Monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, da pochi mesi Emerito, per tanti anni docente di Filosofia presso l' Università Cattolica, si è fatto la fama di prelato del dissenso. Motivo, le sue esternazioni sugli immigrati, la comunione ai divorziati e la deriva laicista della Chiesa. Ma lui non ci sta a farsi affibbiare questa etichetta. «Tutte le mie parole» spiega «nascono dal fatto che sono ben consapevole della gravità della situazione in cui versa il cattolicesimo odierno e ritengo che per uscire da questa situazione occorra una consapevolezza precisa di ciò che non va; per questo mi premuro di evidenziarlo».
Cos' è che non funziona nella Chiesa, monsignore?
«Sono due secoli che si avverte in Occidente una profonda tendenza antireligiosa, espressione del razionalismo e dell' illuminazione laicista. Tale movimento di pensiero e di azione si sta configurando come pensiero unico dominante, come ha denunciato anche Papa Francesco nei primi momenti del suo pontificato. L' uomo ormai ha una concezione di sé e del suo potere intellettuale, morale, tecnico e scientifico come l' unica misura del mondo e ha costruito una società insensibile alla domanda religiosa».
Siamo a inizio anno e sono appena passate le feste cristiane: che augurio si sente di fare ai fedeli e ai non fedeli per il 2018?
«Mi auguro che la fede torni a investire la società e restituisca agli uomini di oggi il senso profondo dell' esistenza».
È ottimista?
«Non troppo, perché negli ultimi decenni la Chiesa, nonostante gli straordinari magisteri di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, ha imboccato una china che la sta portando ad arrendersi alla forza dilagante dell' anticristianesimo: sta cedendo alla mentalità dominante e si accontenta di rifugiarsi in una sorta di riserve, già imposte in questi secoli a molte altre minoranze religiose e culturali».
Papa Francesco ha denunciato il pensiero unico ma talvolta non ne sembra invece il portabandiera?
«Papa Francesco viene strumentalizzato dal pensiero dominante e la sua denuncia iniziale sta perdendo forza. Ormai c' è una connivenza tra un certo cristianesimo e la società laicista, alla quale la Chiesa sembra ormai incapace di dire dei "no", che sarebbero a mio avviso assolutamente necessari».
Anziché di connivenza, non sarebbe più corretto parlare di un tentativo di intercettare la società laica?
«Per intercettare efficacemente una società come quella in cui viviamo è necessario che investiamo il mondo di una proposta essenziale per tutti gli uomini di questo tempo. La fede non si comunica mediaticamente e quindi non è un problema di strutture o organizzazioni: la fede si comunica da cuore a cuore attraverso la testimonianza. È un evento di grazia, non una notizia da telegiornale».
C' è un problema di testimonianza del Cristo negli uomini di Chiesa?
«Certamente ciò che rende difficoltosa la comunicazione non è l' incoerenza morale: la Chiesa, nella sua storia, si è sempre saputa riprendere dagli scandali morali.
Ma oggi la questione è ben più grave. Attualmente l' incoerenza che affligge la Chiesa è di natura ideale.
Si tende a venire a patti con il secolarismo, per ritagliarsi un posticino e fare del cattolicesimo quasi un elemento di folklore, che non disturbi questa società ateistica».
Come può ritrovare attualità il cattolicesimo e avvicinare anche i non credenti?
«Deve tornare a sporcarsi le mani e vivere nel mondo, dove gli uomini hanno problemi e fatiche, e non deve temere di scontrarsi. Come diceva Jean Guitton, una delle personalità più straordinarie del cattolicesimo mondiale, è la fede a dover giudicare il mondo e non viceversa, come invece avviene oggi.
Il cattolicesimo ha una grande vocazione sociale, che ha la sua radice nell' eucarestia e la sua espressione in una comunità sociale nuova. Oggi molti laici si sperticano in elogi aòl' autorità della Chiesa e dei suoi vertici ma poi li trattano come prodotti del grande magic shop globale e ne utilizzano il pensiero secondo le proprie convenienze».
Perché, a differenza del cattolicesimo, l' islam non è in crisi?
«Perché ha una vocazione politica più che religiosa: l' islam più che una fede è una legge, uno status, sintetizzato dal termine sharia».
Cosa la preoccupa dell' islam?
