Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti? Ci confrontiamo per "resistere", nella fedeltà.
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lunedì 25 dicembre 2017
Santo Natale 2017
I nostri più fervidi auguri di
Buon Natale 2017
Læténtur cæli, et exsúltet terra ante fáciem Dómini: quóniam venit. (Ps. 95, 11-13) Dal Messale Romano
«Il Natale non è soltanto il racconto di ciò che è stato; è percezione di ciò che è. Non è soltanto percezione di un episodio circoscritto e databile; è assaporamento di un’attualità perenne e universalmente efficace, è esultanza per una ricchezza che ci viene donata. Basterebbe a convincercene l’annotazione che il Natale in fondo è un compleanno. Ora i compleanni si fanno per gli uomini vivi. Per i morti – anche se sono grandissimi e famosissimi – si ricordano al massimo i centenari. Dunque celebrare il Natale ogni anno vuol dire esprimere la certezza che Gesù di Nazareth – quel bambino nato duemila anni fa in una stalla – è una persona viva: è veramente, realmente, fisicamente vivo; è ancora principio per noi di salvezza; è ancora il centro di ogni nostra esistenza e della storia intera».
Ant. Génuit puerpera * Regem, cui nomen ætérnum, et gaudia matris habens cum virginitátis honore: nec primam similem visa est, nec habere sequéntem, allelúia.
Ant. Una giovane madre * ha dato alla luce il Re, il cui nome è eterno, unendo alle gioie della maternità l'onore della verginità né prima né dopo se n'è vista a lei simile, alleluia.
Le tenebre non possono andare d'accordo con la luce. Quando la luce c'è, le tenebre cessano di esistere. Le tenebre sono, alla radice, assenza di luce. Una luminosa famigliola in viaggio da Nazaret a Betlemme non trova alloggio nelle tenebre. Non è una questione di migranti, più o meno clandestini (Giuseppe era proprio di Betlemme). E' una faccenda di luce e di tenebre. Perché le tenebre trovino un alloggio alla luce, esse debbono convertirsi ad essere luce. Insomma: rinneghino se stesse e seguano Lui, la luce. Il passaggio non è da un tal diritto a uno ius soli, da sans papier ad avec le papier. Il passaggio sta nel rinunciare ad essere tenebra, accogliendo la Luce di Cristo. A dire sì a Dio come Maria. A dire sì a Maria come Giuseppe. Com'è meschino un Natale con il cuore che si limita al ritornello dei regni del mondo. Non allarga affatto il cuore a un Regno superiore, al Re dei Re, a fare spazio a Lui. Non sta in preghiera, nell'attesa, dilatando il desiderio di Cielo, facendo spazio a Dio. Non vuota la casa di tutto il pattume con cui l'ha riempita, trafficando mondo e tenebra. Inevitabilmente lì non c'è accoglienza alla Luce del mondo. Men che meno con la croce. E chi, come un disco rotto, parla della Sacra Famiglia come di migranti finiti lì per caso, dimentica che lì c'era un appuntamento profetizzato da secoli, che avrebbe cambiato la storia. C'era un censimento del potere mondano ad esigere e la Volontà di Dio a obbligare. C'è tanta tenebra anche nelle predicazioni vuote, prive di Vera luce, solo i riflettori. Non è l'occhio di bue della ribalta a scacciare le tenebre, anzi... Quella è luce falsa. E' quel tipo di luce prodotta dall'uomo illuso di non essere più tenebra a se stesso. A Natale i pastori vedono una luce diversa. E' la luce del Sì di Maria a Dio. Del Sì di Giuseppe a lei, vergine e madre. Gesù viene deposto in una mangiatoia: Gesù si palesa cibo fin dalla nascita. Vero cibo e vera bevanda! Gesù viene al mondo in un luogo per animali, dato che nei luoghi dell'uomo non c'era posto. Siamo tutti un po' meno umani, senza Cristo. Lui lo sa e viene a recuperarci partendo da una stalla. Sapremo capirlo per far spazio alla Sua luce nelle nostre tenebre, o faremo solo luce con le fotoelettriche della Protezione Civile a qualche tendopoli, pensando così di essere sale della terra... ma quello è sale senza sapore, anche se alza lo stesso lo pressione e brucia sulle ferite del peccato, senza però risanarle.
E stasera andrò a rileggermi alcune delle omelie natalizie di Benedetto XVI per ritrovare quell`altezza e quella profondità spirituali che nutrono un`anima assetata che non ha bisogno di un "discorso (=omelia) politico" il giorno in cui si festeggia e si celebra la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo.
Pio XII, papa dal 1939 al 1958 Enciclica "Mystici corporis"
E il Verbo si è fatto carne
Il Figlio Unigenito di Dio, già prima dell’inizio del mondo, con la sua eterna infinita conoscenza e con un amore perpetuo, ci ha stretti a se. E perché potesse manifestare tale amore in modo ammirabile e del tutto visibile, congiunse a sé la nostra natura nell’unione ipostatica donde avviene che "in Cristo la nostra carne ami noi", come, con candida semplicità, osserva Massimo di Torino (Serm. XXIX; Migne, PL, LVII, 594). In verità, questa amantissima conoscenza, con la quale il divin Redentore ci ha seguiti sin dal primo istante della sua Incarnazione, supera ogni capacità della mente umana, giacché, per quella visione beatifica di cui godeva sin dal momento in cui fu ricevuto nel seno della Madre divina, egli ha costantemente e perfettamente presenti tutte le membra del corpo mistico e le abbraccia col suo salvifico amore. O ammirabile degnazione della divina pietà verso di noi; o inestimabile ordine dell’immensa carità! Nel presepio, sulla croce, nella gloria eterna del Padre, Cristo ha presenti e congiunte a sé tutti le membra della Chiesa in modo molto più chiaro e più amorevole di quello con cui una madre guarda il suo figlio e se lo stringe al seno, e con cui un uomo conosce ed ama se stesso.
Per la prima volta .....per la prima volta .....dopo tanto tempo , nella Messa NO il Sacerdote ha chiesto di inginocchiarsi all'Incarnatus est ( solo io continuavo a farlo ) .....e....per la prima volta ..... dopo tanto tempo ....c'era solo lui a dare la Comunione . Alleluja ! Non c'era l'abuso dei ministranti ! E poco dopo e' arrivato un altro Sacerdote ad aiutarlo . Alleluja ! Speriamo sia l'inizio della restaurazione . Spero tanto di poter ripartecipare al VO che a causa dei Vescovi disubbidienti mi e' negato .
Papa Ratzinger aveva il coraggio di criticare la mondializzazione e lo sradicamento capitalistico. Papa Francesco – ci spiace ricordarlo – sta sempre più mettendosi al loro servizio. Così nel discorso di oggi, vera e propria omelia per lo ius soli: “Maria e Giuseppe, per i quali non c’era posto, sono i primi ad abbracciare colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza”. Legge del cuore (Hegel) e batticuore per l’umanità (ancora Hegel) non servono a nulla, senza considerare gli obiettivi rapporti di forza: i quali ci dicono che dare la cittadinanza a tutti è il primo passo per annichilire il concetto di cittadinanza e renderci tutti schiavi apolidi e migranti. La mondializzazione non vuole rendere cittadino chi ancora non lo è. Vuole rendere non-cittadino chi ancora lo è. Questo il punto. Insomma, l’omelia di Francesco, stavolta, sembra ispirarsi a Soros più che a Cristo. (Diego Fusaro)
Quella degli immigrati è un'ossessione. Persino nell'omielia di Natale. Ma Maria e Giuseppe non erano profughi!
