Un altro piccolo tassello Latina Lingua fovenda, in attesa di mettere a punto il semplice corso di latino che sto organizzando e spero di poter rendere accessibile in streaming a breve. Per chi ama approfondire, qui l'indice dei precedenti articoli sul Latino.
"Conoscere il latino è importante quanto conoscere la riproduzione delle cellule o la fisica quantistica... Il latino è il codice genetico dell’Occidente; se vogliamo, pure il suo sistema immunitario, ovvero, per rimanere nella metafora biologica, la fonte prima del principio di identità. Eppure in Italia si trovano ancora individui, a cominciare dai politici, che lo vorrebbero abolire...".
Ho deciso di scrivere questo libro, Viva il latino, per esprimere la mia gratitudine e la mia ammirazione crescente verso una lingua che non solo mi ha aiutato e tuttora aiuta a vivere, ma che ritengo essenziale per la felicità di tutti. Pertanto, volevo anche difendere il latino dagli attacchi e dalle critiche irresponsabili di molti, che parlano per pura ignoranza sia del latino sia delle grosse questioni che lo studio del latino comporta: la missione del sapere umanistico, il rapporto tra le scienze cosiddette esatte e le scienze storiche, i concetti stessi di sapere e di formazione, l’idea di utilità, la funzione della cultura nello sviluppo della vita civile, i doveri della scuola, il posto della tradizione nel presente.
Il latino (intendo la grande letteratura scritta in questa lingua) è una scienza immensa, che ha per oggetto principale la mente e le capacità espressive dell’essere umano. Nel latino si è formato il sistema intellettuale ed emozionale del mondo in cui ci troviamo. Il latino è il codice genetico dell’Occidente; se vogliamo, pure il suo sistema immunitario, ovvero, per rimanere nella metafora biologica, la fonte prima del principio di identità. Eppure in Italia si trovano ancora individui, a cominciare dai politici, che lo vorrebbero abolire. Questi, per una distorta, presuntuosa idea di attualità, non sanno che il latino è uno dei vanti del sistema scolastico italiano.
Grazie al latino (e al greco) la formazione secondaria italiana, a confronto con quella di molti paesi europei e degli Stati Uniti, può senz’altro dirsi un esempio di pedagogia avanguardistica. Non ci si potrà mai rallegrare a sufficienza di aver offerto a generazioni di giovani il privilegio di crescere umanamente e intellettualmente sui magnifici testi di Cicerone, di Virgilio, di Seneca e di altri antichi.
I nemici del latino, tra l’altro, non tengono minimamente conto del fatto che ai giovani il latino piace. I giovani, quando non sono impediti dalle circostanze e se guidati da insegnanti capaci e appassionati, sono aperti alle avventure più impegnative dell’intelligenza. Sono gli adulti i pigri e i disfattisti, quelli che cercano ragioni laddove la ragione è la cosa stessa. Quanti tra i miei lettori tornano al latino appunto per sentirsi giovani!
Vorrei far notare che in un’università come quella di Oxford, dove io insegno, il latino attira ogni anno più studenti, dei quali solo una minoranza troverà impiego nel sistema scolastico o accademico. Conosco vari classicisti che lavorano alla City o che, seguito un corso integrativo, hanno preso la strada della politica o dell’avvocatura. In Italia la curiosità per il latino si è assopita, purtroppo, sotto una coltre di ceneri, alimentata da assuefazione, noia istituzionalizzata, preconcetti, diffidenza verso la complessità e la bellezza dell’interpretare, demagogia. Ma credo che basti soffiarci sopra con un po’ di buona volontà perché i tizzoni riprendano ad ardere. Io proporrei anche di diffondere corsi di latino fuori della scuola. Perché uno può studiare l’inglese o anche il cinese, e non il latino? Io stesso già più di vent’anni fa tenevo corsi serali di latino alla New School di New York. Il mio pubblico era fatto della gente più varia: artisti sotto i trenta, madri di famiglia, qualche uomo di mezza età. Volevano incontrare l’antichità, confrontarsi con la grande cultura di Roma. Dopo un anno traducevamo già passi dell’Eneide.
