Regina sine macula originali concepta, ora pro nobis!
Il ventilato ridimensionamento della commissione vista nella sua modalità burocratica di per sé non annulla il Summorum ponticum. D'altronde l'Ecclesia Dei non era poi così efficacemente operativa. E dunque il rito antico non viene soppresso, a meno che non ci siano altre indicazioni nel nuovo motu proprio... Resta l'aria che tira, mefitica, da parte della maggior parte dei presuli. Sta a noi restare: anche da indesiderati e anche perseguitati. Diventa necessario organizzarsi con Pastori e Sacerdoti fedeli. La perseveranza è necessaria, insieme alla fede in Gesù. La Chiesa è Sua, e noi siamo Suoi.
Il ventilato ridimensionamento della commissione vista nella sua modalità burocratica di per sé non annulla il Summorum ponticum. D'altronde l'Ecclesia Dei non era poi così efficacemente operativa. E dunque il rito antico non viene soppresso, a meno che non ci siano altre indicazioni nel nuovo motu proprio... Resta l'aria che tira, mefitica, da parte della maggior parte dei presuli. Sta a noi restare: anche da indesiderati e anche perseguitati. Diventa necessario organizzarsi con Pastori e Sacerdoti fedeli. La perseveranza è necessaria, insieme alla fede in Gesù. La Chiesa è Sua, e noi siamo Suoi.
Il Motu Proprio che dispone la fine di Ecclesia Dei come Commissione indipendente, e la sua integrazione come Ufficio nella Congregazione per la Dottrina della Fede è pronto, firmato dal Pontefice, e avrebbe dovuto essere pubblicato giovedì scorso. Ignoriamo i motivi per cui il documento non è ancora stata pubblicato.
È un testo di stile giuridico, piuttosto breve, in cui si dice che dal momento che l’emergenza pastorale legata alla celebrazione del Vetus Ordo, e che ha portato trenta anni fa alla creazione della Commissione Ecclesia Dei è venuta a cessare, e di conseguenza anche la Commissione nella sua forma attuale non ha più ragione di esistere.
Ricordiamo che il Motu Proprio di Giovanni Paolo II, del 2 luglio 1988, nacque in reazione alla consacrazione di quattro vescovi da parte di mons. Marcel Lefebvre. Alcuni suoi poteri e funzioni sono stati modificati da Benedetto XVI nel 2009. Il documento di Giovanni Paolo II dava alla Commissione la facoltà di “concedere a chiunque ne faccia domanda l’uso del Messale romano secondo l’edizione tipica in vigore nel 1962, e ciò secondo le norme già proposte dalla commissione cardinalizia “istituita a tale scopo” nel dicembre del 1986 dopo aver informato il vescovo diocesano”.
La Commissione era il punto di arrivo di quanti si appellavano ad essa per ottenere la revisione dei dinieghi opposti dai vescovi alla celebrazione della Messa secondo il Vetus Ordo.
Inoltre, a seguito del motu proprio Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI (2007), la commissione vigila sull’applicazione del Motu Proprio, studia i possibili aggiornamenti di cui testi liturgici del 1962 venissero ad avere bisogno: per esempio la presenza di nuovi santi nel calendario. Inoltre la Commissione era l’ultima istanza per i fedeli che chiedessero la celebrazione della messa secondo la forma straordinaria, e non avessero una risposta positiva né dal proprio parroco né dal proprio vescovo.
Bisogna ora vedere quanti, e quali di questi poteri possano continuare ad essere svolti da quello che sarà il nuovo “Ufficio” Ecclesia Dei all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede; e il cui referente ultimo, evidentemente, non sarà più il segretario responsabile, come in precedenza, ma il prefetto a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede.