Ma anche un avvertimento (lo so, è Natale: però soprattutto in questo momento bisogna ricordarlo) a tutti coloro che, nella Chiesa e fuori della Chiesa, Lo osteggiano: modernisti, massoni, pseudogiudei, mondialisti e compagnia cantante.
"Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia: «Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami».
Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore. Egli parla loro con ira, li spaventa nel suo sdegno: «Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte».
Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai».
E ora, sovrani, siate saggi, istruitevi, giudici della terra; servite Dio con timore e con tremore esultate; che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia." (Salmo 1)
Veramente una fredda relazione politica l'omelia di quest'oggi del papa. Ma ancora una volta la sciatteria con cui ha recitato la formula della benedizione "urbi et orbi" con il clamoroso errore finale della coniugazione! Mai tanto in basso. Dio mi perdoni. Buon Natale a tutti.
Non è esatto. Ha incominciato con benedictio Dei omnipotentis ecc. (al genitivo) e avrebbe dovuto continuare col verbo, invece ha creduto di aver detto Benedicat vos omnipotens Deus etc. e quindi si è fermato, senza aver completato la benedizione.
Mirabile questo articolo, questa foto della Chiesa bergogliana, col suo presepe filoimmigrazionista e filosodomita di piazza San Pietro, coi suoi tratti distintivi messi così bene in evidenza. Sembra un quadro rinascimentale a tinte forti, un'immagine in 3D, tanto è realistica e calzante alla perfezione con lo status del clero attuale, dal vertice alla base. Ecco il link : http://opportuneimportune.blogspot.it/2017/12/quia-non-est-eis-locus-in-diversorio.html
@ Anonimo Alleluja ! : sembra che lei abbia partecipato alla mia stessa messa di Natale, ma vedo dall'orario del suo post che così non è stato (io infatti ho preso Messa alle 11.00). Quello che lei riporta è successo anche nella mia messa: richiesta del sacerdote di inginocchiarsi all' Incarnatus, Comunione distribuita da soli sacerdoti (il celebrante ed un giovane sacerdote suo aiutante); in più, aggiungo che la celebrazione è stata fatta all'Altar Maggiore, "versus Deo", e non "versus populo", il Pater Noster è stato cantato in latino (altre parti anch'esse cantate, anche se in italiano) e l'omelia non faceva una grinza, cattolica al 100%. Una ventata d'aria fresca, in quest'atmosfera mefitica che pervade tutta la Chiesa bergogliana.
Ma cos' è accaduto oggi in piazza San Pietro? Una pazza si è avventata sul presepe fiondandosi sul Bambinello.....frasi sconnesse urlate e la polizia e la gendarmeria che la bloccano....mah!
Nel discorso Urbi et orbi il papa condanna il "modello di sviluppo ormai superato" (così nella trascrizione di vaticannews.va). Quindi è inutile condannare le ingiustizie del capitalismo e il riformismo è inutile se non criminale: è il modello che va "liquidato". Lenin non diceva diversamente. Antonio da Roma.
Ormai siete come una famiglia, un riferimento giornaliero di fratelli e sorelle in Cristo, con una fede ancora integra, nonostante i nostri peccati.
Anche se ormai è Santo Stefano, tanti auguri di cuore, veramente sinceri, a tutti voi, che mi arricchite e consolate i Vostri interventi quotidiani. Anche se devo dire che, in questo momento drammatico pet la nostra fede, in cui siamo come degli extraterrestri, non mi sono mai sentito così bene e vicino al Signore.
Un augurio speciale e sincero a Maria, che Gesù Bambino la benedica per tutti gli sforzi che questo blog comporta.
Ve ringrazio de core, brava gente, pé 'sti presepi che me preparate, ma che li fate a fa? Si poi v'odiate, si de st'amore non capite gnente...
Pé st'amore sò nato e ce sò morto, da secoli lo spargo dalla croce, ma la parola mia pare 'na voce sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente; cerca sempre de fallo più sfarzoso, però cià er core freddo e indifferente e nun capisce che senza l'amore è cianfrusaja che nun cià valore.
E intanto "grazie" ad una femen il """presepe""" vaticano è passato nei giornali televisivi e nei media cartacei mettendo sotto gli occhi del mondo l`ultimo exploit del nuovo corso, della "chiesa della misericordia" detta anche "chiesa di Francesco", una chiesa e un presepe a immagine e somiglianza del papa argentino. E l`ignudo palestrato non è passato inosservato...
Piccola notazione sull'articolo segnalato da Pietro C. Sono completamente d'accordo con lui sull'osservazione che riguarda il messaggio passato al grande pubblico attraverso le parole del cronista (probabilmente un sacerdote): “Anche dopo aver ricevuto la santa comunione siamo invitati a rispettare alcuni minuti di silenzio per far posto alla riflessione, alla preghiera personale...” Dice Pietro C. La comunione sacramentale è giustamente l'incontro con la grazia divina. Ciò è confessato unanimemente sia in Oriente che in Occidente. Ma se è un incontro reale, succedono determinati fenomeni di tipo spirituale, non di tipo psicologico, poiché anche se la psicologia umana è illuminata dalla grazia, la luce sentita interiormente è spirituale.
Se sono d'accordo con lui sul contenuto dell'esortazione che non accenna minimamente all'adorazione, che è l'atto proprio del momento sacro e solenne dell'incontro col Signore realmente presente nelle Sacre Specie, non posso far a meno di notare nell'insieme del suo scritto la secolare polemica degli ortodossi che ci accusano di psichismo e intellettualismo a scapito dello spiritualismo. L'incontro è con la Persona del Signore e la grazia divina (che è l'azione del Suo Spirito) è l'effetto che ne scaturisce. Dunque, in conclusione, se è vero che viviamo in un tempo di desacralizzazione deformazione e banalizzazione della nostra fede (e l'esortazione del cronista lo dimostra), è altrettanto vero che dall'adorazione e dalla grazia dell'incontro scaturiscono effetti soprannaturali non sempre e immediatamente percepibili che si scrivono indelebilmente nello spirito e operano in noi la trasformazione secondo la volontà del Padre. Ma non è detto che, a volte, e a seconda dei momenti della nostra vita e della nostra maturità spirituale, non ci sia anche un effetto a livello psichico e quindi sensibile, riconducibile alla consolazione o alla desolazione di cui parla S. Ignazio, che non sempre va respinto perché non sempre è una distrazione e può essere una ispirazione, una risposta, una esortazione di cui abbiamo bisogno o che attendiamo. E in effetti, se capita, si torna subito all'adorazione. Ma di ciò che è ineffabile è meglio tacere e chiuderla qui...
D'accordo dunque sull'osservazione, ma non sull'uso strumentale in chiave ortodossa che ne viene fatto.
