Nella nostra traduzione potete leggere di seguito il testo integrale della interessante intervista - rilasciata da Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Santa Maria in Astana, a Maike Hickson di OnePeterFive - che passa in rassegna le principali questioni sul tappeto in ambito ecclesiale che coinvolgono il nostro impegno quotidiano di riaffermazione della Verità. L'intervistatrice, nel suo preambolo, considera le parole del vescovo una nuova sorta di “Sillabo degli Errori” per la Chiesa moderna, che costituisce sostanzialmente una correzione fraterna di alcune delle gravi distorsioni della Fede che continuano a circolare non corrette negli ambienti ecclesiali e tra i fedeli.
All'inizio dell'anno, i rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca hanno proposto una benedizione delle coppie omosessuali. Quale risposta dare alla luce della dottrina cattolica?
Impartire una benedizione ad una coppia omosessuale significa benedire il peccato non solo degli atti sessuali extraconiugali, ma ciò che è ancor peggio, di atti sessuali tra persone dello stesso sesso, benedire cioè il peccato di sodomia, che è considerato da quasi tutta la storia umana e dall'intera tradizione cristiana come un peccato che grida al cielo (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1867). Perché un tale peccato urla al cielo? Perché annulla, contamina e contraddice direttamente la natura e l'ordine della sessualità umana nella mutua complementarità dei due sessi, com'è stata creata dalla infinita saggezza di Dio. Gli atti omosessuali o le relazioni omosessuali sono direttamente contro la ragione e ogni logica, e contro l'esplicita volontà di Dio.
Gli atti omosessuali sono intrinsecamente così privi di senso che si possono confrontare, ad esempio, con l'assurdità di ostacolare il meccanismo di una cintura di sicurezza, dove il connettore "lingua"(maschio) viene inserito nella "fibbia" (connettore femmina). Ogni persona di buon senso riconosce l'assurdità di utilizzare per la cintura solo due lingue o solo due fibbie. Non funzionerà e in molti casi causerà la morte perché la cintura non è stata fissata. Allo stesso modo, gli atti omosessuali stanno causando la morte spirituale e spesso la morte fisica a causa del rischio estremamente elevato di malattie di origine sessuale.
Quando dei sacerdoti promuovono la benedizione delle relazioni omosessuali, promuovono un peccato che grida al cielo e promuovono un'assurdità logica. Essi in tal modo commettono un peccato grave e il loro peccato è ancora più grave di quello dei partner omosessuali che benedicono, perché incoraggiano queste persone ad una vita di peccati continui, esponendoli di conseguenza al pericolo di una condanna eterna. Tali sacerdoti sentiranno sicuramente da Dio - al momento del loro giudizio personale - queste parole gravi: "Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te". (Ez 3, 18). I sacerdoti che benedicono le pratiche omosessuali reintroducono una sorta di prostituzione dei templi pagani. Questo comportamento clericale è simile all'apostasia e ad essi sono pienamente applicabili queste parole della Sacra Scrittura: "Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo". (Giuda 4).
P. Anselm Grün, autore di libri tedesco uno dei cui libri è stato recentemente elogiato da Papa Francesco, ora dice che potrebbe immaginare in futuro un papa femmina. Il cardinale Christoph Schönborn ha anche affermato di recente che un futuro concilio potrebbe benissimo stabilire una nuova regola per le sacerdotesse e perfino per le donne-vescovo. Cos'è possibile e buono nella Chiesa e cosa no? Qual è il ruolo proprio delle donne nella Chiesa alla luce del Vangelo?
Per istituzione divina, il sacramento dell'Ordine sacro (sacramentum ordinis) può essere somministrato solo a una persona di sesso maschile. La Chiesa non ha il potere di cambiare questa caratteristica essenziale del sacramento, perché non può cambiare un aspetto sostanziale dei sacramenti, come insegna il Concilio di Trento (cfr sess. 21, cap. 2). Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che l'impossibilità di ordinare le donne è un insegnamento infallibile del Magistero universale ordinario (cfr Lettera Apostolica Ordinatio sacerdotalis, 4), quindi è una verità divinamente rivelata, che appartiene al deposito della fede (cfr. Risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 28 ottobre 1995).
