Il 14 ottobre scorso, a Torino, si è tenuto un Convegno organizzato da La Federvita Piemonte e Valle d’Aosta : «Principi non negoziabili, addio?». Relatori: Maria Orecchia, presidente di Federvita; Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiana; il docente di etica e bioetica Tommaso Scandroglio; la pediatra Roberta Spola; don Samuele Cecotti, Membro della redazione dell'Osservatorio Internazionale per la Dottrina Sociale della Chiesa “Cardinale Van Thuân”; Maria Paola Tripoli, presidente di Orizzonti di Vita; il magistrato Giacomo Rocchi e l’Arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio mons. Luigi Negri.
Ringraziamo don Samuele Cecotti, che ci segnala il video del suo intervento che vi propongo di seguito : Principi non negoziabili, fondamento di ogni società.
Nota di Chiesa e post-concilio:
A chi volesse approfondire, segnalo un testo di grande interesse: Giovanni Turco, Valori e deontologia. L'assiologia di Nicola Petruzzelis, ed. Studium, Roma 2015, pag. 154 Euro 13,50
Interessantissimo. Grazie.
RispondiEliminaQuali sono i principi/valori "NEGOZIABILI"?
RispondiElimina"Non negoziabili" di per sé è un pleonasmo, perché il termine principio già indica qualcosa di fondante, sorgivo. Nel recente magistero può rappresentare un rafforzativo.
RispondiEliminaSecondo la dottrina sociale della Chiesa, 'non negoziabili' sono quei principi fondati sulla realtà e riconoscibili dalla ragione (non necessariamente confessionali perché vincolati alla Rivelazione che tuttavia li illumina: es. la Legge naturale). La visione realistica e condivisibile dalla ragione è il dato che fa la differenza con i principi posti in modo assiomatico (volontaristicamente o convenzionalmente a seconda del contesto).
I tre principi non negoziabili affermati dal cattolicesimo: difesa della vita (dal concepimento al suo termine naturale), del matrimonio monogamico eterosessuale (famiglia), della libertà educativa come prerogativa genitoriale.
RispondiEliminaDove si trovano i valori "negoziabili" per la Chiesa?
Nel campo politico-economico, per esempio. Per tanti secoli il prestito ad interesse (usura) era proibito perché giudicato contrario ai Vangeli. Agli Ebrei era permesso nell'Antico testamento ma solo con i Gentili, non con i correligionari. Il prestito ad interesse, anche usuraio, era praticato apertamente dagli Ebrei, e nascostamente anche presso i Cristiani, pur essendo proibito. Poi, nel Cinquecento si cominciò ad ammettere un piccolo interesse sui prestiti dati dai Monti di PIetà, istituiti per sottrarre il popolo al laccio degli usurai.
Questo potrebbe essere l'esempio di un valore "negoziabile".
In campo politico. La Chiesa ha sempre appoggiato le diverse forme di governo, purché mantenessero certi valori o fossero cristiane. Ha riconosciuto sia la legittimità del potere imperiale che quella dei liberi comuni, ostili a quel potere. Dal Vangelo non si ricava la preferenza per una forma di governo a vantaggio di un'altra.
Così, a seconda delle vicende storiche, il Papa si è in tempi lontani ora appoggiato all'imperatore per esser difeso dall'anarchia feudale dei baroni romani e delle loro bande o da un antipapa; ora, all'opposto, al popolo e ai Comuni contro l'imperatore, quando esso opprimeva la Chiesa, p.e. al tempo della lotta per le investiture o mirava ad unificare l'Italia (fatto salvo lo Stato del Papa) nell'ambito della monarchia imperiale (Federico II di Svevia), prospettiva che il Papa, a torto o a ragione, sentiva come lesiva della sua libertà nel temporale (e quindi, indirettamente, nello spirituale).
H.
Volendo poi ricollegarsi alla dottrina, "non negoziabile" è qualsiasi posizione legata ad un'azione intrinsecamente cattiva: con questo presupposto, l'azione non è mai giustificabile, neanche se è parte di un compromesso per ottenere una cosa buona.
RispondiElimina