro!? Io credo di NO!
Quindi se i cultori del NO vogliono prendere ispirazione dal VO, facciano pure; se vogliono prendere qualche preghiera dal VO e metterla nel NO, facciano pure. Questo NON significherà MAI che il VO viene modificato o depauperato. Il VO rimane così com'è, senza sviluppo organico, fino a tempi migliori, quando rispunterà all'orizzonte un veramente santo Pontefice, credente in Gesù Cristo Signore e nella Sua presenza reale, in carne e sangue, nel Santissimo Sacramento dell'altare, sul quale discende per noi durante il Sacrificio della Santa Messa.
RispondiEliminaÈ un eccellente sintesi che condivido totalmente.
ma per "perpetuo" S.Pio V intende "fino a diversa decisione di un altro papa" ??????
RispondiEliminaCiao Anna,
bella idea la tua di divulgare in questo contesto la Quo Primum Tempore di S.Pio V.
La tua medesima domanda l'avevo rivolta tempo fa ad un sacerdote, il quale mi rispose appunto che la questione riguardava tutti meno il papa, il quale con la sua autorità suprema può fare quel che gli pare.
A me sembra molto strano che con le parole facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione egli escludesse un suo successore.
Infatti chi se non un papa ha la facoltà di agire con facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione?
Comunque PVI (nota: è il successivo Pio in ordine di numerazione!!!), forse per volere della preveniente Provvidenza, invece di mettere mano al rito tradizionale ha promulgato un rito del tutto nuovo.
Forse in tal modo voleva proteggersi dall'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.?
Mah? Forse che S.Pio V non si sta rivoltando ugualmente o magari doppiamente nella tomba?
@ Anna
RispondiElimina1) ma, secondo te, nel contesto in cui ci troviamo non è pericoloso il solo fatto di “mettere le mani” sul VO, sia pure con le migliori intenzioni ?
Penso anch'io che mettere in campo una simile intenzione da parte di un Cardinale Prefetto della Sacra Liturgia che, come ha dimostrato testualmente, vuol procedere all'emendamento del VO sulla programma della Sacrosanctum Concilium, sia una cosa più che sospetta.
Alla fine, subito dopo aver negato questa sua idea, pronunciata trionfalisticamente un paio di mesi prima, si mette a parlare di "sviluppo organico della Liturgia".
Non basta parlare di "sviluppo organico" affinché organico lo sia veramente con tutti i crismi come descritto sopra da Mic.
Questa particolare contingenza ci fa capire che questo suo asserito "sviluppo organico" corrisponde ad una diluizione nel tempo, ad una assimilazione graduale ed impercettibile di quella intenzione che egli ha espresso in modo globale:
È indispensabile che queste celebrazioni integrino:
- una giusta concezione della "participatio actuosa" dei fedeli presenti (SC 30).
- La proclamazione delle letture deve poter essere capita dal popolo (SC 36).
- Così pure, i fedeli devono poter rispondere al celebrante e non contentarsi di essere degli spettatori estranei e muti (SC 48).
- Infine, il Concilio fa appello a una nobile semplicità del cerimoniale, senza ripetizioni inutili (SC 50).
Come è stato detto sopra, non gli riuscirà di farlo. Sotto questo pontificato è ovviamente impossibile.
Ma il problema si pone ad un livello più profondo.
Perché qui si sta lavorando sul piano delle idee, quelle che saranno la piattaforma su cui si fonderà l'auspicata riedificazione che verrà dopo il disastro attuale.
Ciò che è preoccupante è il diffondersi e radicarsi di tali idee dai più alti livelli (tipo un congresso SP) sia a livello mediatico in quei blog che per affezione e venerazione al "papa emerito" sposano tali tesi.
Perché qui si sta lavorando sul piano delle idee, quelle che saranno la piattaforma su cui si fonderà l'auspicata riedificazione che verrà dopo il disastro attuale.
RispondiEliminaCiò che è preoccupante è il diffondersi e radicarsi di tali idee dai più alti livelli (tipo un congresso SP) sia a livello mediatico in quei blog che per affezione e venerazione al "papa emerito" sposano tali tesi.
Di fatto questo è un problema. Sono gli effetti della mitridatizzazione se non si mettono in atto gli antidoti.
Intanto il primo antidoto è la Grazia. Ma occorre anche la collaborazione umana. Che il Signore ispiri azioni e pensieri adeguati!
Il lettore che ha citato Michael Davies mi ha fatto venire in mente la similitudine. Parlando della Riforma anglicana, Davis sottolinea il pericolo dei “taciuti” in liturgia: la riforma anglicana di Cranmer, togliendo dalla Messa tutti i riferimenti espliciti al Sacrificio propiziatorio, introdusse vincente, nel giro di una generazione, il Protestantesimo in Inghilterra, portandola definitivamente all'eresia. Potete approfondire qui:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/07/riforma-liturgica-anglicana-in-pdf-e.html
In ogni caso la chiave di tutto sta nella formazione dei sacerdoti e mi ha colpito che al Convegno ognuno ne riconoscesse le carenze, ma non risulta che si siano preoccupati o si preoccupino di promuovere i correttivi concreti mentre la gerarchia egemone va da tutt'altra parte...
A ben riflettere, Mons. Lefebvre ha voluto salvare innanzitutto la formazione dei sacerdoti. Il resto è conseguente.