Comunione sulla mano - Ulteriore smentita del card. Sarah
Nella catechesi sulla Messa, durante l'udienza di mercoledì 21 marzo scorso, Bergoglio ha richiamato i vari modi di ricevere l'eucaristia, tra i quali quello di ricevere l'Ostia consacrata sulle mani. La sua precisazione suona come una risposta indiretta alle severe parole del cardinale Robert Sarah, che recentemente ha criticato l'uso della comunione sulla mano. E purtroppo non è la prima volta che lo contraddice [vedi]. Ecco le parole di Bergoglio:
Nella catechesi sulla Messa, durante l'udienza di mercoledì 21 marzo scorso, Bergoglio ha richiamato i vari modi di ricevere l'eucaristia, tra i quali quello di ricevere l'Ostia consacrata sulle mani. La sua precisazione suona come una risposta indiretta alle severe parole del cardinale Robert Sarah, che recentemente ha criticato l'uso della comunione sulla mano. E purtroppo non è la prima volta che lo contraddice [vedi]. Ecco le parole di Bergoglio:
«Secondo la prassi ecclesiale il fedele si accosta normalmente all’eucaristia in forma processionale, come abbiamo detto, e si comunica in piedi con devozione, oppure in ginocchio, come stabilito dalla Conferenza episcopale, ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce (cfr OGMR, 160-161). Dopo la comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa».Ѐ evidente il contrasto con le affermazioni del card. Robert Sarah - tuttora prefetto, sia pure di fatto esautorato, della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti - nella prefazione al libro di Federico Bortoli : La distribuzione della Comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali (Edizioni Cantagalli), che ha denunciato un attacco diabolico multiplo all’eucaristia. Individuando proprio nell'uso di ricevere la comunione nella mano una porta aperta agli attacchi e richiamando l'uso di ricevere l'Ostia consacrata sulla lingua, in ginocchio.
«Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio? .... Che nessun sacerdote osi pretendere di imporre la propria autorità su questa questione rifiutando o maltrattando coloro che desiderano ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua: veniamo come i bambini e riceviamo umilmente in ginocchio e sulla lingua il Corpo di Cristo». Sarah sosteneva che si tratta di una prassi dovuta a «una riforma liturgica che avrebbe dovuto essere omogenea con i riti precedenti, una concessione particolare è divenuta il grimaldello per forzare e svuotare la cassaforte dei tesori liturgici della Chiesa».
Riprendo l'invito di un lettore a leggere, oltre al libro di Bortoli sopra citato, il libretto Comunione sulla mano? NO! [qui] a cura di padre Enrico Zoffoli e di un gruppo di laici, pubblicato in quel triste 1989 quando la Conferenza Episcopale Italiana a suon di mezzucci e astuzie introdusse - assenti i principali contrari causa problemi di salute - tale indulto (poiché di indulto si tratta, non di variazione nella liturgia) ad imitazione di altre conferenze episcopali già adeguatesi da anni alla moda protestante.
* * *
Chi c'è in quell'Ostia consacrata?
Penso debba essere estratto e portato all'attenzione di tutti, anche di chi non legge la discussione, l'intervento di un lettore che riporto di seguito a lode e Gloria di Gesù Signore nostro:
Oggi il vangelo riporta una frase fortissima di Gesù:
"In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".
Gesù dice apertamente di se stesso di essere IHWH il tetragramma biblico che qualcuno ha riconosciuto nelle iniziali, in ebraico, delle parole del titulus crucis fatto redigere da Pilato e che in latino diventano INRI [vedi]
Lui "è buono", non sta a vedere queste cose.
Basta che lo dica un uomo. Anche se Dio non l'ha detto.
I cristiani riconoscono in Gesù, il Cristo, vero uomo, l'incarnazione di Dio. Vero Dio.
Un credente che si accosti al sacramento eucaristico ha sostanzialmente due possibilità:
-- crede che lì vi sia un simbolo di Gesù = Dio
-- crede che lì vi sia veramente Gesù = Dio (in corpo, sangue, anima e divinità).