«A differenza del cristianesimo, che esalta la libertà dell' uomo e la sua irriducibilità, al punto da renderlo partner di Dio nella fede, l' islam non tiene in considerazione la persona. Il musulmano vale solo per il contesto sociale e politico nel quale vive. Non a caso l' islam si diffonde tra i deboli, che hanno bisogno dell' autorità per sentirsi protetti. Un altro aspetto preoccupante è la sua tendenza ad abbattere i valori della civiltà occidentale, primo tra tutti quello della distinzione invalicabile tra politica e religione, più volte sottolineato da Papa Ratzinger e che mi sembra uno degli aspetti migliori della nostra Costituzione. Nell' islam le autorità religiose, che in molti casi fungono anche da autorità civili, amministrano la giustizia nei loro tribunali impartendo fatwe che prevedono anche la pena di morte. Il tutto senza che si veda con chiarezza la base di questa autorità sociale. C' è poi l' aggravio dell' assenza di una interpretazione univoca dei testi religiosi».
Cosa pensa della questione immigrazione?
«L' integrazione deve essere ragionevole e non si possono aprire le porte, come fosse una festa, senza mettere in evidenza i costi economici umani e culturali dell' immigrazione, perché questo significa fare del qualunquismo ideologico. Sono cattolico e pertanto sono per l' accoglienza delle diversità ma essa non può essere senza misure perché altrimenti porta allo schiacciamento e all' eliminazione della nostra società. Non è così che l' Europa cristiana ha, nei secoli integrato i fattori di novità che hanno poi contribuito a fare la sua ricchezza».
Quindi lei dissente sul tema da Bergoglio?
«Il Papa ha la funzione importante e straordinariamente efficace di farci superare la paura del diverso e farci considerare l' apertura come dimensione necessaria della vita cristiana. Ritengo che, come ci ha insegnato in maniera efficace il grande Cardinale Biffi, competa alle istituzioni mettere le condizioni per impedire l' esilio della civiltà cristiana in casa propria».
Non ritiene però che il messaggio non arrivi chiarissimo?
«La Chiesa e i fedeli devono assumersi la responsabilità della difesa del Cristo contro le manipolazioni.
Si torna alla lotta contro l' ideologia dominante della quale ci parlò Benedetto XVI».
Però sono stati anche i preti a mettere i profughi nel presepe.
«Farlo è un errore e una mistificazione. Perfino Cacciari sostiene che la difesa del presepe coincide con la difesa dell' autenticità della proposta cristiana. La storia di Gesù, nato a Betlemme da Maria, è reale e come tale va celebrata, non è un mito da contestualizzare e manipolare come fanno certi "intellettuali". È stata grandiosa la stretta di Papa Francesco in difesa del Natale dal suo snaturamento in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano, come avviene negli asili e nelle scuole dove non si celebra più la Natività come una festa cattolica. C' è stato un andazzo, le scorse settimane, per cui sembrava che stessimo celebrando la festa del migrante anziché la nascita di Cristo».
Com' è possibile che la Chiesa non sappia difendere dalle strumentalizzazioni il messaggio di Francesco?
«Se la cristianità è debole, non è in grado di capire le parole del Papa. Attualmente è diffuso un concetto distorto della solidarietà cattolica, che si preoccupa solo dei problemi sociali da affrontare subito con le soluzioni imposte dalla mentalità dominante, e non dalla nostra identità . Solo se si è forti della propria identità ci si può aprire al prossimo. La Chiesa deve riconvertirsi e riprendere coscienza della propria identità».
Ma che vantaggio avrebbe il pensiero unico a spingere così tanto per l' immigrazione?
«Perché essa porta all' omologazione, che è funzionale alla grande economia mondializzata, tra i cui obiettivi ci sono la riduzione del costo del lavoro attraverso la creazione di una bassa manovalanza di immigrati. Diceva il cardinale Caffarra che la verità è diventata un' opinione, la giustizia è diventata giustizialismo e il bene è diventato benessere».
È pro o contro lo ius soli?
«Sono contrario a che esso diventi un valore indiscutibile da imporre al mondo cristiano senza un' adeguata discussione. La cittadinanza è un bene prezioso per la società, non va concesso».
Cosa risponde a chi accusa Bergoglio di essere comunista?