Conoscere il latino è importante quanto conoscere la riproduzione delle cellule o la fisica quantistica. Molti non sanno nulla neppure di queste faccende. Però nessuno si sogna di contestarne l’importanza, perché le ritiene scienze di oggi, mentre il latino è roba passata. Pregiudizi. Non sanno che la fisica e la biologia sono a loro volta costruzioni storiche tanto quanto il latino. Qualunque studio, pur nella sua pretesa di assolutezza, è inevitabilmente rivolto all’oggi. Il caso dell’archeologia mi sembra illuminante: quello che salta fuori dallo scavo entra in contatto con un tempo diverso. Donde la necessità di capire il reperto, ricollocarlo nel suo contesto, usarlo per capire che cosa è avvenuto tra il suo tempo e il nostro.
Bisogna accettare che l’oggi è fatto di ieri, di moltissimi ieri. Il mazzo che vedi dall’alto non è solo la carta che sta in cima. O non c’è partita.
Viva il latino
* * *
Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo
Seguito del bestseller internazionale Viva il latino
Il latino – quello dei grandi autori ma anche quello quotidiano che spesso usiamo senza rendercene conto – è un tesoro di significati che continuano a parlarci e a renderci quel che siamo. Non soltanto perché attraverso questa lingua possiamo farci idee più chiare sulla provenienza di immagini, metafore, modi di dire, ma soprattutto perché il latino costantemente ci sfida a entrare in dialogo con il nostro passato, e quindi a interpretare con maggiore consapevolezza i segni del futuro che ci attende. In questo personalissimo vocabolario ideale, spaziando dalla storia alla filosofia, dai grandi classici agli scrittori moderni, Nicola Gardini sceglie dieci parole che hanno formato e tuttora formano il nostro tempo e la nostra civiltà, e attraverso cui è possibile leggere in controluce frammenti della storia di tutti noi. Il latino non può essere infatti limitato a studio delle nostre origini, di radici che sono per definizione nascoste e sotterranee: il latino è un albero, è dotato di fusto, rami, foglie che tendono verso il cielo. Il latino è una foresta che si è espansa ed è arrivata fino a noi. E che certamente non si fermerà qui.
SIGNUM
ARS
MODUS
STILUS
VOLVO
MEMORIA
VIRTUS
CLARITAS
SPIRITUS
RETE
Of Dante and Our Current Crisis
RispondiEliminahttps://www.thecatholicthing.org/2018/10/04/of-dante-and-our-current-crisis/
Scavando scavando piano piano un po' alla volta vengono alla luce tutti i vulnus che hanno aiutato la decadenza dell'Occidente .
RispondiEliminaUna scuola vieta i cellulari: «Meglio guardare le stelle»
RispondiElimina«Seppur consapevoli della grande utilità dei cellulari, crediamo che il loro utilizzo diventi sempre più una fonte di distrazione, di comportamenti asociali e di conflitto sia a scuola che a casa…..Ricerche hanno dimostrato che la semplice presenza di cellulari nelle aule può avere un'influenza negativa sulla performance degli studenti».
http://www.lanuovabq.it/it/una-scuola-vieta-i-cellulari-meglio-guardare-le-stelle
Finalmente , forse la scuola avverte l'esigenza di tornare ad essere quella che fu .
Speriamo che si concluda presto la scuola del 'vietato vietare' e che i giovani tornino a sfogliare la Enciclopedia .
Senza un po' di fatica non si ottiene niente e non c'e' neanche soddisfazione
RispondiEliminaSu "Viva il latino"
RispondiEliminaSe non avessi il sospetto che questo Gardini in realtà non voglia essere preso sul serio, come darebbe a pensare la boutade iniziale sul latino "essenziale per la felicità di tutti", noterei che un paio di cose serie e in linea di massima condivisibili le dice:
Conoscere il latino è importante quanto conoscere la riproduzione delle cellule o la fisica quantistica.
Sennonché, mi si corregga se sbaglio, non si sentono in giro molte voci indignate perché la fisica quantistica non è ancora stata inserita nei programmi di scuola (possibilmente media inferiore).
Il latino è il codice genetico dell’Occidente (dalla qual cosa dovrebbe dedurre che gli Orientali sono geneticamente condannati all'infelicità).