Ieri abbiamo recitato il Santo Rosario davanti al presepe. Al termine mia moglie ha esternato un pensiero sul quinto mistero della gioia. Si sa, un genitore è sempre molto coinvolto da certi episodi... La Sacra Famiglia adempiva fedelmente alle tradizioni religiose, spostandosi per la Legge di Israele (non solo per migrazione, o concerti, o ferie, o trasferte calcistiche...). Giuseppe e Maria sono fedeli all'essere popolo in cammino verso Dio e educano Gesù a farlo. Viaggiando certi inconvenienti possono capitare. E poi allora, oltre ai registratori, mancavano anche gli immarcescibili telefonini! Dopo tre giorni su e giù per la carovana, trovano Gesù tra i dottori al tempio. Oggi forse qualche mamma si sarebbe fatta un selfie con il figlio e i "divi", un papà intraprendente avrebbe anche potuto osare di far fruttare le conoscenze in qualche affare: loro no. E nemmeno fanno pubbliche piazzate contro il ragazzo, travolti dalle emozioni. Gesù non è un piccolo discolo, un ribelle contestatore dello status quo. Gesù è già stato per loro occasione di una specialissima relazione con Dio. Gesù non lo trovano a tirar sassi alle vetrine, o nell'ufficio informazioni del centro commerciale, al pronto soccorso o al comando dei vigili urbani... Gesù sta interrogando i dottori della Legge di Dio, stupendoli con le sue argomentazioni. Gesù non è in fuga o in ricerca, non è nemmeno nel bisogno: sta facendo la volontà di Dio. Come scrisse Benedetto XVI in "l'infanzia di Gesù", il ragazzo "sta portando a compimento". Sta crescendo in età e soprattutto in grazia e sapienza. Sta crescendo il mistero che è in Lui! E se anche potrebbe ferire Giuseppe (Maria rimprovera Gesù dicendo che "io e tuo padre ti cercavamo"), Gesù dice di sapere che Giuseppe non è il suo papà in senso classico, rivelando anche a loro due (che probabilmente non glielo avevano mai raccontato) di essere un ragazzino tutto speciale. Benedetto XVI annota che Maria lì avrebbe avuto la percezione dell'avvertimento di Simeone, sulla spada che trafiggerà l'anima, il giorno della Presentazione. E sicuramente anche San Giuseppe. Insomma, dov'era "perso" Gesù? In casa sua, presso il Padre. E finchè non siamo lì persi siamo noi. Gesù ci porta lì, perché non ci perdiamo. Al momento Giuseppe e maria compresero fino a un certo punto. Capirono dopo. Loro sì. Son duemila anni che cerchiamo di capire anche se ultimamente pare esserci più confusione. Certe cose superano le fioche luci della ragione umana, e se non sono custodite devotamente finiscono per essere manipolate e ridotte alla nostra misura, se va bene da educande... Poi Gesù rimase loro sottomesso... Che trio di umili in quella santissima famiglia! Perciò cresceva la grazia e cresceva la sapienza di tutti e tre. Che grande mistero, il quinto mistero della cioia!
Stamattina, tra le prime cose lette c'è stato l'articolo di Pietro C. Subito dopo - "casualmente" - son capitato su un'intervista a don Bux, con questo passaggio:
” Da noi si dice che alla messa bisogna capire tutto [...] quello che conta non è il capire tutto, ma il senso del sacro. Si deve anche a questo se ultimamente tanti giovani da noi si sono avvicinati al Rito romano antico.”
A me pare evidente che se "si capisce tutto", vuol dire che si è totalmente nel dominio della ragione e quindi, inevitabilmente, si arriva alla "riflessione". Se rimane il senso del mistero, è più probabile che si capisca che dev'esserci altro.
PS Pochi giorni fa ho letto un commento sul NO che richiamava il titolo di una canzonetta di qualche anno fa "Fiumi di parole". Ecco, da quando frequento il VO, il NO mi pare proprio un "fiume di parole", indipendentemente dal fatto che venga anche celebrato in modo decente.
PPS Interessante il commento di mic sullo "psichismo"... È un termine che avevo notato da tempo nei commenti di Pietro C. e devo dire che - pur non avendo ancora compreso del tutto il senso di questo concetto - l'ho trovato appropriato in certi commenti a proposito dei movimenti "carismatici". Sarebbe interessante approfondire la cosa.
PPS Interessante il commento di mic sullo "psichismo"... È un termine che avevo notato da tempo nei commenti di Pietro C. e devo dire che - pur non avendo ancora compreso del tutto il senso di questo concetto - l'ho trovato appropriato in certi commenti a proposito dei movimenti "carismatici". Sarebbe interessante approfondire la cosa.
Caro Fabrizio, così, in soldoni e in larga massima, direi che per 'psichismo' penso possiamo intendere l'insieme dei fenomeni che riguardano la sfera psichica, cioè dell'anima e dei sentimenti che vi si manifestano. Ma la nostra triplice conformazione (corpo-anima-spirito) non è a compartimenti stagni e, dunque, si tratta di strutture sempre e comunque influenzabili reciprocamente e dipende dal grado di maturità e consapevolezza saperne discernere e governare (è questo il nostro compito) manifestazioni e sfumature nonché provenienza. Quanto ai gruppi carismatici, secondo la mia esperienza, privilegiano l'aspetto sentimentale, immediatamente coinvolgente ed esaltante ma che agisce a livello superficiale e momentaneo e non lascia trasformazioni profonde. Diversa infatti è la gioia intima e profonda, sobria e pacificante che si accompagna alla gratitudine per una verità compresa e accolta che si imprime indelebilmente nel nostro cuore (il luogo delle decisioni ultime in cui risiede la nostra verità intimamente legata alla Verità), dall'allegria di momenti esaltanti che si esauriscono con l'esperienza che li induce (in genere canti, balli, invocazioni ripetitive) e creano dipendenza sia dalla manifestazione che li induce che dal contesto in cui si producono. Ed è evidente come inducano 'fuori di sé', mentre in interiore homine habitat veritas come ci insegna S. Agostino....
Comunque lo 'psichismo' di Pietro C., che sopra ho semplicemente identificato con la sfera psichica (la degenerazione è lo 'psicologismo'), mi pare venga fatto coincidere con l'intellettualismo, la concettualizzazione accentuati a discapito della spiritualità legata all'azione dello Spirito Santo. E' vero che l'Occidente privilegia la ragione e la speculazione rispetto all'Oriente più mistico e legato ad una spiritualità 'afatica' nel senso di inesprimibile a parole. Ma non dimentichiamo che il Padre genera il Logos ed è attraverso la loro intima e totale corrispondenza che si manifesta e compie lo Spirito e la sua azione. E la mistica non è prerogativa esclusiva dell'Oriente. Del resto la spiritualità autentica produce o recupera equilibrio. Quindi sia il razionalismo (che è la degenerazione o l'eccesso dell'uso della Ragione) che lo spiritualismo (che, all'opposto, è l'inveramento di una spiritualità disincarnata) sono certamente evitati se si vive una vita di fede autentica ancorata innanzitutto alla Verità, che è una Persona vivente, non un concetto né puro Spirito...
tu mi scrivi: "... non posso far a meno di notare nell'insieme del suo scritto la secolare polemica degli ortodossi che ci accusano di psichismo e intellettualismo a scapito dello spiritualismo".
Cerco di farmi capire: se siamo dinnanzi al funzionamento di un motore, esistono delle leggi "meccaniche" con le quali il motore funziona o non funziona al di là di quel che ne teorizzino gli ingegneri. A me non interessa pormi in polemiche confessionali (come si vede di rado compaiono nel mio blog che semmai sottolinea la tradizione antica e comune). A me interessa capire come funziona il "motore" spirituale per cercare di non giungere nell'Al di là a mani vuote. E, siccome siamo uomini, abbiamo una reazione dinnanzi agli avvenimenti che ci accomuna tutti, un po' come se si mettesse la benzina in qualsiasi motore e questo poi si avviasse. La riflessione, intesa come meditazione, è il nostro motorino di avviamento, se posso usare questo esempio. Ma quando il motore è in funzione, il motorino di avviamento non serve più. Quando lo Sposo entra nella casa, inizia la festa e terminano le preoccupazioni per i preparativi. Ma se ci sono ancora le preoccupazioni per i preparativi, possiamo dire che lo Sposo è arrivato? E' questo il punto. Io sono chiaro e penso che no, non è arrivato nulla. Qui non si tratta di dire che l'Occidente è razionale (meglio razionalista) e l'Oriente è spiritualista (meglio spirituale). Non ha molto senso anche perché lo stesso Oriente oramai sta progressivamente lasciando la sua tradizione spirituale e sta decadendo. Si tratta di capire le leggi dello spirito uguali per tutti che, nella misura in cui ci è consentito, ci manifestano in quale stadio siamo. A questo punto o lo si accetta o lo si rifiuta. Ma non ci si nascondere dicendo che "l'Oriente è contro l'Occidente" o che (questo mi fa proprio ridere!) "gli ortodossi odiano il papa"...