Se nel primo caso può essere lecito "non esagerare" con gli atteggiamenti che testimoniano l'adorazione, il culto, il santo timor di Dio, l'amore con cui credo, spero e amo Lui, nel secondo caso non si riesce a comprendere come possa essere "superficiale" l'approccio.
Chi riconosce nell'Ostia Consacrata il Corpo di Cristo, come viene detto dal sacerdote, e nel Vino del Calice il Sangue preziosissimo di Nostro Signore, che gocciola sull'altare del sacrificio, mezzo e prezzo della nostra redenzione, non può non avvicinarsi con un sacro rispetto, con una serie di atteggiamenti che testimonino la fede, con una cura e dei riguardi volti a non banalizzare un incontro che ci proietta nell'eternità, che ci riempie di divinità, che ci fa responsabili della caduta al suolo, calpestata, di questa realtà.
Nel tabernacolo c'è Gesù presente: chi lo visita, adorandone l'Amore che lo abita, non si capacita che sia lasciato solo, nell'indifferenza, tra gli oltraggi di chi vi transita dinnanzi senza nemmeno un cenno di consapevolezza.
Nell'ostensorio Gesù si mostra svelato, chiedendoci adorazione, attendendosi che l'uomo, di fronte a Dio e di fronte a un Dio che si è lasciato crocifiggere, chieda umilmente perdono dei peccati e si disponga ad espiare e riparare, portando con Lui la croce.
La Santa Messa, alla consacrazione e poi il momento dell'Eucaristia ci vedono parte attiva in questo santo sacrificio, unito al sacramento e al sacerdozio, in un tutt'uno sacro che ci coinvolge non da pari a pari, ma come umili penitenti e adoranti la Maestà del Re dell'universo.
Che cosa ci dice uno ritto in piedi prima durante e dopo? Che cosa dicono le nostre zampe spesso sporche, messe sull'ostia per portarcela distrattamente alla bocca mentre mi incammino verso la sedia? Non posso dire che, in foro interno, per tutti non sia vero che lì c'è Gesù o che non ci credano a chi è Gesù.
Di sicuro lasciano pensare che non sia tanto importante.
Per lo meno non così importante da scomodarmi un po'. In fondo è al mio pari.Lui "è buono", non sta a vedere queste cose.
Basta che lo dica un uomo. Anche se Dio non l'ha detto.
le canzonette...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=4hoHrjdVlhI
Bruno Lauzi- Onda su Onda
Segnalo anche il libro
RispondiEliminahttps://www.ibs.it/comunione-sulla-mano-documenti-storia-libro-juan-r-laise/e/9788868792039
a cui Federico Bortoli fa riferimento più di una volta, nel testo 'La distribuzione della Comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali'
Comunque bisognerebbe stamparsi e portarsi dietro le parole del Papa, per mostrarle a quei preti che se ti inginocchi ti intimano sgarbatamente di alzarti.
RispondiEliminaPremesso che sulla sostanza (modo migliore per ricevere la comunione) ha ragione il cardinal Sarah, o si ha il coraggio (e la convinzione) di dire che questi errori hanno origine nel Concilio Vaticano II, oppure non ci possiamo scandalizzare di quanto qui riproposto dal papa in modo coerente con i documenti conciliari.
RispondiEliminaNon ci si può scandalizzare e difendere le scelte conciliari. Oltretutto qui non si può nemmeno dire che i documenti siano stati interpretati male. E nemmeno mi pare specificassero chiaramente le condizioni per concedere la possibilità della comunione sulla mano.
Il nocciolo della questione è sempre lì...
Non sono un amante del Vaticano secondo, ma nessun testo del concilio introduce o cita la comunione sulla mano, anzi la Sacrosanctum Concilium vieta a chiunque di introdurre innovazioni o cambiamenti se non alla Sede Apostolica. Quindi preti e laici che introdussero la comunione in mano violarono il Concilio, anche se poi Paolo VI concesse l'indulto. Ma non fu il Vaticano II
EliminaOggi il vangelo riporta una frase fortissima di Gesù:
RispondiElimina"In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".
Gesù dice apertamente di se stesso di essere IHWH, il tetragramma biblico che qualcuno ha riconosciuto nelle iniziali, in ebraico, delle parole del titulus crucis fatte redigere da Pilato e che in latino diventano INRI.