Sennonché rimane anche lui vittima del vieto pregiudizio umanistico che confina il latino agli autori pagani dell'Antichità: Cicerone, Virgilio, Seneca "e altri antichi". Appena i suoi allievi capiscono un po' di declinazioni va subito a leggere l'Eneide. I padri e gli altri autori cristiani? Non pervenuti. Il Medioevo latino? Non pervenuto. Il latino moderno? Non pervenuto, tranne forse le catullerie di Pontano e simili, che però sono solo imitazioni, e siccome abbiamo l'originale...
Sulle 10 parole latine
C'è qualcuno che non vede che questo è un elenco di concetti, considerati dal Gardini particolarmente rappresentativi, i quali si possono esprimere in qualsiasi lingua, e che in esso il latino è un mero elemento accidentale? Cambierebbe qualcosa se l'elenco fosse in italiano, tedesco, basco, coreano?
Perfino la mia prof di italiano alla scuola media, nel lontanissimo triennio '75 - ''78, comunista sessantottina, era una sostenitrice dell'insegnamento del latino.
RispondiEliminaMa ciò non toglie che, salvo qualche eccezione, chi vuole eliminare il latino e' persona che, a sinistra o anche a destra, ha una concezione prettamente materialistica della vita.
Quindi incarna perfettamente il modello attuale di progresso e di coloro che lo hanno e lo stanno imponendo.
Ma \'articolo non evidenzia come l'eliminazione del latino sia stata ancor più devastante nella.Chiesa e non sono certo io a scoprirlo.
La cosa che sorprende, su quest'ultimo aspetto, e' che gli alti esponenti del clero si possono accusare di tutto, ma non certo di ignoranza, dalle cose dello spirito a quelle del mondo.
Eppure, hanno eliminato il latino dalla Messa quando nello Stato non si pensava nemmeno lontanamente ad eliminarlo dalla scuola.
E non mi si venga a dire che Satana non c'entra nulla...
P.S. Fuori tema.
Molti ritengono che il nome del diavolo vada scritto in minuscolo, in modo da sminuirne l'importanza.
Secondo me, invece, porta alla sua sottovalutazione, che e' l'errore più grande che si possa fare.
Guai a sottovalutare il demonio pensando che non può farci nulla perché siamo protetti, e' proprio allora che ci fa cadere.
Gesu',la Madonna e i santi ci insegnano che più si avanza nella vita spirituale e più Santana e i suoi scagnozzi "si impegnano" con tentazioni più forti e prove più dure, che il Signore può consentire a fin di bene.
Mai come in questo periodo, in cui se ne nega l'esistenza, il nome del Diavolo va scritto in maiuscolo, perche' e' un entità spirituale che esiste ed e' forte e bene armata, come insegnato espressamente dal Signore Gesù.
E molti preti non ci credono più e, qunidi, non ne parlano nemmeno.
Occhio, se andate oggi su www.istruzione.it leggerete che é partito un giro di conferenze di sedicenti "esperti" per modificare il curricolo di studio del liceo classico. Propongo petizione indignata...l loriel'orienta che si vuole dare é tutto massonico, pagano ed animista....il rapporto Uomo-Natura e boiate simili pseudo pagane. Certo, e l'ultima scuola che insegna a pensare e questo da' fastidio ai massificatori manovratori del popolo bue.. reagiamo tutti scrivendo!!!
RispondiEliminaIl latino è il codice genetico dell’Occidente (dalla qual cosa dovrebbe dedurre che gli Orientali sono geneticamente condannati all'infelicità).
RispondiEliminaLatinista, qui vedo l'arte di far discendere da un'affermazione qualcosa che essa non dice né sottende.
Dire che "il Latino è il codice genetico dell'Occidente" significa semplicemente questo e non mi pare se ne possa dedurre l'infelicità dell'Oriente, ma che l'Oriente ne ha un altro che non è necessariamente in contrapposizione. E'semplicemente "altro"...
Appena i suoi allievi capiscono un po' di declinazioni va subito a leggere l'Eneide. I padri e gli altri autori cristiani?
RispondiEliminaIn un articolo c'è un accenno d'immediatezza, non è un trattato. Quanto alla patristica, si tratta di un laico. E comunque la patristica, più che la letteratura classica, e più propria dei filosofi e degli ecclesiastici, con eccezioni, naturalmente, per via delle ricchezze che contiene...