«Rispondo che non è comunista. È sudamericano, quindi diverso da noi europei, che tendiamo a privilegiare una guida più sinodale e consensuale della Chiesa».
Lei è contrario alla comunione ai divorziati?
«Non può essere data automaticamente, senza una valutazione del singolo caso. Sono contrario alla confusione, per questo gradirei un chiarimento papale. Il cristianesimo non deve essere integralismo né in un senso né nell' altro. Papa Ratzinger ci esortava a creare laici vivi, attivi e intraprendenti».
È ancora convinto che sia stato costretto alle dimissioni?
«Su questo è stato scritto di tutto.
Non intendo contribuire all' incremento della confusione. Ratzinger aveva una presenza umile e grandissima. Riproponeva la fede come cambiamento di vita e questo era inaccettabile per il pensiero unico dominante. In sostanza forse vale la pena di ricordare che il Cristianesimo è un evento di vita, donato dalla Grazia di Cristo e accolto dalla libertà dell' uomo. Nei 15 anni del mio Episcopato ho inteso soltanto servire la rinascita continua dell' avvenimento della fede nel cuore dell' uomo e accompagnare un cammino di immedesimazione profonda nel Mistero della Chiesa e della Sua missione».
Ora si vocifera che si dimetterà anche Bergoglio?
«Non le sembrano già sufficienti due Papi»?.
di Pietro Senaldi - Fonte
Grande ammirazione per mons Negri perchè almeno non è ambiguo ma esprime le sue opinioni con pacifica chiarezza.
RispondiEliminaPerò è inaccettabile lo scambio di battute:
Papa Francesco ha denunciato il pensiero unico ma talvolta non ne sembra invece il portabandiera?
«Papa Francesco viene strumentalizzato dal pensiero dominante e la sua denuncia iniziale sta perdendo forza. Ormai c' è una connivenza tra un certo cristianesimo e la società laicista, alla quale la Chiesa sembra ormai incapace di dire dei "no", che sarebbero a mio avviso assolutamente necessari».
Papa Francesco non è strumentalizzato, e l'ha detto lui stesso nel discorso alla Curia lo scorso Natale.
E poi la connivenza tra certo cristianesimo e società laicista cui si riferiva il Monsignore è lo stesso papa Francesco a volerla e determinarla quando si riferisce a Emma Bonino come la più grande italiana!
I no che mons Negri va cercando in realtà diventano dei "sì" tuonanti provenienti da Santa Marta, dagli Angelus, dai documenti magisteriali come Encicliche e documenti ufficiali come gli Acta (di recente gli Acta hanno fatto discutere) e da tutta una serie di "sì" che sono fatti ed azioni concrete: chi non si genuflette davanti al Santissimo? chi incontra gente che combatte la Chiesa da una vita intera? il Papa! e queste azioni parlano e dicono "sì" quando invece dovrebbero dire "no".
Disse bene Francesco Lamendola: a noi non la racconteranno!!
grazie
RispondiEliminaUn'intervista tutto sommato deludente. Leitmotiv: Papa Francesco non c'entra nulla nella crisi della Chiesa, il suo pensiero sarebbe stato "strumentalizzato".
Sembra di sentire il ritornello dei difensori per principio del Concilio, che secondo loro sarebbe stato "strumentalizzato"...
Z.
c'è scritto: "razionalismo e dell' illuminazione laicista".
RispondiEliminailluminazione?????
come ha denunciato anche Papa Francesco nei primi momenti del suo pontificato.
RispondiEliminaE qui finisce la voglia di leggere.
Ma dove è l'intervista bomba? Nemmeno era un petardo.
RispondiEliminaVeramente molto deludente. Mons. Negri parla di tutto, ma senza dire nulla. Come diceva un commentatore, si cerca di salvare il principio criticando le conseguenze in modo che queste diventino le cause della crisi.
Mi viene alla mente la filosofia della conoscenza di Kant nel dare ai fenomeni la ragione di causa del nostro conoscere, invece di fondarlo nel reale, o in ciò che è. Per esempio, se vediamo che la Chiesa cade a pezzi non dobbiamo cercare l'origine del crollo, perché è il crollo stesso la causa di ciò che vediamo. Se oggi gli adulteri pubblici possono ricevere la Santa Eucaristia, non si deve pensare a una deriva che viene dal modernismo, ma a una interpretazione attuale di un dato di fatto: la mobilità delle coppie.
