Siamo negli ultimi giorni dell'Avvento nell'imminenza della Vigilia del Natale. In questi giorni, la nostra attesa del Natale aumenta di intensità, rendendoci consapevoli non solo di quanto dobbiamo ancora fare per prepararci al Natale, ma di quanto dobbiamo ancora fare per accogliere Cristo più completamente nelle nostre vite. La consapevolezza che i giorni dell'Avvento volgono al termine, ci induce a ricorrere a quei mezzi con cui Cristo viene a noi nella Chiesa e ci chiede di accoglierlo nelle nostre vite. Mi riferisco in particolare ai Sacramenti della Santa Eucaristia e della Penitenza.
Mentre attendiamo la celebrazione del Natale, cerchiamo, se possibile, di essere ogni giorno con nostro Signore nella Santa Messa, offrendoci a Lui e con Lui nel Sacrificio Eucaristico. Cerchiamo di trascorrere del tempo con Lui in preghiera davanti al Santissimo Sacramento riposto nel tabernacolo o esposto per l'adorazione. Facciamo in modo anche di incontrare nostro Signore nel sacramento della penitenza, confessando i nostri peccati a Lui, con dolore, e ricevendo da Lui l'assoluzione, attraverso il ministero del sacerdote. Non c'è modo migliore di fare la nostra ultima preparazione per il Natale che passare del tempo con il nostro Signore eucaristico e incontrarlo nel sacramento della penitenza.
Le antifone "O"
[Ho inserito in fondo tutte e sette le Antifone nell'originale latino e nella traduzione italiana -ndT]
[Ho inserito in fondo tutte e sette le Antifone nell'originale latino e nella traduzione italiana -ndT]
Durante la preghiera serale degli ultimi giorni d'Avvento, la Chiesa canta una solenne antifona prima del Magnificat. In ciascuno dei sette giorni, la Chiesa si rivolge al Messia, Cristo, con uno dei titoli a Lui dati nelle Sacre Scritture. Queste sette antifone sono conosciute popolarmente nella Chiesa come antifone "O", perché ognuna inizia con l'esclamazione "O" prima di nominare il titolo di Cristo tratto dalle Sacre Scritture. Dopo l'invocazione del titolo del Nostro Signore, segue una preghiera, perché venga a noi, a visitarci e riempirci della grazia dello Spirito Santo.
Le antifone "O" vengono cantate durante la preghiera della sera perché "come la Chiesa canta in uno dei suoi inni, è stato nella sera del mondo (vergente mundi vespere) che il Messia è venuto tra noi" (Prosper Guéranger, OSB, L'Anno liturgico). Sono cantate al Magnificat "per mostrarci che il Salvatore che ci aspettiamo verrà a noi da Maria" ( * ).
Il canto gregoriano delle antifone "O" è particolarmente bello ed esprime il desiderio della Chiesa di celebrare ancora una volta il grande giorno della nascita di Nostro Signore e il desiderio di ogni anima di conoscere Cristo e di offrirgli la dimora di un cuore puro e disinteressato. Il canto degli antifone è pieno di speranza, perché sappiamo che il Signore è venuto e che il suo grande desiderio è trovare in noi la risposta dell'amore al suo incommensurabile e incessante amore per tutta l'umanità.
Offro l'esempio di due delle antifone "O". La prima, si rivolge a Cristo con titolo biblico di Sapienza: « O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ed arrivi ai confini della terra, e tutto disponi con dolcezza: vieni ad insegnarci la via della prudenza ». La preghiera esprime la verità che, in tutte le cose, Dio compie la sua santa e salvifica volontà, lo fa senza violenza alla nostra libertà e chiede che possiamo avere la prudenza che ci permette in tutto di scegliere ciò che conduce alla salvezza eterna.
L'ultima delle antifone si rivolge a Cristo con il titolo biblico che più esplicitamente dichiara la realtà della sua venuta. Lui è l'Emmanuele; Egli è Dio-con-noi: « O Emmanuel, nostro re e legislatore, speranza delle genti, e loro Salvatore: vieni e salvaci, Signore, nostro Dio ». La preghiera proclama la verità che solo Cristo risponde al desiderio di ogni persona di ogni tempo e di ogni luogo di conoscere la verità e l'amore di Dio. Cristo regna diventando il servitore di tutti, offrendo la sua vita totalmente per la salvezza eterna di tutti gli uomini, senza confini. Cristo è il Legislatore la cui disciplina non piega o distrugge la libertà umana, ma conduce la libertà umana alla sua più piena fioritura nell'amore disinteressato e altruista a Dio e al prossimo, fino alla morte e per tutta l'eternità.
Vigilia di Natale
Al termine della nostra preparazione alla celebrazione della nascita del Signore giungiamo alla vigilia di Natale. Le ultime ore che precedono il Natale siano osservate con grande raccoglimento, concentrando la nostra attenzione sul grande mistero dell'Incarnazione e sul significato sostanziale e immutabile che essa dà alle nostre vite.
