Con la resurrezione dei giusti, nell’ora silenziosa in cui Gesù combatte e vince negli inferi, l’opera redentrice raggiunge tutti gli uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, anche coloro che giacevano tra i morti. A partire da Adamo ed Eva
Nel grande silenzio dell'assenza di Dio.
Egli stava, dentro uno spazio che i suoi amici non potevano raggiungere, era solo nella sua percezione del reale.
Il solo uomo.
Mai come in quella solitudine egli era il Figlio dell'uomo e dentro la coscienza dell'umano solo Lui poteva entrare.
Essi, bambini come noi, che balbettano in un barlume di intuizione, davanti alla profondità di quella coscienza e di quella assenza.
Questo barlume ci serva per penetrare il Mistero di un abbandono nel quale Egli era il solo uomo.
Cioè la verità del nostro esserlo.
"Ecce Homo"
Perché Egli è insieme il Figlio di un Altro.
E quegli occhi, colmi di dolore e di tenerezza, che ci guardavano in quell'ora erano gli occhi di Dio.
A cui nulla sfuggiva dell'abisso di noi da cui noi fuggiamo.
Ed Egli disse, guardando te e me, "Tristis est anima mea, usque ad mortem", disse la tristezza della sua anima.
Alla radice dell'essere, la tristezza di Dio, a cui si consegna, nell'obbedienza ad un amore che ha penetrato e non smette di penetrare la storia fino alla fine dei secoli.
Così Egli consumava la propria obbedienza al Padre e la propria fedeltà a quell'uomo che il Padre gli aveva comandato di essere.
Per calarsi alla radice dell'uomo, al punto di verità che non vogliamo guardare, il nulla che siamo, in cui Lui viene a farci compagnia.
E da lì, da quegli inferi, colmarlo eternamente della Sua presenza.
Così che possa fiorire.
Oggi, intanto, quando tutto è finito, riposa ogni inizio.Franca Negri
SABATO SANTO, LA NOTTE DELLE NOTTI. IL RITO DELLA BENEDIZIONE DEL FUOCO, SEGNO DELLA RESURREZIONE
RispondiEliminaCome il fuoco illumina la notte e scalda, così il fuoco interiore, il fuoco dello Spirito Santo, deve illuminare le nostre tenebre e accendere in noi il desiderio delle cose celestidi
Nei giorni del venerdì e del sabato santo, la Chiesa non celebra l’eucaristia: sono i giorni del digiuno nei quali lo Sposo le è tolto (Mt 9,15).
Il sabato santo, la Chiesa si ferma presso il sepolcro del Signore, meditandone la passione e morte, segno efficace di un Amore che non conobbe limiti (“li amò – dice san Giovanni – sino alla fine”: Gv 13,1), preparandosi però a celebrare, nella notte, la grande Veglia pasquale, “madre di tutte le veglie” (sant’Agostino). Questa, per una tradizione antichissima, è “la notte di veglia in onore del Signore” (Es 12,42). I fedeli porteranno in mano la fiaccola – secondo l’ammonizione del Maestro (Lc 12,35ss) – per somigliare a coloro che, fedeli al vangelo, attendono vigili il ritorno del Signore.
La celebrazione del lucernario iniziale è particolarmente suggestiva: la chiesa è vuota, completamente al buio; le tenebre, discese sulla terra durante le ultime ore di vita del Salvatore, sembrano prevalere. Fuori della chiesa è acceso un fuoco divampante, dal quale il sacerdote accenderà il nuovo cero pasquale. Dopo il saluto, il sacerdote rivolge un’esortazione ai presenti, quindi benedice il fuoco con queste parole: “O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo. Fa’ che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno. Per Cristo nostro Signore”.
Come il fuoco illumina la notte e scalda, così il fuoco interiore, il fuoco dello Spirito Santo, deve illuminare le nostre tenebre e accendere in noi il desiderio delle cose celesti: “Se siete risorti con Cristo – esclama l’Apostolo – cercate le cose di lassù” (Col 3,1). Entrando in chiesa, spenderà solo la luce del cero pasquale: i presenti porteranno in mano una candela, ma questa sarà spenta; poi dopo la proclamazione di “Cristo, luce del mondo”, dal cero, segno del Cristo risorto, la luce raggiungerà le candele dei presenti: progressivamente, la luce del Risorto si diffonde e dirada le tenebre, il Cristo che era morto, ora vivo trionfa. “Questa è la notte – canterà il diacono o il cantore con le parole dell’Exultet, il grande annuncio pasquale – in cui Cristo ha distrutto la morte e dagli inferi risorge vittorioso”.
Il fuoco che viene benedetto nella notte del sabato santo c’invita dunque ad accenderci di desiderio per le cose celesti, vale a dire per il Vangelo annunciato da Cristo e per i beni che esso promette. Francesco, che nutriva per il fuoco un amore grande, nel suo Cantico di frate sole diceva che per esso il Signore illumina la notte. Faceva riferimento certamente alla luce materiale, ma certo era ben cosciente anche del fatto che solo il fuoco interiore dello Spirito Santo può illuminare le tenebre del nostro cuore, soprattutto nei momenti tempestosi e di caligine spirituale, quando ci sembra di veder tutto nero, quando nulla sembra girare più per il verso giusto e quando siamo tentati dal male. È in quei momenti, soprattutto, che dobbiamo ricordarci della vittoria di Cristo: Egli ha vinto la morte, una volta e per sempre. Con lui possiamo vincere anche noi.