E desta qualche dubbio più che legittimo l’affermazione iniziale, secondo cui l’emergenza pastorale sarebbe terminata. Nel momento in cui durante l’Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana si levano voci di presuli e di specialisti a negare validità giuridica al Motu Proprio “Summorum Pontificum” di Benedetto XVI, e nel momento in cui ci sono vescovi che ostacolano direttamente o in maniera subdola la celebrazione della messa secondo il Vetus Ordo, dire che non esiste un’emergenza pastorale appare forse un po’ azzardato. - Fonte
Il poeta scozzese George Mackay Brown mal sopportò le riforme promosse dal Concilio Vaticano II. Il Novus Ordo, in particolare, gli risultava indigesto: «Il vernacolare ha privato la messa della maestà e del mistero: ha spazzato via così tante cose. C’era qualcosa di profondo nell’uso della stessa lingua in tutto il mondo».
RispondiEliminaI Pastori si confrontavano in latino e si capivano , le greggi rispondevano tutte nella stessa lingua universale e questo rispecchiava l'ordine di Dio . Se non c'e' Dio c'e' dis-ordine , tutto e' caos .
RispondiEliminaEcco, però…"Sine macula originalis"?
RispondiEliminaIL LIBRO
RispondiEliminaCattolici, il romanzo profetico sulla Chiesa di oggi
http://www.lanuovabq.it/it/cattolici-il-romanzo-profetico-sulla-chiesa-di-oggi
Il banchetto è in chiesa, com'è retrò la Messa di Natale
http://www.lanuovabq.it/it/il-banchetto-e-in-chiesa-come-retro-la-messa-di-natale
Se entro in una Chiesa che non conosco e in cui non sono mai entrata ma in cui si prega o si fa l'Adorazione Eucaristica , non so perche' " avverto " la viva presenza dello Spirito Santo. In altre Chiese questo strana mia sensazione non avviene . Anni orsono , sono andata nella Chiesa tenuta da questa associazione di Riccardi , beh , non mi e' riuscito di pregarvi , non vedevo l'ora di uscire . Al contrario in S.Crisogono , davanti alle spoglie della Beata Annamaria Taigi, mi sono sentita "in pace".
• intelligenti pauca •
RispondiEliminaL'Imperatore Severo Alessandro, esempio perfetto del sincretismo del III secolo d.C., nella disputa tra il "collegium popinariorum" (l'associazione dei tavernieri) e la Chiesa Romana (collegium religionis causa) sul possesso dell'area dell'attuale Santa Maria in Trastevere, sentenziò a favore della Chiesa Romana: "ut deus coleretur" (SHA, Vita Alexandri,48).
L'imperatore pagano che adorava (a modo suo) le divinità di tutti, Cristo compreso, preferì che lì ci fosse una chiesa e non una taverna.
È arrivato il redde rationem. Ma vi risulta che la... Ecclesia Dei abbia svolto i compiti affidati da Benedetto XVI? Era restìa già lui regnante
RispondiEliminaCi sarà uno spartiacque più netto
RispondiEliminaIn ogni caso la soppressione della commissione vista nella sua modalità burocratica di per sé non annulla il Summorum ponticum. D'altronde non era poi così operativa. E dunque il rito antico non viene soppresso, a meno che non ci siano altre indicazioni nel nuovo motu proprio... Resta l'aria che tira mefitica da parte della maggior parte dei presuli.
RispondiElimina
RispondiEliminaConsiderando le cose realisticamente, qual era l'incidenza effettiva dell'attività di
questa Commissione? Svolgeva effettivamente un'attività utile e necessaria? Anche se all'atto
pratico aveva (forse) poca influenza sulla concessione della celebrazione OV, la sua esistenza costituiva comunque una garanzia per chi cercava di frequentare la Messa OV.
L'unica vera soluzione della crisi della Liturgia consiste comunque nel ritorno alla celebrazione del plurisecolare OV quale unico rito valido e riconosciuto.
Due riti non ci possono essere, non si possono servire due padroni.
Diciamo che, in generale, giunti a questo punto della situazione generale, tanto nella "neochiesa" che nella società della sovversione... tutto ciò che porta alla chiarificazione e alla divisione tra l'élite dei veritieri da un lato e l'immensa massa dei bugiardi, degli ignavi, degli scrupolosi e degli ipocriti dall'altro, è il Bene.
