Da non escludere una strategia mediatica che mira a riparare la disdicevole vicenda Viganò [qui].
Indice degli articoli sui 'Due Papi'.
Indice degli articoli sui 'Due Papi'.
CITTÀ DEL VATICANO, 27 marzo 2018 (ACI Stampa) -
Papa Francesco si è recato nel pomeriggio al monastero Mater Ecclesiae in Vaticano per fare visita al Papa Emerito Benedetto XVI in occasione delle festività pasquali. Ne ha dato notizia un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede.
Sono frequenti le visite del Papa al suo predecessore. L’ultima lo scorso 21 dicembre in occasione del Natale.
Il Papa fin dal primo giorno di pontificato ha sempre voluto che Benedetto XVI fosse presente nelle grandi celebrazioni ecclesiali, storico ad esempio il passaggio del Papa Emerito attraverso la Porta Santa subito dopo l’apertura da parte di Francesco.
Tra le visite di Francesco a Benedetto XVI si ricordano anche quelle insieme ai nuovi cardinali creati negli ultimi concistori. (È proprio all'incontro dopo l'ultimo concistoro che di riferisce la foto).
Notate l'aggettivo "emerito" scritto addirittura con la E maiuscola!
RispondiEliminaNel modo apparentemente innocuo di dare le notizie si fanno passare contenuti dandoli per scontati, pure in modo cripticamente enfatizzato, come in questo specifico frangente accade grazie ad un banale espediente grafico.
Il papato emerito non esiste, né nella Tradizione, né Codice di diritto canonico. È un'invenzione spontanea del Papa dimissionario.
Ridiciamocelo ad ogni occasione: Repetita juvant.
che queste visite siano così "frequenti"... ce ne passa ;-)
RispondiEliminaIo personalmente non uso mai il termine "emerito", lo rigetto per natura...., accetto semplicemente (non che la condivido) una situazione completamente anomala e per nulla normale...
Quanto a questi giri di "Auguri" è pura formalità tra "vicini di casa".... ci sarà stato tra di loro, sicuramente, uno sgonfiare il caso Viganò e così tutti felici e contenti per fare la Pasqua....
Benedetto XVI è rimasto fedelissimo al concetto della sua Rinuncia e di NON intervento nella gestione della Chiesa, per il resto sembra dire: "non vi posso raccontare tutto, mi sono assunto la responsabilità della Rinuncia davanti a Dio, non mi si chieda altro... Quanto è accaduto con Viganò ho solo risposto ad una sua missiva (mai resa pubblica) dove mi si chiedeva l'impossibile, e per la quale ho risposto con verità, il resto non mi riguarda..."
Ne approfitto per fare a tutti voi gli auguri di Buona Pasqua ;-)
Perché non bisogna avere paura? Perché non bisogna affannarsi per il domani?
RispondiEliminaChi ragionasse così vivrebbe come i pagani.
Noi vogliamo avere tutto “sotto controllo”.
Questa, con le persone, è una grande illusione ed è anche una tentazione.
Stare davanti a Dio, nel tabernacolo, mi insegna a vivere il mistero di Dio e poi a sostare rispettoso davanti al mistero di ogni persona. Ognuno è mistero, anche a se stesso.
Non si conosce perché “si vede”, ma perché mi dispongo a stare davanti al mistero, entrandoci senza possederlo, sapendo che la realtà conserva e presenta sempre un po’ di mistero. E’ buona cosa non dare mai per scontato nulla, restando aperti allo stupore.
Non diamo mai per scontata la presenza dell’altro, nemmeno quella di Dio.
Soltanto così si può restare nell’atteggiamento tipico di chi ama, che è sempre stupito, meravigliato e grato.
La morte atterrisce chi vuole tenere tutto sotto controllo (o addirittura diventa la scelta di chi pianifica di morire o di far morire, per seguitare a farlo), ma chi ama sa che l’amore è forte come la morte e dà molta più gioia.
Gesù, che è Dio, che è amore, la morte l’ha vinta. Ecco il cristianesimo, ma nella logica del Cantico dei cantici. Dio è sempre Lui, non è cambiato e non cambia. Siamo noi che vorremmo cambiarlo, a seconda dei tempi! Perchè non amiamo.
L’amore non sta chiuso e non tiene chiusi, la morte invece sì.
L’amore supera sia lo spazio che il tempo, perché è eterno. I pagani dicono che l’amore non è “per sempre”: ma se non è per sempre è perché non c’è mai stato!