I cristiani riconoscono in Gesù, il Cristo, vero uomo, l'incarnazione di Dio. Vero Dio.
Un credente che si accosti al sacramento eucaristico ha sostanzialmente due possibilità:
-crede che lì vi sia un simbolo di Gesù = Dio
-crede che lì vi sia veramente Gesù = Dio (in corpo, sangue, anima e divinità).
Se nel primo caso può essere lecito "non esagerare" con gli atteggiamenti che testimoniano l'adorazione, il culto, il santo timor di Dio, l'amore con cui credo, spero e amo Lui, nel secondo caso non si riesce a comprendere come possa essere "superficiale" l'approccio.
Chi riconosce nell'Ostia Consacrata il Corpo di Cristo, come viene detto dal sacerdote, e nel Vino del Calice il Sangue preziosissimo di Nostro Signore, che gocciola sull'altare del sacrificio, mezzo e prezzo della nostra redenzione, non può non avvicinarsi con un sacro rispetto, con una serie di atteggiamenti che testimonino la fede, con una cura e dei riguardi volti a non banalizzare un incontro che ci proietta nell'eternità, che ci riempie di divinità, che ci fa responsabili della caduta al suolo, calpestata, di questa realtà.
Nel tabernacolo c'è Gesù presente: chi lo visita, adorandone l'Amore che lo abita, non si capacita che sia lasciato solo, nell'indifferenza, tra gli oltraggi di chi vi transita dinnanzi senza nemmeno un cenno di consapevolezza.
Nell'ostensorio Gesù si mostra svelato, chiedendoci adorazione, attendendosi che l'uomo, di fronte a Dio e di fronte a chi -come Dio- si è lasciato crocifiggere, chieda umilmente perdono dei peccati e si disponga ad espiare e riparare, portando con Lui la croce.
La Santa Messa, alla consacrazione e poi il momento dell'Eucaristia ci vedono parte attiva in questo santo sacrificio, unito al sacramento e al sacerdozio, in un tutt'uno sacro che ci coinvolge non da pari a pari, ma come umili penitenti e adoranti la Maestà del Re dell'universo.
Che cosa ci dice uno ritto in piedi prima durante e dopo? Che cosa dicono le nostre zampe spesso sporche, messe sull'ostia per portarcela distrattamente alla bocca mentre mi incammino verso la sedia? Non posso dire che, in foro interno, per tutti non sia vero che lì c'è Gesù o che non ci credano a chi è Gesù.
Di sicuro lasciano pensare che non sia tanto importante.
Per lo meno non così importante da scomodarmi un po'. In fondo è al mio pari.
Lui "è buono", non sta a vedere queste cose.
Basta che lo dica un uomo. Anche se Dio non l'ha detto.
OT. Magnifico Blondet!
RispondiElimina"Non mi occupo di monsignor Viganò.
"Alcuni lettori vogliono da me un commento sulle dimissioni di Viganò, che nella foga di compiacere El Chapo ha sostanzialmnente falsificato una lettera – critica – di Ratzinger facendola apparire favorevole a El Chapo. Rispondo che in genere non mi occupo di crimine organizzato, nemmeno quando il ganster, maldestro, sbaglia mira e si spara sull’alluce. Marco Tosatti, Socci e Sandro Magister dicono meglio di me tutto quel che c’è da dire della farsesca, ridicola e alquanto delinquenziale vicenda. Posto qui questo commento solo per notare come l‘irresponsabilità generale e la cecità che stanno mostrando i vertici europei, ha contagiato il potere insediato in Vaticano.
"Aggiungo che Radio Radicale ormai dedica ore di trasmissione a difesa di “Francisco” e di Viganò. Ovviamente, è la stessa Radio Radicale che ogni mattina legge religiosamente, sul Washington Post e New York Times, sul Wall Street Journal e La Monde, e approvandole, le false informazioni diffuse dalle centrali della propaganda bellica che ha ordinato di dipingere Putin come il nuovo Hitler."
https://www.maurizioblondet.it/ora-mosca-sventato-la-guerra-cui-ci-portano-irresponsabili-capi-europei/
Dove la Sacrosanctum Concilium parla della Comunione nella mano?