RispondiEliminaIl Bene, oggi più che mai, non è la pseudounità nell'errore, che porta solo divisione, come infatti è stato finora, ma la divisione nella Verità. Perché solo questa unisce. (MV)
di Massimo Viglione
RispondiEliminaPost per pochi matti
Chiudono l'Ecclesia Dei?
Tutti a piangere? Forse non ve lo aspettavate dal "santopadrebaciamolapantofolaelettodallospiritosantoequindiinfallibile"?
Beh, IO INVECE SONO CONTENTO!
MATUGUARDAUNPO'...
Stavolta faccio il tifo per lui! (E ho detto tutto...).
Perché?
Beh... è un lungo discorso. Ed è, parlando ora seriamente, molto profondo e importante.
Diciamo che, in generale, giunti a questo punto della situazione generale, tanto nella "neochiesa" che nella società della sovversione... tutto ciò che porta alla chiarificazione e alla divisione tra l'élite dei veritieri da un lato e l'immensa massa dei bugiardi, degli ignavi, degli scrupolosi e degli ipocriti dall'altro, è il Bene.
Il Bene, oggi più che mai, non è la pseudounità nell'errore, che porta solo divisione, come infatti è stato finora, ma la divisione nella Verità. Perché solo questa unisce.
Cosa volete che sia la chiusura dell'ED quando è in programma il cambiamento del messale del '62? Assurdo. Tutto molto luciferino
RispondiEliminaSiamo al momento utile per spartire le acque. Fino ad ora si potevano tenere alcune anime in una sorta di oblio, ora finalmente ci si costringe ad una scelata netta. O con la tradizione o contro la tradizione, senza più indugi o strade facili. Credo che Dio stia iniziando la pulizia. Le anime fedeli non si spaventeranno difronte ad un nuovo attacco, quelle invece che cercavano di barcamenarsi tra la tradizione ed il modernismo, tra merletti e compromessi dovranno finalmente decidere per le catacombe o lo stipendio. Nulla viene per caso. Non si poteva continuare così. Per vincere bisogna combattere. Per risorgere, morire. Se chiudono Ecclesia Dei ce ne faremo una ragione. In qualche modo si dovranno svegliare le anime.
RispondiEliminaNon mi sono fatto sentire per un lungo periodo, perché con il nuovo Vescovo, abbiamo deciso, per continuare il “bonum certamen” di mantenere un basso profilo.
RispondiEliminaPerciò, niente notizie sui social o con altri mezzi...; la mazzata ci è arrivata poco prima di Natale: nessuna celebrazione dovrà svolgersi nella notte di Natale o nella Veglia del triduo, in tutta la città... così ha comunicato con espressa riunione a tutti i parroci del centro, con lista delle celebrazioni. La nostra chiesa, è sempre piena, il Duomo pressoché vuoto. Signa temporis scrutari, come diceva il CVII.
Ci sentiamo un po’ come ai tempi di Beria... il nuovo Vicario ha voluto far visita alla chiesa, come se non la conoscesse... il Vescovo ha fatto un giro alle sette del mattino... mah.
Noi continuiamo, senza lasciarci intimorire. Come dice il profeta: “In silenzio et in spe erit fortituto vestra”.
In comunione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Buon S. Natale nel giorno di S. Giovanni il discepolo amato dal Signore.
S.
La domanda è: c'è o ci fa? Altra domanda: ma perchè nessuno interviene? Non dico chi è alle prese con "l'ingravescente aetate" ma qualche prete che fa catechismo noooo?
RispondiEliminahttps://www.papapionono.it/pio-ix-e-il-dogma-dellimmacolata/
RispondiEliminaStoria del privilegio mariano da Duns Scoto a Pio IX
UN CONSIGLIO DI Fr. John Zuhlsdorf AI SACERDOTI IN MARGINE AI RECENTI RUMORI DI SOPPRESSIONE DELLA COMMISSIONE ECCLESIA DEI.