L’amore dice che non siamo noi il centro del mondo. Questo vuol dire essere umili, quindi non pretendere di avere tutto sotto controllo. Essere umili significa restare veri e quindi saperci ancora stupire. Senza verità non c’è amore. L’amore chiede un concorso, non sarà mai l’amore a risolvermi i problemi, ma mi chiederà di abbracciare persino la croce, perché si veda se amo, come amo, chi amo, quanto amo. L’amore crea appartenenza, in ogni circostanza. L’amore non prevede autonomia, ne’ previdenza.
L’amore crede invece alla provvidenza, perché questa basta alla comunione.
L’amore non è un’assicurazione, una medicina con posologia e avvertenze, un dovere morale, un insieme di regole. Eppure l’amore, che è bello, ha una sua ragione, non è per chi stacca il cervello, non è una sbornia. L’amore non è noia, perché detta la legge di se stesso, spazzando via ogni lagna e ogni calcolo.
Le tenerezze di Dio sono molto più tenere di quelle umane e sono vere tenerezze.
Non è sdolcineria, ma c’è contenuto tutto il possibile bene.
Dio non è assetato di doveri morali. Dio non ci fa sentire assolti né “Lo mettiamo a posto” con il nostro “dovere”. Dio è amore, mi ama e attende che la nostra anima sia innamorata di Lui. La prima realtà che viene abbellita della fede è l’umanità, perché saremo più umani amando. L’uomo non è un pensiero, men che meno un’idea o il prodotto di idee. L’uomo è un’anima in un corpo, e ama.
Smettiamola di avere paura di tutto: Dio è provvidenza. Dio bacia.
Siamo capaci si sentire e di provare questo amore? Ne esultiamo? Ci piacciono le Sue coccole? Riconosciamo tra mille quel profumo, quell’andatura, come sa fare chiunque sia veramente innamorato?
Un Dio amato va adorato, servito, seguito… Non è vero amore quello che riservo a un Dio usato per altri scopi, con me al centro. Quello che mette l'uomo al centro, anche quello povero, non è mai vero amore. E' tutt'al più un surrogato e quasi sempre un falso.
Adoriamo il Signore, ringraziandoLo per il mistero di persone che ci indicano la Sua via.
RispondiEliminaParece um comunicado da "Pravda" dos bons velhos tempos…
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2018/03/21/news/il-gesu-della-sindone-diventa-una-scultura-e-conferma-il-vangelo-1.16618982
RispondiEliminaIl Gesù della Sindone diventa una scultura e conferma il Vangelo
Il maestro Rodella e il docente universitario Fanti danno un corpo alle informazioni ricavate dal lenzuolo
Anna
http://www.lafedequotidiana.it/monsignor-livi-nella-chiesa-leresia-al-potere-lignoranza-stata-canonizzata/
RispondiEliminaJ'ai beaucoup d'estime pour Mons. Livi, mais comment peut-il affirmer que tous les papes, depuis Jean XIII, ont laissé l'hérésie se répandre — au point, dit-il, qu'elle est aujourd'hui au pouvoir dans l'Église — et traiter certains de ces papes de "saints" ?
RispondiEliminaL'hérésie n'est-elle pas une injure faite à Dieu ?
Cela étant, comment peut-on être un saint et laisser l'hérésie se répandre, sans la combattre, en la tolérant et même en l'encourageant ?
Je ne comprends pas. Il faudrait qu'on m'explique.
Questa è una vecchia foto.
RispondiEliminaÈ evidente che Livi,ormai, ha tratto tutte le logiche conseguenze dalle premesse che lui ben conosce avendole studiate a fondo.
RispondiEliminaAnche io,nel mio piccolissimo, ovviamente, e credo anche altri che frequentano questo blog, siano passati
per il tentativo di salvare capre e cavoli,ovvero CVII, magistero papale e Tradizione.
Poi è arrivato il momento in cui sono cadute completamente le scaglie davanti agli occhi.
Processo che molti lettori di questo blog devono ancora compiere.
Unico dubbio: è possibile essere eretici o fautori dell'eresia e santi al tempo stesso?
Personalmente ne dubito molto.
Antonio
Fatti portavoce di valori universali come Solidarietà e Umiltà. Indossandola rappresenti tutti quelli che vogliono combattere l’indifferenza con la forza della semplicità.
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RispondiEliminaCara Maria,
RispondiEliminachiedo foto recenti di JR, da San Giuseppe in poi, perchè è l'unico modo che abbiamo per una verifica d'insieme sulla sua salute, ché sia nella norma. Pur riconoscendo tutti i suoi bachi, esigo che la sua salute sia tutelata in modo sano ed onesto. Grazie.