Mic, la mia osservazione sugli Orientali geneticamente infelici, ovviamente surreale, si deduce quasi per sillogismo dalle due premesse del Gardini: 1. "il latino è essenziale per la felicità di tutti" e 2. "il latino è il codice genetico dell'Occidente", e quindi gli è proprio, visto appunto che l'Oriente ha altro.
RispondiEliminaIl tutto, data la mia dichiarata adesione alla seconda premessa, mira a sottolineare il ridicolo della prima.
Anch'io sono un laico, come docente confinato nell'Antichità dalla mia disciplina accademica (cosa che non credo valga per il Gardini), ma ho tenuto corsi di lingua e letteratura anche su autori cristiani: non è mica vietato; e restano pur sempre il Medioevo latino e il latino moderno, tanto più significativi per la nostra storia quanto più vicini a noi, ma costantemente ignorati dagli adoratori della "lingua di Cicerone", vittime del vieto pregiudizio umanistico di cui sopra (e tra di loro, riprendendo un commento di bedwere all'articolo di qualche giorno fa, includo anche l'autore della Veterum sapientia, che mostra quel pregiudizio fin dal titolo).
Mic, perdonami, ma non condivido la tua affermazione: "E comunque la patristica, più che la letteratura classica, è più propria dei filosofi e degli ecclesiastici, con eccezioni, naturalmente, per via delle ricchezze che contiene". È grazie a scrittori ecclesiastici quali, per limitarmi a due, Clemente Alessandrino ed Eusebio di Cesarea che possediamo frammenti di opere altrimenti irrimediabilmente perdute. Le distinzioni "letteratura classica", "patristica" etc., come ha osservato sopra Latinista, risentono di un forte pregiudizio umanistico. In quest'ottica, andrebbe dunque trascurata, ad esempio, la ricchissima letteratura pagana, greca e latina, di età tardoantica. E, d'altra parte, come si potrà comprendere appieno un autore quale Giuliano imperatore, senza entrare nelle problematiche della letteratura ecclesiastica e patristica di IV sec.? Per non parlare poi del dibattito intorno all'eredità di Origene, che ha condizionato, nel bene e nel male, le controversie teologiche successive.
RispondiElimina
RispondiEliminaDai classici venivano esclusi i Padri della Chiesa
In effetti, era una limitazione non ricomprendere nei classici anche autori come Tertulliano e Agostino, con il loro latino corposo e potente. Ma, a pensarci bene, i Padri della Chiesa richiedono una maturità che nel lettore liceale ancora non c'è. Una loro antologia avrebbe comunque dovuto esser fatta conoscere agli studenti. Da come mi ricordo io, se ne avevano solo pochi cenni. Ma è anche vero che i giovani erano molto più attratti dalle vicende narrate da Cesare, dall'Eneide o dai poeti, che dall'austero mondo morale dei Padri della Chiesa.
Il nostro "codice genetico" culturale è diverso da quello degli Orientali? Pazienza, che vogliamo farci.
L'eredità greco-romana, mediata dal Cristianesimo, opportunamente impiegata ci aiuta a difenderci, in quest'epoca di confusione, da tutti i veleni e le droghe che vengono dall'Oriente, e a combattere quelli prodotti copiosamente in casa nostra.
Il tutto, data la mia dichiarata adesione alla seconda premessa, mira a sottolineare il ridicolo della prima.
RispondiEliminaEra chiaro. Ma ho trovato eccessiva la sottolineatura.
"Codice genetico" e` chiaramente una metafora.
RispondiEliminaCito Silvio Brachetta:
RispondiElimina"Uno degli aspetti più sconvolgenti di questo periodo storico, di cui pochi si sono realmente avveduti, è la vittoria schiacciante riportata dalle discipline scientifiche ed economiche su quelle filosofiche e umanistiche. Siamo stati scaraventati nel buco nero mangiatutto della prevalenza del cretino universale". (Francesco Carraro)
"Insulti incredibili e inaccettabili". Matteo Salvini reagisce con rabbia alle parole, le ennesime, di Jean Claude Juncker sul governo italiano: "Mi auguro che Salvini non debba mai raccogliere le macerie dell'Italia", ha detto il presidente della Commissione Ue. Visto il suo ruolo, una velata minaccia a Lega e M5s. "Le uniche macerie che dovrò raccogliere sono quelle del bel sogno europeo, distrutto da gente come Juncker - è la replica del leader leghista e vicepremier -: sarò felice di ricostruire una nuova Europa con il voto popolare di maggio, io lavoro solo e soltanto per il bene ed il futuro del popolo italiano".
