Nella nostra traduzione da OnePeterFive un articolo di Maike Hickson sulla formalizzazione del disaccordo di sette vescovi tedeschi con la decisione della Conferenza episcopale di Germania di consentire al partner protestante di un coniuge cattolico di ricevere, in alcuni casi, l’Eucaristia "dopo aver effettuato un “serio esame” di coscienza con un sacerdote o con un’altra persona con responsabilità pastorali" [vedi]. Lo stesso card: Müller a suo tempo aveva definito l'espressione “nei singoli casi” un “trucco retorico” [qui] (vedi la seconda traduzione pubblicata di seguito che fornisce ulteriori dettagli).
Ѐ scontata l'analogia con l'in alcuni casi dell'Amoris laetitia, anche se all'epoca i firmatari di oggi non hanno manifestato la stessa reazione.
Ѐ scontata l'analogia con l'in alcuni casi dell'Amoris laetitia, anche se all'epoca i firmatari di oggi non hanno manifestato la stessa reazione.
Card. Rainer Woelki |
Con una mossa insolita, sette vescovi tedeschi hanno ora protestato contro la decisione del 22 febbraio della Conferenza episcopale tedesca di consentire, in alcuni casi, ai coniugi protestanti di ricevere la santa comunione. Questa mossa arriva senza preventiva informazione del cardinale Reinhard Marx, capo della Conferenza episcopale di Germania.
Come riporta oggi il quotidiano tedesco Kölner Stadt-Anzeiger, i sette firmatari di una lettera indirizzata al Vaticano - molti dei quali provenienti dalla Baviera - si sono rivolti al Vaticano perché considerano "la dispensa pastorale per i matrimoni misti approvata con una maggioranza di due terzi illegale poiché a loro parere viola la dottrina cattolica e l'unità della Chiesa" (virgolettato dal giornale).
Il 22 febbraio i vescovi tedeschi hanno approvato delle linee-guida che consentono a un coniuge protestante di ricevere la Santa Comunione, dopo aver effettuato un “serio esame” di coscienza con un sacerdote o con un’altra persona con responsabilità pastorali e dopo aver “affermato la fede della Chiesa cattolica e aver “desiderato di porre fine a gravi disagi spirituali”.
La Lettera scritta dai sette vescovi è indirizzata all'Arcivescovo Luis Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e al Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. In essa, i sette vescovi tedeschi chiedono aiuto e chiarimenti al Vaticano sull'argomento in questione e insistono sul fatto che la Conferenza episcopale tedesca sia andata oltre la sua competenza nel consentire agli sposi protestanti di ricevere la Santa Comunione. Sottolineano inoltre che restano aperte diverse domande dogmatiche e canoniche.
Il Kölner Stadt-Anzeiger è in possesso sia della lettera dei sette vescovi, che della risposta del 4 aprile del Cardinale Marx. Nella sua lettera, il Cardinale Marx si mostra sorpreso, respinge la settuplice affermazione dei vescovi e dichiara che la dispensa pastorale del 22 febbraio era solo una bozza e non ancora il documento finale.
I sette firmatari della Lettera di tre pagine sono: il Cardinale Rainer Woelki (Köln), l'Arcivescovo Ludwig Schick (Bamberg), i Vescovi Konrad Zdarsa (Augusta), Gregor Maria Hanke (Eichstätt), Wolfgang Ipolt (Görlitz), Rudolf Voderholzer (Ratisbona), Stefan Oster (Passau).
È significativo notare che, quando il Cardinale Marx, a febbraio, ha presentato la nuova dispensa pastorale, questa resistenza non era prevista. All'epoca, si ammetteva che la discussione sulla dispensa fosse stata "vivace", ma si sottolineava il documento fosse approvata a maggioranza. Solo ora diventa più chiaro che si trattava semplicemente della maggioranza dei due terzi dei vescovi tedeschi che all'epoca approvarono la nuova mossa ecumenica della Conferenza episcopale di Germania.
Quindi, è bello vedere che almeno alcuni vescovi tedeschi continuano a resistere a programmi progressisti nel loro paese. È da notare tuttavia che essi non hanno preso analoghe iniziative quando, il 1 ° febbraio 2017, i vescovi tedeschi hanno pubblicato le loro linee guida pastorali su Amoris Laetitia, consentendo alle coppie divorziate e "risposate" di ricevere la Santa Comunione - naturalmente ancora in singoli casi e dopo una decisione di coscienza.
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A completamento, si riportano alcuni interessanti stralci da un articolo della stessa Maike Hickson, pubblicato da LifeSiteNews il 28 febbraio.
Il cardinale Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione della Fede, in una intervista rilasciata a Die Tagespost ha affermato di non condividere affatto la decisione presa dai vescovi tedeschi di concedere la Comunione ai coniugi protestanti di cattolici, sebbene gli stessi precisino che si parli solo di casi individuali.
Il sito web dei vescovi tedeschi Katholisch.de ha pubblicato la notizia dell’intervista. Secondo questa informazione, Müller descrive l’espressione “nei singoli casi” come un “trucco retorico”.