Chi ostinatamente dubita o nega questa verità rivelata commette il peccato di eresia, e facendolo pubblicamente e pertinacemente, il peccato diventa un crimine canonico, che comporta la scomunica automatica (latae sententiae). Ci sono un certo numero di sacerdoti e persino vescovi, che oggi commettono questo peccato, separandosi così in modo invisibile dalla comunità della Fede cattolica. Ad essi potrebbero tranquillamente applicarsi queste parole di Dio: "Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri" (1 Giovanni 2:19).
Nessun Papa e nessun Concilio Ecumenico potrà mai permettere un'ordinazione sacramentale femminile (diaconale, presbiterale o episcopale). Se, in un caso ipotetico, lo si facesse, la Chiesa sarebbe distrutta in una delle sue realtà essenziali. Eppure questo non può mai accadere, perché la Chiesa è indistruttibile e Cristo è il vero Capo della sua Chiesa, e non permetterà che le porte dell'inferno prevalgano contro di essa in questo aspetto concreto.
Il ruolo più bello, unico e insostituibile della donna nella Chiesa è la sua vocazione e la sua dignità di essere madre, sia fisicamente che spiritualmente, perché ogni donna è materna per sua natura. Inseparabilmente con quella materna c'è la sua dignità e vocazione sponsale. In questa sua dignità sponsale la donna proclama la verità che ogni anima cristiana, anche quella di un uomo, dovrebbe essere sposa di Cristo. Nella sua vocazione materna e sponsale, la donna vive il sacerdozio interiore del cuore, unico per lei, e complementare al sacerdozio ministeriale maschile degli apostoli. Come Dio ha saggiamente stabilito l'ordine della natura, che si riflette ancora più splendidamente nell'ordine della grazia, nel sacramento dell'Ordine!
I vescovi tedeschi hanno approvato a febbraio una dispensa che consente ai coniugi protestanti di cattolici, in singoli casi e dopo un periodo di discernimento, di ricevere regolarmente la Santa Comunione. Alla luce dell'ordine sacramentale della Chiesa e anche alla luce della necessità che i cattolici si accostino regolarmente al sacramento della penitenza, una simile mossa dei vescovi tedeschi è del tutto lecita e possibile?
Fin dai tempi degli Apostoli (cfr At 2, 42), l'integrità della Fede (doctrina Apostolorum), la Comunione Gerarchica (communicatio) e la Comunione Eucaristica (fractio panis) sono inseparabilmente connesse tra loro. Ammettendo un battezzato alla Santa Comunione, la Chiesa non dovrebbe mai dispensarlo dal professare l'integrità della fede cattolica e apostolica. Non basta pretendere da lui solo la fede cattolica nel sacramento dell'Eucaristia (o nel sacramento della Penitenza e dell'Unzione degli infermi).
Ammettere un battezzato alla Santa Comunione e non esigere da lui come prerequisito indispensabile l'accettazione di tutte le altre verità cattoliche (ad esempio, i dogmi del carattere gerarchico e visibile della Chiesa, il primato giurisdizionale del Romano Pontefice, l'infallibilità del Romano Pontefice, i Concili ecumenici, il Magistero universale e ordinario, i dogmi mariani, ecc.) è una contraddizione all'unità necessariamente visibile della Chiesa e alla natura stessa del sacramento eucaristico. Il corretto effetto della Comunione Eucaristica è la manifestazione della perfetta unione dei membri della Chiesa nel segno sacramentale dell'Eucaristia. Quindi, la stessa ricezione - anche in casi eccezionali - della Santa Comunione nella Chiesa cattolica da parte di un protestante o di un cristiano ortodosso costituisce, in definitiva, una menzogna. Contraddice il segno sacramentale e la realtà sacramentale interiore, in quanto essi, i non cattolici ammessi alla Santa Comunione, continuano volentieri ad aderire visibilmente alle altre credenze delle loro rispettive comunità protestanti o ortodosse.
Possiamo riconoscere in questo contesto anche il principio problematico e contraddittorio del canone 844 del Codice di Diritto Canonico (sull'amministrazione di alcuni sacramenti come la Santa Eucaristia ai cristiani non cattolici in situazioni di emergenza o pericolo di morte). Questo principio contraddice la tradizione apostolica e la pratica costante della Chiesa cattolica per duemila anni. Già nel tempo sub-apostolico del secondo secolo, la Chiesa romana osservò questa regola secondo la testimonianza di san Giustino: "Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri" (Apol, 66, 1). Il problema creato di recente dalla Conferenza episcopale tedesca è - per essere onesti - solo la conseguenza logica delle concessioni problematiche formulate dal canone 844 del Codice di Diritto Canonico.