Appena letto Socci, apprendo che Francesco ha pensato di fare una catechesi per il Triduo mediante intervista concessa all'altro emerito, quello di Repubblica. Purtroppo è a pagamento e col cavolo che do' anche solo un euro a Repubblica. Ma pare che ci sia qualche perla, addirittura virgolettata: Francesco avrebbe detto esplicitamente che l'Inferno non esiste. Non che ne dubitassimo (non dell'Inferno, ma del pensiero di Francesco), ma mi piacerebbe leggere tutto... Se qualcuno trova una riproduzione accessibile dell'intervista integrale, per favore la segnali.
RispondiEliminahttp://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/papa-strumento-dio-creazione-energia-92cdfcc6-ad28-42af-9ad8-ce7df57fa61b.html
RispondiEliminaANCHE IN QUESTO GIORNO SIAMO COSTRETTI A PRENDERE IN MANO IL CATECHISMO PER RIBADIRE LA NOSTRA FEDE CATTOLICA
RispondiEliminaNumero 1035
La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, « il fuoco eterno ».
Quanto è triste assistere impotenti alla negazione della verità e alle sue conseguenze. La Passione della Chiesa prosegue e non finirà fino a quando non sarà crocifissa come il suo Sposo. Giudicata colpevole dal mondo, tradita dai suoi stessi figli con i segni belli dell'amore (un bacio), coronata dalle spine dell'eresia, sferzata dai peccatori e macerata nelle sue preziose membra (i santi), spogliata delle sue verità, della sua dignità e della sua dottrina, condotta fuori dalla città (resa insignificante alla vita della società), assimilata ai malfattori e crocifissa.
Deve morire nel gaudio infernale dei peccatori. Ma nel silenzio di un giorno dove tutti saranno ormai saziati dal loro peccato, risorgere per unirsi gloriosa alla vittoria del suo Sposo e così portare a compimento la sua missione.
Mario Proietti
Il calendario utilizzato nei vangeli cambia data alla sera. A quest'ora siamo ancora nel giorno antecedente quello che inizierà tra circa 5 ore. Trasposto nella pasqua decisiva per la nostra redenzione, siamo ancora nel 13 del mese, giorno in cui maturò il tradimento di Giuda, concordandone il prezzo. Venuta la sera, nel corso dell'ultima cena, Gesù rivelerà di sapere che cosa sta accadendo, anticipando il bacio traditore con il quale, nel Getsemani, le guardie riconosceranno chi arrestare e poi far crocifiggere.
RispondiEliminaMentre satana si impossessa dell'anima dell'Iscariota (che non è una "vittima necessaria", bensì esercita la propria volontà di fare quel che fa, perché il peccato consiste nel fare liberamente una volontà differente da quella di Dio, senza potersi appellare ad alcuna costrizione), Gesù lo chiama ancora "amico", pur indicando inequivocabilmente a Giovanni che è il traditore. Giovanni (13,27) scrive: "satana entrò in lui". E Gesù gli dice: "quel che devi fare fallo presto". Non è un comando, ma l'ultimo avvertimento, l'ultimo richiamo alla consapevolezza di una decisione maturata e deliberata. Una decisione e non altro.
L'inferno c'è e non è vuoto. L'anima è immortale. Noi non siamo dei figuranti di una recita già scritta, al punto da poter sempre chieder conto al regista della parte che ci tocca.
Non funziona così, siamo liberi. Liberi di scegliere il male, liberi di non credere a Gesù.
Non è che poi ci "dissolviamo", non siamo dissolvenze cinematografiche. Non è una fiction.
Restiamo, faccia a faccia con la Verità, per sempre. Che importa se il tempo è superiore allo spazio? L'amore è superiore al tempo e alla morte, perché è eternità, come Dio.
L'amore è verità. Senza verità non c'è amore.
Ma come si può affermare che le anime che non si pentono non vanno all'inferno perché non esiste ( prima eresia), ma che non potendo essere perdonate esse scompaiono (seconda eresia, l'anima è immortale e dunque non può scomparire), ma questo giusto due corsi di catechismo non li poteva fare? Non so cosa ancora debba dire perché i cardinali aprano gli occhi, o meglio smettano di fingere di non vedere perché è comodo così!
RispondiEliminaAlfredo Romano
Il grande teologo Urs Won Balthasar mai aveva affermato l'inesistenza dell'inferno o che fosse vuoto. Su questo teologo si sono fatte delle affermazioni infondate ed infatti nessuno appartenente alla teologia progressista lo ha preso mai ad esempio anche è stato sempre fatto oggetto di critica ingiusta sia da parte progressista che tradizionale
RispondiEliminaLa sala stampa della Santa Sede si affretta a precisare che nessun virgolettato dell'articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre.
RispondiEliminaSuvvia, non siamo palati così fini e non pretendiamo assolutamente una fedele trascrizione delle parole del ponteficie. A noi basta, ma non ci accontenta per nulla, questa trascrizione sostanziale di quanto da lui detto.