RispondiEliminahttp://www.ilsecoloxix.it/p/vatican_insider/2018/02/23/ACAIKCXB-eucaristia_diabolico_inginocchiati.shtml
RispondiEliminaMi scuso, ma effettivamente con la comunione sulla mano non centra il Concilio Vaticano II, ma solo lo "Spirito del Concilio"!
RispondiEliminaTutto risale alla istruzione Memoriale Domini della Congregazione per il Culto Divino del 29 maggio 1969, dove si dice che Paolo VI, di fronte ad alcune richieste di introdurre l’uso di ricevere la comunione nella mano, ha consultato l’episcopato che ha risposto negativamente. La Memoriale Domini continua stabilendo che Paolo VI non ha ritenuto di cambiare il modo tradizionale con cui viene amministrata ai fedeli la Santa Comunione ed ha esortato caldamente i vescovi, i sacerdoti e i fedeli ad osservare con amorosa fedeltà la disciplina in vigore.
Il 21 giugno 1973 la Congregazione per il Culto Divino ha pubblicato il Decreto Eucharistiae Sacramentum con il quale promulgava il rito della Santa Comunione e del culto eucaristico fuori della Messa. In esso si insiste nel conservare la consuetudine che poggia su una tradizione plurisecolare di deporre sulla lingua il pane consacrato, attribuendo comunque alle Conferenze episcopali la possibilità di procedere diversamente con il consenso della Santa Sede.
Poi il resto e la situazione reale attuale è cosa nota.
Frasi in corsivo tratte da un precedente articolo di Chiesa e Postconcilio.
Prendo quel poco di buono che ha detto e rilevo che ha dichiarato ammissibile ricevere la Comunione in ginocchio, cosa che il mio parroco ha dileggiato pubblicamente invitando a non presentarsi in questo modo per ricevere la Comunione.
RispondiEliminaAd Anonimo delle 15:16
RispondiEliminaSegua il consiglio dell'Anonimo delle 13:04 e stampi le parole di Bergoglio!!
Io l'ho fatto...
Ho la fortuna di poter assistere alle Messe Vetus Ordo, ma in caso contrario, e in stato di necessità, potrei sventolare il foglio sotto il naso del prete (nei dovuti modi, s'intende...)
http://www.iltimone.org/news-timone/wee-fong-casti-al-matrimonio/
RispondiEliminavorrei ringraziare l'utente "tralcio" per il commento quanto mai centrato!
RispondiEliminaDato che si è in clima liberale che ciascuno faccia secondo quella che un tempo chiamavasi coscienza poi Cristo vedrà e giudicherà.
RispondiEliminaA noi non resta che batterci il petto e pregare (a proposito vorrei ringraziare ESISTENZIALMENTE PERIFERICO per i link che hanno permesso il Rosario per l'italico stivale e chiedergli cortesemente di dare un occhio perché i misteri dolorosi e gaudiosi "non hanno l'audio").
Quanto a Viganò è, come prevedibile, uscito dalla porta e rientrato dalla finestra o meglio dal finestrone..
RispondiEliminaLa Sacrosanctum Concilium non è affatto innocente - Si continua a citarla fuori contesto
Non lo è poiché ha introdotto il principio di creatività nella liturgia, una novità assoluta ed inconcepibile, all'origine dell'attuale caos.
Tale principio viene introdotto in quanto regolato dalla S. Sede. Ma l'introdurlo è stata cosa gravissima, all'origine delle successive riforme, tra cui la comunione nella mano.
C'è un aspetto di cui bisogna rendersi conto: la Santa Sede che doveva controllare le sperimentazioni liturgiche condivideva spesso lo spirito nel quale erano fatte, che era appunto quello del Concilio: accomodata renovatio, aggiornamento, adattamento alle culture locali...In certi casi il controllo era impossibile, come nelle liturgie tradotte nelle innumerevoli lingue e dialetti dell'Africa (Amerio).
Ora, SC 22 par. 1 stabilisce che "regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede Apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo.
Par. 2. [Però] In base ai poteri concessi dal diritto, regolare la liturgia spetta, entro limiti determinati, anche alle compententi assemblee episcopali territoriali di vario genere legittimamente costituite.