A proposito dell'episodo della Femen e molto altro. Fin che accadono questi fatti e ci sono queste persone, vuol dire che abbiamo molto lavoro da svolgere. E molti guasti da riparare. Con la Croce, con la preghiera, con l'esempio: il tutto concretamente, non solo con parole più o meno belle. Signore, aumenta la nostra fede!
Sempre molto interessanti gli spunti di Pietro C. e la disputa (sanamente intesa) con Mic.
Personalmente mi ritrovo al 100% nel riscontrare, nella gran parte delle comunità cattoliche, una "maleducazione" (ovvero una scarsità di cura pastorale) dovuta a una distorta proposta cristiana, che poi inevitabilmente si palesa nella prassi.
Oggi una ventina di minuti prima della Santa Messa cercavo inutilmente di raccogliermi in preghiera, dato che i membri del coro, che sopraggiungevano alla spicciolata, chiacchieravano tra di loro sotto i microfoni accesi e dunque attivi sopra le loro teste. Parroco presente, senza alcun fastidio. Ne è seguita una celebrazione più che dignitosa, di quelle che oggi molti invidierebbero, ma purtroppo poco più che un'ottima esibizione tecnica di canto al netto dalla fede di ogni singolo corista, che è nota a Dio solo.
Le nostre Sante Messe, anche quando ci sono gli organi, gli incensieri e molto decoro liturgico, scontano un flebile senso di sacro dato dall'inadeguatezza con cui ciascuno, personalmente, si rapporta con la Presenza Reale di Dio. Più che altro si è portati a "spiegarla", lasciandosi catturare da bei ragionamenti e valori ad essi associati, comprese le soddisfazioni psicologiche date da questo o quel particolare curato. E anche quando si invita al silenzio e alla contemplazione essi sono spazzati via al massimo in un paio di minuti (un attimo...) dato che il coro o qualcun altro deve riempire quello spazio del proprio contributo di partecipazione. E' un po'come se, se non ci fossimo noi, non ci fosse niente.
Pietro C. parla di "fenomeni di tipo spirituale" e credo di sapere che cosa siano, anche se si è sempre portati a inondare Gesù di parole, non diminuendo affatto perchè Lui cresca, e non facendo il silenzio necessario per ascoltare Dio. Proprio come quei momenti, essenziale e fondamentali per vivere, in cui non si ragiona affatto, ma succedono e ci sei dentro. Evidentemente avevi ragionato prima, per arrivare lì, ma lì non c'è ragionamento da fare. L'evento dell'incontro sacramentale con il Signore è uno spazio sacro, in cui io taccio. E meno taccio e più "rifletto", finisco con il non essere trasparente alla vera Luce.
Concordo con Pietro C.: asceti e mistici asseriscono che nel momento in cui la grazia sfolgora nell'uomo, qualsiasi pensiero o riflessione come pure la preghiera cessano e rimane la contemplazione di un evento indicibile ed interiore al contempo. Grazie a Dio. E tutto ciò che è psichico, anche religiosamente inteso, non è affatto spirituale.
Prenderei per buono il buono di questo dato di fatto, senza scadere in polemiche tra cattolici e ortodossi. Il guaio è che molto cristianesimo (anche in oriente) sta scontando (persino combattendole) la presenza delle tossine luterane.
grazie per la risposta ma quando scrivo non rispondo solo a te (vedasi l'appunto polemico su chi dice che "gli ortodossi odiano il papa"). No, non sono d'accordo. Ad un meccanico non interessa sapere le "accentuazioni" di una teoria meccanica, interessa sapere se il motore va o non va, se c'è benzina e allora gira o se non ce n'è e allora è fermo. La riflessione, intesa come meditazione, non trova il suo posto nella Comunione perché se l'assunzione del Sacramento è l'incontro fattuale con la grazia, questo stesso fatto ci pone dinnanzi ad una Alterità che ci chiama ad uscire da una riflessione che ci chiude in noi stessi. Se io ti chiamo, per fare un esempio lampante, e tu sei sopra pensiero è logico che esci dai tuoi pensieri e mi consideri altrimenti non mi hai neanche visto oppure semplicemente non ci sono! Qui non si tratta di accentuazioni orientali e occidentali ma di pratica e, in realtà, questo è il comune Cristianesimo antico.
Riguardo allo "psichismo" la risposta è presto detta: ognuno di noi ha una vita psichica che può essere illuminata o meno dalla grazia. Ma la grazia è una forza che ci illumina interiormente portandoci ad un livello cosiddetto spirituale. "Di te avevo sentito parlare, ora i miei occhi ti contemplano", si scrive pressapoco nell'Antico Testamento. Il primo livello è psichico ("di te avevo sentito parlare") il secondo è spirituale ("Ora i miei occhi ti contemplano"). Il fine della Chiesa è portare dal primo livello (che anche gli atei hanno) al secondo, altrimenti ha fallito il suo scopo primario.
Qui non si tratta di dire che l'Occidente è razionale (meglio razionalista) e l'Oriente è spiritualista (meglio spirituale). Non ha molto senso anche perché lo stesso Oriente oramai sta progressivamente lasciando la sua tradizione spirituale e sta decadendo. Si tratta di capire le leggi dello spirito uguali per tutti che, nella misura in cui ci è consentito, ci manifestano in quale stadio siamo.
Non ho detto che si tratti di una dicotomia fatta di opposti, ma ho focalizzato l'accentuazione diversificata di due diverse tendenze.
A questo punto o lo si accetta o lo si rifiuta. Ma non ci si nascondere dicendo che "l'Oriente è contro l'Occidente" o che (questo mi fa proprio ridere!) "gli ortodossi odiano il papa"...
Buon Natale a tutti !
RispondiElimina«Il Natale non è soltanto il racconto di ciò che è stato; è percezione di ciò che è. Non è soltanto percezione di un episodio circoscritto e databile; è assaporamento di un’attualità perenne e universalmente efficace, è esultanza per una ricchezza che ci viene donata. Basterebbe a convincercene l’annotazione che il Natale in fondo è un compleanno. Ora i compleanni si fanno per gli uomini vivi. Per i morti – anche se sono grandissimi e famosissimi – si ricordano al massimo i centenari. Dunque celebrare il Natale ogni anno vuol dire esprimere la certezza che Gesù di Nazareth – quel bambino nato duemila anni fa in una stalla – è una persona viva: è veramente, realmente, fisicamente vivo; è ancora principio per noi di salvezza; è ancora il centro di ogni nostra esistenza e della storia intera».
Card. Giacomo Biffi
Buon Natale, cara Maria!
RispondiEliminaAnt. Génuit puerpera * Regem, cui nomen ætérnum, et gaudia matris habens cum virginitátis honore: nec primam similem visa est, nec habere sequéntem, allelúia.