Nel tranello di coloro che continuano a dire che per giudicare quanto detto da papa Francesco, dovremmo sapere le parole esatte da lui pronunciate, non ci cadiamo più!
Scusatemi ma a costoro rispondo solo con una pernacchia!
Aprano gli occhi, le orecchie, ma specialmente attivino le loro capacità intellettuali così da astrarre dal sensibile l'essenza di quanto realmente espresso.
Il papa ha il compito di confermare i fedeli nella fede e questo compito esige che ci si esprima con chiarezza e senza ambiguità e che si reagisca con un minimo di dignità se altri cercano di fare dire all'interessato cose non vere.
Nulla di questo capita nell'anno di grazia 2018!
Quindi o il papa è incapace di comunicare chiaramente e senza ambiguità (ma quando vuole è molto efficace nel suo parlare...), oppure non reagisce perché quanto altri gli fanno dire è vero e l'ambiguità sarebbe uno stratagemma per non poter essere dichiarato eretico seduta stante!
Ci sono alternative?
Tutto premeditato, tattiche e strategie molto raffinate studiate da anni.
RispondiEliminaNon so se avete notato la finezza diabolica, peraltro già utilizzata, di attaccare i "cristiani mafiosi", sempre allo scopo di sminuire gli atti di terrorismo islamico e i nuovi attentati sventati con l'arresto di terroristi islamici in Italia.
E' vero che chi viene battezzato riceve il sigillo di Cristo indelebile, ma siccome si riceve da neonati, crescendo molti si allontanano, diventano atei, o criminali, come appunto i mafiosi, che con la loro condotta di vita si mettono contro Cristo e fuori della Sua Chiesa.
Non possono più dirsi cristiani, se bastasse il battesimo ci si potrebbe salvare senza merito, pur con una vita di peccati mortali non confessati, per il solo fatto di essere battezzati.
Dire che essi sono "cristiani mafiosi", vuol dire legittimarli come cristiani e denigrare la cristianità.
Lo scopo e' parificarci all'islam.
Siccome ci sono i "cristiani mafiosi" e quelli che "vanno a prostitute", i cristiani sono uguali ai terroristi islamici, quindi non devono criticarli e temerli, ma accoglierli tutti in Italia e dargli la cittadinanza, 'senza se e senza ma', come da slogan.
Ma la maggioranza delle gente è senza fede autentica, e' abituata ad assorbire tutto senza approfondire e criticare e si nutre di questa nuova teologia da bar dello sport (senza offesa per lo sport e gli sportivi)
Lo slogan è:
'Un papa che finalmente fa le riforme che servono alla Chiesa, finalmente avvicinata alla gente dopo millenni di sola dottrina e potere, ma i cattivi cardinali e glielo vogliono impedire e travisano apposta quello che lui dice a sant'Eugenio Scalfari, che insieme ad Augias ne sa piu' di tanti cattolici...'
Ormai sono tutti indottrinati, anzi rincoglioniti, e se scendi appena nel merito con il semplice catechismo, senza tante dissertazioni teologiche, si inviperiscono e ripetono altre frasi fatte, oppure gli insulti usati dal papa e quindi 'infallibili'.
Intanto un altro segno:sono caduti alcuni calcinacci dentro San Pietro
Probabilnente all'origine della smentita c'è il durissimo articolo di Socci, che ha fatto allarmare quelle che un tempo erano le sacre stanze!
RispondiElimina« ... L’abbandono della dottrina non viene ovviamente professato come tale, ma proposto come una variazione della disciplina e non del dogma e come una soluzione pastorale ... » . (Romano Amerio)
RispondiEliminaPoiché la Pastorale non può essere altro che la dottrina fatta prassi è evidente l'inganno della strategia ambigua dissimulatoria e dunque ingannatrice di questo pontificato, ma anche, in maniera meno esplicita, delle innovazioni conciliari e post...
Giuda fu pastoralmente innovativo: dato che teneva la cassa, vendette Gesù.
RispondiEliminaGiuda semplicemente non amava più Gesù: ne era infastidito e ostacolato.
Giuda non è da compatire, come una vittima o come uno con le sue fragilità.
Giuda ha rifiutato la verità di Cristo, preferendo seguire altre idee, più utili, secondo lui.
Giuda è un po' un rischio per ciascuno di noi: di somigliargli troppo.
Se c’è qualcosa di positivo nella vicenda che ha avuto per protagonista monsignor Dario Viganò è che ha fatto emergere con chiarezza che i più accesi sostenitori di papa Francesco perseguono una discontinuità con i pontificati precedenti e con la Tradizione.
RispondiElimina