Si potrebbe scrivere ancora e mi sembra che qui ci sia anche uno spunto per replicare il prof. Borghesi. Dipende da quale punto stai epistemologicamente, se dalla parte del soggetto Chiesa-popolo di Dio o dalla parte dell'oggetto Fede-Rivelazione. Il razionalismo che Borghesi attribuisce ai cosiddetti tradionalisti cade dal momento che per un cattolico le cose da credere non vengono dal suo interno, prevengono invece da Dio che si rivela. Il razionalista, per quanto paradossale possa sembrare, si trova dalla parte de Borghesi, in quanto le cose da credere sono interpretate storicamente dalla persona concreta.
Da sviluppare.
Buona giornata.
OT (ma forse neanche troppo)
RispondiEliminaQuanto valore date a questi 'spifferi'? https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2018/01/08/spifferi-parte-lvii-il-pericolo-dello-scisma-di-fra-cristoforo/
Sono attendibili?
Ed è vero, come si dice nell'articolo, che " tanti Spifferi si sono ormai tristemente realizzati "?
A me ha sempre dato un po' fastidio questo dire senza fornire le fonti... come del resto i vari super ex, Abate Faria, Pezzo Grosso di Tosatti...
Condivido le vostre critiche
RispondiEliminaAccanto a verità indiscutibili, di cui abbiamo fame e sete, mons. Negri continua la difesa d'ufficio del papa, rifiutando di evidenziare la sua responsabilità enorme come causa prima delle brutture da lui esternate.
Facendolo passare quindi per un debole (e non e' vero), che dice cose giuste, come la "grandiosa" stretta sul Natale (?), ma non è in grado di far sentire la sua voce e frenare la strumentalizzazione delle sue parole.
Tra l'altro Negri dice:
"La Chiesa e i fedeli devono assumersi la responsabilità della difesa del Cristo contro le manipolazioni"
Mi verrebbe da chiedergli:
"e perché non lo ha fatto Lei, eminenza, quando era in carica?
È vero che, rispetto ad altri, Lei ha avuto perlomeno il coraggio di parlare anche prima della "pensione", ma noi fedeli, senza pastori, non possiamo fare più di tanto, se non sollecitarvi a iniziative ben più decise.
In altri termini, mi scusi la franchezza, ma non abbiamo buoni esempi da seguire nel clero!"
Epiphanio mi ha "rubato" le parole. Stavo per dire che mi sembrava più un trova tric-trac piuttosto che una bomba. È una acritica difesa di Bergoglio dall'inizio alla fine.
RispondiEliminaLa solita storia del povero papa incompreso e manipolato.
Francamente non se ne può più,basta.
Vogliono parlare ma non hanno mai il coraggio di farlo fino in fondo.
Del resto Mons. Negri ha sempre difeso il Vaticano II e i vari papi che da allora si sono succeduti.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Antonio
I cortigiani dei piu' grandi despoti della storia avevano piu' coraggio davanti al loro signore dei cardinali,vescovi e sacerdoti dinanzi al papa! E pensare che il color rosso dei cardinali ricorda l'effusionis sanguinis a difesa della verita'!
RispondiElimina
RispondiElimina"A me ha sempre dato un po' fastidio questo dire senza fornire le fonti... come del resto i vari super ex, Abate Faria, Pezzo Grosso di Tosatti..."
Per "anonimi della croce" non saprei visto che lo stesso "fra Cristoforo" è anonimo, fiducia assoluta invece in Tosatti che non metterebbe in gioco la sua reputazione, credibilità e serietà inventando personaggi fasulli che darebbero notizie altrettanto fasulle, ma è vero che personalmente, anche se immagino che quell`anonimato è giustificato dalla paura dele sanzioni, non apprezzo l`anonimato e ho molta più considerazione per chi ci mette volto e nome pur sapendo i rischi che corre, se poi quelle persone, quelle "fonti anonime ", là dove si trovano hanno un comportamento coerente con la loro coscienza e contribuiscono in modo intelligente (e prudente) alla presa di coscienza di chi li circonda, allora forse quell`anonimato ha un`utilità.