RispondiEliminaAnt. Una giovane madre * ha dato alla luce il Re, il cui nome è eterno, unendo alle gioie della maternità l'onore della verginità né prima né dopo se n'è vista a lei simile, alleluia.
Le tenebre non possono andare d'accordo con la luce.
RispondiEliminaQuando la luce c'è, le tenebre cessano di esistere.
Le tenebre sono, alla radice, assenza di luce.
Una luminosa famigliola in viaggio da Nazaret a Betlemme non trova alloggio nelle tenebre.
Non è una questione di migranti, più o meno clandestini (Giuseppe era proprio di Betlemme).
E' una faccenda di luce e di tenebre.
Perché le tenebre trovino un alloggio alla luce, esse debbono convertirsi ad essere luce.
Insomma: rinneghino se stesse e seguano Lui, la luce.
Il passaggio non è da un tal diritto a uno ius soli, da sans papier ad avec le papier.
Il passaggio sta nel rinunciare ad essere tenebra, accogliendo la Luce di Cristo.
A dire sì a Dio come Maria. A dire sì a Maria come Giuseppe.
Com'è meschino un Natale con il cuore che si limita al ritornello dei regni del mondo.
Non allarga affatto il cuore a un Regno superiore, al Re dei Re, a fare spazio a Lui.
Non sta in preghiera, nell'attesa, dilatando il desiderio di Cielo, facendo spazio a Dio.
Non vuota la casa di tutto il pattume con cui l'ha riempita, trafficando mondo e tenebra.
Inevitabilmente lì non c'è accoglienza alla Luce del mondo. Men che meno con la croce.
E chi, come un disco rotto, parla della Sacra Famiglia come di migranti finiti lì per caso, dimentica che lì c'era un appuntamento profetizzato da secoli, che avrebbe cambiato la storia. C'era un censimento del potere mondano ad esigere e la Volontà di Dio a obbligare.
C'è tanta tenebra anche nelle predicazioni vuote, prive di Vera luce, solo i riflettori.
Non è l'occhio di bue della ribalta a scacciare le tenebre, anzi... Quella è luce falsa.
E' quel tipo di luce prodotta dall'uomo illuso di non essere più tenebra a se stesso.
A Natale i pastori vedono una luce diversa.
E' la luce del Sì di Maria a Dio. Del Sì di Giuseppe a lei, vergine e madre.
Gesù viene deposto in una mangiatoia: Gesù si palesa cibo fin dalla nascita.
Vero cibo e vera bevanda! Gesù viene al mondo in un luogo per animali, dato che nei luoghi dell'uomo non c'era posto. Siamo tutti un po' meno umani, senza Cristo. Lui lo sa e viene a recuperarci partendo da una stalla. Sapremo capirlo per far spazio alla Sua luce nelle nostre tenebre, o faremo solo luce con le fotoelettriche della Protezione Civile a qualche tendopoli, pensando così di essere sale della terra... ma quello è sale senza sapore, anche se alza lo stesso lo pressione e brucia sulle ferite del peccato, senza però risanarle.
RispondiEliminaBuon e santo Natale a tutti!
E stasera andrò a rileggermi alcune delle omelie natalizie di Benedetto XVI per ritrovare quell`altezza e quella profondità spirituali che nutrono un`anima assetata che non ha bisogno di un "discorso (=omelia) politico" il giorno in cui si festeggia e si celebra la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ancora Santo Natale a tutt!
Venite adoremus... che le nostre opere possano brillare di quella fede nella quale chiediamo di essere confermati
RispondiEliminaPio XII, papa dal 1939 al 1958
RispondiEliminaEnciclica "Mystici corporis"
E il Verbo si è fatto carne
Il Figlio Unigenito di Dio, già prima dell’inizio del mondo, con la sua eterna infinita conoscenza e con un amore perpetuo, ci ha stretti a se. E perché potesse manifestare tale amore in modo ammirabile e del tutto visibile, congiunse a sé la nostra natura nell’unione ipostatica donde avviene che "in Cristo la nostra carne ami noi", come, con candida semplicità, osserva Massimo di Torino (Serm. XXIX; Migne, PL, LVII, 594).
In verità, questa amantissima conoscenza, con la quale il divin Redentore ci ha seguiti sin dal primo istante della sua Incarnazione, supera ogni capacità della mente umana, giacché, per quella visione beatifica di cui godeva sin dal momento in cui fu ricevuto nel seno della Madre divina, egli ha costantemente e perfettamente presenti tutte le membra del corpo mistico e le abbraccia col suo salvifico amore.
O ammirabile degnazione della divina pietà verso di noi; o inestimabile ordine dell’immensa carità! Nel presepio, sulla croce, nella gloria eterna del Padre, Cristo ha presenti e congiunte a sé tutti le membra della Chiesa in modo molto più chiaro e più amorevole di quello con cui una madre guarda il suo figlio e se lo stringe al seno, e con cui un uomo conosce ed ama se stesso.
Per la prima volta .....per la prima volta .....dopo tanto tempo , nella Messa NO il Sacerdote ha chiesto di inginocchiarsi all'Incarnatus est ( solo io continuavo a farlo ) .....e....per la prima volta ..... dopo tanto tempo ....c'era solo lui a dare la Comunione . Alleluja ! Non c'era l'abuso dei ministranti !
RispondiEliminaE poco dopo e' arrivato un altro Sacerdote ad aiutarlo .
Alleluja ! Speriamo sia l'inizio della restaurazione . Spero tanto di poter ripartecipare al VO che a causa dei Vescovi disubbidienti mi e' negato .
Grazie Maria,
RispondiEliminaSanto Natale a te e a tutta la famiglia di Chiesa e postconcilio.
Antonio (Napoli)
Tanti auguri di un Santo Natale a tutti voi e alle vostre famiglie!
RispondiEliminaGesù bambino ci dia la sua pace e ci liberi dai falsari. Buon Natale.
RispondiEliminaPapa Ratzinger aveva il coraggio di criticare la mondializzazione e lo sradicamento capitalistico. Papa Francesco – ci spiace ricordarlo – sta sempre più mettendosi al loro servizio. Così nel discorso di oggi, vera e propria omelia per lo ius soli: “Maria e Giuseppe, per i quali non c’era posto, sono i primi ad abbracciare colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza”. Legge del cuore (Hegel) e batticuore per l’umanità (ancora Hegel) non servono a nulla, senza considerare gli obiettivi rapporti di forza: i quali ci dicono che dare la cittadinanza a tutti è il primo passo per annichilire il concetto di cittadinanza e renderci tutti schiavi apolidi e migranti. La mondializzazione non vuole rendere cittadino chi ancora non lo è. Vuole rendere non-cittadino chi ancora lo è. Questo il punto. Insomma, l’omelia di Francesco, stavolta, sembra ispirarsi a Soros più che a Cristo.
RispondiElimina(Diego Fusaro)
Quella degli immigrati è un'ossessione. Persino nell'omielia di Natale. Ma Maria e Giuseppe non erano profughi!
Un santo Natale del Signore Gesù a tutti!
RispondiEliminaMa anche un avvertimento (lo so, è Natale: però soprattutto in questo momento bisogna ricordarlo) a tutti coloro che, nella Chiesa e fuori della Chiesa, Lo osteggiano: modernisti, massoni, pseudogiudei, mondialisti e compagnia cantante.
"Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
«Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami».
Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore.
Egli parla loro con ira, li spaventa nel suo sdegno:
«Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte».
Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai».