RispondiElimina''Padri. Prendete questo come uno squillo di tromba. DOVETE mettervi al lavoro ora, per superare qualsiasi esitazione o timore possiate avere sul lavoro che comporterà per voi imparare i riti tradizionali. DOVETE integrarli nella vostra quotidiana identita' sacerdotale, in modo che diventino parte di ciò che siete, nelle vostre stesse ossa e nella vostra stessa carne''.
tutto l'articolo a questo link.
http://wdtprs.com/blog/2018/12/rumor-volat-buzzing-about-the-suppression-of-the-pontifical-commission-ecclesia-dei/
https://secretummeummihi.blogspot.com/2018/12/solicitud-de-los-obispos-portugueses.html?spref=fb
RispondiEliminaSe si chiude una porta forse si aprira' un portone ?
mic
RispondiElimina27 dicembre 2018 11:38
In ogni caso la soppressione della commissione vista nella sua modalità burocratica di per sé non annulla il Summorum ponticum. D'altronde non era poi così operativa. E dunque il rito antico non viene soppresso, a meno che non ci siano altre indicazioni nel nuovo motu proprio... Resta l'aria che tira mefitica da parte della maggior parte dei presuli.
Bisognerebbe leggere prima il testo del nuovo motu proprio, per capire un po' di più. Potrebbe anche avvenire che cambi poco o nulla rispetto a quanto abbiamo visto finora: in fondo sembra che si tratti "solo" di una "riorganizzazione burocratica" con un trasferimento di competenze.
Per ora il Summorum Pontificum rimane in vigore, le S. Messe organizzate dai "gruppi stabili" continueranno a esser celebrate... e i Vescovi continueranno a mettere i bastoni fra le ruote ai fedeli dell'usus antiquior.
Più interessante appare la premessa che giustificherebbe il nuovo motu proprio, ossia la cessazione della "emergenza pastorale" che rese necessaria la commissione "Ecclesia Dei" nel 1988 (in seguito alle ordinazioni episcopali di mons. Lefebvre): probabilmente ciò va collegato con l'autorizzazione concessa ai sacerdoti della FSSPX di assolvere i fedeli nel sacramento della confessione.
Il Papa scrive a Vian: grazie per la sua dedizione a L’Osservatore Romano .
RispondiEliminahttps://www.lastampa.it/2018/12/27/vaticaninsider/il-papa-scrive-a-vian-grazie-per-la-sua-competenza-e-dedizioneallosservatore-romano-rq8feJz9wkMblwuqrEHA8I/pagina.html
http://m.ncregister.com/blog/edward-pentin/farewell-pontifical-commission-ecclesia-dei
RispondiEliminahttps://www.hommenouveau.fr/2738/politique-societe/la-fraternite-saint-pie-x-voudrait-la-suppression-brde-la-commission-ecclesia-dei.htm
RispondiEliminaNel 1988, con il Motu Proprio “Ecclesia Dei Afflicta”, Giovanni Paolo II istituiva la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, dandole il compito di rimarginare la rottura appena avvenuta fra la Fraternità San Pio X di mons. Marcel Lefebvre e Roma. Il vescovo francese aveva infatti compiuto quello che a tutti gli effetti venne considerato un atto scismatico, consacrando senza il permesso papale quattro vescovi e incorrendo nella scomunica automatica. Subito alcuni sacerdoti che avevano seguito Lefebvre fino a quel momento non approvarono l’atto appena compiuto, perché non erano intenzionati a rompere definitivamente con Roma. Per questo c’era bisogno di una Commissione ad hoc per accoglierli. Nacquero ad esempio la Fraternità Sacerdotale San Pietro, composta da sacerdoti che non seguirono Lefebvre fino in fondo. Il loro “ritorno” fu accompagnato dal permesso di celebrare la Messa Tridentina. Tornò inoltre in piena comunione con Roma la Fraternità San Vincenzo Ferrer.
RispondiEliminaIl Motu Proprio Ecclesia Dei invitava inoltre a non chiudere le porte ai fedeli che nelle diocesi richiedessero la celebrazione della Messa Tridentina, in linea con la lettera “Quattuor Abhinc Annos” inviata dalla Congregazione per il Culto Divino ai vescovi nel 1984, nota come “l’indulto” . L’invito, salvo rari casi, rimase inascoltato e quasi la totalità dei vescovi si rifiutarono di applicarlo, per motivi sostanzialmente ideologici.