Alcuni ricordano che l'introduzione della comunione nella mano è stata inizialmente avviata a livello locale, solo per essere successivamente implementata per la Chiesa universale. Ne vede le corrispondenze?
Secondo la logica della fragilità umana, del dinamismo della pressione ideologica e dell'effetto contaminante dei cattivi esempi, anche i casi eccezionali di Comunione ai protestanti avranno nel tempo avranno un'applicazione diffusa, che sarà poi molto difficile da arginare.
Se questa nuova iniziativa di intercomunione fosse approvata da Roma nell'imminente incontro del 3 maggio [vedi qui l'esito dell'incontro], potrebbe trasformarsi in un ulteriore indebolimento dell'insegnamento sacramentale della Chiesa dopo Amoris Laetitia e le sue conseguenze?
Senza dubbio!
Alla luce di questo recente progetto d'intercomunione tedesco, vede limiti alle richieste di decentramento nella Chiesa?
Quando in una Chiesa particolare c'è un vero pericolo che l'integrità della Fede Cattolica e la corrispondente prassi sacramentale sono danneggiate, il Romano Pontefice deve esercitare il proprio dovere e correggere queste defezioni per proteggere il semplice fedele da una deviazione dall'integrità della fede cattolica e apostolica. Quando i vescovi agiscono in contrasto con il loro dovere di "promuovere e salvaguardare l'unità della fede e la disciplina comune all'insieme della Chiesa" (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 23), il Romano Pontefice deve intervenire in virtù del suo compito di "dottore di tutti i fedeli" e di "maestro supremo della Chiesa universale" (Lumen gentium, 25). Se durante la navigazione alcuni ufficiali provocano delle falle ai fianchi della nave, il capitano della nave non può dire: "Non interferirò, perché voglio seguire il principio del decentramento". Ogni persona di buon senso considera tale comportamento irresponsabile e assurdo, dalle conseguenze fatali. Se ciò è vero per la vita fisica, quanto più lo è per la vita soprannaturale delle anime! Quando, tuttavia, i vescovi locali fanno bene il loro lavoro nel promuovere e salvaguardare la fede, la disciplina e la liturgia della Chiesa, il Papa non dovrebbe in alcun modo limitare le loro iniziative. Questo sarebbe il sano decentramento. In "tutto ciò che è vero, onorevole, retto, puro, buono, e lodevole" (Fil 4: 8) operato dai vescovi locali, il Papa non dovrebbe interferire, e dovrebbe lasciarli persistere in queste buone opere decentralizzate.
Nel contesto del prossimo sinodo amazzonico del 2019, ci sono molti richiami ora pubblicati per un contingente di sacerdoti sposati nel rito latino. Qual è la sua risposta. Dovrebbe e può la Chiesa cattolica intraprendere questa strada?
La Chiesa cattolica romana, col trucco dei "viri probati", non dovrebbe cedere o essere turbata dalla drastica scarsità di sacerdoti in alcune regioni. Una reazione del genere sarebbe fin troppo umana e indicherebbe la mancanza di una visione soprannaturale della Divina Provvidenza, che guida sempre la Sua Chiesa. Nella storia della Chiesa ci sono prove sufficienti di una drastica scarsità di sacerdoti in periodi e regioni, in cui tuttavia la fede cattolica dei laici era fiorente per effetto della trasmissione della fede nella famiglia e della testimonianza di singole persone virtuose. Io stesso ho trascorso la mia infanzia in queste condizioni, dove per diversi anni non c'era nessun prete.
È sufficientemente dimostrato dai documenti della Chiesa antica che il celibato sacerdotale o la legge della castità sacerdotale è di origine apostolica. Nei tempi apostolici e nei tempi dei Padri della Chiesa era una norma trasmessa e inizialmente non scritta,che, dal momento dell'ordinazione sacra (diacono, presbitero e vescovo), il chierico ordinato doveva vivere in perpetua continenza sessuale, indipendentemente dal fatto che fosse sposato o single. Esistono solidi studi scientifici, che confermano questo fatto, ad esempio, gli studi di Christian Cocchini, del cardinale Alfons Stickler, Stefan Heid et alii. Al tempo di Sant'Agostino il Sinodo di Cartagine (390) aveva dichiarato la continenza perpetua come "ciò che insegnavano gli apostoli e ciò che l'antichità stessa ha osservato". Papa Leone Magno (+ 450), scrupoloso osservatore delle tradizioni apostoliche, dichiarò : "La legge di castità è la stessa per i ministri dell'altare, per i vescovi e per i sacerdoti; quando erano ancora laici o lettori, essi potevano liberamente prendere moglie e generare figli. Ma una volta raggiunti i ranghi sopra menzionati, ciò che era stato permesso non è più così. "( Epist. Ad Rusticum). Il divieto categoriale di contrarre matrimonio dopo l'ordinazione era universalmente valido ed è valido anche nelle chiese ortodosse, dove il celibato per il sacerdote diocesano è abolito. Questa è una chiara dimostrazione del fatto che la regola della castità per gli ordini superiori è di origine apostolica.