E ora, sovrani, siate saggi, istruitevi, giudici della terra; servite Dio con timore e con tremore esultate; che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia."
(Salmo 1)
Lapsus 'tastierae': è il Salmo secondo...
RispondiEliminaFelice Natale a tutti voi, in primis a Maria con un GRAZIE grande come una casa...
RispondiEliminaVeramente una fredda relazione politica l'omelia di quest'oggi del papa. Ma ancora una volta la sciatteria con cui ha recitato la formula della benedizione "urbi et orbi" con il clamoroso errore finale della coniugazione! Mai tanto in basso. Dio mi perdoni. Buon Natale a tutti.
RispondiEliminaDeclinazione...scusate
RispondiEliminaNon è esatto. Ha incominciato con benedictio Dei omnipotentis ecc. (al genitivo) e avrebbe dovuto continuare col verbo, invece ha creduto di aver detto Benedicat vos omnipotens Deus etc. e quindi si è fermato, senza aver completato la benedizione.
EliminaAuguri di santo Natale!
RispondiEliminaMirabile questo articolo, questa foto della Chiesa bergogliana, col suo presepe filoimmigrazionista e filosodomita di piazza San Pietro, coi suoi tratti distintivi messi così bene in evidenza. Sembra un quadro rinascimentale a tinte forti, un'immagine in 3D, tanto è realistica e calzante alla perfezione con lo status del clero attuale, dal vertice alla base. Ecco il link :
RispondiEliminahttp://opportuneimportune.blogspot.it/2017/12/quia-non-est-eis-locus-in-diversorio.html
@ Anonimo Alleluja ! : sembra che lei abbia partecipato alla mia stessa messa di Natale, ma vedo dall'orario del suo post che così non è stato (io infatti ho preso Messa alle 11.00). Quello che lei riporta è successo anche nella mia messa: richiesta del sacerdote di inginocchiarsi all' Incarnatus, Comunione distribuita da soli sacerdoti (il celebrante ed un giovane sacerdote suo aiutante); in più, aggiungo che la celebrazione è stata fatta all'Altar Maggiore, "versus Deo", e non "versus populo", il Pater Noster è stato cantato in latino (altre parti anch'esse cantate, anche se in italiano) e l'omelia non faceva una grinza, cattolica al 100%. Una ventata d'aria fresca, in quest'atmosfera mefitica che pervade tutta la Chiesa bergogliana.
RispondiEliminaMa cos' è accaduto oggi in piazza San Pietro? Una pazza si è avventata sul presepe fiondandosi sul Bambinello.....frasi sconnesse urlate e la polizia e la gendarmeria che la bloccano....mah!
RispondiEliminaGrazie Maria Santo Natale a te e ai tuoi cari e a tutta la comunità di Chiesa e Post Concilio.
RispondiEliminaUn Santo Natale alla sig.ra Maria e a tutti i commentatori.
RispondiEliminaNo comment:
RispondiEliminahttp://roma.corriere.it/foto-gallery/cronaca/17_dicembre_25/vaticano-blitz-femen-san-pietro-attivista-cerca-prendere-bambinello-f73c210e-e988-11e7-b7e1-e480fb339dc4.shtml
No comment:
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/cronache/natale-presepe-dissacrato-cos-litalia-uccide-tradizione-1477216.html
Nel discorso Urbi et orbi il papa condanna il "modello di sviluppo ormai superato" (così nella trascrizione di vaticannews.va). Quindi è inutile condannare le ingiustizie del capitalismo e il riformismo è inutile se non criminale: è il modello che va "liquidato". Lenin non diceva diversamente. Antonio da Roma.
RispondiEliminaBuon Natale, con una riflessione su un particolare della messa papale di mezzanotte.
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.it/2017/12/pressapochismo-o-ignoranza-religiosa.html
Grazie per l'attenzione.
Ormai siete come una famiglia, un riferimento giornaliero di fratelli e sorelle in Cristo, con una fede ancora integra, nonostante i nostri peccati.
RispondiEliminaAnche se ormai è Santo Stefano, tanti auguri di cuore, veramente sinceri, a tutti voi, che mi arricchite e consolate i Vostri interventi quotidiani.
Anche se devo dire che, in questo momento drammatico pet la nostra fede, in cui siamo come degli extraterrestri, non mi sono mai sentito così bene e vicino al Signore.
Un augurio speciale e sincero a Maria, che Gesù Bambino la benedica per tutti gli sforzi che questo blog comporta.
Trilussa "Er Presepio"
RispondiEliminaVe ringrazio de core, brava gente,
pé 'sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
si de st'amore non capite gnente...
Pé st'amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare 'na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l'amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Trilussa
E intanto "grazie" ad una femen il """presepe""" vaticano è passato nei giornali televisivi e nei media cartacei mettendo sotto gli occhi del mondo l`ultimo exploit del nuovo corso, della "chiesa della misericordia" detta anche "chiesa di Francesco", una chiesa e un presepe a immagine e somiglianza del papa argentino.
RispondiEliminaE l`ignudo palestrato non è passato inosservato...
Piccola notazione sull'articolo segnalato da Pietro C.
RispondiEliminaSono completamente d'accordo con lui sull'osservazione che riguarda il messaggio passato al grande pubblico attraverso le parole del cronista (probabilmente un sacerdote): “Anche dopo aver ricevuto la santa comunione siamo invitati a rispettare alcuni minuti di silenzio per far posto alla riflessione, alla preghiera personale...”
Dice Pietro C.
La comunione sacramentale è giustamente l'incontro con la grazia divina. Ciò è confessato unanimemente sia in Oriente che in Occidente. Ma se è un incontro reale, succedono determinati fenomeni di tipo spirituale, non di tipo psicologico, poiché anche se la psicologia umana è illuminata dalla grazia, la luce sentita interiormente è spirituale.
Se sono d'accordo con lui sul contenuto dell'esortazione che non accenna minimamente all'adorazione, che è l'atto proprio del momento sacro e solenne dell'incontro col Signore realmente presente nelle Sacre Specie, non posso far a meno di notare nell'insieme del suo scritto la secolare polemica degli ortodossi che ci accusano di psichismo e intellettualismo a scapito dello spiritualismo.
L'incontro è con la Persona del Signore e la grazia divina (che è l'azione del Suo Spirito) è l'effetto che ne scaturisce.
Dunque, in conclusione, se è vero che viviamo in un tempo di desacralizzazione deformazione e banalizzazione della nostra fede (e l'esortazione del cronista lo dimostra), è altrettanto vero che dall'adorazione e dalla grazia dell'incontro scaturiscono effetti soprannaturali non sempre e immediatamente percepibili che si scrivono indelebilmente nello spirito e operano in noi la trasformazione secondo la volontà del Padre. Ma non è detto che, a volte, e a seconda dei momenti della nostra vita e della nostra maturità spirituale, non ci sia anche un effetto a livello psichico e quindi sensibile, riconducibile alla consolazione o alla desolazione di cui parla S. Ignazio, che non sempre va respinto perché non sempre è una distrazione e può essere una ispirazione, una risposta, una esortazione di cui abbiamo bisogno o che attendiamo. E in effetti, se capita, si torna subito all'adorazione. Ma di ciò che è ineffabile è meglio tacere e chiuderla qui...
D'accordo dunque sull'osservazione, ma non sull'uso strumentale in chiave ortodossa che ne viene fatto.
Ieri abbiamo recitato il Santo Rosario davanti al presepe.
RispondiEliminaAl termine mia moglie ha esternato un pensiero sul quinto mistero della gioia.
