La seria trasmissione 60 Minutes Overtime, della catena televisiva americana CBS, ha messo in onda, il 9 dicembre 2018, i primi risultati di un’inchiesta scientifica condotta su larga scala, che riguarda l’impatto degli smartphone e di altri tablet sullo sviluppo del cervello dei più giovani.
I Giornalisti della CBS confessano che hanno cominciato ad interessarsi della questione dell’impatto neurologico dei display sui più giovani, dopo aver incontrato Tristan Harris nel 2017. Questo ex direttore di Google ha spiegato loro senza esitare che le applicazioni per smartphone sono state progettate dai suoi ingegneri per «catturare l’attenzione degli utilizzatori», e per «creare un’abitudine», quindi una forma di dipendenza.
Oltre atlantico, i programmatori chiamano la cosa anche «pirateria cerebrale», senza la minima preoccupazione.
Nel misurare l’impatto di questi strumenti sui bambini, occorre tener presente che negli Stati Uniti essi passano in media 4 ore e mezza al giorno a guardare il loro telefonino: i giovani Europei tendono sempre più a seguirne l’esempio.
Tanto più che agli stessi bambini vengono offerti sempre più smartphone e tablet: ci si chiede perché!
Nei due reportage diffusi da “60 Minutes”, il pediatra Dimitri Chrisakis – Direttore del Centro per la Protezione dell’Infanzia di Seattle e Professore alla Facoltà di Medicina di Washington – spiega che i più piccoli utilizzano sempre più degli apparati mobili per calmarsi, invece di imparare a farlo con l’aiuto dei loro genitori.
Lo studioso, autore di più di 170 opere sull’infanzia, avverte che la tecnologia sostituisce sempre più la relazione con i genitori. Ed egli consiglia a questi ultimi, con un gioco di parole in americano: «laps more than apps», cioè dare ai più piccoli « più attenzioni che applicazioni».
Lo studio sullo sviluppo cognitivo del cervello degli adolescenti, o ABCD – il più vasto mai realizzato negli Stati Uniti -, ha avuto inizio nel 2016 e ha riguardato 11.874 bambini tra i 9 e i 10 anni, che sono stati regolarmente sottoposti ad una serie di esami neurologici.
Il Dott. Gaya Dowling, membro dell’Istituto Nazionale della Sanità (NIH) e responsabile dell’inchiesta, spiega che il progetto aveva inizialmente lo scopo «di valutare gli effetti neurologici dell’alcool, della droga e degli infortuni sportivi sui giovani».
Ben presto – spiega Gaya Dowling – gli studiosi hanno voluto tenere conto del tempo passato davanti ad un dislay: «questi apparecchi sono così coinvolgenti che abbiamo formulato tra noi l’ipotesi di un impatto non trascurabile sul cervello e lo sviluppo sociale».
I primi risultati sono senza appello e hanno messo in evidenza che 4.500 giovani «grandi consumatori di display» presentavano delle « notevoli differenze nello sviluppo fisico del cervello».
Più precisamente, la corteccia cerebrale – che tratta le informazioni inviate al cervello dai cinque sensi – si era assottigliata prematuramente. E lo studioso lamenta che «Ciò che doveva verificarsi molto più tardi si era prodotto molto presto».
Tale assottigliamento della corteccia cerebrale si osserva normalmente nelle persone anziane e va di pari passo con una diminuzione dei neuroni e dunque delle funzioni cognitive. Nei casi estremi esso si riscontra nella malattia di Alzheimer.
Non si può obiettare al Dott. Dowling che questi risultati sarebbero il risultato di un caso: «Quando si hanno 12.000 bambini sotto mano, si possono controllare molte cose», precisa lo studioso, che prosegue «per determinare che è veramente il tempo passato davanti ad un display la causa dell’impatto neurologico, si possono esaminare i bambini che passano molto tempo ai display, confrontando i dati con quelli dei bambini che non lo fanno; i bambini che passano molto tempo ai display e che praticano uno sport, confrontando i dati con quelli dei bambini che passano molto tempo ai display, ma non praticano uno sport.»