Il primo tentativo di spezzare la tradizione apostolica della regola della castità, cioè della legge sul celibato in senso lato, costituisce la legislazione della Chiesa bizantina nel cosiddetto secondo sinodo trullano (691) che, tuttavia, la Sede apostolica non ha riconosciuto. Secondo la legislazione bizantina, il prete sposato deve osservare la continenza sessuale la notte prima di celebrare il Sacrificio eucaristico. Eppure un vero prete cattolico, che è giorno e notte "un altro Cristo" (alter Christus), e che quindi dovrebbe celebrare ogni giorno il Santo Sacrificio, deve vivere sempre in perfetta castità. Questa è una conseguenza logica della dignità ontologica del sacerdozio del Nuovo Testamento e della sua perpetua connessione con l'offerta del Sacrificio di Cristo sull'altare, a differenza del sacerdote dinastico carnale dell'Antico Testamento, che era obbligato alla continenza sessuale solo durante il servizio periodico prestato nel tempio. Fu proprio con riferimento ai sacerdoti dell'Antico Testamento, ai quali fu permesso di avere rapporti sessuali con le loro mogli, che il Sinodo Trullano nel 691 dispensò i preti sposati dalla legge della castità.
Se il Sinodo dell'Amazzonia previsto per il 2019 introdurrà il sacerdozio uxorato, sia pure in casi particolari e in specifiche aree geografiche, il dinamismo di una tale innovazione - il fenomeno del sacerdozio uxorato - senza dubbio inonderà gradualmente l'intera Chiesa latina. Speriamo che Il Sinodo dell'Amazzonia del 2019 non promuova l'introduzione dello stile di vita dei sacerdoti dell'Antico Testamento, uno stile di vita estraneo all'esempio di Cristo, L'eterno Sommo Sacerdote della Tradizione Apostolica. Inoltre, esiste un eccellente romanzo dello scrittore argentino Hugo Wast (pseudonimo di Gustavo Adolfo Martínez Zuviría, + 1962) dal titolo "Lo que Dios ha unido" ("Ciò che Dio ha unito"), in cui l'autore dimostra, in modo convincente e brillante, l'incompatibilità tra il sacerdozio cattolico e una vita coniugale sessualmente attiva.
In una recente conferenza in Vaticano, sono stati consegnati ai partecipanti doni fortemente somiglianti al simbolismo massonico. Si tratta di uno sviluppo problematico alla luce della salvaguardia dell'insegnamento cattolico intero e integro?
I "doni" citati, che è possibile veder descritti e visualizzati su Internet, sono apertamente pagani, esoterici e massonici. Ciò che è accaduto in Vaticano, sede della verità ("cathedra veritatis") di San Pietro, ci ricorda frequenti episodi nell'Antico Testamento, nei quali il popolo di Dio e alcuni dei loro leader si erano allontanati dalla vera e unica adorazione dovuta a Dio. Perché, secondo l'opinione di alcuni leader religiosi nell'Antico Testamento, era lecito unire l'adorazione del vero Dio al culto degli idoli. Tuttavia, Dio attraverso la voce di tutti i suoi profeti lo ha flagellato come un abominio. Non vi può essere alcun dubbio che sulla menzionata esibizione cultuale pagana in Vaticano suoneranno le stesse voci di condanna di tutti i profeti biblici. Questo tragico episodio in Vaticano rivela alcune somiglianze con la seguente visione profetica della Beata Anna Catarina Emmerich: "Ho visto di nuovo l'attuale Papa e la chiesa oscura del suo tempo a Roma. [...] E ecco, uno spettacolo molto singolare! E ecco, uno spettacolo singolare! Ogni membro della congregazione estrasse un idolo dal suo petto, lo mise davanti a lui e lo pregò. Era come se ogni uomo estraesse i suoi pensieri o passioni segreti sotto l’apparenza di una nuvola scura che, una volta fuori, prendeva una forma definita. La parte più singolare era che gli idoli riempivano il posto; la chiesa, sebbene gli adoratori fossero così pochi, era affollata di idoli. Quando il servizio era finito, il "dio" di ognuno rientrò nel suo seno. Tutta la chiesa era drappeggiata di nero, e tutto ciò che vi avveniva era avvolto nell'oscurità "(Visione del 13 maggio 1820).