Si sa, un genitore è sempre molto coinvolto da certi episodi...
La Sacra Famiglia adempiva fedelmente alle tradizioni religiose, spostandosi per la Legge di Israele (non solo per migrazione, o concerti, o ferie, o trasferte calcistiche...).
Giuseppe e Maria sono fedeli all'essere popolo in cammino verso Dio e educano Gesù a farlo. Viaggiando certi inconvenienti possono capitare.
E poi allora, oltre ai registratori, mancavano anche gli immarcescibili telefonini!
Dopo tre giorni su e giù per la carovana, trovano Gesù tra i dottori al tempio.
Oggi forse qualche mamma si sarebbe fatta un selfie con il figlio e i "divi", un papà intraprendente avrebbe anche potuto osare di far fruttare le conoscenze in qualche affare: loro no. E nemmeno fanno pubbliche piazzate contro il ragazzo, travolti dalle emozioni.
Gesù non è un piccolo discolo, un ribelle contestatore dello status quo.
Gesù è già stato per loro occasione di una specialissima relazione con Dio.
Gesù non lo trovano a tirar sassi alle vetrine, o nell'ufficio informazioni del centro commerciale, al pronto soccorso o al comando dei vigili urbani...
Gesù sta interrogando i dottori della Legge di Dio, stupendoli con le sue argomentazioni.
Gesù non è in fuga o in ricerca, non è nemmeno nel bisogno: sta facendo la volontà di Dio.
Come scrisse Benedetto XVI in "l'infanzia di Gesù", il ragazzo "sta portando a compimento".
Sta crescendo in età e soprattutto in grazia e sapienza.
Sta crescendo il mistero che è in Lui!
E se anche potrebbe ferire Giuseppe (Maria rimprovera Gesù dicendo che "io e tuo padre ti cercavamo"), Gesù dice di sapere che Giuseppe non è il suo papà in senso classico, rivelando anche a loro due (che probabilmente non glielo avevano mai raccontato) di essere un ragazzino tutto speciale. Benedetto XVI annota che Maria lì avrebbe avuto la percezione dell'avvertimento di Simeone, sulla spada che trafiggerà l'anima, il giorno della Presentazione. E sicuramente anche San Giuseppe.
Insomma, dov'era "perso" Gesù? In casa sua, presso il Padre.
E finchè non siamo lì persi siamo noi. Gesù ci porta lì, perché non ci perdiamo.
Al momento Giuseppe e maria compresero fino a un certo punto. Capirono dopo. Loro sì.
Son duemila anni che cerchiamo di capire anche se ultimamente pare esserci più confusione.
Certe cose superano le fioche luci della ragione umana, e se non sono custodite devotamente finiscono per essere manipolate e ridotte alla nostra misura, se va bene da educande...
Poi Gesù rimase loro sottomesso... Che trio di umili in quella santissima famiglia!
Perciò cresceva la grazia e cresceva la sapienza di tutti e tre.
Che grande mistero, il quinto mistero della cioia!
Stamattina, tra le prime cose lette c'è stato l'articolo di Pietro C. Subito dopo - "casualmente" - son capitato su un'intervista a don Bux, con questo passaggio:
RispondiElimina” Da noi si dice che alla messa bisogna capire tutto [...] quello che conta non è il capire tutto, ma il senso del sacro. Si deve anche a questo se ultimamente tanti giovani da noi si sono avvicinati al Rito romano antico.”
A me pare evidente che se "si capisce tutto", vuol dire che si è totalmente nel dominio della ragione e quindi, inevitabilmente, si arriva alla "riflessione". Se rimane il senso del mistero, è più probabile che si capisca che dev'esserci altro.
PS Pochi giorni fa ho letto un commento sul NO che richiamava il titolo di una canzonetta di qualche anno fa "Fiumi di parole". Ecco, da quando frequento il VO, il NO mi pare proprio un "fiume di parole", indipendentemente dal fatto che venga anche celebrato in modo decente.
PPS Interessante il commento di mic sullo "psichismo"... È un termine che avevo notato da tempo nei commenti di Pietro C. e devo dire che - pur non avendo ancora compreso del tutto il senso di questo concetto - l'ho trovato appropriato in certi commenti a proposito dei movimenti "carismatici". Sarebbe interessante approfondire la cosa.
PPS Interessante il commento di mic sullo "psichismo"... È un termine che avevo notato da tempo nei commenti di Pietro C. e devo dire che - pur non avendo ancora compreso del tutto il senso di questo concetto - l'ho trovato appropriato in certi commenti a proposito dei movimenti "carismatici". Sarebbe interessante approfondire la cosa.
RispondiEliminaCaro Fabrizio,
così, in soldoni e in larga massima, direi che per 'psichismo' penso possiamo intendere l'insieme dei fenomeni che riguardano la sfera psichica, cioè dell'anima e dei sentimenti che vi si manifestano. Ma la nostra triplice conformazione (corpo-anima-spirito) non è a compartimenti stagni e, dunque, si tratta di strutture sempre e comunque influenzabili reciprocamente e dipende dal grado di maturità e consapevolezza saperne discernere e governare (è questo il nostro compito) manifestazioni e sfumature nonché provenienza.
Quanto ai gruppi carismatici, secondo la mia esperienza, privilegiano l'aspetto sentimentale, immediatamente coinvolgente ed esaltante ma che agisce a livello superficiale e momentaneo e non lascia trasformazioni profonde. Diversa infatti è la gioia intima e profonda, sobria e pacificante che si accompagna alla gratitudine per una verità compresa e accolta che si imprime indelebilmente nel nostro cuore (il luogo delle decisioni ultime in cui risiede la nostra verità intimamente legata alla Verità), dall'allegria di momenti esaltanti che si esauriscono con l'esperienza che li induce (in genere canti, balli, invocazioni ripetitive) e creano dipendenza sia dalla manifestazione che li induce che dal contesto in cui si producono. Ed è evidente come inducano 'fuori di sé', mentre in interiore homine habitat veritas come ci insegna S. Agostino....
Comunque lo 'psichismo' di Pietro C., che sopra ho semplicemente identificato con la sfera psichica (la degenerazione è lo 'psicologismo'), mi pare venga fatto coincidere con l'intellettualismo, la concettualizzazione accentuati a discapito della spiritualità legata all'azione dello Spirito Santo.
RispondiEliminaE' vero che l'Occidente privilegia la ragione e la speculazione rispetto all'Oriente più mistico e legato ad una spiritualità 'afatica' nel senso di inesprimibile a parole. Ma non dimentichiamo che il Padre genera il Logos ed è attraverso la loro intima e totale corrispondenza che si manifesta e compie lo Spirito e la sua azione. E la mistica non è prerogativa esclusiva dell'Oriente.
Del resto la spiritualità autentica produce o recupera equilibrio. Quindi sia il razionalismo (che è la degenerazione o l'eccesso dell'uso della Ragione) che lo spiritualismo (che, all'opposto, è l'inveramento di una spiritualità disincarnata) sono certamente evitati se si vive una vita di fede autentica ancorata innanzitutto alla Verità, che è una Persona vivente, non un concetto né puro Spirito...
Buon Natale Mic,
RispondiEliminatu mi scrivi:
"... non posso far a meno di notare nell'insieme del suo scritto la secolare polemica degli ortodossi che ci accusano di psichismo e intellettualismo a scapito dello spiritualismo".