RispondiEliminahttps://grecolatinovivo.wordpress.com/2015/10/08/perche-studiare-il-latino-ed-il-greco/
RispondiEliminaA DISTANZA DI 50 ANNI, ALLA VIGILIA DELLA SUA CANONIZZAZIONE, PAPA PAOLO RESTA UN ENIGMA.
RispondiEliminaHA PROFETATO O HA SEMPLICEMENTE SOPRAVVALUTATO IL "POPOLO MODERNO SATURO DI PAROLA CHIARA, INTELLEGIBILE, TRADUCIBILE NELLA SUA CONVERSAZIONE PROFANA"?
"Non più il latino sarà il linguaggio principale della Messa, ma la lingua parlata. Per chi sa la bellezza, la potenza, la sacralità espressiva del latino, certamente la sostituzione della lingua volgare è un grande sacrificio: .. che cosa sostituiremo a questa lingua angelica? ... Che cosa vale di più di questi altissimi valori della nostra Chiesa? ... vale di più la partecipazione del popolo, di questo popolo moderno saturo di parola chiara, intelligibile, traducibile nella sua conversazione profana." (Paolo VI Udienza Generale del Mercoledì, 26 novembre 1969.)
Mario Proietti
"Non più il latino sarà il linguaggio principale della Messa, ma la lingua parlata. Per chi sa la bellezza, la potenza, la sacralità espressiva del latino, certamente la sostituzione della lingua volgare è un grande sacrificio: perdiamo la loquela dei secoli cristiani, diventiamo quasi intrusi e profani nel recinto letterario dell’espressione sacra, e così perderemo grande parte di quello stupendo e incomparabile fatto artistico e spirituale, ch’è il canto gregoriano. Abbiamo, sì, ragione di rammaricarci, e quasi di smarrirci: che cosa sostituiremo a questa lingua angelica? È un sacrificio d’inestimabile prezzo. E per quale ragione ? Che cosa vale di più di questi altissimi valori della nostra Chiesa? La risposta pare banale e prosaica; ma è valida; perché umana, perché apostolica. Vale di più l’intelligenza della preghiera, che non le vesti seriche e vetuste di cui essa s’è regalmente vestita; vale di più la partecipazione del popolo, di questo popolo moderno saturo di parola chiara, intelligibile, traducibile nella sua conversazione profana. Se il divo latino tenesse da noi segregata l’infanzia, la gioventù, il mondo del lavoro e degli affari, se fosse un diaframma opaco, invece che un cristallo trasparente, noi, pescatori di anime, faremmo buon calcolo a conservargli l’esclusivo dominio della conversazione orante e religiosa?"
RispondiElimina(Udienza Generale del Mercoledì, 26 novembre 1969)
http://www.cattolicaautaut.it/bentornato-latino/
RispondiEliminahttps://www.scienzainrete.it/articolo/vuoi-fare-lo-scienziato-studia-latino/simonetta-pagliani/2018-11-24
RispondiEliminahttps://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29380213
RispondiEliminaMedical Students' Exposure to the Humanities Correlates with Positive Personal Qualities and Reduced Burnout: A Multi-Institutional U.S. Survey.
https://www.youtube.com/watch?v=BMfnw6oBq9w&feature=share
RispondiEliminaSpoken Latin at Princeton University
L'incredibile conservazione del latino nella lingua sarda
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/notes/ethnopedia/lincredibile-conservazione-del-latino-nella-lingua-sarda/1784341014961278/
Canto gregoriano in Terra Santa
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=4d_c0wxM82k
https://www.saturniatellus.com/2019/05/leuropa-ha-masticato-il-latino-per-20-secoli-e-non-ama-linglese-ripartiamo-da-qui/
RispondiEliminahttps://oltrelalinea.news/2019/10/29/latino-oggi/amp/
RispondiEliminalatino oggi: perché dobbiamo continuare a studiarlo