Recentemente il Vaticano ha deciso di prestare molti paramenti sacri e altri oggetti sacri ad una mostra di moda laica a New York che presenterà anche abiti per sacerdote, vescovo, cardinale e anche papa femmina. Una decisione del genere del Vaticano non confonde il sacro con il profano ed è contestualmente causa della confusione morale e spirituale dei fedeli?
Una tale azione è chiaramente una profanazione di cose sacre, benedette per l'adorazione esclusiva del vero Dio, la Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Non si può fare a meno di ricordare la profanazione degli oggetti sacri nell'Antico Testamento del re Nabucodonosor (cfr Dn 5: 2). Tuttavia, "Non ci si può beffare di Dio" (Gal 6: 7). Le seguenti parole di Dio attraverso la bocca del profeta Daniele sono perfettamente applicabili al menzionato episodio di profanazione delle vesti sacre, acconsentito da un'autorità vaticana: "Hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres".(1) (Dan 5: 23-25). Se il profeta Daniele dovesse vivere oggi e venisse a conoscenza del menzionato uso profano di paramenti sacri, indubbiamente dirigerebbe le stesse parole a quelle persone, che acconsentirono a tale profanazione o collaborarono con essa.
Recentemente, il mondo ha assistito al caso Alfie Evans in cui lo stato ha deciso di porre fine al supporto vitale di un bambino malato. L'Arcivescovo Paglia e alcuni vescovi britannici hanno elogiato lo stato per questa decisione, facendo riferimento al fatto che non si dovrebbero usare trattamenti eccessivi. Qual è la sua risposta al caso Alfie? Lo stato ha preso la decisione giusta e il mondo secolare sta andando nella giusta direzione? Quali dovrebbero essere i principi del trattamento dei malati gravi, bambini o adulti?
Il caso Alfie si è rivelato come la punta dell'iceberg. L'iceberg è la moderna anti-cultura di uccidere i bambini non ancora nati : pratica nata come azione legale per la prima volta nella storia umana dalla dittatura comunista e marxista di Lenin nel 1920. Dagli anni '60 del secolo scorso, l'uccisione legale di i bambini non ancora nati si è diffusa gradualmente come azione orchestrata in quasi tutti i paesi occidentali. L'ideologia mondiale di uccidere i bambini non nati è essenzialmente un'ideologia di disprezzo dell'umanità sotto la maschera cinica dei presunti diritti della donna o della nebulosa "salute riproduttiva".
L'industria dell'aborto e la sua ideologia politica hanno sempre categoricamente rifiutato il confronto dell'aborto con l'infanticidio. Eppure, il caso Alfie ha mostrato al mondo intero, in tutta evidenza, che il potere politico, giuridico e mediatico mondiale di annientare i non nati - la vulnerabile e debole vita umana non ancora nata - vuole fare il prossimo passo di qualità introducendo la legalità dell'infanticidio iniziando con l'ammettere l'omicidio legale di un bimbo gravemente malato. Con il caso Alfie, hanno voluto dare un esempio in questa direzione. In effetti, questa è solo una conseguenza logica dell'aborto, combinata ora con l'ideologia dell'eutanasia. Il caso Alfie ha messo in luce con chiarezza le diverse posizioni sulla questione della difesa intransigente dell'inviolabilità della vita umana. Ha unito spontaneamente da tutti gli angoli della terra i difensori della vita in una comune linea di battaglia. C'è stata una piccola, ma nobile unità dell'esercito spirituale contro la potente cospirazione di un'agenda politica concordata, del sistema giudiziario e - con nostro grande stupore - anche della medicina. L'esercito della vita sembrava essere un nuovo David di fronte al moderno Golia dell'infanticidio. Sembra che questa volta Golia abbia vinto. Eppure, in effetti, questo Golia ha perso. Perché nel caso di Alfie le parti politiche, giudiziarie e mediche coinvolte hanno perso la credibilità morale dell'imparzialità, della trasparenza e del senso di giustizia. Il vincitore è stato tuttavia il piccolo esercito di Alfie. Perché agli occhi di Dio e perfino agli occhi della Storia, quelli che difendono gli esseri umani più deboli e vulnerabili, e cioè in primo luogo i bambini non nati e quelli malati, saranno sempre i vincitori. Un complotto politico, giuridico e medico contro la vita umana un giorno sicuramente collasserà, perché è disumano.