Arcivescovo Felice Accrocca
Gesù ci ripete anche oggi l'invito che rivolse ai Suoi discepoli nell'orto degli Ulivi: Restate qui, vegliate e pregate con Me!!!
RispondiEliminaOggi siamo con Lui nel silenzio del sepolcro e nelle profondità raggiunte dal Signore della vita anche nella Sua umanità.
E con Lui preghiamo e attendiamo rivolti al volto del Padre.
SECONDA LETTURA (UFFICIO DELLE LETTURE)
RispondiEliminaDa un'antica «Omelia sul Sabato santo».
(PG 43, 439. 451. 462-463)
La discesa agli inferi del Signore
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».
RESPONSORIO E ORAZIONE PROPRIA SABATO SANTO
RispondiEliminaRESPONSORIO
℞ Si è allontanato il nostro pastore, la fonte di acqua viva, alla cui morte si è oscurato il sole. Colui che teneva schiavo il primo uomo è stato fatto schiavo lui stesso: * oggi il nostro Salvatore ha abbattuto le porte e le sbarre della morte.
℣ Ha distrutto la prigione dell'inferno, ha rovesciato la potenza del diavolo;
℞ oggi il nostro Salvatore ha abbattuto le porte e le sbarre della morte.
Celebrazione vigiliare
ORAZIONE
O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa' che sepolti con lui nel battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Benediciamo il Signore.
℞ Rendiamo grazie a Dio.
L'ORA della MADRE
RispondiEliminaCon Maria in attesa della Risurrezione
http://www.elledici.org/download/LITURGIA/Documenti/Celebrazione_attivita_tempi_liturgici/011-Ora-della-Madre..pdf
«O voi tutti che passate per via, fermatevi e guardate se vi è dolore simile al mio! Ella piange amaramente... Le sue lacrime scendono sulle sue guance e nessuno le dona conforto...» (Lam 1, 12.2.).
RispondiElimina"La discesa agli inferi del Signore"
RispondiEliminaQuelle descente aux enfers ?
Mais l'"enfer" n'existe pas !
Ce n'est qu'une façon de parler, une image propre aux cultures anciennes, dont les effets négatifs — tragiques même — ont été heureusement effacés grâce aux progrès de la science, de la critique textuelle, de la linguistique notamment…
Bergoglio lui-même n'y croit pas.
Il vient de le répéter.
Or ce que dit Bergoglio n'est-il pas vrai ?
Bergoglio peut-il mentir ?
Le pape, un menteur ?
Mentir un samedi saint, la veille de Pâques !
Quelle idée !
https://www.antoniosocci.com/tutta-la-verita-sul-gioco-delle-parti-tra-bergoglio-e-scalfari-sullinferno-la-situazione-e-grave-ma-non-seria/
Sabbato Sancto
RispondiEliminaἉγίῳ καὶ μεγάλῳ Σαββάτῳ
MMXVIII
O Cristo, voi che siete la Vita,
foste posto nel sepolcro,
e le schiere degli angeli si meravigliarono,
glorificando la vostra discesa agl'Inferi.
Come può morire la Vita?
Come può abitare in un sepolcro?
Voi già sciogliete il regno della morte
e fate risorgere i morti dall'Ade.
http://traditiomarciana.blogspot.it/2018/03/sabbato-sancto.html
RispondiEliminaCon la discesa di Nostro Signore "agli Inferi" non si intende tuttavia
l'Inferno ma il Limbo e il Purgatorio. O no?
Anche linguisticamente "gli Inferi" non sono l'Inferno, il Regno di Satana.
Sarebbero la zona sottoterra, regno dei morti, delle ombre, per i Pagani, una
parte della quale conteneva i grandi peccatori, desinati a esser tormentati
in eterno.
L'inferno vero e proprio è per definizione un luogo nel quale Dio non è presente né
mai vi sarà, il luogo dell'eterna riprovazione per i peccatori incalliti. Non è certamente
impossibile alla Divinità scendere nell'inferno vero e proprio. La cosa sembra tuttavia
incompatibile con l'essenza stessa della divinità e con il significato che essa ha voluto attribuire all'inferno, luogo in eterno separato da Dio (e in questa separazione consiste la parte spirituale della condanna eterna, nell'acerbo dolore che tale separazione provoca nelle anime dei dannati, dolore che essi esprimono bestemmiando Dio in eterno).
Z.
Con la discesa di Nostro Signore "agli Inferi" non si intende tuttavia
RispondiEliminal'Inferno ma il Limbo e il Purgatorio. O no?
Infatti. Per questo si parla di resurrezione dei "giusti" (vedi incipit)
Sabato santo
RispondiEliminaOggi un grande silenzio avvolge la terra. Un grande silenzio e una grande calma. Un grande silenzio, perché il Re dorme. La terra ha rabbrividito e si è ammutolita, perché Dio si è addormentato nella carne, e l'inferno ha tremato. Dio si è addormentato per un istante, e ha svegliato coloro che erano negl'inferi... Va alla ricerca dell'uomo come della pecorella smarrita... Prende per mano l'uomo e gli dice: «Svegliati, o tu che dormi, sorgi fra i morti e Cristo t'illuminerà» (Ef. 5, 14).
(Epifanio di Salamina, Omelie per il Sabato Santo, PG 43, 349, 451, 462-463)
Matteo 27,51-53
RispondiElimina51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53 E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.