Qualunque cosa possa mancare nella nostra preparazione alla celebrazione del Natale, nella disposizione dei nostri cuori per ricevervi pienamente Cristo, la preghiera della Chiesa ci annuncia: "Oggi saprai che il Signore verrà, e al mattino vedrai la Sua gloria". La preghiera della Chiesa indica la realtà dell'incessante effusione dell'Amore Divino su di noi in Gesù, il Cristo nato per noi a Betlemme per morire per noi a Gerusalemme.
La vigilia di Natale, non può esserci posto nei nostri cuori per lo scoraggiamento, per non parlare della disperazione; piuttosto il nostro cuore deve essere pieno di fiducia nell'amore di Dio, con la chiara speranza che ci ha redenti da tutti i nostri peccati, e per questo ha mandato il suo Figlio unigenito. Come possiamo dubitare della misericordia di Dio che viene a noi in tutta umiltà e povertà per noi tutti! Non permetterà che il suo piano di infinita misericordia e amore verso di noi fallisca! Che la celebrazione della nascita di Nostro Signore, quest'anno, porti a tutti noi una conoscenza più profonda di quanto Dio ci ha amato e continua ad amarci nel nostro Signore Gesù Cristo! Possa tale conoscenza, che davvero ci raggiunge pienamente nella Santa Eucaristia, renderci portatori luminosi e instancabili dell'amore di Dio per coloro che si trovano nell'oscurità del peccato!
__________________* (Prosper Guéranger, OSB, The Liturgical Year, tr. Dom Laurence Shepherd, OSB, Fitzwilliam, NH: Loreto Publications, 2000, vol.1, pag 484)
* * *
Le Antifone maggiori dell'Avvento
O Sapientia, quae ex ore Altissimi prodisti, attingens a fine usque ad finem, fortiter suaviter disponensque omnia: veni ad docendum nos viam prudentiae. O Adonai, et dux domus Israël, qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti, et ei in Sina legem dedisti: veni ad redimendum nos in brachio extento. O Radix Jesse, qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem gentes deprecabuntur: veni ad liberandum nos, jam noli tardare. O Clavis David, et sceptrum domus Israël, qui aperis, et nemo claudit, claudis, et nemo aperit: veni, et educ vinctum de domo carceris, sedentem in tenebris, et umbra mortis. O Oriens, splendor lucis aeternae, et sol justitiae: veni, et illumina sedentes in tenebris, et umbra mortis. O Rex Gentium, et desideratus earum, lapisque angularis, qui facis utraque unum: veni, et salva hominem, quem de limo formasti. O Emmanuel, Rex et legifer noster, expectatio gentium, et Salvator earum: veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster. |
O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ed arrivi ai confini della terra, e tutto disponi con dolcezza: vieni ad insegnarci la via della prudenza. O Adonai, e condottiero di Israele, che sei apparso a Mosè tra le fiamme, e sul Sinai gli donasti la legge: redimici col tuo braccio potente. O Radice di Jesse, che sei un segno per i popoli, innanzi a te i re della terra non parlano, e le nazioni ti acclamano: vieni e liberaci, non tardare. O Chiave di David, e scettro della casa di Israele, che apri e nessuno chiude, chiudi e nessuno apre: vieni e libera lo schiavo dal carcere, che è nelle tenebre, e nell'ombra della morte. O (Astro) Sorgente, splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina chi è nelle tenebre, e nell'ombra della morte. O Re delle Genti, da loro bramato, e pietra angolare, che riunisci tutti in uno: vieni, e salva l'uomo, che hai plasmato dal fango. O Emmanuel, nostro re e legislatore, speranza delle genti, e loro Salvatore: vieni e salvaci, Signore, nostro Dio. |
Santo Natale a tuuti !
RispondiEliminahttp://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2017/12/23/se-muore-natale-sparisce-loccidente/
RispondiElimina"Attorno alla capanna di Betlemme c'è molta luce, ma non l'atmosfera di un idillio. Colui che nasce porterà pace e salvezza agli uomini che Dio ama, ma questa riconciliazione avrà come prezzo il sangue dell'Innocente. Le icone orientali rappresentano la culla dove è adagiato il bambino Gesù in forma di sarcofago sullo sfondo nero della grotta e la liturgia occidentale collocherà la memoria del primo martire Stefano nel giorno successivo al Natale. Otto giorni dopo la nascita il bimbo viene circonciso: sono le prime gocce di sangue, le prime sofferenze per lui, per Maria e Giuseppe. (...) Ogni rivelazione porta con sé luce e dolore, gioia e sacrificio"
RispondiElimina(Massimo Camisasca, I misteri di Maria, pp. 36-37)
RispondiEliminaMa "l'antifona" promessa da più di un anno, il cardinale Burke quando
si decide a "cantargliela" a Papa Francesco?