Al caso Alfie e al piccolo esercito di vita intorno a lui, si possono applicare queste parole della Sacra Scrittura: "Chi semina in lacrime mieterà con giubilo!" (Sal 126,5).
+ Athanasius Schneider, vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Santa Maria ad Astana
[Traduzione di Chiesa e post-concilio]
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1. NdT: ....e questa ne è l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
Gender Studies: il nome scientifico della manipolazione organizzata e istituzionalizzata tesa a modellare il nuovo profilo dell'uomo svirilizzato e post-identitario, femminilizzato e con permanente senso di colpa per essere nato maschio. L'obiettivo è santificare la civiltà del Padre evaporato: in assenza del Padre come simbolo della Legge, domina il Desiderio consumistico illimitato.
RispondiEliminaDiego Fusaro
Prima ancora del “Sillabo degli Errori” occorre un'educazione, una formazione familiare, scolastica che sia centrata, che abbia delle priorità indiscutibili per la loro veridicità. Va detto che il genitore che non coltiva il senso religioso, con cui il bambino nasce, nei fatti si mette al posto di Dio, che sotto sotto invidia, nel cuore dei figli e lo fa con forza e con sfacciata presunzione. Questa mossa che, sul momento sembra particolarmente scaltra, nei fatti, sul finire della primissima infanzia del figlio già mostra la corda. Infatti ben presto il bambino capisce che il genitore non è onnipotente, nè onnisciente, nè tratta le persone con pari pazienza ed amorevolezza, nè dimentica, nè perdona facilmente,insomma il bambino capisce che non solo il genitore ha molti limiti ma, neanche si corregge. Ciò non è verbalizzato in concetti ma, acquisito da tutto il suo essere e nessuno sa quando si riaffaccerà alla coscienza in pensieri e parole. Questo boomerang, che il genitore ha lanciato a Dio, a lui stesso indietro tornerà tra capo e collo. Però siccome il genitore intuisce di aver fatto una cretinata maxima, comincia prestissimo ad allisciarsi il figlio, a fare il compagnone del figlio, a viziarlo per sventare le grane future e futuribili. Può, ad un certo punto, accadere di tutto anche di tragico. Nel migliore dei casi il figlio perdona o disgustato se ne va altrove per sempre. Lasciando i genitori con la loro superbia e tutto quel che ne discende in vizi e perfino dannazione eterna se non vogliono ravvedersi.
RispondiEliminaE' facile che ciò accada a molti di coloro che hanno funzioni educative come insegnanti, pastori, anche pontefici che, nel pensier possono fingersi Dio. Man mano che salgono le scale, degli oneri e degli onori, la caduta, se non si segue la via retta, è rovinosa fino a diventar mortale, per l'anima certamente. Il nostro compito è gridare, all'erta! Nessuno risponde. Nessuno ode? Sprezzanti continuano nell'errore. Man mano che salgono si capisce che si hanno davanti incarnazioni diverse del nemico. Gesù Cristo non perse neanche una delle sue pecore,non cambiò neanche un apice di quello che fu rivelato, ubbidiente fino alla morte e alla morte in Croce. I fatti dicono più di quanto sia possibile ancora scrivere intorno alla follia di pretendere di non aver fede in Dio, Uno e Trino, e riporla invece nell'uomo, cioè in se stessi e/o in qualsiasi altro uomo laureato, aristocratico o presidente o emerito.
" hanno deciso di occupare piazza Plebiscito per pregare. "
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/islam-la-segregazione-degli-occidentali-a-casa-loro
Gli lasciano/mo togliere qualunque uzzolo gli salti per la testa , qualunque .
Questa cultura pretende non chiede permesso , grazie , pego , scusi .
Diciamola tutta hanno/abbiamo paura di costoro .