Le informazioni fornite dallo studio hanno anche messo in luce quello che era già stato osservato altrove: e cioè che i bambini che passano due ore al giorno o più davanti ai display, nei test della memoria e della lingua ottengono un punteggio inferiore agli altri.
“60 Minutes” avverte: sono attese numerose altre scoperte, via via che i dati raccolti dai NIH saranno messi a disposizione dei ricercatori del mondo intero. Ma forse ci vorranno ancora molti anni prima che gli studiosi possano risolvere un altro rompicapo che attiene al paradosso dell’uovo e della gallina: è l’esame del cervello del bambino che permette di determinare il tempo passato davanti ai display o è il tempo passato davanti ai display che da solo determina il cervello del bambino?
Tutti i ricercatori in neuroscienze a cui si sono rivolti i giornalisti della CBS si sono trovati d’accordo nel dire che allorché si sarà trovata la risposta
«ci sono molte possibilità che sia sopraggiunta una nuova tecnologia a rimpiazzare gli apparecchi che attualmente richiamano l’attenzione dei nostri bambini, visto che Silicon Valley si muove a ritmo più veloce della scienza.»
Marcel De Corte, che già cinquant’anni fa diagnosticava «l’intelligenza in pericolo di morte», di certo non ha perduto la sua attualità. - [Fonte]
E allora rivolgiamoci ai libri. Consentitemi quindi il consueto "fori argomento" di segnalazioni librarie. Iniziamo con un libro che, idealmente, va collocato in libreria a fianco de La questione liturgica della nostra Maria Guarini. Sempre il bravo editore Solfanelli ha appena pubblicato, di Pietro Leone, Come è cambiato il Tito Romano antico, una rapida ma approfondita disamina dei due riti, sia sotto il profilo dottrinale che liturgico. Un libro che non può mancare nella libreria di chi ama il Rito di sempre e una fonte di argomenti a Sua difesa.
RispondiEliminaPoi, sempre di Solfanelli, Ipotesi teologica di un Papa eretico, di Arnaldo Xavier da Silveira, presentazione di Roberto de Mattei. Un denso e rigoroso saggio sulle diverse posizioni teologiche e canoniche riguardo all'ipotesi di un Papa eretico. Possiamo dire che il tema è molto, molto attuale?
Di Stelio Fergola segnalo L'inganno antirazzista - Come il progressismo uccide identità e popoli, Passaggio al bosco Editore. Una chiara e severa disamina della menzogna dell'antirazzismo e dei suoi mortali effetti nei vari paesi. Tra l'altro Stelio Fergola, giornalista, è figlio di quel Gabriele Fergola esponente del tradizionalismo napoletano, fondatore con Silvio Vitale della storica rivista L'Alfiere, autore di libri quali Italia invertebrata,Antirisorgimento, Apologia di Brasillach e molti altri che fanno parte della storia culturale della Destra italiana.
Un romanzo: di Laura Salvetti, Il Codice Wagner, prefazione di Paolo Gulisano, Fede e Cultura. E' stato presentato a Milano in un'affollatissima conferenza (quasi centocinquanta persone, a Milano, in una piovosa serata invernale!) in cui il bravo Gulisano ha intervistato l'autrice. Era anche presente Rino Cammilleri che così lo ha recensito: "Se un avvocato di orientamento cattolico che ama Tolkien, Lewis e Chesterton si dà alla narrativa, magari ne viene fuori un intreccio alla Dan Brown, ma con altri ingredienti". E sono questi "altri ingredienti a fare la differenza". Una bella, intrigante differenza. Da leggere.