Aggiungo che l`intervista di Mons. Negri non mi sembra una dinamite, anche se dice cose che non sentiamo più dalla bocca di un membro della gerarchia cattolica, resta quella precauzione che consiste a sempre e comunque "assolvere" Jorge Bergoglio il cui messaggio sarebbe solo strumentalizzato, manipolato, e se i cristiani non sono in grado di capire le parole del Papa sarebbe a causa di quella manipolazione...
È vero che, rispetto ad altri, Lei ha avuto perlomeno il coraggio di parlare anche prima della "pensione", ma noi fedeli, senza pastori, non possiamo fare più di tanto, se non sollecitarvi a iniziative ben più decise.
RispondiEliminaIn altri termini, mi scusi la franchezza, ma non abbiamo buoni esempi da seguire nel clero!"
Qualcuno c'è ma è considerato fuori dalla Chiesa "ufficiale".
È vero che il messaggio di Jorge Bergoglio è strumentalizzato ma lo è dai suoi adoratori che sono nemici della nostra fede e della Chiesa e che non inventano nulla ma riportano le sue parole, i nemici sono anche dentro la Chiesa, Bergoglio è stato eretto da costoro a leader religioso e morale del pianeta, se o quando il papa argentino dice cose non in linea col pensiero dominante il silenzio è di rigore, le sue parole sono ignorate.
RispondiEliminaAnche il Magistero e gli interventi di Benedetto XVI erano strumentalizzati ma lo erano gettando lui e la Chiesa nel fango, basta pensare alla sua difesa della famiglia, della vita, agli oramai defunti "valori non negoziabili", alla sua "riforma della riforma" ostacolata e poi bloccata, alla sua decisione di fare del Santo Curato d`Ars il protettore dei sacerdoti, annullata all`ultimissimo momento e derisa dai media, alla sua battaglia contro la pedofilia nella Chiesa che riempiva le pagine dei media per vomitare sulla Chiesa, mentre oggi, guarda caso, quegli scandali non fanno più i titoloni dei media...
Che poi il fatto innegabile che i nemici della Chiesa siano fra i migliori amici del papa non disurbi il sonno e la coscienza di chi ne ha ancora una, e cattolica, è una delle tante cose strane di questo pontificato.
Mons Negri ha difeso la Chiesa facendo BENE il Vescovo e riportando molti preti a fare i preti: per esempio a ricominciare la Confessione, poichè NON era vero che "il peccato non c'é più". Ha fatto bene il suo "lavoro" di vescovo anche curando pastoralmente i suoi parrocchiani attraverso, tra l'altro, la partecipazione a pubblici dibattiti utili per orientare in modo sano il Popolo di Dio. Ha fatto bene il suo "lavoro" di vescovo scrivendo ottimi libri di apologetica. Senza il "lavoro" ben fatto di mons Negri come vescovo forse io non mi sarei convertita.Criticare sempre e comunque può essere gratificante, ma è più che inutile, è dannoso.
RispondiEliminaLa Samaritana, è vero che criticare sempre e comunque è sbagliato.
RispondiEliminaQuindi vorrei precisare meglio quello che intendevo, anche perchè spesso non c'è il tempo.
Non ho criticato in toto Mons. Negri, ho dato atto che ha detto cose giusti di cui abbiamo fame e sete e sono sinceramente contento che sia sia convertita grazie a lui, dai frutti si riconosce l'albero.
Ma è qualche anno che, persino tra i migliori, come appunto mons. Negri, si è diffusa questa abitudine a giustificare il povero papa che è manipolato e che non ha la forza di frenare queste manipolazioni.
Questa è semplicemente menzogna che non vorremmo sentire da bravi vescovi come appunto mons. Negri, perchè fanno passare in secondo piano le cose giuste che lo stesso Negri invece dice e ha detto.
Il papa ha grande forza quando si tratta di far sentire la sua voce su temi cari al mondo, ai media, alla stampa, agli scrittori, ai politici e molta debolezza quando prende, molto sporadicamente, posizioni cattoliche in linea con il magistero perenne, che sa essere "divisive".
Sul papa sarebbe stato meglio un silenzio a conferma delle giuste affemrazioni.
Un silenzio suo, non di noi piccoli, che invece dobbiamo parlare e dire le verità scomode.