La trasformazione post Summorum Pontificum
Benedetto XVI compì un ulteriore gesto di riavvicinamento verso tutti i fedeli che richiedevano con forza la celebrazione della Messa Tridentina, promulgando il Motu Proprio Summorum Pontificum, nel 2007. Il documento permetteva a tutti i sacerdoti di celebrare la Messa Tridentina, di fatto senza che i vescovi potessero opporre alcun divieto. Questo provocò un’opposizione molto forte da parte di tutti coloro che avversavano e tutt’ora avversano le forme tradizionali, ma creò un entusiasmo enorme fra tutti coloro che si riconoscevano e si riconoscono in esse. Il Summorum Pontificum ha dato vita ad un vero e proprio movimento globale, che ormai conta migliaia di “centri di messa” in tutto il mondo, con centinaia di migliaia di fedeli, che assistono alla Messa antica. E’ quel mondo che si può definire tradizionalista, che però non ha mai operato alcuna rottura con Roma.
Solo in Italia le messe celebrate regolarmente sono oltre cento e i gruppi sono in crescita numerica, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione giovanile.
Il tutto è stato coordinato dalla Commissione Ecclesia Dei, che dopo il motu proprio del 2007, con il quale divenne una commissione della Congregazione per la Dottrina della Fede, ricevette l’incarico di seguire l’applicazione delle direttive di Benedetto XVI, nonché di rispondere ai fedeli che nelle proprie diocesi incontravano resistenze nei riguardi della celebrazione tridentina.
Mi permetto di sottolineare il rigo 12 e 13 : "nel 1984, nota come “l’indulto” . L’invito, salvo rari casi, rimase inascoltato e quasi la totalità dei vescovi si rifiutarono di applicarlo, per motivi sostanzialmente ideologici.", per evidenziare cio' che appare macroscopico ai mie occhi :
RispondiElimina1) C'e' indulto e indulto
2) Solo in rari casi i Vescovi lo hanno applicato
3) Con il MPSP i Sacerdoti potevano celebrare la Messa VO anche senza l'assenso del Vescovo
Punto 1 ) Tanto e' piaciuta la distribuzione dell'Ostia Consacrata sulla mano che l'hanno immediatamente adottata senza neanche pensarci due volte anche se era stato deliberato per altri paesi, lo stesso si puo' dire per la ricezione in piedi (ritti davanti a Dio) , ed altro che al momento non mi viene in mente .
Punto 2) Mi pare evidente altra disubbidienza , quella dei Vescovi che, se non erro , dovrebbero collaborare con Pietro , o sbaglio ?
Punto 3) E qui si evidenzia , a parer mio , la pusillanimita' (?) , la sofferenza (?)), la pigrizia (?) dei Presbìteri per lo sforzo richiestogli sia di imparare a celebrare VO sia di far presente al Vescovo che avrebbero celebrato anche in VO .
In tutti i casi mi sembra che si possa dedurre che Dio e' in secondo piano , non conta poi così tanto piacere a Dio ?
In primo pian c'e' la ideologia , la praticita' perche' la gente ha da fare /ha mille preoccupazioni/non puo' stare tanto tempo in Chiesa , eppoi ci si inimica il Vescovo che ci "sbattera' " chissa' dove..
Tutte occasioni o per meglio dire ispirazioni dello Spirito Santo per accrescere e fare crescere l' amore verso Dio...perdute !
P.S. mi torna ora in mente che forse l'anno passato ( o l'altro ancora?) parlai della Messa VO ad un giovane Sacerdote colombiano che si stava specializzando in Italia , invitandolo a prendere contatti con la FSSP o con altri Istituti e per invogliarlo gli donai cento euro .
RispondiEliminaAvra' approfittato della occasione di essere in Italia ? Se non l'ha fatto ... peggio per lui .
Bisogna afferrare al volo ogni occasione che si presenti per amare o per meglio dire per "ardere" per Dio .
Potrebbero non esservene piu' ..