Da leggere anche di AA.VV. Clima, basta catastrofismi, 21mo Secolo Editore. Sei illustri accademici e scienziati, tra cui il combattivo Franco Battaglia (Chimica-Fisica) e poi Crescenti (geologo), Giaccio (Economia delle fonti di energia), Mariani (storia dell'agricoltura), Miccadei (geomorfologia), Scafetta (Fisica dell'atmosfera), hanno molto da dire, con rigore scientifico ma registro divulgativo, sul presunto "riscaldamento climatico" (ma adesso gli ecologisti lo hanno ridenominato pudicamente e ipocritamente "cambiamento climatico") e sulla sua ancor più presunta e indimostrata "origine antropica". Così magari incominciamo a capire che la tesi del "riscaldamento climatico" è funzionale al denatalismo (abortismo incluso) e alla truffa malvagia della "decrescita felice" e della connessa, necessaria dittatura ecologista.
Silente
Questo è un problema educativo di cui i genitori capiranno la gravità quando loro saranno vecchissimi ed i figli avviati ormai alla vecchiaia. Prima di questi telefonini, un problema simile si era presentato con la televisione. Spallucce fecero i genitori di allora, spallucce fanno i genitori di oggi, quelli di domani faranno lo stesso con i figli robot, quando l'umano sarà un residuo del tempo passato. Anche qui si ritorna all'essere, che richiede fatica, impegno, sofferenza, quindi tutti quanti vengono instradati sulla strada del non essere, tecnologicamente attrezzati.
RispondiEliminaOccorre una comunità che faccia quadrato.Ieri un anonimo supplicava di far qualcosa per queste chiese in vendita, silenzio di tomba. E silenzio di tomba anche oggi. Quindi siamo già morti tutti. Si leva dalle nostre tombe un rantolo. Avanti il prossimo.
RispondiEliminaNon c'è dubbio che il venir su educati, si fa per dire, da smart phone e computer portatili, farà di questa disgraziata generazione una masnada di imbecilli e depravati già nella prima giovinezza.
O.
Anche l'informazione taroccata serve a creare intelligenze sconnesse?
RispondiEliminaBLITZ ...? E PERCHÉ MAI ?
Ci hanno detto, per anni, che i migranti-clandestini portano cultura e ci pagano pure le pensioni, fa niente che ogni tanto ammazzano qualcuno, ma loro sono delle risorse per il nostro paese e la loro cultura, sarà la ... nostra tra qualche anno.. così dicono ancora oggi in verità...Sinceramente non ho ben afferrato il concetto di cultura evocato ed auspicato, quindi se ho ben capito devo insegnare ai miei figli e nipotini come spacciare droga agli angoli di strada, come stuprare le donne e come massacrarle o farle a pezzi e come si va nei bus e treni e non si paga il biglietto ? Forse è questa la cultura a cui fanno riferimento ? E allora, perchè un blitz armato e perché mai, basta girare "la barchetta" e fare scalo in un porto britannico sicuro e la storia sarà a lieto fine, poi appena arrivati, un bel cellulare ad ognuno dei quattro, ovviamente per chiamare casa, e sistemazione in hotel, sempre ovviamente a spese altrui in attesa di beneficiare della... "loro cultura"... E comunque in tutta questa storia, c'è sempre la stampa e i media che "la fanno da padrona" in fatto di informazione taroccata, certo che lo affermo, in quanto nelle prime ore del sequestro della nave ed equipaggio si è volutamente omesso che la nave è italiana e i clandestini definiti... curiosamente "pirati"... roba da ridere.... tendono sempre a coprire l'immigrazione clandestina.. ora li chiamano "pirati".. bravi tutti.. Certamente la brava stampa e media si preoccupano di non farci sapere che dei clandestini o migranti, chiamateli come vi piace, hanno sequestrato una nostra nave e minacciato di morte 27 persone, altrimenti la gente poi potrebbe "scoppiare di insofferenza"... Ancora una volta un" plauso alla informazione taroccata e pilotata" .... vorrei proprio sapere quando finirà la pantomima delle bugie e falsità... 22122018 ...by... manliominicucci.myblog.it