Mentre il Codice di Diritto Canonico (nel Canone 844 § 4) consente l'intercomunione nei casi di “grave bisogno spirituale”, Müller suggerisce che non è “giusto” che i vescovi tedeschi invochino la disposizione del Codice in questa circostanza.
secondo Müller il Codice di Diritto Canonico non è applicabile in questo caso, poiché le eccezioni canoniche riguardano la salvezza eterna delle anime e il pericolo di morte. Un matrimonio misto, invece, non è una situazione di emergenza.
Nella sua nuova intervista, il cardinale Müller insiste sul fatto che nel caso in cui qualcuno condivida la fede cattolica nell’Eucaristia – come condizione preliminare per ricevere la Santa Comunione – deve anche respingere quegli insegnamenti delle comunità non cattoliche che sono in contraddizione con essa.
Per questo il card. Müller ammonisce i vescovi tedeschi a non essere, nel loro opuscolo di prossima pubblicazione sull’intercomunione, “troppo sciolti” con i principi teologici che sono interessati in questa materia. Altrimenti, si potrebbe avere a che fare “con altre conseguenze indesiderate” che potrebbero essere tratte da questo tipo di approccio. Il cardinale Müller accoglie con favore il progresso nel campo dell’ecumenismo come “auspicabile e necessario”, ma insiste sul fatto che ciò non può condurre ad una “protestantizzazione della Chiesa cattolica”.
L’opposizione del cardinale Müller alla spinta tedesca all’intercomunione arriva sulla scia di una dichiarazione del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Come riferito da LifeSiteNews, Sarah ha scritto la prefazione a un nuovo libro circa una degna accoglienza della Santa Comunione, in cui afferma: “Le comunioni sacrileghe, non ricevute in uno stato di grazia di Dio, o non professando la fede cattolica (mi riferisco ad alcune forme della cosiddetta “intercomunione”), sono anche oltraggi”.
Nell’intervista di Die Tagespost, il cardinale tedesco critica ancora una volta anche la proposta avanzata dai vescovi tedeschi di offrire una benedizione alle coppie omosessuali, che in precedenza aveva definito come “atrocità”. Sarebbe una “arroganza sacrilega” condannare le persone con inclinazioni omosessuali, dice ora, “ma nessuno può chiedere la benedizione di Dio qui, poiché gli atti omosessuali sono contrari alla volontà di Dio”, aggiungendo che l’assistenza pastorale ha un aspetto diverso e può servire la pace dell’anima solo se rimane ferma sul fondamento della verità”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
"... È da notare tuttavia che essi non hanno preso analoghe iniziative quando, il 1 ° febbraio 2017,..."
RispondiEliminaSiamo oltremodo contenti che ora si appellino al Vaticano. I sacerdoti tedeschi sono quelli più esposti al luteranesimo ed a tutti i suoi annessi e connessi. Una presa di posizione di sette vescovi tedeschi guidati dal Cardinale di Colonia vale quanto quella ipotetica, in seduta plenaria, della nostra cei . Bravi.
Certo Irina,è un bene che i sette vescovi tedeschi si siano esposti su questo argomento ma,ora, dovrebbero pronunciarsi anche su tutto il resto.
RispondiEliminaFa un po sorridere,però, il dirgli bravi.
In quanto pastori dovrebbero difendere sempre la verità tutta intera,non a "spizzichi e bocconi".
Per l'ennesima volta,a quanto pare,dobbiamo accontentarci.
Antonio
La stessa cosa vale per la riunione del 7 aprile. I problemi non riguardano solo l'Amoris laetitia e i riflessi sulla Humanae vitae...
RispondiEliminaHai perfettamente ragione, speriamo che venga fuori qualcosa di positivo. Sia pure in maniera frammentaria la verità sta cominciando a fare capolino.
RispondiEliminaAntonio
...anche gli autogol servono. Vedi colloquio con Scalfari.
RispondiEliminaAntonio
RispondiElimina...anche gli autogol servono. Vedi colloquio con Scalfari.
Visto che parliamo di un'autorità suprema, direi che soprattutto gli autogol servono, perché mostrano che si scredita da sola.
Segnalo quest'intervista del card. Burke, in vista di sabato:
http://www.lanuovabq.it/it/burke-correggere-il-papa-per-obbedire-a-cristo
Ho notato questo passaggio:
In una tale situazione i vescovi e i cardinali hanno il dovere di annunciare la vera dottrina. Allo stesso tempo devono condurre i fedeli a fare riparazione per le offese a Cristo e le ferite inflitte al Suo Corpo Mistico, la Chiesa, quando la fede e la disciplina non sono giustamente salvaguardate e promosse dai pastori. Il grande canonista del XIII secolo, Enrico da Susa o l’Ostiense, affrontando la difficile questione di come correggere un Romano Pontefice che agirebbe in un modo contrario al suo ufficio, afferma che il Collegio dei Cardinali costituisce un controllo de facto contro l’errore papale.
Beh, trovare 7 alti prelati di questi tempi in Germania, che si muovono, non può che far piacere, noto che la Baviera e la Franconia, terre cattoliche un tempo cattolicissime facciano del loro meglio, ma va bene così, si diano da fare contro il potentissimo Marx, en passant passano spesso da porta S.Anna per andare al ME, chi vuol intendere........un appunto, al santuario di Altotting c'è sempre la fila dei pellegrini, questa Pasqua l'intero corpo della polizia bavarese ha partecipato in massa, cose impensabili in Itaglia.......Lupus et Agnus.
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