Cerco di farmi capire: se siamo dinnanzi al funzionamento di un motore, esistono delle leggi "meccaniche" con le quali il motore funziona o non funziona al di là di quel che ne teorizzino gli ingegneri. A me non interessa pormi in polemiche confessionali (come si vede di rado compaiono nel mio blog che semmai sottolinea la tradizione antica e comune). A me interessa capire come funziona il "motore" spirituale per cercare di non giungere nell'Al di là a mani vuote.
E, siccome siamo uomini, abbiamo una reazione dinnanzi agli avvenimenti che ci accomuna tutti, un po' come se si mettesse la benzina in qualsiasi motore e questo poi si avviasse.
La riflessione, intesa come meditazione, è il nostro motorino di avviamento, se posso usare questo esempio. Ma quando il motore è in funzione, il motorino di avviamento non serve più. Quando lo Sposo entra nella casa, inizia la festa e terminano le preoccupazioni per i preparativi. Ma se ci sono ancora le preoccupazioni per i preparativi, possiamo dire che lo Sposo è arrivato? E' questo il punto. Io sono chiaro e penso che no, non è arrivato nulla.
Qui non si tratta di dire che l'Occidente è razionale (meglio razionalista) e l'Oriente è spiritualista (meglio spirituale). Non ha molto senso anche perché lo stesso Oriente oramai sta progressivamente lasciando la sua tradizione spirituale e sta decadendo. Si tratta di capire le leggi dello spirito uguali per tutti che, nella misura in cui ci è consentito, ci manifestano in quale stadio siamo. A questo punto o lo si accetta o lo si rifiuta. Ma non ci si nascondere dicendo che "l'Oriente è contro l'Occidente" o che (questo mi fa proprio ridere!) "gli ortodossi odiano il papa"...
Cordialissimi saluti!
A proposito dell'episodo della Femen e molto altro.
RispondiEliminaFin che accadono questi fatti e ci sono queste persone, vuol dire che abbiamo molto lavoro da svolgere. E molti guasti da riparare. Con la Croce, con la preghiera, con l'esempio: il tutto concretamente, non solo con parole più o meno belle. Signore, aumenta la nostra fede!
Sempre molto interessanti gli spunti di Pietro C. e la disputa (sanamente intesa) con Mic.
RispondiEliminaPersonalmente mi ritrovo al 100% nel riscontrare, nella gran parte delle comunità cattoliche, una "maleducazione" (ovvero una scarsità di cura pastorale) dovuta a una distorta proposta cristiana, che poi inevitabilmente si palesa nella prassi.
Oggi una ventina di minuti prima della Santa Messa cercavo inutilmente di raccogliermi in preghiera, dato che i membri del coro, che sopraggiungevano alla spicciolata, chiacchieravano tra di loro sotto i microfoni accesi e dunque attivi sopra le loro teste. Parroco presente, senza alcun fastidio. Ne è seguita una celebrazione più che dignitosa, di quelle che oggi molti invidierebbero, ma purtroppo poco più che un'ottima esibizione tecnica di canto al netto dalla fede di ogni singolo corista, che è nota a Dio solo.
Le nostre Sante Messe, anche quando ci sono gli organi, gli incensieri e molto decoro liturgico, scontano un flebile senso di sacro dato dall'inadeguatezza con cui ciascuno, personalmente, si rapporta con la Presenza Reale di Dio. Più che altro si è portati a "spiegarla", lasciandosi catturare da bei ragionamenti e valori ad essi associati, comprese le soddisfazioni psicologiche date da questo o quel particolare curato. E anche quando si invita al silenzio e alla contemplazione essi sono spazzati via al massimo in un paio di minuti (un attimo...) dato che il coro o qualcun altro deve riempire quello spazio del proprio contributo di partecipazione.
E' un po'come se, se non ci fossimo noi, non ci fosse niente.
Pietro C. parla di "fenomeni di tipo spirituale" e credo di sapere che cosa siano, anche se si è sempre portati a inondare Gesù di parole, non diminuendo affatto perchè Lui cresca, e non facendo il silenzio necessario per ascoltare Dio. Proprio come quei momenti, essenziale e fondamentali per vivere, in cui non si ragiona affatto, ma succedono e ci sei dentro. Evidentemente avevi ragionato prima, per arrivare lì, ma lì non c'è ragionamento da fare.
L'evento dell'incontro sacramentale con il Signore è uno spazio sacro, in cui io taccio.
E meno taccio e più "rifletto", finisco con il non essere trasparente alla vera Luce.
Concordo con Pietro C.: asceti e mistici asseriscono che nel momento in cui la grazia sfolgora nell'uomo, qualsiasi pensiero o riflessione come pure la preghiera cessano e rimane la contemplazione di un evento indicibile ed interiore al contempo. Grazie a Dio.
E tutto ciò che è psichico, anche religiosamente inteso, non è affatto spirituale.
Prenderei per buono il buono di questo dato di fatto, senza scadere in polemiche tra cattolici e ortodossi. Il guaio è che molto cristianesimo (anche in oriente) sta scontando (persino combattendole) la presenza delle tossine luterane.
Cara Mic,
RispondiEliminagrazie per la risposta ma quando scrivo non rispondo solo a te (vedasi l'appunto polemico su chi dice che "gli ortodossi odiano il papa").
No, non sono d'accordo. Ad un meccanico non interessa sapere le "accentuazioni" di una teoria meccanica, interessa sapere se il motore va o non va, se c'è benzina e allora gira o se non ce n'è e allora è fermo. La riflessione, intesa come meditazione, non trova il suo posto nella Comunione perché se l'assunzione del Sacramento è l'incontro fattuale con la grazia, questo stesso fatto ci pone dinnanzi ad una Alterità che ci chiama ad uscire da una riflessione che ci chiude in noi stessi.
Se io ti chiamo, per fare un esempio lampante, e tu sei sopra pensiero è logico che esci dai tuoi pensieri e mi consideri altrimenti non mi hai neanche visto oppure semplicemente non ci sono!
Qui non si tratta di accentuazioni orientali e occidentali ma di pratica e, in realtà, questo è il comune Cristianesimo antico.
Riguardo allo "psichismo" la risposta è presto detta: ognuno di noi ha una vita psichica che può essere illuminata o meno dalla grazia. Ma la grazia è una forza che ci illumina interiormente portandoci ad un livello cosiddetto spirituale. "Di te avevo sentito parlare, ora i miei occhi ti contemplano", si scrive pressapoco nell'Antico Testamento. Il primo livello è psichico ("di te avevo sentito parlare") il secondo è spirituale ("Ora i miei occhi ti contemplano"). Il fine della Chiesa è portare dal primo livello (che anche gli atei hanno) al secondo, altrimenti ha fallito il suo scopo primario.
Ancora di cuore buone feste!
Qui non si tratta di dire che l'Occidente è razionale (meglio razionalista) e l'Oriente è spiritualista (meglio spirituale). Non ha molto senso anche perché lo stesso Oriente oramai sta progressivamente lasciando la sua tradizione spirituale e sta decadendo. Si tratta di capire le leggi dello spirito uguali per tutti che, nella misura in cui ci è consentito, ci manifestano in quale stadio siamo.
RispondiEliminaNon ho detto che si tratti di una dicotomia fatta di opposti, ma ho focalizzato l'accentuazione diversificata di due diverse tendenze.
A questo punto o lo si accetta o lo si rifiuta. Ma non ci si nascondere dicendo che "l'Oriente è contro l'Occidente" o che (questo mi fa proprio ridere!) "gli ortodossi odiano il papa"...
Non c'entra con ciò che ho detto io...
Buon Natale e cordialità anche a lei :)