[Pertanto] Par. 3 Di conseguenza nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua inziativa, aggiungere, togliere, modificare alcunché in materia liturgica" [ci pensa la Conf. Episc.].
Il contenuto rivoluzionario è nel par. 2 che attribuisce alle Conferenze Episcopali di regolare entro limiti determinati la liturgia. E lo è soprattutto per il fatto che questo "regolare" include le innovazioni liturgiche che le conferenze episcopali avessero voluto effettuare, prendendo in esame, "con attenzione e prudenza [ovvio] ciò che dalle tradizioni e dall'indole dei vari popoli può opportunamente essere ammesso dal culto divino. Gli adattamenti ritenuti utili o necessari vengano sottoposti alla S. Apostolica, per essere introdotti col suo consenso. La S. Apost. avrebbe poi dato facoltà di compiere "i necessari esperimenti preliminari"(SC, artt. da 37 a 40 e art. 40).
Si sono così creati i presupposti delle future messe indo-cattoliche, afro-cattoliche, etc.
Il contenuto esplosivo di questa normativa dovrebbe essere evidente anche ai sassi. Si continua però a citare il divieto di cui all'art. 22 par. 3, astraendolo dal contesto, in modo da poter conferire al Vaticano II, su questo punto capitale, una purezza di intenzioni che nei fatti non ha affatto avuto.
Bisogna invece collegare quel par. 3 a tutto il contesto del quale fa parte, che in sostanza lo fa scomparire.
PP
Questa uscitaccia del tutto gratuita da parte del Bergoglio era mirata proprio a fare il quotidiano dispettino cretino alla Tradizione senza nemmeno sporcarsi le mani, perché sapeva già come avrebbero reagito i suoi adulatori.
RispondiEliminaProvate infatti a notare quanta trionfante foga c'è in questo articolo sul Messaggero la cui autrice, per purissima innocentissima coincidenza, è anche autrice di articoli particolarmente elogiativi del Cammino Neocatecumenale, quel bislacco movimento ereticale dove la perversa pratica della "comunione sulle mani" è cominciata fin dagli anni '60 e consiste nel ricevere la grossa e sbriciolosa particola stando seduti (al massimo con una breve alzatina in piedi ipocrita) mentre il "cameriere liturgico" passa a distribuire, per poi aspettare che scatti il segnale convenuto e manducare tutti contemporaneamente al sacerdote, sempre restando seduti. In altre parole, la riduzione della Comunione a una specie di "sacro snack" inteso solo a simboleggiare l'unità dei fratelli di comunità. E non vi stupirà apprendere che tali eretici considerano la loro carnevalata liturgica immensamente superiore alla liturgia cattolica, anche quella Novus Ordo.
È proprio vero che il modo di celebrare la liturgia è specchio del modo di vivere la fede. Ad una liturgia di strafalcioni e pagliacciate non può non corrispondere una fede inquinata e carnevalesca.
Madre Teresa di Calcutta nel 1989 a New York (USA) disse: “Dovunque vado nel mondo intero, la cosa che mi rende più triste è guardare la gente ricevere la Comunione sulla mano” (Wherever I go in the whole world, the thing that makes me the saddest is watching people receive Communion in the hand). Anche un suo amico sacerdote morto in concetto di santità, l'eroico Padre John Hardon, preferiva che i fedeli ricevessero la Comunione direttamente sulla lingua. Un giorno gli venne chiesto cosa pensasse della comunione sulla mano, ed egli rispose: "Qualunque cosa potete fare per fermare la Comunione sulla mano sarete benedetti da Dio" (Whatever you can do to stop Communion in the hand will be blessed by God). So benissimo che in molte nazioni è stato legalizzato l'uso della Comunione sulle mani, tuttavia io continuo a preferire il tradizionale modo di ricevere l'Ostia direttamente sulla lingua.
RispondiEliminaMeno pasticcini e più ostie Mons. Negri sfida la Chiesa
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/cronache/meno-pasticcini-e-pi-ostie-mons-negri-sfida-chiesa-1508192.html
https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/03/23/anche-la-beata-imelda-nelle-battute-ridicole-di-papa-francesco/
RispondiElimina