Provino , provino i Preti a suonare nuovamente le campane , come una volta , che scandivano la giornata dell'uomo , la vita e la morte , che invitavano ad alzare lo sguardo al Creatore ! Provino , se hanno coraggio .
Giovanni il Battista ,intervistato riguardo alle parole del Vescovo Ausiliare di Astana, ha detto:
RispondiElimina"VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO"!
Il card. Sarah nell’omelia della messa di Pentecoste di domenica scorsa ha detto:
RispondiElimina“Il progetto, come è stato ripreso da alcuni, di separare il celibato dal sacerdozio mediante l'amministrazione del sacramento dell'Ordinazione Sacerdotale ai coniugi (‘viri probati’) - per ‘motivi pastorali o per certe necessità’, come si dice - porta a gravi conseguenze e a una definitiva rottura con la Tradizione Apostolica.”
Mentre, riguardo alla Intercomunione, nella prefazione di un libro, è stato molto chiaro:
“Non è ammessa l'intercomunione tra cattolici e non cattolici. Dovete confessare la fede cattolica. Un non cattolico non può ricevere la Comunione. Questo è molto, molto chiaro. Non si tratta di seguire la propria coscienza.”
Per il "vescovo" di Amburgo, Bergoglio avrebbe approvato tacitamente l'intercomunione, perché, se così non fosse, non avrebbe sollecitato a cercare una soluzione condivisa, dopo aver - per giunta - lodato lo "sforzo ecumenico" di Marx & company.
RispondiEliminaE, secondo me, ha perfettamente ragione.
In effetti, se non l'avesse approvata implicitamente, avrebbe ripreso i vescovi tedeschi anziché dare libertà di interpretazione caso per caso alle conferenze episcopali.
"... Bergoglio avrebbe approvato tacitamente..."
RispondiEliminaChe figura da cioccolataio!
Schneider: Tre di noi hanno rilasciato la dichiarazione sull’indissolubilità del matrimonio il 31 dicembre 2017, festa della Sacra Famiglia, in forma ordinaria.
RispondiEliminaE’ un inganno quello che si dice che la dottrina rimanga, ma la pratica può cambiare. No! Dobbiamo dirlo: “La pratica non può essere cambiata”.
Dobbiamo affermare pubblicamente la verità.
Possiamo solo formulare e affermare l’insegnamento immutabile della Chiesa e l’immutabile pratica. Non possiamo giudicare il Papa; il Papa non può essere giudicato da nessuno. Un vescovo o un Concilio generale non può giudicare il Papa. Ma un papa può essere giudicato da un papa successivo, e un Concilio successivo ….
Possiamo solo ammonire il Papa sempre con rispetto. Affermare la verità è una sorta di correzione indiretta del Papa e di ammonimento indiretto.
Ora abbiamo dieci vescovi in tutta la Chiesa che hanno dato pubblicamente il loro nome e hanno firmato (il documento, ndr). Ho parlato con altri vescovi e cardinali che hanno detto: “Sono d’accordo con il vostro testo, è del tutto buono, ma non posso firmare. Ho paura della persecuzione”. Così, ci sono un certo numero di vescovi e cardinali che sono veramente intimiditi. Ciononostante, concordano con la nostra dichiarazione e con il Dubia rilasciato dai quattro Cardinali.
Nella causa della verità non si tratta di numeri, ma della verità stessa che trionferà. Nel IV secolo, c’erano solo un paio di vescovi non Ariani, li si poteva contare sulle dita di una mano, ed anche così, erano sostenuti dai fedeli. Sant’Atanasio disse ai fedeli cattolici: “Gli ariani (i vescovi pubblici di quei tempi), hanno le chiese, i palazzi, ma noi abbiamo la fede”. Oggi, è vero allo stesso modo, hanno il potere amministrativo, ma noi abbiamo la fede. E questa fede è più potente; questo è ciò che durerà.
(Stralcio da un'intervista che sarà pubblicata per intero)
Diceva il Cardinale Kasper, nell’intervista presa in esame:
RispondiElimina“Se condividono anche la fede eucaristica cattolica, che cosa impedisce…? (cfr. Atti degli Apostoli 7, 37; 10,47)”
Rispondo dicendo:
Non condividono la fede eucaristica cattolica, ed è proprio questo che impedisce la loro ammissione alla SS. Eucaristia.
https://cooperatores-veritatis.org/2018/05/23/il-luterano-la-prostituta-e-il-cardinale-kasper/