Capisco e ho sempre difeso la prudenza in generale e dell'alto clero in particolare per la difficile posizione di un conflitto interno molto grave.
Capisco che devono obbedienza al papa e ai superiori, ma sino a un paio di anni fa.
Ora siamo al dramma di sapore apocalittico, segni terribili si vedono, un'ondata che sembra inarrestabile, dall'esternoe dall'interno.
E ciò anche se la responsabilità non è tutta di Bergoglio e la vera causa sono alcune aperture del CVII e di quello "spirito del Concilio" successivo che ha infettato anche papi predecessori, comunque di gran lunga migliori dell'attuale
E' un grande tabù che nessuno vuole affrontare e che mi piacerebbe vedere affrontato proprio da bravi vescovi come Negri.
E' un grande tabù che nessuno vuole affrontare e che mi piacerebbe vedere affrontato proprio da bravi vescovi come Negri.
RispondiEliminaGli ultimi due commenti sono notevoli perché esprimono due verità, che messe insieme costituiscono una contraddizione: non si può negare che Negri non si esponga (in Italia si è esposto praticamente su tutto, inclusa l'ultima firma al documento kazako, mentre qualche altro raro vescovo si espone sono su alcune cose); d'altro canto c'è questo "tabù".
Penso che le spiegazioni possibili (non solo su Negri, in generale) siano due. Una è semplice, ed è tattica: se attacchi il CVII ti metti nella schiera dei lebbrosi, con il rischio che anche quella parte di fedeli che ora ti segue potrebbe non seguirti più. Questo è un nocciolo del problema: se le tattiche siano valide, o se si scada nel tatticismo. Non so sciogliere la questione, però c'è una cosa da dire: se singoli vescovi percorrono questa strada, è facile cecchinarli uno ad uno. Pertanto è necessario che si mettano prima d'accordo in un certo numero e poi si pronuncino tutti contemporaneamente.
Evidentemente questo numero non c'è, il che mi porta alla seconda considerazione.
Scusate se scomodo l'epistemologia, che ha a che fare con la scienza, ma la prendo come analogia. In soldoni: l'epistemologia di Popper dice una verità, cioè che una teoria scientifica, anche già convalidata (qui per esteso fatemi dire una visione del mondo), può essere falsificata da una singola osservazione contraria. Epistemologi successivi (p.es. Kuhn, Lakatos) fanno presente che esistono dinamiche umane: gli scienziati che sono nati e vissuti nell'epoca in cui quella teoria era in auge mostrano grandi resistenze a criticarla, anche dinnanzi all'evidenza; e tendono quindi a gestire le osservazioni contrarie con "ipotesi aggiuntive" che cercano di salvare l'impianto; però man mano ne demoliscono l'eleganza originale (il fatto scientifico citato classicamente è la fine della fisica classica, con la sua difesa ad oltranza dell'etere luminifero). Ora, in campo cattolico, la teoria è quella del "CVII nuova Pentecoste" e il collegato "sol dell'avvenir" della Chiesa Cattolica, amaramente contrastato dall'evidenza opposta, ovvero una Chiesa caduta in apostasia generale e mondiale. L'"ipotesi aggiuntiva" per eccellenza è la "congiura post-conciliare": effettivamente avvenuta, ma che ormai appare solo un'aggravante di una situazione già compromessa in partenza. Purtroppo gli epistemologi notano che, in ambito scientifico, è solo il ricambio generazionale a modificare la situazione. Se l'analogia valesse anche per la Chiesa, dovrei trarne la conclusione che il "tabù" cadrà solo con la prossima generazione di prelati, cresciuta sulle macerie.
Piccola nota di ottimismo: negli ultimi tempi alcune persone di spicco, in prima linea nel denunciare lo sfacelo presente, ma ancora sostenitori del CVII, mi pare hanno iniziato ad avventurarsi sul terreno di certe critiche che prima apparivano totalmente inammissibili...
Dalla centralità di Dio alla “centralità” dell’uomo .
RispondiEliminahttp://itresentieri.it/ti-diciamo-perche-non-si-sopportano-piu-gli-inginocchiatoi-nelle-chiese/
La Chiesa indietro di duecento anni finalmente e' uscita ed ha preso la rincorsa per recuperare il programma .