Z.
️«Discorsi» di Sant'Agostino, Vescovo
RispondiElimina(Disc. 185; Pl 38, 997-999)
•La verità è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo
Svégliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svégliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo.
Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto.
Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno temporaneo così breve. «Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore» (1 Cor 1, 30-31).
«La verità è germogliata dalla terra» (Sal 84, 12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha detto: «Io sono la verità» (Gv 14, 6). «E la giustizia si è affacciata dal cielo» (Sal 84, 12). L'uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. «La verità è germogliata dalla terra», perché «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). «E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto» (Gv 1, 17). «La verità è germogliata dalla terra»: la carne da Maria. «E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «l'uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo» (Gv 3, 27).
«Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio» (Rm 5, 1) perché «la giustizia e la pace si sono baciate» (Sal 84, 11) «per il nostro Signore Gesù Cristo», perché «la verità è germogliata dalla terra» (Sal 84, 12). «Per mezzo di lui abbiamo l'accesso a questa grazia in cui ci troviamo e di cui ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio» (Rm 5, 2). Non dice «della nostra gloria», ma «della gloria di Dio», perché la giustizia non ci venne da noi, ma si è «affacciata dal cielo». Perciò «colui che si gloria» si glori nel Signore, non in se stesso.
Dal cielo, infatti per la nascita del Signore dalla Vergine... si fece udire l'inno degli angeli: «Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà» (Lc 2, 14). Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? «Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo» (Ef 2, 14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell'unità.
Rallegriamoci dunque di questa grazia perché nostra gloria sia la testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore. È stato detto: «Sei mia gloria e sollevi il mio capo» (Sal 3, 4): e quale grazia di Dio più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l'ha fatto figlio dell'uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell'uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.
Buon Natale a tutti! Lupus et Agnus.
RispondiElimina
RispondiElimina« Ma "l'antifona" promessa da più di un anno, il cardinale Burke quando
si decide a "cantargliela" a Papa Francesco? »
Qusnd les poules auront des dents…
Cum ortus fuerit sol de coelo,
RispondiEliminavidebitis Regem regum procedentem a Patre,
tamquam sponsum de thalamo suo.
Crastina die delebitur iniquitas terrae,
et regnabit super nos Salvator mundi.
Prope est iam Dominus:
venite, adoremus.
“Quando sorgerà il sole,
vedrete il Re dei re:
come lo sposo dalla stanza nuziale
egli viene dal Padre.
Domani sarà cancellato il male della terra
e regnerà su di noi il Salvatore del mondo.
Ormai il Signore è vicino,
venite adoriamo”.
Buon Santo Natale a tutti e un particolare ringraziamento per il preziosissimo blog.
RispondiEliminaMiles
Buon Natale
RispondiEliminaQualche bergogliano (anonimo) per Natale si è regalato... una botta di misericordia:
RispondiEliminahttp://www.marcotosatti.com/2017/12/24/canto-di-natale-alla-misericordiosa-via-da-qui-cattiva-sulle-ali-di-una-lettera-anonima/
Pare che, in aggiunta all'onorificenza "Cappellano di Sua Santità", nel 2018 istituiranno quella di "Sicofante di Sua Santità"...
Un Santo e sereno Natale a tutti i lettori dei Chiesa e post concilio.
RispondiEliminaSegnalo uno scorrevole articolo di Francesco Lamendola che riflette sulla presenza dello Spirito Santo al Conclave del 13 marzo 2013...
RispondiEliminahttp://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/3647-dov-era-lo-spirito-santo
E grazie a tutti per questo blog, sempre molto vivo ed interessante! Buon Natale!
E la correzione???
RispondiEliminaLa Calenda: annuncio del Natale e suo inserimento nella storia del mondo, dell'umanità e della Salvezza.
RispondiEliminaVenticinque dicembre, luna settima.
Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio aveva creato il cielo e la terra e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo la partenza da Ur dei Caldei di Abramo, nostro padre nella fede;
tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione di Davide quale re di Israele;
nella sessantacinquesima settimana,secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
quando in tutto il mondo regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana.
TRE OTTIMI LIBRI -
RispondiEliminaFONDAMENTALI PER LA VITA DI UN CATTOLICO
http://www.webalice.it/ingcom/index_file/Ottimilibri.html
Le Antifone O
RispondiEliminaO Sapientia
O Adonai
O Radix Iesse
O Clavis David
O Oriens
O Rex gentium
O Emmanuel
Le iniziali, dopo la O, lette dall'ultima alla prima, formano l'acronimo: ERO CRAS
Sarò qui, domani.
E quell'O dice, insieme, l’invocazione e lo stupore.
Domanda inesausta e lieta certezza.